venerdì 20 ottobre 2017

Benito Mussolini «promemoria segretissimo» relativo ai piani di guerra redatto il 31 marzo 1940

Re Vittorio Emanuele III con Benito Mussolini
Nulla di nuovo se non per chi crede alle criminali favole resistenziali, nessuna voglia di fare la guerra ma impossibile starne fuori, bisognava solo scegliere con chi e da quando farla, da buon italiano cercava il massimo risultato con il minimo sforzo, poi però le cose sappiamo come andarono, alle oligarchie imperialiste si incastrarono i percorsi che tutti conosciamo per vie però che solo pochi conoscono o che onestamente riconoscono, non certo quelle raccontate ufficialmente ai grulli ... 
Lezione di Storia: Mussolini non portò l’Italia volontariamente alla Seconda Guerra mondiale e l'attuazione delle famose "leggi razziali"Come le potenze capitalistiche costrinsero l'Italia alla guerra di Filippo GianniniLe vere motivazioni della seconda guerra mondiale e dell’intervento italiano, 10 giugno 1940

Già immagino qualcuno arrampicarsi sugli specchi criticando l'enfasi del discorso della dichiarazione di guerra da Palazzo Venezia, pensavate forse che "chiunque" si sarebbe presentato con le "orecchie basse", "il saio", "auto flagellandosi" con il "cilicio" dicendo:
"entriamo in guerra perchè ci obbligano o comunque perchè ci romperebbero il culo" ? O per dirla in un altro modo "ci annienterebbero"...
ILLUSI ... o in MALAFEDE ...
Ma anche nella dichiarazione di guerra è chiarissimo:
"(...) La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.
Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano (...)".
Quanto dichiara e testimonia in un suo libro Piero Buscaroli :
"Tutto cominciò nel 1975 con una lunghissima passeggiata a Madonna di Campiglio con l'ambasciatore Pietromarchi. Nella nostra entrata in guerra, l'allora consigliere Pietromarchi era stato, nei primi mesi del 1940, quella che nel gergo diplomatico si chiama la «ragione per cui»… era stato il funzionario addetto ai rifornimenti e alla protezione della navigazione dalle insidie degli inglesi. Perché si era visto che gli inglesi, nei mesi della cosiddetta "non belligeranza", intralciavano il traffico marittimo italiano con ispezioni e umilianti intralci ancora documentati nei documenti diplomatici. Pietromarchi preparò per il Duce un quadro terribile della situazione; non si poteva andare avanti così: il traffico portoghese, quello spagnolo non venivano molestati, mentre veniva insidiato il traffico italiano con giorni e giorni di sequestri.

A: Come avvenne l'incontro con Pietromarchi?
B: Era l'estate del 1975, mi ero appena liberato dalla direzione del "Roma". Stavo facendo le vacanze in montagna, a Madonna di Campiglio, quando dalla terrazza della mia casa, vedo passare, inconfondibile per i bellissimi baffi e per la figura eretta, alto e magro, l'Ambasciatore. La strada finiva lì ed entrava in un bosco bellissimo. Mi feci coraggio, mi avvicinai a lui e gli dissi :
«Sono l'ex direttore del "Roma". Mi sono permesso di accostarla perché ho una domanda che mi tormenta da anni. È una domanda difficile, temo che possa anche offenderla. Per tutti quelli che si occupano della Seconda guerra mondiale, sua è la firma del diplomatico di carriera messa accanto alla decisione di Mussolini di entrare in guerra; il suo rapporto sulla navigazione fu sempre considerato come il pretesto che Mussolini si era preparato per giustificare l'entrata in guerra prima di tutti col re. Le impazienze di Vittorio Emanuele erano ben conosciute nel marzo-aprile del 1940. Con tutti quelli che lo avvicinavano diceva di Mussolini :  "quel cretino non approfitta delle conquiste tedesche, che cosa aspetta"».

