martedì 13 dicembre 2011

I crimini dei bolscevichi, "A Sea of Blood: the Truth about Bolshevik Russia"

di Isabella Fanfani

scrittrice free-lance, Losanna – Svizzera

убийства царя Николая II.jpgNella foto la famiglia dell'ultimo Zar di Russia,Nicola II°.

Una versione editata di: A Sea of Blood: the Truth about Bolshevik Russia (Un Mare di Sangue: la Verità sulla Russia Bolscevica), un opuscolo di 12.000 parole pubblicato in origine a Monaco (1926) e scritta da un rifugiato politico russo conosciuto come “ Dr. Gregor”.

1. Introduzione

Nove anni sono già trascorsi dall’inizio di quell’indescrivibile crimine contro l’umanità che fu la Rivoluzione Bolscevica del 1917. Oggi, al suo nono anno, esiste un governo che si dichiara il governo degli operai e dei contadini, ma ai suoi vertici non ci fu mai ne un operaio ne un contadino.

Per nove anni si è fatto uso della tortura in nome della democrazia, come strumento ufficiale dello stato. E nel nome del socialismo milioni di persone per bene sono state assassinate, fatte morire di fame, oppure esiliate dalle loro case e dalle loro terre in lontani angoli del mondo.

Nel nome del proletariato, il popolo russo è stato soggiogato da stranieri di rango, il suo appello è stato messo a tacere e i loro corpi spediti in fosse comuni, con l’acclamazione della Terza Internazionale (Ebraica).

Un vecchio detto russo dice: “ Non ci sono così tante bugie come prima di una guerra e dopo una partita di caccia “. E infatti la Grande Guerra (Prima Guerra Mondiale) non ebbe mai un vero armistizio, in realtà non ebbe mai una fine. E la caccia a più teschi umani, ovviamente di Cattolici e Ariani, continua sulla base di un sinistro e sistematico progetto. Così la grande menzogna continua a fiorire, in effetti una forma di culto del Padre delle menzogne da parte di quella canea internazionale che si fanno chiamare Bolscevichi.

Mundus vult decipi! Il mondo vuole essere ingannato!

Crede alle bugie sovietiche, ai racconti di fantasia e partecipa persino a questa commedia malata, inviando delegazioni di persone ben note, di sinistra ovviamente, incapaci di comprendere la lingua russa e a sostegno degli obiettivi della terza Internazionale!

(La Terza Internazionale era la terza grande conferenza tenuta dagli ebrei ultra-radicali ed i Marxisti nel 1919 per coordinare le attività comuniste nel mondo).

Ora questi ospiti stranieri vanno nella Russia Sovietica per “studiare” la situazione. Questi tizi non hanno alcuna idea di cosa fosse la Russia prima dei Bolscevichi e cosa sarebbe potuta diventare nel frattempo senza di loro! Inoltre, i nuovi amici dell’Unione Sovietica dimostrano buona conoscenza ed apprezzamento per il nostro caviale e la vodka! Il caviale è buono, la vodka brucia come fuoco quando va giù e nei cervelli annebbiati della buona volontà democratica ci si dimentica dei fiumi di sangue, i frammenti umani sparsi e lo sferragliante rumore di milioni di catene di schiavi.

Così la democrazia internazionalista festeggia il suo rito sacrificale. L’agnello cristiano è sgozzato e Anna e Caiaphas (leaders ebraici nel Sanhedrin che condannarono a morte Gesù), che oggi rappresentano il capitale azionistico internazionale, sono gli ospiti d’onore alla festa.

Nota di Isabella Fanfani:

Marx, Engels, Lenin e Trotsky furono i quattro ebrei che collaborarono alla distruzione della Russia cattolica degli Zar e sostituirla con un Comunismo ateo durante il quale 66 milioni di cattolici russi perirono nei gulag gestiti dalla Cheka.



2. La sistematica distruzione della Russia

romanov_children_in_1906_The Grand Duchess Olga1895,Tsarevich Alexei 1904, Grand Duchesses Tatianab.1897, Maria b.1899,Anastasia 1901 Romanov.jpg

I figli dello Zar Romanov Nicola II° nel 1906. La Gran Duchessa Olga, nata nel 1895, Tsarevich Alexei,nata nel 1904, Gran Duchessa Tatiana, nata nel 1897, Maria, nata nel 1899, Anastasia, nata nel 1901. Tutti assassinati dai comunisti.

