Una delle tante riprove che l’informazione è controllata dal potere che la indirizza verso i suoi scopi per condizionare la pubblica opinione è il fatto che da ogni parte si identifichi la democrazia come l’unico sistema di governo, non diciamo solamente lecito, ma addirittura possibile a fronte di un’unica alternativa che sarebbe la dittatura.
Prima di entrare nel merito, vogliamo fare presente che un siffatto metodo di usare l’informazione, più che informativo è “formativo” nel senso, appunto, di formare la pubblica opinione secondo i propri scopi ed il proprio interesse.
Quando si tratta questo argomento nessuno mai fa un’analisi di ampi periodi storici che considerino i moltissimi secoli della storia dell’umanità, ma ci si ferma sempre a considerare il 900, secolo appunto di dittature e democrazia ed in base ad una limitatissima analisi temporale si conclude che in assoluto, per l’eternità, l’alternativa alla democrazia debba essere per forza la dittatura.
A parte le molte ragioni che si possono portare a livello di speculazione intellettuale su tale argomento, basta invece considerare quanti e diversi modi di governare si siano presentati nella storia per capire che le alternative alla democrazia sono tante e tutte diverse dalla dittatura.
Monarchia, aristocrazia, oligarchia, teocrazia sono alcune delle alternative che l’umanità ha sperimentato nei secoli per governarsi e nessuna di queste era la dittatura il che già dimostra che essa NON è l’unica alternativa alla democrazia.
Considerare la dittatura come uno dei sistemi su cui basare il governo di un popolo è poi una grossa sciocchezza per il semplice motivo che tale sistema non potrebbe essere continuativo, ma contingente, in quanto necessita di un dittatore e cioè di una forte e carismatica personalità che la storia non è in grado di presentare in ogni momento in cui fosse necessario per cui tale sistema presenterebbe continue lacune e carenze incolmabili.
Sperando di avere scosso la convinzione che la democrazia abbia come unica alternativa la dittatura, andiamo ora ad esaminare quali e quanti siano i difetti della democrazia teorica e quanto essa non appaia poi comunque realizzata nei fatti in nessuna parte del mondo.
Partiamo da un’inconfutabile legge di natura che sancisce come in natura la qualità sia inversamente proporzionale alla quantità e consideriamo come invece, in democrazia sia il numero e cioè la quantità a determinare le decisioni su chi governerà e su come lo farà.
Basta guardarsi in giro, parlare con la gente e ragionare di politica oppure della amministrazione della cosa pubblica per capire quanto siano superficiali, demotivati, inconsistenti e tarati da ignoranza i motivi per i quali spesso si concede il proprio voto a qualcuno.
E’ di tutta evidenza che in tale situazione la maggior parte dei cittadini è non solo influenzata, ma pesantemente condizionata da chi possiede le tecniche ed i mezzi per “formare” la pubblica opinione indipendentemente dai fattori oggettivi che dovrebbero portare alla formazione di un giudizio critico veramente autonomo per cui alla scarsa capacità media di considerazione si aggiunge una massiccia azione di “persuasione occulta” che non può essere certamente considerata legittima e giusta ma che è una solenne presa in giro della “sovranità popolare”.
Nell’attuazione pratica della prassi democratica poi possiamo riscontrare come in nessun caso sia il “popolo sovrano” a governare, ma come invece siano i partiti ( ed allora si ha
una partitocrazia ) oppure addirittura dei gruppi di potere economico ( ed allora si ha un’oligarchia affaristica) che usurpano la sovranità popolare per farsi gli affaracci propri facendo passare in seconda linea gli interessi del Paese!
Possiamo quindi concludere che la democrazia è sbagliata in termini teorici ed è inapplicata in termini pratici per cui non c’è motivo alcuno per non archiviarla come una pratica insostenibile ed utopistica.
Quali alternative?
Quella che ci piace e ci affascina di più per la sua semplicità e per la sua intrinseca efficacia è la meritocrazia.
Si tratta di studiare un sistema di filtri, di passaggi e soprattutto di selezioni, che portino a dare la possibilità di accedere al governo a coloro che sono i migliori ( una forma di aristocrazia assoluta e non ereditaria) così come si cercò di fare nel Sacro Romano Impero che però ebbe la iattura dell’ereditarietà dei titoli e del’ingerenza della chiesa per cui degenerò in un sistema di gerarchie prive di contenuto, di significato e di merito che per mantenere il potere dovette scadere nell’oppressione, nel sopruso e nell’ingiustizia.
Per esempio, ma non èche un suggerimento e non una condizione assoluta, si potrebbe concedere il diritto di voto solamente a coloro che dimostrassero, indipendentemente dalle idee politiche, una buona conoscenza delle problematiche sociali, economiche ed istituzionali, insomma una sorta di “Patente” ottenuta con appositi esami in seguito a corsi formativi tenuti nelle scuole.
Il fatto, secondo noi significativo, è però che mai nessuno ha preso in considerazione l’opportunità di impostare un simile discorso perché a coloro che detengono ora il potere le cosevanno bene così come stanno e nessuno di loro ha la minima voglia di cambiare una situazionecon un’altra che toglierebbe loro il bastone del comando.
Sono disposti o meno a discutere sulla legge elettorale a seconda che questa sia o non sia favorevole al gruppo di potere che essi rappresentano, ma nessuno è disponibile a
cambiare lo stato delle cose per un altro che restituisca alla parte migliore del popolo quella sovranità che essi hanno usurpato con l’inganno!
Abbiamo passato secoli alla ricerca di un’evoluzione della civiltà inventandoci sempre nuove vie verso una migliore qualità della vita.
Cerchiamo di evolvere anche la possibilità di governare la cosa pubblica in un modo intelligente, efficace, giusto e nell’interesse di tutti.
Discutiamone, cerchiamo assieme le soluzioni, facciamo delle proposte e portiamo ciascuno il nostro contributo, ma non rimaniamo cristallizzati su concetti che hanno dimostrato tutta la loro insipienza e la loro inefficacia.
La strada non è facile, ma se non ci incamminiamo almeno nella direzione di un tale traguardo, certamente non ci arriveremo mai ..!!!
Alessandro Mezzano
http://www.corrierecaraibi.com/PDF/FS-448-Ma-quale-democrazia.pdf
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