Premessa di Maurizio Barozzi
Nel presentare qui in Allegato questo importante articolo
(esposto da Arianna Editrice) sugli attentati dell’ 11 Settembre 2001, di
Ferdinando Imposimato, ex magistrato, deputato e senatore e detentore di
svariate cariche di prestigio, credo sia opportuno premettere una mia
osservazione.
Intanto
ritengo che l’articolo di Imposimato, da persona preparata e intelligente, oltre
che informata ed esperta, qual’è, si attesta sulla schiera di coloro che
ritengono una false flag quegli
attentati che causarono 3000 morti e moltissimi altri ancora ci stanno
rimettendo la pelle a seguito di gravi malattie polmonari causate nel tempo
dalle polveri sottili che invasero
l’area di New York interessata ai crolli.
Da ex magistrato Imposimato si è
informato e ha studiato quanto è stato analizzato sul crollo delle Tre Torri ed
è giunto alla conclusione che la cosiddetta “versione ufficiale” dei crolli non solo
non è, ma non può essere veritiera.
Per i cosiddetti debunkers, o “cacciatori di bufale”, quindi il
magistrato dovrebbe essere definito un “complottista”, cioè nella migliore delle
ipotesi un visionario, ma ovviamente a questo ex magistrato non può essere
facilmente espressa la valutazione, che in questi casi viene dai debunkers affibbiata ai complottisti (termine questo già di per
sè stesso errato e provocatorio), quella cioè di essere un ignorante e un
facilone che spara tesi e osservazioni senza conoscere la materia. Ecco quindi
che, sebbene ci siano in giro altri lavori “tecnici” ancor più incisivi ed
esaustivi sulla materia (attenzione però, probabilmente a bella posta, sono
anche state messe in giro nel web molte “bufale”, finalizzare a inquinare e
svilire la controinformazione in merito), questo articolo di Imposimato assume
un valore enorme.
Fatta
questa osservazione, devo poi però esprimere alcune perplessità che mi
sovvengono dalla conoscenza storica dei trascorsi episodi di strategia
della tensione.
A mio parere, la palese risultante che
il crollo delle tre Torri non fu causata dall’impatto su due di esse degli aerei
e del conseguente incendio che ebbe a svilupparsi, a lungo andare non potrà che
essere evidente a tutti. Così come prenderà sicuramente corpo il fatto che la
preparazione di quegli attentati, nell’area del complesso delle Torri, avvenne
sicuramente grazie alla partecipazione di “personale” straniero in perfetto
accordo con le Intelligence americane. Prima o poi si produrrà un terremoto
negli stessi States ed usciranno fuori prove e testimonianze che attesteranno la
natura criminosa di quegli attentati. E’ solo questione di tempo, o meglio della
opportunità, per chi di dovere, di
cavalcare e sfruttare queste “rivelazioni” per scopi politici. Non lo sapevate
che il Sistema si rigenera e riproduce anche attraverso i suoi stessi
misfatti?
Come già accadde con la stategia della tensione in Italia, il
Sistema ovverosia le forze e gli
interessi che a livello
internazionale detengono il potere in Occidente, non rischieranno di essere
travolte dallo scandalo, ma metabolizzeranno lo sconquasso che deriverà da
queste rivelazioni. Salteranno alcune teste, anche autorevoli, probabilmente
verrà persino incriminato un ex Presidente, ma il Sistema sarà salvo.
Il giochetto, gattopardesco, è sempre
lo stesso, individuare come responsabili i “Servizi infedeli o deviati”, e nel
caso negli Usa, magari alcuni entourage dell’amministrazione americana
cosiddetti “guerrafondai”, produttori di armi, ecc. Saranno così fatti tutti
felici, contenti e coglionati.
A mio parere questo diversivo, che per
il Sistema, salva capra e cavoli, si sarebbe già verificato se non fosse che i
cosiddetti Servizi e personaggi “deviati”, sono stati supportati o hanno agito
di concordia con altri Servizi di entità straniera, facilmente identificabili,
ma non pronunciabili, nè tanto meno incriminabili.
Non vorremmo, quindi, che i lavori di Imposimato, le prese di
posizione su questo argomento di Giulietto Chiesa, e altri, tutte benvenute per
la ricerca della verità, alla fin fine, siano propedeutici a preparare la
strada al “salvataggio” del Sistema unico vero responsabile di quegli attentati.
