giovedì 10 luglio 2014

GLI EBREI E LA SCHIAVITÚ DEI NERI: Atto 1 di Africamaat

La “Vera” verità sullo schiavismo: L’implicazione degli Ebrei. Messaggio di Alert2neg indirizzato a Elkabbach e cie.
La Verità
 La vostra ignoranza, ed è certamente questo il caso, vi spinge a formulare delle contro-verità su alcuni fatti relativi al commercio negriero. Voi non ignorate di certo, che la Tratta e lo schiavismo costituiscono un crimine contro l’umanità, cf. legge Taubira del 21 Maggio 2001, ed è per questo motivo che conviene di non continuare a mantenere alcune distorsioni come quelle che noi abbiamo rilevato nelle vostre trasmissioni di Europe 1 e Rendez vous médicis su publicsénat.

Vendita di schiavi
Noi vi invitiamo dunque a contribuire al completamento anche della conoscenza circa questo argomento, dello Storico O.P.G., il quale non ha compreso che il suo ruolo, non era quello di sdoganare tale parte immettendone un’altra, bensì quello di testimoniare la verità storica circa i fatti. Noi speriamo anche di incontrarvi prima possibile allo scopo di condurre insieme un’impresa di demistificazione della figura caricaturale del Re Negro che avrebbe venduto i suoi sudditi.
 Cordialmente Vostri
 Alert2neg alert2neg@hotmail.com
Questa settimana, in un incartamento intitolato: “La verità sullo schiavismo“, il Nouvel Observateur ci presenta una deformazione della Storia ed un rimodellamento nel senso della sua ricostruzione sul concetto che le “Lobbies non esistono”, questo probabilmente per ingraziarsi pubblicitariamente i suoi sponsor… Questo incartamento recita: “Hanno partecipato i mercanti di schiavi ebrei alla tratta atlantica? Rispondendosi: Falso”.
Ma la prova più plausibile che questa affermazione sia un’elucubrazione senza alcuna verità storica si trova nel Codice Nero, promulgato nel 1685 da Luigi XIV. Il primo articolo di questo testo che regolamenta lo schiavismo nelle Antille, in Guyana ed in Louisiana esclude formalmente gli ebrei dai territori interessati: “Ingiungiamo a tutti i nostri funzionari di scacciare fuori delle nostre isole tutti gli ebrei che ivi hanno trasferito la loro residenza, ai quali, come nemici dichiarati del termine stesso Cristiano, noi imponiamo di lasciarle entro tre mesi, a partire dal giorno della pubblicazione della presente, pena la confisca dei corpi e dei beni.” Sia a La Rochelle, che a Nantes ed a Bordeaux, famiglie importanti di protestanti hanno in compenso prosperato economicamente grazie al commercio triangolare.
DAL QUINDICESIMO AL DICIANNOVESIMO SECOLO
Chi sono dunque i negrieri che trasportano gli schiavi neri in America dal XV° al XIX° secolo?
L’Informazione qui sotto esposta si trova documentata nei quattro volumi di Elizabeth Donnan che possono essere trovati nella Libreria Nazionale di Washington (1) ed alla Libreria dell’Istituto Tecnologico di Carnegie a Pittsburg (2)
Nave di Negrieri
Nomi della nave – Proprietari
Abigail - Aaron Lopez, Moses Levy e Jacob Franks
Crown - Isaac Levy e Natham Simpson
Nassau - Moses Levy
Four Sisters - Moses Levy
Anne and Eliza - Justus Bosch e John Adams
Prudent Betty - Henry Cruger e Jacob Phoenix
Hester - Mordecai e Davdi Gomez
Elizabeth - Mordecai e Davdi Gomez
Antigua - Natham Marston et Abram Lyell
Betsy - William De Woolf
Polly - James De Woolf
White Horse - Jan de Sweevts
Expedition - John e Jacob Roosevelt
Charlotte - Moses e Sam Levy ; Jacob Franks
Caracoa - Moses e Sam Levy

