martedì 27 agosto 2019

VALERIO BORGHESE



di Maurizio Barozzi

VALERIO BORGHESE
Il 26 agosto del 1974, moriva, dicono, tra le braccia, (amorevoli?) di una spia del Sid, in Spagnaj, dove si era rifugiato, proprio dopo aver finalmente promesso che avrebbe svelato qualcosa di quel suo ridicolo golpe “Tora Tora, con neofascisti terminali, cosche mafiose, industriali falliti e Servizi di ogni genere.
Oggi c’è chi lo esalta: i soliti mentecatti destroidi, o lo denigra, molti che ne hanno capito poco.
Alieni da agiografia e insulti ristabiliamo almeno la verità storica.
Per prima cosa Valerio Borghese non era fascista, MAI stato fascista, ma era un militare e un conservatore per rango e classe sociale.
Quindi non si può accusare di “tradimento” di idee, ma semmai di “ambiguità di
posizione”. Ci spieghiamo.
Borghese è stato un eroe di guerra e uno dei pochi militari che ha portato seri attacchi ai britannici. Questo va riconosciuto.
Gli va riconosciuta anche la continuità della guerra, dopo il criminale tradimento dell’8 settembre, a combattere per “l’onore d’Italia”.
Il suo fu un comportamento di “onore molitare” che lo portò a conseguire con i tedeschi, quasi un contratto di parte, i quali poi lo protessero sempre.
La guerra di Borghese non ha nulla a che vedere con la guerra rivoluzionaria del fascismo repubblicano, anzi Borghese, da buon reazionario, era contrario alla svolta socialista.
Il fatto è che Borghese rimase in accordi con il governo badogliano del Sud, con l’ammiraglio De Couberten.
Già nel 1943 il federale Giuseppe Solaro, vero fascista, lo aveva smascherato e denunciato a Pavolini. Ma per il ruolo bellico della Decima Mas non si potè far nulla. Fino a quando nel 1944 Mussolini lo fece arrestare, e il comandante Albonetti che lo trasse in arresto paventò di fucilarlo.
Ma Mussolini considerando quello che sarebbe accaduto con la Decima, lo fece rimettere in libertà, tenendolo sotto controllo anche per spiare, come disse, il governo del sud.
Il 25 aprile, mentre Mussolini e i fascisti vanno a Como, quale precampo per andare in Valtellina, Borghese invece resta a Milano dove in piazza Fiume si barrica con la Decima per sottoscrivere la resa ai partigiani, in cambio dell’onore delle armi.
In realtà ha in tasca un accordo con il governo del Sud, che gli garantiva un nascondiglio in Milano, nella casa del tenente partigiano, delle brigate Matteotti, Pulejo.
E ivi fu nascosto, fino a quando, sempre come da accordi, venne prelevato e tratto in salvo daò Servizio SIS Marina del Sud, su disposizioni anche dal capo dello Oss americano J. J. Angleton, che incaricò il giovane poliziotto Umberto Federico D’amato per un sicuro prelevamento. Ad Angleton facevano gola i futuri servigi di b Borhtese, che per essere ad una Intelligence che aveva occupato e colonizzato il nostro paese, non potevano che essere anti italiani. Non essendo un politico o uomo di Sgtato, forse il Borghese neppure se ne rendeva conto, ma fu di certo una ben misera fine per una nostra medaglia d’oro.
Viene portato a Roma e chiuso nelle carceri di Cinecittà, dove subirà diversi maltrattamenti.
Ma la garanzia americana lo protegge e gli garantirà anche nei successivi processi di scampare alla fucilazione ed essere ben presto liberato.
Nel frattempo Angleton lo fa spostare nel sicuro carcere di Procida, più vicino alla Sicilia, vicino ai centri di comando americani, mentre il suo luogotenente Nino Buttazzoni si farà tramite tra Borghese e le richieste americane.
E queste non tarderanno ad arrivare, a cominciare dalla richiesta di uomini della Decima mas, da mandare, previo addestramenti Usa, nella mafiosa Sicilia del 1946 . 1947, , dove stendiamo un velo pietoso.
