martedì 31 dicembre 2019

Giuseppe Conte altro che "avvocato del popolo": ecco chi erano i suoi clienti


Vittorio Malagutti e Andrea Palladino


Lo aspetta un futuro da «avvocato del popolo italiano», come ha promesso in diretta tivù. Finora però il nuovo premier Giuseppe Conte si è distinto soprattutto per aver difeso gli interessi milionari di grandi aziende. E in almeno un caso Conte è diventato il professionista di fiducia di un uomo d’affari come Giuseppe Saggese, arrestato con l’accusa di essersi arricchito facendo la cresta sulle tasse, quelle pagate dai cittadini ai loro comuni di residenza.

Nel 2009, il futuro presidente del Consiglio ha rappresentato Saggese in alcuni collegi arbitrali. Tempo pochi mesi e l’imprenditore viene travolto dalle perdite e nel 2012 finisce la sua carriera in carcere. Le accuse sono pesanti: decine di milioni di euro spariti, intascati da chi si è tenuto le tasse reclamate da centinaia di amministrazioni locali. Tributi Italia, la società di Saggese, offriva un servizio chiavi in mano per riscuotere le imposte comunali, dall’Imu alla tassa per i rifiuti, fino alle concessioni per l’occupazione dello spazio pubblico.

Un successone, da principio. Per quasi un ventennio, come hanno ricostruito le indagini, Tributi Italia ha goduto di ottimi appoggi anche a Roma, al vertice dell’amministrazione fiscale. Il castello di carte cade miseramente nel 2012, quando l’imprenditore viene arrestato con l’accusa di peculato e appropriazione indebita. Prima del crack, tra il 2009 e il 2010, Saggese era già finito in rotta di collisione con alcuni comuni, a cui chiedeva un aumento dell’aggio cioè dei compensi per la riscossione. La controversia venne affidata a un collegio arbitrale e in almeno tre casi, ad Alghero, a Partinico (Palermo) e Acate (Ragusa) il professionista chiamato a rappresentare Tributi Italia fu proprio Conte. Nel 2009, quando il futuro presidente del Consiglio prese le parti di Saggese, il suo cliente aveva già alle spalle più di un incidente con la giustizia. Nel 2000 e poi ancora nel 2009, due diverse procure della Repubblica, prima Roma e poi a Velletri, avevano chiesto e ottenuto il suo arresto, in entrambi i casi poi revocato dal Gip.

Con l’inchiesta penale del 2012, nata a in Liguria, a Chiavari, e in seguito trasferita a Roma, si chiude la parabola di Tributi Italia, che va in fallimento, mentre il presidente e fondatore dell’azienda, a oltre sei anni di distanza dal crack, risulta ancora in attesa di giudizio.

Navigano invece con il vento in poppa le società della famiglia pugliese Marseglia, con cui il presidente del Consiglio vanta stretti rapporti personali e professionali. Partito come produttore di olio, Leonardo Marseglia, 72 anni, salentino di Ostuni, adesso tira le fila di un gruppo con quasi un miliardo di euro di attivo che viaggia al ritmo di 50 milioni di euro l’anno di profitti. Non solo oleifici, quindi, ma alberghi, centri turistici, immobili di pregio in diverse città italiane, comprese Roma e Milano. Gran parte degli utili provengono dalla produzione di energia, grazie a numerose centrali elettriche, alcune delle quali alimentate a biomasse, soprattutto oli vegetali.

La rincorsa dei Marseglia ha preso velocità nel 2010 quando la famiglia pugliese, grazie a una complessa operazione finanziaria, ha riportato in patria il controllo di attività per un valore di circa 190 milioni. Si parte ad aprile 2010: la Kirkwall Corporation, con base nel paradiso fiscale delle Antille olandesi, trasferisce la propria sede in Lussemburgo per poi scomparire dopo la fusione con la propria controllata Ludvika immobiliers di Amsterdam. Il cerchio si chiude a fine 2010 quando quest’ultima società olandese viene assorbita dalla holding dell’imprenditore di Ostuni.

Più di recente, nel 2015, i Marseglia (insieme a Leonardo c’è il figlio Pietro) si sono conquistati un posto al sole a livello nazionale. Le cronache finanziarie si sono accorte di loro grazie all’acquisto del Molino Stucky di Venezia, il lussuoso hotel sull’isola della Giudecca rilevato tre anni fa dal fallimento del gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone. A novembre del 2015 Marseglia ha nominato Conte, pure lui di origini pugliesi, nel consiglio di amministrazione della Ghms (Grand Hotel Molino Stucky), la società che gestisce l’albergo veneziano. È un consiglio extra small, solo tre membri: insieme al premier e allo stesso Marseglia troviamo l’amministratore delegato Antonio Giannotte, manager di fiducia dell’azionista.

Intervistato nei giorni scorsi da “la Repubblica”, l’imprenditore ha minimizzato i suoi rapporti con Conte, descrivendo l’incarico in Ghms come il frutto di una conoscenza occasionale nata sulle spiagge di Rosa Marina, la località turistica non lontana da Ostuni dove tra l’altro Marseglia possiede un resort di lusso. «Una nomina proforma», ha spiegato il proprietario dell’hotel Molino Stucky. Conte, ha detto, «non è mai venuto nemmeno a una riunione». I documenti ufficiali contraddicono questa versione dei fatti. Il 25 settembre dell’anno scorso il futuro presidente del Consiglio ha partecipato in audioconferenza all’assemblea di Ghms che aveva all’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione del bilancio 2016 della società.

Carte alla mano, si può dire che l’assistenza di un legale con l’esperienza di Conte faceva molto comodo a Marseglia, per mesi impegnato nelle complesse trattative che hanno portato all’acquisto del lussuoso hotel veneziano. Alla fine è arrivato il via libera delle banche creditrici di Bellavista Caltagirone, a cominciare da Unicredit, esposte in totale per circa 250 milioni di euro. Il compratore si è fatto carico di parte dei debiti e come garanzia gli istituti di credito si sono presi in pegno le quote di Ghms, proprietaria dell’albergo.

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Questo però è solo il primo tempo di una partita che vale in totale quasi mezzo miliardo. L’anno scorso, infatti, Unicredit aveva sponsorizzato anche un’ altra importante acquisizione di Marseglia. Siamo sempre a Venezia e questa volta l’imprenditore puntava al Ca’ Sagredo, hotel di lusso ospitato da Palazzo Morosini sul Canal Grande. L’operazione si è però fermata per cause di forza maggiore, dopo che l’hotel veneziano è stato messo sotto sequestro su richiesta della procura di Monza che indaga su Giuseppe Malaspina, imprenditore di origini calabresi residente in Brianza e finito agli arresti il 21 maggio scorso. Il Ca’ Sagredo faceva capo proprio a Malaspina ed era stato messo in vendita dopo il fallimento delle sue società, indebitate con Unicredit.

Niente da fare allora, almeno per il momento. Marseglia sarà costretto ad attendere che si sblocchi la partita giudiziaria. Non è solo questione di hotel, però. Come detto, i profitti del gruppo Marseglia derivano in buona parte dalla produzione di elettricità da fonti cosiddette pulite. Un’attività che gode di generosi incentivi statali, fissati per legge. Difficile immaginare, allora, che all’occorrenza non possa far comodo un amico a Roma, seduto addirittura sulla poltrona di presidente del Consiglio.

TRATTO DA:

http://m.espresso.repubblica.it/palazzo/2018/06/12/news/giuseppe-conte-altro-che-avvocato-del-popolo-ecco-chi-erano-i-suoi-clienti-1.323698?fbclid=IwAR23KNiUywol9ETa7Z8oQLKB85LHbaR42u9JvVAkl3kiKYYdaoYNY8VFLUU




domenica 29 dicembre 2019

La vera dittatura del mondo



di Manuel E. Yepe .

Nel suo discorso al Congresso del 4 luglio 1821, il segretario di Stato americano John Quincy Adams disse che se gli Stati Uniti avessero abbandonato la loro politica estera che allora era non interventista, sarebbe inevitabilmente diventata questa la “dittatura” del mondo e avrebbero iniziato a comportarsi di conseguenza. Lo scienziato politico Jacob G. Hornberger, fondatore e presidente della fondazione “The Future of Freedom”, ha scritto il 10 maggio di quest’anno , quando ha completato un importante lavoro giornalistico intitolato ” La dittatura del mondo”, in cui afferma che non si può negare che questa previsione di JQ Adams sia diventata realtà.
Gli Stati Uniti sono diventati veramente la dittatura del mondo, una dittatura arrogante, spietata e brutale che non tollera alcun dissenso da nessuno sulla terra.