Insomma l’Amministrazione americana non
è solo responsabile per non aver controllato e denunciato il gruppetto, a dir
poco ridicolo, di attentatori arabi, ma non può che essere implicata
direttamente in quegli attentati e questo fatto non potrebbe salvare il Sistema.
Se non si capisce questo si farà la
fine delle bombe stragiste che esplosero in Italia tra il 1967 e il 1980, con
strascichi a seguire, le quali non furono opera di Servizi deviati, che poi NON
esistono essendo questi Servizi tutti sotto controllo delle forze militari
atlantiche, cos� come non esistono Massonerie deviate, ma furono interni ad una
strategia di guerra non ortodossa che aveva precisi scopi e
obiettivi.
Resta solo da dimostrarlo, ma il tempo
sarà galantuomo.
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A 11 anni da quell'11 settembre: era Strategia della Tensione
di Ferdinando Imposimato - 11/09/2012
Ferdinando Imposimato è presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ed ex senatore e deputato. A lungo ha fatto parte della Commissione bicamerale Antimafia.
Da magistrato ha istruito alcuni tra i più importanti processi sul terrorismo (il caso Aldo Moro, l'attentato al papa Giovanni Paolo II, il caso Bachelet). Ha scoperto la “pista bulgara” e altre connessioni terroristiche internazionali. Innumerevoli i processi contro mafia e camorra. Tra gli altri, ha istruito il caso Michele Sindona e il processo alla Banda della Magliana.
È autore o co-autore di sette libri sul terrorismo internazionale, la corruzione statale, e di questioni connesse, nonché Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Gli
attentati dell'11/9 sono stati un'operazione globale di terrorismo di Stato
consentita dall'amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione ma è
rimasta intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro
l'Afghanistan e l'Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell'11/9 erano un caso di Strategia
della Tensione messa in atto dai poteri politici ed economici negli Stati Uniti
per perseguire vantaggi in capo all'industria petrolifera e delle armi.
Anche l'Italia è stata una vittima della "Strategia della
Tensione" della CIA, attuata in Italia dai tempi della strage di Portella
della Ginestra, in Sicilia, nel 1947, fino al 1993.
Ci sono molte prove di una tale strategia, sia circostanziali che
scientifiche. Le relazioni del National Institute of Standards and Technology
(NIST), del 20 novembre 2005, hanno sancito le conclusioni di seguito esposte.
Gli aerei che hanno colpito ciascuna delle torri gemelle hanno
causato tanto una breccia quanto un'esplosione evidenziata da una gigantesca
palla di fuoco. Il carburante rimanente fluiva verso i piani inferiori,
alimentando gli incendi. Il calore degli incendi deformava le strutture degli
edifici così che entrambe le torri sono crollate completamente da cima a fondo.
Molto poco è rimasto di quanto era di qualsiasi dimensione dopo questi eventi,
a parte i frammenti in acciaio e in alluminio e i detriti polverizzati
provenienti dai pavimenti in cemento. Anche
l’edificio 7 del World
Trade Center crollò:
lo fece in un modo che risultava in
contrasto con l'esperienza comune degli ingegneri.
Il rapporto finale del NIST ha affermato che gli attacchi aerei
contro le torri gemelle erano la causa dei crolli per tutti e tre gli edifici:
WTC1, WTC2 e WTC7.
Tutti e tre gli edifici sono crollati completamente, ma l'edificio
7 non fu colpito da un aereo. Il crollo totale del WTC7 ha violato l'esperienza
comune ed era senza precedenti.
Il rapporto del NIST non analizza la reale natura dei crolli.
Secondo gli esperti intervenuti nel corso delle Udienze di Toronto (“Toronto Hearings”, 8-11
settembre 2011), i crolli avevano caratteristiche che indicano esplosioni
controllate. Sono d'accordo con l’architetto Richard Gage e l’ingegnere Jon
Cole, entrambi professionisti di grande esperienza, che sono arrivati alle loro
conclusioni attraverso test affidabili, prove scientifiche, e la testimonianza
visiva di persone insospettabili, tra cui i vigili del fuoco e le vittime.
L'autorevole teologo David Ray Griffin ha descritto con grande
precisione perché l'ipotesi di demolizione controllata dovrebbe essere presa in
considerazione. Vari testimoni hanno sentito raffiche di esplosioni.
