lunedì 30 settembre 2019

CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE INTENDA ...



Se il re di diritto divino era il centro dello Stato tradizionale, ciò che legava le singole parti e attività a questo centro e faceva partecipare i singoli alla influenza trascendente portata dal capo, era un doppio elemento: il rito e la " fedeltà" fides.

Il rito fu il cemento originario delle organizzazioni tradizionali piccole e grandi considerate secondo la loro dimensione non naturalistica.

Esso spettava anzitutto al re; era poi prerogativa delle caste aristocratiche o sacerdotali, della stessa magistratura e, infine, dei patres, dei capifamiglia. 

Riti e sacrifici erano determinati da norme tradizionali minute e severe, le quali non ammettevano nulla di arbitrario e di soggettivo. 

Essi erano imperativi, jus strictum: il rito o il sacrificio tralasciato, compiuto da persona non qualificata o eseguito in modo comunque disforme dalle regole tradizionali, era principio di sventura: esso rimetteva allo stato libero forze temibili sia nell'ordine morale che in quello materiale, sia per gli individui, che per la collettività. 

Per contro, nel mondo classico poté dirsi che il sacerdote del fuoco sacro col suo rito, giorno per giorno « salva » la città. 

Stabilire i riti secondo la tradizione estremo-orientale è la prima fra le tre cose considerate di massima importanza pel governo di un impero, i riti essendo i « canali attraverso cui si possono cogliere le vie del Cielo » (La rovina degli stati, la distruzione delle famiglie e l'annientamento dei singoli, sono sempre stati preceduti dall'abbandono dei riti.. Essi forniscono i canali attraverso i quali noi possiamo cogliere le vie del cielo..
 

Nella tradizione indù i « luoghi sacrificali » sono considerati come le sedi stesse dell'« ordine », ed è assai significativo, che la espressione rta (presso gli Trani: artha) appare, in connessione con analoghe concezioni, come radice nella stessa parola latina ritus, cioè azione rituale. 

Non vi era atto dell'antica vita tradizionale, sia individuale che collettiva, cui non si connettesse un elemento rituale determinato, come suosostegno e guida dall'alto e come elemento trasfigurante 

La tradizione dei riti e dei sacrifici, al pari di quella stessa delle leggi, che spesso con essa si confondeva rimandava poi, tanto nell'ordine privato che in jus sacrum quello pubblico, ad un essere non-umano o divenuto non-umano.
 

Tutto ciò è terra ignota per la mentalità laica moderna, per la quale ogni rito, quand'anche non come superstizione « superata », vale come mera cerimonia apprezzabile al più per il suo valore simbolico, estetico, o emozionale.

J.Evola - Rivolta contro il mondo moderno

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