“Ora sto usando il termine America perché è quello originariamente usato da Adams, ma in realtà è stato il governo degli Stati Uniti a diventare la dittatura del mondo “, afferma Hornberger. .
Un buon esempio di questo fenomeno si è verificato quando, all’inizio del secolo scorso, la dittatura mondiale ha applicato il suo sistema crudele di sanzioni contro Cuba per fini vendicativi e lo ha mantenuto fino ad oggi.
È abbastanza brutto punire cittadini stranieri innocenti con morte o impoverimento in nome di un obiettivo politico. Ma è anche importante notare che le sanzioni rappresentano un attacco alla libertà economica della popolazione degli Stati Uniti perché comportano sanzioni contro i cittadini statunitensi coinvolti. Se un americano intrattiene rapporti con un iraniano, un cubano o un venezuelano, la dittatura mondiale minaccia, persegue e lo condanna con intenzioni vendicative, attraverso procedimenti penali, multe civili o entrambi.
Un simile sistema di sanzioni è stato applicato negli anni ’90 contro l’Iraq, facendo morire centinaia di migliaia di bambini iracheni nel paese arabo, per mancanza di medicinali e altri generi indispensabili. Era effetto delle sanzioni. Questo non ha disturbato la dittatura, almeno non abbastanza per mettere fine a questo abuso. L’idea era che se un numero sufficientemente grande di bambini poteva essere ucciso, il dittatore iracheno Saddam Hussein avrebbe rinunciato a favore di un dittatore approvato dagli Stati Uniti, o ci sarebbe stato un colpo di stato o una rivoluzione violenta chi avrebbe realizzato la stessa cosa. L’ambasciatrice degli Stati Uniti presso l’ONU, Madeleine Albright, ha espresso l’opinione ufficiale della dittatura quando ha annunciato che la morte di mezzo milione di bambini iracheni a causa delle sanzioni “ne è valsa la pena” la pena ”.
Un altro esempio è il caso di Meng Wanzhou, cittadina cinese che lavora come direttore finanziario della gigantesca società tecnologica cinese Huawei, che, dopo essere stato arrestata dalle autorità canadesi e posta agli arresti domiciliari, ha subito i fulmini della dittatura mondiale.
Qual era il suo presunto crimine? Per aver violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran? Che cosa hanno a che fare le sanzioni statunitensi contro l’Iran con la Cina? Esattamente niente! È una cittadina cinese, non statunitense. Allora perché è stata citata in giudizio dal governo degli Stati Uniti?
il caso di Meng Wanzhou arrestata perché non ha rispettato le sanzioni
Le sanzioni sono diventate uno strumento regolare della politica estera degli Stati Uniti. Quasi a nessuno importa della propria giurisdizione e della applicazione in tutto il mondo. Il loro scopo è di minacciare le persone straniere e i cittadini con morte, sofferenza e privazione economica al fine di costringere i loro governi a inchinarsi alla volontà della dittatura americana e ai suoi agenti brutali e violenti.
Cosa potrebbe esserci di più violento e spietato che minacciare gli innocenti di morte e impoverimento per raggiungere i loro governi? È noto che la maggior parte dei cittadini del mondo ha scarso controllo sulle azioni del proprio governo, così come i cittadini americani hanno scarso controllo sulle azioni dei loro governi. Qual è la moralità di punire i cittadini innocenti per il raggiungimento di un obiettivo politico? Questo è precisamente il motivo per cui il terrorismo viene condannato, perchè si scatena contro cittadini innocenti.
Manifestazione contro la dittatura Imperialista
Washington non pretende solo che i suoi cittadini si attengano al suo sistema malvagio. Nel suo ruolo di dittatore globale, il governo federale esige che tutti in tutto il mondo rispettino il suo sistema malvagio. La dittatura rivendica la giurisdizione globale per se stessa.
Perché gli innocenti cittadini stranieri sono il bersaglio della morte e della sofferenza economica semplicemente perché ai funzionari statunitensi non piace il loro governo? Perché le libertà dei cittadini americani vengono distrutte? E per quale motivo i cittadini stranieri di tutto il mondo devono essere perseguiti per violazione del sistema sanzionatorio del governo federale USA? Domande senza risposta.
fonte: LA DICTADURA DEL MUNDO
Tradotto da Réseau International por Alejandro Sanchez

TRATTO DA: https://www.controinformazione.info/la-vera-dittatura-del-mondo/?fbclid=IwAR2rPFK7BGntO8ssKMx3_iElNMDZ8RGZDBCkRS4p2LjEp9y7IGjPylIlUnA

venerdì 27 dicembre 2019

UNO SPACCATO DI STORIA: I REDUCI FASCISTI CHE PASSARONO NEL PCI e nel PSI



di Maurizio Barozzi

Premessa il Fascismo dopo un ventennale percorso di compromessi, giunse alla RSI dove Mussolini varò una grande riforma socialista per completare le Corporazioni e rimediare al fatto che l’esperienza aveva dimostrato come il padronato riusciva ad aggirarle. Fu la Socializzazione delle Imprese con i lavoro portato alla direzione delle aziende.

Questa, e la proclamazione della Repubblica, costituirono uno iato, una separazione totale con il fascismo del ventennio che non si rinnegava ma si superava.

PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA DEL MONDO il Fascismo aveva portato il Popolo tutto nello Stato, con le sue componenti economiche e sociali, arti e professioni, il Lavoro e le èlite combattentistiche.

La lotta del sangue contro l’oro intrapresa dal fascismo, contro le grandi democrazie capitaliste raggiungeva il pieno della compiutezza ideologica.

ORBENE, immaginate come si sentirono quei reduci del fascismo repubblicano, quando si resero conto che il Partito, il MSI, che doveva continuarne gli ideali, sia pure sotto forma di lotta democratica, si palesò subito ostaggio di una accolita di traditori, di farabutti, manovrati dallo OSS di J. J. Angleton.

Già il fatto di posizionarlo a sinistra del parlamento, non piacque di certo, e nel 1947 poi i primi 3 eletti al Comune di Roma votarono per eleggere il sindaco democristiano Rebecchini e i suoi palazzinari.

Su tutto il territorio, gli inciuci con polizie, carabinieri, preti, padroni era all’ordine del giorno.
A Torino, tramite il missista Tullio Abelli e l’ausilio di Valerio Borghese, si organizzavano squadrette per contrastare gli operai della Fiat in sciopero. Del resto quel furfante di Borghese concesse anche a l’appena nato Israele, l’ausilio di ex decima Mas. Altri ne mandò in Sicilia a cooperare con gli americani e la Mafia.

Ma fu nel 1949 che ogni remora si ruppe quando il MSI, dopo una apparente ambiguità si schierò per il Patto Atlantico, di fatto avvalorando e ratificando il colonialismo americano in Italia.
Fu così che migliaia di reduci fascisti, desiderosi di continuare a lottare contro il capitalismo e contro gli anglo americani, decisero di entrare nel PCI.

Purtroppo rimasero fregati perché dopo il 1953 il Pci, morto Stalin, accelerò la sua socialdemocraticizzazione e rinunciò ad ogni lotta rivoluzionaria.

Ma del resto quei fascisti non avevano tante altre alternative.

La sinistra che era ancora nel MSI, non riusciva a combinare nulla e la sola forza che manteneva alta la dirittura ideale, ma era frenata dall’essere una associazione combattentistica, fu la Federazione Nazionale Combattenti della Rsi che forse evitò un più ampio esodo.

Si parla comunque di migliaia di fascisti che passarono nel PCI soprattutto, nel PSIUP e nel PSI.
Di migliaia, genericamente, me ne parlarono a suo tempo i miei camerati della FNCRSI reduci del fascismo repubblicano.

Lando dell’Amico, reduce della Decima Mas, che aveva operato in questo senso, tramite un accordo con i comunisti Giancarlo Pajetta e Togliatti, li ha quantificati in 34 mila, forse esagerando e lo racconta nel suo libro: “La leggenda del giornalista spia”, Ed. Koinè 2013.
Diversi altri autori ne parlano in qualche loro testo e tra questi Paolo Buchinani: “Fascisti Rossi”, Mondadori 1998.
Alfredo Villano nel suo “Rodolfo Graziani fascista conteso”, Ed. Storia Ribelle 2011, invece, ci segnala una notizia che io avevo già avuto sentore in Fncrsi: nei primi anni ’50, la FNCRSI non accettando assolutamente la svolta missista pro NATO e di accantonamento della Socializzazione, incaricò Rodolfo Graziani, al tempo suo Presidente onorario, di fare dei sondaggi con il PCI, che era su posizioni sociali e anti Atlantiche, per vedere se poteva esserci un tavolo e una azione comune su queste basi.

Era anche un modo per evitare l’emorragia dei reduci che al tempo era in atto. Ci furono incontri segreti alla Libreria Rinascita a via Botteghe Oscure con Pajetta, la cosa stava andando in porto, ma era complicata anche per il finanziamento di un nuovo giornale, e quindi poi abortì.

Ecco questa è la vera storia di un tradimento schifoso da parte del missismo, e le reazioni che ebbe, purtroppo inconcludenti, ma numerose, se si Leggono vari trafiletti dei giornali dell’epoca di destra, che criticavano fuoriuscita, comprese diverse preoccupate vignette del Candido di Guareschi.

