di Maurizio Barozzi
«Non solo per gli italiani innocenti trucidati, ma per la perdita di
sovranità nazionale a cui le stragi servivano, vogliamo la verità»
Anche se il nostro paese, oramai privato di ogni minimo residuo di
sovranità nazionale, non subisce più strategie della tensione per
destabilizzarlo, e le carenze e la confusione di una Giustizia che non
ha assicurato alle galere esecutori e mandanti, non dimenticheremp 20
anni di stragismo che hanno straziato il nostro paese.
In realtà
l’Italia, al fine di ridurla una Italyland, estensione territoriale
americana nel mediterraneo, è stata sottoposta dai nostri
colonizzatori, o se preferite il più soft “egemonizzatori”,
statunitensi e Atlantici, ad una guerra non convenzionale, di basso
profilo, ma cruenta.
Escludendo i morti causati da varie violenze
appositamente create ed altri fatti luttuosi per cause “locali” (per
esempio la strage di Gioia Tauro), oltre a tutti gli episodi minori, ma
ugualmente sanguinosi, ricordiamo e riassumiamo:
• 12 dicembre 1969: strage di piazza Fontana a Milano (17 morti e 88 feriti);
• 17 maggio 1973: Questura di Milano (4 morti e 52 feriti);
• 28 maggio 1974: piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti);
• 4 agosto 1974: strage dell'Italicus (espresso Roma-Brennero, 12 morti e 105 feriti);
• 2 agosto 1980: stazione di Bologna (85 morti e 200 feriti).
Occorre aggiungere, almeno, due altre mancate stragi, per difetto degli
esplosivi o perché casualmente scoperte in tempo, che a detta degli
inquirenti, avrebbero potuto essere di proporzioni inaudite:
- 4 ottobre 1969 a Trieste contro una scuola slovena;
- 20 agosto 1970 a Verona una valigia con esplosivo, casualmente, scoperta in tempo nella sala di aspetto della stazione.
Resta inoltre da valutare l’attentato mancato e archiato “Lotto
Continua”, a seguito della esplosione tra le mani di un innesco che il
neofascista Nico Azzi stava preparando nella toilette del treno Torino -
Roma.
Ed infine il 30 luglio 1980 a Milano l’attentato con
obiettivo il pubblico e i partecipanti ad una seduta del Consiglio
Comunale chiusasi a notte alta, in cui l’autobomba esplosa alle 01,55
non fece vittime.
Ma a queste vere e proprie stragi, occorre
aggiungere molti attentati minori, anche dimostrativi, una girandola di
bombe, oltre una dozzina e diversi feriti seppure non gravi, che
comunque sia hanno fatto diversi feriti:
• 25 aprile 1969 Milano Stazione ferroviaria e Fiera campionaria
• 8 e 9 agosto 1969 diversi convogli ferroviari
Riassumendo il tutto contiamo:
126 MORTI e diverse centinaia di feriti, di cui alcuni rimarranno invalidi per tutta la vita.
Molte di queste stragi sono rimaste impunite, non si conoscono nè i
mandanti, nè gli esecutori, perchè non si voluto, né potuto conoscerli
in quanto il nostro paese ha le FF.AA. e tutti i suoi Apparati di
sicurezza subordinati agli alti vertici NATO, e le Intelligence
statunitensi sono preponderanti rispetto ai nostri Servizi.
Con
quali gambe gli statunitensi, per le loro strategie CHAOS
(infiltrazioni, travisamenti, violenze, bombe e persino droghe), da noi
hanno dispiegato 20 anni di stragismo?
Sarà compito degli storici
futuri ricostruire questi eventi anche grazie a molte documentazioni
che mano a mano verranno desecretate.
Oggi vi troviamo per certo
implicata una cernita di ambienti neofascisti che nel nord est erano
sotto diretta tutela americana, a Milano primeggiava il nostro Servizio
segreto militare (Sid) e la divisione dei carabinieri Pastrengo, mentre
a Roma erano sotto controllo del servizio segreto civile, gli AA.RR.
Se poi pensiamo che alcuni neofascisti si fecero infinocchiare da quel
Carlo Fumagalli,ex partigiano bianco e uomo della Cia, vediamo che
bassezza umana possono aver raggiunto e tornano veritiere le
considerazioni di vari generali dei Servizi o dei carabinieri che hanno
osservato come il grado culturale dei neofascisti era molto più basso
di quello dei “compagni” e quindi facilmente raggirabili. Spessi bastava
chiamarli “camerati”.
Tutto questo sta ad escludere,
categoricamente, che fosse in atto una “eversione nera”, essendo tutti i
neofascisti sotto tutela degli Apparati di sicurezza dello Stato, a
loro confidenti e conniventi.