A: E che cosa le disse Pietromarchi?
B: «Certamente quel mio rapporto fu una giustificazione e una spiegazione». Gli chiesi: «Ma lei ebbe mai l'impressione, mentre faceva quel rapporto, di assecondare un desiderio del Capo del governo? Ebbe la coscienza di fare, in poche parole, quello che Mussolini voleva per avere una motivazione accertata e approvata dal tecnico della situazione, com'era lei, per entrare in guerra?». Mi rispose con questa frase:
«Io non mi sarei mai prestato e Mussolini non me lo avrebbe mai chiesto» e aggiunse: «Per quanto si possa considerare bene o male, Mussolini aveva per il funzionario una correttezza e un rispetto tali che non avrebbe mai chiesto una cosa come questa; certo, io dissi che in quella situazione in cui eravamo giunti (maggio 1940) non poteva fare a meno, se voleva tutelare l'onore e il prestigio dell'Italia, di entrare in guerra; ma questo non vuole dire che io approvassi la sua politica. La disapprovavo fin da quando nel 1936 col patto di Stresa si era messo in condizione un giorno di essere prigioniero degli inglesi e dei francesi». 
Con qualche tradimento di meno, impossibile, forse andava diversamente .... IL SABOTAGGIO DELLA GUERRA FASCISTA CONTRO LE DEMOPLUTOCRAZIE OCCIDENTALISeconda Guerra Mondiale - Patto nippo-sovietico di non aggressione, 13 aprile 1941, Badoglio ("l'eroe" di Caporetto, bisogna ricordarlo) e il Re ...

Poi ognuno può leggere cosa vuole è poi solo questione di onestà o disonestà, avere o non avere una coscienza, ma son cose rare ...
a cura di Cornelio Galas
Questo «promemoria segretissimo» sviluppato da Mussolini era destinato al sovrano (cui fu consegnato il 31 marzo), poi al Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, al Capo di Stato Maggiore Generale Pietro Badoglio, ai tre capi di Stato maggiore, Rodolfo Graziani, Cavagnari e Pricolo, al ministro dell’Africa italiana Attilio Teruzzi, al segretario del PNF Ettore Muti ed al segretario di Stato per la Guerra generale Ubaldo Soddu.

Mussolini riteneva molto improbabile una pace negoziata (con Francia ed Inghilterra) prima delle decisioni irrevocabili, qui analizza l’atteggiamento italiano di fronte alla guerra imminente.
Benito Mussolini
Roma, 31 marzo 1940

In una situazione quale l’attuale che potrebbe chiamarsi di estrema fluidità, è difficile, se non impossibile, fare delle previsioni sullo sviluppo degli eventi e sulle fasi avvenire della guerra. Bisogna dare larga parte all’imprevisto (vedi guerra russo-finlandese) e tenere conto di quanto può accadere nella politica di paesi lontani come gli Stati Uniti o il Giappone.

Pace negoziata di compromesso

L'azienda Guerra
Allo stato degli atti, tale possibilità è da escludersi. È vero che forti correnti pacificiste si agitano pubblicamente in Inghilterra e sotterraneamente in Francia, ma gli obiettivi di guerra degli Alleati, sono tali, oggi, che un compromesso è impossibile. Esso non potrebbe che partire dall’accettazione del «fatto compiuto» delle conquiste tedesche e russe a nord-est, ma questo non si concilia con la proclamata volontà di ricostituire la Polonia, la Cecoslovacchia e persino l’Austria.
Una pace di compromesso può essere più agevolmente accettata dalla Germania, non dalle grandi democrazie, le quali tuttavia non sarebbero aliene dall’accettare il «fatto compiuto» del bottino polacco fatto dalla Russia, se la Russia «mollasse» la Germania. Il sig. Welles ha, dopo il suo pellegrinaggio, concluso che per una pace negoziata i tempi non sono ancora maturi.

Mappa della Grande Italia secondo il progetto del 1940: in rosso i territori dell’Europa e dell’Africa da includere nell’Italia metropolitana
Operazioni militari terrestri
È prevedibile che i franco-inglesi assumano l’iniziativa delle operazioni, cioè di un attacco al Westwall sul fronte occidentale? Allo stato degli atti, è da escludere. Le forze terrestri inglesi in Francia sono molto esigue; la situazione demografica della Francia non è tale da consentire le perdite gravissime che un attacco al Westwall imporrebbe.

Quanto al morale dei soldati francesi è difensivo, non offensivo. I franco-inglesi sono alla ricerca di un fronte terrestre, meno incomodo, di quello occidentale e a tale scopo è stato preparato l’esercito di Weygand. Ma questo famoso fronte non si delinea ancora dal punto di vista geografico. Balcanico? Caucasico? Libico?

