Maurizio Barozzi
A proposito di certi nostri apprezzamenti per Presidenti
che si pongono su posizioni antioccidentali e antiamericane
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Negli scorsi decenni, certi manutengoli in servizio permanente effettivo di "chi e dovere" e altre sprovvedute "anime candide", purtroppo alquanto numerose in un "certo ambiente", erano usi scandalizzarsi ed attaccarci decisamente quando esprimevamo apprezzamenti verso presidenti, situazioni internazionali o personaggi che, al tempo, si ponevano su posizioni antiamericane, cioè su quelle stesse posizioni in cui avremmo dovuto attestarci noi italiani, colonia statunitense.
Era il caso di Cuba, di Guevara, della lotta del popolo vietnamita e di quello arabo-palestinese, e via dicendo.
A quei tempi, a supportare le accuse e gli strali di questi giannizzeri, c'era la scusa dell'anticomunismo.
Costoro, infatti, elaboravano un discorso elementare, tanto falso, quanto demenziale:
Guevara è un comunista, i Vietcong altrettanto e gli arabi sono alleati dei sovietici. Ergo, dobbiamo scegliere il male minore, che sarebbe il cosiddetto "mondo libero".
Con un po' di sforzo poi, in questo "mondo libero" di marca occidentale, ci si faceva anche rientrare il Cile di Pinochet e la Grecia dei Colonnelli: perbacco non erano forse costoro quelli che avevano insegnato come comportarsi con i "rossi"?
Chi divergeva da queste posizioni era un amico dei comunisti o, nella migliore delle ipotesi, un nazi-maoista.
Più difficile gli restava accusare, tramite queste idiozie, gli ex-combattenti della FNCRSI, coloro che erano usi specificare: «noi non siamo fascisti, noi SIAMO i fascisti» ed in effetti, di fronte alle posizioni, intransigenti dei fascisti della FNCRSI, si preferiva far finta di nulla.
Vennero poi gli anni della strategia della tensione, di quella guerra non ortodossa fatta di stragismo, scatenata dagli atlantici nel nostro paese, quindi gli anni di piombo, dove tanti poveri ragazzi, entusiasti e sprovveduti, sia di destra che di sinistra, furono fatti scannare tra di loro, alimentando un odio insulso e selvaggio, da "stadio", per gli interessi politici del sistema e per perpetuare in Italia, quelle antitesi da strada fascismo-antifascismo, comunismo-anticomunismo, tanto opportune per i nostri colonizzatori.
Grazie a Dio, con gli anni, e purtroppo dopo tanto sangue versato inutilmente, oggi tutto questo è venuto, in buona parte, meno, e grazie a Dio è venuto meno anche il comunismo, togliendo così ogni alibi ai mestatori di professione.
Resta dunque molto difficile. oggi, contestare o attaccare, con i soliti slogans emotivi, chi ragiona con la propria testa e non si nasconde dietro risibili etichette.
Mi raccontava un amico, che tempo addietro si era trovato in una riunione di soggetti, di un "certo ambiente", i quali dibattevano, senza trovare soluzioni, su come fare per organizzare iniziative e magari manifestazioni contro certi Presidenti progressisti del sud America (che evidentemente stanno dando fastidio ai loro "padroni").
Ed infatti, fortunatamente, fino a questo momento non si sono viste manifestazioni pubbliche di destra, per esempio contro l'Argentina, il Venezuela o i mercenari che stanno massacrando la Sira.
Questa impasse, di questi farabutti, è dovuta proprio al fatto che quell'ex "certo ambiente" è oramai un area non più facilmente raggirabile come in passato.
Ma ecco allora -ti conosco mascherina- che si cerca di veicolare in certi Siti e su certa stampa, dove oltretutto riscontriamo anche "firme" che avremmo preferito non vedere più, dei timidi discorsi critici, verso coloro, come noi, che esprimono apprezzamenti ai vari Putin, Chavez, Kirchner, Assad e via dicendo.
Il succo della critica, sostanzialmente, è questo: noi saremmo degli illusi se crediamo che questi presidenti progressisti, siano una specie di fascismo, magari di sinistra e quindi le nostre posizioni, oltre che errate, non sono neppure ortodosse verso quelle idee che diciamo di professare.
Una critica un po' povera, ma che volete, è quello che oramai passa il rimasuglio di quell'ambiente, orfano della dipartita del comunismo che, come alibi, era niente male.
