mercoledì 14 settembre 2011

DIARIO STORICO del comandante la Fortezza della Cittadella di Messina parte 2°


Documento inedito quì pubblicato per la prima volta.

Parte II (8 aprile 1860, Pasqua – 28 aprile 1860)

8 APRILE - PASQUA

Sono le 9 a.m. Nessuna novità in Città. L'Intendente scrive al Maresciallo di aver fatto disperdere dalla polizia qualche attruppamento di facinorosi e che lo raccomanda di non far dimostrare ostilità dalla truppa contro i pagani. - Pare che gli affari progrediscono come al 1848-certo è che l'Intendente, figlio del celebre Marchese Artala, non opera lealmente: per suo ordine la polizia non aggisce più. Alcuni furti sono avvenuti più verso sera in pubblica strada da gente armata di stile. Immensi equipaggi tuttavia entrano nella Cittadella e che resteranno allo scoverto. Il Sig. Maresciallo Russo anche ha mandato il suo equipaggio in Cittadella, ed al quale ho ceduto parte del mio alloggio per la sua famiglia: quando mai Signore nel mio alloggio!! Quasi il 3° dei cittadini ha abbandonato la Città nella quale altro non si osservano che gente in giacca e folta barba; molti di essi esteri o dei paesi della provincia. Se il Generale Comandante delle Armi non pone in stato d'assedio la Città, preveggo che il popolo prenderà il di sopra. - La corrispondenza telegrafica con Palermo seguita ad essere interrotta, non però in Cefalù.- Quest'oggi si sono spedite molte munizioni in Catania col vapore per via di mare. - Il telegrafo elettrico da quì per Napoli non aggisce, ma bensì con una barca si mandano i dispacci a Reggio che per l'elettrico li partecipa a Napoli.

Ore 23-Si è attaccato il fuoco in Città; all'istante la Cittadella, alzando la bandiera rossa, ha tirato tre colpi di cannone per annunciare all'armi ed avvertire a tutti quei militari impiegati a dirigersi ai loro posti; la truppa in un'istante ha preso posizione; in vari punti si è attaccato il fuoco. Un Granatiere è stato pugnalato, un caporale dei Veterani ucciso a colpi di stile, altro soldato ferito da colpo da fuoco ed il Cappellano Parisi del 2° di linea ferito con pugnale; la truppa si è distinta e le nostre reclute si sono comportate da vecchi soldati. Molte persone arrestate mi giungono per restringerli nelle prigioni della Cittadella, arrestati con armi bianche o pistole. Sono le 2 della notte ed un "Criminale" ne contiene già 23, tutti forniti di barba. La truppa seguita a percorrere le strade della Città non risparmiando polvere ove sono attruppamento; molti pagani sono passati agli esterni riposi. Rivolta alla stessa ora a Barcellona ed altri paesi vicini.

9 APRILE

Tutta la truppa è rimasta in posizione durante la notte come tuttora si trova, ed al bivacco a terranova fronte alla città. Il Maresciallo, i Generali ed Uffiziali Superiori parimenti hanno passata la notte al Quartier Generale S. Girolamo. - Stamane due pagani sono stati ammazzati dalle nostre reclute che si battono con energia. Il telegrafo ad asta delle alture dirimpetto Messina è stato distrutto e siccome sui monti si scorgono facinorosi armati, è stato spedito il Sig. Ghio del 2° di linea con un battaglione e due pezzi di campagna per batterli, cosa difficile perchè non lo attenderanno. Sono le 10 a.m. Ricevo due liberali da restringerli nel Criminale, uno di essi è il dottissimo filosofo Sacerdote D. Carmelo ALLEGRO, su cui vi si sono rinvenuti circa 2000 ducati di piccole fedi e contante che si suppone dovesse distribuirli ai rivoltosi. Alle ore 10 a.m. Perviene il vapore da Palermo con liete notizie: la carnificina e incendio colà è stato sufficiente; si perseguitano i rivoltosi, la città è nell'ordine normale con l'arresto dei promotori tra i quali Monteleone, Barone Viso e altri. Lo stesso vapore ha portato i proclami di Palermo dati dal Generale in Capo i quali si sono affissi in Messina e mandati anche col vapore a Catania e Siracusa. Pare che la rivoluzione sia generale, ma tutto svanirà perchè la truppa si batte da non poter meglio desiderare. Dubitò però per la poca esperienza dei Generali. -Tutte le corvè e trabanti sortono armati e con scorta ed è cosa graziosa vedere i nostri giovani coscritti impugnare il fucile e sparare senza misericordia. La corvè del pane avendo inteso battere la "Generale" alla Cittadella, in unione dei trabanti, hanno fatto fuoco ingiustamente contro i pagani uccidendone molti. Ore 23-Batte la "Generale"-Artiglieri e linea ai loro posti. Si veggono masse armate sulle alture, ma sicuramente non scenderanno. Questa mattina appena hanno veduto truppa che sortiva dalla Cittadella si sono sbandati come capre.

