venerdì 22 maggio 2015

LA GUERRA SEGRETA PER IL PETROLIO


Alla fine del 1800, il petrolio è ancora considerato un ottimo
trattamento per la cura del cancro e dei reumatismi, e il padre di
John D. Rockefeller, assieme ad una banda di ciarlatani, suoi
simili, percorre le campagne degli Stati Uniti in compagnia di
suonatori negri e prostitute, che vivono facendo le “ballerine”
nei Saloon, per vendere la miracolosa panacea.

Il figlio dell’imbonitore, diventerà il capo della Standard Oil, e
uno dei “Padroni” del mondo. Una goccia di petrolio vale una
goccia di sangue, dice Clemenceau nel 1918, ed Henri Beranger,
nel 1919 può ribadire che chi avrà il petrolio avrà l’Impero.
La supremaziadelle nazioni è ormai determinata dal possesso
del petrolio, edeserciti, marina, e denaro, significano ben poco
senza il suopossesso.

Dominio dei mari, con gli oli pesanti. Dominio dei cieli, con le
e ssenze leggere. Dominio delle terre, con le essenze e i petrolî.
Dominio del mondo, con l’inimmaginabile potenza finanziaria
collegata a questa materia prima; molto più potente dell’oro.
I personaggi della tragedia petrolifera sono: l’Australiano
William Knot D’Arcy, che cerca gli spenti fuochi di Orzmud, e
scopre i distretti petroliferi della Persia. Sidney Reilly, spia
dell’Intelligence Service.Gertrude Lowthian Bell, un Lawrence
d’Arabia in gonnella, che parla tutti i dialetti arabi, e che viene
inviata dall’”Anglo Persian” per conquistare il petrolio della
Mesopotamia. Henry Deterding, un Impiegato olandese che
diventerà il Re dei petroli, e il consigliere del Re d’Inghilterra.

Calust Sarkis Gulbenkian, collaboratore di Deterding, e poi
suo acerrimo nemico.
Marcus Samuel, della “Shell”: un ebreo del ghetto nominato
Lord Bearsted, visconte e lord mayor di Londra. Un altro dei
padroni del mondo.
Rockefeller e i suoi amici, che governano gli Stati Uniti.
I fratelli Rotschild e la cricca dei banchieri ebrei.
Sir Basil Zaharoff, che nel 1918 si allea con i Petrolieri
Inglesi.
Sinclair, che compra interi ministeri, e si propone al trono
d’Albania.
Einhorn, il mago capo del servizio di spionaggio sovietico, che
ha concluso l’accordo fra Mosca e Wall Street per il petrolio
persiano, e non solo per quello.

Tutti questi personaggi agiscono ed intrigano, sostenendo il
proprio ruolo in questo dramma che costa, nelle guerre occulte
o in quelle palesi e dichiarate, la vita a milioni di giovani esseri
umani, e in cui la lotta segreta per il petrolio sintetizza ed esalta
quella, implicita, per la supremazia mondiale. Nella Guerra
mondiale del 1914- 1918, dieci uomini dirigono il tutto; dieci
miliardari cosmopoliti, che faranno morire 10 milioni di poveri
cristi. Nessuna altra guerra d’ebrei capitalisti, è così
apertamente e cinicamente legata all’alta politica delle diverse
Nazioni in gioco, e alla loro “Ragion di Stato”.

A partire dal 1902 il ministero americano degli affari esteri,
indirizza messaggi a tutte le ambasciate, e a tutti i consolati, per
ricordare l’importanza del petrolio, dando a questi
rappresentanti della democrazia americana, il compito di
segnalare tutte le informazioni sulle concessioni, le proprietà, e
il controllo delle società e delle industrie petrolifere. Bisogna
appoggiare ovunque, e in ogni modo, gli interessi degli
americani in questo florido e vischioso affare dell’oro nero.

La regale Inghilterra fa anche meglio: non solo acquista la
maggior parte delle azioni emesse dalla “Anglo Persian”,
facendo dell’Ammiragliato una delle più grandi ditte petrolifere
del mondo, ma, finita la guerra, organizza la “Petroleum
Imperial Policy Commission” che, aiutata da sir Henry
Deterding, assicura in esclusiva, ai capitali inglesi il controllo
della “Royal Dutch Shell”, della British Controlled Oilfields,
e di altre società minori. Come è avvenuto fra il 1914 e il 1919,
essa può trasferire immediatamente al governo tutti questi
interessi privati. Dunque, c’è una lotta per il Petrolio fra
America ed Inghilterra; e non solo fra Rockefeller e Deterding.

La Prima Guerra Mondiale dimostrerà che i governi di Londra
e Washington sono entrambe capaci di trasformare la battaglia
privata per il petrolio in una loro “Guerra Santa” popolare.
Così hanno fatto gli Inglesi con i Tedeschi, dal 1905 in poi.
Certo non si trattava solo del petrolio, ma anche del caucciù,
dello stagno, e della supremazia sui mari; ovvero sul trasporto
delle merci. Ma il petrolio è la posta principale, e sarà lui la
vera causa della guerra del 1914.

Spesso le ragioni di quel conflitto, conosciute dai più, ed
espresse dagli storici di professione, non sono quelle vere.
Queste vengono pudicamente nascoste, ai popoli che devono
andare al macello per gli interessi di poche famiglie “regnanti”,
che, quasi sempre non sono quelle fornite di titoli nobiliari e
corone.
Spesso si può osservare la piaga aperta, ma non si nota il virus
che ha causato il male. Così, con una cecità davvero
inspiegabile, si continuano a trascurare le vere cause,
economiche e finanziarie, della guerra, e i moventi dei diversi
conflitti sociali, amministrativi, e politici.

Si parla, ad esempio, della Guerra Cino – Giapponese, senza
dire che si tratta di un conflitto d’espansione economica, mosso
nell’interesse della famiglia Mitsui, come la Guerra contro i
Boeri è stata fatta nell’interesse dei Barnato e di Cecil Rhodes;
e la conquista del Sudan per la fame di cotone della
“ Cottongrowing Association” fondata dai magnati tessili del
Lancashire.

Pochi attori principali, dispongono della vita e della morte di
milioni di comparse.

Gertrude Bell
Knot d’Arcy, Reilly
e l’Anglo Persian.

Sulla Persia del 1895, regna lo Scià Mozaffar Nasser-ed-Din
Shah, “ Re dei Re e dominatore delle terre, dell’aria, e delle
acque; il cui Impero inizia dove sorge la luna e termina nella
profondità dei mari”, che non ha mai stretto la mano ad un
miscredente europeo, pur permettendo, ad alcuni di loro di
transitare per il paese. Fra questi c’è un ingegnere australiano
non troppo giovane: William Knot d’Arcy, che cerca le colonne
di fuoco di Orzmud, ovvero gli antichi pozzi di petrolio.

Per anni, d’Arcy percorre ostinatamente, ed inutilmente i
deserti; e, di quando in quando, fa una comparsa umiliante sul
suolo inglese, per strappare dei nuovi fondi, a banchieri e
finanziatori sempre meno entusiasti.
Poi interrompendo le proprie ricerche, va a Teheran, e aiuta lo
scià nel suo tentativo di modernizzare la Persia. Si dà al
commercio, e fa una piccola fortuna, ma ciò che più conta,
possiede un documento, donatogli dallo Scià in un momento di
evidente buon umore.

Si garantiscono a d’Arcy, ai suoi familiari, discendenti, amici
ed eredi, pieni poteri e libertà assoluta di esplorare, cercare,
sondare, estrarre, per la durata di 66 anni, con proprietà
assoluta sulle proprie scoperte. Solo il 16% dei tesori trovati
andrà a Teheran.
Questo “firman” dello Scià, che porta la data del 1901, vale
milioni. Assieme al documento, d’Arcy riceve anche
indicazioni precise sui campi di petrolio nel sud della Persia,
nella regione di Shustar, a nord del Golfo Persico.

D’Arcy è ormai vecchio e vuole tornare in patria. I pozzi già
aperti vengono sfruttati da una piccola società: la Burmah Oil
Company Ldt, il cui scopo reale è di strappare al vecchio la
concessione dello Scià. Nessuno sa ancora nulla del “Firman”.
Poi ad Alessandria, egli ne parla incautamente con dei
commercianti.
Gli vengono offerti milioni, ma D’Arcy non vuole che la Persia
diventi il teatro di sfrenate speculazioni, e non vende a nessuno
i suoi diritti. Attentano alla sua vita, e la sua casa è visitata
ripetutamente dai ladri, ma lui resiste. È seguito da spie,
incontra ovunque sedicenti “uomini d’affari” che gli fanno
offerte iperboliche. Gli offrono sei milioni di sterline, e non lo
lasciano in pace.
L’Australiano prende una nave diretta negli Stati Uniti. C’è a
bordo un missionario che viene dall’Africa, e che, come lui,
non parla con nessuno. D’Arcy è attratto da quel sacerdote,
parla con lui dell’imperante follia dell’oro nero, della Persia,
del suo desiderio di vederla evangelizzata. Gli parla del suo
prezioso documento. Con quello, e presentandosi come amici
di d’Arcy, i missionari Anglicani potrebbero penetrare
agevolmente in Persia.
Prima ancora di terminare il viaggio il vecchio ingegnere ha
rimesso al missionario tutti i suoi diritti sui tesori sotterranei
della Persia; e per suo tramite, li ha regalati all’Intelligence
Service Inglese, di cui il falso prete, l’ebreo Sidney Reilly, è un
abile agente.
Con questo colpo Reilly, che in realtà si chiama Rosenblum, si
assicura la carriera; diventerà capo dello spionaggio inglese in
Russia, e uomo di fiducia di Winston Churchill. Poi, nel 1926,
sparirà misteriosamente com’era apparso.
Appena il documento è nelle mani del servizio segreto inglese,
la Burmah Oil Company cede i terreni di Masjed Soleiman ad
una società di nuova creazione: l’Anglo Persian Oil,(APOC) di
cui non si conoscono i possessori delle azioni, che sono state
emesse fuori quotazione.

Il mistero si svelerà nel 1914, quando si apprende che il 56%
delle azioni è nelle mani dell’Ammiragliato Britannico e
dell’Intelligence Service, che è indipendente da Downing Street
e dal Parlamento, sia dal punto di vista finanziario che politico.
Difatti, questo servizio di spionaggio, che possiede immense
proprietà fondiarie, e grosse somme in banca, compra e vende
azioni e documenti importanti, facendoseli pagare
profumatamente dallo Stato Britannico.