La vecchia Russia non esiste più.

Al suo posto abbiamo un enorme deserto: il 90% della sua intellighenzia annientata, la sua classe media distrutta, la sua classe operaia fatta ridiventare ancora serva, ma questa volta servi in fabbriche statali, operai che al solo uso della parola “sciopero” possono essere messi al muro! In quanto al contadino, questi non è altro che una bestia da soma, un cammello nel Sahara sovietico, che lavora per i suoi sfruttatori ebraici e quasi senza paga.

Per una persona inesperta deve essere completamente incomprensibile come un così potente impero, apparentemente in una notte di rivoluzione, abbia potuto incendiarsi ai suoi quattro angoli ed essere distrutto.

Comunque non è successo tutto in una notte.

Gli avvenimenti del Marzo 1917, il rovesciamento dello Zar da parte della classe media di Kerensky, e del Novembre 1917, il golpe bolscevico contro il governo di Kerensky, furono soltanto il risultato visibile di anni di pazienza e attività sotterranee da parte dell’Internazionale Ebraica: un lavoro che non cominciò nelle menti criminali di Marx, Kautsky e Engels, ma in una precedente alleanza dell’Ebraismo con i più alti gradi della Massoneria mondiale.

Questi eccelsi “idealisti” hanno torturato e ucciso in nome degli operai e dei contadini russi, e secondo le loro proprie statistiche, il seguente numero di vittime nei primi quattro anni della gloriosa rivoluzione russa: 28 vescovi della Chiesa, 1,215 sacerdoti e 6.000 monaci. Perché? Soltanto perché erano vescovi, sacerdoti e monaci e perché credevano in Dio, il quale è solamente una superstizione usa e getta della classe media.

Dopodiché fu la volta di 8.800 dottori cattolici e i loro assistenti. Perché?

Perché rappresentavano la classe media della medicina non ebraica.

Poi toccò agli ufficiali: 54.650 dell’esercito e della marina, 10.500 funzionari di polizia (dal grado di tenente in su) e 48.500 poliziotti di grado inferiore. E per quale ragione?

Perché erano ufficiali di polizia e dell’esercito e tutti noi sappiamo che il “militarismo” non è più ammissibile per qualsiasi popolazione bianca nazionalistica e consapevolmente ariana. E’ solo ammissibile ai banditi Rossi che si autodefiniscono proletari e che scavano una fossa comune al vero proletariato.

Poi ci sono 260.000 soldati del vecchio esercito fedeli alla bandiera, tutti fucilati. Ma anche questa è una statistica trascurabile.

Ora è il turno della intellighenzia: insegnanti, professori, ingegneri, impresari edili, scrittori e giudici, specialmente giudici, perché essi erano i più pericolosi per uno stato governato da criminali condannati.

A questi dobbiamo aggiungere avvocati, procuratori distrettuali e tutti quei mestieri derivanti da lauree universitarie, per raggiungere il numero di 361.825 assassinati fra i membri delle professioni più quotate.

Non mi soffermerò sulla classe di proprietari terrieri, consistente in un numero di 12.950 persone, anch’essa annientata.

E quando qualcuno mi chiede come l’intellighenzia russa può sopportare il giogo bolscevico, gli rispondo sempre che l’intellighenzia russa o si trova a sei piedi sotto terra oppure è in esilio e che quel poco che è rimasto ha sofferto una tale e sistematica umiliazione da parte del rullo compressore comunista da giocarsi anche l’ultimo battito di autostima e di onore personale.

Arriviamo infine al modesto numero di operai e contadini condannati a morte dallo stato degli operai e dei contadini. Questi ammontano a 192.350 operai e 815.000 contadini. Tutti questi dati sono statistiche ufficiali pubblicate dalla Cheka (precursore del KGB) e stampati su giornali bolscevichi dell’epoca quando le forze anti-comuniste della Russia Bianca combattevano Trotsky e l’Armata Rossa (1917-1921).

Tutti questi fatti possono essere verificati nei volumi completi informativi o estratti pubblicati nel 1922 dal Ministero degli Affari Interni del Regno di Serbia, l’unico paese in Europa che sta combattendo senza sosta contro la malattia del comunismo.