10 APRILE

La truppa è tuttora sotto le armi in posizione. Terza notte che si veglia, i posti di guardia non sono cambiati e tutti sono di servizio. La Città è in stato d'assedio. Tutto dipende dall'Autorità Militare. L'intendente è stato richiamato in Napoli per dar conto del suo operato. Siamo in attenzione del rinforzo di truppa: 1000 da Napoli e 1000 da Palermo. I vapori sono in molta attività. Immense famiglie seguitano a ricoverarsi nella Cittadella, gli equipaggi sono allo scoverto, tutti gli alloggi e Caserme sono stivati di gente, anche un Vescovo in partibus. Nel mio alloggio ho dato luogo alla famiglia del Generale Comandante le Armi ed al Sig. Generale Afan de Rivera e Capo di Stato Maggiore.

Sono le Due p.m. e tutto è tranquillo in Città; il commercio è aperto, il disarmo si esegue, la spesa dell'ordinario si fa con la massima tranquillità ed i trabanti isolati si portano a fare le spese, essi però vi vanno armati. Sono le ore 20, si osservano bandiere tre colori sulle cime dei monti che circondano Messina. Si attende rinforzo da Napoli, ma sembra vana la speranza. Alle ore 23 siamo attaccati da tutti i punti. Batte la "Generale", la truppa occupa subito tutte le posizioni ad essa assegnate. Abbiamo la fortuna dell'eccellente spirito della truppa massime dei coscritti di recente giunti ai Corpi.

In un momento il fuoco è cominciato simultaneamente dai giardini dei Moselli, Porta Leone, Porta Giajero, in città, alla vicaria, infine da per tutto massime a Porta Bozzetta. La perdita nostra è stata di pochi soldati feriti ed un morto; un Uffiziale ferito e ciò perchè l'azione quasi tutta di notte, essendosi consumate molte munizioni, ma poco produttiva in tempo di notte. Il Castello – detto il Castellaccio – ha consumato bastanti munizioni e illuminaria per scorgere ove erano di stanza i rivoltosi. Dal Bastione Di Blasio si sono tirati vari colpi a mitraglia; la Cittadella si è taciuto. La perdita dei rivoltosi non la sappiamo, nè possiamo conoscerla. L'azione è stata calda e sembra che il nemico abbia buona direzione: il fuoco è durato 9 ore interpellantamente. Ho ricevuto nella Cittadella molti arrestati; la truppa defaticatissima ha dormito agli stessi siti, avendo avuto circa 3 ore di riposo al bivacco. Le truppe in città si sono ben battute e perchè da una finestra e da un balcone si è tirato qualche colpo ai nostri giovani soldati con l'anzietà di sparare hanno fracassato porzione delle finestre e balconi della migliore strada della bella Messina. Sono già tre notti che dormiamo vestiti.

Seguita in città il disarmo, ad onta che [...] all'entrare dei rivoltosi [...] Si attendono i vapori con truppa, senza di che non possonsi reprimere tutti i paesi circovicini, che, dalle notizie che ci pervengono, sono tutti in rivolta. Prevedo ruina immensa; il popolo ha conosciuto la sua forza. Ieri pria di battere la "Generale", nel mentre mi portava all'avanzata, ricevei le armi di questo Intendente Artala e del suo segretario generale.

11 APRILE

La truppa stando al bivacco, parte nei posti raddoppiati in Città e parte avanti la Cittadella, la corvè pel pane e per la compra dell'ordinario, nonchè tutti i trabanti si sono portati nei diversi punti della Città per tanto eseguire verso le ore 10 italiane; ma appena ciò eseguito, in vari punti i rivoltosi hanno attaccato il fuoco, ma debolmente perchè tutta la truppa, che per nulla si era ritirata nei quartieri, era al suo posto. Arrestati politici alla Cittadella ne pervengono continuamente.

