venerdì 21 giugno 2019
I Fascisti della Fncrsi e il golpe Borghese Una importante valutazione storica
Presentiamo questo "articolo - nota informativa", pubblicato sul Bollettino della Federazione Nazionale Combattenti della RSI ovvero, tanto per capirsi, emesso da parte di fascisti (non neofascisti!), che è di una importanza storica fondamentale.
"Il Fronte Nazionale" Scritto in data non sospetta, ovvero prima della pagliacciata del famoso Golpe Borghese (ancora oggi non è ben chiaro per conto di "Chi" venne mandata in scena e quali obbiettivi aveva) e nel mentre il cosiddetto Fronte Nazionale, appositamente varato un paio di anni prima, era in pieno reclutamento per innescare quella oscura vicenda, dimostra non solo l'estraneità dei fascisti a quelle oscure trame, ma soprattutto la loro netta e totale avversione.
Per i neofascisti del tempo, che sono altro e di diverso, le cose stanno diversamente.
Sono elementi storici di importanza capitale che dovranno essere tenuti nel dovuto conto.
Leggiamo, per prima, cosa quanto venne scritto sul bollettino Fncrsi di febbraio 1970 quindi molto prima della notte del golpe Borghese avvenuta l’8 dicembre 1970 :
FNCRSI quindicinale di informazione e di formazione politica per i Combattenti della Repubblica Sociale ItalianaAnno III - n° 5 (ottobre 1970)
Il Fronte Nazionale
Poiché molti camerati si sono rivolti a noi per saperne qualcosa, rispondiamo a tutti in unica soluzione.
Il fantomatico schieramento, al quale è stata imposta l'ampollosa denominazione di "fronte", è sorto dalle ceneri dei comitati tricolore, pateracchio paragovernativo, sfasciatosi dopo la ridicola marcia su Bolzano di qualche anno addietro. Si tratta, in sostanza, di un fronte di cartapesta, che si regge (non si sa fino a quando) a suon di ottima carta moneta.
Portatore di nessuna idea, né vecchia né nuova, esso vorrebbe riesumare uomini ed ambienti logori e squalificati, nel tentativo di allestire un contraltare all'attuale classe dirigente.
Siffatto coacervo di interessi, di velleitarismi e di mal sopite libidini di potere raccoglierebbe adesioni nei più disparati ambienti: da certo social-pussismo, a certi ambienti curialeschi, al solito comandante, ai residui circoli monarchici, al MSI ed alle sue organizzazioni parallele, alle varie avanguardie, gli ordini nuovi, le vere italie, certi militari a riposo, una certa loggia; sarebbe nelle grazie di non poche cosche mafiose e della destra DC.
Gli sarebbe stato assegnato il ruolo di sobillatore e coordinare il malcontento popolare allo scopo di predisporre la giustificazione ad un eventuale colpo di stato a favore di quelle forze conservatrici che ostacolarono i programmi sociali del ventennio fascista e che crearono, al tempo della RSI la cosiddetta resistenza che oggi pompano a copertura dei propri interessi.
E le stelle - come farebbero gli agenti della CIA e del KGB - stanno a guardare.
L'iniziativa - che non può ovviamente avere nulla a che fare con il Fascismo - ha galvanizzato numerosi ex-fascisti da tempo abbandonati a se stessi in quanto ormai idealmente logori e sfiduciati e pronti quindi ad abbracciare l'ignobile professione dei LAZZARI.
Sarà certamente l'ultima loro LAZZARONATA; l'iniziativa infatti è destinata ad abortire per intrinseca incapacità politica degli eterogenei ispiratori e propugnatori.
Ove però, per una eccezionale quanto improbabile concomitanza di interessi interni ed esterni, il "Fronte" riuscisse a dare qualche frutto, questo risulterebbe più antifascista del sistema attuale.