Con gli anni ’60 poi avvenne una squallida mutazione antropologica nei neofascisti che assunsero in tutto e per tutto i ributtanti aspetti del conservatore, reazionario, non di rado bombarolo, lustrascarpe degli statunitensi e della Nato, con la sua base, che non contava un cazzo, inebriata dall’anticomunismo come se fossimo ancora negli anni ’20, portata a manifestare per Budapest e per Praga, ma mai contro la NATO, ad inneggiare per i Colonnelli greci e il criminale Pinochet, prima di estinguersi e finire nella merda a Gerusalemme dove andarono a rinnegare di tutto e di più.
TRATTO DA:
https://www.facebook.com/maurizio.maubar.1/posts/161959588364704?from_close_friend=1&notif_id=1577460941177655&notif_t=close_friend_activity

"Presto tutte le fabbriche saranno socializzate e sarà esaminato anche il problema della terra e della casa perché tutti i lavoratori devono possedere la loro terra e la loro casa…"

Stanis Ruinas
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Stanis_Ruinas?fbclid=IwAR1Js32ADZtm01thMJHGn4FuRdwMbCUFFDWh0GcQCrfzjJOdMmUkvYsVk0g

https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/storia/pensiero-nazionale-stanis-ruinas-pci/?fbclid=IwAR0JEcNj90un2NL3y2TaH2Gwx31xGcIPLIO8BqQWpDGiOrZnCr2AoR8ENPs




L’altra metà di Tangentopoli: Umberto Bossi Gianfranco Miglio ed i progetti secessionistici



Ogni fase politica della Repubblica italiana è stata scandita da un partito “di protesta”, funzionale agli interessi dell’establishment atlantico: si comincia con L’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini per terminare col Movimento 5 Stelle di Gianroberto Casaleggio, passando per il Partito Radicale di Marco Pannella e la Lega Nord di Umberto Bossi. Fino alla recente svolta nazionalista, filorussa ed anti-euro, il Carroccio è infatti stato uno dei tanti prodotti di Washington e Londra, schierato su posizioni “thatcheriane” ed europeiste. Nei primi anni ‘90 la Lega Nord avrebbe dovuto essere lo strumento per attuare un ambizioso disegno geopolitico: la frantumazione dello Stato unitario e la nascita di una confederazione di tre “macroregioni”, così da cancellare l’Italia come attore del Mar Mediterraneo. Il ruolo della Lega Nord durante Tangentopoli e la figura, determinante, di Gianfranco Miglio.