Da Prima del 1914, per non allarmare i Tedeschi e gli
Austriaci, o i Turchi, l’Ammiragliato cerca segretamente il
petrolio per la sua nuova flotta di navi da guerra, a nafta, di cui
è appena terminata la costruzione: voluta dai suoi due capi:
l’Ammiraglio Lord Fisher, detto il maniaco del petrolio, e
Winston Churchill, noto anche come l’ossessionato del
cognac. Questi due begli spiriti, mettono le mani, per mezzo di
Reilly, sulle immense ricchezze petrolifere della Persia.

Nel 1913 inizia la produzione industriale dalla raffineria ad
Abadan e, nello stesso anno, il governo britannico, sotto la
spinta di Winston Churchill, Primo Lord dell'Ammiragliato,
nazionalizza parzialmente l'azienda, per garantire le forniture di
petrolio alla flotta britannica.

L'Anglo Persian Oil Company controlla anche il 50% della
Turkish Petroleum Company, creata nel 1912 da Calouste
Sarkis Gulbenkian per esplorare e sviluppare le risorse
petrolifere nell'Impero Ottomano.
Il Parlamento non ne sa ancora nulla, e solo nel maggio 1914,
quando la guerra è già segretamente decisa, Winston Churchill
ottiene dai Comuni la ratifica, di quanto è già stato fatto, oltre a
due milioni di sterline; per portare il capitale della Anglo
Persian a 4.800.000 sterline.

I delegati dell’Ammiragliato, nella direzione della società
petrolifera sono Strathcom, Lord Inchape e l’ammiraglio
Slade. L’Ammiragliato britannico diventa, apertamente, una
delle più grandi potenze petrolifere del mondo. Con John
Cadman, Deterding e Marcus Samuel; esso diventa padrone
della Persia, e poi di metà della terra; con la prospettiva
d’accaparrarsi il mondo intero.

Nel 1927, Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Anglo Persian Oil
Company muta ancora nome, diventando l’ Irak Petroleum
Company; poi, nel 1935, è l'Anglo-Iranian Oil Company
(AIOC); ed infine, nel 1954, si muta in British Petroleum
Company: base dell’odierna BP plc.
Oltre Atlantico, già nel 1908, l’American, il giornale di Hearst
pubblica dei documenti che provano, in modo irrefutabile, che
la Standard Oil di Rockefeller tiene in pugno parecchi
Senatori, ed ha il potere di fare e disfare certe leggi
governative. John D. Archbold, vice presidente della Standard,
influenza, su ordine di Rockefeller, non solo la politica interna
dell’America del Nord, ma anche la politica estera degli Stati
Uniti.
In effetti, il Paese è governato dai magnati del petrolio.

John Davidson Rockefeller nasce a Richford, l’8 luglio del
1839, e morirà ad Ormond Beach, il 23 maggio del 1937.
John Davison è il secondo figlio di William Avery Rockefeller
e di Eliza Davidson, due ebrei di origine tedesca, che
affermano di essere giunti in America fin dal 1600.
Il padre è un ciarlatano girovago, che si spaccia per medico e
si vanta di aver scoperto e prodotto medicine capaci di curare
tutte le malattie; compreso il cancro. In realtà vende intrugli a
base di petrolio

Per via del suo bizzarro mestiere il padre di John è spesso
lontano da casa, e la dimora stessa dei Rockefeller, per ovvi
motivi, cambia di continuo. Nel 1851, quando John è ancora un
ragazzo, la famiglia si sposta a Moravia, e poi ad Oswego,
nello Stato di New York. Nel 1853 I Rockefeller sono a
Cleveland, in Ohio.
Qui John frequenta la Central High School, e si iscrive anche
alle Erie Street Baptist Church, diventandone, a soli 21 anni,
l’amministratore fiduciario. Nel 1885, finita la scuola, si iscrive
ad un corso d’affari al Folsom Mercantile College, e, in
seguito, viene assunto come contabile in una piccola società: la
Hewitt & Tuttle.

Nel 1858 fonda la sua prima società, la Clark & Rockefeller.
In quegli anni, Cleveland è, dopo Pittsburg, Filadelfia, New
York, e il nord ovest della Pennsylvania, una delle cinque
principali città degli Stati Uniti dove si raffina il petrolio.
Nel 1863, Il giovane John, che intuisce le potenzialità di
questo settore d’affari, investe i suoi soldi in una raffineria.
Ben presto Rockefeller diventa celebre, per avere ottenuto dai
trasportatori delle ferrovie un particolare tipo d’accordo: il
Rebate, con cui egli garantisce ai trasportatori delle commesse
annuali per un determinato numero di barili di petrolio; in
cambio di un prezzo di favore per ogni barile.

Questo accordo gli causa le antipatie di Charles Pratt ed Henry
H. Rogers, i due maggiori raffinatori di Cleveland. In seguito,
Rockefeller istituisce una partnership con Andrews, e
successivamente, assieme a questi, ad Henry Flager e a
Stephen Harkness, fonda la Standard Oil.

Gli affari della Raffineria vanno molto bene, e Rockefeller
decide di reinvestire la quasi totalità degli utili, in una politica
di espansione e di potenziamento delle sue strutture. Nel giro di
sole sei settimane, riesce ad acquisire il totale controllo di 22
raffinerie; sulle 26 di Cleveland, riuscendo ad estromettere i
vecchi proprietari. Gli unici a resistergli, per un po’ di tempo,
sono i suoi vecchi rivali: Pratt e Rogers, che tuttavia capitolano,
rendendosi conto di non poter competere con I metodi di
Rockefeller.

Essi gli vendono le loro attività in gran segreto, e ne
diventando i soci, Rogers sarà una personalità chiave nella
costruzione del Trust della Standard Oil, e Charles Millard
Pratt, figlio di Charles Pratt, ne diventerà il segretario.
Rockefeller viene considerato dagli imprenditori del settore
petrolifero come uno squalo metodico, il cui potere finanziario
e commerciale è diventato tale, da consentirgli, quando
qualcuno rifiuta una sua offerta d’acquisto, di mandarlo in
rovina, facendogli fare bancarotta e acquisendone poi,
comodamente, le attività ed i beni; all’asta del tribunale
fallimentare.

Con questo sistema poco democratico, la Standard Oil acquista
gradualmente il controllo della produzione e della raffinazione
del petrolio; negli Stati Uniti d’America. Tuttavia, a causa
delle diverse legislazioni, presenti nei diversi Stati della
Confederazione americana, una Unica Società ha dei grossi
problemi, nel gestire delle attività al di fuori dello Stato in cui
essa è stata costituita. Per cui, Rockefeller è costretto a
spezzettare formalmente la Standard Oil; dividendola,
apparentemente, in tante società minori; ognuna delle quali
può operare in uno, o al massimo in due Stati degli USA.

Tuttavia, queste distinte Compagnie hanno per lo più uno staff
dirigenziale unitario e comune. Nel 1882 gli avvocati di
Rockefeller creano il Trust Act: una nuova forma di
partnership, a cui danno il nome di Standard Oil Trust. Questo
vantaggioso stratagemma legale, consente il notevole
abbassamento del costo di gestione della rete commerciale del
petrolio, con un conseguente notevole calo dei prezzi, per i vari
prodotti derivati; ma ha anche lo svantaggio, per gli avversari
di Rockefeller, di concentrare la gestione della più importante
fonte energetica del mondo, nelle mani di un solo uomo.

Ne nasce una campagna di stampa, in cui la maggior parte dei
giornalisti e dei politici si concentra sul problema del possible
monopolio della Standard Oil, e si avviano delle
manifestazioni antitrust, sostenute soprattutto dagli
imprenditori danneggiati ed estromessi dal business, a causa
della politica di espansione ossessiva attuata da Rockefeller.

Nel 1896, il 57enne J.D. Rockefeller decide di ritirarsi dalla
gestione delle sue attività, ufficialmente a causa del suo stato di
salute, una banale alopecia; lasciandole agli amministratori e al
figlio: John Davidson Rockefeller jr. Tuttavia, pur fra le quinte,
egli conserva il titolo nominale di Presidente e, cosa molto più
importante, mantiene tutte le sue quote azionarie, restando di
fatto il principale azionista e padrone della Standard Oil.

Nel 1911, la Corte Suprema degli Stati Uniti sancisce
l'illegalità del monopolio di Rockefeller, che controlla il 64%
del mercato, ed ordina ai suoi dirigenti di scindere la
Compagnia. Nascono così 34 diverse Compagnie, di cui le
maggiori, ancora esistenti sono 5:
Continental Oil (ribattezzata Conoco)
Standard of Indiana, (ribattezzata Amoco)
Standard of California (ribattezzata Chevron)
Standard of New Jersey, (ribattezzata Esso, e poi Exxon)
Standard of New York, (ribattezzata Mobil).
J.D. Rockefeller rimane un azionista di tutte queste compagnie,
con delle quote minoritarie.

All’inizio del 1900, Rockefeller è, fra le altre cose, anche il
maggiore proprietario delle miniere di carbone del Colorado.
A partire dal 1910, e con un apice nel 1913- 1914, queste
imprese di estrazione sono teatro di feroci lotte sindacali,
promosse dagli stessi minatori, che vengono sfruttati come
degli schiavi. Il momento culminante di questi eventi, che
coinvolgono fino a dodicimila lavoratori e durano fino al
dicembre del 1914, è il massacro di Ludlow.

Ludlow è una località ad una ventina di chilometri da Trinidad,
nella contea di Las Animas, nel Colorado. Qui, il 20 aprile del
1914, a causa della feroce repressione degli scioperi dei
minatori, attuata dalle guardie private della Colorado Fuel and
Iron Company di cui sono proprietari I Rockefeller, vengono
uccise ventuno persone, fra cui dodici fra donne e bambini.

La lotta dei minatori del Colorado pur inserendosi nel più
ampio contesto delle lotte operaie degli Stati Uniti, ha per causa
scatenante la totale carenza di misure di sicurezza nelle Miniere
di Rockefeller. Il tasso di incidenti mortali nei pozzi del
Colorado è, difatti, circa il doppio della media nazionale.

I minatori protestano per il fatto che i muli della compagnia
sono trattati di gran lunga meglio di loro, e fanno girare un
aneddoto significativo, in cui le prime parole di angosciata
preoccupazione di uno degli addetti alle miniere, dopo un
crollo repentino in una di esse, sono state: « Sono salvi i
muli?».

In risposta allo sciopero, le famiglie dei lavoratori sono state
sloggiate dalle case dove abitavano, che sono, come tutto il
resto, di proprietà della compagnia mineraria di Rockefeller, ed
hanno dovuto accamparsi su un terreno pubblico. I minatori in
sciopero, sono per la maggior parte greci, italiani, slavi, e
messicani.