Se poi qualcuno di questi, cos’
strumentalizzato, pensava di agire per la “rivoluzione nazionale” e
contro i “rossi”, resta un povero imbecille, ma la sostanza non cambia.
Storicamente, in ogni caso, si può già asserire che per i nostri
colonizzatori l’uso delle stragi aveva varie funzioni, di cui non tanto
contenere una avanzata del comunismo, quanto destabillizzare per
stabilizzare ovvero ingessare il nostro paese nella Alleanza Atlantica e
suoi obblighi, soffocando ogni spinta autonomista che poteva venire da
eventuali governi forti e al contempo erodere il residuo di nostra
sovranità nazionale.
Per i manutengoli del neofascismo, invece, si
ottenne la loro disponibilità dietro la promessa, che non sarà
mantenuta, di un Golpe o almeno uno stato di emergenza dove i comunisti
finessero in galera e a questi cialtroni fosse riservato un ruolo di
lustra scarpe.
Colpisce il fatto che in quasi tutte le stragi sopra
riportate troviamo la presenza della cellula terrorista di Ordine Nuovo
del Triveneto.
Sarà un caso, ma i componenti di quella cellula sono
stati implicati in quasi tutti quei procedementi giudiziari sulle
stragi, alcuni come il medico Carlo Mari Maggi, sono stati condannati
definitivamente, quindi riconosciuti colpevoli per Brescia, poi ci sono
una infinità di “insufficienza di prove”, di prescrizioni e di non poter
più procedere a causa di sentenze definitive. e assoluzioni che non
convincono.
Freda e Ventura della cellula di Padova sono stati
definitivamente condannati per le bombe dell’Aprile e Agosto 1969, bombe
false flag quindi con una loro strategia con non è difficile
individuare in uno “spaventare” l’opinione pubblica e la borghesia onde
far salire la richiesta di un intervento forte, di uno “stato di
emergenza”.
Non è possibile che tutto questo sia casuale o una montatura della magistratura, che in diversi casa pur c’è stata.
Ma a rendere l’idea di cosa stiamo parlando basta considerare che
elementi di Ordine Nuovo del Triveneto, o a loro attigui, entravano e
uscivano dalla base Nato Fatse di Verona e risultavano confidenti se non
in pieno utilizzo dei Servizi, di cui hanno anche un criptonimo di
riferimento, proprio come l’agente Z del Sid ovvero Guido Giannettini,
personaggi di quel bel ambientino, infatti, e loro sodali correlati,
risultano:
“Erodoto" (Carlo Digilio, che è anche spia Cia come il padre),
"Eolo" (Marcello Soffiati),
“Tritone” (Maurizio Tramonte),
Lino Franco indicato dal Digilio quale uno dei fiduciari statunitensi
nell’ambito della rete informativa da lui descritta della C.I.A.,
Sergio Minetto, a quel tempo già fiduciario C.I.A., almeno secondo Digilio.
Vi sono poi, più o meno attigui, anche altri soggetti “interessanti”,
per esempio l’ex ordinovista veneto Martino Siciliano, un pentito
'storico', nelle inchieste per la strage di Piazza Fontana, che poi ha
ritrattato, arrestato nel 1992 con l'accusa di favoreggiamento nei
confronti di Delfo Zorzi, un altro ordinovista.
NOI NON DIMENTICHEREMO
Gli ex combattenti della RSI, quindi fascisti e non neofascisti,
scrissero in un foglio di Orientamento del loro Direttivo, che “coloro
che hanno sparso sangue di italiani, tra l’altro per conto dei nostri
egemonizzatori, dovrebbero essere passati per le armi”. Specifianco che a
nessun fascista vero, sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello
di deporre una bomba che avrebbe ucciso o mutilato degli italiani.
Vi è anche il problema che questi furfanti, definiti e creduti
“neofascisti”, ovvero proprio un fascismo reazionario come lo vedevano e
volevano gli antifascisti, hanno di fatto contribuito a veicolare
l’immaginario comune del “fascista bombarolo”.
Questo non possiamo proprio perdonarlo.
Possiamo capire che ci siano stati degli imbecilli che, in buona fede
si sono fatti abbindolare; ma in questi casi o questi dementi hanno
partecipato a qualche titolo alla strategia della tensione, senza pero
restare con le mani sporche di sangue, e allora quanto meno dovrebbero
oggi denuciare il raggiro e quella illusione, proprio come ha fatto
Vincenzo Vinciguerra.
Oppure si sono sporcati le mani di sangue, e
allora visti i risultati aspettiamo ancora che, come prescriveva il
Bushido, si sparino un colpo in testa.
Noi aspettiamo,
ma se siete sfuggiti alle condanne della giustizia, non sfuggirete alla condanna morale della Storia.
Per quanto coglioni o criminali siete, non morite nè bene, né in pace.
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