UNA PROPOSTA PER
IL XXI SECOLO PER L'ITALIA E PER LA NUOVA EUROPA:
PARTECIPAZIONE
INTEGRALE DEL POPOLO AL POTERE IN UNO STATO
ORGANICO
PREMESSA
1: Quanto allegato è di solo ed esclusivo interesse di coloro che si
riconoscono nei principi mussoliniani. Di conseguenza chi non condivide quanto
in premessa, consiglio di non aprire il file. Potrebbe non capire.
PREMESSA
2: Data la mia scarsa stima nel popolo, nel ricordo di Piazzale Loreto del 28
aprile 1945, quel che faccio, scrivo e propongo è mirato esclusivamente alla
riabilitazione storica di Benito Mussolini. A questo scopo, ripetutamente, ho
chiesto che si apra un "processo mediatico" purché garantito (almeno
una volta) dalla massima serietà.
Tutto
ciò premesso, passo alla proposta.
In
occasione del sessantesimo anniversario della presentazione del "Manifesto
di Verona" fu organizzata a Roma il 30 novembre 2003, in una sala
superaffollata (segno evidente che la "cosa" interessava), la
presentazione del "MANIFESTO DEL XXI SECOLO". Realizzatori sono
stati: Rutilio Sermonti, Alberto Spera, Giacinto Auriti, Manlio Sargenti (anche
se da lontano in quanto infermo per malattia), Stelvio Dal Piaz e il
sottoscritto. La presentazione fu patrocinata dal Movimento Nazional Popolare.
Il
motivo di questa mia iniziativa è quello di spingere la base dei piccoli
movimenti, che si richiamano ai principi mussoliniani, per giungere finalmente
ad una unione. So bene che la base di questi partitini ambisce a quanto
proposto, ma gli "ometti" che si trovano alla loro testa, con vari
artifizi ostacolano questa necessità. Allora io dico: "cacciateli
via!". Non bruciamo altro tempo.
Il
"Manifesto del XXI Secolo" che trovate in allegato può essere il
"Polo catalizzatore". In altre parole, se vi riconoscete in esso,
quale motivo non ci permette di marciare insieme?
Io
ho fatto il mio lavoro, ora, "signori" delle "basi", fate
il vostro. Con energia.
Filippo
Giannini
Visita
il sito http://www.filippogiannini.it
COMITATO
STORICO SCIENTIFICO «EUROPA DEL TERZO
MILLENNIO"
NEL RICORDO DEL
MANIFESTO DI VERONA UNA PROPOSTA PER IL XXI
SECOLO PER L'ITALIA E PER LA NUOVA EUROPA:
PARTECIPAZIONE
INTEGRALE DEL POPOLO AL POTERE IN UNO STATO
ORGANICO
PREMESSA
Sono passati sessanta anni da quando il 14 novembre 1943, in
Castelvecchio a Verona, si celebrò il congresso del Partito Fascista
Repubblicano, con il proposito di fissare in un "Manifesto" le linee
essenziali del nuovo Stato Repubblicano. Come la Carta del Lavoro, nata il 21
aprile del 1927, sarebbe divenuta legge dello Stato quindici anni dopo con la
promulgazione dei Codici Civili, così il Manifesto lanciato a Castelvecchio, aldilà di alcuni contenuti legati alla
situazione del momento, doveva essere un abbozzo dei criteri sui quali
costruire la futura Costituzione nazionale.
Un preambolo lo definiva il punto 18, ma era di grande rilievo perché confermava il ripudio dello Stato agnostico, proprio
delle democrazie parlamentari derivate dai principi del 1789.
Erano trascorsi poco più di due mesi dalla resa che aveva
affondato l'Italia nello smarrimento mettendola alla completa mercé dei suoi
nemici, ed i convenuti di Verona erano ancora con il cuore in tumulto e ansiosi
di cancellare l'onta subita. Nobili e legittimi
sentimenti davvero poco adatti alla pacata riflessione necessaria per concepire
e studiare certi istituti. Ed infatti lo stesso Mussolini confidò a Bruno
Spampanato: "A Verona non abbiamo visto dei costituenti, ma dei
combattenti. Ma forse è meglio".