Sarà utilizzato, tramite Buttazzoni e la sionista Ada Sereni, anche per fornire uomini per addestrare la neonata marina di assalto israeliana. Ed anche qui stendiamo un altro velo pietoso.
Negli anni ’50, tramite un furfante missista, Tullio Abelli di Torino, Borghese concederà uomini per formare squadrette di picchiatori, contro i sindacati e a pro della Fiat soprattutto.
Negli anni ’50 una delle poche e vere associazione di reduci fascisti, la FNCRSI, al tempo per tradizione concedeva la carica di presidente onorario a grandi figure militari della RSI. Era toccata a Graziani, poi anche a Borghese l cui medaglia d’oro faceva testo.
Ma il desso per traffici con il suo ex sodale di La Spezia, senatore Franz Turchi, fece un appello sul Secolo d’Italia, ivitando a votare MSI e il figlio di Turchi alla Camera, contravvenendo al Direttivo FNCRSI che vietava, nel modo più assoluto di sostenere il MSI, partito considerato corrotto e “antifascista”. Borghese quindi venne espulso “con ignominia” dalla FNCRSI.
Il desso, con i soldi del partito, procurò subito di costituire una nuova associazione, la squallida UNCRSI che doveva fungere da ruota di scorta elettorale per i missisti.
Arriviamo agli anni della strategia della tensione. E’ sicuro che Borghese brigava per un Golpe, che data la subordinazione delle nostre FFAA alla Nato, sarebbe stato contro gli interessi nazionali come scrissero i fascisti della FNCRSI denunciando anche le mafie, gli industriaali, i servzi che c’erano dietro .
Ma in quei mesi era anche in atto una strategia stragista fatta di bombe criminali, false flag da addebitare agli anarchici e ai sovversivi, che doveva destabilizzare l’ordine pubblico, impaurire la borghesia e spronare politici e militari reazionari ad un colpo di Stato.
Le due cose erano in sintonia? Borghese ne era complice? non lo sappiamo e stendiamo un terzo velo pietoso.
Sapete tutti come è finita, con la pagliacciata immortalata da Monicelli nel film Vogliamo i Colonnelli.
Su borghese che resta un eroe di guerra, medaglia d’oro non c’è altro da dire.
Resta i fatto che durante la RSI era in accordi anche con il governo del sud e poi con l’Oss americano, negli anni ’60 e ’70 trafficando con i Servizi, l’ambasciata Usa, ecc. di fatto lavorò, sicuramente senza rendersene conto, perché non capiva nulla di politica, geopolitica e sovranità nazionale, contro gli interessi del nostro paese, a favore di quelli statunitensi. Volente o, più che altro nolente. Fi anche un complice del più repellente padronato. Ma non essendo stato fascista, ce ne puo’ fregare di meno.
A nostro parere, ma è solo una ipotesi, venne ammazzato per nascondere tutto il marcio e le mascalzonae che c’erano state con il suo Fronte Nazionale e il Golpe del 1970.


TRATTO DA:
https://www.facebook.com/maurizio.maubar.1/posts/137102647517065


AGGIUNTO DA "SOCIALE"

Qui lo storico articolo del Bollettino della FNCRSI in cui i fscisti della fncrsi denunciarono, prima di dicembre 1970, il fronte nazionale di Borghese e le manovre golpiste. 
Come noto poi a pagliacciata del golpe consumata, la Fncrsi pubblico' il famoso articolo "Fantasmi a Roma" che ridicolizzò la notte del golpe

https://vk.com/doc476559165_506179575


1 commento:

  1. Quindi tu, caro Antonio Pocobello, ammetti che Borghese sarebbe stato un criminale opportunista e doppiogiochista? Che sarebbe stato un amico della Mafia siciliana e che avrebbe organizzato squadre di picchiatori per conto della Fiat( e quindi per conto della famiglia Agnelli)? Quindi se non sbaglio tu dal punto di vista storico salvi ed esalti i veri fascisti come Giuseppe Solaro e condanni un personaggio come Borghese che non sarebbe stato neanche fascista?

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