martedì 26 settembre 2017

LA GRANDE MASCALZONATA

di Filippo Giannini 
Dopo le riprovevoli e ripetute rappresentazioni su tutti i “mass-media” avvenute in occasione della ricorrenza della “Giornata della Memoria” del 27 gennaio, leggo su
“Il Messaggero” del giorno successivo:
“Nasce il museo dello Shoah nel cuore di Villa Torlonia”.
E’noto che Villa Torlonia fu, per un certo periodo, la residenza di Benito Mussolini, con questa iniziativa si vuole rafforzare la tesi della responsabilità del Duce nelle malefatte – reali, supposte o false che siano – di Hitler. 
Il 25 aprile 1945 Luigi Longo, uno dei massimi esponenti del Pci e quindi del CLNAI (Comitato Italiano Liberazione Alta Italia), nell’impartire disposizioni per l’esecuzione
della condanna a morte del Duce, ordinò:

storiche>
.
A distanza di oltre sessant’anni ancora si parla di questo argomento. Perché?
    Per avere una visione più chiara della infinita serie di mascalzonate che vengono      
    quotidianamente scaricate” su quell’uomo, è necessario partire dal “Trattato di Pace”
del febbraio 1947 (indicarlo come “iniquo  è riduttivo) ricordiamo quanto recita l’articolo 17 (Sezione I – Clausole Generali):

territorio italiano, la rinascita di simili organizzazioni>.
E i“politici” italiani che si sono succeduti dal 1945 ad oggi, si sono piegati
vergognosamente a questo diktat,  inventando, manipolizando e storpiando la storia, non curandosiminimamente, per giungere allo scopo prefisso, di infangare la memoria di un morto che operò in modo completamente difforme dalle accuse di cui è stato fatto carico.
Una qualsiasi persona di media intelligenza si dovrebbe chiedere:
“cosa può interessare ad una grande democrazia (sic), come quella americana se ci sia o meno un movimento fascista in Italia?”
 La risposta la dette proprio Mussolini in una delle sue ultime interviste:
 “Le nostre idee hanno spaventato il mondo”; per “il mondo", intendeva quello del grande capitale, la plutocrazia, l’imperialismo liberista. 
E allora, ecco la necessità delle grandi menzogne, delle mascalzonate.
“L’operazione demonizzazione del fascismo”
è sviluppato su diversi tentacoli; leggiamo, sempre su “IlMessaggero”, stessa data, pag, 41: A scuola. Lezioni, mostre e percorsi virtuali nei campo di
sterminio>
. In pratica dei nostri ragazzi “il sistema” ne fa degli automi, il cui carburante è la menzogna. E allora facciamo un po’ di storia, quella documentata e documentabile.
Per costruire il mostro (e i mostri) si è costruita un’accusa che riteniamo la più infamante e la più menzognera: l’essere stato Mussolini un vessatore e il responsabile della consegna degli ebrei ai tedeschi. I detrattori, per rendere l’accusa più plausibile hanno coniato il sostantivo “nazifascista”, termine dispregiativo tendente ad accomunare in un’unica responsabilità fascismo e nazismo sulle atrocità commesse da quest’ultimo, sempre che queste non siano frutto di una enorme montatura, come molti studiosi sostengono.
Le diversità dottrinali fra fascismo e nazionalsocialismo sono evidenziate da diversi studiosi e, tra questi, citiamo un’osservazione di Renzo De Felice ( “Intervista sul Fascismo” , pag. 88):
  
vergenza che di convergenza, più differenze che somiglianze>
Infatti, e lo dobbiamo ricordare, anche se l’ebraismo internazionale si
era schierato contro il Fascismo, sia nella guerra civile di Spagna che nel
decretare le sanzioni, per continuare poi negli anni successivi. Mussolini impose per il problema ebraico leleggi razziali (certamente odiose e inique), ma con l’ordine
“discriminare, non perseguire”
 Stabilito ciò, e stabilito che il fascismo fece propria la dottrina razziale più perpportun  po itica – evitare una di
formità così stridente all’interno dell’Asse – che
per interna necessità della sua ideo
logia e della sua vita politica>
(ibidem, pag. 102).
Trattare l’argomento
“fascismo – ebrei”
è stato (e lo vediamo, lo è ancora) un cozzare contro un muro
eretto dall’antifascismo internazionale, muro costruito
e cementato da falsità che con la Storia non hanno
nulla a che vedere. Vediamo, allora, di cercare un varc
o che possa dipanare le nebbie artatamente montate e
avvicinarci a qualche
sprazzo di verità.
Un attento studioso dell’
”Olocausto ebraico”
(specifichiamo
“ebraico”
, perché di
“Olocausti”
se ne
dovrebbero ricordare ben altri, dei quali i
“nazifascisti”
o non ne erano responsabili o, addirittura, ne furono
le vittime), Mondekay Poldiel, scrive:

