sabato 24 settembre 2016

Il Fascismo secondo Benito Mussolini


Io non mi "adagio" mai in nessuna posizione; non mi siedo non mi addormento sul già raggiunto; non sono un impiegato tardo e marginatore di pratiche, ma un camminante che non riconosce mai nella meta raggiunta, quella definitiva o suprema.
Sono trenta mesi oramai che io, giorno per giorno, implacabilmente, ho tenuto fermo nella battaglia contro le forze che minacciavano di rovina la Nazione. Trenta mesi di duro lavoro, di quotidiano lavoro, alternato da vittorie e da sconfitte; confortato talvolta da vasti consensi, gelato talora da isolamenti improvvisi. E non ho mai piegato.
L'uomo che ha fondato e diretto un movimento e gli ha dato fior di energia, ha diritto di prescindere dalle analisi di mille elementi.

Che cosa é questo fascismo, contro il quale si accaniscono invano i nemici vecchi e nuovi?
Nessuno mi ha negato fino ad oggi queste tre qualità: una discreta intelligenza, molto coraggio e un sovrano disprezzo del vile denaro.

Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze materiali e morali.
Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici delle città e dei campi.
Non privilegi alla prima, non privilegi alle ultime, ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzino con quelli della produzione e della Nazione.
Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma senza colpevoli demagogiche indulgenze non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione.
La nostra politica emigratoria deve svincolarsi da un eccessivo paternalismo, ma il cittadino italiano che emigra sappia che sarà saldamente tutelato dai rappresentanti della Nazione all'estero.
L'aumento del prestigio di una Nazione nel mondo è proporzionato alla disciplina di cui dà prova all'interno.
Non vi è dubbio che la situazione all'interno è migliorata, ma non ancora come vorrei.
Non intendo cullarmi nei facili ottimismi.
Le grandi città ed in genere tutte le città sono tranquille: gli episodi di violenza sono sporadici e periferici, ma dovranno finire.
Tutte le fedi religiose saranno rispettate, con particolare riguardo a quella dominante che è il Cattolicesimo: le libertà statutarie non saranno vulnerate: la legge sarà fatta rispettare a qualunque costo.
Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale l'ho creato con la mia propaganda
Che cosa si propone? Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano.
Il popolo vuole specchiata la sua dignità nella dignità del Governo, e il popolo, prima ancora che lo dicessi io, ha detto: Basta! La misura è colma!

Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza,
Camminiamo avanti e guardando dinanzi a noi.
E' il nostro stile. Siamo giovani, nati ieri e non abbiamo storia.
O ne abbiamo troppa. Ma non ci pesa.
Non grava sulle nostre anime il passato, perché il tumultuoso presente c'incalza verso l'avvenire.

Il Fascismo non aveva molti numeri per conseguire un successo di adesioni e di popolarità.
Si chiamava di "combattimento" e questa parola suonava ingrata alle orecchie di molta gente.
Avanti, Fascisti! Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia!

In un'epoca di liquidazione generale come la presente, non solo i morti vanno in fretta come pretendeva il poeta, ma i vivi vanno ancor più in fretta dei morti.
Attendere, può significare giungere in ritardo e trovarsi dinnanzi all'inesorabile fatto compiuto, che lamentazioni inutili non valgono a cancellare.

Noi non siamo, noi non vogliamo esser mummie perennemente immobili con la faccia rivolta allo stesso orizzonte, o rinchiuderci tra le siepi anguste della beghinità sovversiva, dove si biascicano meccanicamente le formule corrispondenti alle preci delle religioni professate; ma siamo uomini e uomini vivi che vogliamo dare il nostro contributo, sia pure modesto, alla creazione della storia.
Invece di prepararci a «subire» gli avvenimenti preordinando un alibi scandaloso, non è meglio tentare di dominarli?

