di Jacopo Cioni
State
buoni, si lo so che molti che leggono hanno ben chiaro ciò che
scriverò, spero che il messaggio arrivi a qualcuno che questi concetti
non ha ben chiari.
Quando si dialoga con un condizionato
sociale, ammaestrato dalla televisione e dai giornali si fa una fatica
enorme nel cercare di scalfire la sua granitica convinzione che l’euro e
come diretta conseguenza l’UE non siano in realtà dei gioghi che
schiavizzano le nazioni sottraendo Sovranità ai popoli e allo stesso
tempo sottraggano beni materiali in cambio di foglietti colorati
chiamati soldi. Sembra incredibile, ma riuscire a fargli capire che il
denaro che ha in tasca è un bene di diritto privato e non pubblico è
un’impresa titanica. La cosa incredibile è che se anche riesci ad
insinuare un dubbio, prove alla mano, non riescono a capire, o almeno
percepire, le conseguenze del problema moneta. Qualcuno arriva a dire:
va bhe e allora? Che cambia se la moneta è privata? Che cambia se il
potere è in Europa? Tanto eleggiamo il Parlamento Europeo! Non riescono a
comprendere la differenza fra una moneta emessa in nome del popolo e
una emessa in nome… di chi? Non comprendono che eleggere un Parlamento
esautorato del potere di legiferare rispetto ad altri 13 organi non
eletti è un assurdo democratico.
13
organi su cui il popolo non esercita ne controllo elettivo ne ha la
possibilità legale di destituirli ed uno solo organo eletto che
praticamente non ha nessun potere diretto. Ed ai popoli europei ciò
sembra normale!
Non
divaghiamo, di dittatura oligarchica parleremo in seguito dedichiamoci
al mezzo usato per ottenere una dittatura economica mezzo che determina
il potere oligarchico.
Il denaro e questo mezzo.
Un
tempo il controllo delle materie prime e dell’energia permetteva alle
multinazionali di influenzare la politica, poi la politica se la sono
comprata con il controllo del denaro.
Come diceva Thomas Jefferson: ” Io
credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre
libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo
americano permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione
del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le
banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il
popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche
una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.“
Leggetevi a questo LINK
che cosa è l’euro e le varie curiosità che lo caratterizzano, prima
emissione (2002), seconda emissione (2013), numeri di serie, ecc, tanto
per prendere confidenza.
La differenza fra un bene di diritto pubblico e uno di diritto privato è nella proprietà del bene stesso.
Proviamo a mettere giù alcuni punti; come capiamo che l’euro è privato?
-
Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.
-
Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.
-
Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato ed ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che dovrebbero essere soggetti pubblici.
-
Stabilito tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e a costo zero.
Primo assioma:
-
Stabilirne la proprietà giuridica cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.
E a chi appartiene?
Una piccola digressione. Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea o Trattato di Maastricht SONO LA STESSA COSA; il trattato di Maastricht per l’Italia è stato firmato 7 febbraio 1992 dal Presidente del Consiglio GIULIO ANDREOTTI, il Ministro degli Esteri GIANNI DE MICHELIS e il Ministro del Tesoro GUIDO CARLI. Finita la digressione.
L’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea il cui comma 1 recita: “La
Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare
l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca
centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere
banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle
banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso
legale nell’Unione.”
Al comma 2 recita: “Gli
Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con
l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il
volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa
consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può
adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni
tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione,
nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.”
Quindi
possiamo affermare con certezza che l’euro, potendo essere emesso in
forma cartacea solo dalla BCE e solo su autorizzazione della BCE coniato
in forma metallica dagli stati, ed essendo le uniche banconote a corso
legale nell’Unione, appartiene legalmente alla BCE, La Banca Centrale
Europea. L’euro appartiene ad una banca.
Sarebbe un problema questo se la banca appartenesse ai 500 milioni di
europei? No non credo in quando la BCE sarebbe una banca pubblica di
proprietà del popolo e quindi l’euro sarebbe di proprietà del popolo. E’
cosi? E’ di proprietà dei 500 milioni di europei? NO, vediamo allora a chi appartiene la BCE e quindi l’euro.
Per sapere a chi appartiene l’euro si deve sapere a chi appartiene la BCE. Ovvio no?
Per
ora possiamo solo affermare con certezza che la sovranità monetaria di
ogni singolo stato dell’Unione è stata ceduta alla BCE. I singoli stati
non possono più stampare nessun tipo di denaro se non gli euro in moneta
e solo su autorizzazione della BCE. Questo dice l’art 128.
Le
Banche Centrali Nazionali (nel caso italiano la Banca d’Italia) sono le
uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale
sociale della BCE, questo è scritto nell’art. 28 comma 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Quindi
possiamo affermare con certezza che le banche centrali dei vari paesi
sono le proprietarie della BCE. Questo dice l’art 28.
