sabato 17 agosto 2019

Come i mass-media e politici servi, prezzolati servi del capitale speculativo, hanno danneggiato i lavoratori. E continuano.



ANTONIO POCOBELLO

Anche se questa Repubblica, voluta antifascista non per la Costituzione come ci hanno fatto credere falsamente
http://pocobello.blogspot.com/2012/02/la-costituzione-italiana-non-e.html
ma solo per volere impostaci dai nostri vincitori, (anche subdolamente in funzione anti nazionale ed anti patriottica, ma non si deve sapere) vedesi governo Craxi che si scontra proprio con il vile "trattato di pace di Parigi”, clausole 16 e 17, (mentre altre clausole incredibilmente sono ancora segretate, e cianciano di sovranità politica, mentre ci hanno sottratta anti costituzionalmente anche la sovranità monetaria. Senza la quale uno Stato non è più tale).
http://pocobello.blogspot.com/2018/02/ma-chi-sono-gli-antifascisti.html

Nel dopoguerra, per evitare un democratico confronto, sono stati costretti a creare una cortina di menzogne e contestualmente varare leggi antidemocratiche e liberticide, quali le “Leggi Scelba”, “Legge Reale”, e “Legge Mancino”.

Il tutto per evitare che gli italiani ed il mondo intero venissero a sapere che il Fascismo aveva realizzato, e perfezionamento per la prima volta al mondo la parità tra capitale e lavoro con la legge della SOCIALIZZAZIONE dell'economia.
http://pocobello.blogspot.com/2012/07/il-decreto-legge-della-socializzazione.html

Finalmente è il lavoro ed i lavoratori che trovano e perfezionano parità di diritti con il capitalismo.

(Io non trovo giusto che se sono due elementi a creare profitti: il capitale ed il lavoro, perchè il capitalista tiene tutti i profitti per se, quando sa bene che senza i lavoratori non potrebbe realizzare i profitti ?)

Cosa che abbiamo vanificato con il restare nel liberismo o o meglio nella democrazia liberista (che per chi fa finta di non saperlo si mantiene proprio sul profitto a tutti i costi, cosa che continua a generare inquiamenti irresponsabili di tutti i generi).
Per poi migliore i più luridi interessi capitalistici, inveratesi in grandi lobbies mercologiche monopolistiche, ci hanno privati della sovranità monetaria che usano grazie alla attuale degeneratissima democrazia-liberista tramite la loro subdola ingegneria politica-finanziaria per rastrellare il massino del costrutto del nostro lavoro, dei nostri sacrifici di una vita.

Basterebbe sapere che la tassazione nel ventennio fascista non superava il 4%.Ma nessuno lo dice.

Ed attenzione non è come molti credono che questi soldi vanno per le spese sociali.
No, questi soldi vanno ad arricchire chi ci presta questo euro. E’ vera usura come ci ha documentato il più grande poeta del 1900 EZRA POUND.
Ezra Pound aveva ragione...
http://pocobello.blogspot.com/2010/04/ezra-pound-aveva-ragione.html

Pochissimi sanno che da quando ci hanno imposto l’euro, a nostra insaputa, con le tasse enormi che paghiamo avremmo già estinto il nostro già elevato debito pubblico.
Ed invece continua ad aumentare e continua a diventare un debito eterno.

Abbattuto il fascismo il capitale si era liberato dal dividere il profitto con i lavoratori ed era ritornato a gestire le aziende escludendo i lavorotari dalla gestione.
QUESTO E’ SOSTANZIALMENTE L’ANTIFASCISMO !!!


INSOMMA LA VITTORIA NETTISSIMA DEI CAPITALISTI.
UNA SCONFITTA NETTA PER IL VERO SOCIALISMO:

Ed i lavoratori, a parte i benefici che avevano acquisiti con le leggi fasciste che sono rimaste vigenti, sono rimasti con pochissime protezioni che la democrazia-liberista va man mano continua ad eliminare.
Insomma il lavoro ed i lavoratori oggi sono ridotti a cose come le merci.

QUESTA PARITA’ TRA CAPITALE E LAVORO NON E’ ALTRO CHE UNA VERA, AUTENTICA NATURALE ED UMANA SIMBIOSI FRA CAPITALE E LAVORO

Poi: il ritorno alla grande beffa a danno dei lavoratori.

La Socializzazione non è se non la realizzazione italiana, romana, nostra, effettuabile del socialismo; dico nostra in quanto fa del lavoro il soggetto unico dell’economia, ma respinge la livellazione inesistente nella natura umana e impossibile nella storia>. (Mussolini – 14 ottobre 1944).

Il teorico e storico della dottrina cattolica Don Ennio Innocenti, che tanti anni ha dedicato allo studio e all’insegnamento, ha scritto che il problema affrontato da Mussolini nell’ultimo decennio della vita . E aggiunge: .