Il compito assegnato dai Rockefeller alla Baldwin Felts
Detective Agency, assoldata per l’occasione, è stato, nello
specifico, quello di sopprimere fisicamente i minatori in
sciopero. Allo scopo, si è previsto anche l’utilizzo di una
speciale automobile, attrezzata con una mitragliatrice: la Death
Special. Il giorno del massacro, i minatori greci stanno
celebrando la Pasqua greco-ortodossa, quando, alle dieci del
mattino la milizia, guidata dal comandante Karl E.Lindenfelter,
circonda il campo ed inizia a sparare sulle tende.

L’attacco è stato preparato freddamente, e le guardie private,
sparano sull'accampamento e poi gli danno fuoco; uccidendo,
nell’impresa, venti persone; di cui una dozzina sono donne e
bambini. Le Indagini successive dimostrano che gli scagnozzi
del magnate del petrolio, per appiccare gli incendi hanno usato,
con professionale correttezza, il kerosene. Sette delle 20 vittime
hanno meno di sei anni.

Alcuni dei leader dello sciopero, saranno braccati ed arrestati
nei giorni successivi, e verranno assassinati dalle guardie dei
Rockefeller; padroni delle miniere. Nessuno dei responsabili
del massacro verrà mai posto sotto processo o punito.
Il giornalista John Reed, comunista filobolscevico, che in
seguito seguirà in Russia l’ascesa di Lenin, scrivendone poi nel
suo “Dieci giorni che fecero tremare il Mondo”, è l’ inviato del
Metropolitan Magazine, e giunge in Colorado solo alcuni
giorni dopo il massacro.

Di questa strage, e dell'eco che essa ha suscitato fra i lavoratori
e la popolazione, Reed scrive nel 1914, in un suo articolo:
La guerra del Colorado.

Rockefeller, primo uomo al mondo ad avere un patrimonio
superiore al miliardo di dollari, è il più grande capitalista ed
industriale americano, ed è anche il riformatore mondiale
dell'industria petrolifera; da lui portata ad un’espansione senza
precedenti. La Standard Oil, con le sue tentacolari
ramificazioni, è una delle più grandi e devastanti compagnie
finanziarie d’ogni tempo.

Rockefeller è tuttora considerato l'uomo più ricco della storia, e
la rivista Forbes nel 2007 ha calcolato il suo patrimonio,
valutando sia l’inflazione che la svalutazione del dollaro, alla
cifra astronomica di 305,3 miliardi di dollari.
Grazie alla sua immensa fortuna J.D. Rockefeller poteva
controllare, e c’è da pensare che altrettanto possano ancora
fare i suoi eredi circa l'1,53 % del Prodotto Interno Lordo
Americano; il che costituisce, per un uomo, o per una famiglia,
un record da Guinnes dei primati davvero insuperabile.
Oltre che un efferato assassino, su scala planetaria, Rockefeller,
come molti suoi simili si è destreggiato, a suon di milioni di
dollari, anche nel ruolo del grande filantropo. Al suo ritiro
definitivo dagli affari, egli farà il bel gesto di donare una parte
irrisoria del proprio patrimonio in beneficenza; dando resto ai
suoi familiari e tenendo, per sé, un misero pourboire di 20
milioni di dollari.

Lo squalo muore quando manca un mese al suo 98° compleanno,
e lo seppelliscono con in bocca ancora quasi tutti i suoi denti; a
Cleveland. I suoi discendenti continueranno ad occupare
posizioni chiave nel mondo degli affari e della politica.
Suo figlio e principale erede, John Davison Rockefeller jr.
(1874-1960), oltre che raccogliere le molteplici lucrosissime
attività del padre, ne rileva anche le attitudini nefaste, e si
interessa anche lui di politica estera; ovvero di produrre e
sfruttare, a suo esclusivo vantaggio, le guerre segrete e palesi,
simpatizzando, solo idealmente, con le necessità del popolo
americano e con le inette utopie wilsoniane.

Un suo nipote, Nelson Rockefeller, sarà Governatore dello
Stato di New York e vice-presidente degli USA con Gerald
Ford. La più grande compagnia erede della Standard Oil è
attualmente la Exxon Mobil.


Yale Skull& Bones
LE VIE Dell’ ORO NERO

Il primo brevetto per il sistema del “cracking”, che decompone
il petrolio greggio trasformandolo in benzina, viene rilasciato
solo nel 1910.
Dopo l’invenzione del motore a scoppio, del tedesco Sigfrid
Marcus, esposto a Vienna nel 1875, Karl Benz di Mannheim
fa funzionare la prima automobile: venti incredibili chilometri
all’ora; e poi sarà la volta del giovane Henry Ford.
Il motore trionfa. Si le caldaie vanno a nafta, e la benzina, tratta
dal petrolio, diventa l’elemento essenziale della vita
economica; automobili, navi da guerra, aerei, carri armati,
garantiscono un continuo consumo di petrolio.

Quello che per migliaia d’anni era un liquame puzzolente e
senza valore, adesso vale più dell’oro e del sangue umano.
In Persia e in Russia i fratelli Nobel, e i Rotschild, protetti e
creditori dello Zar, estraggono ricchezze colossali. Si combatte
per il petrolio della Cina e dell’Oriente; la Germania cerca di
mettere le mani sul petrolio della Romania, l’Inghilterra,
guidata da Henry Deterding, e dalla sua Royal-Dutch vuole
quello Persiano.

Deterding appartiene ad una vecchia famiglia olandese che fa
fortuna, a Leyda, con i tulipani azzurri. Orfano a dodici anni,
questo giovane diventa impiegato di una grossa banca, la
Neederlansche Handels Maatschappy, e viene mandato nelle
Indie Olandesi; dove conosce August Kessler: il capo della
Royal-Dutch.

Kessler intuisce le capacità di Deterding, e gli crea una
posizione importante nella sua ditta, inoltre, nel proprio
testamento dà ad Henry Deterding la direzione dei suoi affari,
fino alla maggiore età del figlio, ancora bambino: Augusto
Kesserl junior; futuro re del petrolio, e padrone di quasi tutti i
giacimenti del mondo.

Prima di iniziare la sua inevitabile lotta contro Rockefeller e la
Standard Oil, Deterding si associa con Marcus Samuel, l’ebreo
di Withechapel che diverrà Lord e visconte di Bearsted; e con i
suoi piroscafi. Sarà una lotta fatta di Oleodotti, di vagoni, e di
navi cisterna; ma sarà soprattutto una guerra mondiale dei
prezzi.

Nel 1911, con una pace di compromesso, Rockefeller e
Deterding si dividono i mercati della Cina e del Giappone, ma
gli americani aumentano il prezzo del petrolio in Europa. In
America il petrolio costa il doppio di quanto lo pagano i Cinesi,
e ciò consente a Dieterding di vincere la partita definitiva,
vendendo il suo petrolio agli americani.

Deterding piazza in America le azioni della Royal-Dutch,
acquisisce terreni petroliferi, e apre delle consociate; come la
Shell Union Oil. Fortunatamente per lei, la Standard Oil non
possiede solo un gran numero di politicanti, ma ha anche solidi
interessi nella Stampa ebraica americana; Rockefeller finanzia
84 giornali, con 104 milioni di dollari.

Ivy Lee, giornalista onnipotente, che ha più influenza di
qualunque ministro o uomo politico, e che è naturalmente un
agente di Rockefeller, si mette all’opera, e inventa un fiume di
notizie tendenziose; inventate così bene che vengono riportate
dagli stessi avversari della Standard Oil.

Dati i suoi contatti con i Guggenheim, gli Schwab della
Bethlehem Steel, i Chrysler, e gli Armours, con il Partito
Democratico e la Pensylvania Railroad, Ivy Lee, è un ottimo
uomo di collegamento, ed ha scritto un libro favorevole alla
Russia sovietica solo perché la Standard Oil ha concluso, con
essa, dei lucrosi contratti per la vendita del petrolio russo.

Deterding e gli Inglesi, sfruttano i ricchissimi giacimenti delle
Indie Olandesi, a Djambi, nell’Isola di Sumatra, e Ivy scrive:
“ L’Olanda non potrà conservare le sue colonie in India, che
fino a quando gli Stati Uniti lo permetteranno”
Egli ricorda anche, di passaggio, la guerra, nel corso della quale
l’America ha tolto alla Spagna le Filippine. Dall’articolo si
comprende che la Standard controlla anche la flotta americana.
La reazione Olandese e quella interna americana eviteranno il
peggio, ma Nel 1913, Il Presidente Wilson avverte che ogni
cattivo trattamento usato verso cittadini o interessi americani,
porrà la questione di un immediato intervento.

Dove c’è il petrolio le guerre non si fanno attendere a lungo.
Persia, Mosul, Russia, Messico, Colombia, Costarica,
Nicaragua, Chaco, Bolivia, non sono che esempi di una
politica legata non agli sbandierati interessi democratici o
umanitari, ma a quelli di una sparuta e potente lobby di
petrolieri, plutocratica ed egoistica.

Nel 1917 la campagna d’odio contro Deterding e la Royal
Dutch Shell raggiunge il culmine. Ma poi l’America, spinta
daller lobby ebraiche, entra in guerra con gli Alleati e, per
ordine diretto di Washington, la propaganda contro Deterding,
e gli Inglesi, diviene assai più blanda. Ora gli americani
vendono l’80% del petrolio necessario agli Alleati, e, grazie a
quel fiume d’oro, lo stesso Hearst, diventa un po’ più anglofilo.
La Dichiarazione Balfour farà il resto.

Alla fine del 1918, per due miliardi in contanti, Dieterding
acquista la “Mexican Eagle”, che ha concessioni enormi in
Sud America. Washington reagisce con tutti i mezzi a sua
disposizione, e negli Stati dell’America Centrale, dove
Deterding ha i propri interessi, scoppiano a catena le
rivoluzioni. Del resto, la Standard Oil ha sempre finanziato le
Rivoluzioni Messicane a lei più utili. Ora ci si mettono anche
gli Inglesi.

I Presidenti Madero, Huerta, Carranza, prendono di volta in
volta il potere e una sequenza di guerre civili viene prodotta ad
arte, solo perché i petroilieri Inglesi e quelli Americani
vogliono strapparsi a vicenda il petrolio del Messico, e
dell’America Latina.


IL PETROlIO CONTRO L’UOMO.

La guerra più brutale è più corta, ed è dunque anche la più
umana. Questo sembra essere il motto di tutti i magnati del
petrolio. In Nessun posto ciò si avvera come in Messico, dove
questi “Padreterni della putrefazione” devono ricorrere
all’astuzia, all’assassinio, all’internamento dei proprietari nei
manicomi, per potersi impadronire dei terreni e delle Haciendas
in cui si trovano i giacimenti; terre acquistate sempre per
mezzo di intermediari locali.