Per darvi un’idea il capitale sociale della BCE è così ripartito:
Banca Centrale Nazionale
|
% Capitale sottoscritto
|
Capitale versato (€)
|
Belgio – Nationale Bank van België
|
2,4708
|
142.334.199,56
|
Germania – Deutsche Bundesbank
|
20,5211
|
1.182.149.240,19
|
Grecia – ΤρÜπεζα της ΕλλÜδος
|
1,8168
|
104.659.532,85
|
Spagna – Banco de España
|
7,5498
|
434.917.735,09
|
Francia – Banque de France
|
14,3875
|
828.813.864,42
|
Irlanda – Central Bank & Financial Services
|
0,8885
|
51.183.396,60
|
Italia – Banca d’Italia
|
12,5297
|
721.792.464,09
|
Cipro – Banca centrale di Cipro
|
0,1249
|
7.195.054,85
|
Lussemburgo – Banque centrale du Luxembourg
|
0,1575
|
9.073.027,53
|
Malta – Bank Ċentrali ta’ Malta
|
0,0622
|
3.583.125,79
|
Paesi Bassi – De Nederlandsche Bank
|
3,8937
|
224.302.522,60
|
Austria – Österreichische Nationalbank
|
2,0159
|
116.128.991,78
|
Portogallo – Banco de Portugal
|
1,7137
|
98.720.300,22
|
Slovenia – Banka Slovenije
|
0,3194
|
18.399.523,77
|
Finlandia – Suomen Pankki
|
1,2448
|
71.708.601,11
|
Totale
|
69,6963
|
4.014.961.580,45
|
Perfetto,
quindi stabilito che la BCE appartiene alle banche centrali delle varie
nazioni, non rimane che sapere a chi appartengano le banche centrali.
Questo diventa più complesso e lungo, ma se vi accontentate della Banca
d’Italia sapendo che tutte le altre banche centrali sono alla stessa
stregua possiamo non perderci, almeno spero…
La
Banca d’Italia trae in inganno con il nome, un tempo era pubblica e
dipendeva direttamente dal Ministero del Tesoro, poi è stata trasformata
in un istituto di diritto pubblico. Questo trae ancora in inganno in
quanto si presuppone che un istituto di diritto pubblico faccia gli
interessi pubblici e sia controllato da leggi pubbliche. Invece risponde
a delle leggi pubbliche, ma alla fine chi controlla le leggi pubbliche
può cambiarne la destinazione d’uso che poi è quello che è successo. Ha
quindi un senso affermare che si tratta di un istituto di diritto
pubblico se non esercita più interessi pubblici? O peggio se li
esercita, ma in realtà non sono interessi (vantaggi) per
il pubblico inteso come popolo? Non solo, ma sussiste un consiglio
d’amministrazione che è in buona parte è eletto dai “proprietari” della
banca. Quindi chi sono questi proprietari? Chi possiede le quote
societarie di Banca d’Italia? La ricerca è lunga sul sito ufficiale, ma
con un poco di pazienza si trova il file che indica la proprietà, questo
è il LINK, vi facilito la ricerca.
Il capitale sociale della Banca d’Italia è così ripartito:
Ente partecipante – Numero quote
Intesa Sanpaolo SpA 93.661
Unicredit SpA 66.342
Generali Italia SpA 19.000
CR in Bologna SpA 18.602
Inps 15.000
Banca Carige SpA 11.869
BNL 8.500
Banca MPS 7.500
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli SpA 6.300
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza SpA 6.094
UnipolSai Assicurazioni SpA 6.000
Cassa di Risparmio di Firenze SpA 5.656
Allianz SpA 4.000
Banco
Popolare S.c. 3.668 Cassa di Risparmio del Veneto SpA 3.610 Cassa di
Risparmio di Asti SpA 2.800 Banca delle Marche SpA 2.459 INAIL 2.000 CR
del Friuli Venezia Giulia SpA 1.869 CR di Pistoia e della Lucchesia SpA
1.126 CR dell’Umbria SpA 1.106 CR di Ferrara SpA 949 Banca Popolare di
Milano Scarl 873 CR di Ravenna SpA 769 Banca Popolare dell’Emilia
Romagna S.c. 759 Banca Regionale europea SpA 759 CR di Fossano SpA 750
Banca Popolare di Vicenza Scpa 687 CR di Cesena SpA 675 Banca
dell’Adriatico SpA 653 CR di S. Miniato SpA 652 Cassa
dei Risparmi di Forlì e della Romagna SpA 605 Banca Carime SpA 500
Società Reale Mutua Assicurazioni 500 Veneto Banca Scpa 480 Banca CARIM
SpA 393 CR di Bolzano SpA 377 CR di Cento SpA 311 CR della Spezia SpA
266 CR della Provincia di Viterbo SpA 251 CR di Orvieto SpA 237 Banca CR
di Savigliano SpA 200 CR di Volterra SpA 194 CR della Provincia di
Chieti SpA 151 CR di Fermo SpA 130 Cassa di Risparmio di Savona SpA 123
CR della Provincia di Teramo SpA 115 CR di Civitavecchia SpA 111 Credito
Valtellinese S.c. 101 CR di Carrara SpA 101 CR di Loreto SpA 100 CR
della Repubblica di S.Marino SpA 36 Banca CARIPE SpA 8 Banca Monte Parma
SpA 8 CR di Rieti SpA 8 CR di Saluzzo SpA 4 Banca del Monte di Lucca
SpA 2
Totale quote 300.000
Le azioniste evidenziate in blu sono sufficienti, anzi abbondantemente sopra la sufficienza, a gestire il 51% delle quote, sono quindi le padrone di Banca d’Italia, l’unico ente pubblico (INAIL) è evidenziato in rosso nel buglione di tutte le altre aventi quote minori.