I Mercanti di Schiavi e l’Olocausto « negriero »
1- I dimenticati dalla Storia
I Neri sono da sempre i dimenticati della Storia, perché nessuno si interessa di loro. E’ normale perché, ironicamente parlando, loro non possiedono ancora delle “Lobbies che non esistono”… E delle Lobbies sufficientemente potenti da arrivare a negoziare direttamente delle compensazioni legittime dagli Stati interessati.
Allorquando invece, “l’Industria della Memoria”, ci rammenta rimpinguando i nostri ricordi quasi ogni giorno dell’ importanza dell’anno 2005, giorno del sessantesimo anniversario della caduta del regime nazista, che coincide perfettamente con le sei punte della stella di David e di nuovo il numero sei ritorna nella cifra di “6.000.000″ di “vittime”, (dell’Olocausto), nessuno si ricorda invece dei Neri che sono vittime molto più numerose, dopo la sparizione della pratica dello schiavismo, che invece dura non solo anni, ma più secoli. 
Due pesi e due misure, a seconda che voi siate una categoria potente che controlla sia i mediache le istituzioni finanziarie, o che invece voi siate un “Negro” miserabile al quale si rifiuta – Questo è successo all’umorista Dieudonné -, di fare un film sul Codice Nero, ( impiego in particolare più volentieri questo termine perché sono nato in Senegal-paese ove ancora conto tanti amici d’infanzia e dove una parte del mio cuore è restato-, perché questa parola mi permette di risvegliare le coscienze addormentate e di insistere portando l’attenzione su questo vocabolo insultante che impiegano sia i Nazisti che certi colonizzatori).
Circa questo argomento, l’associazione “Euro-Minoranze” che io presiedo, sta studiando attualmente gli aspetti giuridici attraverso l’opera di più avvocati per vedere come sia possibile ottenere una compensazione sia simbolica che morale circa a questo termine – perché è fuori questione di abbassarsi al livello degli altri, che si fanno ripagare in denaro contante e sonante il numero dei cadaveri-, per questo infame episodio della nostra Storia.
Torture ed esecuzioni
2 – I “Negrieri”
I “Negrieri” sono strettamente legati ad uno dei più grandi genocidi dell’umanità che concerne lo schiavismo: il genocidio dei Neri.
Siccome è assolutamente inutile fare un conteggio morboso dei morti della Seconda GuerraMondiale, è altrettanto inutile di farne uno che concerna il numero delle vittime di questo tragico episodio storico, insomma lasciamo i morti a riposare in pace e non uccidiamoli una seconda volta.
Un certo numero di mercanti parteciparono direttamente a tutte le tappe di questo genocidio: occupandosi della scelta dei “prodotti”, (gli schiavi), del loro trasporto nelle loro “galee” designate per il traffico specifico e che non hanno niente da invidiare ai campi di concentramento nazista, (…), e della gestione delle “Vendite all’Asta” , sempre dei loro “prodotti”, così come  del loro acquisto per l’utilizzo a fini personali.
