La Germania nazionalsocialista potè contare su una forza aerea, la
famosa Luftwaffe, che mai deluse le aspettative di chi, da questo corpo,
si aspettava solo il meglio. La Luftwaffe partecipò a praticamente
tutte le operazioni militari della Seconda guerra mondiale ed è proprio
grazie a questa forza aerea se la Germania riuscì ad attuare, in maniera
vincente, la strategia della Blitzkrieg, la guerra lampo. E’ degno di
nota ricordare come i suoi piloti, una volta che la catastrofe fosse
vicina, prima si fossero dedicati alla difesa dei cieli della Germania,
quindi ripiegarono a Berlino, in un tentativo di estrema difesa
dell’ultima roccaforte del Terzo Reich; inoltre, volendo menzionare un
atto di estrema lealtà che ha caratterizzato questo corpo, lo scrivente
non può non ricordare la Fallschirm-Panzergrenadier-Division 2 Hermann
Göring (2ª divisione panzergrenadier paracadutisti Hermann Göring), che
difese Dresda sino all’ultimo istante, rifiutando categoricamente di
arrendersi e che venne prima accerchiata, quindi totalmente annientata
dai soldati dell’Armata Rossa l’8 maggio 1945: questa data, oltre che
ricordare l’estremo sacrificio dell’ultimo corpo rimasto della
Luftwaffe, coincide anche con la fine di questa gloriosa aviazione
militare tedesca.
La spina dorsale della Luftwaffe e in particolare dei caccia
germanici è costituta dai Messerschmitt BF 109: quanto scritto viene
provato dal numero degli esemplari prodotti, pari a 30.840 unità.
Quest’aereo fu progettato dal grande ingegnere tedesco Wilhelm Emil
Messerschmitt che, insieme all’italiano Giuseppe Gabrielli e al
giapponese Jiro Horikoshi, rappresenta uno dei tre geni
dell’aereonautica del secondo conflitto mondiale. Egli, inoltre,
simboleggia ed incarna il destino di molti tedeschi che vissero durante
il Novecento: prestò servizio per il Reich durante la prima guerra
mondiale con onore, quindi studiò e, una volta terminati gli studi,
aspettò il momento opportuno per potere contribuire alla ripresa della
propria nazione. Com’è facile aspettarsi, le doti di questo genio
dell’aviazione non mancarono di entusiasmare lo stesso Adolf Hitler ed
egli, nonostante alcune invidie lo avessero spesso posto in posti di
secondo piano all’interno dell’industria che egli stesso fondò, lavorò
sempre e comunque per il rafforzamento del suo popolo. La sua fortuna
mutò volto dopo il 1945, quando fu internato in un campo di
concentramento alleato per 3 anni ed una volta liberato, essendo stato
classificato come “simpatizzante” del regime, gli venne impedito di
svolgere attività pubbliche. Questa è la storia di chi, a differenza di
molti esponenti italiani, rimase fedele all’Idea nella buona e nella
cattiva sorte, anche quando ormai questa era scomparsa e non vi era
nulla da guadagnare, ma tutto da perdere nell’esservi ancora un
sostenitore.
Il Messerschmitt BF 109 fu progettato personalmente da Wilhelm
Messerschmitt nel 1934, ma solo nel 1939, dopo una serie di prototipi e
di voli sperimentali, si giunse al modello definitivo, il BF 109 E che
rappresentò il miglior caccia al mondo, superiore finanche allo Spitfire
inglese che, pur essendo più maneggevole, complessivamente risultò
essere meno affidabile e potente della sua controparte tedesca.
Questo caccia entusiasmò a tal punto lo stato maggiore tedesco che
già nel 1940 la produzione ammontava a 150 unità al mese. In questo
modo, la Luftwaffe all’inizio della battaglia d’Inghilterra ebbe a
disposizione ben 800 unità di Messerschmitt BF 109; questi dimostrarono
di potere annientare i caccia inglesi operando come intercettatori puri.