Una terribile pioggia ci ha felicitato fino alle 3 p.m. la truppa al bivacco ed in cordone avanti la Cittadella si è ritirata, ma verso le 7 per alcuni colpi di fucile che si sono tirati, si è battuta la "Generale" e chiamato all'armi, e di bel nuovo la truppa con somma pazienza è uscita bagnata come trovavasi; pare che il progetto dei rivoltosi sia di stancare la truppa. -Alle ore 9 ¼ siamo rientrati in quartiere lasciano due compagnie in cordone dalla batteria Di Blasio fino alla Maddalena, altra nella Caponiera che conduce a Di Blasio e finalmente altra avanti la spertungata; e ciò oltre la Gran Guardia in Città e a tutte le porte con numerose forze. Quest'oggi i consoli francese e inglese, il Segretario Generale dell'Intendenza ed il sindaco sono stati dal Generale Comandante le Armi a pietosire per tanta calamità che passa e di impedire il troppo furore dei soldati (i quali veramente sono stati un poco eccessivi con sparare ovunque) protestando essere pochi tristi che fanno tanto piatire ma che la gente onesta non ha nulla che fare con essi: intanto la gente onesta è quella che ti paga. Verso le ore 6 ½ di notte il cordone a Terranova e Porta Giajera sono stati attaccati, si è battuto la "Generale"; la truppa della Cittadella è sortita all'istante, ha rinforzato il cordone con una compagnia ed il restante del 2° di linea alla sua solita posizione. - Si è fatto fuoco, i rivoltosi dalla parte dei giardini detti Moselli ed il cordone da Terranova; la batteria Di Blasio essendosi avveduta che i rivoltosi tiravano da dietro un muro, vi ha tirato una granata che ha fatto tale effetto che il fuoco è subito cessato -. La truppa non ha lasciato le sue posizioni fino alle ore 6 a.m. Quando si è ritirata in Cittadella. Un'altra notte perduta; la truppa è veramente stanca.

12 APRILE

La truppa ha riposato fino alle 7 a.m. in cui si è battuta di nuovi la "Generale" perchè attaccati fortemente i posti Vicaria e Forte Castellaccio, da quest'ultima la banda dei rivoluzionari è stata ricevuta a colpi di cannone. La prima metà della truppa della Cittadella è sortita alle ore 9 ½ la 2ª all'una a.m. rientrando la prima per farla riposare. Si è spedito truppa a Porta Bozzetta spedendovi anche un pezzo di artiglieria a trascino che ha tirato bastanti colpi e così le masse si sono allontanate con qualche perdita. Da parte nostra abbiamo avuto un cacciatore del 2° di linea morto e vari feriti. La truppa si è ritirata alle ore 6 a.m. Del giorno 13 perdendo altra notte senza riposo.

13 APRILE

Verso le ore 8 a.m. Sono giunti da Napoli sui vapori due forti battaglioni formandone quattro, comandati dai Colonnelli Ferrara e Duspet, da alloggiarsi in Cittadella, sostituendo il 2° di linea che riposa con paglia a terra in Città nei vari Conventi; parimenti è sbarcata la batteria a trascino n°8 comandata dal Capitano Carascosa, ma senza muli e cavalli che si attendono per domani. Il 2° Reggimento di linea è sortito dalla Cittadella ad ore 22. Tutte le di loro famiglie ed equipaggi sono rimasti nella Cittadella-. I Signori Uffiziali dormono nelle Compagnie. - Ordine espresso di non più far fuoco se non perfettamente assaliti, nè di battere più la "Generale"; i posti si sono aumentati e questi soli debbono battersi per essersi ben conosciuto essere pochi rivoltosi.

14 APRILE

La Città è tranquilla, il commercio aperto e le botteghe negoziano come di consueto. -Il Comitato Segreto esiste, il Comando Militare nulla può fare se la polizia è dalla parte di esso perchè persone molto ricche; tra il Comitato vi era l'Intendente, intanto non si può provare perchè la polizia infedele, a segno che il Capitano d'Armi, che gode di 100 ducati al mese, da due mesi è assente da qui, non pertanto per testimoni oculari si conosce che in Barcellona, nelle vicinanze di Milazzo egli ha proclamato la libertà d'Italia con bandiera di tre colori che lui portava. Questa mattina alle ore 10 a.m. Sono sbarcate le mule e i cavalli della 8ª batteria a trascino n°13.