Alcune ricerche intraprese da un certo numero di storici di confessione ebrea provano oggi chequesti “negozianti” sono implicati nella tratta in maniera totalmente sproporzionata -  avendo tenuto conto della comparazione in senso di importanza in termini di quantità, del loro gruppo etnico-, in rapporto agli altri gruppi che ne hanno fatto nella stessa maniera commercio. L’immensa fortuna di questi mercanti, così come quella di coloro che hanno fatto dello schiavismo il loro genere di commercio, deriva dalla “tratta dei Neri”, e cioè a tutti gli effetti, deriva dal loro colore di pelle, cosa che oggi è considerata come un atto violentemente razzista.
A questo punto ci si può porre la domanda: “Ma perché proprio i Neri”?
La ragione è semplicissima. Al principio dell’invasione dell’America del Sud, gli “indiani”, (i nativi), sono stati inizialmente presi e sottomessi come schiavi. Ma questi si ribellavano, cosa evidentemente pessima per gli affari, e non solo questo, essi morivano durante la detenzione, lontani dal loro ambiente natale.
Ed è allora in quel momento storico, che i commercianti, mai a corto di ispirazione in senso di senso degli affari, cominciano a vedere nei Neri d’Africa un eccellente “prodotto”, docile e di costituzione robusta, da sostituire al precedente,( le teorie di Darwin si applicano durante il trasporto e non restano vivi che i migliori all’arrivo a destinazione…).
2.1 Ricorso Storico
Ma si ritrovano tracce dello schiavismo dei “Negrieri” ebrei, che ne sono i precursori, già alla fine del VI° secolo d.c.
Lady Magnus scrive: “All’epoca di Papa Gregorio il Grande (590-604), gli ebrei diventano i più importanti mercanti in questo genere di traffico” (3)
L’autore ebreo, (e sionista) Julius Brutzkus riporta “Già nel X° secolo d.c., gli Ebrei possiedono delle miniere di sale a Norimberga. Compiono traffico d’armi e spoliano di tesori le Chiese. Ma la loro grande specialità è…lo schiavismo”.
L’enciclopedia ebrea riporta: “I primi ebrei che incontrano i Polacchi sono certamente dei mercanti, probabilmente mercanti di schiavi, chiamati nel XII°d.c. secolo gli “Holekhei Rusya” e cioè i Viaggiatori verso la Russia”.
Infine, Israël Abrahams annota che nel XII° secolo d.c.: “Gli Ebrei spagnoli, (Marranes) devono la loro fortuna al traffico di schiavi”.
Ed Henry L. Feingold prende nota del fatto che nel 1460, allorché gli Ebrei diventano I Maestri delle scienze nautiche in Portogallo, lo Stato Iberico importa un numero tra i 700 e gli 800 schiavi all’anno (4).
Il successo di questi mercanti medioevali è incrementato dalle loro conoscenze linguistiche. Parlano l’arabo, il persiano, il roman, (lingua romanza,evoluzione linguistica del latino del medioevo), il francese, lo spagnolo e lo slavo. Altrimenti, possiedono una mappatura delle vie degli affari sempre all’avanguardia rispetto ai tempi che bisogna riconoscergli…
Marcus Arkin, che è autore di “Aspetti della Storia Economica Ebrea” – Aspects of Jewish Economic History (5), ci rivela che i trafficanti ebrei, in certi paesi europei “hanno un monopolio del commercio internazionale”, tanto che i due termini: “Ebreo” e “Mercante” appaiono essere due sinonimi dello stesso concetto,  e questo nei documenti carolingi, cosa che conferma anche Lady Magnus nel suo libro a pagina 152.

