Centro Studi Monetari
“Ogni governo può creare, emettere e far circolare tutta la 
valuta ed il credito necessari per soddisfare le proprie necessità di 
spesa ed il potere d’acquisto dei consumatori “.
Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti.
Quando Benjamin Franklin venne chiamato a
 relazionare al  parlamento britannico nel 1757 e gli venne chiesto di 
dar conto della prosperità delle colonie americane, rispose: “E’ 
semplice. Nelle colonie  emettiamo la nostra moneta, chiamata biglietto  coloniale
 (Colonial Script). Lo emettiamo in proporzione alla domanda commerciale
  ed industriale per facilitare il passaggio dei prodotti dal produttore
 al consumatore. In questo modo, creando noi stessi la moneta,  ne 
controlliamo il potere d’acquisto e non dobbiamo pagare interessi a 
nessuno”. Fu la lotta per la sovranità finanziaria che dette origine 
alla rivoluzione americana, quando la Banca d’Inghilterra, obbligando le
 colonie ad abbandonare i loro biglietti e  ad adottare esclusivamente 
la sterlina inglese, precipitò le colonie in un profondo stato di 
povertà e di crisi economica. Quella  guerra non è mai finita. Durante 
la loro vita politica, Thomas Jefferson, James Madison e Andrew Jackson 
combatterono contro i  tentativi dei banchieri europei di controllare la
 fornitura della moneta degli Stati Uniti attraverso una banca centrale.
 Quando
coloniale
 (Colonial Script). Lo emettiamo in proporzione alla domanda commerciale
  ed industriale per facilitare il passaggio dei prodotti dal produttore
 al consumatore. In questo modo, creando noi stessi la moneta,  ne 
controlliamo il potere d’acquisto e non dobbiamo pagare interessi a 
nessuno”. Fu la lotta per la sovranità finanziaria che dette origine 
alla rivoluzione americana, quando la Banca d’Inghilterra, obbligando le
 colonie ad abbandonare i loro biglietti e  ad adottare esclusivamente 
la sterlina inglese, precipitò le colonie in un profondo stato di 
povertà e di crisi economica. Quella  guerra non è mai finita. Durante 
la loro vita politica, Thomas Jefferson, James Madison e Andrew Jackson 
combatterono contro i  tentativi dei banchieri europei di controllare la
 fornitura della moneta degli Stati Uniti attraverso una banca centrale.
 Quando  Abraham
 Lincoln emise i verdoni (greenback) che  toglieva ai banchieri privati 
il monopolio dell’emissione e del controllo monetario, egli venne  
presto assassinato. I banchieri internazionali hanno combattuto per un 
secolo per ottenere il diritto esclusivo all’emissione monetaria  da 
scambiare col debito pubblico, negli Stati Uniti, e ci riuscirono 
finalmente nel 1913 con l’istituzione della Federal Reserve, attraverso 
la legge Federal Reserve Act. Questa legge autorizzava un cartello 
privato a creare moneta dal nulla e a prestarla  ad usura (interesse) al
 governo statunitense, controllandone la quantità che il cartello poteva
 espandere o diminuire a piacere. Il  deputato Charles Lindbergh definì 
la legge “il peggior crimine legislativo di tutti i tempi”. 
Cinquant’anni dopo, il presidente John F.
Abraham
 Lincoln emise i verdoni (greenback) che  toglieva ai banchieri privati 
il monopolio dell’emissione e del controllo monetario, egli venne  
presto assassinato. I banchieri internazionali hanno combattuto per un 
secolo per ottenere il diritto esclusivo all’emissione monetaria  da 
scambiare col debito pubblico, negli Stati Uniti, e ci riuscirono 
finalmente nel 1913 con l’istituzione della Federal Reserve, attraverso 
la legge Federal Reserve Act. Questa legge autorizzava un cartello 
privato a creare moneta dal nulla e a prestarla  ad usura (interesse) al
 governo statunitense, controllandone la quantità che il cartello poteva
 espandere o diminuire a piacere. Il  deputato Charles Lindbergh definì 
la legge “il peggior crimine legislativo di tutti i tempi”. 