Questo
evidenzia che non è il popolo italiano ad avere le azioni di Banca
d’Italia nel proprio portafoglio titoli e nemmeno società o apparati
pubblici hanno queste azioni, ma la proprietà è di S.P.A, cioè società
per Azioni. Tutte queste società essendo S.P.A. sono private quindi a
loro volta hanno degli azionisti privati che le controllano, un poco
come le scatole cinesi; arriveremo mai a sapere chi è la persona o le
persone fisiche proprietarie della BCE e quindi dell’euro? Non ci
sperate!
AZIONISTA | AZIONI ORDINARIE | % DI POSSESSO |
---|---|---|
Compagnia di San Paolo | 1.486.372.075 | 9,374% |
BlackRock Inc. (1) | 775.978.889 | 4,894% |
Fondazione Cariplo | 767.029.267 | 4,838% |
Fondazione C.R. Padova e Rovigo | 531.264.450 | 3,351% |
Ente C.R. Firenze | 414.655.221 | 2,615% |
Norges Bank (2) | 331.386.184 | 2,090% |
People’s Bank of China | 317.642.846 | 2,003% |
Osservando
la tabella si nota innanzi tutto che circa il 70.8% delle azioni sono
sul mercato, proprietà di piccoli, medi o grandi azionisti, ma non
fatevi ingannare, il 70% disperso in un mare non è la vera forza di
controllo, il controllo è sempre esercitato da chi mette insieme il
consiglio di amministrazione e per far questo non servono tanti azioni,
ma un numero sufficiente rispetto a quelle disgregate fra tanti piccoli
azionisti. Quindi i proprietari di Intesa San paolo sono in quella
tabella, cioè altre S.P.A. e fondazioni.
La prima: La Compagnia di San Paolo
è una fondazione di diritto privato, occhio, non pubblico ma privato.
Saltando tutta la chiosa degli scopi culturali o meno andiamo a vedere a
chi appartiene? A nessuno,
una fondazione di diritto privato non appartiene a nessuno; ma qualcuno
sceglierà il consiglio di amministrazione nel caso in oggetto chiamato
Consiglio Generale e il presidente? Chi sceglie gli organi dirigenziali?
Dunque, leggendo lo statuto
non possono essere Presidente ne far parte del Consiglio Generale
persone che sono in cariche istituzionali varie, dal Parlamento ai
Comuni, cioè uomini eletti dal popolo, loro non possono accedere. Per
ora sappiamo solo chi non può essere a decidere presso La Compagnia di
San Paolo.
Tutti gli organi dal Presidente ai Revisori dei Conti sono eletti dal Consiglio Generale. (da wikipedia) Il Consiglio Generale è
formato da 21 membri, 17 membri nominati e 4 membri eletti dagli stessi
17 nominati tramite cooptazione e nomina il presidente. La nomina dei
consiglieri spetta a vari enti: 2 al Comune di Torino, 1 alla Regione Piemonte, 1 alla Provincia di Torino, 1 al Comune di Genova,
2 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di
Torino, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
di Genova, 1 alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura di Milano, 1 alla Camera di Commercio, Industria,
Artigianato e Agricoltura di Roma, 1 alla Unione Regionale delle Camere
di Commercio del Piemonte, 1 al Consiglio Regionale del Volontariato
(legge della Regione Piemonte 29 agosto 1994, n. 38), 1 alla Accademia delle Scienze di Torino, 1 alla Accademia Nazionale dei Lincei,
1 ad un Ente europeo indicato dal Consiglio Generale della fondazione, 1
al Presidente pro-tempore della Commissione della Comunità Europea e 1
alla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e
Donna presieduta dal Ministro per le Pari Opportunità.