Non si muove foglia che Washington non voglia: anche in Padania…

La democrazia liberale è simile al mercato dei beni di consumo: ogni segmento della domanda deve essere coperto, l’offerta deve essere costantemente rinnovata e nuovi prodotti possono essere lanciati grazie ad un’adeguata campagna pubblicitaria. Nel caso della politica, i beni di consumo non sono ovviamente bibite, detersivi o dolciumi, bensì i partiti. L’abilità di chi tira i fili della democrazia consistente nel rifornire gli scaffali dalla politica di partiti giusti, al momento giusto: ad ogni tornata elettorale, i votanti acquisteranno i loro prodotti preferiti, con grande soddisfazione di chi controlla il grande supermercato della democrazia.
C’è un segmento del mercato politico particolarmente interessante, molto ingrossatosi negli ultimi anni di crisi economica e sociale: i partiti di protesta. La loro origine non è recente e risale agli albori della Repubblica Italiana, quando Washington e Londra foggiarono per l’Italia una singolare democrazia, dove le seconda forza politica del Paese, il PCI, era esclusa de iure dal governo.
È per ovviare a questo opprimente immobilismo, che un po’ stona con le logiche del mercato, che in 70 anni sono state immesse diverse sigle per intercettare il malcontento dell’elettorato e la domanda di cambiamento: si comincia, prima delle elezioni del 1948, con l’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini e si termina oggi con il Movimento 5 Stelle di Davide Casaleggio. Sia Giannini che Casaleggio sono, incidentalmente, inglesi da parte materna. Tra i due estremi, bisogna annoverare anche il Partito Radicale di Marco Pannella, che prestò non pochi servigi all’establishment atlantico: la campagna per le dimissioni del presidente Giovanni Leone, quella per l’aborto ed il divorzio, i referendum del 1993 contro “la partitocrazia” e “lo Stato-Padrone”, etc. etc. C’è, infine, il caso della Lega Nord, nata e cresciuta nei travagliati primi anni ‘90, nutrendosi dei voti in uscita dal PSI e soprattutto dalla DC.
Ma come? Anche il folkloristico Carroccio, i raduni di Pontida, il dio Po ed il leggendario Alberto da Giussano, sono un prodotto dell’establishment atlantico?
La risposta, come vedremo nel proseguo dell’articolo, è affermativa. È una verità che probabilmente spiazzerà molti leghisti della prima ora, indispensabile però per capire, ad esempio, perché Umberto Bossi, padre-padrone della primigenia Lega Nord, contesti la recente svolta nazionalista, anti-euro e filorussa di Matteo Salvini, deciso a trasformare (con esiti incerti) il Carroccio nella versione italiana del Front National: “Lega, Bossi chiede il congresso: La base è stufa di Salvini”1, “Bossi: La Lega nazionale morirà, Salvini al Sud crea solo caos2”, “Attacco frontale di Bossi al segretario: secessione, il resto sono chiacchiere”3. Bruxelles è sempre stata ed è tuttora il faro di Umberto Bossi, sebbene il suo obiettivo fosse agganciarsi all’Unione Europea non attraverso l’Italia, ma tramite la “Padania”, in ossequio a quella “Europa della macroregioni” tanto cara all’establishment atlantico. Smembrare gli Stati nazionali per sostituirli, al vertice, con un governo sovranazionale e, alla base, con una costellazione di cantoni, regioni e feudi: l’oligarchia libera di comandare indisturbata su 500 milioni di persone ed i paesani appagati delle loro effimere autonomie.
La storia della Lega Nord è indissolubilmente legata al crollo del Pentapartito ed alle manovre, iniziate con la firma del Trattato di Maastricht, per traghettare l’Italia verso la nascente Unione Europea a qualsiasi costo: vergognose privatizzazioni, saccheggi del risparmio privato, attentati terroristici e giustizialismo spiccio. Studiare l’origine della Lega Nord significa quindi completare l’analisi dell’infamante biennio 1992-1993 che travolse la Prima Repubblica e forgiò la Seconda, dove Umberto Bossi ha giocato un ruolo di primo piano.
La Lega Nord nasce ufficialmente nel febbraio del 1991, come federazione della Lega Lombarda, della Liga Veneta, del Piemont Autonomista e dell’Union ligure: esula dalla nostra analisi, ma chi volesse indagare sul periodo proto-leghista, scoprirebbe quasi certamente che anche questi movimenti autonomisti nascono nel medesimo humus massonico-atlantista da cui germoglierà poi il Carroccio. È sufficiente dire che la Liga Veneta, certamente la lega più radicata ed “antica”, risalendo ai primi anni ‘80, compie i primi passi presso l’istituto privato linguistico Bertrand Russel di Padova, dove nel 1978 è istituito un corso di storia, lingua e civiltà veneta. Chi volesse scavare più indietro ancora, potrebbe riallacciarsi alla lunga serie di attentati destabilizzanti, di matrice autonomista e secessionista, che colpiscono tra gli anni ‘50 e ‘60 il Nord-Est dove, è bene ricordarlo, la concentrazione delle forze armante angloamericane è più alta che in qualsiasi altra parte dell’Italia continentale (Camp Ederle ed Aviano). L’idea di superare le leghe su base “etnica” e di federarle in un’unica Lega allargata all’intero Nord, ribattezzato all’occorrenza come “Padania”, è comunque ufficialmente attribuita ad Umberto Bossi.
È però legittimo chiedersi se il parto del Carroccio sia effettivamente naturale e se “il Senatur” (titolo che Bossi si conquista nel 1987 entrando in Senato) ne sia effettivamente l’autentico padre, oppure se, come nel caso del Movimento 5 Stelle, dietro la genesi della Lega Nord non si nasconda una regia molto più sofisticata ed altolocata. Diversi elementi fanno propendere per la seconda ipotesi, declassando Umberto Bossi al ruolo di capo carismatico di facciata, di semplice tribuno e di arringatore: la stessa funzione, per intendersi, svolta da Beppe Grillo nel M5S. Siamo infatti nel febbraio 1991, il muro di Berlino è crollato da due anni e l’Unione Sovietica collasserà entro pochi mesi: l’oligarchia atlantica ha già stilato i suoi piani per il “Nuovo Ordine Mondiale” che, calati nella realtà italiana, significano l’abbattimento della Prima Repubblica, l’archiviazione della DC e del PSI, lo smantellamento dell’economia mista e, se possibile, anche un nuovo assetto geopolitico per la penisola. Da attuare attraverso la Lega Nord e parallele leghe indipendentiste in Meridione e sulle isole.
L’accoglienza che la grande stampa anglosassone riserva al neonato Carroccio, simile a quella che il Movimento 5 Stelle riceverà a distanza di 15 anni, non lascia adito a dubbi circa l’interessamento che Londra e Washington nutrono per la neonata formazione nordista: il 4 ottobre 1991 il Wall Street Journal definisce la formazione di Umberto Bossi come “il più influente agente di cambiamento della scena politica italiana”, nel gennaio 1992 il settimanale statunitense TIME definisce Bossi come il leader più popolare e temuto della politica italiana, il 28 marzo 1992 il settimanale inglese The Economist, megafono della City, accomuna la Lega Nord al Partito Repubblicano di Ugo La Malfa, definendolo come “l’unico fattore di rinnovamento nel decadente panorama politico italiano”. Sono le stesse settimane in cui Mario Chiesa, esponente socialista e presidente del Pio Albergo Trivulzio, è arrestato per aver intascato una bustarella: è il primo atto di quell’inchiesta giudiziaria, Mani Pulite, destinata a travolgere il Pentapartito e la Prima Repubblica.
Non c’è dubbio che la Lega Nord debba “completare”, nei piani angloamericani, l’inchiesta di Tangentopoli: il pool di Mani Pulite è incaricato di smantellare la DC ed il PSI, mentre il Carroccio ha lo scopo di intercettare i voti in fuga dai vecchi partiti prossimi al collasso. Il trait d’union tra il palazzo di giustizia milanese e la Lega Nord è fisicamente incarnato dal console americano Peter Semler: il funzionario statunitense che alla fine del 1991, un paio di mesi prima dell’arresto di Mario Chiesa, “’incontra” Antonio di Pietro nei suoi uffici per discutere delle imminenti inchieste giudiziarie. Lo stesso funzionario che, quasi contemporaneamente, “incontra” i dirigenti della Lega Nord. Ha affermato Semler in un’intervista a La Stampa del 20124:
“Ricordo che un primo gennaio (del 1992, Ndr) ebbi un pranzo con due leader della Lega e quello che mi colpì di più era un ex poliziotto, ex militare. Giocammo al golf club di Milano e mi dissero: “Cambierà tutto”. Ma a Roma Secchia continuava a dirmi: “Basta perdere tempo con queste storie”.
C’è da scommettere che non siano stati i due leader della Lega Nord ad avvertire il console americano che tutto sarebbe cambiato, bensì l’opposto. Il Carroccio, infatti, con la sua corrosiva e talvolta violenta retorica contro la partitocrazia, la vecchia classe dirigente della Prima Repubblica, lo Stato clientelare ed assistenzialista (si ricordi il cappio sventolato nel 1993 a Montecitorio, per “appendere” i politici corrotti), è parte integrante della manovra angloamericana per smantellare il PSI e la DC.
Perché, però, l’attacco è sferrato “su base regionale”, attraverso una formazione che inneggia alla Padania onesta e laboriosa, contro la Roma corrotta e la ladrona, sede di “un Parlamento infetto”? Perché la stessa funzione non è assolta da un partito di protesta “nazionale”, come il Movimento 5 Stelle? Compito della Lega Nord è anche quello di attuare il piano geopolitico che l’establishment atlantico ha in serbo per l’Italia in questa drammatica fase della vita nazionale: passare dall’Italia unita all’unione, o confederazione, di tre macroregioni. La Repubblica del Nord (o Padania), una repubblica del Centro ed una del Sud: è il periodo, infatti, delle “stragi mafiose” e Cosa Nostra ed il Carroccio sembrano lavorare all’unisono (d’altronde, la regia a monte è comune) per ritagliarsi ognuno il proprio feudo, cannibalizzando lo Stato nazionale.
Veniamo così ad una figura chiave della Lega Nord delle origini, il personaggio politico che avrebbe dovuto essere “la mente” del processo di secessione della Repubblica dal Nord: Gianfranco Miglio (1918-2001). Allievo del filosofo liberale Alessandro Passerin d’Entrèves (a lungo docente all’Università di Oxford e quella di Yale) e del giurista Giorgio Balladore Pallieri (primo giudice italiano alla Corte europea dei diritti dell’uomo), professore all’Università Cattolica di Milano, teorizzatore del decisionismo, studioso del federalismo ed ascoltato consulente in materia di riforme costituzionali, “giacobino di destra”, Gianfranco Miglio è un intellettuale molto gettonato dai politici e dagli alti manager della Prima Repubblica in cerca di consigli: comincia coll’assistere Eugenio Cefis ( presidente dell’ENI dal 1967 al 1971 e della Montedison dal 1971 al 1977), per poi diventare consulentedel premier Bettino Craxi.
Nei tumultuosi anni che seguono la caduta del muro di Berlino, il professor Miglio compie  una spettacolare e singolare metamorfosi: nel giugno del 1989, constata la precarietà delle finanze pubbliche e del panorama politico italiani, suggerisce nientemeno che “sospendere le prove elettorali per un certo periodo, dar vita a un lungo Parlamento, bloccare il ricambio parlamentare, che so, per 8-10 anni.5”, affidando quindi poteri speciali al Pentapartito per fronteggiare le emergenze. Dopo nemmeno due anni, Miglio è invece diventato “l’ideologo” della costituenda Lega Nord ed il più severo e spietato censore della partitocrazia, dello Stato parassitario e della deriva mafiosa del Meridione: è difficile spiegare questo repentino cambiamento ed il suo “affiancamento” a Umberto Bossi, se non come un’operazione studiata a tavolino, concepita da quegli “ambienti liberali ed anglofoni” che Miglio frequenta sin dalla gioventù.
Gianfranco Miglio è l’architetto di quelle riforme costituzionali che dovrebbero scardinare l’assetto geopolitico dell’Italia, servendosi della Lega Nord e di Umberto Bossi come semplici grimaldelli. Esisterebbero, secondo il professore, due Italie: una europea, da agganciare alla nascente Unione Europea, ed una mediterranea, da abbandonare alla deriva verso il Levante ed il Nord Africa. Lo Stato unitario ha fatto il suo tempo e sulle sue macerie bisogna edificare uno Stato federale, o meglio ancora confederale, costruito da tre entità separate: una Repubblica del Nord, una del Centro ed una Sud. Al governo centrale della neo-costituita Unione Italiana, spetterebbero soltanto più la difesa esterna e parte della politica estera (“perché una certa autonomia in questo campo dovrà spettare ai singoli membri della federazione”). Il disegno sottostante alle ricette di Miglio è chiaro: sfruttare l’inchiesta di Tangentopoli che sta sconquassando la politica, il crollo del Pentapartito, la strategia della tensione e l’emergenza finanziaria, per cancellare l’Italia unitaria come soggetto geopolitico. Un’Italia che, con Enrico Mattei, Aldo Moro e le politiche filo-arabe di Bettino Craxi e Giulio Andreotti, ha dimostrato di poter infastidire gli angloamericani nello strategico bacino mediterraneo.
Le elezioni politiche del 5 aprile 1992 vedono la Lega Nord raccogliere una discreta percentuale dei voti in uscita dalla DC e dal PSI: in Lombardia il Carroccio raccoglie il 23% delle preferenze, ad un solo punto dai democristiani, ma si ferma all’8,65% a scala nazionale e le varie leghe del Sud non decollano. “Non è andata così bene, dovevamo essere determinanti” commenta Bossi: già, perché la secessione della Repubblica del Nord dal resto dell’Italia, implica una forza elettorale che la Lega Nord, all’atto pratico, dimostra di non avere. I 55 deputati e 25 senatori sono comunque un prezioso patrimonio, utile per portare a compimento la demolizione della Prima Repubblica ed il rapido smantellamento dell’economia mista, come auspicato dai croceristi del Britannia.
Non c’è una singola mossa del Carroccio, infatti, che si discosti dall’agenda che l’establishment atlantico ha in serbo per l’Italia: la Lega è decisiva per bloccare l’elezione di Giulio Andreotti al Quirinale, si schiera contro l’ipotesi di una presidenza del Consiglio affidata a Bettino Craxi, è favorevole ad un aggressivo piano di privatizzazioni (“Gli economisti di Bossi credono nella Thatcher6 titola la Repubblica, riportando che la Lega vuole “privatizzare tutte le imprese di Stato dall’ Iri all’ Eni all’ Efim. Senza risparmiare le banche pubbliche come Bnl, Comit, Credito italiano, San Paolo di Torino. Largo ai privati anche per le Ferrovie, l’ Enel e le Poste”), è fautrice di un liberismo spinto contrapposto allo Stato-padrone, definito ovviamente come “parassitario, bizantino, romano-centrico, corrotto, ladrone, etc. etc. Non solo, il Carroccio gioca di sponda con “le menti raffinatissime” che stanno attuando una spietata strategia di destabilizzazione per meglio saccheggiare i risparmi degli italiani e l’industria pubblica: mentre i servizi segreti “deviati” piazzano bombe in tutt’Italia e gli squali dell’alta finanza si accaniscono sui Btp, la Lega Nord getta altra benzina sul fuoco, incitando allo sciopero fiscale, sconsigliando di comprare i titoli di Stato, evocando la separazione del Sud mafioso dal resto dell’Italia, gridando all’imminente secessione della Padania.
Ma se la casa crolla, il Nord deve andarsene…” è un sintomatico titolo di la Repubblica del 31 dicembre 19927. Nell’articolo il professor Miglio dipinge un futuro a tinte fosche per l’Italia e pronostica un prossimo drammatico peggioramento della situazione economica, anticamera della secessione della Repubblica del Nord: Se si arrivasse a non riuscire a controllare più niente, se non si riuscisse più ad avere i servizi, se la sicurezza e le garanzie crollassero è evidente che ciascuno penserebbe a se stesso. Probabilmente anche il Sud se ne andrebbe per conto suo”. Le parole dell’ideologo del Carroccio sono musica per chi, a Washington e Londra, lavora per tenere l’Italia in costante fibrillazione.
Siamo ora nel 1993 e l’inchiesta di Mani Pulite ha sortito gli effetti sperati: la DC ed il PSI, i vincitori morali della Guerra Fredda, sono stato spazzati via dal pool di Milano. L’unico grande partito risparmiato dalle inchieste giudiziarie è stato il PCI, riverniciato ora come PDS, cui gli angloamericani contano di affidare il governo facendo affidamento sulla sua ricattabilità (nella Russia allo sfascio si comprano gli archivi del KGB a prezzo di saldo). Se dalle prossime elezioni uscisse un Nord saldamente in mano al Carroccio ed un Centro-Sud in mano alla sinistra, si concretizzerebbe lo scenario di una secessione de-facto della Padania dal resto dell’Italia.
Per la Lega Nord non che resta, a questo punto, che ricevere la benedizione “ufficiale” da parte dell’establishment atlantico, dopo lunghi rapporti reconditi ed opachi: il 18 ottobre 1993 una delegazione del Carroccio si reca in visita al Quartiere generale della NATO a Bruxelles ed il 23 ottobre è la volta degli Stati Uniti, con una prima tappa a New York per incontrare il milieu dell’alta finanza e di Wall Street ed una seconda tappa a Washington, dove sono in programma pranzi di lavoro con deputati e senatori repubblicani ed esponenti della National Italian American Foundation (sic!)8.
In questo quadro, “la discesa in campo” di Silvio Berlusconi annunciata nell’autunno del 1993 è un evento non previsto dall’establishment atlantico: la neonata Forza Italia si impone alle elezioni politiche del 27-28 marzo 1994, drenando buona parte dei voti in uscita dal PSI e dalla DC ed imponendosi come primo partito del Nord Italia. La Lega Nord, ferma all’8% delle preferenze su scala nazionale, dimostra ancora di non avere una forza sufficiente per strappare la secessione della Padania ed attuare gli ambiziosi cambiamenti costituzionali sognati da Gianfranco Miglio. Forte di 122 deputati e 59 senatori, la Lega Nord dispone però di manipolo di parlamentari sufficienti per staccare la spina al primo governo Berlusconi, di cui è entrata a far parte nella cornice del Popolo della Libertà. Riemerge quindi la natura della Lega Nord come strumento politico nelle mani di Londra e Washington: quando Berlusconi, durante la conferenza mondiale dell’ONU contro la criminalità organizzata, riceve un invito a comparire dal pool di Milano, Umberto Bossi completa l’operazione per disarcionare il Cavaliere, togliendogli la fiducia ed avvallando “il ribaltone” che insedia l’ex-Bankitalia Lamberto Dini a Palazzo Chigi.
Si marcia così rapidamente verso nuove elezioni ed ancora una volta il Carroccio agisce in perfetta sintonia con l’establishment atlantico: scegliendo di correre da solo e di non rinnovare l’alleanza col Popolo della Libertà, spiana la strada ai governi di Romano Prodi e Massimo D’Alema: seguirà “il Contributo straordinario per l’Europa”, la scandalosa privatizzazione della Telecom, “la marchant bank” di Palazzo Chigi, la liquidazione finale dell’IRI, il vergognoso cambio di 2.000 lire per ogni nuovo euro, l’avvallo alle operazioni militari della NATO contro la Serbia. E così, mentre quel rimane dell’economia mista è smantellato a prezzi di saldo ed i risparmi degli italiani sono immolati sull’altare della moneta unica, Umberto Bossi continua a blaterare di secessione, di camice verdi, di milizie armate del Nord, di rivolta fiscale, etc. etc.: utile idiota manovrato dall’oligarchia atlantica. La Lega Nord tornerà al governo solo dopo le elezioni politiche del 2001, quando i giochi “europei” sono ormai fatti.
Le vicende della Lega Nord, di Gianfranco Miglio e di Umberto Bossi sono legate a doppio filo alla nascita Seconda Repubblica, alla perdita di qualsiasi sovranità nazionale ed all’avvento della moneta unica. Il Senatur ne è in fondo perfettamente cosciente e, intervistato dal Corriere della Sera, ha recentemente affermato9:
Se venisse giù l’euro, verrebbe giù tutto, una situazione che nessuno saprebbe gestire. Tra l’altro, pagheremmo di più le materie prime, cosa che per un Paese di trasformazione come l’Italia sarebbe un disastro. Berlusconi parla di doppia moneta, il che è una presa per il culo. Ma non è che Berlusconi non sia in grado di capire le cose…”
Sono le ultime battute dell’ennesima “stampella del potere”.