Cinquant’anni dopo, il presidente John F.   Kennedy
 sfidò i banchieri centrali emettendo dei biglietti di stato liberi dal 
debito. Anche lui finì assassinato. L’operazione  effettuata con la 
legge del 1913 con la quale si fondava la Federal Reserve era 
incostituzionale, così come lo è stata la sottoscrizione e recezione del
 Trattato di Maastricht da parte  dell’Italia ottant’anni dopo, perché 
trasferiva il potere sovrano dell’emissione monetaria ad un cartello 
bancario privato. Il debito  pubblico esponenziale che ne seguì è quello
 che ha portato gli Stati Uniti alla bancarotta, attraverso 
l’appropriazione indebita delle enormi  risorse economiche e vitali del 
popolo nord-americano. Questo sistema monetario parassitario, basato 
sull’usura, da allora è diventato  il modello del sistema bancario 
occidentale ed è stato adottato in 170 paesi del mondo. Il sindacato di 
questo sistema di banche  centrali ha il suo quartier generale nella 
Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS). La BIS nacque nel
 1930 ed oscura le sue operazioni con una serie incredibile di immunità 
legali che ne impediscono ogni forma di supervisione ed indagine. La BIS
  funzionava come “centro di riciclaggio per i nazisti” durante la 
seconda guerra mondiale, così dicono i vincitori. Sarebbe  interessante 
confrontare il tipo di operazioni svolte dalla BIS tra il  1930 ed il 
1944 con quelle svolte nel periodo 1945-2009, ma purtroppo questo  tipo 
di informazioni non sono disponibili agli storici… Oggi la banca 
funziona come cassiere del casinò finanziario mondiale. Ogni banca 
centrale ha il monopolio esclusivo sul sistema monetario a corso legale 
del paese, con il potere di creare debito  pubblico e di espandere e 
contrarre l’economia nazionale a volontà.
Kennedy
 sfidò i banchieri centrali emettendo dei biglietti di stato liberi dal 
debito. Anche lui finì assassinato. L’operazione  effettuata con la 
legge del 1913 con la quale si fondava la Federal Reserve era 
incostituzionale, così come lo è stata la sottoscrizione e recezione del
 Trattato di Maastricht da parte  dell’Italia ottant’anni dopo, perché 
trasferiva il potere sovrano dell’emissione monetaria ad un cartello 
bancario privato. Il debito  pubblico esponenziale che ne seguì è quello
 che ha portato gli Stati Uniti alla bancarotta, attraverso 
l’appropriazione indebita delle enormi  risorse economiche e vitali del 
popolo nord-americano. Questo sistema monetario parassitario, basato 
sull’usura, da allora è diventato  il modello del sistema bancario 
occidentale ed è stato adottato in 170 paesi del mondo. Il sindacato di 
questo sistema di banche  centrali ha il suo quartier generale nella 
Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS). La BIS nacque nel
 1930 ed oscura le sue operazioni con una serie incredibile di immunità 
legali che ne impediscono ogni forma di supervisione ed indagine. La BIS
  funzionava come “centro di riciclaggio per i nazisti” durante la 
seconda guerra mondiale, così dicono i vincitori. Sarebbe  interessante 
confrontare il tipo di operazioni svolte dalla BIS tra il  1930 ed il 
1944 con quelle svolte nel periodo 1945-2009, ma purtroppo questo  tipo 
di informazioni non sono disponibili agli storici… Oggi la banca 
funziona come cassiere del casinò finanziario mondiale. Ogni banca 
centrale ha il monopolio esclusivo sul sistema monetario a corso legale 
del paese, con il potere di creare debito  pubblico e di espandere e 
contrarre l’economia nazionale a volontà.
Il coordinamento delle politiche monetarie tra le banche centrali avviene attraverso la BIS, i banchieri centrali si riuniscono a porte chiuse, nominano i loro governatori e stabiliscono le loro regole. Sono loro che decidono, per esempio, il rapporto delle garanzie necessarie per ottenere i finanziamenti, dividendo l’umanità in settori come: latifondisti, multinazionali, singoli individui. I loro libri contabili non sono soggetti a revisione da parte dei governi che li ospitano (altrimenti verrebbe subito fuori l’inganno del sistema d’emissione). Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale sono i tentacoli di questa piovra che obbligano i paesi, attraverso gli “Aggiustamenti strutturali”, ovvero pesante intromissione nelle politiche economiche interne, a derubare i contribuenti, a tagliare i programmi d’assistenza sociale, a privatizzare i beni pubblici e a cedere il tesoro delle nazioni ai predatori internazionali a prezzi stracciati. Le tesorerie dei governi sono l’ospite del parassita. Liberare l’economia globale da questa malattia sistemica presuppone la conoscenza del meccanismo con cui la banca centrale debilita il governo ospite attraverso il debito pubblico. L’autorità ed il potere sovrano dell’emissione monetaria è una funzione naturale dei governi, eletti dal popolo sovrano, per questo i banchieri cercano di ottenerne il monopolio dell’emissione attraverso leggi e trattati che hanno l’apparenza legale, ma che rappresentano dei veri e propri atti di alto tradimento. I governi che hanno accettato di cedere illegalmente questo potere – cioè di emettere la moneta
nazionale a corso legale – sono quindi costretti a prenderla a prestito dalle banche attraverso l’indebitamento ed il pagamento di interessi (o sconti sul valore dei titoli). La banca centrale fabbrica cartamoneta e credito attraverso la creazione di prestiti (ma anche, pro bono suo, attraverso la semplice spendita sul mercato, ad es. in borsa) in cambio di buoni del Tesoro del governo sottomesso.