I franco-inglesi continueranno quindi:
  • a) a non assumere iniziativa di operazioni su terra; 
  • b) a operare più controffensivamente che offensivamente sul mare e nell’aria; 
  • c) e soprattutto a rendere più ermetico il blocco attorno alla Germania.
Operazioni germaniche

Da parecchi mesi si parla di una offensiva germanica contro la Maginot o contro Belgio e Olanda per arrivare alla Manica. A rigore di logica anche questa offensiva sembra doversi escludere per i seguenti motivi:
  • a) perché la Germania ha già raggiunto i suoi obiettivi di guerra e può quindi attendere l’attacco avversario;
  • b) perché è troppo rischioso giocare il tutto su una carta, poiché se l’offensiva fallisse del tutto o si concludesse con un insuccesso e ci fossero perdite rilevanti, una crisi interna nella Germania sarebbe inevitabile, dato che anche il morale del popolo tedesco è complessivamente mediocre e in taluni grandi centri come Berlino e Monaco meno che mediocre. È quindi probabile che fra la guerra di attacco e quella di resistenza, la Germania sceglierebbe l’ultima e cioè:
  1. metterà tutto in opera per resistere al blocco;
  2. assumerà l’iniziativa di operazioni marittime e aeree sempre più vaste di controblocco. L’offensiva terrestre avrà luogo o nell’eventualità di una certezza matematica di schiacciante vittoria o come carta della disperazione se il blocco a un certo momento non consentisse altra via di uscita.
Posizione dell’Italia

Guerra infinita,
 guerra ecologica
Se si avvererà la più improbabile delle eventualità, cioè, una pace negoziata nei prossimi mesi, l’Italia potrà, malgrado la sua non belligeranza, avere voce in capitolo e non essere esclusa dalle negoziazioni; ma se la guerra continua, credere che l’Italia possa rimanersene estranea sino alla fine, è assurdo e impossibile.

L’Italia non è accantonata in un angolo d’Europa come la Spagna, non è semi-asiatica come la Russia, non è lontana dai teatri di operazione come il Giappone o gli Stati Uniti, l’Italia è in mezzo ai belligeranti, tanto in terra, quanto in mare. Anche se l’Italia cambiasse atteggiamento e passasse armi e bagagli ai franco-inglesi, essa non eviterebbe la guerra immediata colla Germania, guerra che l’Italia dovrebbe sostenere da sola; è solo l’alleanza colla Germania, cioè con uno Stato che non ha ancora bisogno del nostro concorso militare e si contenta dei nostri aiuti economici e della nostra solidarietà morale, che ci permette il nostro attuale stato di non belligeranza.

Esclusa l’ipotesi del voltafaccia che del resto gli stessi franco-inglesi non contemplano e in questo dimostrano di apprezzarci, rimane l’altra ipotesi cioè la guerra parallela a quella della Germania per raggiungere i nostri obiettivi che si compendiano in questa affermazione: libertà sui mari, finestra sull’oceano.

L’Italia non sarà veramente una nazione indipendente sino a quando avrà a sbarre della sua prigione mediterranea la Corsica, Biserta, Malta e a muro della stessa prigione Gibilterra e Suez. Risolto il problema delle frontiere terrestri, l’Italia, se vuole essere una potenza veramente mondiale, deve risolvere il problema delle sue frontiere marittime: la stessa sicurezza dell’Impero è legata alla soluzione di questo problema.

Guerra alla Terra
L’Italia non può rimanere neutrale per tutta la durata della guerra, senza dimissionare dal suo ruolo, senza squalificarsi, senza ridursi al livello di una Svizzera moltiplicata per dieci. Il problema non è quindi di sapere se l’Italia entrerà o non entrerà in guerra perché l’Italia non potrà fare a meno di entrare in guerra, si tratta soltanto di sapere quando e come; si tratta di ritardare il più a lungo possibile, compatibilmente con l’onore e la dignità, la nostra entrata in guerra:
  • a) per prepararci in modo tale che il nostro intervento determini la decisione;
  • b) perché l’Italia non può fare una guerra lunga, non può cioè spendere centinaia di miliardi come sono costretti a fare i paesi attualmente belligeranti.
Ma circa il quando, cioè la data, nel convegno del Brennero si è nettamente stabilito che ciò riguarda l’Italia e soltanto l’Italia.
Piano di guerra

Premesso che la guerra è inevitabile e che non possiamo marciare coi franco-inglesi, cioè non possiamo marciare contro la Germania, si tratta di fissare sin da questo momento le linee della nostra strategia, in modo da orientarvi gli studi di dettaglio.

