venerdì 13 aprile 2012

Arpino il primo centro industriale del nostro Regno.


Ferdinando Corradini

Quando si tratta delle iniziative industriali del Regno delle Due Sicilie, si fa sempre riferimento a Pietrarsa, Mongiana, Castellammare, S. Leucio, ecc., ma non si menziona mai Arpino.
Penso che ciò sia dovuto al fatto che Arpino, che, fino al 1926 era ricompresa nella provincia di Terra di Lavoro, l'anno successivo fu aggregata alla neo-istituita provincia di Frosinone, per cui, da allora, fa parte del Lazio e dell'Italia centrale.
Di conseguenza, si è persa la memoria della sua appartenenza politico-culturale.
Eppure Arpino penso che fosse il primo centro industriale del nostro Regno.
Basti ricordare che vi si producevano i due terzi dei panni di lana utilizzati nel Regno delle Due Sicilie e che, come risultò da un "monitoraggio" effettuato nel 1850, tale industria dava lavoro a SETTEMILA persone.
Penso che se sommiamo i posti di lavoro di Mongiana, Pietrarsa, S. Leucio e Castellammare non arriviamo a questo numero oppure lo superiamo di poco.

In una pianta di Terra di Lavoro redatta dal Marzolla nel 1850 sono riportati il numero degli abitanti di ciascun Comune. Dalla stessa si rileva che Caserta, capoluogo di provincia, contava 10.850 abitanti, Arpino ne aveva 12.699.

Ma c'era un'altra caratteristica che differenziava l'industria arpinate da quelle dei centri prima elencati.
La produzione di Arpino era di iniziativa privata, e godeva di incentivi e agevolazioni da parte dello Stato (non ultima la costruzione della strada rotabile che collegava Arpino con il porto di Napoli, voluta da Ferdinando IV sul finire del Settecento).
Per contro, le iniziative industriali degli altri centri erano tutte promosse e gestite dallo Stato in prima persona.

L'industria della lana di Arpino, inoltre, era antichissima. Basti ricordare, a questo proposito, come anche il padre di Marco Tullio Cicerone (quest'ultimo vissuto dal 106 al 43 a.C.) era un produttore di panni di lana.

Dopo l'unificazione, l'industria arpinate, rimasta repentinamente priva del protezionismo doganale voluto dai Borbone, fallì miseramente. Si favorì, in questo modo, la produzione di panni di lana della piemontese Biella.

Tratto da

LETTERE ALLA RETE

LA PAROLA AL POPOLO DELLA

RETE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

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