 coloniale
 (Colonial Script). Lo emettiamo in proporzione alla domanda commerciale
  ed industriale per facilitare il passaggio dei prodotti dal produttore
 al consumatore. In questo modo, creando noi stessi la moneta,  ne 
controlliamo il potere d’acquisto e non dobbiamo pagare interessi a 
nessuno”. Fu la lotta per la sovranità finanziaria che dette origine 
alla rivoluzione americana, quando la Banca d’Inghilterra, obbligando le
 colonie ad abbandonare i loro biglietti e  ad adottare esclusivamente 
la sterlina inglese, precipitò le colonie in un profondo stato di 
povertà e di crisi economica. Quella  guerra non è mai finita. Durante 
la loro vita politica, Thomas Jefferson, James Madison e Andrew Jackson 
combatterono contro i  tentativi dei banchieri europei di controllare la
 fornitura della moneta degli Stati Uniti attraverso una banca centrale.
 Quando
coloniale
 (Colonial Script). Lo emettiamo in proporzione alla domanda commerciale
  ed industriale per facilitare il passaggio dei prodotti dal produttore
 al consumatore. In questo modo, creando noi stessi la moneta,  ne 
controlliamo il potere d’acquisto e non dobbiamo pagare interessi a 
nessuno”. Fu la lotta per la sovranità finanziaria che dette origine 
alla rivoluzione americana, quando la Banca d’Inghilterra, obbligando le
 colonie ad abbandonare i loro biglietti e  ad adottare esclusivamente 
la sterlina inglese, precipitò le colonie in un profondo stato di 
povertà e di crisi economica. Quella  guerra non è mai finita. Durante 
la loro vita politica, Thomas Jefferson, James Madison e Andrew Jackson 
combatterono contro i  tentativi dei banchieri europei di controllare la
 fornitura della moneta degli Stati Uniti attraverso una banca centrale.
 Quando  Abraham
 Lincoln emise i verdoni (greenback) che  toglieva ai banchieri privati 
il monopolio dell’emissione e del controllo monetario, egli venne  
presto assassinato. I banchieri internazionali hanno combattuto per un 
secolo per ottenere il diritto esclusivo all’emissione monetaria  da 
scambiare col debito pubblico, negli Stati Uniti, e ci riuscirono 
finalmente nel 1913 con l’istituzione della Federal Reserve, attraverso 
la legge Federal Reserve Act. Questa legge autorizzava un cartello 
privato a creare moneta dal nulla e a prestarla  ad usura (interesse) al
 governo statunitense, controllandone la quantità che il cartello poteva
 espandere o diminuire a piacere. Il  deputato Charles Lindbergh definì 
la legge “il peggior crimine legislativo di tutti i tempi”. 
Cinquant’anni dopo, il presidente John F.
Abraham
 Lincoln emise i verdoni (greenback) che  toglieva ai banchieri privati 
il monopolio dell’emissione e del controllo monetario, egli venne  
presto assassinato. I banchieri internazionali hanno combattuto per un 
secolo per ottenere il diritto esclusivo all’emissione monetaria  da 
scambiare col debito pubblico, negli Stati Uniti, e ci riuscirono 
finalmente nel 1913 con l’istituzione della Federal Reserve, attraverso 
la legge Federal Reserve Act. Questa legge autorizzava un cartello 
privato a creare moneta dal nulla e a prestarla  ad usura (interesse) al
 governo statunitense, controllandone la quantità che il cartello poteva
 espandere o diminuire a piacere. Il  deputato Charles Lindbergh definì 
la legge “il peggior crimine legislativo di tutti i tempi”. 