Fronte terrestre. Difensivo sulle Alpi occidentali. Nessuna iniziativa., Sorveglianza. Iniziativa solo nel caso, a mio avviso, improbabile, di un completo collasso francese sotto l’attacco tedesco. Una occupazione della Corsica può essere contemplata, ma forse il gioco non vale la candela: bisogna però neutralizzare le basi aeree di questa isola.
Ad Oriente, verso la Jugoslavia. In un primo tempo, osservazione diffidente. Offensiva nel caso di un collasso interno di quello Stato, dovuto alla secessione, già in atto, dei croati.
Fronte albanese: l’atteggiamento verso nord (Jugoslavia) sud (Grecia) è in relazione con quanto accadrà sul fronte orientale.
Libia: difensiva tanto verso la Tunisia, quanto verso l’Egitto. L’idea di una offensiva contro l’Egitto, è da scartare, dopo la costituzione dell’Esercito di Weygand.
Egeo: difensiva.
Etiopia: offensiva per garantire l’Eritrea e operazioni su Gedaref e Kassala; offensiva su Gibuti, difensiva e al caso controffensiva sul fronte del Kenia. 

Aria. Adeguare la sua attività a quelle dell’Esercito e della Marina: attività offensiva o difensiva a seconda dei fronti e a seconda delle iniziative nemiche.
Mare. Offensiva su tutta la linea nel Mediterraneo e fuori.
È su queste direttive che gli Stati Maggiori devono basare i loro studi e il loro lavoro di preparazione senza perdere un’ora di tempo, poiché, malgrado la nostra attuale non-belligeranza, la volontà dei franco-inglesi o una complicazione impreveduta potrebbe metterci, anche in un avvenire immediato, di fronte alla necessità di impugnare le armi.
Benito Mussolini


E come finì ?
"Ricordatevi bene: abbiamo spaventato il mondo dei grandi affaristi e dei grandi speculatori. Essi non hanno voluto che ci fosse data la possibilità di vivere. Se le vicende di questa guerra fossero state favorevoli all’Asse, io avrei proposto al Führer, a vittoria ottenuta, la socializzazione mondiale. Lavorerò anche in Valtellina. Cercherò che il mondo sappia la verità assoluta e non smentibile di come si sono svolti gli avvenimenti di questi cinque anni. La verità è una". - Benito Mussolini - (NdR)
Pubblicato da televignole che aggiunge:
Grazie alla cortese disponibilità del nostro carissimo amico Enzo Antonio Cicchino possiamo pubblicare una serie di documenti più o meno secretati dell’epoca fascista. 


Enzo Antonio Cicchino
Enzo Antonio Cicchino nato a Isernia nel 1956. Vive a Roma. Matricola Rai 230160   enzoantoniocicchino@tiscali.it

Autore e regista documentari RAI. Allievo, a Pisa, di Mario Benvenuti: insegnante di cinema e direttore della fotografia.

1978 – 1984 - Assistente alla regia dei registi:
– Paolo e Vittorio Taviani (Il Prato, La notte di San Lorenzo)
– Valentino Orsini (Uomini e no, Figlio mio)
– Franco Taviani (Masoch)

1981 – 1990 – Lavora per le trasmissioni Delta (Raitre), Il Piacere dell'occhio (Raitre), Print (Raitre), Il libro di un amico (Raiuno).

1990 – 1998 – Entra nel gruppo lavoro diretto da Giovanni Minoli. Mixer Cultura (Raidue), Mixer (Raidue, Raitre), Format (Raitre).

Per Mixer realizza molte inchieste e ricostruzioni storiche. Le più importanti:
Le ultime ore di Mussolini 45′
Il processo di Verona: Morte a Ciano 50′
La Battaglia di Cassino 50′
Via Rasella,l'altra faccia delle Fosse Ardeatine 50′
L’Oro della Banca d'Italia trafugato dai nazistiI 55′
La Strage di Schio 50′
La morte diI Matteotti 45′
– Inoltre per Mixer/Format  ha curato la realizzazione di circa 500 spot, nonché i promo istituzionali.




