martedì 13 settembre 2011

DIARIO STORICO del Comandante la Fortezza della Cittadella di Messina - 4° parte


Documento inedito quì pubblicato per la prima volta.

4°, DIARIO STORICO del Comandante la Fortezza della Cittadella di Messina, Generale Nicola De Martino di Montegiordano

pubblicata da Rosalba Valente il giorno martedì 13 settembre 2011 alle ore 19.36

“Perché i figli salvino e tengano vivo il nome degli avi , come i sugheri,

reggendo la rete, preservano il filo di lino dal fondo del mare."

(Massima di ESCHILO, Coefore, fatta propria da Bruno De Martino di Montegiordano)

DIARIO STORICO DEL

CAV. DON NICOLA DE MARTINO DI MONTEGIORDANO

N. a Sant’Antimo il 1788 M. a Sant’Antimo il 1862

Comandante la Fortezza della Cittadella di Messina

MAGGIORE GENERALE

DEL DISCIOLTO ESERCITO DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

SULLA CAPITOLAZIONE E RESA DELLA CITTADELLA DI MESSINA

APRILE 1859 -AGOSTO 1861

(per gentile concessione di Gabriele De Martino di Montegiordano, discendente diretto ed erede del manoscritto del Diario del Generale Nicola De Martino , dattilografato a sua cura; la copia del diario mi è pervenuto attraverso Bruno De Martino di Montegiordano, discendente da Raffaele De Martino, Capitano del disciolto esercito delle Due Sicilie e fratello del Generale Nicola , che raccomanda : “Mi attendo notizie per eventuali riscontri storici incrociati , per poi rimetterli a Gabriele .”

Un sentito ringraziamento per farci conoscere questo inedito preziosissimo documento).

PARTE IV (1° giugno 1860 – 14 giugno 1860)

1° GIUGNO

Ieri verso le ore 24 mentre stavo per andare a letto fui avvertito che dalla parte dei Gozzi si sentivano delle fucilate; feci subito battere la chiamata ed in un momento furono sotto le armi il 14° e il 13° di Linea, artiglieria e sellate le mule della batteria a trascino e di persona mi portai a a far calare il ponte di soccorso a S.Stefano ed il ponte Lunetta Carolina facendo aprire i cancelli fino all'avanzata per far entrare nella Cittadella tutti gli Uffiziali che abitano in Città, tra questi anche il Generale Lo Cascio, col quale mi trattenni fuori terranova fino alle ore 2 a.m. e siccome altra novità non si è ricevuta dalle pattuglie spedite ci siamo ritirati dopo aver fatto alzare i ponti e chiudere i trastelli.-Questa mattina poi il Colonnello Ghio del 2° di Linea mi fa conoscere che la compagnia distaccata ai Gozzi del suo Corpo per un malinteso di una sentinella avanzata fu ucciso un uomo per non aver risposto al "chi va là" e che quella compagnia comandata dal capitano Cassano tirò più di sento fucilate e quindi sia che il Capitano era ebbro di vino, o per viltà, prese la svista di ritirarsi abbandonando il posto; ma accorso subito il Colonnello stesso riportò il distaccamento al luogo abbandonato. Questa mattina, nello smontare il distaccamento, il detto Capitano è passato agli arresti di rigore in Castello presentandomi la sciabola.- Verso le ore 9 a.m., molti dei principali negozianti si sono presentati al Maresciallo Comandante le Armi pregandolo di prometterli di non bombardare Messina, onde far cessare tanta calamità e tanta miseria, compromettendosi con la gente onesta rimasta in Città di far restare tranquilla la popolazione con le preghiere e anche col danaro e le persuasioni; il Maresciallo lo ha promesso purchè non gli avessero dato motivo.- Ciò fa conoscere che li affari di Palermo per essi, per Garibaldi e per la demagogia non vanno troppo bene come essi spacciano. Ma come fidare della parola dei siciliani i quali essi stessi dicono che la insurrezione non può facilmente cessare perchè si trovano troppo compromessi con l'Italia Centrale e col Piemonte; intanto spargono voce che la Francia, l'Inghilterra ed il Piemonte sostengono l'insurrezione.

La fregata a vapore inglese stanziata in questo porto ha caricato circa 4 milioni di piastre, ossia il denaro di tutti i grandi negozianti di Messina che opinano essere il luogo più sicuro tanto per un saccheggio del popolo che da un bombardamento della Cittadella. Gli inglesi per altro per essi tutto è commercio e monopolio esiggono l'uno per cento per un tal deposito, oltre che delle forti somme che ricevono da molte famiglie che ricoverano a bordo e che temono il bombardamento. Alle ore 23 è entrata nel porto la nostra fregata a vapore "Il Guiscardo" proveniente da Catania con a bordo le quattro compagnie del 2° di Linea, parrtite da qui il giorno 9 maggio e sbarcate a Girgenti il 10, che facevano parte della colonna del Generale Afan De Rivera, qui anche giunto con i Comandanti di Provincia di Girgenti e Caltanissetta con i rispettivi uffici di Stato Maggiore territoriale e con qualche uffiziale ferito e 130 feriti di truppa che lo sono stati nella insurrezione avvenuta ieri in Catania in cui si sono battuti per 8 ore continue.

La truppa del Generale Clary ha riportata completa vittoria; tutte le armi si sono distrutte e con accanimento si sono battuti contro la popolazione di circa 80mila abitanti non compreso tutti gli abitanti della vicina provincia di Catania.- Tutti i balconi erano gremiti di materazzi dietro i quali gli insorti tiravano, per cui, ad esempio del 1848, si pose fuoco dai palazzi ove si tirava.- Il bel palazzo di Biscari abbattuto dal cannone del vapore "Il Guiscardo", incendiato il bel palazzo di S.Giuliano; dato alle fiamme il bel convento dei Cappuccini ed altre magnifiche case da ove gli insorti tiravano.- La cavalleria (Lancieri) si è distinta conquistando tre pezzi di artiglieria; la fanteria ha preso 6 bandiere e l'artiglieria ha fatto strage.- La colonna del Generale Afan De Rivera ebbe ordine di abbandonare Girgenti e Caltanissetta e che a marce forzate si fusse portata a dar soccorso a Catania, per cui i rivoltosi si premurarono insorgere prima che questa colonna fusse giunta in Catania, con il progetto che dopo disfatta la truppa di Catania sarebbero andati ad attaccare la colonna di Afan De Rivera che stanca giungeva; ma la truppa di Catania si è così bene battuta che ha fatto fallire il loro disegno.

