Recensione al libro:
Dal 25 luglio a piazzale Loreto
Questa collana si concluderà con la pubblicazione di un quinto volume il cui titolo sarà “Uno scudo protettivo, Mussolini, il fascismo e gli ebrei”.
Filippo Giannini ha compiuto uno sforzo di ricerca e di confronto, fra le varie testimonianze orali e scritte, particolarmente difficoltoso sia per l’impossibilità di consultare gli Archivi di Stato, sia per le reticenze che, ancora oggi, sono poste in atto per gli avvenimenti più scabrosi trattati nell’opera.
Architetto e scrittore, ha collaborato con numerosi quotidiani e periodici.
Con mano esperta l’Autore ci conduce fra i meandri del colpo di stato, effettuato dal Re, con la complicità di quegli uomini delle Istituzioni che avrebbero dovuto rivolgere le proprie capacità nell’assolvere i doveri degli incarichi espletati, invece di tramare portando la Nazione al collasso, tradendo le speranze degli italiani.
Con l’occupazione della Tunisia e lo sbarco in Sicilia, il tradimento assume contorni evidenti.
Non è il soldato che si sottrae alla prova, ma l’intero Stato Maggiore che si sottrae allo scontro finale, dando vita ai misteri della mancata difesa della piazzaforte di Augusta e lo sbandamento di alcuni reparti in seguito ad ordini inopportuni. Lo sbarco è contenuto dalle truppe italiane e tedesche provocando la reazione esasperata delle truppe Alleate che si abbandonano ad eccidi nei confronti dei prigionieri rei di avere combattuto con valore e accanimento.
Anche la popolazione civile non fu risparmiata, subendo saccheggi e violenze, come risulta da una valida documentazione. Nonostante tutto, lo sbarco e l’occupazione non furono una passeggiata – come si tenta di far credere – e si può affermare che senza il tradimento posto in atto, decidendo l’intervento della flotta della Marina italiana e della piazzaforte di Augusta, la sorte delle nostre armi sarebbe stata diversa e gli Alleati avrebbero subito tali perdite da addivenire a più miti consigli.
Lo sbarco in Sicilia fu preparato con la connivenza della mafia siciliana presente nelle prigioni americane. Noti mafiosi con anni di galera da scontare vennero liberati e sbarcati in Sicilia, ove misero in piedi una rete di spionaggio e fecero opera di disfacimento presso la popolazione, stremata dai bombardamenti e dagli scarsi rifornimenti alimentari. Ad occupazione avvenuta, questi delinquenti ottennero incarichi di carattere pubblico con le conseguenze ancora oggi evidenti ai nostri occhi. Anche una parte del clero non disdegnò di minare il morale della popolazione, con conseguenze prevedibili. Le vicende siciliane si riflettono sulla politica interna ed internazionale. Il bombardamento di Roma si aggiunge agli eventi disastrosi, incidendo anche sull’incontro a Feltre di Mussolini con Hitler.
I congiurati scalpitano, e dall’odiosa alleanza fra alcuni membri del Gran Consiglio del Fascismo con Badoglio, i vari Generali e l’avallo del Re, si giunse al 25 luglio con il conseguente arresto del Duce. Le trattative con gli Alleati procedono con celerità, ed il gioco su due tavoli impone di assicurare l’alleato tedesco sulla lealtà dell’Italia fino a poche ore prima della divulgazione della resa. Uno sporco affare.
Nel testo presentato, quanto sopra esposto è riportato con dovizia di particolari e testimonianze di ogni genere. L’incalzare degli eventi è vertiginoso. Lo sbarco alleato a Salerno, la fuga del Re a Pescara per imbarcarsi per Brindisi, la liberazione di Mussolini ed il suo colloquio con Hitler, la costituzione della Rsi, l’accorrere di centinaia di migliaia di giovani per combattere contro l’invasore anglo-americano, il processo di Verona, l’inizio della guerra civile, l’uccisione di Gentile per giungere fino alla tragica conclusione. Si può affermare che solo la Sua presenza riuscì a tenere a freno la prepotenza tedesca ed a mantenere la sovranità dello Stato Repubblicano.
Questo libro suscita reazioni ed emozioni profonde specie per chi ha vissuto quegli anni. Il testo scorre ed incuriosisce il lettore che si sofferma a meditare pagina dopo pagina, a volte reagendo con rabbia agli evidenti tradimenti. Gli archivi sono ancora chiusi, ma la gran parte della verità sta emergendo dalla melma delle “vulgate” resistenziali.
Vada un ringraziamento a Giannini per la fatica prestata.
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