giovedì 12 dicembre 2019



STRAGISMO & ORDINE NUOVO
NE’ DEMONIZZAZIONI, NE’ INDULGENZA
PER I RESPONSABILI, MA FACCIAMO CHIAREZZA.

Di Maurizio Barozzi

Affrontiamo una volta per tutte il discorso su ORDINE NUOVO e lo stragismo, senza demonizzazioni e indulgenze, perché troppa gente, magistrati e giornalisti soprattutto, hanno inzuppato il pane in un immaginario criminoso in parte da loro stessi creato.
Sono state così non solo criminalizzate le persone, ma anche le idee che quel movimento portava avanti.
Ora se noi divergiamo dalla politica e dalle posizioni interpretative di una certa ideologia espresse da Ordine Nuovo, non per questo mettiamo in discussione, per esempio, la netta contrarietà alla democrazia o la difesa dei valori europei, di razza e di cultura che ci sono propri, laddove trattasi di “idee” e di “ideali” che, scusate il gioco di parole, solo la criminalità democratica, poteva criminalizzare.
In ogni caso si deve osservare, che Ordine Nuovo superficialmente, viene definito, da magistrati, ricercatori e giornalisti, come un continuatore dell’ala dura della RSI (in alternativa ai “moderati” del MSI), ma non è affatto così.
ON non è proprio in linea e nel solco del fascismo rivoluzionario repubblicano e socialista RSI, ma semmai con i dettami della “rivoluzione conservatrice” vaticinati da Julius Evola, che non a caso non condivideva e non aderì alla politica sociale e repubblicana della RSI, quindi ON tendeva ad assimilarsi ad alcuni aspetti elitari del nazionalsocialismo, come le SS, e nella attualità alle destre europee, alle fazioni militari modello OAS.
Nel bene e nel male, comunque ON ha portato in una certa area, totalmente priva di contenuti culturali, un certo linguaggio in massima parte mutuato dal “Tradizionalismo”.
Personalmente quei pochi camerati di ON che ho avuto modo di conoscere posso ritenerli tra il meglio che quell’area potesse esprimere, essendo anche persone di alto valore umano ed etico non assimilabili a quel putridume missista che si cannibalizzavano tra loro per le briciole di un seggio elettorale.
Purtroppo il pensiero “evoliano”, pur apprezzabile se considerato come un “supporto” per la “dottrina del fascismo”, conteneva alcune “tare” che, a mio avviso, hanno instradato ON su posizioni politiche non accettabili.
A cominciare dal presupposto che il “Mondo libero” fosse il “male minore”, per cui bisognava, al limite, difenderlo per evitare il “male peggiore” del comunismo.
A parte il fatto che questa considerazione non era affatto vera, inevitabilmente si sarebbe finiti con il collaborare con l’Occidente, che non è scindibile dall’americanismo e che viceversa era il male peggiore per il genere umano (basti vedere come sono oggi spettralmente ridotti tutti i paesi di quel cosiddetto “mondo libero”).
Questo ha portato ON a solidarizzare con le destre reazionarie e con una specie di “Internazionale nera”, tra l’altro sotto influssi delle Intelligence USA, anche tramite la famigerata e criminale Aginter Press di Guerin Sèrac), che allargavano idealmente il concetto di “Civiltà Europea” in “Civiltà Occidentale” per difendere la razza bianca dall’assalto dei popoli afro asiatici ed ovviamente del comunismo.
Ed è proprio qui una delle nostre nette divergenze da ON, che indusse i fascisti della FNCRSI, a suo tempo, a criticare ferocemente quell’uscita di “Noi Europa”, il foglio di ON, che contava sui “centurioni americani” i quali reduci, secondo questa demenziale speranza, dalla disfatta vietnamita, avrebbero salvato l’America.
Del resto noi fascisti della FNCRSI eravamo dalla parte dei Vietcong contro il peggior nemico del genere umano: gli yankee.
A proposito delle scellerate e reazionarie posizioni internazionali di ON, vale quanto ha osservato il prof. Aldo Giannuli: «in questo modo l’operazione storiografica si mutava in una raffinata operazione politica, il fascismo, espunto ogni tratto specifico, diventava così una forma di generico autoritarismo in funzione d’ordine, e dunque perfettamente solubile in ampie coalizioni anticomuniste». (Vedesi: Aldo Giannuli, Elia Rosati: “La storia di Ordine Nuovo”, Ed. Mimesis, 2017).
