mercoledì 14 settembre 2011

DIARIO STORICO del comandante la Fortezza della Cittadella di Messina 1° parte


Documento inedito quì pubblicato per la prima volta.

“Perché i figli salvino e tengano vivo il nome degli avi , come i sugheri,

reggendo la rete, preservano il filo di lino dal fondo del mare."

(Massima di ESCHILO, Coefore, fatta propria da Bruno De Martino di Montegiordano)

DIARIO STORICO DEL

CAV. DON NICOLA DE MARTINO DI MONTEGIORDANO

N. a Sant’Antimo il 1788 M. a Sant’Antimo il 1862

Comandante la Fortezza della Cittadella di Messina

MAGGIORE GENERALE

DEL DISCIOLTO ESERCITO DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

SULLA CAPITOLAZIONE E RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA

APRILE 1859 -AGOSTO 1861

(per gentile concessione di Gabriele De Martino di Montegiordano, discendente diretto ed erede del manoscritto del Diario del Generale Nicola De Martino , dattilografato a sua cura; la copia del diario mi è pervenuto attraverso Bruno De Martino di Montegiordano, discendente da Raffaele De Martino, Capitano del disciolto esercito delle Due Sicilie e fratello del Generale Nicola , che raccomanda : “Mi attendo notizie per eventuali riscontri storici incrociati , per poi rimetterli a Gabriele .”

Un sentito ringraziamento per farci conoscere questo inedito preziosissimo documento).

PARTE I ( aprile 1859- 7 aprile 1860)

Messina 1859

Trovandomi al Comando della Cittadella di Messina ed osservando degli affissi sediziosi e delle notizie che si propagano giornalmente in piazza pel malcontento della popolazione che si lamenta pel cattivo ordine governativo e per l'imbecillità dei luogotenenti che si succedono, nonché spinti dalla setta Mazziniana che ha invaso l'intera Isola, sembrandomi impossibile che una rivoluzione presto non avvenga, e perciò che mi piace notarne tutti i movimenti di quanto accade in Messina o altrove che può venire a mia conoscenza. Dal 1° novembre 1859 al 15 dicembre dello stesso anno si sono verificati i seguenti assassini di persone in carica.

IN PALERMO - Il Direttore di Polizia nel portarsi con sua moglie ed un ragazzo suo figlio nella cattedrale per ascoltare la S. Messa, nell'attingere l'acqua santa, ricevè un colpo di stile sulla spalla. Il Commissario di Polizia, per aver osata troppa attività per scoprire il reo, con un colpo di pistola fu steso morto a terra.

IN MESSINA -Il Controloro di Dogana FLORES verso le ore 24 nella pubblica strada ricevè un colpo di rasoio che miracolosamente vive, stante che il rasoio non pervenne a recidere la carotide.

Il Giudice ARRIGÒ del Tribunale Civile andando in unione di altra persona verso mezz'ora di notte in pubblica strada ricevè un colpo

di stile.

Il Giudice del Tribunale di Commercio D. ANTONIO PAINO BARTOLO stando in unione dei suoi amici verso le ore 24 in pubblica piazza ricevè un colpo di stile sulla spalla dritta.

Il Direttore di Dogana MERLO mentre passeggiava per strada ricevè un colpo di rasoio sul viso che lo ha rimasto molto sfreggiato.

Finalmente oggi 15 dicembre nella strada più frequentata, e propriamente alle Quattro Fontane, verso le ore 22 il Presidente della Gran Corte ha ricevuto un colpo di pugnale vicino al femore della coscia dritta, di tutti questi assassini finora 27 dicembre nessun reo si è rinvenuto o riconosciuto.

MESSINA 26 FEBBRAIO 1860

Da molti giorni giunse in questo porto una nostra fregata a vela (forse per istruzione) e si ancorò fuori del porto in direzione della grande strada D.Leo e, a seconda le nostre ordinanza di marina, tutte le sere a ore due di notte tira un colpo di cannone per chiamare tutte le genti a bordo, ed altro tiro di cannone alla punta di giorno, forse significante lo sveglio. La sera del 20 corr., alla solita ora di due ore, nel tirarsi la cannonata a salva, scoppiò una bomba carica a mitraglia a costo di un palazzo di ricco negoziante detto D. Giovanni CONTE, fracassando molti balconi della sua abitazione, e poco danno alle vicine abitazioni: dalla gente torbida si propagò la voce che la bomba carica si era tirata dalla fregata in parola, per cui dall'autorità competente si ordinò esatte informazioni e l'esportizzo dei frantumi e pezzi del proiettile; ma mentre ciò si praticava il Commissario di Polizia fu minacciato di morte e nel ritirarsi rinvenne nella scalinata della sua abitazione due vasi ripieni di escrementi. Questa sera poi alle ore 24 il Regio Procuratore in pubblica strada è stato assassinato con tre colpi di stile senza conoscersi l'aggressore, come è avvenuto in persona di tutti gli altri: lo scopo è quello di sovvertire l'ordine e che la giustizia non più abbia il suo corso regolare.