Persino questo enorme numero di vittime è piccolo se paragonato alle persone mentalmente malate che se ne vanno in giro libere per la Russia Sovietica, 4.800.000 di loro. Ma non c’è da stupirsi. Nemmeno la vecchia Russia aveva abbastanza ospedali e sanatori per loro. Ora tutto il paese è diventato un manicomio.

Le uccisioni continuano ed il sangue continua a scorrere, ma solo sangue Cattolico e Ariano.

Quando, durante la carestia del 1922, 30.000 esseri umani morivano ogni giorno, il leader ebraico Trotsky fece la seguente nota sarcastica: “ Tanto meglio, guardiamo al lavoro cartaceo che ci viene risparmiato!



3. Gli Zar assassinati dagli Ebrei

Dopo Nicola I°, salì al trono il figlio Alessandro II°, un vero amico del suo popolo. Nel 1861 egli abolì la servitù e diede la terra ai contadini. Questa riforma avvenne grazie all’accordo mir delle comunità rurali, un’istituzione molto più vicina ad un vero e onesto comunismo che non ad un sistema capitalistico e di tassazione come vediamo nella Russia Sovietica di oggi.

Quello stesso Zar, Alessandro II°, che nel 1864 diede al suo popolo un nuova procedura processuale per il sistema giudiziario, a quel tempo la più equa e moderna in Europa, fu oggetto di sette attentati alla sua vita, finché un ottavo attentato perpetrato da Goldmann, Liebermann e Zuckermann (si può forse sbagliare la loro razza?) portò in porto con successo i desideri di Londra.

(La Gran Bretagna, a quel tempo, era sotto il controllo dei banchieri ebrei della City di Londra)

Alessandro II°, il grande benefattore della sua nazione, fu fatto saltare con la dinamite il 1° Marzo 1881, il giorno in cui avrebbe conferito al suo paese una nuova forma di governo costituzionale.

Alessandro II° non c’era più.

Alessandro III° divenne Zar. Per quanto riguarda questo monarca, che mantenne la pace europea, noi russi eravamo tutti convinti che quando morì, nel 1894, la causa fosse stata una malattia, in questo caso un infezione acuta dei reni. Come fu grande in seguito il nostro stupore quando apprendemmo, in fuga, in esilio e da fonti ebraiche, che anche questo Zar era caduto vittima delle menti criminali della tribù di Giuda.

L’ebreo Edgar Saltus esulta di questo fatto nel suo libro The Imperial Orgy (L’Orgia Imperiale), pubblicato a New York nel 1920, nel suo delirio da bava alla bocca circa il successo avuto nella caduta del mondo Cattolico-Ariano, egli spiega nel libro come gli Ebrei, lavorando per le potenze dell’Intesa, Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Italia, si sbarazzarono degli Zar uno dopo l’altro.

Egli afferma inoltre che, mentre le chiese russe pregavano per la salute dello Zar, questi veniva maledetto nelle sinagoghe.

Al capezzale dello zar malato fu chiamato il suo medico personale, Zakharin. Un buon nome perfettamente russo, e ora….un Ebreo. Quando arrivò a visitare lo Zar a Livadiya, aveva tutte le medicine pronte nella tasca della sua giacca. Che tipo di medicine è facile da immaginare: un biglietto di sola andata per l’altro mondo.

Dopo che lo Zar aveva trangugiato la medicina in buona fede e si torceva dal dolore nel letto, secondo Saltus, Bakharin si piegò su di lui con un espressione di ghigno diabolico.

Lo Zar chiese soffocatamente: “ Chi siete Voi? “

E la risposta di Zakharin: “ Sono un Ebreo! “ E con un enorme faccia di bronzo si girò verso l’imperatrice e i ministri dello Zar e disse: “ Non preoccupatevi, sua maestà sta solo delirando! “

Poi si curvò nuovamente sul morituro e gli ghignò: “ State esalando l’ultimo respiro e noi abbiamo vinto! “

Queste parole provengono direttamente dal libro L’Orgia Imperiale dell’Ebreo Edgar Saltus.

4. L’uccisione di milioni di cattolici da parte della Cheka

E venne la rivoluzione russa.

