mercoledì 31 ottobre 2018

Nella Somalia italiana dighe canali e ferrovie per l’agricoltura sperimentale di Genale – FOTO e VIDEO




Nella Somalia italiana degli anni ’20 vennero realizzate dighe, canali e una ferrovia per incentivare l’agricoltura sperimentale nel nuovo comprensorio agricolo di Genale, a sud di Mogadiscio, creando una vera e propria nuova città.
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Genale fu sede dell’Azienda Agricola Sperimentale del Governo, era il centro di una vasta zona di concessioni che si estendevano su 30.000 ettari per la coltura del cotone, resa possibile dalla grande diga di sbarramento dell’Uebi Scebeli e dalle numerose canalizzazioni. Vi si coltivavano, oltre al cotone: canna da zucchero, sesamo, ricino, granoturco, palma, capok e soprattutto banane.
Il Generale Fettarappa Sandri scriveva in proposito “Gli Italiani con dura fatica hanno creata una grande oasi, lottando contro gli elementi avversi della natura stessa, vincendo difficoltà che talora parevano insormontabili, superando delusioni atroci”.
La prima azienda sperimentale venne creata nel 1912 da Romolo Onor, durante il Governatorato De Martino, conducendo i primi studi tecnici ed economici sull’agricoltura in Somalia.
 
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Nel nuovo centro agricolo venne realizzata una piccola ferrovia decauville, a scartamento ridotto da 600 mm, di 12 chilometri per collegare Genale con la città di Merca sul mare.
Alla morte del suo fondatore nel 1918, avvenuta proprio a Genale, l’Azienda cadde in disgrazia e fu proprio il Governatore Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon che ne intuì l’importanza e la risollevò, facendone un grosso centro di colonizzazione, con principi diversi dal Villaggio Duca degli Abruzzi: fu infatti il primo esperimento di colonizzazione sorretto dallo Stato, assegnando i terreni a coloni italiani che più tardi formarono il Consorzio di Colonizzazione di Genale.
Venne creato per primo l’Ufficio Agrario e di Colonizzazione per ordinare e disciplinare le concessioni, per curare e distribuire l’acqua per l’irrigazione, sorvegliare i centri di diffusione agraria, conservare e sviluppare il patrimonio forestale e zootecnico; venne istituito anche un servizio meteorologico e idrometrico.
 
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Il Governatore de Vecchi fece studiare un nuovo sistema di irrigazione in derivazione dell’Uebi Scebeli per distribuire omogeneamente l’acqua in tutto il comprensorio, facendo progettare una nuova diga in sostituzione di quella vecchia ormai fatiscente.
La grande diga di sbarramento, su progetto dell’Ingegnere Gaetano De Angelis, fu iniziata nell’Ottobre 1924 e terminata il 27 Ottobre 1926. Con la nuova diga, lunga 90 metri, con il canale principale di 7 chilometri e i cinque secondari fu creata una rete di 55 chilometri di nuove canalizzazioni.
“Sulla pianura spoglia piccoli uomini dal volto bianco, i reduci della guerra e della rivoluzione d’Italia, affondarono gli aratri nella terra, prima di affidarle il nuovo seme. A Genale intanto, romanamente, si deviava il corso di un fiume per gettare le fondamenta di cemento e ferro della grande diga”.
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Nei primi mesi del 1928 la maggior parte dei lavori per la derivazione dell’acqua e le canalizzazioni erano compiuti insieme a 200 chilometri di strade camionabili.
Venne fondato, allo sbocco della strada di Merca, il paese Vittorio d’Africa che sarebbe divenuto il centro di raccolta dei prodotti e sede del Consorzio Agrario con anche il nuovo edificio per la sgranatura del cotone per l’industria cotoniera nazionale.
Parallelamente alle opere per l’irrigazione l’intero comprensorio, circa 18 mila ettari, venne indemaniato, inquadrato e colonizzato, suddividendolo in 83 concessioni divise in cinque zone […]
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di Alberto Alpozzi – © Tutti i diritti riservati
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Tutte le foto dell’articolo, pubblicate nel libro “Viaggio nella Somalia italiana” sono di Carlo Pedrini, fotografo capo del Regio Laboratorio Foto-Cinematografico di Mogadiscio.
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