Secondo il NIST il crollo dell'edificio 7 è stato causato da
incendi provocati dal crollo delle torri gemelle. Il chimico e ricercatore
indipendente Kevin Ryan, tuttavia, ha dimostrato che il NIST ha dato versioni
contraddittorie del crollo dell'edificio 7. In un rapporto preliminare del NIST
dichiarava che il WTC7 fu distrutto a causa di incendi provocati da gasolio
conservato nel palazzo, mentre in una seconda relazione questo combustibile non
era più considerato come la causa del crollo dell'edificio. Ulteriori commenti
sulla versione degli eventi data dal NIST sono stati formulati da David Chandler, un
altro testimone esperto intervenuto nel corso delle Udienze di Toronto.
Nonostante la presunzione del NIST in merito a tre distinte fasi di crollo,
Chandler ha sottolineato che molti video disponibili dimostrano che per circa
due secondi e mezzo l'accelerazione dell’edificio non può essere distinta da
una caduta libera. Il NIST è stato costretto a concordare con con questo fatto
empirico come sottolineato da Chandler, e ora comprensibile per chiunque.
Peter Dale Scott, un altro testimone alle
Udienze di Toronto, ha dimostrato l'esistenza di un modello d’azione
sistematico della CIA volto a bloccare importanti informazioni nei confronti
dell'FBI, anche quando l'FBI avrebbe normalmente diritto di ottenerle. Inoltre,
ci sono ulteriori elementi di prova contro George Tenet e Tom Wilshire.
Secondo l'ex capo dell’antiterrorismo della Casa Bianca, Richard Clarke
(intervista rilasciata alla televisione francese e tedesca come parte di un
documentario di Fabrizio Calvi e Christopf Klotz ,31 agosto 2011, nonché l'intervista
con Calvi e Leo Sisti, "Il Fatto Quotidiano ", 30 agosto 2011)
la CIA era a conoscenza
dell’imminente attacco dell’11/9.
Inoltre, dal 1999 la CIA aveva indagato Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi,
entrambi sauditi, che sono stati associati con l'aereo della American Airlines
che ha colpito il Pentagono. La CIA era stata informata che Khalid al-Mihdhar e
Nawaf al-Hamzi erano arrivati negli Stati Uniti all'inizio del 2000. È
legittimo dedurre che Tenet, capo della CIA, e Wilshire, secondo Peter Dale
Scott una "figura chiave" nella Alec Station,
bloccarono gli sforzi di due agenti dell'FBI, Doug Miller e Mark Rossini,
intesi a notificare al centro FBI che uno dei partecipanti alla riunione di
Kuala Lumpur, al-Mihdhar, aveva ottenuto un visto USA attraverso il consolato degli Stati Uniti a
Jeddah. Il professor Scott, basandosi sulla ricerca di Kevin
Fenton, cita 35
occasioni in cui i dirottatori sono stati protetti in questo modo,
a partire dal gennaio del 2000 al 5 settembre 2001. Con riferimento al precedente
di questi incidenti, il motivo
di questa protezione era evidentemente, secondo Fenton, «per coprire un'operazione della CIA
che era già in corso.»
Ulteriore prova indiziaria contro Tenet e Wilshire è la seguente.
Il 12 luglio 2001 Osama bin Laden si trovava nell’ospedale americano di Dubai.
Fu visitato da un agente della CIA. Questa informazione è stata data a Le
Figaro, che ha anche riferito che bin Laden era stato operato in questo
ospedale, essendo arrivato da Quetta (Pakistan). Questa informazione è stata
confermata da Radio France International, che ha rivelato il nome dell'agente
che ha incontrato bin Laden: Larry
Mitchell. Tenet e Wilshire, consapevoli della presenza di bin
Laden negli Emirati Arabi Uniti, non sono riusciti a farlo arrestare né estradare,
anche se i documenti dell'FBI e della CIA lo ritenevano responsabile di
massacri in Kenya e Tanzania.
L'insider
trading è una
forte ulteriore prova contro la CIA, l’FBI e il governo degli Stati Uniti.
Gli
articoli del professor Paul
Zarembka, così come da Kevin Ryan e altri, dimostrano che tali
casi di insider trading
hanno avuto luogo nei giorni immediatamente precedenti rispetto agli attentati.
Eppure questi casi di insider
trading sono stati negati dall'FBI e dalla Commissione d’inchiesta
sull’11/9.
Ulteriore prova contro la CIA e l'amministrazione degli Stati
Uniti è la seguente. Mohammed
Atta, almeno a partire dal maggio 2000, era sotto sorveglianza
della CIA in Germania, secondo la Commissione sull’11/9, sia perché era
accusato sin dal 1986 di attentati contro Israele, sia perché era stato
sorpreso mentre acquistava grandi quantità di prodotti chimici per l'uso in
esplosivi a Francoforte (The
Observer, 30 settembre 2001). È stato indagato dal servizio segreto
egiziano e il suo telefono cellulare era sotto controllo. Nel novembre del 1999
Mohammed Atta lasciò Amburgo, andò a Karachi, in Pakistan, e poi a Kandahar.