Cinquant’anni dopo, il presidente John F.   Kennedy
 sfidò i banchieri centrali emettendo dei biglietti di stato liberi dal 
debito. Anche lui finì assassinato. L’operazione  effettuata con la 
legge del 1913 con la quale si fondava la Federal Reserve era 
incostituzionale, così come lo è stata la sottoscrizione e recezione del
 Trattato di Maastricht da parte  dell’Italia ottant’anni dopo, perché 
trasferiva il potere sovrano dell’emissione monetaria ad un cartello 
bancario privato. Il debito  pubblico esponenziale che ne seguì è quello
 che ha portato gli Stati Uniti alla bancarotta, attraverso 
l’appropriazione indebita delle enormi  risorse economiche e vitali del 
popolo nord-americano. Questo sistema monetario parassitario, basato 
sull’usura, da allora è diventato  il modello del sistema bancario 
occidentale ed è stato adottato in 170 paesi del mondo. Il sindacato di 
questo sistema di banche  centrali ha il suo quartier generale nella 
Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS). La BIS nacque nel
 1930 ed oscura le sue operazioni con una serie incredibile di immunità 
legali che ne impediscono ogni forma di supervisione ed indagine. La BIS
  funzionava come “centro di riciclaggio per i nazisti” durante la 
seconda guerra mondiale, così dicono i vincitori. Sarebbe  interessante 
confrontare il tipo di operazioni svolte dalla BIS tra il  1930 ed il 
1944 con quelle svolte nel periodo 1945-2009, ma purtroppo questo  tipo 
di informazioni non sono disponibili agli storici… Oggi la banca 
funziona come cassiere del casinò finanziario mondiale. Ogni banca 
centrale ha il monopolio esclusivo sul sistema monetario a corso legale 
del paese, con il potere di creare debito  pubblico e di espandere e 
contrarre l’economia nazionale a volontà.
Kennedy
 sfidò i banchieri centrali emettendo dei biglietti di stato liberi dal 
debito. Anche lui finì assassinato. L’operazione  effettuata con la 
legge del 1913 con la quale si fondava la Federal Reserve era 
incostituzionale, così come lo è stata la sottoscrizione e recezione del
 Trattato di Maastricht da parte  dell’Italia ottant’anni dopo, perché 
trasferiva il potere sovrano dell’emissione monetaria ad un cartello 
bancario privato. Il debito  pubblico esponenziale che ne seguì è quello
 che ha portato gli Stati Uniti alla bancarotta, attraverso 
l’appropriazione indebita delle enormi  risorse economiche e vitali del 
popolo nord-americano. Questo sistema monetario parassitario, basato 
sull’usura, da allora è diventato  il modello del sistema bancario 
occidentale ed è stato adottato in 170 paesi del mondo. Il sindacato di 
questo sistema di banche  centrali ha il suo quartier generale nella 
Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS). La BIS nacque nel
 1930 ed oscura le sue operazioni con una serie incredibile di immunità 
legali che ne impediscono ogni forma di supervisione ed indagine. La BIS
  funzionava come “centro di riciclaggio per i nazisti” durante la 
seconda guerra mondiale, così dicono i vincitori. Sarebbe  interessante 
confrontare il tipo di operazioni svolte dalla BIS tra il  1930 ed il 
1944 con quelle svolte nel periodo 1945-2009, ma purtroppo questo  tipo 
di informazioni non sono disponibili agli storici… Oggi la banca 
funziona come cassiere del casinò finanziario mondiale. Ogni banca 
centrale ha il monopolio esclusivo sul sistema monetario a corso legale 
del paese, con il potere di creare debito  pubblico e di espandere e 
contrarre l’economia nazionale a volontà.Il coordinamento delle politiche monetarie tra le banche centrali avviene attraverso la BIS, i banchieri centrali si riuniscono a porte chiuse, nominano i loro governatori e stabiliscono le loro regole. Sono loro che decidono, per esempio, il rapporto delle garanzie necessarie per ottenere i finanziamenti, dividendo l’umanità in settori come: latifondisti, multinazionali, singoli individui. I loro libri contabili non sono soggetti a revisione da parte dei governi che li ospitano (altrimenti verrebbe subito fuori l’inganno del sistema d’emissione). Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale sono i tentacoli di questa piovra che obbligano i paesi, attraverso gli “Aggiustamenti strutturali”, ovvero pesante intromissione nelle politiche economiche interne, a derubare i contribuenti, a tagliare i programmi d’assistenza sociale, a privatizzare i beni pubblici e a cedere il tesoro delle nazioni ai predatori internazionali a prezzi stracciati. Le tesorerie dei governi sono l’ospite del parassita. Liberare l’economia globale da questa malattia sistemica presuppone la conoscenza del meccanismo con cui la banca centrale debilita il governo ospite attraverso il debito pubblico. L’autorità ed il potere sovrano dell’emissione monetaria è una funzione naturale dei governi, eletti dal popolo sovrano, per questo i banchieri cercano di ottenerne il monopolio dell’emissione attraverso leggi e trattati che hanno l’apparenza legale, ma che rappresentano dei veri e propri atti di alto tradimento. I governi che hanno accettato di cedere illegalmente questo potere – cioè di emettere la moneta
nazionale a corso legale – sono quindi costretti a prenderla a prestito dalle banche attraverso l’indebitamento ed il pagamento di interessi (o sconti sul valore dei titoli). La banca centrale fabbrica cartamoneta e credito attraverso la creazione di prestiti (ma anche, pro bono suo, attraverso la semplice spendita sul mercato, ad es. in borsa) in cambio di buoni del Tesoro del governo sottomesso.