Capite
il senso di quando scrivo che non appartiene a “nessuno” è solo un
gioco di potere politico e privato che gestisce la fondazione,
fondazione che però ha il pacchetto azionario più grosso in Intesa San
Paolo, prima azionista della Banca d’Italia.
Possiamo comunque dedurre che la fondazione non appartiene al popolo italiano, questo si può affermare; possiamo affermare che è una fondazione di diritto privato ed
anche questo è certo; che il Consiglio Generale è quello che la dirige e
incarica gli altri organi ivi compreso il Presidente e che questo
Consiglio Generale è eletto da altre entità riconducibili a strutture
pubbliche sia italiane che europee dove si consuma il gioco
politico/economico del potere nella Compagnia di San Paolo. Una scatola
cinese.
Veniamo alla seconda: BlackRock Inc
. Si tratta di una società finanziaria di investimento per conto terzi.
Capire a chi appartiene non è facile e non certo favorito dalla stessa
società che per farti accedere a determinate aree ti pone difronte ad
una accettazione di responsabilità, questa:
“CONFERMO
DI ESSERE UN INTERMEDIARIO O UN INVESTITORE QUALIFICATO, COME DEFINITO
DAL REGOLAMENTO CONSOB IN MATERIA DI EMITTENTI, E DESIDERO CONSULTARE LE
INFORMAZIONI, OPINIONI E RICERCHE SUI MERCATI PUBBLICATE NELLA PRESENTE
SEZIONE DEL SITO. TALI INFORMAZIONI POTRANNO ESSERE RESE DISPONIBILI
ANCHE SOLTANTO IN LINGUA INGLESE.
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Prima dell’adesione leggere il Prospetto e il KIID, disponibili sul sito www.blackrock.com/it”
Alla
faccia della trasparenza, un povero cristo qualsiasi non deve sapere a
chi appartiene la BlackRock ed infatti io mi son guardato bene da
approfondire, questi signori usano le leggi da loro stessi volute per
non farti sapere, per spaventarti. Andiamo a vedere su yahoo perchè sul sito della BlackRock la gente normale non può guardare!
Ecco qua a chi appartiene la BlackRock:
Titolare
|
Azioni
|
% Out
|
Valore *
|
Segnalato
|
---|---|---|---|---|
Gestione Norges Bank Investment
|
11.788.018
|
7.16
|
4214923692
|
31 dic 2014
|
Wellington Management Company, LLP
|
10.404.483
|
6.32
|
3806376019
|
Mar 31, 2015
|
FMR, LLC
|
7.237.592
|
4.40
|
2647800628
|
Mar 31, 2015
|
Vanguard Group, Inc. (The)
|
6.633.023
|
4.03
|
2426625107
|
Mar 31, 2015
|
State Street Corporation
|
5.450.518
|
3.31
|
1994017483
|
Mar 31, 2015
|
PNC Financial Services Group, Inc.
|
34.609.564
|
21.02
|
11974217333
|
30 giugno 2015
|
BlackRock Institutional Trust Company, NA
|
3.204.645
|
1.95
|
1108743112
|
30 giugno 2015
|
JP Morgan Chase & Company
|
3.096.708
|
1.88
|
1132899642
|
Mar 31, 2015
|
Massachusetts Financial Services Co.
|
3.083.959
|
1.87
|
1128235548
|
Mar 31, 2015
|
Mizuho Financial Group, Inc.
|
3.067.485
|
1.86
|
1061288494
|
30 giugno 2015
|
Da
perdersi no…. non ci si arriva in fondo, però si può affermare che il
secondo azionista di Intesa San Paolo la BlackRock non è certo una
società pubblica, ma di proprietà di altre società private di
investimento ed S.P.A; chi non ha subito notato la JP Morgan Chase &
Company?
Altre scatole cinesi.
Vi invito a leggervi questi articoli, molto interessanti sulle proprietà ed azioni della Blackrock.
http://sinistrainrete.info/finanza/5018-maria-grazia-bruzzone-fu-davvero-blackrock-a-ispirare-il-qcambio-di-scenaq-del-2011-in-italia.html
http://www.lastampa.it/2015/04/13/blogs/underblog/fu-davvero-blackrock-a-ispirare-il-cambio-di-scena-del-in-italia-ej5SJuX0LL9ZyFoWYPOmbL/pagina.html
http://www.senzasoste.it/nazionale/blackrock-la-societa-di-investimento-che-in-italia-conta-pi-di-mattarella
http://www.libreidee.org/2015/04/fa-crollare-litalia-poi-se-la-compra-ma-chi-e-blackrock/
Guardando lo statuto all’art. 2 si legge: – Natura e disciplina 1. La Fondazione, persona giuridica privata senza
fine di lucro, dotata di piena capacità e di piena autonomia statutaria
e gestionale, è disciplinata, conformemente alle vigenti disposizioni
di legge, dalle norme del presente Statuto in armonia con la Carta delle
Fondazioni adottata dall’Associazione di Fondazioni e Casse di
Risparmio spa.