L’idea di un “socialismo effettuabile” sorse in Mussolini già nel 1914, quando uscì dal Partito Socialista, organismo velleitario e ciarliero, e la sviluppò nell’immediato dopoguerra.

Tutta l’attività del Governo Mussolini fu un susseguirsi costante di decreti e leggi di chiara finalità sociale, all’avanguardia, non solo in Italia, ma nel mondo.
http://pocobello.blogspot.com/2010/09/i-danni-del-fascismo.html



Quelle leggi, di cui i lavoratori italiani ancora oggi godono i privilegi, sono quelle volute da Mussolini nei suoi vent’anni di governo.
Qualsiasi confronto con quanto fatto dai governi di quest’ultimo dopoguerra risulterebbe stridente.

Da tutto ciò si evince il motivo per il quale i governi che seguirono nel dopoguerra, per evitare un democratico confronto, sono stati costretti a creare una cortina di menzogne e contestualmente varare leggi antidemocratiche e liberticide, quali le “Leggi Scelba”, “Legge Reale”, e “Legge Mancino”.

I principi essenziali dell’ordinamento corporativo sono espressi e ordinati dalla “Carta del Lavoro” che vide la luce il 21 aprile 1927.
La “Carta del Lavoro” portava il lavoratore fuori dal buio del medioevo sociale per immetterlo in un contesto di diritti dove i rapporti fra capitale e lavoro erano, per la prima volta nel mondo, previsti e codificati.


In un articolo di fondo apparso alcuni anni or sono su “Il Giornale d’Italia”, fra l’altro si leggeva: .
Il Diritto Corporativo tende a porre l’Uomo al centro della società postulando principi dei quali citiamo alcuni tra i più caratterizzanti:

1) ridimensionamento dello strapotere dei padroni attraverso la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa;

2) partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa;

3) partecipazione dei lavoratori alle scelte decisionali, onde evitare chiusure di aziende o licenziamenti improvvisi senza che ne siano informati per tempo i dipendenti, i quali sono interessati a trovare altre soluzioni atte a non perdere il posto di lavoro;


4) intervento dello Stato attraverso suoi funzionari, immessi nei Consigli di Amministrazione, allorquando le imprese assumono interesse nazionale, a maggior difesa dei lavoratori;

5) diritto alla proprietà in funzione sociale, cioè lotta alle concentrazioni immobiliari e diritto per ogni cittadino, in quanto lavoratore, alla proprietà della sua abitazione;

6) diritto alla iniziativa privata in quanto molla di ogni progresso sociale contro l’appiattimento collettivista e le concentrazioni capitaliste;

7) edificazione di una giustizia sociale che prelevi il di più del reddito ai ricchi e lo distribuisca fra le classi più povere attraverso la Previdenza Sociale, l’assistenza gratuita alla maternità e all’infanzia, le colonie marine e montane per bambini poveri, l’assistenza agli anziani, il dopolavoro per i lavoratori, i treni popolari, e via dicendo;

8) eliminazione dei conflitti sociali attraverso la creazione di un apposito Tribunale del Lavoro in base al principio che se un cittadino non può farsi giustizia da sé, altrettanto deve valere per i conflitti sociali; evitare scioperi e serrate che tanti danni provocano alle parti in causa ed alla collettività nazionale;

9) abolizione dei sindacati di classe, ormai ridotti a cinghie di trasmissione dei partiti che li controllano, e creazione dei sindacati di categoria economica con conseguente modifica del Parlamento in una Assemblea composta da membri eletti attraverso le singole Confederazioni di categoria dei datori di lavoro e dei lavoratori;

10) attuazione, particolarmente nel Mezzogiorno, della bonifica integrale che togliendo ai latifondisti le terre incolte, vengano rese produttive e quindi distribuite in proprietà gratuita ai contadini poveri.

Questi enunciati, che risalgono ai primi anni ’30, non sono che il logico sviluppo di quelli formulati nel 1919 e che ritroveremo espressi, ancor più lapidariamente, nel “Manifesto di Verona”.

LA SOCIALIZZAZIONE

Una logica successione che partì dal lontano 1914 e approdò alle “Leggi sulla Socializzazione” nella Repubblica Sociale Italiana.

Sin dalla seduta del Consiglio dei Ministri del 27 settembre 1943 (quindi a pochissimi giorni dalla sua liberazione), Mussolini fra l’altro dichiarava che ; e il 29 settembre, ancor più esplicitamente .
La Socializzazione si poneva come strumento per una più ampia trasformazione dello Stato così come era nel pensiero fascista:
socializzare l’economia per socializzare lo Stato.


Questo disegno può risultare ancora più chiaro leggendo uno stralcio della Relazione che accompagnò il “Decreto Tarchi”, (Tarchi fu Ministro dell’Economia):
(…) la civiltà tende ad un nuovo ciclo nel quale l’uomo riassumerà il ruolo di protagonista della propria storia e del proprio destino in funzione della sua personalità estricantesi in attività concrete sociali, cioè nel lavoro.
Sotto tale profilo l’affermazione programmatica che riconosce il lavoro come soggetto dell’economia (…)>.