In effetti la colonna di Afan De Rivera ad onta delle lunghe e penose marce eseguite giunse in Catania dopo la sanguinosa azione, cioè a mezzanotte, in cui non si tiravano che qualche fucilata da qualche pezzo.-Questa mattina poi a Catania, al far del giorno, si sono imbarcate sul "Guiscardo" le sole 4 compagnie del 2° di Linea, i feriti e gli uffiziali di piazza di Girgenti e Caltanissetta col Generale Afa De Rivera giungendo in questa alle ore 23, come sopra ho detto, e restando in Catania il resto della colonna di tutte le Armi sotto gli ordini del Generale Clary.

I feriti sono passati in questo Ospedale Militare.

2 GIUGNO

Verso le ore 2 p.m. il Generale Comandante le Armi mi manda pregando cedergli due stanze del mio appartamento per venirle ad occupare subito con la sua famiglia e manda ordine al Comandante di Artiglieria di spedirgli ora stesso due per lunghe per trasportare in Cittadella i letti ed il poco equipaggio presso di lui, stante che la mobilia ed il suo forte equipaggio qui è riposto dal 9 aprile ultimo.- Causa n'è che si scrive riservatamente da Reggio che le Calabrie danno segno d'insorgere; se ciò si verifica l'affare andrà purtroppo per le lunghe.- In Città si spaccia una dimostrazione armata per domani Madonna della Lettera.- Alle ore 23 giunge sul vapore Capri il Generale di Artiglieria Aiutante in Campo di S.M.(D.G.) Afan De Rivera, [...] 2 Capitani di Artiglieria, altro del Genio, per conoscere la nostra posizione e quella di Catania e Siracusa.- Alle ore 10 p.m. il detto Generale dopo qualche conferenza qui avuta si è imbarcato di nuovo ed è partito per Catania.- A seconda sicure notizie, Catania si batte ancora, la maggior parte è incendiata. Garibaldi occupa qualche parte di Palermo che è quasi in fiamme, cioè il mezzo cerchio dalla parte dei quattro venti al monte S.Rosalia, avendo le truppe Reali comunicazione da Palazzo Reale per Porta di Castro fino alla Marina; ma per giungere a Castellamare bisogna imbarcarsi essendo occupata quella parte della Città dagli insorti. Garibaldi domandò tre giorni di armistizio che gli furono concessi per interrare i morti e soccorrere i feriti; domani termina l'armistizio.- Qua, dopo tre giorni di aspettazione per conoscere notizie da Palermo, col vapore giunto da Napoli ci pervengono così tristi! Il Comitato di Palermo è nelle carceri di Castellamare.

3 GIUGNO

Siamo ridotti alle nostre proprie forze; la insurrezione generale si è manifestata accanita in tutta la Sicilia ed ogni capoluogo ha il suo Comitato.- Sono stati richiamati in Napoli, forse per essersi mal condotti, due Brigadieri, cioè Primerano e Fiorenza, nelle disposizioni date o ritirate, eseguite o mal dirette nei varii incontri con le masse di Garibaldi; altri dicono perchè voluti infermi.- Non poteva essere altrimenti!...Ricevo ordine di alloggiare nella Cittadella 2640 uomini di truppa che vengono da Catania e 232 cavalli e muli di una mezza batteria a trascino ed una batteria a schiena, truppa che abbandona Catania dopo averla bruciata; entrano ancora in Messina un battaglione del 3° Cacciatori, truppe che molto si sono distinte a Catania. La cavalleria prese ai rivoltosi 3 cannoni.- Alle ore 20 si è ordinato evacuarsi l'Ospedale Militare e trasferirsi al Lazzaretto, grande stabilimento situato nel raggio della Cittadella tra il Forte SS.Salvatore e Forte Lanterna, e ciò nel caso che dovessimo essere assediati, ed i nostri bravi soldati feriti ed infermi sarebbero esposti alle vandale squadre che li muliterebbero prima di ucciderli; i grevemente feriti si imbarcano per Napoli sul "Guiscardo" nel rientrare da Siracusa.-

4 GIUGNO

Messina seguita ad essere deserta; pochi venditori, botteghe di negozianti tutte chiuse ad eccezione di qualche piccola bottega di poco conto e qualche tabaccaro di bassa sfera, qualche persona si vede alla Marina perchè in attenzione di qualche legno che viene da Palermo.- Ieri la truppa non sortì dai quartieri che sono in Città e neppure quella di questa Cittadella perchè stavamo in attenzione di una dimostrazione armata che minacciavano di fare in occasione della processione della Madonna della Lettera, ma il timore dei cannoni della Cittadella li sgomentò per cui non ebbe luogo la processione, nè la dimostrazione.- Si ha notizia che gli inglesi hanno sbarcato armi e 5 cannoni nelle vicinanze di Taormina, sito che deve transitare la colonna del Generale Clary che si ritira da Catania dopo di averla incendiata; pare che il Governo abbia voluto abbandonare, come nel 1848, tutta la Sicilia in sua balia, ritenendosi solo la Cittadella. Ma ora, per effetto forse di esperienza, occupa tutte le piazze ove vi sono le solide fortificazioni, come la Cittadella, Corsaga e Castellaccio in Messina, il Forte di Milazzo, Siracusa e Termini; per Palermo, essendosi ancora in dubbio se si abbandoni a se stessa o pure si guarda, attendiamo il risultato di ciò che si propose ieri dal Colonnello Buonopane, spedito da Napoli.- Che cosa terribile è la guerra di insurrezione! Due grandi città Palermo e Catania distrutte, campi devastati, la maggior parte degli animali distrutti, molte uccisioni, inimicizie particolari vendicate, giustizia penale sospesa, tribunali chiusi, sangue che si versa dalla truppa e dai fanatici che si battono, estorsioni immense! Povera Sicilia condannata spesso a distruggersi da per stessa per influenza estera e da quantità di gente che non ha che perdere. Alle ore 23 è partita "La Rondine"(piccolo vapore) per prendere notizie della truppa che abbandona Catania; "La Rondine" ha imbarcato un distaccamento più due Capitani del Genio: si crede che le masse cercano di impedire la marcia delle truppe, che si ritirano, al passaggio delle forti posizioni di Taormina.