Stessa
cosa della Fondazione San paolo, non appartiene a nessuno, ma è
certamente un soggetto giuridico privato e non pubblico, quindi non appartiene di certo al popolo italiano.
Appartiene ai soliti giochi di potere finanziario e politico, cioè
coloro che hanno la forza di stabilire presidente e consiglio
d’amministrazione.
Andiamo oltre. Fondazione C.R. Padova e Rovigo solita storia, solita fondazione, solito discorso. Non siete convinti a voi lo statuto.
Signori con Intesa Sanpaolo SpA ci abbiamo provato e ci perdiamo in soggetti sicuramente privati ma che rimangono sconosciuti nella proprietà, ci vorrebbe un cane da tartufi e non a caso. Vogliamo provarci con Unicredit SpA?
Maggiori azionisti
|
Azioni ordinarie
|
% di possesso (1)
|
---|---|---|
1. Aabar Luxembourg S.A.R.L.
|
296.417.767
|
5,041% (2)
|
2. BlackRock Inc.
|
273.722.470
|
4,655% (2)
|
3. Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona
|
206.864.640
|
3,467%
|
4. Central Bank of Libya
|
174.765.354
|
2,929%
|
5. Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
|
150467668
|
2,522%
|
6. People’s Bank of China
|
119.657.792
|
2,005%
|
La
BlackRock Inc è la stessa di Intesa San Paolo, ma tu guarda, poi ci
ritroviamo banche Libiche e Cinesi, ma tu guarda, Libia (a cui or ora è
stata esportata la democrazia da Stati Uniti e Francesi, popoli
altamente democratici) e Cina, il grande pericolo asiatico. Le solite
fondazioni di nessuno, insomma ancora scatole cinesi, nel vero senso
della parola, ma sicuramente nessun soggetto pubblico, solo soggetti
privati, e nemmeno privati italiani, ma stranieri, extracomunitari!
Privato,
sempre tutto privato, lo possiamo dedurre che banca d’Italia è un
soggetto di proprietà privata o no? Qualcuno può ancora sostenere il
contrario?
Se
volete potete continuare all’infinito; la proprietà di Banca d’Italia è
in mano a chi comanda alla fine delle scatole cinesi e queste società
non sono dei popoli, ma di investitori privati. Fra l’altro società
private anche straniere, non italiane, il che fa pensare e molto, a
quanto in realtà è assurdo il nome Banca d’Italia.
I
Detentori del potere finanziario, loro posseggono Banca d’Italia e
quindi attraverso essa il 12,5297% della BCE, Banca Centrale Europea e
quindi la proprietà dell’euro, della moneta che comunemente utilizziamo.
Non
vi sbagliate, le altre banche centrali dei paesi europei sono nella
stessa situazione anzi anche peggio, per esempio la FED, Deutsche Bundesbank, per
legge prevede che i nomi degli azionisti siano segreti e fra l’altro la
sede operativa e amministrativa è a Washington DC e la sede legale è in
Porto Rico.
In realtà qualche anno fa i nomi degli azionisti sono emersi:
Banca Kuhln Loeb di New York
Banca Rothschild di Berlino
Banca Warburg di Amburgo
Lazard Brothers di Parigi
Banca Rothschild di Londra
Banca Warburg di Amsterdam
Banche Israel Moses Seif in Italia
Chase Manhattam Bank di New York
Goldman Sachs di New York
Banca Rothschild di Berlino
Banca Warburg di Amburgo
Lazard Brothers di Parigi
Banca Rothschild di Londra
Banca Warburg di Amsterdam
Banche Israel Moses Seif in Italia
Chase Manhattam Bank di New York
Goldman Sachs di New York
fonte 2013
Insomma anche qua tutti azionisti privati anche se i dati nel frattempo sembrano cambiati come si legge da Repubblica 2014.
Quindi il primo assioma:
-
Stabilirne la proprietà giuridica, cioè a chi appartiene. Se il risultato è che appartiene a soggetti o aziende private significa evidentemente che non appartiene alla comunità, popolo, cittadini, insomma a tutti noi 500 milioni di europei.
Possiamo dire che è stato soddisfatto? O qualcuno ha ancora dubbi?
La BCE e L’euro sono di proprietà privata.
