lunedì 10 giugno 2019

La straordinaria storia delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana



Le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana, in provincia di Vibo Valentia in Calabria, il più importante e ardito polo siderurgico del Regno con la produzione di componenti costruttivi metallici per ponti, delle rotaie del primo tronco ferroviario Italiano, del famoso fucile Mongiana e tante altre eccellenze oggi divenuto Museo.

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Sienteme bbuono
chiammame cu’ o nomme mio nun tengo ggenio ‘e pazzia’
se pazzea cu’a panza chiena ‘a mia è vacanta ‘a verità
tu me hai purta’ rispetto si me vide
tenimmo ‘e stessi nonni nun me cride chi songo…
…e si nun saje ca è ‘a casa mia ca è accumminciata ‘a storia
rinfriscate ‘a memoria
(Almamegretta – Black Athena).
Ci sono storie che in pochi conoscono e ancora meno raccontano, e allora, come si direbbe a Napoli, rinfriscate ‘a memoria

Per capire questa storia è bello anticipare qualche dettaglio, perché stiamo parlando di uno dei più grandi poli siderurgici del 1700 e 1800, con miniere e fabbriche che rifornirono tutta l’Europa e ancora, fu questo un luogo capace di attrarre forza lavoro con maestranze che in poco tempo divennero altamente specializzate.

Stiamo parlando di un polo siderurgico tra i più all’avanguardia in quell’epoca e, incredibile ma vero, questo polo siderurgico sorgeva in Calabria.

E allora, per proseguire con i dettagli, alcune candele, un casato reale tipo i Borbone, un decreto a tutela del patrimonio boschivo (unico al tempo), i componenti costruttivi metallici del ponte Real Ferdinando sul Garigliano e del ponte Maria Cristina, le rotaie del primo tronco ferroviario Italiano (il Napoli-Portici), un fucile (il Mongiana) e… e tante, tantissime eccellenze e primati assoluti per quel tempo.

Per ricordare qualche primato, anzi qualche numero (come precisa Vincenzo Falcone nel suo Le Ferriere di Mongiana. Un’occasione mancata) un 8 e un 10. 8 sono le ore lavorative giornaliere in miniera, 10 in fonderia. Stiamo parlando di alcuni primati assoluti, roba che gli operai degli altri poli siderurgici europei neanche immaginavano, forse e magari li sognavano.
E ancora… lavoro femminile e sfruttamento di quello minorile neanche a parlarne. Un altro numero? 1768, che sta per correva l’anno. Sta per correva l’anno perché è esattamente da quell’anno che inizia la storia, la storia del più importante e ardito polo siderurgico della Calabria, le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.

L’inizio e la fine delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana

Correva l’anno 1768 quando arrivò in Calabria tale Mario Gioffredo, architetto e urbanista considerato il Vitruvio Napoletano, con l’incarico di modernizzare il vecchio polo siderurgico dalle Regie Ferriere di Stilo. E così fu.

Mario Gioffredo individuò come luoghi per ospitare il nascente complesso siderurgico esattamente nei pressi dell’attuale Mongiana, luoghi ameni ricchi di boschi e di acque e qui, in poco meno di 2 anni, fu costruito il primo complesso siderurgico che iniziò a produrre sin da subito.
Per capire di cosa stiamo parlando, nel corso degli anni, e a seguito della realizzazione e degli sviluppi degli stabilimenti metallurgici, si costituì un villaggio di oltre mille abitanti che divenne comune autonomo con un regio decreto, era il 1852 (anche così nascono le città).
Ps: oggi Mongiana conta circa 780 abitanti, nell’area naturalistica del Parco regionale delle Serre.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria - Le case degli operai

Però, in questa storia c’è un altro correva l’anno, il 1874, e anche un giorno e un mese, il 25 maggio, mentre il luogo questa volta è Catanzaro. Il 25 maggio 1874 è la data in cui si celebrò a Catanzaro il pubblico incanto per la vendita degli stabilimenti, finiva così la straordinaria storia delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.