Starsene lontani quindi, oltre che ad una imprescindibile opportunità politica, risponderebbe ad un preciso imperativo morale. Letto e preso atto di quanto sopra, vediamo adesso di analizzare attentamente questo articolo, anche se dovremo ripeterne i passaggi.
L’articolo, nomato “IL FRONTE NAZIONALE” diretta espressione della Direzione della Fncrsi, come abbiamo visto si apre con queste parole: "Poiché molti camerati si sono rivolti a noi per saperne qualcosa, rispondiamo a tutti in unica soluzione. Il fantomatico schieramento, al quale è stata imposta l'ampollosa denominazione di "fronte", è sorto dalle ceneri dei comitati tricolore, pateracchio paragovernativo, sfasciatosi dopo la ridicola marcia su Bolzano di qualche anno addietro. Si tratta, in sostanza, di un fronte di cartapesta, che si regge (non si sa fino a quando) a suon di ottima carta moneta. Portatore di nessuna idea, né vecchia né nuova, esso vorrebbe riesumare uomini ed ambienti logori e squalificati, nel tentativo di allestire un contraltare all'attuale classe dirigente.
Siffatto coacervo di interessi, di velleitarismi e di mal sopite libidini di potere raccoglierebbe adesioni nei più disparati ambienti: da certo social-pussismo, a certi ambienti curialeschi, al solito comandante, ai residui circoli monarchici, al MSI ed alle sue organizzazioni parallele, alle varie avanguardie, gli ordini nuovi, le vere italie, certi militari a riposo, una certa loggia; sarebbe nelle grazie di non poche cosche mafiose e della destra DC".
Quindi come ci dicono chiaramente i fascisti della Fncrsi, il Fronte di Borghese è un pateracchio conservatore e reazionario della peggior destra italiana, gestito e sovvenzionato da interessi ambigui e logge massoniche.
Non mancano le cosche mafiose.
Tutto questo, come ben sappiamo, emergerà negli anni, seguenti dalle inchieste giudiziarie, testimonianze e documentazioni varie.
Altro che fascismo!
Ma andiamo avanti, perché i fascisti della Fncrsi ci fanno sapere che a questo Fronte: "Gli sarebbe stato assegnato il ruolo di sobillatore e coordinare il malcontento popolare allo scopo di predisporre la giustificazione ad un eventuale colpo di stato a favore di quelle forze conservatrici che ostacolarono i programmi sociali del ventennio fascista e che crearono, al tempo della RSI la cosiddetta Resistenza che oggi pompano a copertura dei propri interessi. E le stelle - come farebbero gli agenti della CIA e del KGB- stanno a guardare.
L'iniziativa - che non può ovviamente avere nulla a che fare con il Fascismo - ha galvanizzato numerosi ex-fascisti da tempo abbandonati a se stessi in quanto ormai idealmente logori e sfiduciati e pronti quindi ad abbracciare l'ignobile professione dei LAZZARI.
Sarà certamente l'ultima loro LAZZARONATA; l'iniziativa infatti è destinata ad abortire per intrinseca incapacità politica degli eterogenei ispiratori e propugnatori".
Ecco, con buona pace degli imbecilli che ci hanno creduto, i fascisti della Fncrsi, specificarono le vere forze e gli interessi reazionari che erano dietro a Borghese e definirono lazzari, coloro che si imbarcano in queste imprese sponsorizzate dai Servizi e dalla Cia (le documentazioni oggi desecretate dagli americani, ci hanno dimostrato che il Golpe Borghese era perfettamente al corrente della Cia, la quale sapeva bene che si trattava di una buffonata, ma lo lasciò organizzare perché tornava utile per quella “guerra non ortodossa” che al tempo stava praticando in Italia (strategia della tensione), pensando poi bene di mettergli fine al momento opportuno perchè un golpe militare non gli faceva di certo comodo).