Dei malvagi e degli idioti non mi curo. 
Restino nel loro fango i primi, crepino nella loro nullità intellettuale gli ultimi.
lo cammino! E riprendendo la marcia - dopo la sosta che fu breve - è a voi, giovani d'Italia; giovani delle officine e degli atenei; giovani d'anni e giovani di spirito; giovani che appartenete alla generazione cui il destino ha commesso di «fare» la storia; è a voi che io lancio il mio grido augurale, sicuro che avrà nelle vostre file una vasta risonanza di echi e di simpatie.
Il grido è una parola che io non avrei mai pronunciato in tempi normali, e che innalzo invece forte, a voce spiegata, senza infingimenti, con sicura fede, oggi: una parola paurosa e fascinatrice:
. GUERRA !
V'è in Italia una categoria di persone, una banda nel senso più brigantesco della parola, priva di scrupoli ed incapace di rimorsi, impudica e audace, che spera di attendere di ritrarre lucro e vantaggi dalla tremenda situazione del Paese Questa banda che estende in ogni campo le sue ramificazioni malsane è la principale responsabile della impotenza italiana in qesto periodo.L'Italia non può bastare a se stessa. Ma finalmente se anche sia dimostrato necessario avere in Italia delle officine idonee ai rifornimenti militari non c'è alcuna necessità di tenere in piedi con sacrificio immane dell'Erario e dell'economia, un'industria parassitaria, ma è più saggio ed onesto creare delle Acciaierie di Stato.
I miei non sono discorsi, nel senso tradizionale della parola: sono allocuzioni, prese di contatto tra la mia anima e la vostra, tra il mio cuore ed i vostri cuori. I miei discorsi non hanno quindi nulla di comune con i discorsi ufficiali e compassati pronunciati in altri tempi da uomini in troppo funeree uniformi, uomini che non potevano parlare direttamente al popolo perché il popolo non li comprendeva e non li amava.Camerati! Voi avete ascoltato gli ordini dei vostri capi ai quali dovete obbedienza assoluta. Vi siete presentati a me senza armi e senza bastoni. Ma ritenete voi di essere disarmati? Voi non siete disarmati, se il vostro spirito è armato, se la vostra fede è potente e la vostra disciplina fermissima.
Voi sentite che ormai la nostra fiumana ha travolto tutte le dighe, rovesciati tutti gli ostacoli perché voi legionari, voi cittadini, siete veramente l'immagine augusta del popolo italiano — unito — che marcia verso i suoi più grandi e radiosi destini.
Per troppo tempo l'immagine del popolo italiano riprodotta all'estero era quella di un piccolo popolo disordinato, tumultuante, irrequieto. Oggi l'immagine del popolo italiano è fondamentalmente diversa; e, quel che più conta, il popolo italiano, nella sua massa profonda della città e delle campagne, è perfettamente consapevole della necessità di questa disciplina e resiste a tutte le suggestioni ed a tutti gli eccitamenti degli uomini dell'antico regime. E questo è il segno della profonda maturità raggiunta dal popolo italiano.
La forza del Fascismo consiste in ciò: che esso prende da tutti i programmi la parte vitale, e ha la forza di realizzarla. L'idea centrale del nostro movimento è lo Stato; lo Stato è l'organizzazione politica e giuridica delle società nazionali, e si estrinseca in una serie di istituzioni di vario ordine.
La nostra formula è questa: tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.
Il regime fascista si è diffuso e dilatato in tutta la Nazione, e non è più soltanto un Governo. Sono settanta provincie, sono settemila comuni, ottocentomila tesserati, sono due milioni di contadini e di operai, sono trecentomila militi.
Signori! Questo regime non può essere rovesciato che dalla forza. Coloro che credono di poterci sbancare con le piccole congiure di corridoio, o con dei fiumi di inchiostro più o meno sudicio, costoro si disingannino: i Ministeri passano, ma un regime nato da una rivoluzione stronca tutti i tentativi di controrivoluzione e realizza tutte le sue conquiste. Quella che si chiamava la rotazione dei portafogli non esiste più, e quando domani dovesse ricominciare non potrebbe svolgersi che nell'ambito del Partito nazionale fascista.
Io credo fermissimamente nel destino di potenza che aspetta la nostra giovane Nazione. E tutti i miei sforzi, tutte le mie fatiche, le mie ansie, i miei dolori sono diretti a questo scopo. Da che cosa deriva mai in me questo senso di fiducia, di incrollabile fiducia? V'è qualcosa di fatale nell'andare del nostro popolo.
Il Risorgimento, la Guerra, la Vittoria, il Fascismo:
tutto ciò è nel profondo del popolo, tutto ciò esiste, tutto ciò
è materia viva e vitale della nostra storia.

Il Duce - Benito Mussolini

Tratto da:
https://www.facebook.com/groups/1635065336755528/permalink/1761689690759758/

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