sabato 12 giugno 2010

GLI STORICI, I MARZIANI E I CAPISCIONI



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Ovverosia: la ballata dei capiscioni
Quando cesserete di ingannare il popolo italiano?


di Filippo Giannini

È proprio il caso di spiegarci Gli storici: la Storia è certamente una disciplina soggetta ai convincimenti di chi la pratica, ma diventa scienza esatta quando, fissati i quattro cardini di base: fatti e dati da una parte e cause ed effetti dall’altra, oltre quelli non ci sarà che la fantasia.
I Marziani: sono coloro che, pur avendo traversato varie, dolorose vicissitudini, mantengono le proprie idee.
I Capiscioni: sono coloro che, pur essendo nati marziani, per motivi che nulla hanno a che vedere con i sopraccitati quattro cardini di base, strapazzano la povera storia per motivi molto poco nobili.
Per essere più chiari, rifacciamoci alla trasmissione di Porta a Porta del 9 giugno titolata, neanche a farlo apposta: La Guerra di Mussolini, Tragedia Italiana, erano presenti sette o otto personaggi, tutti Capiscioni. Infatti il conduttore aveva presentato il documentario della dichiarazione di guerra del Duce, dove si vedeva Piazza Venezia stracolma di gente osannante, altre decine di milioni affollavano le piazze in ogni angolo d’Italia; ebbene i sette o otto presenti alla trasmissione avevano capito tutto, prima di venire al mondo avevano già condannato l’operato del Duce: essi, i Capiscioni, non si sono chiesti: <Assodato che noi siamo i Capiscioni, ma i milioni che in tutta Italia applaudivano alla guerra, chi erano?>. Ma signori miei, domanda oziosa: essi erano Marziani. Allora noi poveri bischeri chiediamo: e gli Storici, dove sono?
A questo punto debbo introdurre un caro amico lettore, il signor Gennaro Di Bernardo (oso presentare il nome in quanto già apparso ne La stanza di Mario Cervi), il quale ha scritto al noto editorialista e da questi ha ricevuto una risposta, anche questa targata: Capisciona.
Una brevissima premessa: mi ero ripromesso di non rinfocolare l’iniziale polemica con il signor Cervi, in quanto con i capiscioni vado poco d’accordo, perché da bischero che sono comprendo meglio i Marziani, cioè stimo molto di più i Marziani tipo il signor Gennaro Di Bernardo.
Un estratto della risposta di Mario Cervi: <Caro De Bernardo, non voglio tediare i lettori insistendo su questa querelle (…). (A Mussolini) gli importava soltanto che le colonne corazzate della Wehrmacht stessero calando verso Parigi, e che la sorte della guerra sembrava a quel punto già decisa a favore di Hitler. Volle associarsi alla Germania presunta vincitrice, sperando d’ottenere un po’ di bottino (…)>. Questa è l’opinione di Mario Cervi, ma noi ci chiediamo: e la Storia? È fuggita disgustata su Marte, Signori miei.
Disponiamo di una tale massa di documenti che, con la massima sicurezza (l’errore è sempre possibile e, se dimostrato siamo dispostissimi da prima che subito a riconoscerlo e modificare radicalmente le nostre opinioni) che la Seconda Guerra Mondiale fu concepita, preparata e voluta dai Paesi leberldemocratici, avente lo scopo che, oggi, dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti.
Non vogliamo elencare le decine e decine di casi di gravissime provocazioni messe in atto da Roosevelt per gli Usa, da Chamberlain e Churchill per la Gran Bretagna e Daladier per la Francia. Questi signori usarono la Polonia per raggiungere i loro scopi. Ma per comprendere, fra le altre motivazioni, la decisione mussoliniana del 10 giugno 1940 è di base il timore (che, ce lo auguriamo, neanche Cervi può disconoscere) che il Duce nutriva nei confronti del Führer e la necessità, a suo dire che <Assolutamente Hitler non deve vincere troppo e soprattutto non deve vincere da solo>. Credo che anche Cervi sia a conoscenza che Mussolini procrastinò per anni le offerte di un’alleanza militare con la Germania nazionalsocialista, sino al 22 maggio 1939 fino quando, cioè, all’Italia erano state chiuse tutte le porte da parte dei Paesi democratici.