Alla fine, nel fervore del momento e nell'ansia dell'azione fu
approvata per acclamazione l'ipotesi di lavoro predisposta, e fu un vero
miracolo di consapevolezza e di concentrazione, tanto che, se da un canto può
uscirne diminuito il valore sotto l'aspetto giuridico-tecnico, dall'altro ne è
aumentato quello ideale e morale, perché, pur davanti alla materiale sconfitta
incombente per la preponderanza avversaria quegli uomini vollero gridare al
mondo le proprie idee perché a loro sopravvivessero. Fu una vampata di purissima fede per la quale ciascuno dei presenti non
avrebbe esitato a bruciare la propria vita, ma nel contempo fu la
conferma che l'idea che aveva trasfigurato l'Italia e accesa la speranza in
Europa, aveva contenuti inequivocabili e profonde radici nell'animo di quanti
in essa credevano.
Nel
rievocare dopo sei decenni quel giorno memorabile, non dimenticando che
l’azione politica deve essere l’applicazione di una salda concezione dell’Uomo,
della vita e dello Stato, ma deve procedere e svilupparsi per operare nella
mutevole e complessa realtà come tutto ciò che è vivo, ci chiediamo se quegli
assunti possano riproporsi oggi, e negli stessi termini. La risposta è che il
Manifesto di Verona contiene proposizioni tutt’ora valide e pertanto, opportunamente
modificato per renderlo idoneo al mutare dei tempi, da esso possono trarsi
buone basi per correggere l’attuale deriva negativa della situazione politica
ed avviare la costruzione di un nuovo Stato, guidato realmente dal popolo e non
dai grandi commessi, o commissari come in Europa li chiamano, o Ministri in
Italia, in ogni caso tutti più attenti all’economia che non alla politica, alla
quale quest’ultima, quella vera, asserviscono, in aderenza la volere della
plutocrazia internazionale, della quale costoro sono servitori più o meno
coscienti.
Ed allora raccogliendo il testimone da coloro che ci
hanno preceduto a Verona, e nel solco delle idee da loro
espresse, noi vogliamo lanciare un nuovo "Manifesto"
con
il quale proporre tale Stato, condizione unica per riprendere quel cammino di civiltà del quale l'Italia in passato è stata
maestra, da sola o insieme ad altre Nazioni dell'antica Europa. Uno Stato, che
possiamo definire ad integrale partecipazione del popolo al potere, e che
nell'ambito di un corretto vivere sociale consente ad ognuno di esercitare la propria libertà, e la
possibilità reale di partecipare al potere, scevro da falsità, da ipocrisie, e da predomini dell'uomo
sull'uomo. Così correggendo i danni prodotti da idee ormai
ampiamente dimostratesi errate per non aver costruito la democrazia che si ripromettevano, quanto delle
oligarchie e delle peggiori, perché formate
da potentati economici attenti più al profitto che non ai destini dell'umanità.
L'errore degli Stati moderni infatti, è stato determinato dall'essersi basati
sul noto trinomio: "LIBERTÀ', UGUAGLIANZA, FRATERNITÀ" dal 1789. Però
l'uguaglianza non esiste in natura, ed affermarla a base della organizzazione
sociale è cosa estremamente deleteria, come nel volgere dei tempi ben si
è dimostrato e tuttora dimostra, con la
conseguenza che la libertà è solo nelle dichiarazioni, mentre al popolo ne resta molto poca, e la fraternità è di
fatto sparita. Occorre invece e per quanto possibile, organizzare uno Stato nel quale nessuno possa
artificiosamente impedire ad altri di tentare di concretizzare l'essenza
del proprio vivere, della quale la propria quotidianità
è l'armonica realizzazione, secondo le proprie capacità e volontà, quest'ultima effettivamente realizzata e non solo
enunciata:
Riteniamo che per cambiare le cose, si debba
considerare che, in quanto parte di un gruppo, l'interesse particolare di
ciascun individuo, spirituale o materiale che sia, può trovare migliore e più
continua soddisfazione se tanto avviene nel contempo per l'intero gruppo.
Gruppo che diviene popolo quando di tanto prende coscienza, e Nazione quando si accorge dei legami di continuità esistenti fra il vivere di
ognuno e quello comune del gruppo stesso, nella consapevolezza delle medesime
radici e dell'essere "comunità di destino". Ciò vuol dire che quel
che conta per garantire la libertà, non è l'uguaglianza, ma
la socialità, altro grande valore indispensabile per la realizzazione della libertà
stessa. Il suddetto trinomio allora si riassume in un unica parola: SOCIALITÀ,
che con esclusione dell'uguaglianza gli altri due comprende, e nella
considerazione della quale solo può parlarsi di effettiva sovranità del popolo,
visto nelle sue diversità come nel suo
insieme, richiedendo però ad ognuno il contemporaneo adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà, cosicché dal gioco armonico delle diversità sia fatta sempre più vigorosa e più ricca la vita
comune.