5 GIUGNO

Alla punta del giorno è giunto in questo porto il "Guiscardo" (fregata a vapore) col Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.(D.G.) portando a rimorchio tre brigantini cariche di munizioni, equipaggi e donne della truppa di Catania, nonchè le munizioni, 3 cannoni presi agli insorti, i feriti, spediti ecc.- La truppa di Catania ieri è partita abbandonandola a se stessa, forse domani giungerà in questa. Si sono preparati tutti i Conventi per quartieri, altra truppa entra in Cittadella; paglia a terra se pure ve ne sarà per tutti.- Un battaglione del 2° di Linea è pronto a partire di qui in caso che la truppa che si ritira da Catania fusse attaccato dagli insorti.- Alla Marina di questo vasto porto si osserva la massima confusione: munizione che imbarca, feriti sulle brande, equipaggi, cannoni, equipaggi che si imbarcano per Napoli, signore, ragazzi che piangono, mobili che si fracassano, grandi corvè che si incrociano per l'Ospedale che si evacua e va al Lazzaretto, Uffiziali di piazza che vanno e vengono, pagani che sfrattano, infine la Torre di Babele in confusione.- Gli affari di sicilia mi sembrano molto complicati, perchè non usi a fare con Nazione che avesse dichiarato guerra al Re di Napoli, ma con invasori senza nome di Nazione, chiamati nell'Isola dai malcontenti Siciliani e comandati da un Generale di ventura molto strategico e manieroso (Garibaldi).- Questo Generale imbarcatosi a Genova con due vapori con 800 uomini si dirige sulla Sicilia ed intanto il Re del Piemonte avvisa il Re di Napoli che non aveva potuto impedire la partenza dai suoi stati di questa masnada. Una buona fede di usa fra i sovrani!- Napoli intanto con

la massima sollecitudine spedisce quantità di vapori nelle acque della Sicilia per impedire lo sbarco; questa crociera, o per mala direzione, per fellonia, o per cause ignote, fecero entrare nel piccolo porto di Marsala i detti due vapori con Garibaldi a seguito i quali sicuramente concertatisi anticipatamente con un legno da guerra inglese che li precedè con anticipo in detto porto, sbarcarono, sotto la di costui protezione, buona parte di essi. In questo frattempo giunse finalmente uno dei nostri vapori da guerra è imposto al legno inglese di allontanarsi perchè andava a tirare a mitraglia su quei che armata mano sbarcavano sul suolo siciliano, questi risposero di avere il Comandante del legno e parte della ciurma a terra e che domandavano un quarto d'ora di tempo per allontanarsi, ma questo quarto d'ora durò tanto finchè il materiale egli uomini sbarcarono tutti. Questa è la fede nel l'amicizia inglese che ha un rappresentante ministro a Napoli! Allontanatosi il vapore inglese, il nostro vapore affondò un legno nemico e l'altro lo catturò conducendolo a Napoli molto mal concio.

Or chi lo crederebbe! Che Garibaldi con 800 uomini e gli insorti siciliani conquistano buona parte della Sicilia e l'istessa capitale (Palermo) in dove vi erano 26mila uomini di tutte le armi e 5 batterie a trascino, a schiena e di campagna e due Forti, Catello a mare e Castelluccio del molo e le forti posizioni di Palazzo Reale e Quattro Venti, nel mentre i nostri soldati avevano molti giorni prima dispersi gli insorti facendone strage a S.Carini e S.Sebastiano attaccandoli alla baionetta e dando fuoco i due paesi.- Le bande di Garibaldi battute al Parco e a Corleone, che lo stesso Garibaldi loda il coraggio dei nostri soldati, eppure una truppa così coraggiosa al n° di 26mila uomini e mezzi infiniti di artiglieria e cavalleria hanno sofferta l'umiliazione di sortire da Palermo come se fussero stati battuti per generosità da Garibaldi che asserisce a gran fortuna allorchè il Generale in Capo S.E.Lanza gli domandò qualche giorno di tregua, nel mentre esso Garibaldi si credeva perduto.- Tal tregua a richiesta del nostro Generale in Capo fu prolungata in modo che si convenne che la truppa sarebbe sortita da Palermo abbandonando tutte le sue posizioni e anche i Castelli con armi e bagagli, imbarcando quanto trovavasi a Castellamare di artiglieria, affusti, cannoni diversi e quanto in essi contenevasi; infine Garibaldi accordò quanto si chiedeva, stupefatto che tante migliaia di uomini così ben provveduti di tutto cedevano la Città, porti e le loro vantaggiose posizioni; intanto tale convenzione fu firmata da S.E. Lanza, Generale in Capo delle nostre infelici truppe e Garibaldi non si degnò firmarla praticandolo il suo Ministro Crispi.-Dicono tradimento; nulla di ciò suppongo, ma vera crassa ignoranza di tutti i nostri Generali, senza esperienza, senza aver fatto mai campagne, avvezzi sempre in guarnigione, senza uso di guerra, poco studio o applicazione, ma avendo per egida la sola antichità. I Generali si formano con studio, campagne ed esperienza; ma il Generale in Capo è un Genio che viene da Dio: il nostro Generale in Capo Lanza a Palermo non aveva nè l'uno nè l'altro.

Se S.E. Lanza, che aveva adeguato al suolo con migliaia di granate e proietti una florida e popolosa Città come Palermo, doveva fare tutto il suo possibile per mantenervisi, ma avendola abbandonata, giustamente viene giudicato da "venduto".-

Se il nostro Governo non si decide mandar fuori dei giovani Uffiziali sortiti da Collegio e poi istruiti ove si fa la guerra per acquistare conoscenze pratiche, dell'uso della guerra, la nostra povera Patria soffrirà sempre umiliazioni e triste figure, massime nei tristi tempi che corono; che i popoli la sanno lunga, i governi senza fede, trattati che si adempiono dai piccoli Regni, non dalle Grandi Potenze, tutto ciò conferisce a tener sempre pronta una forza e Generali istruiti che sappiano condurla.-

Immenso è stato il dolore dei vecchi Uffiziali che hanno militato nelle grandi armate (e che ora per la loro avanzata età non più atti alla guerra) nel considerare sfacelo simile come quello avvenuto in Palermo, e l'umiliazione dei nostri bravi soldati per la crassa ignoranza di un Generale senza talento e di nessuna conoscenza dell'arte della guerra: Ten.Generale Lanza.-