2.2 – Cristoforo Colombo da il via al traffico.

il 2 agosto del 1492, più di 300.000 Ebrei sono espulsi dalla Spagna, cosa che mette fine ai loro cinque secoli di implicazione nello schiavismo in questa regione d’Europa. In effetti i documenti storici provano che alcuni tra loro avevano già ammassato nei forzieri delle considerevoli fortune con il traffico di schiavi cristiani e che occupavano all’epoca dei posti di primo piano nella gerarchia spagnola.
Le circostanze economiche li riportano all’interno di una coalizione di rapitori di schiavi. Poco tempo dopo l’espulsione degli Ebrei dalla Spagna, Cristoforo Colombo, il cui nome in realtà è Cristoforo Colono, fa imbarcare con lui nella sua spedizione verso il nuovo mondo un gruppo di rifugiati ebrei (6). Nel suo diario di bordo, lo stesso Colombo fa notare la coincidenza temporale di questo suo primo viaggio, verso le Americhe, con l’episodio dell’espulsione degli Ebrei dalla Spagna nel seguente passaggio: “Dopo avere espulso gli Ebrei dal suo Impero, sua Altezza, lo stesso mese di gennaio mi ordina di vogare verso i cosiddetti territori delle Indie”.
La regina Isabella firma il decreto esattamente lo stesso giorno che Colombo intraprende il suo viaggio.  George Cohen, tra i tanti storici ebrei, precisa che numerosi Ebrei pieni di fortune finanziano la spedizione di Colombo. La storia dei gioielli di Isabella è leggenda e non è fondata su alcun fatto accertato, ma rivela semplicemente il suo aspetto mitologico destinato a glorificare la regina.
Tre Marranes partecipano finanziariamente a questa avventura:
❖ Luis de Santagel, ( o meglio detto Santangelo), ( a questo titolo menzioniamo: Il primo decreto reale per concedere l’esportazione di grano e cavalli in America è accordato a Luis Santangel che è riconosciuto come il fondatore delle più importanti industrie americane (7). Lo storico Kohler, nel suo libro: “Colombo”, a pagina 159, ci cita un aneddoto gustoso: ” Rappresenta un dato di fatto storico, che un giorno Ferdinando V, che aveva bisogno di danaro, si fermò a casa di Santangelo a Calatayud, per ottenere da lui una somma considerevole”. “In quell’epoca dunque, ne Ferdinando ne Isabella, hanno a loro disposizione abbastanza denaro per armare una flotta”, ( pag. 75).
❖ Gabriel Sanchez, anche lui citato da Kohler nel suo libro come indico qui di sotto, a pagina 160, ci riporta che “si tratta di un “agiato mercante”.
❖ Il tesoriere reale ed il suo assistente Juan Cabrero influenzano la regina Isabella perché li aiuti a finanziare il viaggio di Colombo. Cabrero e Santangelo investono 17.000 Ducati, (cifra rapportabile a circa 150.000 EURO dei nostri giorni). Allo stesso modo Alfonso della Caballeria e Diego de Deza forniscono anche loro dei fondi. Abraham Ben Samuel Zacuto fornisce quanto a lui, gli equipaggiamenti di astronomia e navigazione necessari e Isaac Abravanel lo assiste in questo .  Sei Ebrei molto in vista accompagnano dunque Colombo nel suo percorso verso le Americhe,  tra i quali ritroviamo: Mastro Bernal, uno scienziato; Marco, un chirurgo; Roderigo Sanchez, un ispettore; Luis de Torres, un interprete; ed Alfonso de la Calle come marinaio.  Torres si installa a Cuba e diviene colui che introduce l’uso del tabacco in Europa, esportato dalle sue vaste piantagioni.


La relazione tra gli Ebrei e la scoperta dell’America non è una coincidenza fortuita. La spedizione del 1492 non è che il risultato di un’impresa essenzialmente ebrea o meglio marrana.
2.3 – Colombo è un mercante di schiavi?
Sir Arthur Helps scrive nelle sue lettere, Colombo parla “delle sue abitudini di praticare la tratta degli schiavi”. Nel 1498, le sue cinque navi conducono 600 Indiani in Spagna come schiavi. 200 sono dati come compenso ai capitani delle navi e 400 sono venduti. Colombo impiega però manodopera di schiavi, anche prima di imbarcarsi per il nuovo mondo.
Partecipa infatti alla creazione di una colonia a San Jorge El Mina, località situata in Ghana, in Africa occidentale. Nel nuovo mondo, Colombo costringe gli Indiani alla schiavitù per trovare oro, che è il suo obiettivo.