Ed ecco la conclusione dell’articolo, con la quale i fascisti della Fncrsi, avvertirno che ogni eventuale Golpe sarebbe sempre e comunque di carattere antifascista e anti italiano:
"Ove però, per una eccezionale quanto improbabile concomitanza di interessi interni ed esterni, il "Fronte" riuscisse a dare qualche frutto, questo risulterebbe più antifascista del sistema attuale. Starsene lontani quindi, oltre che ad una imprescindibile opportunità politica, risponderebbe ad un preciso imperativo morale".
Ed infatti a chiunque sarebbe bastata la semplice considerazione che, in virtù del diktat bellico imposto all'Italia degli accordi e protocolli anche segreti, comprensivi delle operazioni stay behind (le Gladio), quindi dell'inquadramento del paese nel Sistema Atlantico, le nostre Forze Armate, di questa Repubblica democratica e antifascista, organizzate, addestrate, disciplinate e armate, anche in base ai protocolli statunitensi e con i nostri generali che passavano dalle scuole di guerra negli USA, sono subordinate agli alti comandi NATO.
Con queste considerazioni, con queste tradizioni, con queste subordinazioni, quali genere di colpo di Stato si sarebbe potuto mai compiere?
Quindi, per concludere, dichiarano e fanno capire, i fascisti della FNCRSI, se per uno strano scherzo del destino, quel Golpe sarebbe riuscito (si fa per dire ovviamente) questi lazzaroni non avrebbero trovato solo i “rossi” a contrastarli, a sparagli contro, ma avrebbero trovato anche i combattenti della Fncrsi!
E queste non furono solo note scritte perchè in quel periodo la FNCRSI distribuì dei voltanti durante una manifestazione di paracadutisti in piazza SS. Apostoli a Roma, invitando i paracadutisti a non farsi strumentalizzare.
Un volantinaggio che, negli anni seguenti, ebbe ampie risonanze sulla stampa.
PER CONCLUDERE DUE NOTE STORICHE
Il principe Valerio Borghese, che come noto non era di certo fascista, negli anni '50 ebbe comunque la carica di presidente onorario della FNCRSI, carica onoraria che a quei tempi la FNCRSI, in virtù delle sue tradizioni e formazione di ex combattenti, destinava a figure del combattentismo repubblicano (precedentemente era toccata al maresciallo Rodolfo Graziani).
Orbene il il Borghese, alle elezioni politiche del 1958, dalle pagine del Secolo d'Italia, il giornale para missista del suo amico, ex prefetto a La Spezia, Franz Turchi, fece propaganda, invitando gli ex combattenti a votare per il figlio di questi, Luigi, che si presentava nelle liste del MSI alla camera dei deputati.
Contravvenendo in tal modo al dispositivo del Direttorio Fncrsi, alle sue tradizioni e impegni ideali e politici, di non partecipare ai ludi cartacei e tanto meno di non votare per il MSI, partito mascherato, ma sostanzialmente antifascista. Pochi mesi dopo, nel 1959, la FNCRSI espulse dalla sue file - con la grave accusa di indegnità morale - , il Valerio Borghese.
Seconda nota storica Pochi giorni dopo la consumazione della pagliacciata del Golpe, che si era realizzata la notte l'8 dicembre 1970, ancora il Bollettino della FNCRSI nel suo numero di gennaio 1971, pubblicò un famoso articolo satirico, Fantasmi a Roma, in cui tutta quella vicenda venne messa in ridicolo. Ecco il testo: BOLLETTINO FNCRSI GENNAIO 1971 Racconto fantascientifico: Fantasmi a Roma
"Porco Giuda! Ma proprio questa notte s'ha da fare la rivoluzione?" cosi pensava fra sé Fabrizio del Dongo, più noto negli ambienti attivistici della capitale coll'onomatopeico nomignolo di "Moccio" mentre avanzava lentamente, sdrusciando contro i muri dei seicenteschi palazzi, alla testa del suo Commando. In effetti, quella notte d'inverno appena iniziato era la meno adatta per una passeggiata e tantomeno per eroici furori, che vengono sempre immaginati in assolati meriggi.