Lasciamo intanto stare il discorso sulla ortodossia delle idee: fascismo di destra, di sinistra, gentiliano, evoliano, tradizionalista e via discorrendo, perchè non arriveremmo a nulla e premettiamo subito che noi non abbiamo alcuna intenzione di dare la patente di "fascista" a chicchessia.
Oltretutto, quando si parla di Nazioni, di Presidenti e di realtà geopolitiche internazionali, sappiamo bene dalla storia che queste realtà segnono linee di sviluppo e di condotta adeguate ai cambiamenti geopolitici o accordi internazionali che subentrano con il tempo. È spesso la "ragion di stato" e gli interessi geopolitici, che finiscono per prevalere rispetto alle posizioni ideologiche.
Quindi non saremmo noi a meravigliarci se un Presidente, al momento da noi apprezzato e che, effettivamente, si situa su posizioni antimondialiste e antioccidentali, possa un domani deflettere da queste posizioni.
Ma proprio qui sta il punto: oggi tutti gli alibi sono crollati e le strategie, un tempo meno palesi, che sono in atto, indicano con chiarezza che vi è un "mondialismo" che mira ad una Repubblica Universale, ad un governo mondiale, che attui una globalizzazione delle economie, delle culture e delle menti, totale. Un obiettivo un po' difficile da conseguire, e non sappiamo come possa andare a finire, ma comunque perseguito con ogni mezzo.
Ed ovviamente, il mondialismo, cerca anche di attuare delle condizioni esistenziali di vita per gli esseri umani, da uniformare in predisposizioni e abitudini così come espressi dalle ideologie neoradicali e moderniste.
Il principio basilare con cui il mondialismo procede è quello di bypassare e di annullare ogni sovranità nazionale, ritenuta un ostacolo al perseguimento di questi programmi.
C'è chi dietro il mondialismo vi vede le secolari manovre dell'ebraismo internazionale che, altresì, mira al dominio mondiale sulla terra per la "razza eletta"; chi vi vede gli interessi dell'Alta Finanza e chi ancora vi scorge gli atavici ideali massonici.
È inutile stare a scervellarsi per individuare cosa ci sia veramente dietro il mondialismo.
Quello che è importante sapere è che questo tentativo di arrivare ad una Repubblica Universale è molto avanti ed in ogni caso deve essere contrastato con tutte le nostre forze.
Il fatto è che il mezzo, le armi, con le quali il mondialismo sta perseguendo i suoi fini sono proprio quelle di utilizzare la spaventosa potenza militare e geopolitica degli Stati Uniti d'America.
Ecco che allora noi, di fronte a questa realtà, evidente a tutti, non possiamo che schierarci decisamente, senza se e senza ma, con tutti coloro che rappresentano una contraddizione o ancor meglio una opposizione a questo stato di cose.
Nella storia e soprattutto in guerra è sempre stato valido il concetto che «il nemico dei miei nemici è mio amico». Questo a prescindere e con tutte le riserve che possiamo poi avere e a cui più sopra abbiamo accennato.
L'omologazione delle nazioni e dei popoli, sotto le direttive dei banksters, che mirano a ridurli alla fame e alla indigenza per moltiplicare i propri guadagni, ha trovato delle opposizioni in Russia, Argentina, Bolivia, Venezuela, ecc.?
Bene, ben vengano, noi non possiamo che stare con queste "barricate", che apprezzare il modello di sviluppo e di indipendenza che quei presidenti hanno proposto nelle loro nazioni per fronteggiare il mondialismo e il colonialismo americano.
A chi poi, artificiosamente, parla di ortodossia, vogliamo ricordare un semplice concetto: il fascismo, in primis et ante omnia, è stato una forma di Stato e di politica, atta a supportare l'indipendenza e lo sviluppo del nostro paese.
Lo stato fascista ha rappresentato la preminenza dei valori etici e politici su quelli economici e finanziari, cioè l'esatto contrario del liberismo occidentale e del modello di vita americano.
Ed infine il fascismo, con la RSI ha completato il suo discorso ideologico proponendo la costruzione di una società socialista, con l'unico socialismo realizzabile nella dimensione umana: quello entro la nazione.
Se vogliamo parlare di politica fascista, dobbiamo sempre avere tutto questo ben presente.
