Tratto da Il Giornale (Cronaca di Genova) del 15 febbraio
2007.
In questa atmosfera favorevole perché si ricordano i nostri
cari infoibati, poiché repetita iuvant, vorrei anch’io rinnovare la memoria di
quanto la mia famiglia abbia subito in quel losco periodo.
A Forgaria del Friuli mio cognato trentatreenne Carlo
Bolognesi, brillante ufficiale pilota, medaglia d’argento, era tornato a casa
per il dissolvimento dell’aviazione.
Era sposato e padre di un bambino di tre
anni.
Pochi giorni dopo un ufficiale della Osoppo lo contattò per convincerlo a
raggiungerlo in montagna.
Mio cognato prese tempo e lo pregò di lasciargli
qualche giorno per godersi il figlio, poi avrebbe deciso.
Il giorno dopo si
presentarono alcuni della Garibaldi e avvalendosi di un inganno, dissero che in
montagna era caduto un aereo e che lui avrebbe potuto dire se era recuperabile.
Lo trascinarono via prendendolo per la collottola.
Per un anno i partigiani
spogliarono la famiglia, calando spesso dalla montagna e dicendo che il nostro
caro aveva bisogno di biancheria, di cibo, di soldi, invece l’avevano ucciso
subito.
Da cari amici avemmo delle soffiate e mio marito aiutato da loro andò
in montagna, localizzò la foiba trovando così la salma seppellita sotto a una
giovane donna e a una ragazzina stuprata.
Nel frattempo questi soggetti erano
andati nello stesso paese dalla matrigna e l’avevano freddata davanti alla
figlia dodicenne e alla madre ottantenne che all’indomani morì di crepacuore.
Eravamo poi venuti a sapere che l’ufficiale della Osoppo era
stato soppresso il giorno dopo del colloquio con mio cognato.
Contemporaneamente in Emilia, a Ferrara, il fratello di mio padre, ex ufficiale,
decorato, venne prelevato da casa sua e portato via.
Per vie traverse venimmo a
sapere che l’avevano portato in una porcilaia ad Alfonsine, ammazzato di botte,
fatto a pezzi e dato in pasto ai porci.
Questa è la mia testimonianza di cosa furono i partigiani
rossi in quel terribile periodo”.
(Liliana Bolognesi – Loano)
AGGIUNTO DA SOCIALE
I fascisti quando andarono al potere dopo una guerra civile scatenata dai comunisti non uccisero un solo avversario politico.
Diversamente a fine guerra, anche per compiacere i nostri vincitori, servi dei banchieri, gli antifascisti eliminarono oltre centomila tra i più validi ed onesti fascisti.
AGGIUNTO DA SOCIALE
I fascisti quando andarono al potere dopo una guerra civile scatenata dai comunisti non uccisero un solo avversario politico.
Diversamente a fine guerra, anche per compiacere i nostri vincitori, servi dei banchieri, gli antifascisti eliminarono oltre centomila tra i più validi ed onesti fascisti.
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