In seguito però, per motivi quasi inspiegabili (almeno secondo la
storiografia ufficiale), il loro ruolo venne mutato in aerei scorta per i
bombardieri e ciò portò a risultati a dir poco disastrosi: dovendo
subire le iniziative degli Spitfire e degli Hurricane inglesi ed al
contempo difendere i bombardieri, i BF 109 caddero a centinaia.
In risposta a tale sconfitta nel 1941 venne prodotto un nuovo
modello, il Messerschmitt BF 109 F, il cui armamento consisteva in 2
mitragliatrici MG da 7,9 mm e 1 cannoncino MG da 15 mm che sparava
direttamente dal mozzo dell’elica (il modello E era dotato invece di 2
cannoncini posti sotto le ali). Visti i buoni risultati, alla fine del
1942 fu prodotto un nuovo modello, il 109 G, che era costituito da un
armamento ancora più potenziato: 2 mitragliatrici MG da 7,9 mm poste in
fusoliera, 1 cannoncino MG da 20 mm posto nel mozzo dell’elica, 2
cannoncini MG da 20 mm o 1 da 30 mm posti sotto ciascuna ala ed infine
un carico di bombe pari a 500 kg o 2 razzi da 21 cm.
Le caratteristiche geometriche e meccaniche di questo caccia, che in
buona sostanza coincidono con quelle dei modelli precedenti, sono le
seguenti: era lungo 9,04 m e caratterizzato da un’apertura alare pari a
9,86 m; la sua velocità massima era pari a 632 km/h a 7000 metri
d’altezza, con un’autonomia pari a 1000 km; il suo motore era un
Daimler-Benz DB 605 A, caratterizzato da una potenza al decollo pari a
1475 cavalli.
Queste caratteristiche furono mantenute da tutti gli aerei che
costituiscono le tredici serie del BF 109, eccetto per uno, il BF 109 K.
Questi costituisce il caccia più potente ed anche il più veloce:
caratterizzato da un armamento costituito da 2 cannoncini da 15 mm posti
in fusoliera e da uno 30 mm posto nell’elica, poteva raggiungere una
velocità pari a 730 km/h a 6000 m.
In chiusura della presente scheda, lo scrivente vuole ricordare un
altro caccia Messerschmitt, il BF 110. Questi era un bimotore il cui
primo prototipo aveva preso il volo nel 1936. Era piuttosto bene armato e
dotato di una grande autonomia, ma lento e poco maneggevole: proprio
questo fece sì che risultasse inadatto al primo ruolo assegnatogli,
quello di scorta ad ampio raggio, e non a caso anch’esso fu uno dei
grandi sconfitti della battaglia d’Inghilterra. Migliore fortuna ebbe
nella versione per intercettazione notturna (il BF 110 G) dotata di
radar e impiegata negli ultimi anni della guerra, quando divenne vitale
contrastare l’attività di bombardamento degli aerei nemici sul suolo
tedesco.
Il BF 110 era lungo 16,7 m e dotato di un’apertura alare pari a 16,28
m; a pieno carico pesava 9900 kg e poteva raggiungere una velocità
massima pari a 510 km/h ad una quota di 7000 m; era spinto da 2 motori
Daimler-Benz DB 601 A-1, dotati di una potenza pari a 1100 cavalli
ciascuno. Il suo equipaggio era composto da 3 uomini, mentre l’armamento
consisteva in 2 cannoncini MG da 30 mm, 2 cannoncini MG da 20 mm e 2
mitragliatrici MG da 7,9 mm.
Soltanto 3 BF 110 sono sopravvissuti al flusso del tempo: uno è
conservato al RAF Museum di Londra, un altro in un museo privato danese,
l’ultimo, la versione G che distrusse tanti bombardieri alleati in
difesa della popolazione del Reich, “riposa” oggi in Germania, presso il
Deutsches Technikmuseum di Berlino.
Pasquale Piraino
http://thule-italia.com/wordpress/caccia-messerschmitt/
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