Da quando gli Inglesi sono penetrati in Messico, c’è stato un
ininterrotto susseguirsi di torbidi e di rivoluzioni. Agenti
segreti, Patrioti sinceri, Generali venduti, Governi, Banditi, si
sono fatti la guerra, spargendo sangue umano dappertutto, e
facendo ogni settimana delle nuove leggi, peggiori di quelle
della settimana precedente.Approfittando delle guerre civili, sui
campi abbandonati è iniziato un lavoro febbrile, di trivellazione
dei pozzi, mentre i messicani sono occupati a scannarsi fra loro
e a farsi rubare le risorse minerarie; ad un ritmo sempre più
forsennato.

Certo, quelli che lavorano come schiavi, vengono pagati
profumatamente dalle Compagnie petrolifere; cinque pesos al
giorno sono una bella cifra, per quei piccoli uomini bruni.
Fatto curioso, ma perfettamente comprensibile, la guerra civile
messicana infierisce ovunque, tranne che presso i campi
petroliferi; salvo che a Tampico, che tuttavia gli insorti
potrebbero occupare e devastare senza ripensamenti; come
hanno fatto a Vera Cruz. Tampico è il più importante porto
petrolifero del Messico, e deve quindi restare pacifica. Quasi a
suggerire con estrema chiarezza, ad un mondo distratto, che i
Messicani che si scannano fra loro, non lo fanno per la Libertà,
l’Uguaglianza, o che altro, ma per assicurare il petrolio a
Dieterding e a Rockefeller; i due Shylock miliardari: Inglese ed
Americano.

La Standard Oil partecipa alla fondazione della “American
International Corporation”; una gigantesca organizzazione
che ottiene ciò che nessun trattato commerciale può dare: la
“Peaceful Penetration”, ovvero la conquista di interi
continenti per mezzo di corruzioni, sottoscrizioni e monopoli.
Si tratta di un dominio dissimulato, che si estende come una
malattia epidemica in tutte le Repubbliche dell’America
Centrale e Meridionale.

Mattew C. Brush è a capo dell’American International, e lui e
il suo trust dirigono un fiume d’oro in America Latina, per
acquisire il controllo in Colombia, Nicaragua, e Costarica.
Poi l’America fa il suo colpo grosso, e il 28 giugno del 1902 la
Francia abbandona agli Stati Uniti, con lo “Spooner Act”, il
Canale di Panama: miliardi di lavori eseguiti, materiali,
concessioni, azioni, terre, e le chiavi del Pacifico.

Gli USA organizzano una rivoluzione in Colombia, per
strapparle il territorio e, il 20 dicembre del 1914, il Canale di
Panama viene aperto. L’America già si crede la prima potenza
navale, ma l’Inghilterra, che da quelle parti soffia sul fuoco
dell’odio antiamericano, ha in mano tutti i giacimenti intorno al
Canale, e possiede molte basi strategiche nel Mar dei Carabi;
in Venezuela, in Paraguay, e in Bolivia.
Questi sono i “Balcani del petrolio” in America Latina.


IL PETROLIO D’ORIENTE

Nel 1912 Tedeschi ed Inglesi formano la Turkish Petroleum
Company, di cui l’Anglo Persian compra il 50% delle azioni.
Il Trust germanico rompe poi ogni legame con la Royal Dutch
e rimane l’unico padrone del Petrolio nell’Europa Centrale.
I diplomatici della Willhelmstrasse aiutano efficacemente
banchieri ed industriali, padroni della “Europäische Petroleum
Union”, per fondare segretamente la federazione economica
della “Mitteleuropa”. Essi danno il massimo appoggio agli
ingegneri tedeschi che hanno scoperto gli enormi giacimenti
della Mesopotamia.

La compagnia tedesca che ha costruito la Ferrovia di Bagdad,
sta per collegarsi con i campi petroliferi in questione, e
manovrando abilmente, i tedeschi riescono ad inserirsi fra la
Rockefeller e Deterding, diventando molto potenti.
La Deutsche Bank, coiinteressata in tutte le industrie
petrolifere d’Europa, inizia a comprare in blocco ditte sud
americane, e pozzi di petrolio posti in zone controllate dagli
Inglesi.
Il Territorio di Mosul, allora turco, e i giacimenti di petrolio
della Mesopotamia sono così importanti, da innescare quel
conflitto di interessi anglo-tedesco che porterà alla Prima
Guerra Mondiale.

Quando nel 1912 viene costituita la Turkish Petroleum Co.,
l’accordo fra l’Anatolian Railway controllata dalla Deutsche
Bank, l’Anglo Persian dell’Ammiragliato britannico, e l’Anglo-
Saxon Petroleum di Deterding, viene completato da una lettera
privata che evidenzia la disparità d’impmortanza fra i gruppi.
In questa lettera, ciascuno si obbliga a non trattare petrolio al di
fuori della Turkish Petroleum; in tutto l’Impero Turco
d’Europa e d’Asia, esclusa la parte posta sotto amministrazione
del governo egiziano.

Si farà la Guerra contro i Turchi, per esautorarli completamente
dai territori Europei e per razziare loro i pozzi di Mosul.
Le dispute continuano, gli agenti segreti e i terroristi stipendiati
dalle compagnie petrolifere inglesi lavorano a pieno ritmo, e le
linee costruite dai Tedeschi saltano per aria.
Nel marzo del 1914, viene firmata un’altra convenzione al
Foreign Office, che attribuisce il 50% del petrolio di Mosul e
della Mesopotamia alla Anglo Persian, il 25% alla Deutsche
Bank, e il 25% alla Anglo Saxon; più un 5% a Gulbenkian.
L’atto viene firmato non solo dai singoli interessati, ma fatto
ben più eclatante, anche dai rispettivi governi.

Con questo colpo spettacolare, Londra riduce ad un quarto la
partecipazione dei Tedeschi, che prima erano i padroni quasi
assoluti del campo; esclude completamente i Turchi padroni dei
territori, i Curdi, proprietari dei campi, e gli Americani, che in
quindici anni hanno speso milioni, per strappare al sultano una
misera concessione.

La Guerra mondiale del 1914 servirà ad eliminare,
automaticamente, la terza grande potenza petrolifera mondiale:
la Germania. Essa annienterà anche il debole ostacolo
rappresentato dai Russi, rimandando le vendette del caso ad
un’altra ulteriore scadenza.

Durante la Guerra del 1914, Rockefeller e Deterding
dimenticano ufficialmente la loro battaglia, e si stringe un patto
d’alleanza che crea la “Conferenza interalleata del petrolio”.
Le navi da guerra alleate vanno a nafta, e si costruiscono
migliaia di aerei e centinaia di migliaia di automezzi. La guerra
motorizzata è la migliore alleata dei petrolieri.

Nella sola Francia, Deterding guadagna col suo petrolio una
cifra maggiore di quella che i tedeschi dovranno pagare con le
riparazioni di Guerra, nel 1919. Lui stesso presta alla Francia
300 milioni oro per permetterle di comprare il suo petrolio.
I torrenti di petrolio di Deterding e Rockefeller, si tramutano in
fiumi d’oro.

Nella guerra il petrolio ha la stessa importanza delle armi, delle
polveri, e degli esplosivi.
“Una goccia di petrolio vale una goccia di sangue”, dirà
Clemenceau. Non desta dunque nessuna meraviglia, il fatto che
i grandi mercanti di cannoni, come Sir Basil Zaharoff, e il suo
allievo spagnolo March- Ordinas, abbiano dei solidi interessi
nelle industrie petrolifere, e che acquisiscano tutte le azioni
della Royal Duch, della Standard Oil, e della Shell delle quali
riescono ad impadronirsi.

Nel 1913 la Royal Dutch paga 27 milioni di fiorini in
dividendi, ai suoi azionisti; nel 1919 ne paga 96 milioni.
Quanti guadagni durante la Prima Grande Guerra!
E che meravigliose prospettive per la prossima! Frutto già
previsto, che le inique condizioni del “Trattato di Pace” di
Versailles non mancheranno di produrre.
Gli Alleati sono stati portati alla vittoria su fiumi di petrolio.
Nel corso della guerra, è essenziale per l’Inghilterra di cacciare
i Turchi dal vicino Oriente, di conquistare definitivamente il
petrolio di Mosul e della Mesopotamia, e di impedire che i
Tedeschi si riforniscano di petrolio a Baku e nell’Asia Minore.
Bisogna anche trovare nuovi giacimenti di petrolio nel Vicino
Oriente, non distanti ai campi di battaglia.

Per prima cosa bisogna guadagnarsi la fiducia degli sceicchi.
Lo si Tenta dal 1916 ed è stato questo il vero lavoro di
T.E.Lawrence, che però non ha potuto, o voluto, fare tutto ciò
che si voleva facesse.
Rientra allora in azione l’Intelligence Service, e, questa volta,
chi vince la partita è una donna: Gertrude Bell, figlia unica di
sir Hug Bell. È lei che fa dello sceicco Feisal il Re dell’Irak.
Lei è l’unica donna al mondo che conosca, parli, e scriva
correttamente l’arabo, conoscendone anche tutti i dialetti.

Archeologa, come Lawrence, Gertrude lavora nel suo stesso
ufficio al Cairo, e questi le consiglia di studiare la ripartizione
degli oli pesanti per il paese, e di tralasciare per un po’
l’archeologia. Nell’ottobre del 1913, l’Inghilterra ha difatti
varato la Queen Elizabeth, la prima delle sue corazzate a nafta;
l’ammiragliato ha ormai le sue esigenze prioritarie, e in
Mesopotamia non cerca certo le rovine di Ninive.
Ninive oggi si chiama Mosul.

Conquistata Bagdad, l’Alto Commissariato Britannico, una
volta richiamato Lawrernce, divenuto troppo ingombrante, non
conosce nessuno degli sceicchi arabi con cui si dovrebbe
trattare. Appare Gertrude Bell, che raduna a banchetto i
quaranta invitati arabi e si esprime con ognuno di loro nel suo
proprio dialetto. Prima di lei a nessuno era mai riuscito di fare
una cosa simile.

Gli sceicchi, entusiasti della donna, sono disposti a trattare con
gli inglesi e accettano anche la proposta fatta da miss Bell, di
proclamare Re dell’Irak il giovane sceicco Feisal, figlio di
Hussein, Re dell’Heggiaz. Il nuovo re mette tutto il Paese sotto
il protettorato inglese ed attribuisce all’Inghilterra le maggiori
concessioni di petrolio. Fiabe del nostro tempo.