Ovvero di cambiali a rivalersi sui 
contribuenti. Questa nuova moneta non  ha un valore preesistente nella 
realtà e trae la sua origine da false scritture contabili. Ecco perché 
il sistema bancario non tollera  la revisione dei bilanci da parte di 
revisori esterni. Questo denaro viene letteralmente creato dal nulla. Le
 banche centrali allora “prestano” questo denaro a grandi banche 
d’investimento e quindi alle banche minori sottostanti. Le banche 
commerciali moltiplicano per 50  volte questo denaro – la riserva 
frazionaria – creando inflazione nella quantità di moneta che a sua 
volta svaluta la moneta stessa.  Quelli che hanno preso a prestito, gli 
utenti finali, sono costretti anche a trovare gli interessi da 
aggiungere al pagamento del capitale,  creando una ulteriore spinta 
inflativa. Ogni euro è una falsa cambiale che passa da un prestatore 
alla stessa persona che poi,  attraverso le tasse, dovrà onorarla. Un 
sistema monetario basato sul debito inesigibile non potrà mai 
raggiungere l’equilibrio perché  l’interesse composto che si moltiplica 
esponenzialmente finisce per fagocitare la massa stessa della liquidità.
 Ecco perché siamo nella fase  del collasso sistemico, anche perché 
sempre più la gente capisce che il sistema – oltreché illegale ed 
ingiusto – è completamente  irrazionale. Ecco anche quindi la necessità 
di riscoprire la possibilità di emettere della moneta di stato con un 
criterio di  distribuzione utile alla società. Se torniamo all’unità 
dell’Italia, scopriamo che sostanzialmente fu necessaria allo scopo di 
consolidare i  debiti dei singoli stati costituenti. L’istituzione del 
Gran Libro del Debito Pubblico italiano avvenne con la prima legge 
unitaria  discussa in parlamento, la legge 10 luglio 1861, n. 94. Nel 
libro confluirono i debiti degli stati preunitari e si aprì un decennio 
 di fuoco per la finanza pubblica, che dovette ad un tempo far fronte ai
 costi smisurati di azzardati eventi militari e alla creazione  di una 
struttura unitaria. E quindi, altri debiti ancora… Col Gran Libro del 
Debito Pubblico, la truffa monetaria si estese a tutta la  penisola, 
così come col trattato di Maastricht, che è avvenuto 130 anni dopo, la 
truffa monetaria ha unificato nell’Europa i paesi  costituenti. Ma non 
basta ancora, ovviamente, ora l’Europa si deve allargare ai paesi 
ex-sovietici. Con l’insorgere della recente crisi  globale, le tre zolle
 tettoniche valutarie, ovvero Stati Uniti, Europa ed Asia, cercano di 
unificarsi per far sì che alla fine il botto non  escluda proprio 
nessuno. I paesi che si rifiutano di aderire a questo sistema monetario 
patologico, subiscono i bombardamenti  radioattivi (all’uranio 
impoverito, anche lui) e le missioni di  mantenimento dell’usura 
(usury-keeping). Gli eroi che hanno cercato di ammonirci, nei  decenni, 
si contano sulla punta delle dita di una mano: Ezra Pound (un poeta), 
Giacinto Auriti (un docente di diritto), Bruno Tarquini (un procuratore 
generale della Repubblica). Anche se bisogna dire che oggi, a seguito 
della decina di libri che abbiamo  pubblicato all’interno del gruppo del
 Centro Studi Monetari, e soprattutto grazie ai siti internet, la massa 
di persone coscienti  aumenta a vista d’occhio ogni giorno che passa. Lo
 Stato nel passato ha emesso una sua moneta: le monete metalliche ed i 
biglietti di stato a  corso legale (le vecchie cartamonete da 500 lire, 
ad esempio, fino al 1984, oltre a quelle da una e due lire del periodo 
fascista).  Oggi rimangono solo le monetine, una cifra irrisoria 
rispetto alle banconote ed al denaro frazionario virtuale. E per di più 
la loro  coniazione è contingentata dalla banca centrale Europea. Ma 
cosa può fare la politica? Come ammoniva Auriti: Che oggi il politico 
sia – come diceva Pound – il “cameriere del banchiere”, emerge 
dall’ovvia considerazione che, se si mettono a  confronto il governatore
 della Banca centrale ed il Capo del governo,  il primo può concedere o 
negare in prestito tutto il denaro che  vuole, il secondo può solo 
chiederlo o non chiederlo, solo in prestito. È  ovvio quindi che il 
secondo è il cameriere del primo, ma non perché abbia animo servile, ma 
perché le regole del gioco non consentono altrimenti.Eppure, occorre 
essere giusti, dei tentativi di correggere la situazione ci sono stati, 
qualche politico ci ha provato.