Vedi differenza di comando, nell'anno 1848 S.E. Filangieri con soli 18mila uomini conquistò Messina, in allora gremita di 100 e più cannoni con battaglioni organizzati, numerose squadre e 12 legioni armate, quindi Catania con numerose forti barricate a secco (sotto una delle quali io restai ferito) con truppe estere comandate dal Generale Polacco Marijolaski, ed immensa quantità di insorti che da tutti i palazzi e case tiravano con boccacci e fucili, tanto che si fu obbligato a darli a fuoco per passare avanti; non v'è dubbio che restammo feriti 44 uffiziali e 4 morti, ma Catania con la presenza di Filagieri fu presa, quindi le alture di Palermo e tutta la Sicilia, nel mentre il Corpo di Esercito non era composto che di 18mila uomini; ed ora con 800 esteri e gli insorti, 24mila uomini diretti da ignoranti Generali, senza essere stati battuti, hanno sofferto l'umiliazione: abbandonare Palermo e parte della Sicilia dopo aver battuto il nemico su tutti i punti. Miseria umana! Cosa può un uomo di genio e di coraggio in guerra! S.E. Filangieri, con pochi squadroni di cavalleria, sul ponte Panaro, ove fu mortalmente ferito, guadagnò la testa di ponte che trovavasi guarnito di cannoni tedeschi, e facilitò il passaggio della Divisione Carascosa (di cui io facevo parte) in modo che battendo i tedeschi entrammo in Modena col calate bajonetta a 3 ore di notte: ciò avvenne nella campagna del 1815.- Nel leggere i nostri posteri la nostra storia del 1860 difficilmente presteranno fede a quello avvenuto alla nostra Armata in Sicilia: a Catania il Generale Clary con un battaglione di Cacciatori, 600 uomini del 2° di Linea, una batteria e qualche squadrone di cavalleria, abbattè la popolosa Città di circa 90mila abitanti con immense masse che guarnivano tettoie e balconi e le strade tutte barricate e pure non nove ore di vivo fuoco, con molta mortalità dei nostri e con bruciamenti di edifici e palazzi, la Città di Catania viene talmente sottomessa che vi si esegue il disarmo, e nel mentre si erano già ricevuti 250 fucili che mi furono rimessi nella Cittadella, e nel giungere dopo l'azione un rinforzo di 3000 uomini comandati dal Generale Afan De Rivera, da chi ne aveva diritto, si ordina la ritirata, si abbandona Catania e si ripiega sopra Messina. Infamia! Corre voce costante che colui il quale aveva il diritto di ordinare la ritirata aveva un figlio uffiziale nella truppa di Catania, che credendolo compromesso fece ritirare tutta la colonna di Messina. Povero Paese che affida la sua sorte ed il suo onore a Generali di simile natura! - Verso le 8 a.m. giunge in porto un nostro gran vapore a due tubi e sbarca un battaglione del 13° di Linea che era di guarnigione a Trapani; questa Piazza Capoluogo di Provincia anche è stata abbandonata a se stessa per cui tutti gli arrestati e la galera di Favignana sono in libertà per l'aumento delle masse.- Gli uffiziali superiori, Comandanti di Provincie e Uffiziali di piazza di molte provincie sono in questa; una parte di essi va a partire per Napoli col primo vapore in unione di gravi feriti e le donne.- Nella Cittadella, poi, si osserva un perfetto caso del diavolo: tanta truppa nuova che entra, l'antica che sorte per servizio in Città, guardie che smontano e non rinvengono le loro caserme per dar luogo paglia a terra a quelli che giungono , munizioni sbarcate che si immettono nella Cittadella, corvée che si intersecano, della mobilia dell'Ospedale che deve traversare per la Cittadella per portarsi al Lazzaretto, fracasso sui ponti nell'incontrarsi carri di chi esce e coloro che sortono per imbarcare mobilia o altri oggetti per Napoli. Uomini di corvée che mi si domandano ad ogni momento, quantità di uffiziali superiori che per amicizia mi domandano anche un buco per non stare in Città ove hanno ricevuto alloggio, altri per riporre equipaggi dei Corpi giunti, nel mentre tutti i locali sono zeppi non essendovi rimasti che i soli antroni di passaggio; anche la mia abitazione è occupata da due Generali con famiglie e Capi di Stato Maggiore, avendo riservato per me una piccola stanza ed un camerino; la cucina è comune a molti. Tutta la munizione di Trapani è qui giunta come pure i viveri di riserva. La truppa accasermata nella Cittadella è stata da me piazzata come segue:

15° Reggimento di Linea: SS.Salvatore e Forte Lanterna; 14° Reggimento di Linea: Bastione S.Diego e Santo Stefano;

4° Reggimento di Linea: S.Teresa e Martello; 13° Reggimento di Linea: Falzabraga S.Carlo;

Artiglieria 3ª Brigata: Porta di Grazia e Caserma di rimpetto la Convalescenza; 8ª Batteria a schiena con 232 animali: nella grande

Caserma vicino la Chiesa del Forte la 13ª Batteria a trascino: nella caserma ove trovasi.

Le truppe che alloggiano in Città sono:

l'intiero Reggimento 2° di Linea, Carabinieri a piedi, 5° Battaglione Cacciatori, 4 Squadroni di Lancieri ed uno squadrone di Cacciatori a cavallo.- La truppa che lasciò Trapani, con lo stesso vapore si portò a Palermo domandando a S.E. Il Ten. Generale Lanza, che comanda colà con alter ego, se desiderava fusse sbarcata per aumento di truppa, al che fu risposto di non averne bisogno e che si fusse ritirata in questa (Messina). Alle ore 20 sono partite due compagnie del 14° di Linea per rinforzare la guarnigione di Milazzo, ed una compagnia di Veterani per Lipari, tutte imbarcate sul vapore "Il Veloce".- Verso le ore 24 sono partiti per Napoli il Maresciallo di Campo Afan De Rivera ed il Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M.-Il Maresciallo ritornerà subito, come lui mi dice.- Di Palermo nulla sappiamo.- Sono 3 ore di notte è non ancora è finito di mettersi nelle riserve il biscotto e viveri venuti da Trapani.- I soldati sono defaticati per le continue corvée.- Molte opere di fortificazioni si accrescono nella Cittadella.

6 GIUGNO

Al far del giorno giunge nel porto la fregata a vapore "Guiscardo" portando le ultime frazioni di Catania, infermi e feriti. Poco dopo è giunto lo "Archimede" (fregata a vapore) che porta la guarnigione del Castello di Termini che anche si è abbandonata. Nei giorni di rivolta questa piccola guarnigione, composta di due compagnie del 4° di Linea ed una trentina di artiglieri, tirò circa 500 cannonate in Città e migliaia di fucilate, sostenendosi valorosamente. Ora nello imbarcarsi non hanno incontrato nessun ostacolo avendo portato seco loro cannoni, polvere e munizioni con tutte le famiglie; Termini dista da Palermo 24 miglia.- Da Trapani molti viveri si sono imbarcati e quei rimasti con analogo processo verbale sono stati consegnati al Capo dei rivoltosi che assediavano la Città; Marchese Alragna comanda le masse a Trapani, Barone S.Anna quelle di Termini e quelle di Catania sono comandate dall'ex Capitano Puletti, impiego comprato nei Reggimenti Siciliani, che nel 1848 disertò dall'Armata e prese servizio con i rivoltosi per indi fu destituito.

