venerdì 9 luglio 2010

La “PROPOSTA” di Mussolini al PARTITO SOCIALISTA 22 aprile 1945



da un articolo originale de il "settimo giorno" n. 41 dell' 11-10-51

parla Carlo Silvestri:

La “PROPOSTA” di Mussolini al PARTITO SOCIALISTA
(nel testo integrale)

ALL’ESECUTIVO DEL PARTITO SOCIALISTA
ITALIANO DI UNITA’ PROLETARIA
AL COMITATO CENTRALE

Compagni socialisti,

Benito Mussolini mi ha chiamato e mi ha dettato (il 22 aprile 1945, N.d.A.) questa dichiarazione che mi autorizzato a ripetervi:
Poiché la successione è aperta in conseguenza dell’invasione anglo-americana, Mussolini desidera consegnare la Repubblica Sociale ai repubblicani e non ai monarchici, la socializzazione e tutto il resto ai socialisti e non ai borghesi.

DELLA SUA PERSONA NON FA QUESTIONE. COME CONTROPARTITA CHIEDE CHE L’ESODO DEI FASCISTI POSSA SVOLGERSI TRANQUILLAMENTE: NE’ UNA REAZIONE LEGALE NE’ UNA REAZIONE ILLEGALE CHE SAREBBERO CONTROPRUDUCENTI.

Nel proporre questa trasmissione di poteri egli si rivolge al Partito socialista ma sarebbe lieto se l’offerta fosse considerata ed accettata anche dal Partito di azione nel quale del resto prevalgono le correnti socialista. NON ESTENDE L’OFFERTA AL PARTITO COMUNISTA SOLO PERCHE’ LA TATTICA DI QUESTO PARTITO ESCLUDE CHE NELL’ATTUALE SITUAZIONE INTERNAZIONALE ESSO POSSA ASSUMERE IN ITALIA ATTEGGIAMENTI CHE SAREBBERO IN CONTRASTO CON IL RICONOSCIMENTO DELL’ITALIA COME ZONA D’INFLUENZA INGLESE.

La consegna si potrebbe concretare nei seguenti punti:

1° – Per ragioni di organizzazione e di tempo il trapasso dei poteri ai socialisti e dai partiti di sinistra potrebbe essere effettuato solo a Milano ed eventualmente in alcune delle città vicine (Varese, Como, Legnano, Gallarate, Saronno, Magenta, etc., nelle quali primeggia l’elemento operaio industriale).

2° - Affinché il Partito socialista, il Partito d’azione, o la sua frazione anticapitalistica, i repubblicani, ed eventualmente altre forze di sinistra che sono fuori dal C.L.A.I., possano accettare la proposta è necessario che abbiano per il domani una giustificazione di carattere contingente ma di essenziale importanza come la difesa e salvaguardia degli impianti industriali ed idroelettrici e la dichiarazione di Milano città aperta.
La salvaguardia di questi impianti, premessa della ricostruzione italiana, è sempre stata in cima ai pensieri e alle preoccupazioni di Mussolini.

3° - Il Partito socialista di unità proletaria eventualmente con il Partito d’azione e con il consenso tacito del Partito comunista prenderebbe in consegna la città da Mussolini con una aliquota della Forze Armate della Repubblica che sarebbero lasciate a Milano ai fini dell’ordine pubblico e che ubbidirebbero unicamente al Governo provvisorio.

4° - L e autorità germaniche sarebbero poi subito interpellate dal Governo provvisorio circa la precisa conferma dell’integrità della città e dei suoi impianti industriali. Di fronte alla dichiarazione che esse accedono alla richiesta e all’annunzio della evacuazione della città.
Il Governo provvisorio dovrebbe dare garanzia che esse come le Forze Armate della Repubblica, non saranno molestate da partigiani o da altri fino ad un confine da stabilirsi.
A quanto sopra sono autorizzato ad aggiungere che, come contropartita, Mussolini chiede:

A) Garanzia per l’incolumità delle famiglie dei fascisti e dei fascisti isolati che resterebbero nei luoghi di loro abituale domicilio con l’obbligo di consegna delle armi nei termini stabiliti.

B) Indisturbato esodo delle formazioni militari fasciste così come di quelle germaniche nell’intendo di evitare conflitti e disordini fra italiani e distruzioni di impianti da parte dei tedeschi e nuove rovine e lutti nella città e nelle campagne.