E tutto questo contempla, per prima cosa, la lotta di liberazione nazionale verso il colonialismo: culturale, economico, politico e militare dell'occidente americanizzato.
Gli interessi geopolitici della nostra nazione, non possono che essere in primo piano, e questi interessi ci dicono che, stante il nostro ruolo nel mediterraneo e la ricerca di un minimo di necessaria indipendenza nelle fonti energetiche, ci si impone di lottare con irriducibile decisione contro l'Occidente anglo-americano, contro il sionismo e contro il sistema atlantico.
L'esatto contrario di quello che, non hanno il coraggio di dirlo, ma certamente vorrebbero fare le "famose mascherine", le stesse che negli anni passati, collocati su posizioni di destra, facevano da truppe cammellate per gli Stati Uniti e, sempre e comunque, hanno agito contro gli interessi nazionali, tradendo, di fatto, quella Patria di cui, a parole, ci si riempivano la bocca.
Quando sono in gioco i destini della Nazione, le ideologie assumono un ruolo secondario, non si può stare a sottilizzare.
Le ideologie, a volte, non vanno di pari passo con gli interessi geopolitici nazionali.
Italia e Germania, tanto per fare un esempio, pur accumunate da una comune similare ideologia fascista, si trovarono nell'ultimo conflitto mondiale a perseguire strategie affatto divergenti, purtroppo con gravi danni per l'esito della guerra comune.
Il fatto era che il fine principale di Hitler, che considerava il nazionalsocialismo conformemente agli interessi pan-germanici, era quello di mirare ad un accordo globale con la Gran Bretagna, accordo che, qualora fosse stato possibile conseguire, non avrebbe che potuto ledere gravemente tutti i nostri interessi mediterranei e africani che erano in totale contrasto con quelli inglesi.
Mussolini viceversa, che praticava il fascismo come il mezzo più adeguato per la grandezza della Nazione, mirava invece ad un equilibrio di forze in Europa, unico modo, per una nazione economicamente e militarmente debole come la nostra, per sopravvivere esercitando un ruolo da media potenza.
Divergenze queste, di natura geopolitica, che esercitarono un ruolo preponderante anche nella guerra pur comune.
Siamo noi che, in qualche modo, riscontriamo poi nel fascismo e nel nazionalismo, una valenza metastorica, una comunanza nella visione della vita e del mondo, una conformità con il mondo della Tradizione. Ma gli aspetti geopolitici, i destini di un popolo, sono altra cosa e non è possibile ridurre l'ideologia al solo e unico nostro desiderio intellettuale.
Se qualcuno lo ha dimenticato, sempre per rimarcare quelli che sono i prioritari interessi nazionali, possiamo anche ricordare come Hitler, di fronte al fallimento del pusch del '34 in Austria e all'uccisione di Dollfuss, ovvero della fallimentare iniziativa dei nazionalsocialisti austriaci, prematura e avventata, un fallimento che, in quel momento, avrebbe potuto causare gravi e irreparabili danni alla delicata posizione internazionale della Germania, ruppe ogni contatto con i nazionalisti austriaci e addirittura chiuse le frontiere non consentendo che i golpisti potessero riparare in Germania. Ed infatti, furono poi catturati e impiccati in Austria.
Tutto questo per evidenziare che la storia segue certe linee di condotta e quelli che "giocano" a fare gli ortodossi, spesso, o sono in malafede o sono degli imbecilli.
Finiamo per dire che noi siamo forse degli inguaribili malfidati, dei sospettosi, ma siamo usi a contare toccandoci, per non sbagliare, la punta del naso con le dita.
E questa nostra accortezza, questi nostri sospetti, di fronte a certi articoli, di fronte ad un "pullulare" e riciclare di "vecchi personaggi", usi ad agitare bandierine tricolori e richiami alle FF.AA., ci fa venire il sospetto che qualcuno che viene da lontano, da oltre oceano, utilizzando le solite conventicole massoniche, le vecchie collusioni nei Servizi, gli amici degli amici e altro, voglia agitare un certo ambiente, magari per utilizzarlo in vista di tempi duri che, nel caldo clima internazionale, potrebbero prospettarsi. Ci sbagliamo? Mah, speriamo di si.
Comunque sia, per favore "mascherine", sgombrate il campo, riferite a "chi di dovere" che in Italia un "certo ambiente" non "abbocca" più, oramai «non c'è più trippa per gatti».
Maurizio Barozzi
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