1992 – Pubblica la raccolta di racconti Centocelle di nani -Lifeditore - Roma.
1995 – Fonda il sito internet L’Archivio, in ordine di tempo uno dei primi in Italia, ad operare sul web la promozione della storia, della cultura e dell’arte.
1996 – Pubblica il romanzo La Fonte di Mazzacane – L’Archivio Editore – Roma.

Dal 1997 al 2003 – Coordinatore nella giuria del Festival Internazionale del Cinema di Salerno.

1999 – collabora con il regista Italo Moscati alla sua realizzazione dello speciale in 100′ dal titolo Passioni Nere (L’amore ai tempi di Salò) per La Grande Storia in prima serata (Raitre).
– A seguito di studi sulle nuove tecnologie della comunicazione multimediale, tenta di realizzare il Primo Internet Festival Internazionale del Cinema che decade per la allora insufficiente tecnologia e per l’assenza della banda larga.

2000 – Trasmissione Energia (Raitre) di Alan Friedman.

– Programmista regista per il rotocalco di storia contemporanea Correva l'anno (Raitre) per cui realizza tre inchieste: “Fuga” Kappler dal Celio - Delitto Rosselli - Delitto Matteotti.

2001 – Autore e regista di “Giulio Cesare” Il monarca riluttante per la trasmissione Correva l'anno (Raitre) 50′
– Coautore e coregista (insieme a Antonia Pillosio) di “Rommel” per la trasmissione Correva l'anno (Raitre) 50′
2002 – Autore e regista di “Gli uomini di Mussolini 1: Farinacci, Balbo, Grandi, Starace” per la trasmissione La Grande Storia (Raitre) 110′
– Autore e regista di Gli uomini di Mussolini 2: Graziani, Bottai, De Vecchi, Pavolini” per la trasmissione La Grande Storia (Raitre) 100′
2003 - Autore e regista di “4 Novembre: La Vittoria” per la trasmissione La Grande Storia (Raitre) 100′
2004 - Autore e regista di Gli uomini di Mussolini 3: D’Annunzio, Badoglio, Costanzo Ciano, Giovanni Gentile” per la trasmissione La Grande Storia (Raitre) 110′

2005 - Vite parallele: “Dino Grandi / Giuseppe Bottai” per la trasmissione Correva l'anno (Raitre). 50′
- Autore con Roberto Olivo del volume La Grande Guerra dei Piccoli Uomini – Ancora editore – Milano

2006Vite parallele: “Alessandro Pavolini / Roberto Farinacci” per la trasmissione Correva l'anno (Raitre) . 50′
- Autore con Roberto Olivo del volume Mussolini – Nordpress editore – Chiari
2007 - “Berlino o Londra? La Guerra di Mussolini per la trasmissione Correva l'anno (Raitre) . 50′
- Autore con Roberto Olivo del volume Via Rasella – Nordpress editore- Chiari

2008 - “Dino Grandi / Benito Mussolini per la trasmissione Correva l'anno (Raitre)
2009 - “Dittatura” per La Grande Storia (Raitre) 110′

2010
Propaganda per La Grande Storia (Raitre) 118′
- pubblica per l’editore Mursia il volume Il Duce attraverso il Luce

2011Mussolini: Soldi Sesso Segreti per La Grande Storia (Raitre) 115′
pubblica (con Roberto Olivo) per l’editore Mursia il volume Caccia all'oro Nazista
Ristampa con l’editore Laruffa il romanzo La Fonte di Mazzacane

2012Mussolini: Marcia Morte Misteri” per La Grande Storia (Raitre) 117

2013 - Pubblica con La Rondine Editore la Trilogia per il teatro Prima dello specchio
pubblica (con Roberto Olivo) per l’editore Mursia il volume Correva l'anno della vendetta

2014Fascismo: Dossier Ricatti Tradimenti per La Grande Storia (Raitre)120’
Fonte  televignole
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TRATTO  DA:
https://unmondoimpossibile.blogspot.it/2017/10/benito-mussolini-promemoria.html

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