1° MARZO

Dalle indagini accurate relativamente al proiettile che scoppiò la sera del 26 febbraio p.p. Si è conosciuto che non fu tirato dalla fregata, ma bensì preparato di persone rivoluzionarie per far saltare in aria il Commissario di Polizia che abita vicino al palazzo Conte, ed in effetto dell'esplosione restò gravemente ferito il Guardia di Polizia che accompagnava il Commissario che fu parimenti ferito: ieri sera poi fu rivenuto nel portone del detto Commissario un gran Cartellone che a grosse lettere dice: O PARTI O MUORI.

6 MARZO

Si ricevono lettere ufficiali da Palermo che alle Quattro Cantoniere, Centro della Città, si sono rinvenute quattro grosse bandiere a tre colori, e che in una chiesa ove si praticavano gli Esercizi Spirituali sono svolazzate molte colombe con nastri pendenti di tre colori.

Qui in Messina vi è fermento per varii legni da guerra approdati nel porto, ma non ancora ardiscono muoversi perchè temono i cannoni della Cittadella.

Gli Esercizi Spirituali per la Truppa si praticano nei rispettivi quartieri. Ricevo prevenzione ufficiale di tener tutto pronto nella Cittadella per viveri e quanto bisogna pel giorno 15 del corrente marzo.

7 MARZO

Questa mattina nei consueti siti si sono rinvenuti gli affissi,con i quali si fa conoscere che S.M. Si è benignato ribassare il dazio del macino, e togliere la fondiaria a tutte le case a pian terreno: questi affissi dopo qualche ora con disprezzo da gente torbida col massimo disprezzo sono stati strappati, lacerati e buttati a terra. Sono già dieci mesi che i grani esteri in gran quantità qui sbarcano senza pagare dazio, i magazzini ne riboccano, intanto la popolazione per non esservi meta, e per insinuazione di una setta che esercita un incredibile monopolio in tutti i generi e commestibili di prima necessità per indurre il basso popolo a rivoltarsi. La setta o gente torbida rivoluzionaria per nulla si ricrede ad onta del discorso che Napoleone III ha tenuto al Corpo Legislativo in 1° corr. Che promette pane all'Europa intera, ed il pronto ristabilimento dell'Italia Centrale, perchè tutti generalmente nella Isola intera desiderano guerra e rivoluzione, sulla supposizione di trovarsi meglio sotto altro governo. La truppa è nella massima prevenzione, e quasi sempre pronta a prendere le armi.

La Cittadella è sempre con miccia accesa. Verso le ore 21 col telegrafo elettrico si segnala da Palermo, essere colà avvenuta una dimostrazione, e che si usasse qui in Messina la massima sorveglianza; all'oggetto tutti i posti in città sono stati raddoppiati: gli inglesi suscitano la rivolta.

16 MARZO 1860

Questa notte per telegramma è giunta notizia ufficiale al Console di Francia, che l'intiera Italia Centrale si è riunita al Piemonte: grande allegria e simpatia manifesta tutta la popolazione perchè vivono nella certezza che col Vapore diretto perverranno decreti di costituzione, e riforme.

17 MARZO

Per le notizie di ieri questa mattina si sono rinvenute molte bandiere tricolorate per varii Cantoni della Città: i liberali spacciano notizie allarmanti, ma temono molto la Cittadella.

19 Marzo

Essendo pervenuta la notizia che il Maresciallo VAILLANT ha ricevuto ordine da Napoleone di tenersi pronto per ritirarsi in Francia col suo Corpo di Armata di 50 mila uomini che trovansi in Lombardia per impedire che i Tedeschi calassero in Italia; ciò ha sgomentato i liberali, perchè,a quanto dicesi, pare che Napoleone sia di contrario avviso che il Re di Piemonte recuperi un terreno di circa 15 milioni di abitanti. In Lipari nella processione del Protettore S. Giuseppe gli hanno situato nelle mani la bandiera tricolorata: quest'Isola è patria della madre del Generale NUNZIANTE.

5 APRILE

Ieri il telegrafo da Palermo segnalò che gente rivoltosa molto armata aggredì la truppa che tuttavia si sta battendo: sull'istante in Messina si sono raddoppiati tutti i posti, e numerose pattuglie sortiscono per la Città comandate da Ufficiali.