Riporta in Spagna l’equivalente di 6.000.000 di Euro in vent’anni di tratte, a prezzo della vita di un milione e mezzo di Indiani d’America, il che corrisponde esattamente a 4 Euro per vita umana!  Che Cristoforo Colombo sia ebreo o meno, come proclamano mumerosi storici ebrei, non so, ma resta il fatto che le sue spedizioni sono finanziate da investitori ebrei. I gioielli della regina Isabella sono si un mito, ma i marrani invece sono reali!
Tortura

3-  Lo schiavismo delle colonie dell’America del Sud e dei Caraibi
I trafficanti di schiavi ebrei fornisco Neri a  decine di migliaia alle piantagioni dell’America del Sud e dei Caraibi. Non si trova oggi alcuna traccia scritta di proteste contro questo tipo di comportamento. Si tratta dunque di un affare puramente commerciale nel quale la religione non interviene affatto a fare proseliti.
Daniel M. Swetschinski stima che la parte dei trafficanti ebrei implicata negli affari internazionali sia a quel tempo non proporzionale.  In quanto rappresenta il 75% delle imprese coinvolte negli affari mercantili in generale, in un periodo in cui gli ebrei non rappresentano che il 10% della popolazione. Questa dominanza del mercato degli schiavi li mette in posizione di equilibrio con le altre comunità. I proprietari di piantagioni di zucchero in Brasile, utilizzano in abbondanza questa manodopera costituita da Indiani, (Nativi) e Neri, a loro fornita dai mercanti di schiavi ebrei. Nel 1600, le piantagioni costituiscono la parte più importante del serbatoio di schiavi, delle Americhe, con esattamente 10.000 Neri Africani e l’esportazione dello zucchero, guarda caso, è nelle mani di mercanti ebrei.
La compagnia olandese delle Indie Occidentali è creata nel 1621 al solo scopo di guadagnare denari.Gli ebrei dunque investono massicciamente, nell’impresa suddetta, destinata a qualsiasi forma di commercio, compreso lo schiavismo. I dirigenti olandesi, promuovendo lo sviluppo economico conseguente, incoraggiano così gli ebrei ad emigrare, (mossa molto astuta…) e conseguentemente,  l’Olanda diventa molto rapidamente il centro del potere e delle fortune economiche ebree.
Marcus Arkin scrive: “Circa lo sviluppo delle industrie nelle quali gli Ebrei investono: taglio di diamanti, zucchero, seta, tessili, miscele di tabacco, derrate alimentari…), ma essi sono dipendenti dalle Colonie, quindi non è affatto sorprendente di ritrovare degli Ebrei di Amsterdam coinvolti nel commercio verso l’Asia ed il nuovo mondo.”
“Nel XVIII° secolo, circa un quarto delle partecipazioni delle compagnie internazionali di commercio olandesi sono detenute da Ebrei ed il loro declino economico, porta in seguito alla rovina della più parte delle famiglie agiate.”
Il Ricercatore ebreo Arnold Wiznitzer è molto più esplicito riguardo l’implicazione nei commerci di Ebrei in Brasile: “A parte la loro posizione preminente nell’industria dello zucchero, essi dominano il mercato degli schiavi.  Dal 1636 al 1645, un totale di 23.163 Negri, (citato questo termine nel testo), arrivano dall’Africa e sono venduti per l’ammontare di 6.714.423 Fiorini, (circa dunque 290 Fiorini ad individuo, questo è il prezzo della vita umana di un Nero all’epoca).  
Gli acquirenti durante le vendite all’asta erano tutti Ebrei e questo mostra inoltre, una mancanza di qualsivoglia concorrenza nel mercato di schiavi, che erano dunque comperati a prezzi irrisori. D’altra parte. non c’era alcuna competizione allo stesso modo, per l’acquisto disschiavi di cui era saldato il credito, alla conclusione della successiva stagione di vendita dello zucchero. Se le aste avvenivano i giorni di festa ebrei, queste venivano automaticamente rinviate.”
Moshe Kahan dichiara senza mezzi termini che tra il 1653 ed il 1658, “I mercanti ebrei Marranes detenevano il controllo totale del commercio spagnolo e portoghese,  per cui avevano anche il controllo del commercio levantino… e che avevano importanti somme di denaro a loro disposizione.”
Seymour B. Liebman nel NEW WORLD JEWRY ( Nuovo Mondo Ebreo), indica chiaramente che ” Le navi non appartengono solo agli Ebrei, ma che sono comandate da capitani ebrei e che hanno un equipaggio composto da Ebrei”