VIDEO -
Gianfranco Miglio parla di Secessione ospite di Gad Lerner
https://www.youtube.com/watch?time_continue=346&v=kz3ZIVI3Dug&feature=emb_logo

Bibliografia
Il vento della Padania, Guido Passalacqua, Mondadori, 2009
Dalla Liga alla Lega, Francesco Jori, Marsilio, 2009
Come cambiare, Gianfranco Miglio, Mondadori, 1992

1http://www.repubblica.it/politica/2016/11/27/news/lega_bossi_chiede_congresso_base_stufa_salvini-152955314/
2http://www.corriere.it/politica/17_marzo_14/bossi-la-lega-nazionale-morira-1392067c-082d-11e7-b69d-139aae957b51.shtml
3http://www.ilgiornale.it/news/politica/attacco-frontale-bossi-segretario-secessione-resto-sono-1308152.html
4http://www.lastampa.it/2012/08/30/italia/cronache/di-pietro-mi-preannuncio-l-inchiesta-su-craxi-e-la-dc-DOydQU77k6yZcRwHkpJc9I/pagina.html
5http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/01/miglio-ha-una-proposta-dieci-anni-senza.html?ref=search
6http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/01/30/gli-economisti-di-bossi-credono-nella-thatcher.html?ref=search
7http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/12/31/ma-se-la-casa-italia-crolla.html?ref=search
8http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1993/10/15/Politica/LEGA-NORD-DAL-18-VISITA-ALLA-NATO-POI-NEGLI-USA_130800.php

mercoledì 25 dicembre 2019

I FINANZIAMENTI DI WALL STREET ALLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA




UNA OSCURA PAGINA DI STORIA, SU CUI ALBERGA MOLTA DIETROLOGIA CHE FINISCE PER NON FAR BEN COMPRENDERE QUANTO INVECE E’ ACCADUTO; I FINANZIAMENTI DI WALL STREET A LENIN E LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA.


I FINANZIAMENTI DI WALL STREET ALLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA


di Maurizio Barozzi


https://vk.com/doc476559165_528513488?hash=a58d46b6ac765e84ba&dl=d5c58c4d0ebcb3c3c&fbclid=IwAR2raqBVxh1i0C66hH3vOTNnUyqpiJPBhqCSkHDBW8d1FZHB5wIdJnJ1zkE











giovedì 19 dicembre 2019

L’usura per Ezra Pound

L’usura, per Ezra Pound, e non solo per lui, ha mosso guerra al mondo dal 1694, quando nacque la Banca d’Inghilterra

La Piovra dell'Usura e del Malaffare ...
Le parole giuste per iniziare questo articolo sono :
"Ricordatevi bene: abbiamo spaventato il mondo dei grandi affaristi e dei grandi speculatori. Essi non hanno voluto che ci fosse data la possibilità di vivere. Se le vicende di questa guerra fossero state favorevoli all’Asse, io avrei proposto al Führer, a vittoria ottenuta, la socializzazione mondiale. Lavorerò anche in Valtellina. Cercherò che il mondo sappia la verità assoluta e non smentibile di come si sono svolti gli avvenimenti di questi cinque anni. La verità è una". - Benito Mussolini -
E finirono tutti appesi a testa in giù in un rito massonico ...

Foto segnaletica di Ezra Pound 

alla sua cattura (1945)
Ezra Pound invece è stato arrestato nel 1945 dai partigiani e consegnato alle forze americane in Italia, venne accusato di collaborazionismo e tradimento, reati per cui rischiava la pena di morte o l'ergastolo. Ha trascorso mesi di detenzione in un campo militare statunitense a Pisa, di cui tre settimane in una gabbia d'acciaio all'aperto di 1,8 m. per 1,8 m, era una delle "celle della morte" del campo, una serie di gabbie d'acciaio all'aperto di sei piedi illuminate di notte dai proiettori; gli ingegneri hanno rinforzato la sua gabbia con acciaio più pesante per paura che i fascisti cercassero di liberarlo. 
Celle di sicurezza nel campo
di Arena Metato dove venne
rinchiuso Pound nel 1945
Pound ha trascorso tre settimane in isolamento sotto il sole, dormendo sul calcestruzzo, senza servizi igienici e possibilità di ripararsi dal freddo e dal caldo (la "gabbia da gorilla", disse lui), subì un tracollo fisico e mentale, gli fu negato l'esercizio fisico e le comunicazioni, fatta eccezione per le conversazioni con il cappellano.
Il 15 novembre 1945 venne trasferito negli Stati Uniti. L'impressione di un ufficiale di scorta era che
"fosse un intellettuale picchiattello che immaginava di correggere tutti i mali economici del mondo e che risentiva del fatto che i mortali ordinari non erano sufficientemente intelligenti per comprendere i suoi scopi e motivi"  (come lo capisco NdR).
St. Elizabeths Hospital di
Washington
È stato ammesso all'ospedale psichiatrico di St. Elizabeth (manicomio criminale federale), e nel giugno dell'anno successivo Dorothy è stato dichiarato il suo tutore legale. È stato trattenuto per un certo periodo nel reparto della prigione dell'ospedale Howard's Hall, noto come "il buco dell'inferno", un edificio senza finestre, in una stanza con una spessa porta d'acciaio e nove spioncini per permettere agli psichiatri di osservarlo mentre provavano a mettersi d'accordo su una diagnosi.

