martedì 4 ottobre 2011

Per la salvezza dell'Italia buttiamoli a mare




Giuseppe Coppedè

I conti non tornano. «La cosa più importante - dice la Merkel - è che la Grecia recuperi la fiducia del mercato ed è sulla buona strada con le riforme e le privatizzazioni ». Come nò!!!
Sarà pure sulla buona strada, ma i numeri ci raccontano un’altra storia.

Un anno fa la Grecia aveva un debito di 110 miliardi di euri, dopo l’intervento di Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e BCE il debito è salito a 340 miliardi.
Adesso in Grecia hanno disperatamente bisogno di nuovi finanziamenti per poter pagare gli interessi sui primi prestiti. Una pacchia per i “soccorritori”. I quali si stanno pappando tutto quello che di appetibile è presente sul suolo ellenico.
La qual cosa ci dovrebbe preoccupare non poco, considerato che secondo le analisi dei molti, anche l’Italia è incamminata su quel percorso.
Ed a tranquillizzarci non è certamente la stridula presidentessa di Confindustria, la quale non perde occasione per snocciolare il rosario delle sue richieste che riassunte nel recente “manifesto per salvare l’Italia” coprono tutto l’arco dei misfatti tanto cari ai liberisti.

Alzare l’età pensionabile, abolizione dell’attuale sistema delle pensioni di anzianità e portare a 62-68 anni la forcella di età di pensionamento flessibile prevista nel regime contributivo.
Bloccare i pagamenti per contanti (soglia a 500 euri, si racconta per bloccare l’evasione) ed in alternativa utilizzo di carte ed assegni cosicchè le provvigioni delle banche saliranno in maniera esponenziale.
Eventuale patrimoniale ma che riguardi attivi mobiliari e immobiliari delle sole persone fisiche, guai ad interessarsi dei patrimoni delle società, forse beni rifugio di quell’evasione non certamente portata avanti con i pagamenti bancomat.
Ed infine si arriva all’essenza della proposta, quella che fa gongolare i confindustriali ( ma non solo) presupponendo futuri guadagni. Cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni ed agevolazioni.
Sappiamo benissimo cosa intenda la signora Emma per la (s)vendita di beni pubblici e liberalizzazioni. Basta guardare al caso La Maddalena dove la presidentessa si è aggiudicata la gestione della struttura per una cifra annua che si aggira sui 60.000 euri lasciando il pagamento dell’ICI che ammonta a circa 200.000 euri a carico della regione Sardegna.

E quindi un onere che grava anche sul groppone di quei pastori che quando vanno a protestare per la crisi del pecorino sardo, come successe a Civitavecchia, quel gran ministro dell’Interno gli fa percuotere la testa da reparti di celerini.
Non ci stupisce che tale manifesto sia il frutto del lavoro di Confindustria, ABI (Associazione bancaria italiana), Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) e neanche ci stupisce che al progetto di innalzamento dell’età pensionabile o all’accaparamento dei beni pubblici si associ l’Alleanza Cooperative Italiane, al cui interno ci stanno pure le famose Coop rosse.

Non ci stupisce perché questo è un progetto che viene da lontano. In fondo queste sono le politiche propugnate dall’Europa di Maastricht e del trattato di Lisbona. Dell’Europa approvata da tutte le forze politiche rappresentate in parlamento.
L’Europa della BCE e del suo nuovo “gran maestro”. Quel Mario Draghi cerimoniere all’imbarco sul Britannia, quando venero impartiti i primi rudimenti del nuovo verbo, che da li a poco avrebbe rovinato le nostre vite. E forse nella nostalgia per quei giorni si inserisce anche l’intervista rilasciata da Veltroni all’Unità il 30 settembre, quando afferma che “ ..occorre un governo guidato da una persona rispettata , come fu Ciampi, perché andare ad elezioni adesso sarebbe un’avventura per il paese”.
E qui occorre proprio essere degli smemorati per non ricordare che fu proprio Ciampi ad “internazionalizzare” il debito dello Stato Italiano. Per consegnarlo nelle mani della speculazione finanziaria e con ciò innescando una spirale dalla quale non ne verremo mai fuori.
E Ciampi, autore di questo misfatto nei confronti di tutti gli italiani, mai è stato punito, rimproverato o messo all’indice. Niente affatto. Ce lo vogliono pure imporre come un padre nobile della Patria.
Purtroppo i diktat, che provengono da Strasburgo, che siano ordini imperativi a cui è vietato opporre il pur minimo dissenso è cosa nota e arcinota.

Oramai i politici sono camerieri del potere finanziario.

Rovesciando le priorità ed i ruoli. E’ bastata la famosa lettera della BCE perché il governo si apprestasse a mettere in cantiere una finanziaria continuamente in evoluzione e tendente a raggiungere livelli sempre più alti di rapina nei confronti dei cittadini.
Ma in fondo quelle raccomandazioni vengono fatte proprie anche dalla presunta opposizione.
La quale vi attinge con fideistica condivisione quasi si trattasse di acqua di fonte battesimale a cui dover fare ricorso per purificarci dal solo fatto di avere come inquilino di palazzo Chigi l’odiato cavaliere .
E chiaramente Berlusconi, oramai completamente tenuto per le palle dai nemici dell’Italia, cerca di ingraziarsi gli stessi, sperando così di poter tirare a campare ancora un poco, apprestandosi a varare un cosiddetto programma di sviluppo che anche questo immancabilmente prevede la svendita di beni pubblici e lo smantellamento di aziende strategiche.
Mettendoci in tal modo sullo stesso piano della realtà greca.
Ma in fondo questo è quello che vogliono i “mercati”.
E considerato che gravitiamo nell’orbita occidentale, e quindi non possiamo ( almeno per adesso) essere sommersi da missili all’uranio impoverito; per passare a questa fase occorre prima una bella rivoluzione colorata, allora i “mercati” per rimuovere ogni titubanza scatenano i loro squadroni della morte in giacca e cravatta.

Quelle agenzie di rating, necessariamente solo d’oltre oceano, ( e qui ci sarebbe da domandarsi come mai la nostra Europa ancora non ha avuto l’ardire di rifiutare tali certificatori e non abbia ancora provveduto ad organizzarsene di propri che vadano a fare le pulci al bilancio fallimentare dell’impero a stelle e strisce), quelle agenzie che rovesciavano trenate di doppie e triple A su quelle banche che in realtà erano piene di titoli spazzatura e che sono state artefici della crisi finanziaria.
Banche, poi, in gran parte salvate da quel gran presidente guerrafondaioNobeldella pace di Obama, con i denari dei cittadini fregati dalle stesse banche.
Questo chiede il “mercato”.
Ed a chiamata i politici pronti rispondono.
E quando questi non bastano si muovono i settori della società civile tipo Confindustria e associati.

Intanto però la protesta sociale arriva nel cuore dell’impero.700 persone sono state arrestate sabato sera a New York per essere scese in strada e protestato contro la crisi.
Il dissenso è vietato.
Il modello non si discute.

Prima dell’arrivo salvifico di un nuovo 11 settembre buttiamoli a mare.
Tratto da:
http://movimentodiazionepopolare.blogspot.com/2011/10/per-la-salvezza-dellitalia-buttiamoli.html


Per rendere maggiormente chiaro quanto contenuto nell'articolo si consiglia di vedere:
http://www.slideshare.net/guestdf8633/signoraggio-euro-schiavi-debito-pubblico-euro-banche-centrali-prodi-berlusconi-presentation-885799

Nessun commento:

Posta un commento