SIR BASIL ZAHAROFF
E IL PETROLIO INGLESE

Guadagnato il re dell’Irak Feisal, alla loro causa, gli inglesi ne
fanno il gerente del “loro petrolio”, con uno stipendio di
800.000 sterline al mese, e si si preparano ad estrarre l’oro nero
dal vecchio suolo di Babilonia. Purtroppo si possiedono tutte le
concessioni, ma non ancora tutti i terreni, e i proprietari Turchi
non pensano ad arrendersi.

Quando il trattato di Versailles ha assegnato alla Francia il 25%
del petrolio della Mesopotamia, bisogna riconquistare i terreni
una seconda volta.
Il figlio di un doganiere di Salonicco, un misero ragazzo che
pascolava montoni sulle montagne della Macedonia, è
diventato il “Ghazi”: il Capo della Turchia. Un piccolo
ufficiale è diventato Mustafà Kemal Pascià, che non ha paura
dei petrolieri, né degli eserciti inglesi, e tanto meno dei Greci.
Scoppia una seconda guerra, e gli inglesi non riescono a cavare
una goccia di petrolio dai pozzi della Mesopotamia.

L’America, diventata il banchiere, e il creditore usuraio del
mondo, si fa sempre più esigente e la situazione dell’Anglo
Persian diventa davvero difficile; allora gli inglesi si alleano
con l’uomo più misterioso e controverso d’Europa: il magnate
della morte Sir Basil Zaharoff.
Nato a Monghia, piccolo villaggio dell’Asia Minore, il 6
ottobre 1849, Zacharias Basileos Zaharoff impara a leggere in
una scuola inglese di Costantinopoli. Conosce la miseria dal
primo giorno della sua vita, fino al moment o in cui entra da
suo zio Savastopulos, mercante di stoffe a Galata. Da qui fugge
in Inghilterra, con il denaro della cassa.

Zacharias sbarca a Londra, ma la denuncia dello zio l’ha
preceduto, ed egli viene arrestato per furto. L’abilità che in
seguito gli consentirà la sua scalata sociale, gli frutta
l’assoluzione per insufficienza di prove; ma non può rimanere
in Inghilterra. Torna ad Atene.
È il 1875, e Zaharoff è straordinariamente bello, spregiudicato
e poliglotta. Trova protezioni, e riesce a farsi mandare a
Londra, come agente della fabbrica di armi Nordenfeld.
A Londra, entra come agente nel Servizio Segreto Inglese.
Viaggia ovunque in Oriente e nei paesi Balcanici: Montenegro,
Serbia, Bulgaria. Vende cannoni e informazioni.
Vende un sottomarino alla Grecia, due alla Turchia, e
munizioni per dieci milioni di sterline. Vende la morte e
guadagna i suoi primi milioni.

Nel 1885 è socio del suo padrone. Nel 1888 fa entrare nella
società Maxim Hiram, l’inventore della mitragliatrice, e, dopo
la guerra balcanica ci sono sbocchi ancora più redditizi: guerra
cino-giapponese, e guerra ispano-americana.
Aiutato dalla vedova del duca di Marchesa, che egli sposerà
molti anni dopo, nel 1924, Zaharoff riesce a vendere il suo
materiale di guerra agli Spagnoli. Il suo socio Maxim lo vende
agli Americani. Guadagnano miliardi.



Nella Guerra dei Boeri, Zaharoff, agente inglese, vende
munizioni ai nemici dell’Impero.
Con la pace, avviene la fusione della Maxim con la Vichers,
unica rivale pericolosa per Zaharoff. L’affare è stato finanziato
da Sir Ernest Cassel, il finanziere anglo tedesco, che è l’uomo
d’affari di re Edoardo VII.
Zaharoff si stabilisce a Parigi, ed è ambasciatore segreto, molto
più potente di quello ufficiale, dell’Inghilterra in Francia.
Nel 1908 è nominato cavaliere della Legion d’Onore, nel 1914
è commendatore della Legion d’Onore. Nel 1915 si allea con
Lloyd George, e aiutato da lui rende Venizelos padrone
assoluto di tutta la Grecia. Nel 1918 compra la Banca della
Senna. Il 26 luglio è nominato Gran Croce della Legion
d’Onore.

Si saprà nel 1923 che ha fornito per tre anni il carburante ai
sottomarini tedeschi del Mediterraneo. Poincaré vorrebbe farlo
radiare dai ruoli della Legion d’Onore, ma Zaharoff è troppo
potente, e resta l’eminenza grigia dei gabinetti di governo
europei.
Terminata la guerra mondiale, Zaharoff diventa uno dei
magnati del petrolio. Quando la battaglia fra la Standard Oil e
Deterding si fa pericolosa per gli ,Inglesi, Zaharoff interviene.
E induce Venizelos a scatenare la guerra Greco Turca, per
assicurarsi una volta per tutte i giacimenti di petrolio dell’Asia
Minore. I petroli d’Oriente andranno all’Inghilterra.

La Banca della Senna, la Società parigina delle Banche ed altre
ancora, aiutano Zaharoff a diventare comproprietario della
Società Generale dei Derivati del Petrolio, in condivisione con
l’Anglo Persian. A Zaharoff vengono offerte azioni della Royal
Dutch.

La Banca dell’Unione Parigina e la Banca nazionale di credito
lavorano per lui. Contro di lui, si muovono la Banca dei Paesi
Bassi e di Parigi e Rockefeller.
Quando la coalizione finanziaria è ormai un fatto compiuto,
300.000 soldati greci attaccano impetuosamente i Turchi; in
Asia Minore. Il Re Feisal insorge contro i Francesi, e Zaharoff,
Gran Croce della Legion d’Onore, fa di tutto per far cacciare i
Francesi dagli Inglesi e dai Greci.

Errore madornale!
La Francia si avvicina ai Turchi, con la missione Franklin-
Bouillon e gli inglesi non osano più aiutare apertamente i
Greci, che vengono schiacciati dal “lupo grigio” Kemal Pascià.
Trecentomila soldati greci muoiono, e i Turchi spazzano via
tutto ciò che di greco e di ellenistico c’è in Asia Minore.
Tremila anni di una delle più belle culture e civiltà del mondo,
vengono distrutti, perché una cricca di avidi petrolieri ha
voluto e promosso una guerra.

In questo affare sbagliato, Zaharoff perde un miliardo, ma ora
possiede milioni di azioni in tutti i trust petroliferi inglesi.
Vive a Monte Carlo, da dove ha cacciato il principe Radzwill.
Col Casinò che ora gli appartiene, guadagna altri milioni.
La battaglia del petrolio non è stata che un episodio della sua
carriera, e l’Anglo Persian deve ricorrere ad altri mezzi.
Si fa la pace con i Turchi e, per accontentare le pressanti
richieste degli Americani, si sacrificano gli interessi della
Francia in Oriente.


Georges Clemenceau
LA FRANCIA IN LOTTA
PER L’ORIENTE

Americani, Inglesi, Tedeschi e Francesi si disputano il Petrolio
dell’Oriente, e i Francesi conquistano l’olio minerale della Siria
Il 20 Aprile 1920, la Francia e l’Inghilterra firmano a San
Remo un patto che inizia con queste parole:
“ Il presente accordo è basato sul principio della
cooperazione cordiale di tutti i paesi ove gli interessi
petroliferi delle due nazioni possono, praticamente,
conciliarsi. Il presente memorandum avrà forza negli Stati
Uniti, e nei seguenti paesi: Romania, Asia Minore, Territori
dell’antico Impero Russo, Galizia, Colonie francesi e Colonie
britanniche della Corona”.

Si tratta dell’alleanza della Francia, che non ha giacimenti di
petrolio, con il paese più ricco di pozzi petroliferi.
L’America si allarma, e Rockefeller fa agire il segretario di
Stato Colby; Washington manda a Lord Curzon una nota
risentita, nella quale protesta contro l’accordo di San Remo.
Pilotata a dovere dalla Standard Oil, la stampa americana
reclama un vasto programma navale, che viene subito votato
dal Congresso; per togliere alla Gran Bretagna la supremazia
sui mari, e strapparle, al più presto, i possedimenti petroliferi.
Con gioia dei mercanti d’armi, Inizia una nuova corsa agli
armamenti, e si costruiscono incrociatori ed aereoplani.
L’Inghilterra, rispondendo sullo stesso tono, vota anch’essa un
programma navale, e, appena tre anni dopo l’armistizio del
1919, sorge la minaccia di un nuovo sanguinoso conflitto;
stavolta fra gli ex Alleati.

La Standard Oil, manda in Turchia un suo agente: Mr. Bock,
con la missione di ottenere delle concessioni petrolifere a
qualunque prezzo. Londra sostiene la Grecia contro la Turchia,
e l’America aiuta Mustafa Kemal Pascià, promettendogli ogni
aiuto possibile. I Soci della Standard Oil, appoggiati
dall’ambasciatore americano ad Angora, sollecitano la
costruzione di una vasta rete di strade ferrate che, partendo dal
Taurus, finiranno a Mosul, attraversando tutte le regioni
petrolifere. La Turchia parla apertamente di Guerra.

La situazione si aggrava e sopravvengono gli “incidenti” di
Panama, e del Costarica; la lotta per il petrolio delle Isole della
Sonda. E’ la Guerra del petrolio; per il petrolio, ma è ancora
troppo presto per scatenare un altro macello mondiale, perchè
le popolazioni non hanno ancora dimenticato gli orrori di
quello appena finito. Certo non si può dire apertamente che è
del petrolio che si tratta, e si dà quindi ad intendere che la
grande Conferenza decisa per Washington, è una conferenza
per il disarmo navale. Il vero lavoro avviene dietro le quinte,
mentre sul palcoscenico, i burattini politici del momento
pronunciano frasi eleganti, per fare applaudire il pubblico.

Dopo l’approccio Anglo-Americano, nella Conferenza di
Washington, in completa violazione dell’accordo di San Remo,
la Francia viene esclusa, e, nel luglio del 1922, viene concluso
un accordo anglo americano sui petroli di Mosul, preparato dal
presidente della Standard Oil: Walter Teagle.
Nell’ottobre del 1922, le truppe di Feisal vengono guidate da
ufficiali inglesi nel disputato territorio di Mosul. La Francia
vuole occupare la Ruhr, ed ha bisogno del consenso
dell’Inghilterra; non può dunque reagire a questa offensiva,
anzi, deve inghiottire il rospo, e promettere agli Inglesi il suo
appoggio per la Conferenza con la Turchia, che si tiene a
Losanna nel novembre del 1922. Una volta uniti, Deterding,
Teagle e Cadman credono di tenere in pugno il Petrolio del
Vicino Oriente; ma si sbagliano, e se Feisal è un re fantoccio
degli inglesi, un altro Re arabo non lo imita affatto. Ibn Saud,
re dei Wahabiti e padrone dell’Arabia, pensa che l’oro e il
petrolio vengano dopo la sua religione e il governo del suo
Paese, e, quindi, si ribella ai petrolieri.

