La “Finta rivoluzione francese”, ovvero la truffa delle truffe, dove ebbe inizio la schiavitù moderna.
La rivolta spontanea del popolo francese del 14 luglio 1789, la cosiddetta rivoluzione Francese è una truffa!
La Rivoluzione francese, fu un colpo di Stato ad opera dei club massonici (Jacobins) finanziati dai banchieri, tra gli altri Laborde de Méréville, Boscary, Dufresnoy, sostenuto dal partito del Duca d’Orléans, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia e anche dall’Inghilterra, tramite l’ordine cavalleresco Saint-Georges…
L’obbiettivo era ribaltare tutto, distruggere le tradizionali Istituzioni del Paese (monarchia, religione) per sostituirle con un ordine “nuovo”, un Francese nuovo: il “cittadino”.
Alla fine, l’Inghilterra ci guadagnò; la Francia arretrò senza possibilità di recupero.
Questi furono i risultati.
Parlare oggi di «rivolta del popolo», vuol dire dunque raccontare una grande burla smentita dai dati storici.
Considerandosi “patrioti’, i rivoltosi sinceri (non parliamo degli istigatori pagati…) non sapevano di essere manipolati dalla massoneria (Grande Oriente di Francia del Duca di Orléans e massoneria inglese).
I “rivoluzionari” hanno dato l’esempio di un disprezzo inaudito per l’idea stessa di rappresentatività: “I 749 membri della Convenzione furono eletti in un tale clima di terrore organizzato, che le astensioni raggiunsero il 90%… tenendo conto delle modalità di censo elettorale e del diniego di diritto al voto per le donne, questa Assemblea rappresentava meno del 3% di questo popolo”.
(Jacques Heers, “Un homme un vote?”, Editions du Rocher, Monaco 2007, p. 208-209).
Nel 1789, i capitalisti e gli speculatori di Parigi come Kornmann, Claviere e altri, consigliati dai banchieri Laborde e Dufresnoy, membri dei Trenta, giocavano al ribasso e sovvenzionavano la sommossa. I Finanziatori più ricchi fornirono il denaro necessario per pagare le truppe rivoluzionarie.
Nel suo “Louis XVI o la fine di un mondo” (1955, reed. La Table ronde, Paris 1981, p. 304), Bernard Faÿ racconta il ruolo giocato dalla borsa alla vigilia della Rivoluzione: “da buoni ‘patrioti’, i finanziatori della capitale, a giugno 1789, non smettevano ancora di fare abbassare la borsa… Mentre altri ‘patrioti’ corrompevano i soldati”.
“La Rivoluzione viene considerata oltre-Manica il mezzo migliore per abbattere definitivamente le pretese marittime della monarchia francese” (p. 283.) … Disorganizzata, scoraggiata, disgregata, in preda alla sovversione, la Marina doveva, a febbraio 1793, misurarsi nuovamente con la Royal Navy… Nel momento in cui la Francia doveva affrontare la fase decisiva di ciò che potrebbe essere chiamato la ‘seconda guerra dei cent’anni’, la Rivoluzione sconquassa l’unica risorsa che le avrebbe potuto consentire di colpire la coalizione anti-francese…” (p. 291)
Ciò che la Francia perde, lo guadagna l’Inghilterra. Più ancora sul piano commerciale che su ogni altro piano.
L’Inghilterra è la grande beneficiaria della Rivoluzione e delle sue conseguenze.
Essa sa, sin dall’inizio del grande sconvolgimento, della fortuna che le si offre e, giacché ha da riprendersi la rivincita contro la Francia che ha aiutato l’America ad affrancarsi, non le dispiace vedere lo sconquassamento della monarchia.
Sin dal 1788, i massoni, con sempre in bocca l’argomento dell’ordine e della centralizzazione, sono la colonna vertebrale del partito nazionale, di quel partito di cui Lafayette è il dio e che si nutre delle idee politiche inglesi e americane, dopo avere succhiato il latte dall’Encyclopedie.
Così la massoneria dirige tutto, e siccome le logge francesi sono rimaste a stretto contatto con le logge madri d’oltre mare e si ricollegano sempre più alla Grande Loggia di Londra, una sotterranea influenza inglese, una oscura pressione, si esercita sulla Francia, alla quale si aggiunge l’anglomania imperante da cinquanta, sessant’anni.
L’opposizione segreta della Massoneria alla monarchia secolare, si trova così sotterraneamente fomentata dall’Inghilterra; che vinta nella guerra di Indipendenza Americana, si rifà, acquisendo vantaggi per terra e per mare. Grave questione su cui meditare per un patriota, ma i patrioti dell’epoca non pensano e non sanno tutto questo: vanno avanti con la testa tra le nuvole.
La vera rivoluzione francese, quella che segnerà tutto il secolo da venire è, in sostanza, un fatto finanziario prima che politico: al primato del sangue, che caratterizzava l’impostazione dell’Ancien Régime, succede il primato dei soldi. Alla nobiltà succede la borghesia affarista. I notabili subentrano ai nobili.
Lo stesso Marat si interroga: “Che ci guadagneremo nel distruggere l’aristocrazia dei nobili, se essa viene rimpiazzata dall’aristocrazia dei ricchi?”. Si tratta dell’esplosione del capitalismo. I diritti di nascita ormai non potranno più nulla contro quelli della finanza. Il denaro è ormai un valore supremo. E’ la nascita del Denaro-Re al posto del Cristo-Re.
Fonte: https://www.facebook.com/KilluminatiResistence2
tratto da:
http://www.conoscenzealconfine.it/la-finta-rivoluzione-francese/
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