E allora, così come ogni storia straordinaria è segnata da un atto di fondazione eccezionale, vedi pure il Vitruvio Napoletano, capita che nel suo epilogo ci sia qualcosa di romantico.
Per tentare di vedere in una foto in bianco e nero questo epilogo, romantico e assieme estetico, dobbiamo immaginare il banco di un banditore e alcune candele accese.

Questa è l’esatta immagine che dobbiamo immaginare (è l’immagine che ci suggerisce Brunello de Stefano Manno nel suo Le Reali Ferriere ed Officine di Mongiana) perché in quei tempi era d’uso accendere sul banco del banditore alcune candele che servivano a comunicare agli interessati all’acquisto il tempo di durata dell’asta, e presentare così offerte al rialzo nel tempo della loro estinzione.

Una curiosità, l’asta fu aggiudicata dall’onorevole Achille Fazzari di Stalettì di Catanzaro (che giocava più o meno in casa) e l’atto di vendita datato 11 febbraio 1876 segna, di fatto, la chiusura delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.
Un’altra curiosità, l’Acciaieria di Terni fu fondata il 10 marzo 1884 e parrebbe che le maestranze di Mongiana si trasferirono, o meglio emigrarono, proprio a Terni, ma questa è un’altra storia, una delle tragiche storie della Calabria post-unitaria.

Il polo siderurgico calabrese: le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana

Ma ritorniamo al 1768, al Vitruvio Napoletano e ai luoghi ameni ricchi di boschi e di acque di Mongiana, alle miniere di Pazzano, alle attività di fusione e alla produzione di manufatti sia a uso bellico che civile delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.

In verità, è giusto ricordare che il ferro delle miniere calabresi di Pazzano era conosciuto già dai tempi della Magna Grecia, ferro usato per costruire utensili e armi, e anche per coniare monete. Da allora prima i Romani e poi i Bizantini proseguirono lo sfruttamento di queste miniere mentre i Normanni intensificarono e specializzarono le attività estrattive e di fusione, in particolare con Carlo V d’Asburgo.

La storia della Calabria è bella, unica e affascinante anche per questi particolari, una terra di frontiera dove ognuno ha contribuito lasciando tracce evidenti del suo passaggio, ma questi sono dettagli. Chiamiamoli dettagli perché quello che accadde a Mongiana in poco più di un secolo, dal 1768 al 1874 (esattamente 106 anni ), fu qualcosa di magico.
Pare che nella vita di ogni luogo ci sia un appuntamento con la storia, e quello di Mongiana è stato segnato dalla nascita delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana appunto.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria

La magia si realizzò a Mongiana, anche, grazie alla presenza di boschi e di torrenti (elementi che in verità caratterizzano l’intera regione Calabrese), così come di minerali ferrosi. Tre elementi naturali che suggerirono a Mario Gioffredo di localizzare qui le nuove Ferriere del Regno.
Grossomodo… il legno per lo più di faggio, trasformato in carbone, avrebbe prodotto il calore necessario per la fusione del ferro mentre le acque l’energia per alimentare gli altiforni e le ruote idrauliche.

Per capire l’attenzione e la rilevanza strategica di questi luoghi i Borbone, e in particolare Re Ferdinando IV nel 1773, emanarono un decreto a tutela del patrimonio boschivo, il Decreto Salvaboschi detto anche Decreto Pro Mongiana.

Con questo decreto furono introdotti i cicli di taglio a quarantesimo, in altri termini era concesso abbattere l’albero più vecchio tra i quaranta circostanti, albero che veniva scelto con rito ufficiale (martellatura) e abbattuto a circa 1 metro e mezzo di altezza per permettere ai boschi di riprodursi spontaneamente. E’ evidente che stiamo parlando di civiltà, e la magia di Mongiana non finisce qui.
Domenico Fortunato Savino due nomi e un cognome e, se diamo per vero che nella vita di ogni luogo ci sia un appuntamento con la storia, Mongiana ne ebbe almeno due, e il secondo ha esattamente due nomi e un cognome. Domenico Fortunato Savino, nato a Positano nel 1804 e morto a Mongiana nel 1872, è uno degli elementi magici di questa storia e delle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.