Chi erano questi amici della gente comune che nel nome della libertà, uguaglianza e democrazia iniziarono ad annientare la popolazione Cattolico-Ariana?

Tra di loro c’erano senza dubbio dei veri idealisti che credevano veramente di poter usare l’assassinio ed il massacro, la rapina e il furto per creare un mondo più felice ed un nuovo paradiso di uguaglianza.

Il ben noto risultato, comunque, fu un inferno vivente fatto di fame, privazioni, disperazione e un uguaglianza solo in un senso, quello di essere uccisi dalla Cheka (precursore del KGB) controllata dagli Ebrei.

La parola “Cheka” non è solo un acronimo in russo che sta per “ Commissione Speciale per la Lotta alla Controrivoluzione “ ma anche un espressione Yiddish che sta per macellazione animale.Come fu indovinata questa espressione!

$$$_ Goyim = meno di bestie.jpgNoi cattolici, che veniamo chiamati “goyim” o bestiame, agli occhi degli ebrei non siamo altro che animali. Il Dio Yahweh ci avrebbe dato delle sembianze umane per risparmiare agli ebrei l’incombenza di avere servi che somigliassero agli animali.

Il primo governo provvisorio (dopo l’abdicazione dello Zar Nicola II° e subito prima della Rivoluzione Bolscevica del 1917) era composto esclusivamente da Massoni di iniziazione di lingua romanza, dalla Francia o dall’Italia e sovvenzionati da denaro inglese. L’aspetto criminale di questo “governo provvisorio” non conobbe limiti perché fece la cosa più deplorevole che un governo possa fare: ignorò le promesse, i fini e gli ideali per i quali ascese al potere e per i quali aveva abbattuto lo zar, capo dello stato.

I nove mesi di questo “governo” non furono altro che un periodo di gestazione, e la Russia orrendamente gravida partorì dall’aborto dell’inferno il 27 Ottobre 1917. Si può senz’altro affermare che il potere giaceva là inerme ed i Bolscevichi non hanno fatto altro che raccoglierlo.

Per fornire una sceneggiata alle democrazie amiche all’estero, ci dovevano essere combattimenti di strada in Russia. E così il primo ministro Kerensky, un mezzo ebreo il cui vero nome era Kirbis, che significa “zucca”, inviò deliberatamente un battaglione di donne e giovani ufficiali cadetti nelle fauci di una canea vociante ed assassina, dalla quale furono sadicamente annientati. Nel frattempo, Kerensky, vestito in divisa da marinaio, scappò a San Pietroburgo.

Appena prima Kerensky aveva firmato, per ragioni pubblicitarie, un mandato di arresto contro il “ traditore Trotsky “ (il cui vero nome era Lev Davidovich Bronstein). Ma quando il Generale Polovtsev si presentò con i suoi Cosacchi nell’appartamento di Trotsky per arrestarlo, seduto su una poltrona di pelo con trotsky stava proprio Kerensky, che sorseggiavano un liquore. Prese il mandato di arresto dalle mani dell’attonito generale, stracciandolo in modo teatrale e poi mandò via il generale a fare la rivoluzione, un uomo al quale mancò semplicemente il coraggio di arrestare questa feccia.

In tutti i modi il pubblico russo e quello straniero doveva vedere le scene di guerriglia urbana e bagni di sangue.

Sangue Ariano, naturalmente.

5. Lenin, uno psicopatico sifilitico

I Menscevichi, o “popolo maggioritario”, volevano uno stato, sociale, socialista e pacifico e proprietà statali industriali limitate come in Svezia.

I Bolscevichi, o “popolo minoritario” (cioè in maggioranza Ebrei) volevano un regno di terrore e di totale nazionalizzazione sotto Lenin e Trotsky.

I Menscevichi misero solo una condizione: che Lenin si spieghi in merito alle accuse di furto dal Partito. Quando la conferenza iniziò e Lenin fu sfidato a dare un resoconto, egli si alzò, infilò le mani nelle tasche e proclamò che la sua posizione nel partito era così elevata che non doveva nessuna risposta ad alcuno.

Quando Lenin arrivò in Russia dalla Germania, era già in stato di demenza a causa della sifilide non curata o malamente curata.