Si attende da Napoli la Cavalleria, che tutti si riuniranno in Catania.

Un villaggio stamane ha rimesso circa 124 fucili in questa Cittadella, la maggior parte erano stati presi da Doganieri e Guardie urbane.

15 APRILE-DOMENICA

alle ore 7 ½ a.m. Sono partiti 600 uomini del 2° di linea la mezza batteria n° 13 per Catania.

Alle 2 p.m. dai vapori partiti da Napoli sono sbarcati uno squadrone di lancieri con cavalli e banda; subito dopo sono partiti i vapori per prendere altra cavalleria che deve completare il n° di 100.

È sbarcato parimenti il personale dell'ambulanza con 40 brande ed altrettante casse di medicinali, cassettoni di ferri chirurgici e quanto può bisognare per un Corpo d'Esercito.- La Città comincia a popolarsi, il commercio si attiva, fucilate non più se ne sentono per le strade, molti furti sono stati commessi nei casini dai rivoltosi.

16 APRILE

Alle ore 9 ½ a.m. sono sbarcati altri 2 squadroni di lancieri trasportati da tre vapori. Sono partite alla punta di giorno tre piccole colonne mobili per differenti punti della provincia. Si è manifestato all'ordine di questa Real Piazza la piena soddisfazione di S.M.(D.G.) pel modo come le truppe coraggiosamente ha sedato le rivolte, ed accorda la doppia diaria a tutte le truppe dal giorno 12 in poi, promettendo compensi a coloro che si sono più distinti.

17 APRILE

Da quest'oggi i Forti di Corsagra e Castellaccio hanno cessato di ricevere i viveri di riserva stante che essendo la Città rientrata nell'ordine normale, possono calare nelle piazze per eseguire la compra dei viveri per l'ordinario.- Stamane alla punta di giorno sono partite tre Compagnie dell'8° Cacciatori: una da restare nel villaggio di Milo, altra a Bozzetta, e l'ultima a Barcellona; tutti villaggi a poca distanza da Messina e Milazzo.

Dell'8° Cacciatori due sole Compagnie sono rimaste in Messina; una a S.Girolamo, altra al Noviziato.- Il 2° di linea in Città avendo spedito 600 uomini a Catania.-il 14° e 15° di linea la l'8ª Batteria a trascino in Cittadella di permanenza.

19 APRILE

Ieri alla punta di giorno in un avamposto furono tirate poche fucilate la truppa ha risposto subito all'invito ed al solito tutti sono fuggiti. Cadde morto un gentiluomo ed il cavallo anche morto.

Per Messina si spaccia che i soldati tiravano a volontà senza essere provocati, e ciò per persuadere che non esiste la congiura, nel mentre dei paesani delle borgate vicine, dai Doganieri disarmati e dagli impiegati del macino si rapportano masse di due a tre cento uomini ognuna e denunciando nominativamente i Capi.

La rivolta presente fortunatamente ha abbortito con anticipo ma tiene molte radici ancora; con la sollecitudine con la quale S.M.(D.G.) ha spedito con vapori truppa di tutte le armi ha dissestato i congiurati.

L'energia cui la truppa ha dimostrato li ha sorpresi, non però cercano di sottomettersi stante che il di loro carattere è del tutto ostile contro il Governo, anche gli impiegati, salvo i buoni che sono pochissimi.- Verso le ore 20 sono giunti nel porto 5 vapori ed hanno sbarcato due squadroni del 2° Lancieri e sono stati alloggiati in Città. - Messina è popolata come al solito, il commercio si è attivato come prima, tutte le botteghe sono aperte , la Dogana fa il suo ufficio, sembra essere ritornato tutto allo stato normale.-Vi è però poco da fidare.- Una Compagnia dell'8° Cacciatori è rimasta di guarnigione a Patti. Gli arrestati politici da me ricevuti in questa Cittadella del giorno 8 sono i seguenti:

D.Giovanni TRIMARCHI, D. Giacomo CALINDO, D.Matteo RUSSO;D.Rosario TRIMARCHI, Candeloro LAZZAROTTO, D.Luigi CARNERA,