Non fu casualmente che ON divenne, da subito, collaboratore dello Stato Maggiore e non fu causalmente che furono proprio personaggi di ON a organizzare il famigerato Convegno Pollio del maggio 1965 (la “chiamata a raccolta” di tutti i conservatori italiani, invitati a far “qualcosa” per fermare l’ascesa dei comunisti al potere) o da parte di Giannettini e Rauti, a editare il libello “Le mani rosse sulle forze armate” funzionale alla carriera del capo di Stato Maggiore generale Giuseppe Aloja.
Forze Armate, lisciate da ON, quando erano, non solo subordinate agli Alti comandi Nato, ma le dirette eredi di quelle badogliane per una Italia democratica e antifascisti, e per di più quasi tutti i generali in orbita di Stato Maggiore avevano fatto, anche se magari si fa per dire, la Resistenza.
Ma peggio ancora noi oggi sappiamo che la “collaborazione” di Ordine Nuovo arrivò a partecipare, a latere, alle stay behind, Gladio, la struttura statunitense che con la scusa di fronteggiare una eventuale (in realtà, stante Jalta, assurda e impossibile) invasione sovietica, in realtà erano atte a controllare tutte le ns. FF.AA. e la nostra politica.
La collaborazione consisteva, tra l’altro, nel reclutare elementi nazionalisti, di destra, anticomunisti viscerali, militarmente adatti, per le Gladio, che erano un perverso gingillo per gli americani.
Già negli anni ’60 i reduci fascisti della FNCRSI, capivamo benissimo che ON era colluso con lo Stato Maggiore, quindi con i Servizi e lo scrissero in vari modi.
Non fu a caso che la FNCRSI nei suoi “Fogli di orientamento”, pur considerando che in politica i “duri” e “puri” non esistono, espresse queste considerazioni:
< Quando, però, come è avvenuto nel Convegno tenutosi a Roma nel maggio del 1965 presso l'Istituto A. Pollio, l'intera intellighènzia neofascista passò alle dipendenze dello Stato Maggiore, al fine di ingannare i propri compagni di lotta e di concorrere ad assoggettare ulteriormente la Patria al nemico, allora è sacrosanto dovere l'essere inflessibili>>.
Il gesto di Vincenzo Vinciguerra poi, che in quei primi anni ’70 aveva capito e toccato con mano questa collusione di ON con gli Apparati dello Stato, decidendo quindi di compiere un attentato contro i “camerati in divisa”, i carabinieri, fu un gesto veramente rivoluzionario, finalizzato a stroncare questi squallidi connubi.
Fu principalmente Pino Rauti, uscito dal MSI nel 1956, di cui del resto è oggi nota e acquisita la sua collaborazione con il Sid, a collocare ON dietro lo Stato Maggiore, che a sua volta era subordinato agli Alti comandi Nato e quindi nel campo statunitense, laddove c’erano evidenti precedenti: una testimonianza infatti ci racconta:
"Nel 1952 cioè nell’ultimo periodo del Tlt [Territorio Libero di Trieste nato nel 1947 e cessato nel 1954, N.d.A], un colonnello inglese che si era qualificato come responsabile dell’Intelligence di tutto il fronte della guerra fredda nell’Est in Europa, convocò: Pino Rauti, Guida, Ierra o Jerra [probabilmente Enzo Erra direttore della rivista “Imperium”, N.d.A.], lo zio materno di Ranieri Mamalchi, noto esponente della destra italiana, e un quinto che al momento non ricordo, tutti ex della RSI (…).
Ne vennero chiamati cinque perché erano persone di indubbia intelligenza ed erano esponenti della destra italiana.
Con Guida intendo riferirmi a colui che fu anche Prefetto a Milano. Ho ragione di ritenere che sia gli incarichi che i luoghi di destinazione dei quattro siano stati studiati a tavolino. Ho detto quattro perché lo zio di Ranieri Mamalchi si alzò disgustato dalla riunione ricordando proprio al Rauti che erano seduti davanti ai loro ex nemici".
( Vedesi: Stefania Limiti: “Doppio Livello”, Ed. Chiarelettere 2013).