ella politica, quella militare e
quella civile, si diedero da fare in ogni modo per di
fendere gli ebrei, per fare in modo che quelle leggi
rimanessero lettera morta>
. Per i
“duri d’orecchi”
Poldiel scrive che TUTTI (anche i fascisti, come sarà
rimarcato anche più avanti) non solo non
“perseguirono”
, ma neanche
“discriminarono”
, questo almeno
fino a quando... ma andiamo con ordine.
Per dimostrare quanto fosse lontana dal pensiero mussoliniano la
“questione ebraica”
è da ricordare che
nel 1934, in occasione dell’incontro
con Weizmann , Mussolini concesse tremila visti a tecnici e scienziati
ebrei che desideravano stabilirsi in Italia. Nel 1939 (atte
nzione alla data) vennero
aperte le aziende di
addestramento agricolo, le
“haksharoth”
(tecniche poi trasferite in Israele) che entrarono in funzione ad
Airuno (Como), Alano (Belluno), Orciano e Cevoli (Pi
sa). Così, sempre in quegli anni, nei locali della
Capitaneria di Porto, la scuola marinara di Civita
vecchia ospitava una cinquantina di allievi che poi
diverranno i futuri ufficiali della
marina da guerra israeliana.
Tutto ciò – e tanto altro ancora – può essere un
sufficiente esempio per illustrare il criterio delle
applicazioni delle
“Leggi Razziali”
in Italia.
Quanto sin qui scritto è solo l’inizio della lunga
storia che riguarda i rapporti fra fascismo e gli ebrei. La
documentazione più completa è contenuta nel mio libro
di prossima pubblicazione, ma desidero porre alcune
domande ai detrattori, ai dispensatori di ingiurie
maramaldesche scagliate un po’ per ignoranza e molto per
un bieco, ignobile, servile tornaconto contro un uomo che tutto il mondo ci invidiava:
1)
perché non spiegate alle scolaresche e ai telespetta
tori cos’era la DELASEM? Da chi fu autorizzata?
Che funzioni svolgeva? E, sopr
attutto, in quali anni operò?
2)
Perché gli ebrei tedeschi, austriaci e quelli che vi
vevano nei Paesi occupati da
lle truppe germaniche si
rifugiavano nell’Italia fascista? Eppure, sapete bene
che nell’Italia fascista vigevano le leggi razziali?
3)
Perché quegli stessi ebrei non chiedevano asilo ai
“Paesi democratici”
o, meglio ancora, nel
“paradiso sovietico”.
4)
Perché non ricordate quanto hanno scritto su questo ar
gomento storici ebrei come Mondekay Poldiel,
Rosa Paini, George L. Mosse, Menachem Shelah, Emil Ludwig? E questo è solo un frammento di
quanto c’è da raccontare e da scrivere, solo se si anelasse alla verità.
5)
Perché non parlare sempre di pe
rsonalità ebraiche come Ludwig Gumplowicz, Cesare Goldman,
Duilio Sinigaglia, Aldo Finzi, Dante Almasi, Guido
Jung, Margherita Malfa
tti e mille altri ancora?
6)
Perché non ricordare gli ordini che dette Mussolini al
generale Robotti dopo la
visita di Ribbentrop?
7)
Perché non far presente quando e in quale occasione i
tedeschi misero le mani su tanti infelici sino a
quel giorno al sicuro dietro ad uno
“scudo protettore”
?
8)
Quindi, e di conseguenza, sarebbe fuori luogo asser
ire che gli ebrei furono consegnati alle camere a
gas (sempre che siano esistite realmente) dal primo governo antifascista?
9)
Sì, perché, perché. Perché?
10)
Ma un altro perché, e non è male ricordarlo, è dove
roso porlo, anche se è drammatico e frustrante.
Perché i discendenti del Duce (a parte Donna Rachel
e) mai nessuno si erse, o si erge a difenderne la
memoria? Eppure le possibilità non eran
o, e non sono ancora mancate.
E allora: maestri, genitori, per contrastare almeno
parzialmente questi vili attacchi, cercate la verità e
parlatene con i vostri scolari, i vostri studenti, i vostri figli.
“Quell’uomo”
non merita davvero quanto questo infido sist
ema, per sopravvivere a sé stesso, opera per
infangarne la memoria.
P.S. Dato che intendo andare avanti su questa strada
, saputa la persecuzione cui sono stati oggetto David
Irving, René-Louis Berclaz, Ernst Zündel e a
ltri, prendo a spunto una frase che avrebbe detto
“qualcuno”
a la faccio mia: <

1 commento:

  1. Un po' difficile che qualcun possa prendere le difese del fascio, oggi dopo che le scuole nostre sono state infettato dal virus della menzogna. Ma si fa sempre bene a ricordare le cose nel modo giusto.
    É anche difficile dire che il Duce sbaglió nel non capire che questi sono mentitori e voltagabbana, oggi paghiamo le conseguenze di questo averli aiutati, ma come poteva il Duce o Hitler, che erano persone da sani principi ed uguaglianza umane, procedere ad uno sterminio così importante di esseri umani?

    Nemmeno Mosè o il Profeta Muhammed avrebbero potuto senza un comando superiore.

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