Vediamo infatti il seguente disegno di legge, di poco prima dell’introduzione dell’euro:
Disegno di legge per la proprietà popolare dell’Euro
ONOREVOLI PARLAMENTARI!
Scopo della presente proposta è colmare un vuoto legislativo non più tollerabile, già segnalato, del resto, dal disegno di legge “Proprietà popolare della moneta” (Senato XII Legislatura, n. 1282, comunicato alla Presidenza l’11 gennaio 1995) d’iniziativa del
senatore Natali ed altri e, successivamente (Senato XIII Legislatura, n. 1288), d’iniziativa del senatore Monteleone ed altri. Nessuna norma stabilisce, infatti, di chi debba essere la proprietà dell’Euro all’atto originario della sua accettazione.
Scopo della presente proposta è colmare un vuoto legislativo non più tollerabile, già segnalato, del resto, dal disegno di legge “Proprietà popolare della moneta” (Senato XII Legislatura, n. 1282, comunicato alla Presidenza l’11 gennaio 1995) d’iniziativa del
senatore Natali ed altri e, successivamente (Senato XIII Legislatura, n. 1288), d’iniziativa del senatore Monteleone ed altri. Nessuna norma stabilisce, infatti, di chi debba essere la proprietà dell’Euro all’atto originario della sua accettazione.
La verità è che la moneta ha valore 
perché essendo misura del  valore è anche, necessariamente, valore della
 misura. Ogni unità di misura ha, infatti, la qualità corrispondente a 
ciò che deve  misurare: come il metro ha la qualità della lunghezza 
perché misura la lunghezza, la moneta ha la qualità del valore perché 
misura il valore. Pertanto il simbolo monetario non è solamente la 
manifestazione formale della convenzione monetaria, ma anche il 
contenitore del valore indotto e incorporato nel simbolo che è appunto 
il valore della misura ossia il potere d’acquisto.
Con la scoperta del valore indotto come 
puro valore giuridico  (cfr. G. Auriti, L’ordinamento internazionale del
 sistema monetario, Edigrafital, Teramo 1993, p. 43 e ss.) si è data  
finalmente la giustificazione scientifica del valore monetario.
Come è stato dimostrato, si verifica qui
 una fattispecie  analoga a quella dell’induzione fisica. Come nella 
dinamo si trasforma energia meccanica in energia elettrica, così nella 
moneta si trasforma  il valore della convenzione, cioè di uno strumento 
giuridico in un bene reale oggetto di diritto di proprietà: la moneta.
In breve, il valore della moneta è 
causato non dall’attività  dell’organo di emissione – che predisponendo 
ed erogando i simboli, determina solo il presupposto formale del valore 
monetario – ma  dall’accettazione da parte della collettività. 
L’emissione dei simboli in conformità del corso legale (il c. d. corso 
forzoso) è un atto di “eteronomia”, l’accettazione della moneta, che ne 
determina convenzionalmente il valore, è atto di “autonomia”.
Il valore dell’Euro nasce e persiste 
nella sua continuità  perché accettato convenzionalmente come misura del
 valore e valore della misura oggetto di scambio. Per questi motivi 
l’Euro è e non può essere altro che proprietà del portatore che, col suo
 comportamento concludente, contribuisce a causarne e conservarne il 
valore.
Il Trattato di Maastricht si limita 
giustamente a considerare  la prima fase dell’emissione, ignora del 
tutto il momento creativo del valore monetario, tanto è vero che nessuna
 norma del trattato considera  di chi sia il diritto di proprietà 
sull’Euro e come debba essere attribuito. Particolarmente significativo 
il tenore della dichiarazione cartolare apposta sul simbolo dall’organo 
di emissione.