A questo punto, di solito, l’interlocutore tira fuori lo Statuto di Banca d’Italia e cita l’art. “1 comma 1: “La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico.”
deducendone che fa l’interesse pubblico e non quello privato. Anche
Pinocchio ha creduto al gatto e la volpe cedendogli le monete d’oro, ma
una persona assennata sa che non esistono i campi dei miracoli. Nel
comma 2 infatti c’è scritto: “Nell’esercizio
delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca
d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e
indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono
sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati.”
Come a dire che nessuno, nemmeno lo Stato può intervenire sulle
decisioni prese all’interno di Banca d’Italia escludendo di fatto il
“diritto pubblico”. Non è chiaro? Se anche lo Stato, cioè noi, non
possiamo mettere bocca che istituto di diritto pubblico è? Se poi
leggiamo il comma 3 dell’art. 1 c’è da sganasciarsi: “Quale
banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del
Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le
funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC.
Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC ai sensi dell’art. 127.1 del
Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Trattato).“. In pratica, chi controlla chi? e soprattutto chi decide il proprietario o la proprietà? Ricordo che il trattato sul funzionamento dell’Unione europea è sempre il trattato di Maastricht.
Veniamo al secondo assioma:
-
Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.
Per definizione una moneta (le nostre vecchie lire) è un istituto di diritto pubblico, che significa?
Il termine istituto giuridico indica, nel diritto, il complesso di norme che regolano una medesima fattispecie, se ci aggiungiamo pubblico significa
che la fattispecie in oggetto è pubblica, non privata, cioè appartiene
ad un organismo (Stato) che è di proprietà di tutti.
La moneta è un istituto di diritto pubblico?
Dipende
da chi è emessa, se è emessa da uno Stato, come le nostre vecchie lire
(antecedenti 1981), direi di si, ma se è emessa da un ente privato come
la BCE non è più un istituto di diritto pubblico, ma privato.
Come
è possibile provare che l’euro è una moneta riconducibile ad un
istituto di diritto privato? Semplicemente osservandola. Se ricordate le
vecchie lire (antecedenti al 1981) riportavano: REPUBBLICA ITALIANA,
oppure BANCA D’ITALIA quando ancora la banca d’Italia era un istituto di
diritto pubblico legata al Ministero del Tesoro, poi dopo il 1981 e a
seguire è divenuta un istituto di diritto pubblico ma di proprietà
privata e modificando questa posizione si predisponeva l’avvento
dell’euro. Riportavano inoltre ” BIGLIETTO DI STATO A CORSO LEGALE”, a
significare che era emesso dallo Stato e lo Stato stesso ne garantiva la
legalità.
Osserviamo
adesso l’euro entrato in sostituzione di quasi tutte le monete europee
nel 2002, dico quasi tutte perchè alcuni paesi come l’Inghilterra sono
nell’Europa Unita ma hanno mantenuto la propria moneta, da notare che
questi paesi subiscono molto meno i problemi economici che invece
affliggono soprattutto i paesi mediterranei.
Prima di tutto non si nota nessuna scri tta tipo “pagabili a vista al portatore”
dato che la BCE non ha una riserva aurea e quindi non è in grado di
convertire a richiesta la moneta in un altro bene durevole e non esiste
nemmeno la scritta “la legge punisce gli spacciatori e fabbricanti di moneta falsa” o ancora “Unione Europea”. Ci sono gli acronimi della BCE in varie lingue, la bandierina europea ma nessun riferimento ad un’unione di stati.
Poi piccolo piccolo davanti agli acronimi della BCE c’è un simboletto, questo: ©. Sapete certamente che cosa è, il simbolo del copyright.
Questo
simbolo secondo il dizionario ha questo significato: “Diritto d’autore
su un’opera letteraria, scientifica, artistica ecc, implicante il
divieto di ogni riproduzione e vendita abusiva per un determinato numero
di anni stabilito dalla legge. Estens. La menzione di questo diritto
rappresentata dal simbolo © seguito dal nome del titolare e
dall’indicazione dell’anno di decorrenza di tale diritto.
Come
vediamo sull’euro è correttamente indicato, il simbolo seguito dal nome
del titolare (la BCE) e l’anno di decorrenza di tale diritto. © BCE ECB EZB EKT EKP 2002.
Il copyright o diritto d’autore è l’istituto di Diritto Privato, cioè ha
lo scopo di tutelare i proventi dell’attività intellettuale attraverso
il riconoscimento di una serie di diritti all’autore dell’opera.
L’autore esercita in forma esclusiva i diritti cioè permette a lui
stesso di remunerarsi per un periodo limitato nel tempo attraverso lo
sfruttamento commerciale dell’opera. Chi viola il diritto d’autore deve
pagare una sanzione. In particolare, il diritto d’autore è una figura
propria degli ordinamenti di civil law (tra i quali la Francia e l’Italia), mentre in quelli di common law (come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), esiste un istituto parzialmente diverso del copyright.