Per esempio, Savino progettò la Fabbrica d’Armi, la caserma, la fonderia, la Chiesa, il carcere, le strade, il cimitero, le nuove officine, ponti e canali, edifici, gli alloggi dei dirigenti, la Casa del Comandante. Insomma, tutto quello che c’era da progettare. E ancora, realizzò forni per la fusione e addirittura modificò una macchina a vapore, detta il ventilatore, che serviva per alimentare l’aria soprattutto in estate quando i torrenti portavano poca acqua.
Per concludere, nel 1846 il Savino riuscì a introdurre a Mongiana moderni metodi di affinazione, come per esempio un laminatoio acquistato in Inghilterra, che ovviamente perfezionò per le sue esigenze. Grazie alle magie del Savino fu questo il periodo di massima produzione per le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria - Bocca di un altoforno

Cosa si produceva nelle Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana? Busti per monumenti, tubi, campane, ruote di ferro, elementi di macchine, argani, pesi, bracieri, mortai, zappe, chiavi, bulloni, maglie, catene, componenti per i primi ponti sospesi, rotaie per tratte ferroviarie.
E ancora cannoni, mortai, proiettili, granate, baionette, sciabole, else, carabine, fucili di precisione (si ricorda il famoso fucile Mongiana oggi ricercato dai collezionisti) e si azzardarono addirittura i primi prototipi di cannoni navali binati e cartucce a percussione centrale.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria - Fucile Mongiana
A questo punto deve seguire una chicca, che è assieme una beffa, e c’è un altro correva l’anno… il 1861. Siamo all’indomani dell’unità d’Italia, AL PRIMO RE D’ITALIA – PER LA PATRIA INDIPENDENZA – I FABBRI MONGIANESI.

Sarebbe l’iscrizione che compare sull’elsa della sciabola fuori ordinanza forgiata a Mongiana con lama in acciaio lavorata a damasco, impugnatura in avorio e stemma sabaudo in oro. Si tratta di un capolavoro assoluto e sulla coccia sono ancora incisi i nomi delle maestranze di Mongiana che l’avevano realizzato, ma la beffa arrivò ugualmente, e questa è una storia che conosciamo bene.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria - Sciabola
Leggi anche: Dolci tipici della tradizione calabrese: i mostaccioli di Soriano Calabro


Le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana oggi

Si tratta di una storia magica, straordinaria, ricca di risvolti, di dettagli appassionanti e di personaggi chiave.
Certo, sarebbe stato bello raccontare la storia di un polo siderurgico nel pieno dei suoi cicli produttivi, capace di attrarre ancora forza lavoro specializzata e investitori pronti a scommettere su questa industria. Capita però che i tempi cambiano e gli incantesimi tramutano, forse, perché anche le energie cambiano e producono fenomeni nuovi, inaspettati, e non meno avanguardisti.

Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana in Calabria

E’ vero, le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana oggi non producono più busti per monumenti, tubi, campane, ruote di ferro… ma stiamo pur parlando del più importante e ardito polo siderurgico della Calabria, e la sua storia non poteva concludersi l’11 febbraio 1876 e con il romantico ricordo di una fotografia in bianco e nero.
Mongiana oggi è un luogo ancora ameno e affascinante, contemporaneo esempio e testimone esclusivo di un’archeologia industriale viva e assieme ancora in divenire con un museo che propone un modello avanzato di fruizione, valorizzazione e gestione con particolare attenzione al tema del turismo culturale.

Visitare le Reali Ferriere e Officine Borboniche di Mongiana oggi significa ri-vivere quella magia iniziata nel 1768 che continua ancora a influenzare e dominare eventi, persone, luoghi e forse, anche, qualcos’altro.

A presto, Sergio.
Ps: le foto sono tratte dal sito ufficiale MuFAR – Museo Fabbrica d’Armi e Reali Officine Borboniche di Mongiana.



Ciao, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

TRATTO DA:

http://www.sergiostraface.it/la-straordinaria-storia-delle-reali-ferriere-e-officine-borboniche-di-mongiana/

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