D.Pasquale SANÀ, D.Giuseppe MORABITO, D.Marcello GRILLO,D.Giovanni LA ROSA, D.Giuseppe TRIPODI, D.Carmelo CUSCINÀ, D.Giovanni TRIFILETTI, D.Carmelo ALLEGRI(Sac.), Giuseppe CUSCINÒ,Andrea CAVATOJO, D.Andrea LOMBARDO, Salvatore RAGONA, Salvatore AMANTE, D.Giuseppe LOMBARDO, Salvatore CARDILLO, Gaetano SCORDINO,D.Nunzio CRISAFULLI, Mariano VITRON(alias cappuccio), D.Giuseppe DI SALVO, Giuseppe CUCCINOTTI, Diego FERRARA, Gaetano GATTO,D.Domenico RUSSO, D.Carlo AGRESTO, Pietro MONTERA, D.Pasquale SANTORO, D.Benedetto BENSAI, Luigi SCUDIERI, D.Carmelo LA BADESSA,D.Litterio FAZIO, Carmelo DANGO, D.Salvatore LA BADESSA, D.Luigi AINIS, D.Placido GIUNTA, D.Salvatore LO SCHIAVO, Andrea FABERTI, D.Santo VITALE, D.Felice SFERRAZZA, D.Antonio CURRÒ, Carmelo MARCHESE, Giuseppe DE COTA, Giovanni PIZZO, D. Giuseppe RISTUCCIO,D.Antonio CONDURSO, D.Gaetano SACCONE, D.Silvestro CICIONE,D.Giuseppe COSTA, Pietro NOISIO, D.Litterio TRIPODI.

20 APRILE

Due fregate a vapore ed un brigantino da guerra a vela in crociera pel litorale della Sicilia perchè si suppone che GARIBALDI con una masnada di Italiani tenta di sbarcare nell'Isola. Telegramma da Napoli. In Palermo sono stati fucilati 13 individui presi con le armi alla mano.

La Commessione Militare colà è in permanenza. Il fiore della nobiltà più ricca è assicurata alla Giustizia, cioè il Barone VISO, principe di MONTELEONE, Duca SCORDIA, Principe GIARDINELLI, ed il Principe MONTERASO. La truppa in Palermo è sempre in posizione; sanguinosi attacchi vi sono stati nei paesi vicini; la truppa ha riportato sempre vantaggio. Sono stati bruciati Misilmeri, Bacaria e Carini ed immensi casini. Catania in apparenza sembra tranquilla; la truppa colà da qui inviata ha argomentato i rivoltosi.

22 APRILE

La Città trovasi nello stato normale ed il commercio in pieno vigore; tutte le teste sono alterate, i militari in attenzione dello sbarco degli esteri segnalati da Napoli per poterli battere; le teste riscaldate, con la speranza di rivendicarsi, con molta prudenza fra loro si intendono; le donne dei militari che tremano; chi è uscito dalla Cittadella cerca di rientrarvi; in fine, chi guarda le cose con spirito tranquillo si ride di tante cose che si suppongono e a cui si dà tanto peso da persone che non vi dovrebbero tanto badare. Alle ore 2 p.m. mi pervengono i seguenti demagoghi per restringerli in queste prigioni: Giuseppe MARINO, Giovanni CONSOLO, Giovanni BOLOGNANO, Diego DI DONNA, Angelo LOMBARDI, Giuseppe BARILLE, Pietro CARATOZZOLO, Giovanni MOLINO, Giovanni LOMBARDI, Candeloro LOMBARDO, Giuseppe SOTTILE, Giuseppe CHIAVAY, Francesco COGLITORE, Frencesco PERDICHIZZI, Giovanni BARBAGALLO.- Quest'oggi tutta la truppa si è esercitata nella propria piazzetta e l'artiglieria e cavalleria a Terranova.

24 APRILE

Questa mattina alle ore 6 a.m. sono partiti 139 uomini del 2° di linea, due squadroni di Lancieri e mezza batteria a trascino n°8.

I 139 uomini del 2° di linea scortano la mezza batteria fino alli Giardini a due tappe da Messina, e quindi ritorna, trovandosi ai Giardini altro distaccamento della truppa di Catania che scorta l'artiglieria e i due squadroni di cavalleria a Catania.

La città è tranquilla; nessuna notizia finora vi è del supposto sbarco degli emigrati ed è perciò che sul dubbio le persone paurose con famiglia non ancora sgombrano la Cittadella.