I visitatori sono stati ammessi solo per 15 minuti alla volta, mentre i pazienti vagavano intorno continuando a urlare e schiumare dalla bocca. L'avvocato di Pound, Julien Cornell, i cui sforzi per farlo dichiarare folle sono accreditati per averlo salvato dalla prigionia a vita, ha chiesto la sua liberazione ad un'audizione di riserva nel gennaio 1947. Il sovrintendente dell'ospedale, Winfred Overholser, ha accettato invece di trasferirlo nel contesto più piacevole del Castagneto, vicino ai quartieri privati di Overholser, dove ha passato i seguenti 12 anni. Allo storico Stanley Kutler è stato concesso, negli anni Ottanta, l'accesso ai rapporti dell'intelligence militare e ad altri documenti governativi di Pound, inclusi i suoi documenti ospedalieri, e ha scritto che gli psichiatri credevano che Pound avesse una personalità narcisistica, ma lo consideravano sano. Kutler crede che Overholser abbia protetto Pound dal sistema giudiziario penale perché era affascinato da lui.
False Flag - Sotto Falsa Bandier
Strategia della tensione
e terrorismo di stato
Tutto questo per :
Durante il 1940 Ezra Pound, tornato in Italia, iniziò a trasmettere, dalle frequenze dell'EIAR, il programma radio in lingua inglese "Europe calling", Ezra Pound nel programma difendeva il fascismo e accusava gli angloamericani e la finanza internazionale di aver provocato la guerra contro i Paesi che si erano ribellati al giogo dell'usura. In tutto tenne circa 600 discorsi, invitando gli americani alla disobbedienza e a rispettare la Costituzione, a suo parere violata da Roosevelt ; rimase sempre fedele, anche se non iscritto, alla linea politica del Partito Nazionale Fascista, prima della deposizione di Mussolini il 25 luglio, in seguito alla quale Pound aderì alla Repubblica Sociale Italiana.

Pound aderì alla RSI (ottobre 1943 - aprile 1945) come cittadino straniero residente e si trasferì a Milano per continuare le sue trasmissioni radio e tentare di convincere ancora il governo fascista ad applicare le sue teorie economiche, rimanendo comunque soddisfatto della socializzazione dell'economia, progettata dal Partito Fascista Repubblicano; Pound affermerà che, per molti «uomini onesti», era impossibile stare con la corruzione e «il lerciume di Badoglio», motivando così la scelta di stare con un governo collaborazionista con i nazisti. In questo periodo intensificò gli attacchi verbali alla finanza internazionale, colpevole a suo dire di aver complottato per trascinare gli Stati Uniti nella guerra, e si fece portavoce di campagne antisemite, identificando gli ebrei come i banchieri usurai. Tuttavia dichiarò in seguito di non essere razzista:
«Non sono un antisemita. Non confondo l'usuraio ebreo e l'ebreo che si guadagna onestamente da vivere di giorno in giorno».
I suoi strali si indirizzavano invece contro chi, a suo avviso, non vedeva l'ombra dei "prestatori di denaro" dietro l'entrata in guerra degli Alleati.
La vendetta degli usurai, c'è chi ha fatto una fine ben peggiore, Carlo I, i Romanov, Mussolini, Ceausescu, Gheddafi, Saddam Hussein, per fare solo qualche esempio limitatissimo.
Nel periodo di detenzione nel manicomio criminale conobbe e divenne amico di Eustace Mullins a cui affidò una indagine che sfociò nel libro I SEGRETI DELLA FEDERAL RESERVE - SECRETS OF THE FEDERAL RESERVE By Eustace Mullins, dove si svela l'ulteriore passaggio dopo la fondazione della Bank of England, e così anche lui passò i suoi guai La mia Lotta contro gli Ebrei - My Struggle against the Jews, by Eustace Mullins..

In questo articolo I Padroni e gli Schiavi della Moneta. Dalle Compagnie delle Indie Orientali alla Globalizzazione troviamo buona parte della storia e vediamo anche che il rappresentante del congresso Lindemberg, padre del famoso aviatore, da subito denunciò anche con un libro i crimini e i problemi derivanti dalla crezione del Federal Reserve System. Le conseguenze attuali :   Perchè il Debito Pubblico è Illegittimo, Quindi DetestabileNon posso credere che TU permetta questo - Sistema monetario e Codice Penale. Avv. Alfonso Luigi Marra.
"Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui"Ezra Loomis Pound -
direi che è rimasto coerente, questa frase mi segue da un pò ...
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Dirimere, arrivare a questa conclusione al di fuori della propaganda usuraia e imperialista è abbastanza semplice quanto imbarazzante, imbarazzante per chi le nega o meglio la occulta per evidenti interessi personali, semplice come sapere che la II Guerra Mondiale non è iniziata nel 1939 per colpa di Adolf Hitler ma bensì il 24 marzo 1933, tre mesi dopo la sua ascesa al potere e quasi un decennio prima delle sanzioni tedesche contro i giudei quando l'internazionale giudaica dichiarò guerra alla Germania tramite il boicottaggio e le sanzioni economiche :
Internazionale giudaica dichiara guerra alla Germania. 24 marzo 1933
   semplice anche scoprire le origini del problema :
“Il tuo Dio, l’Eterno, ti benedirà come t’ha promesso, e tu farai dei prestiti a molte nazioni, e non prenderai nulla in prestito; dominerai su molte nazioni, ed esse non domineranno su te”.
- Deuteronomio 15:6 - Bibbia, Antico testamento
(L'Usuraio è padrone, il Debitore è schiavo ... CHIARO O NO ??)

“Il ricco domina sui poveri, e chi prende in prestito è schiavo di chi presta”. - Proverbi 6 -
 semplice anche scoprire come è proseguito :
«La nostra politica deve essere quella di fomentare le guerre, per sprofondare sempre di più le nazioni nel loro debito, e di dirigere le Conferenze di Pace».
La “DOTTRINA DEL TERRORE”, i 25 punti di Amschel Mayer Rothschild. 1773, ma al riguardo disse anche :
«come la Rivoluzione Inglese (1640-90) fosse stata organizzata e mise in risalto gli errori che erano stati commessi: il periodo rivoluzionario era stato troppo lungo, l’eliminazione dei reazionari non era stata eseguita con sufficiente rapidità e spietatezza e il programmato “regno del terrore”, col quale si doveva ottenere la rapida sottomissione delle masse, non era stato messo in pratica in modo efficace. Malgrado questi errori, i banchieri, che avevano istigato la rivoluzione, avevano stabilito il loro controllo sull’economia e sul debito pubblico inglese».

Infatti proprio in conseguenza della rivoluzione inglese nacque la Bank of England, in verità è proprio con la rivoluzione che l'usura ha iniziato la guerra al mondo, anche i cristiani ortodossi inglesi sono del medesimo parere L'impero anti-cristiano e il movimento di resistenza - Il genocidio anticattolico di Cromwell finanziato dagli ebrei - Il Globalismo.
«Un prestito è un attestato emesso dal governo, che lo impegna a pagare una percentuale della somma totale del denaro preso in prestito. Se un prestito è al 5%, in 20 anni il governo avrà inutilmente pagato una somma pari a quella ricevuta, per coprire gli interessi. In 40 anni avrà pagato il doppio, e in 60 il triplo della somma, senza comunque estinguere il debito»
- Protocolli dei Savi Anziani di Sion p. 77 - 1910

Qualcun altro si era accorto che c'era qualcosa di strano John F. Kennedy. Discorso Il presidente e la stampa. La Dichiarazione di una Guerra Segreta:- Speech The President and the Press. The Declaration of a Secret War e anche :
"L’individuo viene handicappato dal trovarsi faccia a faccia con una cospirazione talmente mostruosa da rendergli impossibile ammetterne l’esistenza". 
Edgar Hoover - Capo FBI - 1956
NWO - Nuovo Ordine Mondiale - Nessun Complotto - Tutto fin troppo alla luce del sole ...dal medesimo articolo una confessione :
“L’attività bancaria fu fecondata con l’ingiustizia e nacque nel peccato. I banchieri posseggono il mondo. Se glielo toglierete via lasciando loro il potere di creare denaro, con un colpo di penna creeranno abbastanza depositi per ricomprarselo. Toglieteglielo via in qualunque modo e tutti i grandi patrimoni come il mio scompariranno, ed è necessario che scompaiano affinché questo diventi un mondo migliore in cui vivere. Ma se preferite restare schiavi dei banchieri e pagare voi stessi il costo della vostra stessa schiavitù, lasciate che continuino a creare denaro”.
- Sir Josiah Stamp - Direttore della Banca d’Inghilterra negli anni venti, considerato a quel tempo il secondo uomo più ricco di tutta l’Inghilterra.