Ecco il Corporativismo, e con esso la Socializzazione,
che soccorrono alla realizzazione di uno Stato nel quale non hanno voce
dottrine teoriche e spesso utopistiche, ma realtà
effettive, relative ad ogni attività umana intellettuale o materiale, ciascuna rappresentata in
una comune assemblea istituzionale e raggruppata in una propria categoria. Idee rivoluzionarie che riconducono al
senso di comunità, nella comprensione che nessun singolo individuo può
sperare di realizzare le proprie scelte senza immergerle
in quelle di quanti altri lo circondano.
Uno solo è il modo per combattere e vincere
il capitalismo che subordina l'Uomo alle cose e travalica il campo economico
trasformandosi in plutocrazia: eliminare ogni
forma di parassitismo sociale e porre come finalità comune le priorità poste
dalla realizzazione della libertà e dello sviluppo della Nazione, dando vita ad
uno Stato che noi chiamiamo ORGANICO. Uno Stato del quale ricevere la cittadinanza, possa dal forestiero
essere considerato altissimo onore, come era un tempo il vivere con la legge
romana. Sarà naturalmente
necessario accantonare l'attuale Costituzione, e pur tenendo conto della nostra allergia per tali documenti ridondanti di
belle parole poi inascoltate nei fatti
e causa di eccessive e talvolta pruriginose staticità idonee per chi detiene il potere ma non per il popolo, sostituirla con un
testo che contenga i principi fondamentali, le forme istituzionali ed il loro
funzionamento.
Se i "18 punti" del "MANIFESTO DI VERONA"
non pretendevano di essere più che un
significativo "preambolo", lo schema del "MANIFESTO PER IL
XXI SECOLO" da noi proposto e che di seguito
riportiamo, non vuol essere che un aggiornamento
di quel preambolo, lasciandone immutato lo spirito, proseguendone gli intenti
e precisando che non si tratterà mai di pesanti macigni, ma di linee sempre
modificabili, allorché sarà dato di tradurlo in diritto positivo o in
qualunque momento in caso di successive
necessità
Aggiungiamo altresì a scanso di equivoci da
parte di chiunque, che intendiamo raggiungere il nostro scopo all'interno e
nel rispetto delle leggi vigenti.
Un passo dopo l'altro, per l'Italia e l'Europa di
domani.
PROPOSTE IDEALI
PUNTO 1
La Nazione, formata da un gruppo di
individui che nel corso delle generazioni sono legati dal
comune fluire del proprio vivere, è un organismo avente vita, fini, mezzi di azione superiori per potenza e durata a quelli degli individui che
nei tempi la compongono. E' una unità morale, politica ed
economica che si realizza integralmente nello Stato.
PUNTO 2
Siamo convinti che per una tale realizzazione
occorre organizzare lo Stato sulla base dell'idea
corporativa, attraverso la realizzazione della socializzazione, intesa in tutti i suoi significati e sviluppi, spirituali e materiali, politici
ed economici. Dove corporativismo vuol dire individuare
le diverse attività e dare ad ognuna voce istituzionale, e
socializzazione metterle insieme, affinchè possano trovare il necessario accordo, anche al loro interno fra le diverse posizioni che possono
verificarsi, in nome della comune appartenenza alla Nazione.
PUNTO 3
II lavoro, dovere sociale comunque attuato,
da un singolo o da un insieme, in tutte le sue forme intellettuali, tecniche,
manuali, organizzative, esecutive, imprenditoriali od
operative, compreso quello delle casalinghe, a questo titolo, e solo a questo
titolo, sarà tutelato dallo Stato. Una volta socializzata,
l'attività produttiva sarà in grado di autotutelarsi.
PUNTO 4
Nella intenzione di proseguire il percorso
di civiltà secondo le eredità culturali, umanistiche e
religiose proprie del nostro popolo, e nel desiderio di rendere sempre più
trasparente la vita pubblica, lo Stato sarà aperto alla cultura, al sapere,
all'operare a favore della solidarietà e della giustizia.