Alle ore 11 a.m. il sig. Maresciallo di Campo RUSSO con la famiglia ha lasciato parte del mio alloggio che occupa fin dal giorno 8 corr. ritirandosi nelle sue abitazioni in Città. Verso le ore 20 si è ritirato il distaccamento di 30 uomini spinto fino a Taormina in dove ha ricevuto mille simpatie e la Comune, durante la loro stazione colà, ha dato pranzo ai soldati ed Uffiziali gratis; per tutti i villaggi per dove detto distaccamento è passato è stato cordialmente ricevuto.- É rientrata parimenti una Compagnia di Cacciatori che ha eseguito il disarmo al Gesso conducendo due cariche di fucili ed altre armi.- Da Palermo si ricevono notizie soddisfacenti per la truppa.

25 APRILE

Per quanto mi rapporta il [...] di Artiglieria MUSTO, questa notte una quantità di persone hanno cantato sotto la sua abitazione e per quanto abbia potuto udire vi era il ritornello di punire il tradimento; questa combricola che suppone vi erano anche dei marinai sbarcati di notte, si è dileguata all'avvicinarsi di una pattuglia.

Pare che l'accanimento sia permanente in essi, nè cessano i di loro pravi sentimenti, nel mentre in Città si mostrano così umiliati e sommessi che sembrano pecore e tutti assicurano che pochi ladri sono quelli che pervertono la Città e che tutti sono innocenti, come lo assicurano ancora i 76 prigionieri politici ristretti in queste carceri della Cittadella, abbenchè presi con le armi alla mano.- Verso le ore 22, S.M. (D.G.), per l'elettrico, segnala di raddoppiare di vigilanza perchè oste nemico si aggira per mare.

26 APRILE

Alle Due p.m. sono venuti arrestati 5 detenuti politici:

D.Pasquale LO SCARDO – Consigliere d'intendenza e Senatore;

D.Pietro GIUSTI;

D.Antonio CUNDARI;

D.Placido MARGARENI;

D.Lorenzo PISPISA;

Le città è nello stato normale.-I fogli esteri trascrivono le lettere che S.A.R. Il Conte di Siracusa scrive a S.M.(D.G.) consigliando a stendere la mano all'Amico Vittorio Emanuele, re del Piemonte. Per quanto si suppone, tutti gli arrestati politici che cattura la polizia, sia ordine che perviene da Napoli perchè manifestati da questo Sig. Intendente che fu richiamato nella Capitale per rendere conto di quanto ha praticato in questa, prima della rivolta.

27 APRILE

Il Distaccamento che accompagnò la mezza batteria a trascino n°8 stamane alle 11 a.m. è ritornata dai Giardini.- 48 arrestati politici, alle ore 4 p.m., dalle prigioni della Cittadella sono passati alle Carceri Centrali, rimanendovi in questa solo 27.

28 APRILE – SABATO

Per la Madonna della Lettera si celebrano le Vesperi per nove sabati che precedono il 3 giugno, dei quali, come dicono i Messinesi, i primi quattro sono a Muccioni e gli altri 3, che si celebrano con più solennità ed illuminazione e si dicono solenni – la domenica poi dell'ultimo sabato sosta la gran processione in cui si mostra il Cappello della SS. Vergine che gira per la Città seguito dal Senato e altre autorità con l'intervento di forte distaccamento di truppa; in questi 5 sabati solenni tutte le numerose campane di Messina al tocco di quella della Cattedrale suonano per molto tempo a gloria alle ore 18 a due ore di notte e alla punta di giorno.-Il sabato di oggi è l'ultimo di quello che dicono a Muccioni e nel mentre la musica cantava i salmi e il quadro della Vergine era scoverto, un fanatico si è posto gridare "Vergine della Lettera – Viva la Costituzione", grido che non tutti che stavano stivati nel vasto tempio lo hanno inteso,ma quelli che gli erano vicini, spaventati, si sono affrettati a fuggire della Chiesa per non compromettersi, come hanno praticato i più lontani, che il frastuono della musica non gli aveva fatto sentire lo stentorio grido di "Viva la Costituzione".

La folla in Chiesa era tale che, quantunque vi siano 3 porte, pure a stento si è evacuata in un momento senza confusione.- Il fanatico è stato subito portato nella Sacrestia per non farlo gridare.

Per segno telegrafico è stato esonerato questo sindaco dal suo incarico.

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