I Fasci di Combattimento non vogliono – nell’attuale periodo storico – essere un nuovo partito, perciò non si sentono legati a nessuna specifica forma dottrinaria e a nessun dogma tradizionale, perciò si rifiutano di schematizzare e di ridurre, nei limiti angusti od artificiosi di un programma intangibile, tutte e mutevoli e multiformi correnti del pensiero e le indicazioni e le esperienze che l’opera del tempo e la realtà delle cose suggerisce e impone.
Le linee generali dell’opera immediata che i Fasci di Combattimento si propongono di condurre sono tracciate da questi principali capisaldi:
La difesa dell’ultima guerra nazionale –
La valorizzazione della Vittoria –
La resistenza e l’opposizione alle degenerazioni teoriche e pratiche del socialismo politicante.
CONTRO IL PARASSITISMO POLITICO
Per le considerazioni inspirate alla affermazione di tutte le energie nazionali ed alla valorizzazione della vittoria, i Fasci di Combattimento esprimono il loro disgusto verso gli uomini e gli organismi della borghesia politica rivelatasi insufficiente di fronte ai problemi della politica interna ed a quelli della politica estera, refrattaria ad ogni rinnovamento profondo ed ostile ad ogni riconoscimento spontaneo dei diritti popolari, e disposta soltanto alle concessioni ed alle rinunce che il calcolo parlamentare suggerisce.
PER UNA BORGHESIA DI LAVORO
I Fasci riconoscono il valore grandissimo di quella «borghesia di lavoro» che attraverso tutti i campi dell’attività umana (da quelli dell’industria a quelli dell’agricoltura, da quelli della scienza a quelli delle libere professioni) costituisce l’elemento prezioso ed indispensabile per lo sviluppo del progresso e per il trionfo delle fortune nazionali.
CONTRO LE DEGENERAZIONI DELLE LOTTE OPERAIE
I Fasci di Combattimento preoccupati di favorire l’elevamento morale del proletariato e di concorrere alla creazione di una coscienza autonoma dell’organizzazione sindacale, ritengono loro dovere di mantenersi in una attitudine di severa opposizione di fronte a quelle battaglie operaie nelle quali i motivi d’ordine puramente economico siano sopraffatti e mistificati da speculazioni di bassa demagogia.
IL PROBLEMA DEL REGIME
Per i Fasci di Combattimento la questione del regime è subordinata agli interessi morali e materiali presenti e futuri della Nazione, intesa nella realtà attuale e nel suo divenire storico; per questo essi non hanno alcuna pregiudiziale pro e contro le attuali istituzioni.
I NOSTRI POSTULATI DI CARATTERE FINANZIARIO
a) una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze, da pagarsi in un termine di tempo assai breve;
b) il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi;
c) la revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dei sopra profitti di guerra lasciati improduttivi.
NOI VOGLIAMI I FASCI E L'ORGANIZZAZIONE OPERAIA
I Fasci manifestano la loro simpatia ed il proposito di aiutare ogni iniziativa di quei gruppi di minoranza del proletariato che sanno armonizzare la difesa della classe coll’interesse della Nazione. E nei riguardi della tattica sindacale consigliano il proletariato di servirsi, senza predilezioni particolari e senza esclusivismi aprioristici, di tutte le forme di lotta e di conquista che assicurino lo sviluppo della collettività ed il benessere dei singoli produttori.
PER UNA ECONOMIA DI MASSIMA PRODUZIONE
I Fasci di Combattimento, di fronte ai progetti teologici di ricostruzione a base di economia pregiudizialmente collettivistica, si pongono sul terreno della realtà che non consente un tipo unico di autonomia e si dichiarano tendenzialmente favorevoli a quelle forme – siano esse individualistiche, collettivistiche o di qualche altro tipo – che garentiscano il massimo di produzione e il massimo di benessere.
LE NOSTRE RIVENDICAZIONI IN DIFESA DEL PROLETARIATO
a) la sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore;
b) una rappresentanza dei lavoratori nel funzionamento dell’industria limitato nei riguardi del personale;
c) l’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici;
d) la formazione di consigli nazionali tecnici del lavoro, costituito dai rappresentanti dell’industria, dell’agricoltura e dei trasporti, del lavoro intellettuale, dell’igiene sociale, delle comunicazioni, ecc., eletti dalle collettività professionali di mestieri con poteri legislativi.
PER IL PROBLEMA MILITARE
I Fasci di Combattimento chiedono l’istituzione di una milizia nazionale con brevi periodi di istruzione e con compiti difensivi; l’accoglimento immediato di tutte le rivendicazioni avanzate dalle Associazioni di ex?combattenti e di mutilati, verso i quali deve affermarsi in modo indubbio e tangibile la gratitudine della Patria.
