1. Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.
2. Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi,
sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia
dell’avventura e del pericolo.
3. Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e
di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e di
ubbidire.
4. Avere un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberare: il
testimonio della coscienza, il più severo, il più inesorabile dei nostri
giudici.
5. Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene e operarlo in silenzio.
6. Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì
ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si
affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della
vita umana.
7. Non indulgere al mal costume delle piccole transazioni e delle avide
lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all’appello, ma in
nessun caso arrivisti e vanitosi.
8. Accostarsi agli umili con intelletto d’amore, fare opera continua per
elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per
ottenere questo occorre dare l’esempio della probità.
9. Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.
10. Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità,
credere fermamente nel bene. Avere sempre vicina la verità e come
confidente la bontà generosa.
Tratto da : https://bibliotecafascista.org/perche-esiste-ilcovo/
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