Ma la Patria, così era stato detto, doveva essere redenta, al più presto, e le leggi ferree della "guerra rivoluzionaria" non ammettono deroghe.
Già da qualche anno, infatti, gli spiriti erano stati destati al richiamo di un eroico futuro.
L'Italia era stata pervasa da un brivido di lotta ed il segnale era atteso nelle megalopoli e nei piccoli borghi, nelle sonnacchiose città di provincia e nei casolari sperduti.
Alcune telefonate ad esponenti del regime avevano provocato la fuga precipitosa dì questi e l'ilarità generale, rinforzando il senso della vittoria imminente.
Non si era pensato che quelle fughe erano connaturate alla natura di quei signori, abituati dalla nascita a fuggire ed a mimetizzarsi perfino nella gestione del potere.
Si era creduto invece che il panico fosse stato generato dalla coscienza della debolezza.
Perciò, I' organizzazione si era intensificata.
Il Capo aveva girato in lungo ed in largo il paese, prendendo contatti con nomi influenti e con umili cittadini.
Alcune manovre erano state fatte.
(La stampa di ogni colore aveva dato sufficiente risalto ad innocue scampagnate di qualche sparuto gruppetto di esibizionisti in divisa paramilitare provocando fremiti di eccitazione nei travet e di presunzione nei teorici della guerra rivoluzionaria).
Ma da qualche mese le notizie si erano fatte più pressanti.
Corrieri segreti percorrevano le campagne, gettando fermento e sgomento, i telefoni squillavano in piena notte, interrompendo delicati sogni, tumultuosi amplessi, laboriose partite a carte.
Finché, quella sera, era scattata l'ora X.
Il Capo li aveva tutti chiamati e divisi per squadre.
Aveva loro rivolto poche parole incitandoli alla lotta, li aveva rincuorati assicurando un successo matematico.
Poi erano state distribuite le armi.
A lui era stata data una cerbottana, ma Bartolomeo Colleoni, detto "Coglia" nel variopinto ed attivissimo ambiente politico della Città Universitaria, si pavoneggiava con una fiammante e nuovissima fionda.
Gli altri tre erano armati di forconi e li brandivano come avevano visto nel televisivo "Cinque giornate". Moccio, avvicinandosi alla meta, notava delle stranezze.
Ad esempio, uno strano via vai di uomini in divisa. Altri in borghese ma con abiti sgualciti e soprabiti tutti uguali.
Costoro passavano e ripassavano fingendo di non notarli ed il bello era che un gruppo di sciagurati, fradici di acqua, che nel pieno della notte brandendo forconi camminano come i pellerossa sul sentiero di guerra non possono non destare una ilare curiosità.
Il pensiero di "Moccio" volò al film "Le spie" visto alcuni anni prima.
E soprattutto ricordò una sequenza nella quale si verificava un traffico incredibile di spie che si spiavano a vicenda dai posti e con i mezzi più strani, fingendo di ignorarsi.
Già in serata, in quella sala, Moccio aveva notato strani congegni: registratori, flashes, microcamere.
Tutto quell'apparato dava un tono mistificatorio alla loro impresa che lo andava pian piano disgustando.
Oltre ad impensierirlo. Ne parlò con il Coglia. Questi andò indietro a parlare cogli altri. Si fermarono un po' a borbottare. Moccio udiva imprecazioni e bestemmie. Non ci fece molto caso. Qualsiasi cosa dicessero, non glie ne fregava niente. L'acqua continuava a cadergli addosso fredda, ghiaccia, scocciante. Il letto era a due passi. Bastava solo salutare gli amici, lasciare le consegne a qualcuno e andare a dormire, a stendersi al caldo.
Scacciò la tentazione e fece un fischio sordo al gruppo borbottante, riprendendo la marcia di avvicinamento.