Bene, dopo questa "brevissima"☺introduzione possiamo vedere il punto di vista del Poeta, credo che la mia posizione sia evidente.
In linea di massima gli step di questa guerra contro l'umanità sono stati una lunga serie di bagni di sangue :
- Rivoluzione Inglese e fondazione Bank of England e nascita delle "imposte", 900.000 morti,
- Guerre di religione del 1700 tra protestanti e cattolici,
- Tratta degli schiavi, genocidio Nero e Rosso,
- Guerre dell'Oppio in Cina e varie conseguenze tra cui in India,
- Colonizzazione in Africa, guerre e rivoluzioni,
- Rivoluzione Francese e un precursore : le Guerre Napoleoniche per portare la "Democrazia" in giro per il mondo, incalcolabili le vittime,
- Guerra d'Indipendenza, Guerra Civile o di Secessione Americane,
- Guerra Mippo - Sovietica del 1095 per indebolire la Russia e arrivare alla Rivoluzione d'Ottobre,
- Crisi economica del 1907 per arrivare alla ...
- Fondazione del Federal Reserve System e nascita delle tasse sul reddito,
- I Guerra Mondiale, la sue cause studiate a tavolino e le sue conseguenze, la Conferenza di Versailles, la Repubblica di Weimar, 30 milioni di morti,
- Rivoluzione d'Ottobre nel 1917 in Russia e 85 milioni di morti,
- Influenza Spagnola 1918 / 1919 50 milioni di morti,
- Crisi economica del 1929 per arrivare alla ...
- II Guerra Mondiale, tutte le sue cause e le conseguenze delle menzogne allegate di cui paghiamo il conto ancora adesso, 60 milioni di morti.
- Patti di Bretton Woods
- Genocidio Palestinese e Guerre in Medio Oriente dagli anni '60
- Guerra Fredda,. Strategia della Tensione in Europa, Droga, Terrorismo, False Flags,
- Guerre e Rivoluzioni in Centro e Sud America, Nicaragua, Dittatura Argentina e desparesidos, Rivoluzione Cilena e assassinio Salvador Allende 11 settembre 1973, Crisi Argentina 2001 e altre,
- Guerra in Jugoslavia e relativo genocidio, colpo di stato straniero in Romania assassinio di Ceausescu e moglie,
- 11 settembre 2001
Per chi segue questo blog e non è un caso che lo segua, non stiamo dicendo nulla di nuovo, quì andiamo a condensare quanto contenuto in tutti gli altri articoli, questa è l'unica verità per quanto scomoda di tutti i drammi, le tragedie, i problemi di questo mondo, la fame, le guerre, la povertà, l'inquinamento, le crisi, le ingiustizie, eliminando l'usura e i suoi protagonisti tutto andremo a risolvere ma quanto anche noi ne siamo complici ? Questo è il vero dilemma da risolvere anticipatamente e definitivamente, i nostri atteggiamenti, opportunismi e convenienze ....
Arturo Navone

L’usura, per Ezra Pound, ha mosso guerra al mondo dal 1694, quando nacque la Banca d’Inghilterra. 

di Francesco Lamendola 
Il Corriere delle regioni
29/07/2015
Ezra Pound
Ezra Pound era un poeta: e i poeti, qualche volta (non sempre) vedono più lontano degli specialisti e dei “tecnici”, siano essi specialisti e “tecnici” della politica, dell’economia, della finanza, e perfino della scienza.
Quel che Pound aveva visto con folgorante chiarezza, pur nella modestia della sua cultura economica e finanziaria, era una cosa fondamentale, che, strano a dirsi, continua a sfuggire a molti economisti e a molti esperti del mondo finanziario; a meno che non sfugga loro intenzionalmente: ma allora ci troveremmo in presenza non di specialisti e di “tecnici” che, per un eccesso di specialismo, tecnicismo e riduzionismo, hanno perso di vista l’insieme, ma, molto più semplicemente e banalmente, di corrotti e traditori, che hanno venduto l’interesse generale in cambio di vantaggi personali. In breve, Pound si era reso conto che l’intera storia del mondo moderno è la storia di una lotta continua, incessante, senza quartiere, fra l’usura e il lavoro; guerra combattuta talvolta con le armi, più spesso con i tassi d’interesse sui prestiti che le banche concedono ai privati e perfino agli Stati sovrani, i quali ultimi, in cambio, cedono gradualmente quote della loro sovranità, indebitandosi sempre di più e accumulando un peso debitorio che, alla fine, li mette completamente alla mercé dei creditori.
L'incredibile Menzogna
Thierry Meyssan
Oggi la cosa è divenuta talmente palese, che anche l’uomo della strada ha finito per rendersene conto, o quanto meno, per averne una certa qual consapevolezza, e sia pure incompleta e superficiale, sia pure priva di adeguati riscontri e conoscenze puntuali; negli anni Trenta del XX secolo ciò poteva anche non essere altrettanto evidente, specialmente per un poeta. Quel che aprì gli occhi a Pound non fu la crisi del 1929 in se stessa, ma la “scoperta” degli antichi statuti del Monte dei Paschi di Siena: di una banca, cioè, sorta proprio allo scopo di concedere prestiti a interesse moderato, e mirante non all’arricchimento sfrenato mediante il nodo scorsoio dell’usura nei confronti del debitore, ma avente lo scopo preciso di sostenere il piccolo commercio e la piccola impresa, di sostenere i singoli e le famiglie in difficoltà, in modo da promuovere, o contribuire a promuovere, il benessere e l’attività produttiva dell’intero corpo sociale.
(Poi arrivò il Partito Delinquenti e anche il Monte dei Paschi di Siena finì nello sputtanamento e fallimento generale, grazie moralisti ... "Morte dei Paschi" NdR)

