Rutilio Sermonti
IL GRANDE SONNO
Nella gran ressa di medici, professionisti, dilettanti o
ciarlatani, che si affollano con lugubri mutrie, al capezzale dell'agonizzante
e pietoso residuo cui è ridotta l'umanità, a coronamento di tanti secoli di
"magnifiche sorti e progressive", coprendo la straziante cacofonia
dei rantoli della meschina col fitto chiacchiericcio delle loro diatribe, unica
vera ed unanime cura è quella di far tacere ( o silenziare, con espedienti vari
) le voci che, non da ieri, cercano di rivelare ai loro simili l'agghiacciante
verità, per cui tutte le perniciose follie che, con pugno fermo, li imbrancano
verso l'auto-genocidio, seguono una logica spietata e ineluttabile, cui è
tremendamente difficile opporsi.
La notorietà del fenomeno è così antica che si perde
nella nebbia dei millenni, e ne fa fede la presenza costante nelle più
disparate tradizioni di miti chiaramente analoghi alla "cacciata dal
paradiso terrestre". Cercando di attenerci a un linguaggio accessibile ai
ceti meno letterati, possiamo dire che si trattò del conflitto tra il senno e
la ragione. Tra molti, è oggi d'uso considerare i due sostantivi addirittura
come sinonimi, ma quella non è che la prima e più grossa e nefasta delle
sciocchezze. Il senno, infatti, è qualcosa di oggettivo, anzi, consiste proprio
nell'oggettività in sè. Esso non ha bisogno di assennati, per esistere, e tanto
meno di assennati umani. La ragione, invece, detta anche logica, o pensiero, o
libero arbitrio, è un attributo umano, eminentemente soggettivo (tot capita,
tot sententiae). Senza "ragionanti", non esiste. Un attributo
prezioso, d'accordo, tanto da riuscire a fare dell'Uomo - il meno specializzato
dei viventi - quello capace di fare più cose e di volgerle a proprio vantaggio,
ma anche assai pericoloso, se si pretende con esso di affrancarsi dal senno, a
cui -come ogni vivente- dobbiamo la nostra struttura, non solo fisica.
Uso legittimo della ragione fu, per ininterrotto seguirsi
di secoli, quello di "prolungare" i propri arti con semplici
"strumenti", assunti dal mondo esterno, alquanto più efficienti ed
elaborati di quelli grossolani di cui persino certi animali fanno uso. L'uso
blasfemo comparve allorchè qualcuno prese a fabbricare strumenti atti a
confezionare altri strumenti. La nascita della "tecnica": madre assai
prolifica. Essa partorì la specializzazione, e con essa l'economia di scambio
(commercio). Ma la nuova categoria degli specializzati in commercio dovette a
sua volta provvedersi dei propri strumenti. Il mercante non produce. Egli
fornisce al pubblico, però, il prezioso servizio di rendergli disponibile la
merce che gli occorre senza dover errare all'infinito in cerca di uno
specialista che la produca, e che, nel contempo, sia disposto a barattarla con
quella oggetto della specialità del ricercante. La prima cosa che al mercante
necessita è quindi un mezzo di scambio polivalente: scambiabile cioè
indifferentemente con qualsiasi merce. E
il mercante inventò il denaro, inguaiando, senza malizia, l'umanità intera.
Occorre qui interporre una piccola osservazione. Anche
all'origine, quando il denaro dei professionisti del commercio consisteva in un
pezzetto di metallo prezioso, capace di concentrare molto valore in peso e
ingombro modesto e scarsa deperibilità, e attestante il proprio peso e qualità
con un sigillo impressovi dall''Autorità politico-religiosa, si trattava pur sempre
di una "preziosità" convenzionale. L'oro e l'argento, infatti non
hanno in sè la propria preziosità, fondata sulla loro importanza per
l'esistenza umana, per la quale ben più "preziosa" è una farina di
cereali o il legname per il fuoco. Era, ed è tuttora, una preziosità puramente
ornamentale e voluttuaria, e quindi conferitale dall'uomo stesso, che, dotando
di preziosità quelle sostanze, non si accorgeva di divenirne schiavo, proprio
in quanto non necessarie !
Chiusa la parentesi, è inutile che ci mettiamo qui a
percorrere l'ultra-nota storia dell'evoluzione dell'acutamente definito
"sterco del Diavolo". Fu tutta una serie di geniali trovate, con
sacrosante giustificazioni. Contro gli assalti di briganti e pirati, fu quella
di custodire le monete preziose in edifici inespugnabili e ben presidiati.
usando in loro luogo "fedi di deposito" di carta difficilmente
imitabile, sempre "pagabili a vista al portatore" dalle banche
depositarie. Finchè l'evidente maggior comodità della carta-moneta rese
altamente improbabile che tutti i portatori di essa si precipitassero
contemporaneamente agli sportelli, muniti di carriole da riempire di monete (o
lingotti). Per farne che ?
