giovedì 12 luglio 2012

Ecologia nazionalsocialista Walther Darrè


Il binomio sangue e suolo, Blut und Boden, che radica il popolo al proprio territorio in una dimensione spaziale, temporale e genealogica, richiedeva da parte della politica nazionalsocialista un approccio al tema della terra innovativo e assolutamente invertito rispetto alla visione liberale-marxista della terra come mezzo di produzione.
L’ecologismo dei partiti verdi di oggi che si è assolutizzato in meri slogan e azioni di cieca protesta poggia le sue basi sulla concezione della difesa dell’ambiente promossa dalla Germania degli anni nazionalsocialisti.
Ecocompatibilità del lavoro con il territorio, salvaguardia e rispetto degli animali, controllo dell’urbanizzazione, riequilibrio dei dissesti ecologici causati dall’abuso delle risorse, limitazione della tecnologia nel lavoro della terra, considerazione degli impatti ambientali sono tutti obiettivi che troviamo nella politica agricola e ambientale varata dal ministro del Reich per l’Alimentazione e l’Agricoltura Walther Richard Darrè.


Prima del Nazionalsocialismo si erano formati dei gruppi di giovani come i Wandervoegel (uccelli migratori) o la lega degli Artamani (uomini agricoli),  che ambivano ad un ritorno alle origini della società, alla vita rurale degli antenati, vissuta di sano lavoro dei campi in piena armonia con la natura. Questo stile di vita collettivo, nazionalista e gerarchico doveva generare  un ricongiungimento fra l’uomo e il suolo, in una dimensione di popolo autosufficiente e pronto ad espandersi nei territori tradizionalmente considerati tedeschi ad anticipare quello che sarà per Adolfo la necessità di uno spazio vitale, Lebensraum, uno degli ideali che diede il La alla seconda guerra mondiale.


Walther Darrè aveva fatto parte della Lega degli Artamani (e con lui anche il futuro Reichsführer delle SS Himmler) e nel 1929 era uscito il suo libro “La nuova nobiltà di sangue e di suolo” in cui il contadino incarna la forza più sana del Volk e la più nobile in quanto custode della terra (cui Himmler opporrà il ruolo dell’elite guerriera delle SS come colonna vertebrale della società).
Per Darrè la proprietà della terra diventa sacra e inalienabile: nel 1933 infatti emanava la legge   sull’eredità dei poderi che non potevano essere venduti, ma dovevano passare in eredità ad un figlio il quale avrebbe dovuto continuare a mantenere tutta la famiglia.
Inoltre si stabilì l’espropriazione e la ridistribuzione di alcuni latifondi a mezzadri che avrebbero potuto poi riscattarli.
Il ruralismo di Darrè doveva rimanere indipendente dall’economia, ma fondare l’economia, amalgamare la nazione e caratterizzare lo stato contro le tendenze accentratrici e prevaricanti dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione (e fu questa spinta industriale e urbana poi a prevalere e a volere la guerra).
Darrè istituì l’Anno del servizio Agricolo Obbligatorio, Landjahr, che era uno servizio obbligatorio cui dovevano partecipare ragazzi e ragazze scelti dal Reich per doti di resistenza fisica e di valore. A questa istituzione fino al 1940 parteciparono più di 200.000 giovani: in questa specie di colonie i giovani, divisi in gruppi, la mattina seguivano corsi di educazione fisica e spirituale e gareggiavano in agoni culturali e il pomeriggio si dedicavano alle attività agricole. Inoltre a loro era affidata la gestione e l’organizzazione di feste folkloristiche di paese nei villaggi vicini.
Darrè era fortemente contrario alla sfrenata tecnologizzazione dell’agricoltura che avrebbe decretato lo svilimento della figura del contadino e danni sensibili alla terra:
Se l'uomo realizzasse tutto quello che gli permettono le possibilità della sua tecnologia, arriverebbe allora a comprendere che la vita su questa Terra sfigurata, vita resa troppo automatica e troppo impersonale, non varrebbe più la pena di essere vissuta.
Vedrebbe che, sfruttando tutto quello che la Terra può dare, noi la distruggeremmo e questo cataclisma ci distruggerebbe a nostra volta.
Che ciascuno di noi vegli, nei limiti delle proprie forze, affinché il cambiamento di rotta intervenga prima che sia irrimediabilmente troppo tardi”
.