E tutto questo nonostante che, apparentemente, la posizione di ON fosse descritta equidistante sia dagli Usa che dall’Urss.
Questo mascheramento ha fatto si che la maggioranza degli ordinovisti non percepirono bene la reale posizione strategica del movimento e rimasero estranei alle pratiche terroristiche che una minoranza di ordinovisti o addirittura anche non esplicitamente iscritti a ON, soprattutto nel Triveneto, sotto controllo delle basi Nato Fatse di Verona e Setaf di Vicenza prese a compiere nell’ottica di quella “guerra non ortodossa” praticata dai nostri colonizzatori al fine di destabilizzare il paese per tenerlo stabilizzato nell’Alleanza Atlantica.

Oramai non possono esserci più dubbi: le bombe del 1969 (aprile e agosto sui treni) e poi la strage di Piazza Fontana, furono opera di personaggi di / o attigui a Ordine Nuovo del Triveneto, coperti dai nostri Servizi e sotto controllo di quelli statunitensi e atlantici.
La enunciazione della Cassazione, nell’ultimo processo per Pz. Fontana, del 3 maggio 2005, per cui la strage di Piazza Fontana fu realizzata da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura", non più processabili in quanto già «irrevocabilmente assolti con la formula della insufficienza di prove dalla Corte d'assise d'appello di Bari» (nel 1987), ha avuto oramai evidenti riscontri, anche se abbisogna di una puntualizzazione su quel termine “Ordine Nuovo” ivi richiamato.

Ma questo non deve criminalizzare tutto un movimento, ma un gruppo minoritario di esaltati personaggi che si ritennero investiti dal compito “divino” di ripristinare l’ordine gerarchico sulla terra e fermare il comunismo, per il qual fine le vittime civili, italiani innocenti, non contavano. Era il risultato di certe “teorie” superomistiche, di razzismo suprematista con venature darwiniste da selezione dei migliori.

Oltretutto non è neppure certa l’appartenenza a ON di personaggi come Franco Freda e Delfo Zorzi, assolti definitivamente con formule di insufficienza di prove, quindi non più processabili, ma oggi, per tutto quello che si è scoperto dopo, considerati dai magistrati, dai ricercatori storici e dagli studiosi di quei fatti, degli stragisti.

Tempo addietro un caro amico e camerata che aveva lavorato al Centro studi ON, libreria di Roma, insisteva nel dirmi che Freda non risultava iscritto a O.N. Non avendo riscontri in tal senso non lo avevo riportato. Oggi, invece me lo conferma anche Rainaldo Graziani, figlio di Clemente uno dei capi di ON, e ci aggiunge anche la non partecipazione a ON di Delfo Zorzi come risulterebbe dalle stesse note giudiziarie.
Rimandiamo ad una interessante intervista video ad Affari Italiani a Rainaldo Graziani che giustamente difende la memoria di un movimento per il quale tanti militanti si sono generosamente battuti e hanno pagato un caro presso
(Vedesi: http://www.affaritaliani.it/…/strage-di-piazza-fontana-graz…).

E questo cambia molte cose, evidenziando inoltre che, come accennato sopra, magistrati e mass media hanno costruito un “immaginario criminale” in buona parte inventato ed esagerato, usando allegramente il nome di ON.
 

Non tutto il triveneto bombarolo, infatti, può definirsi di Ordine Nuovo. Di certo lo era Carlo Maria Maggi, reggente di ON per quell’area e subordinato a Rauti. Ma tutti gli altri personaggi inquisiti, che ci sono stati descritti dai magistrati, hanno collocazioni molto dubbie.

Si prenda un elemento chiave per tutte le inchieste su Piazza Fontana, quel Carlo Digilio, esperto di armi, sodale di Maggi in quel di Mestre e Venezia. Digilio, figlio di una spia dell’OSS, viene definito di Ordine Nuovo e spia della Cia. Che fosse informatore degli americani non ci sono dubbi, ma per quanto possa definirsi di Ordine Nuove, è una attribuzione del tutto superficiale se non inesatta.

Per quanto riguarda invece Freda, elemento chiave di quelle vicende, ecco tutto quello che abbiamo trovato:
• 4 agosto 1966 A Padova, una nota del Sid indica Franco “Giorgio” Freda come responsabile locale del centro Ordine nuovo; Gastone Romani, come responsabile di quello di Venezia.
• 30 novembre 1969 Come risulta dall’agenda di Franco Freda, si svolge in questa data alle ore 10.30, una riunione in via Mestrina, a Mestre, degli elementi di Ordine nuovo del Veneto.
• 8 marzo 1970 Si svolge a Venezia una riunione dei quadri di Ordine nuovo delle Tre Venezie per valutare la situazione a 4 mesi dal rientro nel Msi. Tra i tanti partecipanti vi è anche Franco Freda.
Come si vede si tratta di “informative” che sono sempre approssimate, di partecipazioni di Freda a riunioni di ordinovisti, di frequentazioni, ecc., ma non ci sono precisi riferimenti di una sua iscrizione ad Ordine Nuovo.