PUNTO 5
L'unità, l'indipendenza, l'integrità
territoriale della Nazione saranno difese, tenendo conto di quanto potrà
essere necessario per la prevista realizzazione dell'Unione Europea. Europa che vorremmo vedere unita con un sistema federale al
fine di rispettare e soprattutto mantenere vitali le
diversità dei popoli che la compongono e ne costituiscono la
ricchezza, ed organizzata sugli stessi principi da noi qui proposti per respingere l'attuale invadenza del potere plutocratico.
PUNTO 6
Sarà garantito un livello quanto più elevato possibile della
salute dei cittadini, con particolare attenzione a che prevenzione e cura
avvengano in modi e tempi idonei, secondo le necessità di ognuno e possibili
per tutti, ed attenzione verso quanti si trovino in difficoltà per problemi
legati alla loro situazione fisica.
PUNTO 7
L'educazione delle giovani generazioni è
funzione primaria dello Stato ed è esercitata dai genitori e
dalla scuola. La scuola, considerata struttura portante della società, dovrà favorire negli ordinamenti un disegno che stimoli la
partecipazione attiva delle giovani generazioni alla didattica
e fornisca loro una formazione anche in prospettiva europea.
Mentre, per la grande importanza del compito che rivestono, gli insegnanti saranno scelti tra persone altamente qualificate, e
considerati fra i più alti gradi degli impiegati dello Stato.
PUNTO 8
Verranno promossi, anche attraverso sostegni
economici e collegamenti con le sedi scolastiche e le
organizzazioni di categoria, lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica e tecnologica, nonché la tutela del paesaggio, dell'ambiente, e
del patrimonio storico ed artistico, come pure la difesa
della lingua da ingerenze di origine straniera. Grande
sostegno sarà dato alle attività sportive e all'educazione fisica attraverso apposite istituzioni, affinchè soprattutto la gioventù cresca forte e
sana..
PUNTO 9
Lo Stato, attraverso un apposito Ente
Nazionale, garantirà una decorosa abitazione alle famiglie che non abbiano
capitale proprio per provvedervi, con la costruzione di nuove abitazioni da assegnare a graduale riscatto, valendo il principio
che l'affitto, una volta rimborsato il capitale e pagatene
il giusto frutto, costituisce titolo di acquisto.
PUNTO 10
Nell'economia nazionale tutto ciò che per
dimensioni o funzioni esce dall'interesse del singolo per
entrare nell'interesse collettivo, sarà regolato, ed in carenza gestito, dallo Stato. In particolare i pubblici servizi saranno sempre
gestiti dallo Stato a mezzo di Enti parastatali
PUNTO 11
La proprietà privata, frutto del lavoro e
del risparmio individuale ed integrazione della personalità
umana è garantita dallo Stato. Essa non deve però diventare disinte-gratrice
della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento
del loro lavoro.
PUNTO 12
II popolo crea la ricchezza col proprio
lavoro. La moneta nasce dunque di proprietà dei cittadini.
Essa è di proprietà del portatore e la sovranità su di essa appartiene al popolo.
PUNTO 13
In applicazione dei principi della
socializzazione, in ogni azienda (privata, parastatale,
statale) le rappresentanze dei lavoratori (dirigenti, impiegati, operai)
parteciperanno alla gestione della medesima attraverso la presenza di propri
rappresentanti negli organi di gestione e di controllo, ed
all'equa ripartizione degli utili, secondo quanto stabilito da
apposite leggi. Le aziende socializzate spontaneamente rivedranno i loro statuti per adeguarli alle dette leggi.
PUNT0 14
Qualora venga a mancare l'iniziativa del
proprietario di una azienda agricola, questa verrà affidata
d'autorità a coltivatori diretti riuniti in aziende a compartecipazione
collettiva, di ampiezze relative alle esigenze dell'economia agricola e delle
varie situazioni locali, ferma restando l'equa partecipazione del proprietario
alla divisione dei frutti ottenuti.
PROPOSTE ISTITUZIONALI
PRIMA
I cittadini dello Stato al compimento del
diciottesimo anno di età, potranno godere di tutti i diritti
civili e politici. La cittadinanza potrà essere estesa a chi si sia distinto
per particolari meriti. I cittadini condannati con regolare sentenza penale
passata in giudicato per motivi gravi, potranno essere
soggetti alla privazione dei diritti politici.
SECONDA
II Parlamento sarà composto da una sola Camera, dove si
raccoglieranno i rappresentanti delle singole categorie eletti dai soli
componenti delle stesse fra candidati, in tal modo ben noti agli elettori per
vicinanza e similarità del proprio operare. I partiti, considerati associazioni
politiche, avranno una loro rappresentativa quale particolare categoria della
Camera delle Corporazioni, nelle quantità e nei modi che verranno stabili da
una apposita legge..
