sabato 16 febbraio 2013

80 ANNI FA ROOSEVELT SALIVA AL POTERE


ESATTAMENTE 80 ANNI FA ROOSEVELT SALIVA AL POTERE E IN CENTO GIORNI METTEVA LA MUSERUOLA ALLA CRISI E AI MERCATI.

di Antonio de Martini



Dopo una campagna elettorale all’insegna del ” New Deal” il “nuovo accordo” col popolo americano, FD Roosevelt assumeva il potere con il discorso di insediamento del 4 marzo 1933.

Nella campagna elettorale aveva illustrato cosa avrebbe fatto e si mise subito in azione.
FDR ordinò la chiusura preventiva di tutte le banche per quattro giorni – dal 6 al 9 marzo – data in cui emanò l’ ” EMERGENCY BANKING ACT” ossia, visto che le banche non furono estranee alla crisi economica epocale che dal 1929 imperversava in tutto il mondo, il primo atto del nuovo governo fu di fissare delle nuove regole di comportamento e controllo per questi egoisti che avevano mostrato miopia assoluta e pavidità non comune.
Con l’ “Executive Order 6102″ Roosevelt ordinò anche a tutti i cittadini di versare all’Erario tutto l’oro di cui fossero in possesso e di consegnarlo allo Stato a un prezzo predeterminato .
Possedere oro per i privati cittadini, divenne illegale e così restò fino alla vigilia della nuova crisi.
L’equità, in altri termini, non consistette nel lisciare il pelo a tutti, ma nell’imporre la maestà della legge a ciascuno.
Si ridusse il numero delle banche autorizzate ad operare, furono fissati limiti territoriali negli interventi per evitare che una banca avesse più potere del governo o lo condizionasse a livello federale;divieto di esportare o tesaurizzare l’oro ( decisione anche tesa ad accelerare la velocità di circolazione del denaro che è una fondamentale creatrice di ricchezza invece di chiuderlo in cassaforte).
Si creò il FDIC ( Federal deposit insurance corporation) per assicurare i depositi bancari che erano stati ritirati dalle banche per paura dei fallimenti e la SEC ( Securities exchange commission) destinata a controllare l’attività di borsa. Tutte istituzioni copiate malamente anche oggi.
IL 20 MARZO, dopo solo undici giorni, emanò ” l’Economy act”; il 31 marzo l’atto di fondazione del
” civilian conservation corps”; il 19 Aprile gli USA abbandonavano il ” Gold Standard” ; il 12 maggio era la volta della creazione di un ente federale per l’assistenza e una ristrutturazione delle politiche agricole ( riduzione con indennizzo ai coltivatori del tabacco e del cotone, derrate in eccedenza) che finanzia con ipoteche sulle fattorie ( Farm Mortage Act).
Il presidente riceve tutti i poteri necessari ad espandere la base monetaria.
Una settimana dopo viene creata la ” Tennessee Valley Authority Act ” che crea un complesso agroindustriale, all’epoca unico al mondo, per ampiezza territoriale e investimento.
L’emissione di nuove azioni è obbligatoriamente resa pubblica mediante annunzi che ormai si fanno anche da noi , anche se a corpo sette con l’intesa di renderli illeggibili.
A giugno si abolisce ogni riferimento all’oro nei contratti pubblici e privati, anche se come clausola indicativa; si regolò per legge l’erogazione di mutui ipotecari sulle abitazioni; si separarono le banche d’affari da quelle commerciali autorizzate alla raccolta e si concluse col ” Railroad Coordination Act , che nominava un coordinatore federale dei trasporti.
Noterete che FDR nominò spesso una persona e non creò agenzie o nuovi ministeri. Non fece nulla di miracoloso, ma quel che decise fu chiaro e inequivocabile e spiego la ” ratio” delle sue decisioni in un settimanale “discorso al caminetto” radiofonico senza domande ruffiane e con queste parole pronunziate nel suo discorso di insediamento.
” Ancora una parola; l’umanità esce da ogni crisi, da ogni tribolazione, da ogni catastrofe, con una accresciuta dose di consapevolezza, di rispetto, di obbiettivi più elevati.
Oggi usciamo da un periodo di scarso rigore intellettuale, di poca moralità, da un’era di egoismo sia tra uomini e donne che tra nazioni.
Non rimproveriamo di ciò solo i governi. Rimproveriamo noi stessi in egual misura. Siamo franchi nel riconoscere che molti tra noi hanno obbedito a Mammona, che i profitti della speculazione , la strada facile che non costa fatica, ci hanno distratto dalle vecchie barricate.
Per tornare a livelli più alti , dobbiamo abbandonare i falsi profeti e cercare nuovi governanti di nostra scelta.”
Da questo breve periodo, capite tutti capite perché l’esempio del New Deal non viene citato da nessun politico. Non vogliono sentir parlare di sloggiare.
I falsi profeti li abbiamo sotto gli occhi: dal livido cattedratico aduso al sadismo verso bidelli e scolari, alle sbrasate alla milanese dell’imprenditore opaco, alla superficialità del politicante professionista da sala biliardo.
Nessuno di loro ha proposto altro che parole di odio e di disprezzo verso gli altri due.
Nessuno ha parlato di regolare le attività delle banche. Tutti, le hanno agevolate, le banche.
Nessuno ha agevolato le imprese minori.
Coi miliardi prestati segretamente al Monte dei Paschi si potevano salvare ottomila piccole imprese e trentamila posti di lavoro di altrettanti capi famiglia.
Questi contendenti alle elezioni sono, nel migliore dei casi, ipocriti che fanno finta di difendere la democrazia, ma in realtà litigano per spartirai le ultime vestigia.
Non possiamo ancora negar loro la legittimità giuridica, ma quella morale, si. Astenendoci dal voto.


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