Ogni tanto si fermavano per passarsi una sigaretta e per smoccolare assieme. In vicinanza della meta accelerarono spontaneamente l'andatura ed arrivarono di corsa, trafelati, al punto prestabilito.
E qui, non sapendo cosa fare, cominciarono ad aspettare.
In verità non avevano ricevuto molte istruzioni.
Era stato loro detto di raggiungere quella meta e di tenere quella posizione.
Ma quella piazza scarna e nuda come poteva essere difesa, e quelle strane persone che continuavano a gironzolare con fare svagato, ed i portaordini che non arrivavano? Non c'era di che lamentarsi troppo.
Tutto funzionava come sempre, cioè nel disordine e nella inefficienza più completi.
Uno si ruppe le scatole e se ne andò. Gli altri insaccarono la testa nelle spalle, e battendo i piedi e fregandosi le mani attesero.
L'acqua, imperterrita, continuò a cadere gelida, invincibile, dilagante e non si poteva neppure infilarsi in un androne.
Dopo circa un paio d'ore arrivò qualcuno e disse che bisognava ritornare al punto di partenza.
La tortura era finita, la tensione si quietò e più distesi presero la via del ritorno sfottendosi a vicenda.
Moccio era deluso, non più né meno delle tante altre volte che aveva partecipato a quei strani giochetti di piazza che servivano alla stampa ed ai partiti per imbastire le loro speculazioni, i ricatti, gli scambi di vertice. Lo stanzone nel quale si ritrovarono sapeva di fumo e di vapor acqueo.
Erano circa la metà di quanti fossero tre ore prima, e ciò era scontato in partenza.
Da quel calderone uscivano frammenti di bestemmie, offese varie e imprecazioni.
Voci grevi ululavano che si erano rotti i testicoli di aspettare e volevano andarsene a letto.
Finalmente arrivò il Capo. Si fece silenzio. Il Capo disse brevemente che il colpo di stato non si poteva fare per sopraggiunte complicazioni e veniva rimandato ad una stagione migliore.
Finì dicendosi fiducioso degli immancabili destini, e salutò commosso i suoi fedeli.
La sua partenza fu salutata da un imponente, fragoroso, entusiastico coro di pernacchie.
Come noto pochi anni dopo il regista Monicelli nel suo film “Vogliamo i colonnelli”, riprese il tema di mettere in burletta quella pagliacciata.
C'è da osservare che nè i fascisti della FNCRSI né Monicelli conoscevano un episodio reale, di quella notte dell'Immacolata, quello dell’ascensore, altrimenti lo avrebbero messo nella parodia.
Lo descriviamo come lo hanno riportato nel libro Palma, Seresini e Scadagliato: “Piazza Fontana Noi sapevamo - Le verità del generale Maletti” (Ed. Aliberti 2010): "Rievocando il golpe Borghese e l’episodio “dell’ascensore” i giornalisti chiesero al generale Gianadelio Maletti ex Sid: "In pochi si mossero dice lei... Un commando neofascista nel frattempo riuscì a introdursi nell’abitazione di Vicari. I golpisti balzarono sull’ascensore, pigiarono il tasto di chiusura e rimasero bloccati. Non avevano letto la targhetta metallica.
Pesavano troppo: il montacarichi si era guastato.
Furono liberati, dopo un intera nottata di improperi, solo la mattina seguente".
Risponde Maletti: “Infatti, fu una operazione all’amatriciana”
Nota Tutti questi articoli sono visibili nel Sito della FNCRSI : http://fncrsi.altervista.org/ nella sezione archivio, che raccoglie i suoi PERIODICI.
TRATTO DA:
https://vk.com/doc476559165_506179575?hash=8e730bd9b109fda1ed&dl=55d55a01e54f7002a0&fbclid=IwAR2qTfov7nJ8ZDFJK425zlcSdab_HrdIXb-rZ_PmR3QL2ClkZOccfSOddjw
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