Con questo rammollimento del cervello, una specie di gommosità dei tessuti, aveva ora tutte le qualità per rovesciare le sue fantasie criminali nelle orecchie della folla schiumante.

La Russia era già in fiamme mentre la malconcia banda di briganti veniva infiammata dallo slogan di Lenin “ riprendetevi ciò che loro ci hanno rubato! “.

E così la canea inferocita si gettò su quello che erano i miseri resti della società russa. Sotto il gioioso gracchiare dell’Ebraismo, la Madre Russia fu sommersa.

La malattia mentale che affliggeva Lenin continuava nel suo corso. Dal suo governo nascevano di continuo idee malsane una dopo l’altra. I più rinomati dottori in Germania arrivarono a bordo di aerei nel tentativo di rimettere in sesto questo decrepito statista truffatore, ma la sua confusione mentale peggiorava costantemente. Si dice che prima della sua morte ebbe alcuni momenti di lucidità mentale durante i quali andava a carponi sul tappeto e pietosamente piagnucolando diceva: “ Perdonami, Signore, Perdonami! “

Il “ proletariato internazionale “ può esserne davvero orgoglioso: il suo leader un ladro, il suo profeta un sifilitico, il suo più grande uomo un assassino di massa.

Invece di guidare il genere umano nella brillante luce sopra le nuvole, ha affondato l’umanità nella fogna e non è una coincidenza che il mausoleo, con la “Tomba di Lenin” assomiglia oggi ad una latrina.

Nota di Isabella Fanfani:

Russian_Royal_Family,_1911_убийства царя Николая II.JPGDopo la Rivoluzione del Febbraio 1917, lo Zar Nicola II° abdicò al trono e si rifugiò con la sua famiglia in una casa a Yekaterinburg. Lo Zar, sua moglie, suo figlio, le sue quattro figlie, i domestici e il dottore di famiglia furono tutti ammazzati nella stessa stanza dai Bolscevichi nella notte del 17 Luglio 1918. E’ stato poi confermato che l’ordine della loro uccisione venne da Mosca, direttamente da Lenin

6. Trotsky, un altro assassino di Cattolici

Il grande rivale di Lenin era un uomo che quasi lo superava in quanto a perfidia, malvagità e amore sadico per le fucilazioni: l’Ebreo Lev Bronstein, che ora si fa chiamare Leo Trotsky).

Il personaggio Bronstein-Trotsky era in passato uno scrittore ultra-radicale di articoli grondanti di astio per giornali ebraici. Ma molto prima della guerra fu un agente della polizia segreta zarista a Vienna, da dove inviava rapporti sugli ebrei russi che avevano disertato dalle forze armate russe.

Trotsky, un ebreo purosangue, tradìva i suoi fratelli correligionari al soldo del governo russo per 150 corone d’oro al mese (circa 200 Dollari). Questo ci dice forse tutto quello che dobbiamo sapere su di lui.

Si trasferì a San Pietroburgo e fondò un azienda di trasporti molto borghese e capitalista. Più tardi si mise nel settore dei tagliatori di teste quando era più vantaggioso fare il comunista.

L’intero sistema comunista, nella Giudea Sovietica, era impregnato di questi valori bizzarri.

Mentre il comunismo puro si dice prometta una comunità della condivisione, lo slogan del comunismo russo sembra invece che dica: “Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è anche mio !


Famosa citazione di Trotsky (1917)

" Dobbiamo trasformare la Russia in un deserto popolato da negri bianchi sui quali imporremo una tirannia come quelle che nemmeno i più terribili despoti orientali hanno mai immaginato. La sola differenza è che questa sarà una tirannia di sinistra, non una tirannia di destra. Sarà una tirannia rossa e non bianca.

Intendiamo dire letteralmente “rossa” perché verseremo tali fiumi di sangue che faranno impallidire le perdite umane subite durante le guerre capitaliste. I più grandi banchieri oltre-oceano lavoreranno il più vicino possibile a noi. Se vinciamo la rivoluzione, costituiremo il potere del Sionismo sulle macerie del funerale della rivoluzione e diventeremo una potenza tale davanti alla quale il mondo si inginocchierà. Conosceremo che cos’è il vero potere. Col terrore e con bagni di sangue, ridurremo l’intellighenzia russa ad uno stato di totale torpore e idiozia e ad una esistenza di tipo animale “

-dalle “Memorie di Aron Simanovich “, citate in The Nature of Zionism di Vladimir Stepin, Mosca, 1993 e tradotto dal russo all’inglese da Clive Lindhurst.