I MEZZI DI LOTTA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO
Per la tattica da adottare in difesa del programma sopra enunciato, i Fasci Italiani di Combattimento mantengono il contatto e l’accordo caso per caso, con tutti quei gruppi e partiti che si battono sullo stesso terreno di opposizione antidemagogica, antiburocratica, antiplutocratica, e di creazione di tutte le forze ricostruttrici del Paese.http://www.larchivio.org/xoom/maggio1920.htm
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a)
FASCI ITALIANI DI COMBATTIMENTO
PROGRAMMA
Per il Problema Politico NOI VOGLIAMO
a) Minimo di età per gli elettori abbassato ai diciotto anni; quello per i Deputati abbassato ai venticinque anni; eleggibilità politica di tutti i funzionari
dello Stato; base regionale del Collegio plurinominale.
b) Abolizione del Senato ed istituzione di un Consiglio Nazionale tecnico del lavoro intellettuale e manuale, dell’industria, del commercio e
dell’agricoltura.
c) Politica estera intesa a valorizzare la volontà e l’efficenza dell’Italia contro ogni imperialismo straniero; una politica dinamica cioè, in contrasto a
quella che tende a stabilizzare l’egemonia delle attuali potenze plutocratiche.
Per il Problema Sociale NOI VOGLIAMO
a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore effettive di lavoro.
b) I minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.
d) L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dell’industria dei trasporti e del personale addetto.
f) La modifica al disegno di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla vecchiaia, fissando il limite di età a seconda dello sforzo che esige ciascuna
specie di lavoro.
g) Obbligo ai proprietari di coltivare le terre, con la sanzione che le terre non coltivate sieno date a cooperative di contadini, con speciale riguardo a
quelli reduci dalla trincea: e dell’obbligo dello Stato al necessario contributo per la costruzione delle case coloniche.
h) Messa in valore di tutte le forze idrauliche e sfruttamento delle ricchezze del suolo, previa unificazione e correzione delle leggi relative; incremento
della marina mercantile, permettendo il funzionamento di tutti i cantieri navali mercè l’abolizione del divieto d’importazione delle lastre di acciaio e
agevolazioni di ogni mezzo (credito, consorzi ecc.) atto a favorire lo sviluppo del le costruzioni navali; il piú ampio sviluppo alla navigazione fluviale e
all’industria della pesca.
i) Obbligo dello Stato di dare e mantenere alla scuola carattere precipuamente e saldamente formativo di coscienze nazionali e carattere imparzialmente,
ma rigidamente laico; carattere tale da disciplinare gli animi ed i corpi alla difesa della Patria in modo da rendere possibili e scevre di pericolo le forme
brevi, elevare le condizioni morali e culturali del proletariato; dare reale ed integrale applicazione alla legge sull’istruzione obbligatoria con la conseguente
assegnazione in bilancio dei fondi necessari.
l) Riforma della burocrazia inspirata al senso della responsabilità individuale e conseguente notevole riduzione degli organi di controllo; decentramento
e conseguente semplificazione dei servizi a beneficio dell’energie produttrici, dell’erario e dei funzionari; epurazione del personale e condizioni
economiche di esso atte a garantire all’Amministrazione l’afflusso di elementi meglio idonei e piú fattivi.
Per il Problema Militare NOI VOGLIAMO
a) Istituzione della Nazione armata con brevi periodi di istruzione intesa al preciso scopo della sola difesa dei suoi diritti ed interessi quali sono
determinati dalla politica estera sopra accennata e validamente organizzata, cosí da raggiungere con piena sicurezza i suoi fini.
Per il Problema Finanziario NOI VOGLIAMO:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la
Nazione e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell’85 % dei profitti di guerra.
b)
FASCI ITALIANI DI COMBATTIMENTO
COMITATO CENTRALE
Milano – Via Paolo da Cannobbio, 37 – Telefono 7156
Italiani!
Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano.
Rivoluzionario, perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perché antipregiudizievole.
Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti.
Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creata la classe dirigente.
Per questo :
Per il problema politico NOI VOGLIAMO:
a) Suffragio universale a scrutinio di Lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i Deputati abbassato ai 25 anni.
c) L’abolizione del Senato.
d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività
professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
Per il problema sociale NOI VOGLIAMO:
a) La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.
b) I minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.
d) L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla vecchiaia, abbassando il limite di età proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
Per il problema militare NOI VOGLIAMO :
a) L’istituzione di una milizia Nazionale, con brevi periodi d’istruzione e compito esclusivamente difensivo.
b) La nazionalizzazione di tutte le Fabbriche di Armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà, la nazione italiana nel mondo.
Per il problema finanziario NOI VOGLIAMO :
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di pochi.
c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra.
http://www.larchivio.org/xoom/giugno1919.htm
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