Tortura
4- Lo schiavismo negli Stati Uniti
Lo schiavismo negli Stati Uniti inizia come pratica con la conquista del nuovo mondo.
Le navi effettuano a quei tempi un percorso a triangolo tra l’Europa, l’Africa e le Americhe. Vendono dei prodotti lavorati in Africa, prendono degli schiavi con destinazione Brasile o Caraibi o anche Stati Uniti e tornano in Europa con zucchero a bordo ed altre materie prime.
E’ l’arte dell’ottimizzazione degli investimenti della quale  si può rendere omaggio creativo nell’ambito degli affari agli Ebrei. Durante esattamente 4 secoli, milioni di Africani sono “esportati” verso le Americhe. Durante il XVIII° secolo, gli Ebrei partecipano attivamente nella negoziazione e nel commercio di schiavi.  Alcuni Ebrei controllano anche completamente i mercati, in cui sono stabiliti i prezzi, di quella che è una merce!
Ma si assiste anche ad alcune storie commoventi di romanticismo. E’ così che Aaron Levy, il fondatore di Aaronsburg in Pensilvania, compra Rachel, una schiava nera, nel 1780 e la porta a Filadelfia. La libera l’educa e la sposa. Lei riposa ormai nel cimitero Mikve ad Israele, in prossimità della tomba di Haym Salomon, il finanziatore della Rivoluzione Americana ( cf 1776).
Nel 1793, Eli Whitney inventa il filato di cotone ed avviene così, il decollo economico delle piantagioni di questa nuova materia prima, grande consumatrice di manodopera, in particolare di schiavi a buon mercato. Uno dei numerosi studi effettuati da Ira Rosewaike, pubblicato dall’American Jewish Historical Society, ( Società di Storia Ebrea Americana), mostra che  il 75% degli Ebrei del Sud degli Stati Uniti possiedono degli schiavi neri, ( questo prima dell’elezione di Lincoln ), quando invece soltanto il 36% dei Bianchi ne possiedono.
Il Rabbino Isaac Meyer Wise, uno dei campioni della riforma liberale ebrea ed il più attivo dei rabbini degli Stati Uniti nel XIX° secolo,  che sostiene attivamente la pratica dello schiavismo dei Neri, chiama Abramo Lincoln un “imbecille” ed argomenta le sue dichiarazioni scrivendo che i Neri sono “delle bestie deprimenti”, (Ricordiamo che Lincoln è uno dei rari presidenti americani che non è stato eletto con voti ebrei, perché si opponeva allo schiavismo e che quando viene elletto nel 1860, abolisce immediatamente la schiavitù, ed è questa ragione che scatena la guerra di secessione).