Ovvio
che una banca privata non può tutelare la riproduzione indiscriminata
di una moneta privata come farebbe uno Stato e si deve affidare al
diritto privato; appunto il copyright.
Uno
Stato non userebbe mai il copyright su una moneta di sua emissione, ne
vieterebbe la riproduzione semplicemente per legge. Infatti avete mai
visto il simbolo del copyright su un francobollo o una marca da bollo?
Da
notare infatti che ogni foglio di carta-finta-moneta euro stampata dal
2002 ad oggi è sempre uguale a quello stampato per la prima volta nel
2002. Tutte riportano la stessa data 2002 che
non è l’anno di stampa ma l’anno di deposito del copyright. Nei nuovi
fogli dei 5 euro l’anno cambia, 2013 anno di deposito del nuovo
copyright. Per il nuovo taglio dei nuovi 10 euro, 2014 anno di deposito
del nuovo copyright.
Qualcuno
potrebbe obbiettare stupidamente che sono stati tutti stampati nel
2002, che già di per se è un assurdo dato che se fossero tutti stati
stampati nel 2002 non si spiegherebbero i bilanci della BCE dove ogni
anno c’è scritto quanti euro sono stati emessi e quanti ritirati, ma
soprattutto non si spiegherebbe come su tante banconote c’è la firma di
Draghi che non era certo in carica nel 2002.
Come dice il Prof. Giannuti la moneta vera,
come le vecchie lire, è un istituto di diritto pubblico a corso forzoso
che non puoi rifiutare di accettare in pagamento; l’euro non è a corso
forzoso in quanto moneta privata emessa da una banca privata che come
specifica il Prof. Giannuti è sbagliato anche chiamare banca in quanto è
un accordo internazionale fra istituti privati.
Quindi il secondo assioma:
-
Stabilire se l’euro è un bene di diritto pubblico o privato. Se il risultato è che si tratta di un bene di diritto privato significa che il proprietario non risponde agli stati che ne fanno uso, ma gli concede la possibilità di adoperarlo.
Possiamo dire che è stato soddisfatto!
L’euro
non è un istituto di diritto pubblico che che ne dicano i trattati, ma è
un istituto di diritto privato in quanto protetto da leggi sul diritto
privato.
Veniamo al terzo assioma:
-
Stabilire che l’uso dell’euro, bene privato è concesso da un proprietario privato e ha un costo. Se il risultato è che sussiste un costo nell’uso dell’euro significa che paghiamo dei privati per usare una moneta comunemente accettata dagli stati che sono o dovrebbero essere soggetti pubblici.Ha importanza se poi questo plus-valore, questo guadagno, è ridistribuito fra i paesi che usano l’euro? Tralasciamo il fatto che questo “guadagno” è distribuito anche a nazioni che l’euro non lo usano ma fanno parte dell’unione europea, come il Regno Unito, ma è nel modo in cui questa moneta viene fatta arrivare agli stati che si presenta il trucco.Il trucco si divide in più parti:
1°
L’euro stampato, o anche digitalizzato, non arriva direttamente dalla
BCE agli stati, bensì viene inserito nel circuito bancario, cioè un
circuito privato. Le banche a cui viene dato sono ovviamente banche
private i cui proprietari, sempre occulti dato le scatole cinesi di cui
abbiamo parlato, ne traggano un beneficio. Il beneficio sta nel fatto
che queste banche private per far arrivare l’euro agli stati acquistano
titoli di stato del paese corrispondente. L’acquisto di titoli di stato
produce a loro un reddito dato dagli interessi che questi titoli di
stato onorano. Un esempio per capire:
La BCE inserisce nel circuito bancario 1000 euro e chiede alle banche
1% di interesse. Le Banche acquistano titoli di stato che hanno un
rendimento del 4%, si ritrovano quindi in cassa un surplus del 3%. I
Cittadini pagano il 4% di interesse per usare l’euro.
Appare
chiaro che il sistema studiato è costruito appositamente per dare un
profitto a dei privati e quindi ci si dovrebbe domandare perchè questi
privati sono privilegiati rispetto a tutti gli altri cittadini privati.
2°
La BCE stampa o digitalizza una moneta che ha costo vicino allo zero,
nel senso che la crea dal nulla, esattamente come farebbe uno Stato
Sovrano, però la immette sul mercato al valore nominale della moneta
stessa. Quindi gli interessi chiesti sia dalla BCE, sia dal circuito
bancario dopo, sono ovviamente sul valore nominale. Lo Stato che quindi
emette i titoli di stato che sono acquistati paga interessi
profumatissimi su una moneta che non è tale, ma diventa un bene prodotto
e venduto. Perchè dei privati hanno il grande vantaggio di produrre e
utilizzare un bene che è stato reso unico e irrinunciabile per 500
milioni di europei?
