domenica 7 settembre 2014

ANTONIO CARLI


Nato a Smirne (Turchia) il 18 Aprile 1933, non ancora a adolescente falsificò i documenti per partecipare all'epopea della Repubblica Sociale Italiana; milita a lungo nel MSI senza ricoprirne mai, tuttavia, cariche ufficiali, uscendo definitivamente, al tempo della guerra del Golfo, per intraprendere l'avventura di direttore della rivista antagonista "TabulaRasa", già "Eco della Versilia". 
Quest'ultima testata era stata fondata, infatti, negli anni '80 da Bebbe Niccolai, l'indimenticabile leader della sinistra interna del Movimento Sociale Italiano, di cui Antonio Carli è stato, senza dubbio, erede sia nel campo politico che in quello editoriale. 
Entrambi toscani; hanno attinto da questa straordinaria terra non solo il sottile umorismo e la sincera schiettezza, ma anche le linee essenziali di quel fascismorosso, rivoluzionario, a tratti anarchico, che ha caratterizzato con incredibile coerenza tutta la loro militate politica, facendone due delle intelligenze più vive e originali nel generale clima di subalternità e servilismo che ha caratterizzato oltre cinquant'anni di repubblica democratica.
Un eretico autentico, dunque, lungo quella linea di pensiero che partendo dalle prime forme di socialismo nazionale di un Pisacane e di un Garibaldi, passando attraverso il sindacalismo rivoluzionario e nazionale di Sorel e Corridori, si afferma dapprima nel fascismo sansepolcrista, di tendenze marcatamente repubblicane ed anticlericali, quindi trova il suo definitivo compimento nel crepuscolo eroico e rivoluzionario della Repubblica Sociale Italiana, segnato dal sacrificio di personaggi del calibro di un Nicola Bambocci, tra i fondatori del partito comunista d'Italia e pronto a morire accanto al duce del fascismo al grida di «Viva il socialismo!».

Carli apparteneva insomma a questa schiera di romantici sognatori che, pur avendo rappresentato sempre posizioni di minoranza, avevano capito più e prima degli altri che solo dall'incontro delle esigenze di giustizia sociale con i valori spirituali propri di ogni stirpe e di ogni tradizione, sarebbero potute venire le risposte a quella crisi di civiltà che attanaglia, senza capacità di reazione, il nostro mondo.

Da articoli di Stelvio Dal Piaz

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