Intanto il Maresciallo RUSSO Comandante la Provincia e Piazza di Messina ordina che tutta la truppa per Compagnie all'una p.m. Di oggi stesso si porti a visitare i SS. Sepolcri, e alle 4 p.m. Lui con l'Intendente e tutti gli Uffiziali si porterebbero a fare lo stesso atto di devozione; ma verso le ore 11 a.m. Essendo pervenuta la notizia che molta gente armata veniva dalla parte di Catania, e che ogni comunicazione telegrafica era rotta con Palermo e Catania, si è contramandato l'ordine, ed invece la truppa è rimasta consegnata in quartiere pronta a prendere le armi raddoppiando i Veterani; facendo sortire intiere Compagnie con tenuta di marcia pattugliando la città. Messina sembra quasi deserta: la poca gente oneste teme eccessivamente e si ritira nei Casini. Le notizie che corrono in città sono che dopo domani Sabato Santo deve scoppiare la rivoluzione . Lo spirito della truppa è eccellente-cannoni ne abbiamo ed a sangue freddo attendiamo gli eventi. Molte famiglie di Uffiziali si sono ritirate nella Cittadella. Le famiglie che si sono ritirate nei Casini, dalle bande armate sono state sottoposte a contribuzione. La comunicazione con la Calabria è anche interrotta: in varii punti sono state abbattuti i telegrafi ed il filo elettrico: si riceve avviso di essersi ristabiliti prontamente, dopo qualche ora: ma di nuovo saranno abbattuti!

6 APRILE

Dal Segretario si S.M. (D.G.) si domanda conoscere lo spirito pubblico della provincia di Sicilia – pattuglie come ieri ed i posti da per tutto raddoppiati. Ieri, dopo un grande silenzio in Città che sembrava abbandonata, verso le 23 ore d'Italia si aprivano le botteghe mezzo socchiuse e si popolò la città rassicuratasi dalle forti pattuglie che giravano per la visita dei SS. Sepolcri che i pagani praticavano. Si sparge la voce dai demagoghi di essere in attenzione dello sbarco di Garibaldi con grande seguito di Emigrati.

Si supponeva quest'oggi una dimostrazione armata, allorchè due Compagnie si trovavano scortando la processione della Sacra Vergine. Il Generale Comandante le Armi nella Provincia ha creduto regolare non spedirvi la Compagnie e la Processione non ha avuto luogo.

Da Cefalù, a qualche distanza da Palermo, alle ore 21 è stato qui segnalato per telegrafo che da questa mattina si sentivano continuati colpi di cannone. Da Palermo a Cefalù i telegrafi sono stati abbattuti, ed i fili elettrici spezzati. Tutte le famiglie dei militari, numerosissime, ed i loro equipaggi quest'oggi si sono ammassati in questa Cittadella: il numero degli Uffiziali che alloggiano in Città è immenso, disgraziatamente tutti casati. Oggi Messina sembrava Napoli del giorno 4 di maggio, perchè oltre agli immensi equipaggi che da tutti i punti della città si trasportavano nella Cittadella, gran quantità di equipaggi dei pagani si trasportavano nei Casini in campagna: gran soddisfazione per un Uffiziale soltiere in queste circostanza, ove vedesi l'infelicità dell'Uffiziale casato e con prole.

7 APRILE

Ordine pressante questa notte che i Capi di Corpo e tutti gli Uffiziali non si ammovessero dai corpi e dalle rispettive Compagnie nei Quartieri. Ore 9 a.m. le truppe della Cittadella tutte pronte a prendere le armi. Si pubblica all'ordine della piazza che il caso di all'armi verrà indicato da una bandiera rossa inalberata sulla fortezza della Cittadella e da tre colpi di cannone e polvere. La Città è circondata da truppa in posizioni, e numerose pattuglie comandate da uffiziali traversano tutte le strade della Città. La popolazione sembra atterrita: cioè la gente onesta. Sono le 11 a.m. Attendiamo la dimostrazione armata si suppone doversi fare da gente torbida nel toccarsi la "Gloria", perchè Sabato Santo. Il Comandante della Cittadella si trova imbarazzatissimo per provvedere di alloggio alla meglio a numerosissime famiglie di Uffiziali Superiori ed Uffiziali di tutte le Armi; La Cittadella è zeppa di equipaggi; intanto tutti si ritirano in questo baluardo perchè credonsi al sicuro, e bisogna che siano al coperto dal colpo che si suppone. Al piacere dei rivoltosi, che godono vedere lo sfratto che si fa di tutte le case dei militari che si ritirano nella Cittadella, e dei pagani in campagna, si aggiunge la vana speranza del vapore che deve giungere da Palermo con la notizia del vantaggio che i rivoltosi hanno riportato sulla truppa; fatto sta che invece del vapore diretto, che pel cattivo tempo di mare non è giunto, ma bensì un vapore francese il quale dà notizia ai Consoli di essere cessato il fuoco nella Città di Palermo, e che i rivoltosi sono sortiti fuori la Città, dalla truppa inseguiti con vantaggio; più essere giunte alla vista di Palermo 3 fregate napoletane a vapore cariche di truppa; a tal notizia la buona gente si è tranquillizzata. E' sonata la "Gloria" e nessuna dimostrazione è avvenuta, ed i Consoli esteri si sono portati dal Sig. Generale Comandante la Piazza Maresciallo Russo pregandolo ritirare tanta truppa perchè la Città trovavasi del tutto atterrita e che non vi era ostilità da temere; in effetti è stato ordinato restare in quartiere i soli Uffiziali di settimana, e la truppa sempre pronta a sortire dalla Cittadella e dai quartieri in Città.


Nota della prof.ssa Rosalba Valente.

Il documento è inedito; esplosivo.


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