Quest'oggi un nostro vapore, rimorchiando un brigantino mercantile, ha imbarcato le signore degli Uffiziali e le donne dei sottouffiziali e lavandaie per sbarcarle con i propri equipaggi ai Granili di Napoli ove hanno alloggio. Si credeva che due legni erano sufficienti, ma non hanno imbarcato che la metà, restando le altre in attenzione di altro vapore. Disgrazia del nostro esercito l'aver tanti ammogliati!- Si hanno buone notizie della colonna del Generale Clary che si ritira per terra da Catania perchè i rivoltosi spacciavano che al terribile e rischioso passaggio di Taormina e S.Alessio le strade erano minate e circondate da insorti.

7 GIUGNO

Oggi "Corpus Domini". La truppa, secondo le nostre ordinanze, avrebbe dovuto essere in gran tenuta e far parata; ma oggi nulla di tutto ciò. Al contrario la truppa è in quartiere e pronta a imbrandire le armi.- La colonna del Generale Clary è giunta in Messina verso le ore 23. Essa è composta di circa 4000 uomini di fanteria e cavalleria, non compresa una batteria a schiera e mezza batteria a trascino. Questa truppa dopo aver distrutta parte della bella Città di Catania, nel ritirarsi molti gentiluomini sono rimasti dispiaciutissimi perchè andavano a cadere in potere dell'anarchia.- Ci sono pervenuti i fogli di Palermo che Garibaldi fa stampare qual Dittatore. Egli che occupa parte della Città alloggia al Palazzo Senatorio da ove detta decreti che cominciano: "in Nome dell'Italia Centrale e del Re Vittorio Emanuele"[...] firmato: "il Dittatore Giuseppe Garibaldi".

Le quattro tappe da Catania a Messina sono state felicemente eseguite dalla colonna di Clary e da ovunque è passata ha ricevuto mille cortesie, nel mentre i rivoltosi di Messina giornalmente spacciavano che per istrada questa colonna sarebbe stata attaccata dagli insorti al passaggio delle forti posizioni di Taormina e S.Alessio e che le strade in molte parti erano minate; ma niente di tutto ciò: i paesi per dove la truppa è passata è stata ricevuta come al consueto.- Verso un'ora di notte tutti i detenuti politici ch'erano nelle prigioni di questa Cittadella sono passati nelle Carceri Centrali e rimesse le loro imputazioni al Procuratore Generale per essere giudicati dalla Corte pagana e ciò per ordina S.M.; ciò vuol dire che tra pochi giorni usciranno tutti in libertà.-Da Palermo nulla di positivo sappiamo; pare che le cose non vadano troppo bene per noi. Mille piani si fanno per campi trincerati. Certo è, a parer mio, che tanta truppa massime la cavalleria, difficilmente può stare in Messina. Povera truppa così mal comandata da Generali inesperti!

8 GIUGNO

I Corpi in giornata imbarcano i loro magazzini per Napoli, come pure le numerose famiglie; questa operazione andrà per le lunghe pel grande numero che ve ne sono. Le notizie che corrono in giornata sono che S.E. Filangieri sia avanti Palermo ma che non sia sbarcato, ma semplicemente per conoscere la posizione cui trovasi le truppe in Sicilia; più che siano sbarcati 12mila austriaci a Manfredonia. Ciò ha bisogno di rettifica ; ma se sia vero lo sbarco degli austriaci, sicuramente della guerra vi sarebbe nel nostro infelice Paese. Vi è poco da crederci.- Verso le due p.m. con vapori sono giunti nel porto le 8 compagnie dell'8° Battaglione Cacciatori le quali trovansi a Palermo e propriamente nel Forte chiamato Castellamare. Atterrita è rimasta l'immensa truppa e artiglieria qui ammassata nel sentire da questo battaglione che la nostra perdita a Palermo sia stato effetto di tradimento, stante che tutta la truppa di colà va ad imbarcarsi per Napoli abbandonando tutto. Credo piuttosto viltà dei Generali e poca esperienza.- Qui sembra una vera disfatta nel mentre la truppa si è battuta fino all'ultimo sangue.- Gli imputati politici messi in libertà.- Alcuni dicono che i due Generali Afan De Rivera siano stati a Palermo e da qui sia avvenuto il loro imbarco; altri per i varii comandi ricevuti separatamente; altri per poca esperienza di comando e, finalmente, al solito dei soldati per tradimento. Certo è che i due Afan De Rivera partirono da qui (Messina) per Napoli e non per Palermo. Soltanto il Brigadiere Afan De Rivera venuto da Napoli col Cotto Sponzillo e altri Uffiziali di Corpo facoltativi, dopo aver osservato la Cittadella e disposti i vari lavori, si portarono in Catania ove, dopo tenuta una sessione con il Generale Clary, si convenne che la truppa di Catania si fusse ritirata in Messina. Cosa incomprensibile! La truppa di Catania, dopo otto ore di combattimento e di essersi valorosamente comportata con perdita di uffiziali e soldati morti, bruciati vari palazzi e fatta strage di rivoltosi sottomise la Città in modo che ordinò il disarmo e in poche ore furono consegnati 270 fucili che sono riposti in Cittadella e, nel mentre tal disarmo si operava, tutta la truppa ebbe ordine di ritirarsi in Messina. Replico: cosa incomprensibile!-Certo è che la truppa, da per ogni dove, si è fatta sacrificare, massime a Palermo, ove, tra Uffiziali e soldati sono periti circa 2000 uomini. Eppure, una truppa di circa 24mila uomini in Palermo si fa osservare uno sfacelo tutto nuovo, che si ritira con beneplacito di Garibaldi, nel mentre nel 1848, con S.E.Filangieri alla testa di non più di 18mila uomini, di cui io faceva parte, si conquistò tutta la Sicilia quasi organizzata con reggimenti e truppe estere comandate dal Generale Polacco Marij Olaski ! Per me conchiudo essere gran disgrazia per un Regno l'aver Generali ed Uffiziali Superiori di poca esperienza e quasi un terzo di Uffiziali e sottouffiziali tutti ammogliati, i quali, nelle attuali circostanze, non poco impaccio apportano al servizio.- L'istoria farò in proseguio tutto conoscere!