Ci sarà un’altra guerra,
lunga e costosa fra Feisal e Ibn Saud; poi i petrolieri avranno
ancora bisogno della pace, e gli agenti americani, che un’ora
prima piazzavano mitragliatrici e cannoni, si trasmutano, come
per miracolo, in apostoli dell’amore fraterno. La Pace del
petrolio viene conclusa nel Golfo Persico, a bordo di una nave
posa-cavi, al largo di Ras Tanourah, e a nord di Bahrein.
Accondiscendendo a partecipare alla ricchezza data dal
petrolio, Ibn Saud dimenticherà il suo odio per i cristiani e il
suo fanatismo di credente. Adesso i Wahabiti lasciano in pace i
campi di petrolio della Mesopotamia, e i Turchi hanno perduto
ogni speranza di riconquistare Mosul. Squadriglie della Air
Force soggiornano in permanenza sul territorio.

Il Petrolio di Kirkuk, che l’Inghilterra possiede, fluisce a
tonnellate, e questo è l’essenziale. La Francia e l’America
hanno speso milioni per farlo scorrere. Re Feisal flirta
parecchio, con i petrolieri americani, e, forse per questo, muore
misteriosamente a Berna, il 7 settembre 1933, appena
cinquantenne; per un ”embolia”. Viene immediatamente
imbalsamato, forse perché una legge svizzera stabilisce che i
corpi imbalsamati non sono soggetti ad autopsia. Fra tanti morti
ignoti, finalmente un morto illustre, nella guerra per il petrolio.

Winston Churchill
IL PETROLIO PERSIANO

Da quando è stato trovato il petrolio in Persia, Russia ed
Inghilterra si battono per il regno degli Scià. Nel 1910 i Russi
occupano Tauris, ed avanzano fino a Kazwin; gli Inglesi si
installano a Bouchir, a Shiraz, e ad Isphahan. L’Okrana
Russa, in perfetta sintonia con l’Intelligence Service riesce a
cacciare tutti gli Americani. Con la Grande Guerra del 1914, la
Persia diventa una colonia britannica; poi, la Rivoluzione
bolscevica del 1917, cancella la Russia dall’Asia.

Batum, grande porto del petrolio sul Mar nero, viene costituita
Città Libera sotto la protezione britannica, e un petroliere di
Manchester viene nominato governatore civile.
Gli Inglesi organizzano lo Stato indipendente dell’Azerbeidjan.
Alla fine del 1917, Baku e tutta questa provincia russa,
favolosamente ricca di petrolio, sono nelle mani dei petrolieri
inglesi.

Alla fine della guerra, l’Anglo Persian è diventata un Trust
gigantesco, e può ottenere tutto ciò che vuole. Nel 1919 spinge
il governo inglese ad imporre alla Persia un trattato che, di
fatto, pone il paese sotto il protettorato britannico.
A.M. Khochtaria, un Georgiano che possiede dal 1916
concessioni nel Nord della Persia, è obbligato a concedere i
suoi terreni agli Inglesi.

Eliminati gli Americani, Lord Curzon, il grande Petroliere
inglese, pensa che il crollo russo farà finalmente trionfare il suo
gigantesco piano: di unire il Golfo Persico al Caspio, sotto il
dominio britannico. Nel 1920 I Russi entrano a Baku, cacciano
gli inglesi da Enzeli, porto persiano sul Mar Nero, e nel 1921 al
parlamento pesiano il colonnello Rhiza Khan inizia a sostenere
la sua parte.

Fino al 1917 la Russia occupa il secondo posto fra i paesi
produttori. Avvantaggiata nel trasporto, fino al 1914, domina
quasi interamente i mercati dell’India e della Cina. Ma nel 1914
la lotta contro la Standard Oil è impossibile, e centinaia di
piccoli produttori, senza interessi comuni e senza
organizzazione commerciale si ammazzano fra loro, e non
possono nulla contro ,il Trust americano.

La Rivoluzione bolscevica ha rimescolato le carte e cambiato il
gioco; i Soviet ora sono organizzati meglio della stessa
America e, per di più, hanno trovato giacimenti
straordinariamente ricchi nelle loro repubbliche asiatiche; negli
Urali, sul circolo Polare Artico ,e vicino alla frontiera afgana.
Tutta la sponda nord est del lago Baikal, per una lunghezza di
200 chilometri e una profondità di cento metri, non è che un
solo lago di petrolio; di una ricchezza incalcolabile.

Essi soli ne hanno la concessione, perchè, a partire dal 1917,
hanno sbarrato il passo a Inglesi, Americani e Francesi.
Gli Americani sanno che nell’antico Oxus, fra il Sir Daria e
l’Anu Daria, ci devono essere giacimenti immensi. Nel
frattempo i Russi hanno costituito le Repubbliche di Bukharia,
del Tadschikistan, e del Turkestan e mettono le mani sui loro
tesori.

La Germania, rovinata dalla sconfitta e dal Trattato di
Versailles, che le ha tolto, fra le altre cose, le sue concessioni di
Romania e Mesopotamia, sequestrandone gli interessi in
Galizia e nell’America del Sud, ha concluso con i Soviet un
patto per avere il petrolio di Baku: il Patto di Rapallo, del 1922.
Al principio del 1934, la Russia è nuovamente il secondo paese
produttore del mondo. Poi Einhorn, il “colonnello Lawrence”
dei russi gioca agli inglesi un tiro mancino, con l’Accordo di
Wall Street, che fra il 1927 e il 1933, farà perdere a Deterding e
ai magnati del petrolio britannici l’intera Persia. Nel 1928,
difatti, Rhiza Khan sopprime, con un decreto del Parlamento,
tutti i privilegi degli stranieri in Persia, e nel 1932 sopprime il
monopolio inglese del petrolio.

Il momento di questo attacco è ben scelto: dopo la Conferenza
di Ottawa, l’Inghilterra ha rotto il suo accordo commerciale con
la Russia, ed ha anche abbandonato la partita aurea, causando
perdite di miliardi a persone che hanno depositato il loro
denaro in Banche Inglesi; al governo persiano e alla classe
dirigente dell’Irak e dell’India. Un lavoro di intrighi inglesi in
Oriente, durato trent’anni, sembra perduto.

Il 5 dicembre 1932, la Persia dichiara nullo il “firman” d’Arcy,
e Deterding e gli inglesi vengono cacciati, perdendo gran parte
del loro prestigio in tutto l’Oriente; anche grazie all’azione di
un Armeno diventato miliardario al servizio della Shell: Calust
Sarkis Gulbenkian. Per delle ragioni strettamente personali
Gulbenkian ha organizzao la campagna contro l’Anglo Persian,
la Shelle e la Royal Dutch; ovvero un lotta senza quartiere
contro Henry Deterding.


CALUST SARKIS GULBENKIAN

Quando nel 1912 viene costituita la Turkish Petroleum Co., un
privato, Calust Sarkis Gulbenkian, riceve il 5% delle ricchezze
rappresentate dal petrolio di Mosul, ovvero la ventesima parte
di tutti i miliardi sepolti nel suolo della Mesopotamia.
Nel 1922, quando con 8 milioni di morti e una guerra durata 4
anni, gli Alleati hanno “liberato i popoli dal giogo del governo
tedesco, conducendoli ai benefici della democrazia”, quando
la Francia ha perduto tutti i vantaggi avuti a San Remo, la
Turchia è stata mutilata delle sue provincia più ricche, i Greci
hanno perso 300.000 uomini, e tutti hanno visto dissolversi i
vantaggi di cui prima godevano, Sarkis Gulbenkian possiede
una partecipazione nei giacimenti asiatici che vale 4 miliardi di
dollari.

Verso la Fine del XIX secolo, un misero Armeno ha lasciato
Erzerum, sua città natale, per stabilirsi a Baku, la città del
petrolio russo.
Lavora per il ricchissimo petroliere Mantachoff, ed intuisce
delle possibilità che nessun russo ancora intravede; perciò va a
visitare i dirigenti della società Mazout; un’azienda dei
Rothschild di Parigi.

Ma vi sono troppe difficoltà: pogrom antiebrei, rivolte; Baku e
lontana e il denaro può essere perso con facilità. I Rothscild
non finanziano il nostro Gulbenkian.
Lui cerca altri finanziatori, va a Londra e incontra Deterding e
Marcus Samuel, che sono in lotta con Rockefeller. Li mette in
rapporto con i Rothschild, che vendono loro le loro
partecipazioni in Russia. Due anni dopo Gulbenkian ha tratto
dall’affare del 1912 240 milioni di rubli.

A partire dalla “Combinazione Rothschild” Gulbenkian e
Deterding diventano collaboratori inseparabili.
Ovunque siano la Shell o la Royal Dutch, compare anche
Gilbenkian.
Poco prima della guerra, Gulbenkian si specializza negli affari
turchi, e convince la Banca di Stato turca che le conviene
vendere agli Inglesi la sua partecipazione nei petroli di Mosul.
Emulo di sir Basil Zaharoff, Gulbenkian è, se possibile, ancora
più misterioso: diventa l’eminenza grigia del petrolio.

Fedele servitore dell’Impero Britannico fino al 1922, ne diviene
un nemico feroce dopo quella data, a causa del trattamento
inflitto ai suoi compatrioti Armeni, sacrificati dagli Inglesi e
dagli Americani, per ottenere il petrolio turco. 3 milioni di
Armeni perdono la vita, i sopravissuti scrivono ai governi
lettere che non verranno mai lette.

Per amore del suo popolo, Gulbenkian parte in guerra contro gli
Americani, e dato che Deterding e Rockefeller hanno fatto
momentaneamente pace, abbandona l’Inghilterra e va a Parigi.
Un Inviato della Standard Oil vuole comprare la sua quota del
5% nel petrolio della Mesopotamia; Gulbenkian chiede un
miliardo di dollari. Lo si caccia dalle Società Inglesi.

Gulbenkian conosce bene i punti deboli dell’Impero di
Deterding e in quelli colpisce a fondo; richiama l’attenzione di
Francia e Spagna sulle ricchezze dell’America latina.
Gulbenkian fa crollare le azioni della Shell e della Royal
Dutch con abili manovre di borsa, e rovina Banche e azionisti
di Deterding. Interi patrimoni si sciolgono come neve al sole.
L’Impero britannico è in pericolo. Nel 1932 Gulbenkian
promette immense fortune alla Persia e si allea con Einhorn e i
petrolieri russi. Dopo il 1933, con l’accordo franco russo, e i
colloqui Roosevelt-Litvinov, la lotta per il petrolio diverrà
ancora più micidiale.