Mi auguro che il signor Cervi, e gli altri Capiscioni, conoscano il testo del Promemoria 328, documento che il Re giudicò di . E l’opinione di Badoglio, dello Stato Maggiore, del Principe Umberto? Tutti d’accordo, ho i documenti che lo attestano. E il fenomeno del volontariato, specialmente nei gruppi appartenenti ai GUF (Gruppi Universitari Fascisti), fu superiore a quello della Prima Guerra Mondiale. Provate a chiedere al signor Cervi di raccontarvi cosa fu la Marcia della giovinezza. Se il bravo Cervi non lo racconta, proveremo a ricordarglielo: si trattò di una maratona di protesta sulla distanza di 450 chilometri organizzata da più di 20/25 mila universitari e non universitari per reclamare (udite! Udite!) il loro diritto di partecipare alla guerra. Chiedete al signor Cervi, o agli altri Capiscioni di farvi i nomi di quei giovani i quali esclusi dal servizio militare si fecero raccomandare per essere spediti al fronte.
Vediamo, in breve, di esaminare la situazione geografico-militare-politica a fine maggio 1940, situazione che si ricollega al documento di logica geometrica. La Germania, che si affacciava al Brennero, in quei giorni aveva vinto ovunque: le Nazioni neutrali quali Norvegia, Belgio, Olanda, Danimarca, Lussemburgo erano state invase e conquistate; la Polonia era caduta in poche settimane, la Francia era al collasso e le truppe inglesi si stavano imbarcando a Dunquerque (fatto veramente misterioso) per rientrare in Inghilterra. L’Uninone Sovietica era, in pratica, alleata della Germania. Roosevelt con le elezioni alle porte aveva garantito, criminalmente, che non un giovane americano sarebbe morto per la guerra europea, nelle birrerie tedesche si cantava (non dimentichi dello scherzetto italiano del maggio 1915) >, quindi di fronte al Governo Mussolini si presentavano tre e solo tre possibilità, a prescindere da quanto contenuto nel carteggio sequestrato dai partigiani comunisti e consegnato ad agenti britannici nel 1945: 1) neutralità; 2) guerra contro la Germania, 3) guerra a fianco della Germania.
Numerose volte abbiamo presentato la stessa domanda ad altri Capiscioni, cioè abbiamo chiesto loro: quale strada avreste imboccato voi? Nessuna risposta, qualche volta solo anche insulti.
Questa volta la stessa domanda la giriamo ai vari Capiscioni sia della trasmissione di Porta a Porta del 9 giugno, sia al signor Cervi: allora, se voi vi foste trovati nella condizione di prendere una decisione al posto del Duce, quale sarebbe stata? A) Neutralità? In questo caso avreste dovuto concedere fiducia ad Adolf Hitler; B) Guerra contro la Germania? Da soli? Allora fatevi visitare dal più vicino ospedale psichiatrico. C) Guerra a fianco della Germania? Correte il pericolo di diventare Marziani con pericoli derivati.
Un altro Capiscine (Silvio Bertoldi ha scritto, Il giorno delle baionette): <Poche ore prima di affacciarsi al balcone, Mussolini avrebbe chiamato dal suo studio la sua amante, rispose la sorella Miriam che, scambiata per Claretta le confidò: “Fra un’ora dichiarerò la guerra. Sono costretto a dichiararla”>.
Per concludere chiedo ai tanti Capiscioni: indicatemi in quale piazza Salandra fu ucciso e impiccato a testa in giù per aver dichiarato la guerra nel 1915. E ancora: chi mi sa spiegare i motivi per cui da oltre sessantacinque anni Mussolini viene mostrato sempre nell’atteggiamento del , tralasciando quanto disse in seguito? Semplice, perché nel seguito c’è la spiegazione di quell’atto e se conosciuta, difficilmente potrebbe apparire, come viene disegnato dai Capiscioni, come il mangiatore di pane e guerre.
Chi ha scritto queste note è un Marziano Pazzo, pensate che ha avuto l’improntitudine di scrivere una collana titolata: “Benito Mussolini, l’Uomo della Pace”. Da ricoverare, vero signor Cervi e Capiscioni vari?

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