Alcuni posti dell'8° Cacciatori, qui giunti da Palermo, mi rapportano che le compagnie di Garibaldi hanno fatto molti elogi del coraggio dimostrato dai nostri soldati, augurandosi che lo stesso coraggio mostrino nel combattere insieme nei Campi di Lombardia! - Notizie sicure accertano che Garibaldi avesse proposto al Re che lui avrebbe permesso di dare una costituzione al patto però che dasse un corpo di esercito per soccorrere l'Italia Centrale contro i Tedeschi.- Per ora si suppone tradimento, come i fatti fanno supporre; cero è che vediamo con occhio non asciutto che immenso materiale di artiglieria con 2000 barili di polvere, con due vapori qui giunti da Palermo s'immettono in questa Cittadella, la quali già è zeppa di proietti e polvere che manca anche il locale ove riporla. Questo materiale appartengono alle batterie che erano situate avanti Palazzo Reale, dopo di essere state vincitrici le nostre truppe al Parco e a Corleone, con permesso di Garibaldi, si cedono, come pure il Palazzo Reale, eccellente posizione che domina Palermo! Non saprei come sciogliere questo enigma!

Ma prometto a me stesso (non avendo nè moglie nè figli) che se questi baluardi della Cittadella cader debbono per intrighi o tradimento, darò fuoco ad una delle polveriste, che la menoma contiene mille cantaia di polvere, per così non aversi nè da Dio, nè dal diavolo! Peccato veder sbarcar milioni tra polveri, affusti e viveri in confusione tale che sembra aver ricevuto una dirotta tutta l'armata.- Notizie molte si sentono: dicono che Garibaldi e la sua banda va a ritirarsi per ordine del Re del Piemonte, perchè la Russia e l'Austria gli hanno manifestato che se Garibaldi non si ritira con la sua banda in Sicilia il Nostro Re avrebbe le Marche di Ancona .

Ecco i tempi di guerra; bugie eterne; ognuno le discorre come desidera! Catania desidera ed ha domandato truppa ad onta della lezione ricevuta; le masse fanno eccidi e contribuzioni senza misericordia in quella disgraziata Città.- Verso le ore 24 si è imbarcato il 1° battaglione del 2° di Linea che va a sbarcare a Pizzo (Calabria); domani lo stesso vapore, il "Guiscardo" ritorna per imbarcare il 2° battaglione che anche a Pizzo si dirige forse per formare il Quartiere Generale a Monteleone, per quanto si dice.- Quest'oggi si sono immessi nella Cittadella altri 2000 barili di polvere, come pure quantità di cannoni con affusti e casse di fucili provenienti da Palermo. Generosa carità di Garibaldi verso vili Generali! Nel sortire la truppa da Catania, i rivoltosi, impossessatisi a viva forza del potere, hanno fucilato cinque individui sotto il pretesto di realisti, ciò ha prodotto una controrivoluzione e si pretende che siasi inalberata la bandiera reale domandando che la truppa rientri a Catania; notizia da verificarsi.- Come pure che a Palermo sia avvenuto lo stesso perchè Garibaldi pretende 30.000 soldati dalla Sicilia.- Il Generale Clary, dopo aver sottomesso Catania con le proprie forze, ordinò subito il disarmo, che stavasi eseguendo col massimo ordine come nei tempi normali, e nel mentre vi sopraggiungeva maggior forza della sua, cioè la colonna del Maresciallo Afan De Rivera, ebbe ordine dal Brigadiere Afan De Rivera, Aiutante di Campo di S.M. Che si portò da Catania con alter ego, di ritirarsi sopra Messina. Tale ordine indignò talmente il Generale Clary che dopo aver riportato segnalato vantaggio e di aver sacrificato degli individui, gli imponeva una ritirata. Egli con telegramma o corriere spedito, domandò il suo ritiro esponendo le sue ragioni al Re. Chi sa se S.M. Sia a giorno di quanto passa o è passato. Infamia patente! Ecco la sorte dei Sovrani! Essi sono infelici perchè non possono veder tutto con i propri occhi. Il Genrale Clary è in questa (Messina) con la truppa di Catania; appena giunto ha domandato portarsi in Napoli ma finora non ha potuto ottenere il permesso.- coscrizione di 30.000 mila Un Uffiziale del 14° di Linea riceve oggi una lettera di sua moglie da Palermo: "qui vi è una grande sciarra e Dio sa come finirà". Garibaldi ha imposto una taglia di 5 milioni di contribuzione forzosa e la doppia fondiaria, più una uomini. Queste imposte, la coscrizione e il fucilare i ladri è cosa che non troppo va a genio ai Siciliani, ma ciò non impedisce la devastazione dei campi dalle masse disperse nell'isola, la uccisione di ogni sorta di animali, i balzelli che queste masse esigono nei piccoli paesi, infine, è la perfetta distruzione della Sicilia.-

Ci si avvisa che un continuato fuoco di fucileria si sente nell'interno della Città di Palermo, si suppone qualche reazione o controrivoluzione; gli inglesi però non cessano di sbarcare armi e anche uomini per Garibaldi.- Quest'oggi un vascello inglese, venendo forse da Napoli, ed una fregata proveniente da Palermo si sono incontrate nel faro e, postesi in banda a vista del porto, dopo aver ricevuto vari segnali dalla fregata inglese che staziona nel porto, hanno seguito il loro cammino.- Nel porto vi è ancora una fregata a vapore francese.- Oggi stesso è giunta una fregata bavarese ordinando a tutti i legni e brigantini austriaci di ritirarsi dal porto.

Si suppone che l'Austria abbia bisogno di legni per imbarcare truppe.- Si teme di qualche movimento insurrezionale nelle Calabrie ed è perciò che ieri sera sono partiti circa mille uomini del 2° di Linea che sono sbarcati a Pizzo e domani parte il resto del reggimento con lo stesso destino.

11 GIUGNO

Verso le ore 6 a.m. è giunto da Napoli sul vapore "Archimede" il Maresciallo di Campo Afan De Rivera.-Questo vapore deve imbarcare altre famiglie di militari ed equipaggi per sbarcarli a Napoli.- Corre voce che uno sbarco di Piemontesi sia avvenuto in Calabria ed altro negli Abruzzi.-Per ora, per quanto si assicura, la Città di Napoli è tranquilla.- Nella Cittadella si aumentano le fortificazioni.- La miseria aumenta.- Di tante Compagnie – dette compagnie d'Armi – appena il solo Capitan d'Armi di Corleone con 60 uomini sono con noi, tutti gli altri (il resto di 600) sono con D.Giuseppe Garibaldi.