Monte dei Paschi di Siena
Nella loro saggezza, i fondatori del Monte dei Paschi di Siena, nel tardo XV secolo, avevano visto e compreso che nessun privato e nessun gruppo sociale possono progredire e avvantaggiarsi, quando l’intera popolazione soffre nelle strette dell’indigenza; che la povertà sempre crescente dei molti non può finanziare, all’infinito, l’accumulo di ricchezza di pochi, o di pochissimi, pena il corto circuito dell’intera struttura sociale e l’insorgere di violenze, carestie, rivolte, guerre, le quali, comunque, ben difficilmente varranno a ripristinare l’armonia del corpo sociale, fin tanto che non si deciderà di agire sui meccanismi perversi della finanza, oggi diremmo: dell’economia virtuale e speculativa, tendenti a distorcere il sano ed equilibrato rapporto fra lavoro, risparmio individuale e benessere collettivo.
Il vero conflitto, dunque, non è, come vorrebbe il marxismo, fra capitale e lavoro, perché il capitale e il lavoro sono i due termini di una sana e necessaria dialettica economico-sociale; il vero conflitto, conflitto malefico e puramente distruttivo, è quello fra lavoro ed usura, intesa, quest’ultima, nel senso più ampio del termine: ossia tutto ciò che vive, parassitariamente, a spese del lavoro, e non incrementa la produzione, anzi, la frena e la scoraggia, né favorisce il risparmio, bensì lo distrugge, perché sottrae capitali a chi produce e li fa crescere a vantaggio di chi non produce, non lavora, non risparmia (nel senso intelligente del termine), ma vuole accumulare una ricchezza sterile e mostruosa, tendenzialmente illimitata, la quale, come una piovra maligna, assorbe e divora, una dopo l’altra, tutte le parti sane della società, fino a togliere ogni speranza, non solo di lavoro, ma di un futuro qualsiasi, alle giovani generazioni.
San Bernardino da Siena
San Bernardino da Siena, che tanto si era impegnato sul fronte della questione sociale, e tanto si era adoperato per il prestito a basso tasso d’interesse, scagliandosi contro usurai ed Ebrei, muore nel 1444; il Monte dei Paschi di Siena viene fondato nel 1472, con la precisa finalità di soccorrere il lavoro e di favorire il piccolo risparmio, vale a dire come un vero e proprio monte di pietà, con la missione di soccorrere le classi e le persone disagiate. (In questo ambito andremo ad approfondire "Vix Pervenit: sull'usura e sull'altro profitto disonesto"  un'enciclica, promulgata da Papa Benedetto XIV il 1° novembre 1745 e che fine ha fatto NdR) Le due date non sono lontane, le finalità sono pressoché identiche, come pure il luogo: tutte queste sono delle mere coincidenze? Ed è forse una coincidenza il fatto che si sia messo il silenziatore sull’aspetto sociale ed economico dell’apostolato di San Bernardino, così come si è scagliato l’anatema, o si è fatto cadere il velo dell’oblio, sulla dimensione sociale ed economica degli scritti di Pound e dei discorsi da lui pronunciati alla radio italiana durante la Seconda guerra mondiale, nei quali denunciava l’affarismo delle grandi banche e la volontà del governo americano di scendere in guerra, apparentemente per la difesa della libertà e della democrazia, ma in effetti per ripristinare il sistema mondiale della speculazione finanziaria e dell’usura, messo in crisi dal sorgere del modello alternativo rappresentato dal fascismo ?
Ha scritto Walter Mariotti nel suo articolo «Pound e l’MPS, banca contro l’usura» (sul mensile «Communitas», Milano, febbraio 2007, pp. 27-35) :
«Un mondo nuovo. Dove il denaro è fondato sull’abbondanza della natura per tutti e non sulle speculazioni finanziarie di pochi. Dove il tasso di interesse è controllato e umano, dove l’orario di lavoro è ridotto per assistere le famiglie e gli anziani, dove la base dell’economia non è l’usura ma la natura. Non sono le teorie di un economista visionario ma di un poeta, l’americano Ezra Pound, che davanti agli Statuti del Monte dei Paschi di Siena, scoperti grazie all’ospitalità del conte Guido Chigi Saracini, capì tutto. Capì che la sua Musa non poteva più fare a meno di occuparsi dell’economia. Capì che le Magistrature repubblicane, che nel 1472 (Cristoforo Colombo non aveva ancora scoperto le Americhe) avevano fondato la prima banca del mondo, erano nel giusto. Una folgorazione. Quello era il modello per il mondo che si doveva costruire, a costo di seguire l’assurdo Benito Mussolini e la sua crociata contro la demoplutocrazia anglosassone, che ispirata dalla Banca d’Inghilterra stava distruggendo l’Europa e l’America in nome dell’usura. Per Pound, quegli statuti senesi erano una possibile risposta al nodo da sciogliere: quello fra interessi finanziari ed etica dello Stato. Il suo avvertimento era rivolto agli uomini del nostro tempo: le lotte, le grandi lotte che viviamo in maniera sempre più drammatica (dall’epilogo della Seconda guerra mondiale, in poi) sono, in realtà, la proiezione della lotta mortale fra l’usura, apolide e piratesca, e gli interessi di uno Stato ideale, che, rifiutandosi di asservirsi alle logiche finanziarie finalizzate al puro profitto, indebitandosi, dovrebbe difendere le ragioni vitali dei popoli […]".
La pulizia del Tempio, Gesù caccia i mercanti di sacrifici animali, i cambia valuta ...
Non è cambiato nulla ...
Da allora, l’elaborazione di un sistema politico ed economico efficace contro l’usura, diventerà il cuore delle riflessione di Pound, che nei suoi interventi intensifica la polemica contro le manovre politiche internazionali e l’anno seguente (1933), nell’”Abc dell’economia”, scrive:
“La guerra è parte dell’antica lotta tra l’usuraio e il resto dell’umanità: tra l’usuraio e il contadino, tra l’usuraio e il produttore e, infine, tra l’usuraio e il mercante, tra l’usucrocrazia e il sistema mercantilista”.
E sarà ancora l’usura la molla che lo spingerà all’ammirazione definitiva del fascismo e di Mussolini, incontrato proprio sul finire del 1933:
“L’usura è il cancro del mondo che solo il bisturi del fascismo può asportare dalla vita delle nazioni”,
disse, dichiarando
"la necessità di disciplinare le forze dell’economia e adeguarle alla necessità della nazione. […]"
[A Radio Roma, tra il 1941 e il 1943] attacca la guerra, l’interventismo di Roosevelt, la filosofia degli Alleati. L’alleanza tra il governo statunitense, la finanza inglese e il bolscevismo sovietico è contraria alla vera tradizione americana :
“Non c’è nessun motivo per l’intervento degli Stati Uniti, perché il luogo dove difendere l’identità americana è il continente americano”.
Ancora una volta è l’usura la causa della guerra e saranno
“l’usura, l’oro, il debito, il monopolio, l’interesse di classe e l’indifferenza verso l’umanità a vincere davvero il conflitto”. 
Qualcuno legge in quei discorsi “rare perle di saggezza”, ma per le autorità americane sono “un miscuglio confuso di apologetica fascista, teorie economiche, antisemitismo e giudizi letterari”, che alla fine di luglio spingeranno per una sentenza di tradimento contro lo “pseudo americano Pound”. […]

Vendere la Guerra
[In due lettere private scritte al conte Chigi, nel gennaio e nel febbraio 1944] ha ancora la forza di criticare la stampa traditrice, l’usurocrazia che muove il mondo e gli scempi degli Alleati, che bombardando l’Italia e distruggendo i suoi monumenti hanno distrutto i simboli dell’umanità occidentale. Chiarisce, infine, in tre lucide righe, il suo rapporto con il fascismo:
“Io volevo una riforma moderata. Dico Riforma, perché in essenza il ripristino della sanità già dimostrata dai fondatori del Monte dei Paschi in un mondo impazzito dai seguaci dei guastatori, stile San Giorgio”.
 Banca d’Inghilterra Londra
E conclude ancora una volta con l’idea elaborata proprio a Siena dodici anni prima:
Questa guerra non s’iniziò nel 1939 ma nel 1694 a Londra (data di fondazione della Banca d’Inghilterra, ndr) facendo parte della guerra tra usurai, ovvero usuroni, e chiunque produce, chiunque fa crescere il grano”. […]

A trentacinque anni dalla morte di Ezra Pound (1972) il problema su cui ha passato l’intera vita rimane ancora sul tappeto: la perdita di sovranità dello Stato di qualsiasi nazione indebitata a favore di quella illimitata del potere finanziario creditore, che all’epoca in cui Pound scriveva poteva sembrare un’oscura e catastrofica previsione è, oggi, una realtà incontestabile. Quasi tutti i Paesi del mondo, senza esclusione, sono o si avviano a diventare debitori di potenze finanziarie globali, super e trans nazionali (Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, in primo luogo). Così come, a livello individuale, viviamo nell’epoca del credito al consumo dei bilanci familiari in default (fenomeno che Pound nemmeno immaginava). Forse bisognerebbe ripartire dagli statuti delle magistrature repubblicane senesi del 1472, e provare a uscire dal malinteso poundiano: ciò che è del popolo resti al popolo e alle sue forme di auto-organizzazione, lo Stato ideale non c’è e lo Stato, se c’è, favorisca l’auto-organizzazione del popolo».
Al di là dei giudizi specifici su Mussolini e della personale conclusione dell’Autore del brano sopra riportato, secondo la quale lo Stato non può o non sa opporsi allo strapotere delle grandi banche e, pertanto, dovrebbe limitarsi a favorire una non meglio precisata auto-organizzazione popolare, ci sembra che in questa sintesi della posizione di Pound sulle questioni economico-finanziarie ci sia praticamente tutto; e va dato atto che, di questi tempi, è raro trovare un giornalista o uno studioso che sappia dire pane al pane e vino al vino, con altrettanta franchezza.
Ecco perché il pensiero di Ezra Pound sulle questioni del lavoro, della produzione, del risparmio e dell’usura, anche se non è il pensiero di uno specialista e di un “tecnico”, ma di un dilettante, e, per giunta, di un dilettante che è soprattutto un poeta, che vede le cose, economia compresa, con l’occhio del poeta e nella prospettiva del poeta, non ha perso nulla della sua attualità; anzi, le vicende degli ultimi decenni sono state tali da evidenziare quanto egli sia stato lucido, e addirittura profetico, nel denunciar e il male dell’usura e nel richiamare i popoli dell’Europa alla loro vera tradizione, alla loro vera identità. Tradizione e identità che sono entrate definitivamente in crisi in quell’anno e in quel luogo, il 1694 a Londra, allorché venne fondata la prima grande banca di Stato, la Banca d’Inghilterra: la prima di quelle centrali del potere finanziario, che emettono moneta e prelevano il frutto del lavoro, in cambio di denaro virtuale, falso, immaginario, creando il meccanismo del debito e strangolando, poco alla volta, l’economia reale, fatta di persone, di famiglie, di imprese, di commerci, i quali, a un certo punto, soccombono per asfissia, affinché, nel deserto universale creato dall’usura, rimanga, trionfante e necrofila, una sola vincitrice: la borsa.
Azzannate le Iene. Lobby di
Banchieri, tecnici della
politica e media manipolati
stanno divorando l'Italiae
 il mondo intero...
Francesco Amodeo
Resta solo da aggiungere che, dai tempi di Pound, i meccanismi dell’usura mondiale si sono enormemente perfezionati e ulteriormente ramificati, per esempio con la creazione delle agenzie di “rating”, vere e proprie centrali di potere finanziario “terroristico”, dai cui verdetti dipende la sorte di immense somme di denaro, spostate a vantaggio o a svantaggio non solo di singole imprese e società, ma di intere nazioni sovrane (o che s’illudono di essere ancora sovrane); e che il suo appello, pertanto, non ha perso nulla della sua drammatica urgenza, al contrario, è divenuto questione di vita o di morte…

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