Le
banche poterono così emettere fedi di deposito anche di depositi inesistenti (e
prestarle ad interessi ), purchè la copertura fosse "congrua"
(concetto quanto mai vago ed opinabile). L'intera faccenda cominciava a puzzare
un bel pò, ma la puzza si sente col naso, organo che, come sappiamo, a
qualsiasi puzza si abitua.
Se un qualsiasi nostro simile del Trecento, uscendo di
casa, avesse trovato l'aria che respiriamo oggi in istrada, sarebbe retrocesso
atterrito, tossendo, sputando e sacramentando. Oggi, tutti corrono soltanto a
mettere in moto, per contribuire alla puzza.
Con
un procedimento non dissimile, l'ebete fiducia dei depositanti giunse a
conferire, grado a grado, a truffatori professionisti, detti
"finanzieri", anche rivali tra loro ma legati da una ferrea omertà,
l'incredibile potere di creare a loro libito denaro dal nulla e, con esso,
comprarsi il mondo, uomini compresi, ovvero "prestarlo", per il
valore da loro stessi attribuitogli, gravato di esosi interessi, a chiunque
desiderasse mantenere un'attività produttiva, o, semplicemente, tirare a
campare.
Potrebbe apparire incredibile che la diluviale
prolificità del libero pensiero umano, dai giorni in cui festeggiò la propria
liberazione dai pregiudizi, non sia riuscita a partorire che un'aberrazione del
genere. Tanto più che non mancarono uomini insigni e nazioni intere che non
caddero nel trabocchetto, e milioni e milioni di giovani che seppero affrontare
cantando la morte, pur di sbarrare la strada alla turpe sopraffazione. Ma tutto
ciò risultò -almeno sinora- inutile, come inascoltate restano le chiare e
lucide denunzie che, ancora nel tempo della bestia trionfante, furono
pronunziate da un poeta come Pound e da uno scienziato come l'indimenticabile
nostro Auriti.
Eppure, anche il ritmo addirittura esponenziale ormai
caratteristico della folle corsa della specie umana verso l'auto-genocidio,
quasi cupida di trascinare con sè tutto il resto di ciò che è vita, sembra
scritto nel libro del destino. Perchè la degenerazione qualitativa dell'uomo,
maggiore e più dolorosa conseguenza delle nuove abitudini mentali, grazie
proprio al c.d. "progresso tecnico", interamente asservito e
finalizzato al denaro, ha potuto diventare programmatica. La narcosi
artificiale -potremmo dire scientifica- ha potuto così realizzare l'opera già
da secoli in atto col riscatto delle ragione dal senno, di cui si diceva in
principio: il Grande Sonno.
Oggi, giunti come siamo al termine parossistico del
"trattamento", la coscienza delle masse "civilizzate" è del
tutto a livello onirico. Esse non vivono più sulla Terra, ma su una ipotesi
bislacca che con la realtà non ha nulla a che fare. Se si muovono, lo fanno da
sonnambuli, e, se si sgrugnano contro qualche ostacolo, anzichè decidersi ad
aprire gli occhi, continuano a barcollare ad occhi chiusi in cerca di un
ipotetico responsabile, con esclusione di se stessi. E già questo, solo i più
perspicaci, perchè alla generalità vengono sussurrate (anzi, gridate, tanto non
la svegliano neanche le cannonate) ipotesi soporifere già precotte e
pre-digerite, che permettano ai pochi e criminali manipolatori del
denaro-fantasma di dormire sonni tranquilli.
Ma è credibile -si chiede qualcuno- che costoro abbiano
accuratamente messo in piedi una così colossale e perfezionata baracca
sonnifera e mortifera per distillata malvagità, al pravo scopo di distruggere
il mondo ? E' ipotizzabile che, astuti come sono, non si rendano conto che
l'annullamento di ogni aspetto di superiorità degli uomini sugli altri viventi,
finisca col coinvolgere anche loro e i loro figli ?
E' troppo evidente -e non può non esserlo anche per loro-
che la mancanza assoluta di scrupoli; la capacità di programmare e compiere a
ciglio asciutto le più crudeli stragi e i più infami tradimenti, con cui hanno
edificato il loro impero, non può mancare di produrre i suoi effetti anche
all'interno della loro casta, soprattutto allorchè, come sta accadendo, incombe
la resa dei conti. E' troppo palmare, inoltre, che di Terra ne abbiamo una
sola, e quindi, resa quella inabitabile per i loro schiavi, lo sarà anche per
loro e per i loro viziatissimi rampolli.
D'accordo: non è credibile. Eppure, sta avvenendo.
E' che essi sono le prime vittime della prevaricazione
della ragione sul senno. Essi sono clinicamente pazzi: affetti da una forma di
paranoia. Il loro culto dei trilioni di scorregge monetarie vieta loro di
realizzare come esse non servano a niente, presto neppure per pagare un
bicchiere d'acqua potabile.
Solo la nozione di ciò può darci contezza della realtà.
Che è la realtà di miliardi di dormienti, maneggiati e beffati da un pugno di
mentecatti, operanti impuniti dietro l'usbergo di quinte di cartone.
Come
la mettiamo, "homo sapiens" ?
Accetti
che sia quella la fine scritta nel tuo destino ?
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