SS-Obergruppenfuhrer Richard Darre, dal 1933-1942 Ministro del Reich
e dell’Alimentazione e Agricoltura


Fra le sue emanazioni ci fu la legge del 1934 per il rimboschimento di molte aree che erano lasciate brulle; stabiliva il divieto di disboscamento per creare aree agricole e i rapporti da mantenere fra specie di piante. A questa seguì una legge del 1935 sulla “protezione della natura” che diede la possibilità alle autorità di frenare i danni derivati dagli effetti distruttivi dello sviluppo economico nelle campagne, stabilì dei vincoli paesaggistici e la fondazioni di enti parco, e impose severe norme nell’ambito dell’edificabilità di strutture e infrastrutture a fronte del loro impatto ambientale. Inoltre Darrè fu autore di studi sui dissesti idrogeologici, sulla pericolosità di fertilizzanti chimici e sulla conservazione della biomassa a fini agricoli.
Questo pazzo criminale di guerra fu imputato come gli altri a Norimberga, carcerato per 5 anni, e morì poco dopo la sua scarcerazione nel 1953.
Alla politica rurale e tradizionale di Darrè in materia di agricoltura compatibile e sostenibile si affiancano le leggi sulla difesa degli animali e contro la caccia.
La legge sulla “protezione degli animali” prevedeva pene severe contro chi provocava deliberatamente sofferenze agli animali, lo sfruttamento incontrollato delle bestie da lavoro e infine si proibiva la vivisezione e la possibilità di fare esperimenti era strettamente vincolata a scopi di carattere medico, e solo in casi di estrema necessità.
La legge “contro la caccia” invece poneva fine alle modalità secolari di cacciare a cavallo e con la muta di cani, cosa che infastidì una certa aristocrazia; si poteva cacciare solo dietro licenza ottenuta dopo un corso di 100 ore di lezione e un esame di tre ore.
Pagina iniziale

Tratto da:
http://olo-dogma.myblog.it/archive/2009/10/20/ecologia-nazionalsocialista-walther-darre.html



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CARDINI DEL PENSIERO EUROPEO, WALTHER DARRE'.....

In tempi di TTIP non guasta ricordare....

Ricardo Walther Darrè nacque in Argentina da genitori tedeschi e visse in quella terra fino 1905, anno in cui si trasferì in Germania per proseguire gli studi, mantenendo comunque la doppia cittadinanza fino al 1933, periodo in cui divenne Ministro dell’Agricoltura del neo-eletto NSDAP (Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi). La sua linea politica era imperniata attorno alla dottrina di Blut und Boden (Sangue e Suolo), espressa nella sua opera del 1929, Neuadel aus Blut und Boden (La Nuova Nobiltà di Sangue e Suolo), in cui egli esalta la figura del contadino come l’incarnazione del Volk ed il protettore della terra e della Natura. Scrive Darrè: «L’attività del contadino non è soltanto un problema di produzione, ma lo strumento per poter conservare lo spirito della stirpe tedesca. Già i nostri avi veneravano la Natura come un essere vivente».
In quest’ottica la proprietà terriera diviene un diritto inalienabile, carico di una dimensione sacrale: a tal proposito nel 1933 emanerà una legge sull’ereditarietà dei poderi, che non potevano essere venduti ma dovevano passare in eredità al figlio per continuare la tradizione agricola, insita nello spirito tedesco. Il ritorno alla Terra rappresentava una sfida nei confronti dell’industrializzazione, vista da Darrè come podromica dell’atomizzazione della società. A tal proposito si scrisse: «Ostile il Darrè come lo Spengler alle prospettive della snaturata agricoltura industrializzata, propone (Darrè) forme protette di ricostruzione di un’unità economica e familiare delineate con l’ausilio di due suggestivi strumenti della scienza antropologica: la teoria dell’ambiente (suolo) e dell’ereditarietà (sangue), raccogliendo, infatti, le istanze fondamentali dei movimenti tipo “Wandervoegel”». I Wandervoegel (dal tedesco, “uccelli migratori”) furono un movimento giovanile e studentesco nato agli albori del ‘900 sull’onda di un romanticismo rinnovato dagli scritti di Knut Hamsun. Il loro ethos, paragonabile a quello di Henry David Thoreau in Walden, era quello di liberarsi dalle restrizioni imposte dalla società borghese in favore di un ritorno alla comunità e di una concezione panistica del ruolo dell’uomo nella Natura. Infatti nel passaggio veicolato dalle Rivoluzioni Industriali, da Gemeinschaft (comunità) a Gesellschaft (società), per usare il lessico di Ferdinand Tönnies, i legami di sangue e suolo sono venuti sempre meno, dando il via ad un processo di atomizzazione del tessuto sociale. In risposta a questo decadimento, Darrè come gli stessi Wandervoegel, proponevano un rinnovamento degli antichi legami, attraverso il ritorno all’agricoltura e alla vita rurale, rinvigorendo le antiche tradizioni sbiadite dalla Modernità.
Oggi l’eredità di Darrè è stata raccolta dal filosofo finlandese Pentti Linkola, il quale ha rielaborato i suoi scritti in una chiave ecofascista, come egli stesso l’ha definita. Influenzato dal pensiero di Arne Naess, padre dell’ecologia profonda, Linkola porta avanti istanze ecologiste dal retrogusto marcatamente anti-democratico. Infatti egli crede che l’unica via da percorre per giungere ad una società realmente eco-compatibile sia un’imposizione autoritaria di uno stile di vita decrescente. Al contrario di quanto creda Serge Latouche, fondatore del movimento per la Decrescita, Linkola è convinto che l’unico modo per far fronte alla crisi ecologica sia attraverso un ordinamento non-democratico, un Ecofascismo appunto.