L A LOTTA PER LE RICCHEZZE
DELLA RUSSIA.

Due Trust e due Nazioni, America ed Inghilterra si disputano il
petrolio mondiale, in una serie di guerre e di armistizi segreti, a
cui corrispondono delle estese guerre palesi; e delle false
armonie.
Quando nel 1911, la Standard Oil e Deterding sono estenuati
dalla lotta di prezzi condotta in Cina, la pace apparente regna in
Europa e in America. La Grande Guerra del 1914, che porta a
tutti i petrolieri un fiume d’oro, segna una pâusa nelle loro
battaglie private, ma nel 1918 la lotta ricomincia, e continua
fino al 1922, anno in cui si rischia una nuova Guerra mondiale;
questa volta per il petrolio, invece che per la “democrazia”.

Le popolazioni sono però poco disposte ad un altro macello, e
mancano i fondi; perciò, nel giugno del 1922 si giunge alla
“pace del petrolio di Washington” e tutti i grandi petrolieri si
riuniscono a Schveningen. Poi, in settembre si tiene all’Hotel
Majestic di Parigi, la Conferenza dei Sedici padroni del petrolio
mondiale. È la pace fra Rockefeller e Deterding.

Fino al 1927, Inglesi ed Americani vanno apparentemente
d’accordo; gli Americani sfruttano il petrolio del mondo
occidentale, e gli Inglesi quello dell’Oriente. La Francia, resta a
guardare. Nel 1927 Deterding, fatto Lord dell’Impero
Britannico e salutato come uno dei migliori artefici della
vittoria alleata sugli Imperi Centrali, fa la sua guerra privata
guerra ai Russi.

Impedirà l’ingresso del petrolio russo nei porti inglesi ed
italiani, migliori clienti dei Soviet, se non gli vengono
riconosciuti i pozzi di Baku, che ha comprato da emigranti
russi, e se non ottiene il monopolio per la vendita del petrolio
sovietico. I Russi non possono più esportare il grano, e quindi il
petrolio è per loro di capitale importanza. Trattano con
Deterding.

Nel bel mezzo delle trattative, interviene l’America e si unisce
ai Soviet, dando il primo grave scacco all’inghilterra. La
Standard Oil compra una grande quantità del petrolio russo, ne
inonda le Indie, e riduce a nulla il prezzo del petrolio inglese.
15 milioni di barili di petrolio russo sono venduti annualmente
da Rockefeller nelle zone di influenza inglese. La Vittoria dei
petrolieri americani è quasi assicurata, ma Hoover, candidato
contro Hugues, direttore della Standard Oil, viene eletto
Presidente degli Stati Uniti, e si intromette.

Nel 1928 si fa la quarta grande pace del petrolio.
La Russia è il punto debole di Deterding, e il suo odio viscerale
contro i Soviet, gli fa tralasciare ogni precauzione. Egli è stato
uno degli sponsor più potenti, delle armate contro
rivoluzionarie, e, dal 1918 al 1921, ha finanziato la lotta dei
generali “bianchi” contro i Soviet ebrei.

La Royal Dutch ha acquistato quasi tutti i pozzi di petrolio
degli emigranti Russi; ha comprato i possedimenti di Nobel,
terreni a Baku e nel Caucaso, interessi petroliferi a Groezni,
nella regione di Maikop, e, nel maggio 1920 ha concluso un
accordo con i fratelli Atzatouroff, emigrati a Parigi, ottenendo
100 ettari del più ricco terreno petrolifero russo.
Malgrado la guerra civile, Detereding ha progettato di far
costruire un oleodotto da Groezni a Novorossik, ed ha fondato
la “Anglo-Caucasian Oil”, che come la “Anglo Persian” deve
lavorare come padrona assoluta del campo. Questa esigenza è
un ottimo motivo per mandare degli “eserciti bianchi” in
Georgia, nel Caucaso, e ovunque nei campi petroliferi russi.
Così facendo, egli getta la Russia nelle braccia degli
Americani.

Quando lo sfacelo degli eserciti di Wrangel, di Denikine, e di
tutti gli altri generali bianchi è ormai indiscutibile, Deterding
tenta con altri mezzi. Vengono falsificate grandi quantità di
“tchervonetz”, i biglietti di banca russi, ed Einhorn e i suoi
fiutano il pericolo imminente. A Rapallo la Russia è diventata
amica della Germania, e i tedeschi trovano i falsari a Berlino:
dei Georgiani.

Un avvocato scozzese naturalizzato tedesco, Gorge Bell, viene
compromesso molto gravemente in questo affare, e, nonostante
risulti essere a capo dell’intera organizzazione, si salva e
diventa, o rimane, l’uomo di fiducia di Deterding presso la
Casa Bruna nazionalsocialista di Monaco. Le somme che
Deterding ed altri regalano al Partito Nazional socialista,
quando il movimento di Hitler è al suo sorgere, passano per le
mani di Bell. La politica di Deterding e quella di Downing
Street in Germania sono identiche.

Nel 1925 è Vivian Standers, capitano inglese membro
dell’Intelligence Service, e agente delle Officine Beardmore,
fabbricanti di mitragliatrici legati alla Vichers-Amstrong, di
Zaharoff a trovarsi fra gli intimi di Adolf Hitler.
Nel 1932 è l’agente inglese Greenwall.
Nel 1933 è il colonnello inglese Etterton, giornalista ed agente
segreto, intimo del Führer, a ricevere confidenze che i giornali
non sono i soli a pagare profumatamente.

Dal 1923 al 1931, quattro milioni di marchi passano dalle
sorgenti del petrolio inglese all’organizzazione per la nuova
Germania.
I soldi affluiscono finché Deterding pensa che il Nazismo
possa costituire un esercito germanico agli ordini dei petrolieri
inglesi; contro i Russi, e finché Hitler non diventa troppo
potente per accettare di assoggettarsi politicamente, come un
uomo di paglia di Deterding, agli ordini dell’Inghilterra e agli
interessi dei suoi petrolieri.

Per convincersi che il motivo per cui gli inglesi elargiscono dei
sussidi pro hitleriani è valido, basta leggere il Mein Kampf di
Hitler, laddove egli parla dell’alleanza fra la Germania e
l’Inghilterra:

“ Se la Germania volesse impadronirsi di nuovi territori in
Europa, ciò non potrebbe avvenire, in definitiva, che a spese
della Russia; bisognerebbe che il nuovo Reich riprendesse la
strada battuta dagli antichi cavalieri dell’Ordine Teutonico,
per conquistare con la spada tedesca la gleba all’aratro
tedesco e la pace alla nazione. Ed è solo coperti alle spalle
dall’Inghilterra, che si potrebbe intraprendere la nuova
emigrazione germanica. A farlo non si avrebbe minore diritto
dei nostri antenati. Nessuno dei nostri pacifisti disdegna di
mangiare il pane dell’Est, sebbene il primo aratro si sia
chiamato Spada.”

Hitler parla spesso di questa conquista della Russia, e ancora
più di frequente di una stretta alleanza con l’Inghilterra.
Avere a capo dello Stato in Germania, l’autore di queste
affermazioni, invece che i firmatari degli accordi di Rapallo,
sembra a Deterding un ottimo affare. Perciò egli finanzia gli
Hitleriani, fino al principio del 1932.

Con la salita al potere di Hitler, nel 1933, e con la campagna
Ebraica di boicottaggio contro di lui e la Germania, i petrolieri
inglesi si defilano, e la posizione di Bell diventa precaria.
Deterding non ha più bisogno di lui e lo abbandona.
Bell allora si nasconde in Austria, parla e scrive, per procurarsi
degli appoggi, e rivela fatti pericolosi sia per Deterding che per
i nazisti; sarà la sua condanna a morte.

La notte del 3 aprile 1933, vicino a Rosenheim, all’albergo
Plattl, Bell cade fulminato nella sua stanza da cinque proiettili
al petto. Non parlerà più.
Deterding che ha una grande proprietà in Germania,
accompagna Hitler durante una campagna elettorale, e come
per incanto, il 16 novembre 1933, convinti da Downing Street,
i Polacchi a firmano il patto di non aggressione con una
Germania che pensa al grano, al ferro, al carbone e alle Terre
nere dell’Ucraina.

John D. Rockefeller senior
L’ALLEANZA
FRA WALL STREET E MOSCA.

Nel 1918, la lotta anglo americana per il petrolio russo supera
per importanza tutti i conflitti petroliferi d’anteguerra.
Questi giacimenti sono i più grandi e i più ricchi del Vecchio
Continente, e il loro ruolo è fondamentale, dato che il petrolio
degli Zar ora serve ai Soviet per ottenere crediti; e il
riconoscimento del loro governo.
L’Esca è allettante, e, alla fine del 1933, Washington riconosce
il Governo Sovietico, mentre la Francia stipula, nel Gennaio
1934, un importante accordo commerciale. Innumerevoli
conferenze segrete ed ufficiali sono state intanto organizzate; a
causa del prezioso petrolio sovietico.

Le campagne militari turco-tedesche, quelle inglesi nel
Caucaso, gli interventi alleati contro i Soviet, le contro
rivoluzioni sponsorizzate da Deterding, quelle organizzate dagli
Alleati, il riconoscimento di Mosca da parte degli Inglesi e poi
la rottura, le conferenze internazionali di Genova e dell’Aja; la
conferenza dei petrolieri a Schveningen, tutto questo e mille
altri intrighi si fanno per il petrolio russo.

Lotte politiche e guerre dei prezzi.
Per quindici anni, Deterding dichiara che il petrolio russo è
petrolio rubato; però lotta comunque con gli americani, per
assicurarsi i contratti di vendita di questo illecito bottino.
Deterding lavora febbrilmente in Germania, e riesce ad isolare i
Russi dai Tedeschi e dai Polacchi. Alla fine del 1933, la Royal
Dutch Shell non compera più il petrolio russo, procurando alla
Russia una perdita di almeno cinque milioni di sterline
all’anno.

I Russi si difendono e inondano con il loro petrolio l’Oriente; si
alleano con l’Italia e la Francia e, nel 1934 sorpassano la
produzione di Venezuela e Messico; sono al secondo posto nel
mondo, e presto potrebbero arrivare al primo.
I terreni vicino a Baku sono così ricchi, che il petrolio ha
invaso i campi e bisogna creare dighe ed argini per canalizzarlo
nei serbatoi. Il Secondi piano quinquennale, 1933-1937,
prevede una produzione di un miliardo e 500 milioni di
tollennate; 8000 volte la produzione mondiale del 1932.