Nel 1905 Trotsky era ancora un Menscevico. Ma quando il comunismo improvvisamente prese un altro significato, cioè come riempirsi le tasche, lasciò improvvisamente i Mensceviche per i Bolscevichi. Se ne andava in giro, durante la guerra civile del 1917-1920, sul vecchio treno dello Zar, visitando le città saccheggiate dai Rossi e ringhiando al comandante di turono della città: “ Guarda, c’è troppa gente che se va in giro vestita in modo borghese! Fai pulizia!

E ovviamente “ripulivano” la città ogni giorno al ritmo di centinaia di vittime fucilate, colpevoli di indossare niente di più di una cravatta o un bel vestito, indubbiamente segni che rimandavano ai “valori borghesi”.

L’importante era obbedire al loro terribile padrone, Trotsky. Fu lui ad ordinare ai soldati dell’Armata Rossa di togliere i loro ciondoli con la croce battesimale e le immagini della Madonna che una volta adornavano il petto di ogni cattolico russo.

E fu lui che diede ordini, che quando l’Armata Russa si ritirava, doveva prendere ostaggi nella popolazione civile ed ucciderli sistematicamente a colpi di sciabola, badando bene naturalmente di non infliggere ferite al capo fatali troppo rapidamente!



7. Torture diaboliche ideate dalla Cheka ebraica

Nomi come l’Ebreo Trotsky, il Polacco Dzherzhinski, il Russo Moros, i Lettoni Lazis e Peter, tutti fondatori dell’infame Cheka, non saranno mai annoverati come assassini di massa nella storia del mondo.

Persino le più sanguinose persecuzioni cristiane sotto Tiberio e Nerone e le più grottesche torture dell’Inquisizione Spagnola sotto Torquemada, un ebreo convertito, impallidiscono in confronto agli indescrivibili e orrendi fatti commessi dalla Cheka gestita da ebrei e lettoni.

Un intero scaffale di libri, con documentazione fotografica e scritta, è stato pubblicato su questo tema.

Basta menzionare The Blood Intoxication of the Bolsheviks (L’Intossicazione del Sangue dei Bolscevichi) di Nilonstonsky, The Battle Against Bolshevism (La Battaglia Contro il Bolscevismo), di Avalov, The Plague over Russia (La Peste sulla Russia), di Albert Rosenberg, Soviet Russia (Russia Sovietica), di Katharina Haug-Houg e The Cheka (La Cheka), di Georg Popov.

(Qui di seguito elenchiamo alcune delle più terribili torture ideate dalla Cheka ebraica per le sue vittime in gran parte Cattolici Russi):

Quando i Rossi occupavano una città, prendevano degli ostaggi, gente che portava la cravatta oppure operai con l’abito della domenica. Strappavano i loro abiti, lì denudavano e poi fissavano sullo stomaco della vittima un vaso da fiori vuoto nel quale veniva messo un ratto affamato e incattivito. Attraverso il buco per l’acqua posto alla base del vaso veniva infilato un ferro rovente per tormentare il ratto e farlo impazzire, portandolo a cercare riparo dal ferro rovente ed obbligandolo a scavarsi una via di fuga nell’addome della vittima terrorizzata.

Altre vittime venivano messe in fila in formazione militare, poi ordinavano alla prima fila di mettere una mano su un tavolo di legno. Un chiodo veniva piantato nella mano e attraverso il legno. Poi veniva tagliato un lembo di pelle in rotondo attorno al polso, infilata la mano nell’acqua bollente e poi la pelle veniva tirata giù la pelle della mano e delle dita. Questo veniva chiamato “fare i guanti”.

Interessante notare che ogni camera di tortura aveva la sua propria donna torturatrice, sempre un’ebrea oppure una donna lettone, sempre con un nomignolo come “ Dora, la fabbricante di guanti “ oppure “ Rosa, la signora dei guanti “.