L'8° e 9° Reggimenti di Linea, imbarcatisi a Palermo, sono sbarcati a Napoli e partiti per Caserta per restarvi di guarnigione.- Riceviamo notizia che a Palermo sono sbarcati 12mila Piemontesi sotto il comando di Garibaldi. Deve essere falso; simile forza di di emigranti non potea riunirsi così presto, nè possono essere truppe Piemontesi stante che quel Sovrano non ci ha dichiarato la guerra apertamente, ed ha, in Napoli, il suo Ambasciatore Villamarina presso Francesco II.

Verso le ore 8 a.m. è partito il 2° battaglione del 2° di Linea per sbarcare in Calabria, a Pizzo. Un nostro vapore è partito per Siracusa. Grandi progetti si stanno scrutinando per rendere questo punto di Messina invulnerabile da qualunque forza possa investirla.- Molta truppa e artiglieria va qui a riunirsi; la Cittadella ne ha a ribocco. Le munizioni sono eccessive ed intanto anche da Napoli si manda polvere, nel mentre mi veggo imbarazzatissimo piazzare quella venuta da Trapani, Girgenti, Caltanissetta, e Termini in questo Forte.- Si suppone doversi formare un forte trinceramento fortificato per 24mila uomini, il sito non ancora si è deciso quale debba essere. Povera Gerusalemme...-

Ho scritto per ottenere due grosse bandiere, nera la prima per izzarla in caso di circostanza sul Lazzaretto, ove si è trasferito l'Ospedale Militare (che contiene 300 feriti ed infermi), l'altra rossa da situarsi sulla Cittadella a seconda la circostanza richiede. Sono le 4 p.m., ricevo una ministeriale con la quale si avvisa doversi immettere nella Cittadella altre 140mila razioni a secco di viveri, cioè biscotto, formaggio, pasta prosciutto ed una caraffa di vino; più 120mila razioni di avena e paglia. Quella, però, che trovo strano a sorprende si è che nella ministeriale dice di contribuire viveri e foraggio anche alla colonna riunitasi in Catania, fin dal giorno 7 corrente trovasi in Messina ed i 600 uomini del 2° di Linea che ne facevano parte sono già partiti per Calabria.

Fra le cose più dispiacevoli che osservo e che molto nocumento arreca all'Armata si è che la non mediocre diserzione non solo dei volontari ingaggiati siciliani, ma anche napoletani, i quali, per disposizione di Garibaldi, ricevono 30 ducati, per disertare, e 6 carlini al giorno.- Nel mentre scrivo mi si presenta il Capitano Serafino Salomone del 13° di Linea da parte del Generale Comandante le Armi che mi invia l'Alfiere Conte, del 13° di Linea, per restringerlo agli arresti di rigore in Cittadella con la massima sorveglianza. Dopo letto l'Ufficio, dico al Capitano di far entrare l'Uffiziale per conoscerlo; in effetti il Capitano si porta fuori la sala ove l'aveva lasciato e non lo rinviene. Datami di ciò parte, gli ordino di prendere una vettura e fare il possibile per rinvenirlo, cosa che gli è riuscito inutile perchè, portatosi alla locanda dove alloggia il Conte, il locandiere gli ha detto che pochi minuti prima il detto Uffiziale si aveva preso la balice ed era partito. Questo Ufficiale era imputato come reclutatore di soldati per farli disertare, commissionato da Garibaldi, come in effetti si è disertato.- Manca parimenti il 2° Tenente Ferrantina del 2° di Linea, il quale non essendosi imbarcato col reggimento e non trovandosi in Messina, parimenti sarà passato al nemico.-

12 GIUGNO

Questa notte sono giunti, provenienti da Palermo, altri due brigantini carichi di polvere che si immette nella Cittadella. Sembra cosa veramente deplorabile che la nostra truppa in tutti i rincontri in questa occasione dello sbarco in Sicilia di non più di 800 uomini comandati da Garibaldi, si è sempre ben battuta, facendosi sacrificare tanto contro Garibaldi che con le masse, ed intanto si vede uno sfacelo così vergognoso che si abbandona da Palermo fornita di circa 22mila soldati, si vede qui in Messina sbarcare immensa munizione, cannoni, affusti, mortai e immenso materiale. Si vede abbandonata Catania dopo segnalata vittoria, si veggono tutti i Capiluoghi di Provincia abbandonati senza battersi, infine, tutte queste cose giornalmente apportano uno scoramento ad Uffiziali, sottouffiziali e soldati, in vece dell'eccellente spirito che animava la truppa. Anzi, la continua diserzione anche di Uffiziali tiene tutti in orgasmo per la diffidenza in cui vive perchè tutti suppongono o poca esperienza in chi comanda o tradimento. Faccia Iddio e non si verifichi. Le truppe della Cittadella sono le seguenti compagnie complete:

SS SALVATORE:......8 compagnie

MASCHIO CITTADELLA:2 compagnie del 14° di Linea

SANTO STEFANO:.....2 compagnie del 14° di Linea

S.CARLO:...........4 compagnie del 14° di Linea

SANTA TERESA:......2 compagnie del 14° di linea

NEL MASCHIO:.......4 compagnie di Artiglieria

Una batteria a schiena con circa 200 uomini

Una batteria a trascino

Circa 400 cannoni e più per baluardi.

Le truppe in Città sono:

5 squadroni di cavalleria: 4 Lancieri e uno di Cacciatori a cavallo;

Un battaglione di carabinieri;

Due battaglioni di Cacciatori (5° e 8°);

Una batteria a trascino;

Una batteria a schiena;

Due battaglioni del 13° di Linea. In Tutto: circa 8500 uomini.

Sono state destinate due compagnie di corvée fissa per trasportare in Cittadella il gran materiale di artiglieria provenienti da Palermo. Dicesi che i cannoni di ferro di posizione colà li abbiano inchiodati; tesori immensi che si perdono per tanto materiale di artiglieria e Genio che si abbandona. Intanto non ancora abbiamo potuto conoscere in che modo sia stata ceduta Palermo con tanti mezzi e tanta truppa che si è così battuta coraggiosamente.- È giunto il legno che porta l'aumento di 140mila razioni.