Nel 1896, un editoriale nel Jewsh South di Richmond in Virginia, spiega che i ” Negri, (citato nel testo), sono intellettualmente e moralmente e fisicamente di una razza inferiore – un fatto che nessuno può negare”, ed in occasione della morte del senatore (ebreo) del Maryland, Isador Rayner, un giornalista nero scrive che Rayner ” evoca indirizzandosi ai suoi vicini di colore i terrori dei pogrom”. Quando il B’nai B’rith e l’ADL, ( Legaanti-diffamazione)- organismo controllato sempre dalle “Lobbies che non esistono”, l’equivalente della LICRA ( Lega Internazionale Contro Il razzismo E L’Antisemitismo) in Francia, – pubblicano il loro scritto satirico, nel 1976, intitolato: ” Gli Ebrei Americani: la loro Storia”, su 13 pionieri ebrei americani, 10 di loro sono legati alla tratta di schiavi… ( come dire che, più voi siete schiavisti, razzisti ed antisemiti e più vi conviene aderire a questo genere di organizzazione per darvi una ripulita alla coscienza…)
Del resto, i seguenti quotidiani e cioè The San Francisco Chronicle, The San Francisco Examiner, The Los Angeles Times ed altri ancora, rivelano che da numerosi anni negli Stati Uniti,  L’ADL pratica spionaggio e istituisce dei dossiers, su 950 organizzazioni e 10.000 individui di cui la maggior parte sono gruppi di Neri, tra cui è compreso il famoso NAACP, ( National Association for the Advancement of Coloured People o Associazione Nazionale per lo Sviluppo della Gente di Colore), fondato nel 1909 da dei gruppi militanti multirazziali.
Il generale israeliano Moshé Dayan ne parla, dicendo, ecco che tra qualche anno, le forze militari americane si degraderanno perché sono composte di Neri ” con poca intelligenza e nessuna educazione”.
Egli insiste inoltre nel momento in cui gli Stati Uniti compiono reclutamenti ” Vi ci vogliono del sangue nuovo e dei cervelli migliori”. E questi è considerato un eroe ne suo paese!!! Quando gli si fa presente questi fatti, alcuni ebrei che ti contraddicono argomentano le loro spiegazioni su dei punti che si prestano volentieri a generare l’ilarità.
Esecuzione durante il trasporto in viaggio

Eccone due:
❖ Il primo è che i mercanti ebrei di schiavi sono stati costretti dai Cristiani a diventare mercanti di schiavi ed a compiere questo “sporco lavoro” per conto loro.

❖ Il secondo è che senza questi mercanti, il numero delle vittime in particolare per fame, sarebbe ancora più elevato e catastrofico.

Ma dimentico l’ultimo, che corrisponde a quello che usano come ultima spiaggia, quando non trovano più argomenti validi: e cioè che dai prova di anti-semitismo, anche solo per il fatto di riportare e relazionare questi fatti, in quanto essi non sono rappresentativi della religione ebraica, ( siamo assolutamente d’accordo su questo punto, non bisogna mai generalizzare), e che non sono i soli ad aver fatto questo genere di commercio, ( anche su questo punto siamo assolutamente d’accordo, perché questo non esonera gli altri dalle loro responsabilità!).
Non resta altro quindi che la parola magica  “antisemitismo” venga lanciata nella discussione, quella stessa parola magica che fa tacere tutti i giornalisti e che porta nei ranghi del “pensiero unico” tutti i presidenti ed i membri dei governi.
Può essere quindi un atto diffamatorio il denunciare questo genocidio con lo scopo che non si ripeta più? NO! E’ semplicemente la definizione di un termine.
INFOS RELAYEES PAR ETILE René-Louis
Bibliografia
[1] National Library Washington, D.C.
[2] Carnegie Institute of Technology Library, Pittsburgh, PA.
[3] fonte : Lady Magnus, Esquisses d’histoire juive, Outlines of Jewish History, revues par M. Friedlander Philadelphie : Jewish Publication Society of Amenca, 1890, p. 107 ; Jewish Encyclopaedia, New York & London : Funk and Wagnalls Company, 1905 -1916), vol. 11, p. 402
[4] fonte : Henry L. Feingold, Le Sionisme en Amérique : L’expérience juive du temps des colonies jusqu’à ce jour – Zion in America : The Jewish Experience from Colonial Times to the Present (New York : Twayne Publishing, Inc., 1974), pp. 42-3
[5] Jewish Publication Society of America, 1975, pp. 44-5
[6] fonte : Max J. Kohler, Luis De Santangel and Columbus, PAJHS, vol. 10 (1902), p. 162
[7] fonte : Cecil Roth, L’histoire des Marranes – History of the Marranos, Jewish Publication Society of America, 1932, pp. 272-73)Traduzione di Norats per Informare per Resistere
pubblicazione del 2006 di AfricaMaat 


tradotto da Norats per Informare per Resistere


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