domenica 28 aprile 2019

L’eccidio dei partigiani del 1944 di piazzale Loreto. I fatti veri mai detti.

 
 
L’eccidio dei partigiani del 1944: l’8 agosto del 1944, mentre un camion tedesco stava distribuendo, in viale Abruzzi, derrate alimentari alla popolazione quali avanzi delle mense tedesche (cosa che avveniva di frequente), intorno alle 8,15 lì dove l’arteria sfocia in piazzale Loreto, esplose una bomba che uccise alcuni soldati germanici ed alcuni cittadini (si disse 5, ma è controverso, forse furono meno).

Fu un attentato vile e per il particolare evento anche odioso e prevedibile (se non voluto) nel suo scatenare la volontà tedesca di attuare una rappresaglia.

Fu così che i tedeschi ordinarono l’uccisione e la conseguente esposizione in pubblico su piazzale Loreto di 15 partigiani o antifascisti presi dalle galere dove erano detenuti.
Pretesero anche che all’esecuzione contribuissero i fascisti e quindi un plotone di militi della “Muti”, partecipò alla fucilazione ed al servizio di guardia ai cadaveri esposti.

Ma non tutti sanno che lo stesso Mussolini (testimonianze sono molte e concordi), una volta informato (con ritardo) dell’accaduto, ebbe un terribile attacco d’ira che travolse il ministro della Cultura Popolare Fernando Mezzasoma, in quel momento presente.

Mussolini quindi si mise in contatto con il comando tedesco a Milano, sfogandosi in tedesco con chi venne a rispondere al telefono.

Sfinito mormorò poi: “Sono dei pazzi!.

Stessa protesta fu da Mussolini rivolta al comandante della Muti, Franco Colombo.

In ogni caso quelle proteste così veementi e la dissociazione di Mussolini a nome della Repubblica Sociale, da quel tipo di rappresaglie, sortirono l’effetto di impedire la fucilazione di altri 20 ostaggi decisa dai tedeschi per l’uccisione a Milano di una loro crocerossina.

Maurizio Barozzi.

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