13 GIUGNO

Verso le ore 7 ½ a.m. ricevo rapporto dal posto Sarranieri che un piccolo vapore con bandiera napoletana voleva sbarcare uomini in quella spiaggia e che essendogli stato impedito, colui che comanda il legno, parlando ligua affettata napoletana, ha detto che voleva sbarcare carbone per conto del nostro Governo; ma il Caporale gli ha detto che ciò poteva eseguirlo nel porto e se non si allontanava l'avrebbe fatto fuoco, per cui, borbottando, e togliendo la bandiera, si è allontanato.- Ad un tal rapporto mi sono portato sopra luogo ed, in effetti, ho osservato il piccolo vapore senza bandiera nel Faro che si dirige verso Spartivento, ove vi sono in banda due grossi legni mercantili. Il Capoposto mi ha soggiunto che molte persone, decentemente vestite, con cannocchiali osservavano la Cittadella.- Questi certamente hanno creduto che nella Cittadella si dorme, oppure che non si usa bastantemente sorveglianza e che sia facile una sorpresa; ma si ingannano a partito. Non v'è dubbio: la Cittadella di Messina è conosciuta da tutti; in tutti i collegi si studia. Ma ora cercano di appurare le opere le fortificazioni che vi si sono aggiunte. Si sta facendo ora, con una forte corvée di soldati, una lunga caponiera tra il Forte Lanterna e Forte Salvatore per avere una sicura comunicazione al coverto tra i due Forti.- Verso le ore 8 a.m. è giunto nel porto il vapore l' "Archimede", reduce da Siracusa, che porta tutte le famiglie gli equipaggi di quella guarnigione. Il detto vapore imbarca altre famiglie ed equipaggi di questa guarnigione e di quelle di Girgenti, Caltanissetta e Catania, che qui si trovano, portando a rimorchio due brigantini carichi di femmine e magazzini di truppa; con tutto ciò ancora vi restano famiglie da imbarcarsi, che tutte si riuniscono ai Granili (Napoli), a meno che non abbiano amici o parenti in Napoli o nei paesi vicini.

Corre voce che sbarcheranno in Ancona e negli Abbruzzi 30mila tedeschi, come dice il "Debats"; solite notizie che hanno bisogno di conferma.- Questa notte il battaglione dei Pionieri sta al bivacco sulla spiaggia di Sarranieri.-Un Ufficiale del Genio – De Benedittis – è passato all'inimico.- All'ordine del Comandante delle Armi si prescrive che ogni militare che manca per 24 ore dalla guarnigione è considerato come disertore al nemico.- Non vi è giorno che disertino soldati.- Sono venuti arrestati in Cittadella uno speziale ed altro pagano reclutanti per far disertare i soldati.-

Vittorio Emanuele Re di Piemonte, intitolato Dittatore d'Italia, fa giungere un suo decreto a Palermo al suo Luogotenente Garibaldi per farlo eseguire; esso ordina che fusse venduta la terza parte dei beni dei Conventi con rendite per compensare i danni ricevuti da tutti quelli che hanno sofferto pel bombardamento nella Città, che trovasi quasi più della metà adeguata al suolo o bruciata.

Ci perviene notizia che un nostro Uffiziale di Artiglieria che nel 1848 si diede ai rivoltosi, e quindi passò al servizio del Piemonte, di nome Cisini, abbia tentato uno sbarco di gente armata in Calabria con due legni, ma giunta a tempo la nostra truppa, che credesi del 2° di Linea, ed altri 600 Calabresi (di quelli congedati che ricevono 25 grani al giorno), facendoli fuoco addosso, quelli che non ebbero il tempo di imbarcarsi furono tutti sacrificati.-

Oggi è partito il Colonnello Dusmet del 14° di Linea chiamato da S.M. a Napoli, forse per conoscere qualche cosa di cui è in dubbio; si spera che da un sincero esposto possa cambiare di aspetto la presente situazione.- A Bercellona vi è riunione di masse e, per quanto si assicura dalle nostre spie, sono istruite

dal 2° Tenente Ferrantina che, dimenticando il giuramento dato, si è dato al nemico; era del 2° di Linea.- Sono ristretti, per ben intese vedute, agli arresti di rigore di questo Forte il Capitano Lamberti ed il 1° Tenente Tosti dell'8° Battaglione Cacciatori.


Nota aggiuntiva della prof.ssa Rosalba Valente.

Questa è la puntata dello sfacelo: popolazioini che fuggono, si imbarcano , consegnano il proprio denaro agli inglesi, campi devastati, animali uccusi a migliaia, vendette private, estorsioini a non finire; le masse garibaldine e i rivoluzi...onari siciliani scorazzano per i piccoli villagi e uccidono le greggi e pretendono balzelli. E' la puntata delle diserzioni, dello sbarco degli emigrati cospiratori per combattere contro la propria Nazione e con garibaldi. E' la puntata della distruzione di Cattania e di Palermo; la calabria dà segni di insurrezione; i bravi sodati feriti vengono fatti a pezzi prima di essere uccisi dalle squadre garibaldine e dai rivoluzionari. E' la puntata degli inglesi che sbarcano armi e dei 12mila soldati piemontesi che sbarcano protetti dagli inglesi. Gli inglesi sobillano le rivolte, pagano le diserzioni e gli arruolamenti nel contingente garibaldino: 30 ducati più sei carlini al giorno (e suppongono che Garibaldi attinga al banco di Sicilia per ciò fare) ...E non si capacità il Generale De Martino. 24mila soldati bene armati e vincitori verso nemici ben più bravi e due mila feriti eppure Palermo viene abbandonata agli 800 uomini di garbaldi ; non crede al tradimento: è "ignoranza crassa" oppure imperizia o "incapcità del generale Lanza e poi invece deve crederci: è tradimento.

Non si capacità Il Generale De Martino che dopo tanti feriti e morti Catania distrutta e incendiata per difenderla, da parte dalle truppa di Clary, dalle bande dei rivolotosi venga dopo abbandonata a sé stessa per ordine di Afan De Rivera.... E' indignato per tanto tradimento. e giura: "Ma prometto a me stesso (non avendo nè moglie nè figli) che se questi baluardi della Cittadella cader debbono per intrighi o tradimento, darò fuoco ad una delle polveriste, che la menoma contiene mille cantaia di polvere, per così non aversi nè da Dio, nè dal diavolo". Già V.E.II pretende comandare : vendere conventi per mantenere la masnada. Nicola De Martino Si addolora "Povera Sicilia condannata spesso a distruggersi da se stessa per influenza estera ... che non ha a che perdere".

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