C) Le formazioni volontarie fasciste potrebbero impegnarsi a non assumere iniziative operative contro formazioni italiane dipendenti dal C.L.A.I. o dal Governo di Roma, essendo decisi però a continuare la lotta in Italia o altrove contro gli invasori.

Qualora non fosse possibile la consegna rivoluzionaria dei poteri al Partito socialista di unità proletaria e alle forze della sinistra del C.L.A.I. i punti A e B avrebbero pieno valore anche per una trasmissione di poteri che avvenisse tra il Governo della Repubblica sociale e il C.L.A.I.. In ogni caso, non è Mussolini ora che detta queste proposizioni ma sono io che riassumo il suo pensiero, egli preferisce rendere responsabile il C.L.A.I., piuttosto che il governo di Roma, dell’eredità repubblicana, sociale, rivoluzionaria, anticapitalista e antimonarchica della repubblica in quanto nel C.L.A.I., presto o tardi, dovranno prevalere ed imporsi le forze delle sinistre rivoluzionarie le quali non potranno non difendere la socializzazione e le altre radicali riforme di Mussolini, quali l’abolizione del commercio privato e la cooperativizzazione della produzione, come sacro patrimonio dei lavoratori italiani.

Compagni, chi vi scrive socialista nell’animo e nelle opere da quando all’età di dieci anni cominciò ad avere dimestichezza di vita con Anna Kuliscioff, con Filippo Turati, con Claudio treves, con Andrea Costa, con Camillo Trampolini, cpn Leonida Bissolati, SOCIALISTA CHE BBE LA TESSERA DEL PARTITO COME ATTESTAZIONE DI ONORE D NEL 1924 SU PROPOSTA DI FILIPPOO TURATI, DI CLAUDIOL TREVES, DI CAMILLO PRAMPOLINI

Vedi anche:
http://pocobello.blogspot.com/search/label/Guerra%20civile%20-%20Pertini

Nicola Bombacci: http://pocobello.blogspot.com/search/label/Fascismo%20-%20Nicola%20Bombacci

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Carlo Silvestri, socialista, antifascista, mussoliniano: in questi tre aggettivi è sintetizzata la biografia di questo personaggio minore, se paragonato ai grandi protagonisti, che finisce, però, per ritrovarsi al centro della vicenda politica in tutti i momenti cruciali di questa intensa fase della storia d'Italia. L'esistenza personale e politica di Silvestri, di professione giornalista, ricostruita tappa per tappa attraverso una ricca documentazione bibliografica e archivistica e sulla base delle sue carte private, in grandissima parte inedite, consente di ripercorrere attraverso i suoi occhi gli anni dal primo conflitto mondiale alla caduta del fascismo che segnano il drammatico passaggio dallo stato liberale al regime fascista, dalla dittatura alla democrazia. Nella sua vita entrano ed escono le figure storiche di questa epoca: Turati e Mussolini quando ancora giovane redattore del "Corriere della sera" si avvicina agli ambienti del socialismo milanese. Amendola, Bonomi e ancora Turati quando, dopo il delitto Matteotti, Silvestri diventa l'anima della campagna stampa dell'Aventino per incriminare Mussolini. Carlo e Nello Rosselli, quando, ormai consolidata la dittatura fascista, paga con lunghi anni di confino la sua militanza antifascista. Di nuovo Mussolini, quando nel drammatico tramonto del fascismo, Silvestri si Ravvicina all'amico di un tempo, il dittatore sconfitto che sempre ha avuto su di lui un fascino irresistibile. Questa amicizia fatale è la chiave di lettura del personaggio Silvestri; il suo «mussolinismo» che spiega una serie di scelte politiche, in apparenza contraddittorie, dilata il significato della sua biografia ad una intera generazione di italiani, conquistati dal mito del duce.

Gloria Gabrielli, Dottore di ricerca in storia dei partiti, è borsista post-dottorato presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università «Federico 11» di Napoli. Tra le sue pubblicazioni: La defascistizzazione nella stampa della Rsi, Fiap, Roma 1986.

Indice: Nota introduttiva
1. Nella culla del socialismo riformista
2. Tra Turati e Mussolini
3. La battaglia dell'Aventino
4. Al confino
5. Nell'Italia fascista
6. A colloquio con Mussolini



Il delitto Matteotti
http://it.altermedia.info/storia/il-delitto-matteotti_962.html













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