In essa appare solamente la parola “Euro” preceduta dalla espressione numerica e dalla sottoscrizione del Governatore sotto la sigla, in varie lingue, della Banca Centrale Europea con l’anno dell’emissione.
È chiara, sotto questo profilo, la netta differenza con le monete degli Stati membri che tradizionalmente concepivano la moneta come titolo di credito rappresentativo della riserva. La banca centrale era, infatti, considerata proprietaria del valore della moneta perché considerata proprietaria del valore della riserva, come tale legittimata ad emettere moneta prestandola perché prestare è prerogativa del proprietario.
In essa appare solamente la parola “Euro” preceduta dalla espressione numerica e dalla sottoscrizione del Governatore sotto la sigla, in varie lingue, della Banca Centrale Europea con l’anno dell’emissione.
È chiara, sotto questo profilo, la netta differenza con le monete degli Stati membri che tradizionalmente concepivano la moneta come titolo di credito rappresentativo della riserva. La banca centrale era, infatti, considerata proprietaria del valore della moneta perché considerata proprietaria del valore della riserva, come tale legittimata ad emettere moneta prestandola perché prestare è prerogativa del proprietario.
Abolita la riserva monetaria con la fine
 degli Accordi di Bretton Woods (15 agosto 1971), balza evidente la 
sostituzione del valore convenzionale a quello creditizio. Ciò spiega il
 “silenzio” come  “oggetto” della dichiarazione cartolare dell’Euro 
poiché non
potendosi più giustificare l’emissione mediante prestito perché carente della giustificazione (per altro assurda) della riserva, si fa affidamento sulla mera prassi consolidata nel signoraggio parassitario, tradizionale delle banche centrali.
Una volta dimostrato, infatti, che crea il valore della moneta non chi la emette, ma chi l’accetta, prestare denaro all’atto dell’emissione significa imporre un costo del denaro del 200%. Quando si fanno coincidere le due fasi dell’emissione e della accettazione, ne deriva una grave ingiustizia nel regime giuridico dei valori monetari. Ciò si è storicamente verificato con l’avvento della moneta nominale e del sistema delle banche centrali.
potendosi più giustificare l’emissione mediante prestito perché carente della giustificazione (per altro assurda) della riserva, si fa affidamento sulla mera prassi consolidata nel signoraggio parassitario, tradizionale delle banche centrali.
Una volta dimostrato, infatti, che crea il valore della moneta non chi la emette, ma chi l’accetta, prestare denaro all’atto dell’emissione significa imporre un costo del denaro del 200%. Quando si fanno coincidere le due fasi dell’emissione e della accettazione, ne deriva una grave ingiustizia nel regime giuridico dei valori monetari. Ciò si è storicamente verificato con l’avvento della moneta nominale e del sistema delle banche centrali.
Una volta chi trovava una pepita d’oro, 
se ne appropriava  senza indebitarsi verso la miniera. Oggi, al posto 
della miniera c’è la banca centrale, al posto della pepita un pezzo di 
carta, al posto della proprietà il debito perché la banca emette moneta 
solo
prestandola, mentre chi ne crea il valore è chi l’accetta. Il momento meramente strumentale della emissione dei simboli ha invaso quello edonistico della proprietà della moneta, sicché la banca centrale, emettendo moneta prestandola, espropria ed indebita la collettività del proprio denaro senza contropartita. Ecco perché tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette. Facendo leva sul riflesso condizionato causato dall’abitudine secolare di dare sempre un corrispettivo per avere denaro, le banche centrali, confondendo la fase dell’emissione con quella della circolazione, hanno indotto tutti i popoli del mondo ad accettare la propria moneta, all’atto dell’emissione, col corrispettivo del debito, cioè in prestito. Con la sostituzione della moneta d’oro con la moneta nominale, i popoli sono stati così trasformati da proprietari in debitori del proprio denaro nella più grande truffa di tutti i tempi, passata inosservata perché troppo evidente. Ciò ha avuto origine nel 1694 con l’emissione della sterlina e la costituzione della Banca d’Inghilterra.
prestandola, mentre chi ne crea il valore è chi l’accetta. Il momento meramente strumentale della emissione dei simboli ha invaso quello edonistico della proprietà della moneta, sicché la banca centrale, emettendo moneta prestandola, espropria ed indebita la collettività del proprio denaro senza contropartita. Ecco perché tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette. Facendo leva sul riflesso condizionato causato dall’abitudine secolare di dare sempre un corrispettivo per avere denaro, le banche centrali, confondendo la fase dell’emissione con quella della circolazione, hanno indotto tutti i popoli del mondo ad accettare la propria moneta, all’atto dell’emissione, col corrispettivo del debito, cioè in prestito. Con la sostituzione della moneta d’oro con la moneta nominale, i popoli sono stati così trasformati da proprietari in debitori del proprio denaro nella più grande truffa di tutti i tempi, passata inosservata perché troppo evidente. Ciò ha avuto origine nel 1694 con l’emissione della sterlina e la costituzione della Banca d’Inghilterra.