Poche le raffinerie, pochi oleodotti, per gli enormi giacimenti
dell”Azerbeidjan, degli Urali, della penisola di Sakalin, di
Apcheron, dell’Azneft, di Baku, di Batum, del Caspio.
I Miliardi per costruire nuove raffinerie ed oleodotti vengono
dall’America. Esiste, difatti, un’alleanza più importante e
solida di tutti gli accordi con l’Italia, la Francia e la Turchia;
l’alleanza fra Wall Street e Mosca, iniziata già prima della
Rivoluzione Bolscevica, con i Bolscevichi stessi.

Gli Americani aiutano i Russi ad organizzare i loro campi
petroliferi. Si costruiscono strade ferrate, e gigantesche cisterne
portuali. Dal 1933 in America regna l’ebreo B’nai Brith
Franklin Delano Roosevelt e nessuno può più impedire, alla
Standard Oil e a Rockefeller, suo correligionario, di realizzare i
suoi piani e i suoi profitti nella Russia comunista.
Poco dopo la salita al potere di Roosevelt, scoppia lo scandalo
della Banca Morgan, vecchia collaboratrice dei Rockefeller, da
questi abbandonata nel 1913, per creare con la Propria Chase
Bank, l’Equitable Trust, e l’Interstate Trust, la Banca
Mammouth, con riserve per sei miliardi di dollari.
Questa Banca controlla, da sola, milleduecento miliardi di
franchi.

Quando i Rockefeller diventano concorrenti pericolosi, Morgan
inizia a combatterli nascostamente. In alcuni campi essi devono
giocoforza collaborare. Nella politica estera Morgan e il suo
gruppo di 167 persone, che occupano 2456 seggi di
amministrazione, con 167 miuliardi di franchi a disposizione,
hanno amici come Mellon, Morrow ed Hoover.
Morgan e Rockefeller collaborano nei grandi affari
internazionali, come la guerra monetaria contro il messicano
Primo de Rivera; ma solo perché vi sono obbligati.

Nel 1933 però, la Standard Oil di Rockefeller coglie, con
l’elezione di Roosevelt alla Casa Bianca, l’occasione propizia
per colpire Morgan. Nessuno sospetta Roosevelt di essere al
soldo dei grandi petrolieri, ma tutta la sua azione politica lavora
per favorire gli interessi della Standard Oil, contro gli Inglesi e
gli “Indipendenti”; i piccoli produttori degli Stati Uniti.
Il suo sistema di dirigere l’economia aumenta il pericolo di un
conflitto con gli altri Paesi.

Quando nel luglio del 1933 entra in vigore il “Codice del
petrolio”, lo specialista che si affianca al Segretario di Stato
agli Interni, Ickes, è James A. Moffet, vice presidente della
Standard Oil of New Jersey; figlio di un socio di Rockefeller
nella ditta di Pratt, Flager, Archbold e Bostwick, fondatori del
trust americano del petrolio.
Tutte le società petrolifere sono contro il progetto, tranne la
Standard Oil, la Sinclair Oil, e il Presidente della Independant
Petroleum Association of America, Franklin, che vuole
imporre un tasso doganale sul petrolio straniero. Per questa sua
idea poco favorevole a Deterding, Franklin viene nominato
Presidente del “Planning and Coordination Commitee”.

Il regno dfi Ickes, Moffet e Franklin si inaugura con un
aumento dei prezzi, e con un pesante aggravio per il pubblico.
Il Senatore Borah segnala l’aumento della benzina, di 486
milioni di dollari all’anno, a partire dal primo giugno del 1933;
e un aggravio ai consumatori di 250 milioni annui. Egli
aggiunge che il “Pooling agreement” permette ai membri del
trust di rovinare i produttori indipendenti, e di vendere ai prezzi
voluti; a detrimento del pubblico e delle piccole imprese.

Altri vantaggi internazionali, per la Standard Oil, si aggiungono
a quelli interni. La Chase Bank, in stretti rapporti con la
Russia, ha una partecipazione nella Banca di Stato, creata
espressamente per favorire il commercio con i Soviet.
Messo fuori combattimento Morgan, la Standard Oil e la Chase
Bank fanno di tutto per svalutare il dollaro, e le altre monete,
perchè per Rockefeller l’inflazione è un affare.

La Standard vende in dollari, moneta indebolita; deterding in
fiorini, moneta forte. Ne segue che i prezzi americani sono
inferiori a quelli anglo olandesi, e diminuiranno sempre più con
la discesa del dollaro. Per difendersi, Deterding dovrà far
svalutare il fiorino.
Gli Americani sono persuasi che finiranno per trionfare su tutti
i mercati mondiali, dato che nessuna organizzazione
commerciale di nessun paese potrà resistere al dumping creato
dalla svalutazione del dollaro.

Milioni di uomini, grazie a questi giochetti dei finanzieri del
petrolio, conosceranno l’inferno dell’inflazione e della miseria.
Da un giorno all’altro, milioni di individui non potranno
comprare la metà, o la quarta parte, di quanto compravano il
giorno prima, e moriranno letteralmente di fame.
Il Primo settembre 1933 il segretario della marina a
Washington, Swanson, firma un contratto per la costruzione di
37 navi da guerra; grazie al Presidente Roosevelt che lucra
sulle commissioni, gli americani avranno una marina potente, e
i cantieri avranno lavoro.

I cantieri navali e anche i loro cugini terrestri: i becchini.
Nel marzo del 1934, la Camera e il Senato USA deliberano una
spesa di 580 milioni di dollari per la costruzione di 102 navi da
guerra, e 1140 aeroplani in più di quelli previsti nel preventivo
ordinario. Affari in vista anche per i mercanti d’armi, dunque.
L’Inghilterra risponde con manovre della sua flotta nel Mar dei
Carabi.

La corsa agli armamenti ricomincia più accanita e lucrosa che
mai. La Standard è alleata dei Soviet, assieme ad Harry
Sinclair, e tutti, ossessionati dal dall’avidità di possesso del
petrolio, agiscono senza curarsi di evitare che un’altra guerra
abbia luogo. Henri Beranger potrà dire:
“Il popolo che possiederà i rifornimenti di petrolio, vedrà
affluire costantemente a sé i miliardi del resto dell’universo.
Le navi delle altre nazioni non potranno viaggiare senza
ricorrere ai suoi depositi. Basta che esso crei una flotta di
navi cisterna, per diventare il padrone del commercio
marittimo. Chi diventa il carrettiere dei mari, preleva a tutti
gli altri popoli una decima che gli porta tutte le ricchezze del
mondo.”

PETROLIO SINTETICO

Già nel 1913 la Germania scopre il petrolio sintetico; Fredrick
Bergius ha fatto brevettare il suo processo di liquefazione del
carbone. Derterding e l’intelligence Service stanno in guardia,
ma la vera battaglia per i brevetti di Bergius inizia dopo
l’armistizio del 1918. L’Ingegnere rovinato dall’inflazione, ha
accettato dei capitali britannici per costituire la “International
Bergin Company” con sede all’Aja. È un’impresa di Deterding.
Nel 1920, gli inglesi riescono ad infiltrarsi anche nell’Impresa
tedesca di Bergius, a Rheinau-Mannheim.

Poco tempo dopo, la I.G. Farben, il più potente trust chimico
del mondo, compra, non si sa come, i brevetti di Bergius. La
Farben produce, dall’idrogenazione del carbone miscelato
all’olio, una benzina sintetica, olio per macchine, e qualunque
altro tipo d’olio.

Con questo processo, il 100% del carbone secco diventa una
benzina equivalente a quella tratta dal petrolio.
Si ordiranno infiniti tranelli, per impedire il pieno realizzarsi di
questa invenzione, che minaccia di capovolgere l’economia
mondiale, dato che basta il 2% del carbone tedesco per coprire
il fabbisogno di carburante della Germania, e 1/5 della
produzione mondiale per inaugurare una politica pacifica dei
carburanti.

In un primo tempo, la Royal Durch ha preso un’opzione sui
brevetti Bergius, pagandoli 50 milioni di franchi, ed ha
interessato il gruppo francese del Comitè des Forges,
costituito da Schneider, Creusot, e anche l’Arbed-
Louxembourg e la Banca di Bruxelles, che dopo la guerra
possono contare sul carbone dell’Alsazia Lorena e della Sarre,
tolte alla Germania.

Allo scopo di frenare lo sviluppo del Sistema Bergius, per la
liquefazione del carbone, nel 1931 la Standard Oil ha dato alla
I.G. Farben due miliardi di dollari, per calmare i chimici
tedeschi,; ma non darà certo la possibilità alla Germania di
diventare una pericolosa concorrente.
Se la Germania comprasse esclusivamente olî minerali sintetici
auto prodotti, il che sarebbe possibilissimo, il bilancio dei
pagamenti delle riparazioni che il Reich deve alle potenze
straniere vincitrici, diminuirebbe di almeno 100 milioni di
dollari all’anno.

La Farben, negli stabilimenti “Leuna” a Merseburg
producendo ammoniaca e benzina sintetiche, dà un pericoloso
esempio, seguendo il quale i paesi poveri di petrolio naturale
potrebbero lanciarsi nella fabbricazione di quello sintetico.
I “padroni del mondo”, nel frattempo, giocano con i popoli, con
i governi, con gli eserciti, e con le marine come se si trattasse di
soldatini di piombo.

Alla fine del 1934, il petrolio accende un nuovo focolaio di
guerra in Estremo Oriente. Il conflitto ha inizio con una legge
giapponese del 27 marzo, che stabilisce un monopolio,
istituisce riserve di carburante per la difesa nazionale, e dà
incremento all’industria nazionale di raffinazione.

Nello stesso anno, anche il Manciukuo segue l’esempio di
Tokio, ed istituisce il controllo sulla produzione, l’acquisto e la
vendita del petrolio. La Manciuria è teoricamente indipendente
ma, di fatto, si trova sotto la tutela giapponese. Si innesca una
nuova battaglia fra i petrolieri: una lotta accanita fra ebrei di
Withechapel, diventati Lord, ex impiegati di Banca, emuli di
Napoleone, e droghieri americani diventati, davvero, un po’
troppo potenti.

Quando dopo il 1933 i Chimici tedeschi della Farben iniziano a
detronizzare il petrolio anglo-americano con la liquefazione del
carbone nazionalsocialista, e Adolf Hitler chiude i conti con la
speculazione finanziaria ebraica in Germania, la guerra privata
dei colossi petroliferi e bancari mondiali, non tarderà troppo a
farsi mondiale, e a configurarsi dapprima come una Guerra
dichiarata degli Ebrei di tutto il mondo contro la Germania
Nazionalsocialista, e poi come uno sterminio globale, che
costerà la vita a 60 milioni d’esseri umani.
Gli Ebrei affermeranno di avere avuto, in essa, la loro luttuosa
decima; come dubitarne?

Mauro Likar

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