E questo vale anche per altri inquisiti del Triveneto per quei fatti.
In ogni caso noi non nascondiamo la testa sotto la sabbia, a noi preme solo ristabilire la verità dei fatti, non siamo magistrati e quindi non dobbiamo difendere le Istituzioni né la democrazia, che anzi ci sono idealmente estranei, né dobbiamo considerare i militanti rivoluzionari con gli occhi del “borghese buon padre di famiglia”, anche perché la Storia non la fanno i “borghesi”, ma proprio i “rivoluzionari”, i “sovversivi”, che poi se vincono passano da eroi, se perdono vengono criminalizzati.
Giusto che un Magistrato faccia il suo dovere e difenda le istituzioni che ha trovato, ma questo non annulla o demonizza ogni possibile rivoluzione.

Parliamoci chiaro: un certo numero dii neofascisti fino a tutti gli anni ’70, protetti dagli Apparati dello Stato, praticarono una strategia delle tensione, anche con attentati bombaroli, in genere dimostrativi, tranne l’ultimdi di Piazza Fontana, tutti con bombe che dovevano apparire “sovversive”, “anarchiche”, dietro input dei Servizi e in base alla demenziale strategia che terrorizzando il paese si potevano indurre i militari (all’uopo spronati dai Nuclei di Difesa dello Stato), a realizzare un Golpe come in Grecia (Golpe a cui da tempo si dedicava il Fronte di Valerio Borghese), o in subordine a costringere i politici di centro e conservatori a proclamare un “stato di emergenza”, con sospensione delle garanzie costituzionali, in modo che loro, questi cialtroni, potevano essere chiamati a fare da sciuscià recitando un certo ruolo; la presidenza di Nixon in America, e di Saragat e Rumor ai vertici del nostro Stato, induceva questi coglioni a nutrire speranze in proposito.

Ma gli americani, in realtà non avevano alcuna convenienza ad un Golpe in Italia, che gli avrebbe creato più problemi che altro, gli bastavano gli attentati dimostrativi, neppure stragisti, per la destabilizzazione, quindi usarono, abusarono e poi scaricarono questa squallida manovalanza neofascista.

Ma qualcuno alzò la posta e si ebbe la strage di Piazza Fontana, che fu voluta, non casuale perché a parte che si sapeva dell’orario al pubblico pomeridiano nel venerdì, che era in vigore per questa banca dell’Agricoltura dal 1921, lo attesta l’esplosivo impiegato che avrebbe, comunque, fatto una strage anche a banca chiusa, tra i lavoratori rimasti come sempre al lavoro.

Ma con i primi anni ’70 tutto è cambiato, in conseguenza dei grandi cambiamenti negli Usa. Gli americani scaricarono tutti i regimi dittatoriali di destra in Europa (Spagna, Grecia, Portogallo), utili nei momenti di crisi, ma poco idonei per gli assetti delle politiche internazionali.
In Italia i neofascisti vennero scaricati, alcuni divennero “schegge impazzite”, come ci dice il Generale Gianadelio Maletti del Sid, (vedesi: A. Sceresini, N. Palma, M. E. Scandaliato: “Piazza Fontana. Noi sapevamo”, Ed. Alberti, 2010). e tutta l’area neofascista venne presa in un tritacarne spaventoso dalla magistratura e dai mass media.
Tanti militanti furono ingiustamente accusati, molti trascinati in galera con accuse pretestuose venute da teoremi o da infami “pentiti” appositamente manipolati.

Quel che accadde per le bombe degli anni ’70, bombe che ora era utile dipingere come “nere”, deve ancora avere una sua vera collocazione e bisogna anche fare chiarezza quando si parla di Ordine Nuovo.
Per esempio, nella Ordinanza di Guido Salvini del 18 marzo 1995, è riportato che Clemente Graziani, uno dei capi del Movimento Politico Ordine Nuovo, messo fuorilegge (mentre il Centro Studi di Rauti e Maggi era rientrato nel MSI proprio alla vigilia di Piazza Fontana), secondo Marco Affatigato, ex di ON, oggetto di condanne penali, divento poi informatore dei Servizi, e che aveva condiviso una parte di latitanza a Londra con Graziani, nell’ occasione dell’attentato fallito di Nico Azzi (aprile 1973), al treno Roma - Torino, aveva detto che «”iniziatore della strategia delle stragi era stato il gruppo Freda e continuatore quello romano di Signorelli dopo l’arresto di molti del gruppo veneto”». Aveva aggiunto Graziani; "“questi sono dei pazzi, non sanno più quello che fanno”".