Oggi, con l’avvento dell’Euro, l’Europa 
si trova nella  privilegiata condizione di poter sostituire alla moneta 
debito di  proprietà della banca centrale, la propria moneta. Nessuna 
norma del Trattato di Maastricht considera, infatti, di chi debba essere
 la
proprietà dell’Euro. Ciò è la prova che il trattato considera solo la fase dell’emissione ed ignora quella dell’accettazione.
(Probabilmente ciò è avvenuto perché si è fatto affidamento sulla possibilità di continuare nella mostruosa prassi del “signoraggio usurocratico”, per cui i Popoli europei dovrebbero indebitarsi, senza contropartita verso la BCE per un valore pari a tutto l’Euro in circolazione.)
proprietà dell’Euro. Ciò è la prova che il trattato considera solo la fase dell’emissione ed ignora quella dell’accettazione.
(Probabilmente ciò è avvenuto perché si è fatto affidamento sulla possibilità di continuare nella mostruosa prassi del “signoraggio usurocratico”, per cui i Popoli europei dovrebbero indebitarsi, senza contropartita verso la BCE per un valore pari a tutto l’Euro in circolazione.)
Ciò significa che è rimessa alla 
competenza esclusiva dei  Popoli Europei regolamentare in modo autonomo 
il regime della accettazione e della proprietà della moneta sul quale la
 BCE non ha  alcun potere di interferire analogamente alla preclusione 
agli stati membri di interferire nella fase dell’emissione a norma 
dell’art. 107 del Trattato di Maastricht.
Poiché “qui tacet neque adfirmat neque 
negat”, appare evidente che la banca centrale europea, per il limite 
imposto dal significato essenziale ed univoco della parola 
“accettazione” come  competenza esclusiva di chi accetta, e non di chi 
emette, non può
fare altro che prendere atto del principio che la proprietà dell’Euro nasce per riconoscimento esplicito di diritto convenzionale uniforme, come proprietà dei Popoli Europei per il solo fatto che, accettandolo, ne creano il valore.
fare altro che prendere atto del principio che la proprietà dell’Euro nasce per riconoscimento esplicito di diritto convenzionale uniforme, come proprietà dei Popoli Europei per il solo fatto che, accettandolo, ne creano il valore.
L’accettazione dell’Euro come proprietà 
del portatore,  consente il conseguimento di due ulteriori scopi di 
fondamentale importanza: 1) utilizzare la moneta come strumento di 
diritto sociale in  attuazione del 2° comma dell’art. 42 della 
Costituzione che sancisce l’accesso alla proprietà per tutti realizzando
 un diritto della persona con contenuto patrimoniale, come reddito di 
cittadinanza; 2) razionalizzare il sistema fiscale consentendo allo  
Stato di trattenere all’origine quanto necessario per le esigenze di 
pubblica utilità, eliminando costi e tempi di lavoro meramente contabile
 ed improduttivo ed i rischi dell’evasione fiscale. Data l’imminenza 
della circolazione dell’Euro si chiede che il  presente disegno di legge
 sia messo in discussione con procedura d’urgenza.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1 – L’Euro, all’atto 
dell’accettazione, nasce di  proprietà dei cittadini ed è acquisito, a 
tal fine, nella disponibilità  degli Stati Membri aderenti al Trattato 
di Maastricht. L’Euro è pertanto proprietà del portatore.
Art. 2 – Ad ogni cittadino è attribuito 
un codice dei redditi  sociali, mediante il quale gli viene accreditata 
la quota di reddito causato dalla accettazione monetaria e da altre 
eventuali fonti di  reddito in attuazione del 2° comma dell’art. 42 
della Costituzione.
Art. 3 – Accettata la proprietà 
dell’Euro in rappresentanza della collettività nazionale, il Governo è 
legittimato a trattenere all’origine, quanto necessario per le esigenze 
fiscali di pubblica utilità.
Art. 4 – Norma transitoria. È concessa 
la moratoria dei debiti  a richiesta di parte, in attesa che si accerti 
di chi sia la proprietà dell’Euro all’atto dell’emissione.
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Tratto da: http://sovranidade.org/?p=1817
 
 
 
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