Qui ha incontrato bin Laden e lo sceicco Omar Saeed (secondo la rivista
specializzata in questioni di sicurezza interna GlobalSecurity.org, alla voce
"Movements of Mohammed Atta"). Dopo giugno 2000 gli USA hanno
continuato a monitorare Atta, intercettando le sue conversazioni con Khalid
Sheikh Mohammed, considerato il regista del 9/11, che ha
vissuto in Pakistan.
Una forte prova del fatto che la CIA era a conoscenza dei movimenti irregolari di
Atta dagli Stati Uniti verso l'Europa e all’interno degli Stati
Uniti è il documento declassificato della CIA inviato dall'Agenzia a G.W Bush (President’s Daily Brief
– Ndt: “relazione breve giornaliera per il presidente”). Questo documento, del
6 agosto 2001, dice: «Bin Laden determinato a colpire in USA.» E continua:
"relazioni di provenienza clandestina, di governi stranieri, e dei media
indicano che bin Laden sin dal 1997 ha voluto condurre attacchi terroristici
negli Stati Uniti. Bin Laden ha inteso in interviste a televisioni statunitensi
nel 1997 e nel 1998 che i suoi seguaci avrebbero seguito l'esempio
dell’attentatore del World Trade Center Ramzi Yousef, e avrebbero “portato i
combattimenti in America”.»
Dopo gli attacchi missilistici degli Stati Uniti sulla sua base in
Afghanistan
nel 1998, bin Laden disse ai seguaci che voleva infliggere una rappresaglia a
danno di Washington, secondo un servizio di intelligence straniero. Un membro
operativo egiziano della Jihad islamica ha rivelato a un agente di un servizio
segreto straniero, nel frattempo, che bin Laden aveva intenzione di sfruttare
l'accesso operativo agli Stati Uniti per organizzare un attacco terroristico
...
Una fonte clandestina ha affermato nel 1998, che una cellula di
bin Laden a New York stava reclutando giovani musulmani americani per gli
attentati.
Questo documento dimostra che la CIA, l’FBI, così come il presidente Bush,
conoscevano già dal 6 agosto 2001 chi aveva un accesso
operativo: Atta.
Nessuno ha goduto di un tale accesso negli Stati Uniti quanto Atta. Ma la CIA,
l’FBI e Bush non hanno fatto nulla per fermarlo.
In Italia ho raccolto prove che la guerra in Iraq è stata decisa
dal governo degli Stati Uniti prima degli attacchi dell'11/9 con l'aiuto dei
servizi segreti italiani. Secondo Michel
Chossudovsky, gli attacchi dell'11/9 sono stati usati come
pretesto per la guerra, avendo avuto come sfondo i molti anni in cui si è avuta
la creazione e il
sostegno da
parte della CIA della rete terroristica ora conosciuta come al-Qa’ida. Oggi
c'è il pericolo di una nuova "guerra preventiva" contro l'Iran da
parte degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere terribile per la gente di tutto
il mondo e potrebbe anche distruggere una gran parte dell'umanità.
L'unica possibilità per avere giustizia è quello di presentare le
migliori prove
relative al coinvolgimento
di singoli individui nei fatti dell’11/9 al Procuratore della Corte penale internazionale
chiedendogli di indagare in base agli articoli 12, 13, 15 e 17, lettere a e b,
dello Statuto della Corte penale internazionale, ricordando anche il preambolo
della Statuto:
·
Riconoscere che tali gravi reati minacciano
la pace, la sicurezza e il benessere del mondo,
·
Affermare che i reati più gravi che sono
motivo di allarme per la comunità internazionale nel suo insieme non debbano
rimanere impuniti e che la loro repressione debba essere efficacemente
garantita mediante provvedimenti adottati a livello nazionale ed attraverso il
rafforzamento della cooperazione internazionale,
·
Essere determinati a porre fine
all'impunità degli autori di tali crimini e quindi di contribuire al
perseguimento di tali reati,
·
Ricordare il dovere di ogni Stato di
esercitare la propria giurisdizione nei confronti dei responsabili di reati
internazionali ...
Ferdinando Imposimato,
settembre 2012.
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
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http://video.google.com/videoplay?docid=-4707106427582061756
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