http://olodogma.com/wordpress/2015/08/08/1137-ecologia-nazionalsocialista-ss-obergruppenfuhrer-reichsminister-walther-darre/


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Aggiunto da SOCIALE


Il contadino, landjahr, Anna Bramwell, Walther Darrè, «Sangue e suolo»

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Immagine 1. Fuori testo. Partenza
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Questo post è corredato da alcune immagini originali del periodo (Landjahr), non presenti nel testo originale del post, di contatto con la Terra che i ragazzi dell’epoca 1933-1945 provavano durante il periodo di un anno. Olodogma
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La terra, affermava Richard Walter Darré ministro per l’agricoltura e l’alimentazione nel Terzo Reich e responsabile, sin dal 1929, della politica rurale del NSDAP,
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«… forma una parte del diritto familiare, cui occorre accordare la protezione dello Stato. Questa è una concezione che interessa sia il piccolo contadino sia il medio coltivatore o il grande proprietario terriero, secondo le particolarità della regione ed i bisogni dell’economia del popolo. Essa ha cura che le famiglie possano ambientarsi e radicarsi nel territorio. È la concezione che permette, ad esempio, di lasciare in vita il vecchio viale alberato perchè la sua veduta pittoresca piaceva già al padre o al nonno, pur se dal punto di vista economico il permanere di tale viale non è giustificato. Per sua essenza, questa concezione è in grado di subordinare ogni innovazione tecnica alle leggi vitali dell’esistenza; essa ha tale sentimento e tale comprensione delle forme e dello stile, che nessuna dissonanza può distruggere la sua immagine delle forme della vita. Considerata nel complesso, questa è una concezione che, di nuovo, si rivela utile alle leggi della vita e agli uomini e che, per il sentimento che essa ha delle condizioni della nostra vita, rimane ancorata al terreno delle realtà terrestri, appunto perchè considera il denaro e l’economia semplicemente come i suoi servitori, i servitori della famiglia e del popolo». [5]
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Anche la londinese Anna Bramwell, nella sua interessante e fondamentale opera storica [6], non ha potuto fare altro che constatare come i princìpi dell’agricoltura organica e tradizionale praticata durante il Terzo Reich si scostassero totalmente dalla logica del capitalismo industriale quanto dalla prassi di avvelenamento praticata dalle industrie chimiche. «Sangue e suolo», scrive la Bramwell,
«era l’anello di congiunzione tra tutti coloro che possedevano e lavoravano la terra e che con il sudore, le lacrime e il sangue di generazioni
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avevano fatto sì che la terra ‑il suolo‑ diventasse parte del loro essere e il loro stesso essere parte integrante della terra. Per loro significava la storia non scritta d’Europa, una storia non collegata al commercio, nè all’aristocrazia spoliatrice, nè all’infinita duplicità della chiesa e dellamonarchia. Era l’antitesi, in breve dello spirito mercantile, antitesi che, nella sua critica allo sradicamento, sa ancora adesso richiamarsi a degli istinti fondamentali. (…) L’arte nazionalsocialista metteva l’accento sulla pazienza e la fatica del contadino piuttosto che sul
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suo conto in banca (…) La gioventù tedesca era fortemente percorsa da un’ideologia naturalistica del tipo “ritorno alla terra”, maggiormente e più praticamente orientata in senso comunitario … Questi gruppi erano caratterizzati da ideali di autosufficienza di stampo spartano …» [7] (*)
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Note
5] Walther Darré, „Neuadel aus Blut und Boden“, J. F. Lehmanns Verlag, Múnchen 1939. Trad. it. “La nuova nobiltà di sangue e suolo”, Edizioni di Ar, Padova 1978, p. 165;
6] Anna Bramwell, “Ecologia e società nella Germania nazista. Walter Darré e il partito dei verdi di Hitler”, Reverdito Editore, Gardolo di Trento 1988, pp. 336;
7] ibidem, pp. 87‑88 256‑257;


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