TERZA
II Presidente della Repubblica sarà eletto direttamente
dal popolo ogni cinque anni,
e nominerà i
Ministri, suoi collaboratori esperti nei vari settori. Non sono eleggibili,
né nominabili, i
componenti della Camera.
QUARTA
Nelle Regioni, Province, Comuni, e nei
Consigli di Circoscrizione, dove ne sia
opportuna l'esistenza, i Presidenti saranno eletti direttamente dal popolo ogni cinque
anni, unitamente ai rispettivi Consigli, costituiti a base corporativa.
opportuna l'esistenza, i Presidenti saranno eletti direttamente dal popolo ogni cinque
anni, unitamente ai rispettivi Consigli, costituiti a base corporativa.
QUINTA
La elezione dei rappresentanti delle
Corporazioni nelle diverse assemblee, inizie-
ranno dai Comuni, o dai Consigli Circoscrizionali se esistenti. In successione gli elet-
ti dalle singole categorie appartenenti al medesimo Comune, Provincia o Regione
provvederanno a designare i propri rappresentanti nella assemblea di grado superiore, sino a quella nazionale.
ranno dai Comuni, o dai Consigli Circoscrizionali se esistenti. In successione gli elet-
ti dalle singole categorie appartenenti al medesimo Comune, Provincia o Regione
provvederanno a designare i propri rappresentanti nella assemblea di grado superiore, sino a quella nazionale.
SESTA
Nessuno, per nessuna ragione, potrà
contemporaneamente partecipare a più d'una assemblea di qualunque livello,
compresi i livelli europei. Chiunque, per qualunque motivo, dovesse trovarsi in tale condizione, dovrà immediatamente
optare per un solo incarico.
SETTIMA
Nell'esercizio delle sue funzioni la
Magistratura, pur nel rispetto dell'adempimento delle
leggi, agirà in piena indipendenza, dandosi propri organi di governo senza alcuna presenza di rappresentanti estranei, con l'eccezione nella
sua massima espressione, denominata Consiglio Superiore
della Magistratura, del Capo dello Stato che ne sarà il
presidente, e del Ministro della Giustizia o di loro delegati, per assicurare il necessario collegamento con gli altri organi dello Stato.
OTTAVA
Nell'ambito della Magistratura, verranno istituiti particolari tribunali
con competenza sul diritto di famiglia e sul lavoro, non escludendone altri
qualora se ne dimostri l'opportunità.
NONA
L'azione penale è obbligatoria alla notizia
di reato, salve le norme sulla procedibilità. Le procedure civili e penali
devono essere finalizzate alla massima realizzazione della giustizia
sostanziale piuttosto che formale, ed allo snellimento dei giudizi senza pregiudicarne l'accuratezza.
DECIMA
La legge garantirà la sicurezza dei
cittadini, e a loro tutela stabilirà il potere d'indagine. Nessun cittadino, anche arrestato in flagrante o fermato per
misure preventive, potrà essere trattenuto oltre i sette
giorni senza ordine dell'autorità giudiziaria.
UNDICESIMA
1 cittadini avranno diritto di
controllo e di responsabile critica sugli atti di persone ed organi
specificatamente incaricati di funzioni pubbliche. Il Governo avrà
l'obbligo di pubblicare annualmente il bilancio
dello Stato in modo idoneo perché tutti possano prenderne atto
con facilità.
DODICESIMA
L’organizzazione sindacale sarà
unitaria, e
assumerà più alti compiti istituzionali quali la gestione della Cassa Nazionale
di Compensazione degli utili, delle Assicurazioni Sociali, del contributo alla
programmazione economica, e provvederà all’attuazione di corsi di
specializzazione professionale, nonché di tutte le attività ricreative,
sportive e dopolavoristiche. Ai sindacati non potranno essere imposti altri
obblighi, se non la loro registrazione presso uffici centrali, ed il sancire
ordinamenti interni che garantiscano la effettiva partecipazione degli aderenti
alla vita del sindacato. Il tutto a condizione che nell’operare agiscano
tenendo sempre presenti gli interessi nazionali.
TREDICESIMA
Qualora si dimostri necessario, quanto riportato nel testo che
sostituirà l’attuale Costituzione, potrà essere modificato con apposita
votazione a maggioranza qualificata, da parte della Camera delle Corporazioni.
Roma, 30 novembre 2003
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