giovedì 25 febbraio 2010

Al di là della destra e della sinistra


Il tempo è dunque giunto. Lo scricchiolio del modello di sviluppo, caro al pensiero unico, deve toglierci ogni remora, ogni timore, ogni senso di appartenenza a vecchie cordate. Dobbiamo avere il coraggio di domandarci se questo che è stato ritenuto da alcuni “il migliore dei mondi possibili” merita ancora credibilità e, quindi, ulteriori sforzi per cercare di puntellarlo in questo suo declino; oppure, se i lamenti delle sue vittime, che hanno raggiunto il nostro cuore, sono riusciti ad aprirci gli occhi su questa miseria morale e materiale che sta montando, ed, in forza di ciò, se riusciamo a dare uno sbocco al senso di ribellione che sentiamo crescere in noi. Al di là della destra e della sinistra. Contro gli schieramenti che sembrano combattersi, ma in realtà ambedue al servizio del solito modello. Che, in questo loro falso contrapporsi, utilizzano rancori imbalsamati, sui quali oramai si è posata la povere del tempo. Ma sempre utili, quasi in un gioco di specchi e di riflessi, per nascondere la natura dei problemi d'oggi. Al di là della destra e della sinistra. Perché ognuno di noi si porta dietro la storia delle sue appartenenze. Nel bene e nel male. Ma di questo retaggio non vogliamo rimanerne prigionieri. Che significa proclamarsi antifascisti e di questo farne una pregiudiziale sulla base della quale improntare una qualsivoglia azione politica? Che senso ha proclamarsi anticomunisti e scivolare nella retorica di vuote esteriorità ? Non vogliamo essere fuori tempo. Non vogliamo più essere i difensori di sguarnite trincee. Il fronte è andato avanti. Ed il nemico si chiama espansione globale del capitale, potentati economici e burocratici, sistema delle banche centrali, finanza creativa e virtuale. E le vittime di questo modello siamo noi tutti. Per questo non prestiamo più orecchio ai vecchi cattivi maestri. Alle sirene che vorrebbero riportarci ad una lotta che non è più nostra. Che si è dimostrata inutile e deviante, da quello che dovrebbe essere l’obbiettivo. Al di là della destra e della sinistra. Vogliamo portare l’attacco a questo modello di sviluppo, ai suoi potentati, ai suoi strumenti di strozzinaggio e di rapina. Abbiamo voluto dar vita ad un movimento orizzontale in cui si ritrovino i portatori delle istanze sociali e nazionali. Vogliamo realizzare un modello in cui l’economia non sia prevaricatrice dell’Uomo e dove i rapporti umani non siano appiattiti sulla misura del denaro. Nei nostri sguardi non c’è più tristezza. Non stiamo in campo per portare acqua a qualche notabile. Non più. Adesso propagandiamo, liberi, il nostro pensiero, il nostro entusiasmo.
Siamo partiti per una grande avventura, foriera di una nuova primavera.

Pubblicato da Giuseppe Coppedè


La Storia Delle Cose [1 di 3]
http://www.youtube.com/watch?v=4muACs00M1k

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