Ecco, allora, prendere forma la dottrina della società come era intravista da Saint Simon, da Owen, da Mazzini: concezioni vilipese dal bolscevismo, ma ben focalizzate dal “socialismo effettuabile” di Mussolini, riportate nel “Manifesto di Verona” e ufficializzate nella dichiarazione programmatica del 13 gennaio 1944 e nel decreto legislativo dell’11 febbraio seguente.

La Borsa di Milano, che era ben vitale nella Repubblica Sociale, il 13 gennaio, all’annuncio dei provvedimenti sulla Socializzazione, accusò il giorno dopo una caduta dell’indice generale: da 854 a 727 punti. Dopo un periodo di stasi, quando il 13 febbraio furono emanati i Decreti sulla Socializzazione, l’indice generale scese a 567 punti. Poi, però, ad iniziare da marzo, riprese a salire fino a toccare, il 6 giugno 1944, il ragguardevole livello di 1745 punti.

Certamente il Paese, che sopportava oltre quattro anni di guerra e diversi mesi di lotta intestina, ben difficilmente poteva attuare, in tempi rapidi, un così ambizioso progetto di trasformazione dello Stato.

Giustamente l’avvocato Manlio Sargenti ha osservato: .

Prima di concludere, è importante citare gli articoli che costituiscono la base della nostra lotta politica: articoli che, ovviamente, a tanta distanza dalla loro promulgazione possono essere ritoccati lì dove è necessario, ma il cui spirito dovrebbe rimanere inalterato.


Art. 9) Base della Repubblica Sociale Italiana e suo progetto primario è il lavoro, manuale, tecnico, intellettuale, in ogni sua manifestazione.

Art. 10) La proprietà privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, è garantita dallo Stato. Essa però non deve diventare disintegratrice della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro.

Art. 12) In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente – attraverso una conoscenza diretta della gestione – all’equa ripartizione degli utili tra il fondo e la riserva, il frutto del capitale azionario e la partecipazione degli utili stessi da parte dei lavoratori (…)>.

Gli articoli non menzionati sarebbero ugualmente meritevoli di essere ricordati, ma quelli sopra richiamati alla memoria da soli caratterizzano lo spirito del “Manifesto di Verona”.

L’attuazione della Legge sulla Socializzazione” trovò enormi difficoltà causate sia dagli industriali, per ovvi motivi; sia dai tedeschi, timorosi che la resistenza passiva da parte degli industriali danneggiasse la produzione bellica; e da parte dei comunisti, che ormai plagiavano i lavoratori, timorosi che la Socializzazione li scavalcasse a sinistra.


P.S.

Una riflessione che pochissimi fanno.
A fine guerra i vincitori hanno favorito e finanziati i due partiti referenti ai loro interessi nazionali ed idelogici , la DC per gli anglo-USA ed il PCI per i stalinsiti comunisti.

Ebbene non abbiamo avuto un solo partito per la difesa degli italiani, ma tutti servili agli interessi stranieri.

Fino a quando non abbiamo avuto l’avvento di Craxi che ha eliminata la falce e martello dal logo del PSI e rispristinato il vero, autentico simbolo dei socialisti: il garofano rosso.

E proprio perchè aveva difeso gli interessi nazionali, vedesi Sigonella e il non volere regalare l’emissione monetaria a dei privati con la truffa dell’euro, a differenza dei suoi predecessori, Pertini in primis, sempre servili come i DC ed il PCI agli interessi antinazionali, come documento con questo link:
http://pocobello.blogspot.com/2016/04/pertini-e-il-golpe-del-1985-quello-che.html
che Craxi veniva eliminato con gli strumenti della subdola ingegneria della democrazia-liberista.

Da allora il vuoto assoluto.
Ed all’orizzonte anche non c’è niente di simile.

Altri necessari cenni storrici sulla TERZA VIA

http://pocobello.blogspot.com/2009/10/la-terza-via.html

LA SOCIALIZZAZIONE DOPO IL 25 APRILE 1945
http://pocobello.blogspot.com/2009/10/la-socializzazione-dopo-il-25-aprile.html

MUSSOLINI BOMBACCI E LA SOCIALIZZAZIONE
http://pocobello.blogspot.com/2019/01/mussolini-bombacci-e-la-socializzazione.html

Quello che tutti i partiti di destra e di sinistra continuano a non farcelo sapere.

FASCISMO E ANTIFASCISMO PER UNA NUOVA COSTITUZIONE
http://pocobello.blogspot.com/2010/01/fascismo-e-antifascismo-per-una-nuova.html

Peccato che si continua a confondere il fascismo come un partito come un altro.
Il fascismo è molto più che diverso. E' unico ed irripetibile.







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