In questo racconto, forse l’Affatigato puo averci inserito nomi a suo sghiribizzo, ma sostanzialmente ci sembra veritiero e in linea con quanto possiamo oggi sapere.
Si dava il caso, infatti, che ora le strategie interne e internazionali erano mutate, ora occorreva “cambiare” la cultura del paese e i suoi standard politici e sociali, in senso progressista, con l’unico freno di non poter far entrare il Pci al governo finchè vigeva Jalta.

Era l’avvento delle ideologie neoradicali e per far tutto questo era utile un immaginario di criminalità neofascista, ora le bombe false flag non dovevano più essere “rosse”, ma “nere”.

Le centrali del terrore, a destra, come a sinistra, controllate dalle Intelligence Occidentali, come la cellula ordinovista del Triveneto o la Hyperion di Parigi, erano sempre all’opera e sempre le stesse, ma la musica era cambiata, il motivetto da suonare adesso era quello della “eversione nera”, da ridere, visto che i “neri” erano sempre stati sotto controllo degli apparati di sicurezza dello Stato.

Resta il tatto che la politica, la militanza, non si possono giudicare con gli occhi di un magistrato preposto a tutelare la Legge e le Istituzioni, né con quelle di un “buon padre di famiglia” della borghesia, perché chi sceglie la via della militanza, ha giustamente desideri rivoluzionari e le rivoluzioni non si fanno con i cioccolatini. Anche essere antidemocratici, per convinzioni ideali, ha una sua legittimità e non vuol dire essere criminali.

Non è quindi giusto criminalizzare tutti come, fanno con sporca prassi, i mass media che si spacciano per “antifascisti”.
Non dimentichiamoci mai che tra i peggiori criminali, bombaroli da strage ci sono . i governi, le amministrazioni di Stato di rispettabili nazioni democratiche, soprattutto anglo americani, che hanno lastricato il mondo di civili uccisi, dilaniati da bombardamenti aerei.
Occorre in ogni caso condannare inesorabilmente e senza alcuna attenuante lo STRAGISMO, l’uso del terrorismo bombarolo per conseguire alcuni obiettivi: nessun fine scusa questo mezzo.
Come si pronunciò la Federazione Nazionale Combattenti della RSI, reduci del fascismo repubblicano, a nessun fascista poteva venire in mente di deporre una bomba che poteva uccidere altri italiani. Chi lo ha fatto è squalificato moralmente e passibile di pena di morte.

Non si possono additare gli anarchici storicamente “bombaroli”, i comunisti quali “gappisti” che sparavano alle spalle, gli yankee quali macellatori di civili con i bombardamenti, e poi fare le stesse cose, quando il fascismo nella sua storia ha usato violenza e sistemi drastici, ma ha sempre combattuto lealmente, a viso aperto e con una divisa indosso.

Il bello è che se oggi andiamo poi a soppesare i soggetti che risultano implicati nello stragismo, tutti definitisi “nazisti” e ritenutisi superuomini, o uomini differenziati, vediamo che in fin dei conti sono dei borghesi, che bene o male si sono poi sposati, con mogli figli e miserie umane a carico. E molti alla fine li ritroviamo pentiti o dissociati a “cantare” con gli inquirenti o ad uscire di anzi tempo di galera, anche scrivendo la brava letterina di ravvedimento alla direzione del penitenziario. Di fatto sono, sul piano esistenziale, quello che tra i comunisti sono i “compagni al caviale” o meglio come quelle femministe arrabbiate degli anni ’70, riviste dopo 40 anni quali grasse mogli tutta casa, letto e chiesa. La propria ontologicaa natura non si può mai tradire e ci si realizza sempre per quello che si è.

NOI TUTTI DOBBIAMO VERAMENTE FARE CHIAREZZA, MA IL CAMMINO E’ ANCORA LUNGO E TORTUOSO.
QUELLO CHE VOLEVO DIRE L’HO DETTO, SENZA REMORE, NÉ’ PARAOCCHI

TRATTO DA:
https://www.facebook.com/maurizio.maubar.1/posts/159050935322236

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