3°
Appare ovvio a questo punto che qualsiasi Stato europeo che vende i
propri titoli di stato si indebita verso le banche che li acquistano e
quindi il costo pagato per un denaro che è creato dal nulla va a gravare
sul proprio debito pubblico. Più titoli di stato riesce a vendere più
crescono gli interessi che deve pagare.
4°
Il circuito bancario non è sottoposto a nessun vincolo di quali titoli
di stato acquistare, quindi acquista i titoli di stato che danno un
rendimento migliore in quel momento, a quell’asta. Se un paese emette
dei titoli di stato a basso interesse perchè è in difficoltà economica,
magari per un alto debito pubblico, è probabile che gli invertitori
privati del circuito bancario non acquistino i titoli di stato di quel
paese, ma di altri che invece danno interessi maggiori. Questo determina
che uno Stato già in difficoltà si ritrovi con minor liquidità
circolante. Inoltre diventa un parametro fondamentale lo spread,
parametro che prima dell’avvento dell’euro nessuno sapeva neanche che
esistesse. Se non ricordo male un governo nel 2011 è caduto a causa
dello spread, ne sono derivati libri e inchieste, ma tutto sembra come
un sogno… un nebuloso fatto che non indigna nessuno, anche alla luce del
fatto che a quel colpo di stato su base spread si sono susseguiti tre
governi senza nessuna elezione popolare. Scusate la digressione.
Veniamo alla conclusione:
Stabilito
tutto questo domandarci perchè gli stati non producono lo stesso denaro
lasciando la proprietà al popolo europeo, secondo un diritto pubblico e
a costo zero.
Lascio
a voi capire che l’intero sistema è un corto circuito tale che nessun
Stato europeo ne trae realmente vantaggio, ma solo svantaggi, e i
vantaggi sono riservati a privati che non fanno altro scegliere dove
investire del denaro che non è loro, ma della BCE che però è controllata
da loro.
Vi rendete conto dell’enormità e assurdità di come è stato costruito il sistema?
Se
poi fate un passo oltre e unite a questo sistema economico criminale
altre imposizioni come il pareggio di bilancio richiesto dall’Europa
agli stati membri, vi accorgerete che gli unici sistemi che rimane ad
uno Stato per far quadrare i conti sono tre:
-
Ridurre il più possibile le spese pubbliche
-
Aumentare le tasse per far fronte alle spese pubbliche
-
Vendere il patrimonio dello Stato
Tutto
questo infatti è quello che è in atto da tutti questi anni. Si riducono
le spese pubbliche chiamandole sprechi, ma che in realtà sono soldi che
entrano nel circuito economico della nazione, cioè denaro con cui si
paga i dipendenti, si costruiscono ospedali, si paga le scuole, si
onorano le pensioni, si rifanno le strade ecc. ecc, cioè denaro che
finisce nelle tasche dei Cittadini stessi. Oltre che ridurre le spese si
aumentano le tasse, dirette o indirette che siano, sempre per far
fronte a spese che lo Stato non può tagliare se non a fronte di
un’implosione del sistema stesso. Lo Stato vende aziende e beni di
proprietà di tutti i Cittadini che fanno parte dello Stato stesso e
quindi sottraggono beni reali ai Cittadini in cambio di denaro creato
dal nulla.
Per
concludere a chi conviene questo sistema economico architettato fin
dall’inizio della costruzione dell’Europa Unita? Non sembra che sia un
sistema gran che vantaggioso per i Cittadini europei, ne per i loro
stati. Perchè allora, ci si dovrebbe domandare, i politici di tutti
questi stati hanno firmato dei trattati dove il sistema è evidentemente
cosi vantaggioso solo per dei privati che progressivamente acquistano la
proprietà di beni reali a fronte di moneta da loro stessi prodotta e
controllata?
Perchè i media e gli economisti si genuflettano in massa a questo sistema e non ne denunciano la mendacità in essere?
Insomma se le persone, i
Cittadini, non comprendono questa assurdità economica che è stata
inventata scientemente e che ha come unico sopo la schiavizzazione dei
popoli sottraendoli progressivamente i loro beni sono destinati
all’oblio e nessun Cittadino può contare ne sulle istituzioni ne
sull’informazione per cercare di capire.
TRATTO DA:
https://scenarieconomici.it/leuro-il-denaro-che-usiamo-e-privato-di-jacopo-cioni/
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https://scenarieconomici.it/leuro-il-denaro-che-usiamo-e-privato-di-jacopo-cioni/
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