Non ci sorprende nel sapere che il capo della giustizia di un tribunale criminale di Mosca è anch’essa un’ebrea, Anya Glusmann, la quale si dice ami pronunciare sentenze di morte su chiunque, e, secondo un servile articolo di giornale su di lei, ama fiori e profumi dopo “ una giornata di duro lavoro “.

C’è di più: come mettere la testa di un uomo sopra un incudine e facendola lentamente scoppiare usando un enorme martello di ferro con pesi ogni volta maggiori.

A coloro che erano destinati a subire la stessa morte il giorno seguente, veniva ordinato di raccogliere i pezzi di ossa e di cervello, i tessuti nervosi e il sangue che erano sparsi per tutta la stanza. Quando si ordinava loro di andare al lavoro, gli veniva detto: “ Vi state scavando la fossa. Dovete essere contenti che domani altri vostri simili raccoglieranno i pezzi dei vostri cadaveri “.

Per quanto riguarda gli uomini con abito talare, si portavano i preti in una chiesa, venivano fatti sposare con una scrofa o con un’asina in una sarcastica cerimonia e poi inchiodati alla croce sopra l’altare.

Il vescovo di Voronesh fu immerso vivo in una enorme pentola di acqua bollente ed i suoi sacerdoti furono obbligati, sotto la minaccia della pistola, ad assaggiare col cucchiaio questa “zuppa”.

A figure ecclesiastiche di alto livello furono strappati gli occhi, mozzata la lingua e tagliate le orecchie. Poi venivano bruciati vivi.

Oppure il loro addome veniva aperto con un coltello e la prima parte del loro intestino veniva inchiodata ad un palo del telefono. Venivano poi fatti girare attorno al palo mentre le loro viscere si srotolavano fino all’arrivo della morte.

Ufficiali della marina russa furono uccisi con vapore nelle sale macchine delle navi.

Venivano incatenati a blocchi di cemento, gettati giù dai moli così che i loro corpi legati, in decomposizione e risalendo dalle onde, formavano orribili cumuli di morte.

Il Generale Viren di Kronstadt ebbe entrambe le braccia tagliate e venne fatto sfilare per la città finchè, una volta diventato noioso lo spettacolo, fu ammazzato.

Esseri umani con sigarette accese che venivano spinte negli occhi fino alla cecità e i loro corpi venivano poi arrostiti allo spiedo.

Le teste venivano lentamente schiacciate fino al punto di scoppio in mezzo ad una morsa.

L’esercito tedesco scoprì una stanza piena di questi arnesi, incluso uno schiaccia-testicoli, in una stanza sottoterra in Ucraina nel 1941. Trapani da dentista modificati venivano usati per perforare fino al cervello.

Tagliavano la parte superiore del cranio delle persone e obbligavano altri a mangiarne le cervella, dopodiché i “commensali” subivano a loro volta lo stesso trattamento e altri ne mangiavano il cervello.

Intere famiglie furono arrestate e i bambini torturati davanti agli occhi dei loro genitori, oppure la moglie veniva torturata davanti agli occhi del marito o viceversa.

I Bolscevichi piantavano chiodi in botti di legno vuote, vi infilavano all’interno le persone e poi le facevano rotolare gioiosamente.

Fosse comuni di persone bruciate vive furono trovate dall’Armata Bianca. Le vittime sepolte vive di solito avevano la bocca e le narici piene di terra nel tentativo di respirare. I corpi martoriati di queste persone furono trovati nelle posizioni contorte più bizzarre.

Gigantesche casse con corpi semi-decomposti venivano impilate, poi una vittima ancora in vita veniva gettata in cima e poi veniva inchiodato un coperchio su di essa.

Alle sfortunate vittime veniva promesso loro la libertà se avessero rivelato gli indirizzi dei loro amici. Esse lo facevano, tradendo i loro amici. Ma la ricompensa? Non era certo la libertà che era stata loro promessa ma la sepoltura da vivi in mezzo ad altri cadaveri.

E tutto questo nel dolce nome della libertà e della democrazia!

Fonte: http://www.darkmoon.me/2011/crimes-of-the-bolsheviks-edited-by-isabella-fanfani/

Traduzione di Gian Franco SpottiInserisci link

Tratto da:

http://olo-truffa.myblog.it/archive/2011/11/28/i-crimini-dei-bolscevichi-a-sea-of-blood-the-truth-about-bol.html

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