domenica 22 novembre 2015

A chi serve il terrorismo?

Palese che ormai viviamo in una dittatura bianca dove le armi di coercizione non sono più il manganello e l’olio di ricino o i gulag russi, sarebbe quindi opportuno chiedersi quali sono le armi usate oggi per mantenere lo stato dittatoriale.
Capite le armi usate diventa facile capire chi è in grado di usarle e quindi capire chi è in cima alla piramide dittatoriale. Quali sono queste armi? Prima fra tutte l’economia trasformata in finanza a qualsiasi livello.
Se l’economia è il mezzo per creare una società equilibrata e fiorente la finanza è invece il mezzo per rendere fiorente il potere di pochi. Se l’economia diventa solo finanza si può intuire il risultato.
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Per fare questo è bastato poco, si è trasformato e si continuerà a farlo altrove (asia), gli stati in semplici società per azioni dove il pareggio di bilancio è una condizione schiavizzante e la moneta invece che essere mezzo di scambio è divenuta un prodotto vincolante per tutti ed è pagata profumatamente, tanto da rendere irreversibile il debito pubblico, cioè quello che una volta era la spesa pubblica. Altra arma è rendere impossibile un cambiamento dal basso; la politica si è staccata dal volere popolare e quindi il voto che dovrebbe essere direzione è divenuto solo teatrino. Non possiamo più scegliere a livello nazionale, le leggi elettorali sono farse popolari, e tanto meno a livello europeo dove eleggiamo, sempre indirettamente, un Parlamento che non ha potere esecutivo ma solo ratificante. Altra arma è il controllo delle notizie e delle informazioni (Orson Welles docet) che è sempre stato alla base di ogni dittatura, un tempo si imponevano le line editoriali devastando le redazioni che non seguivano i “consigli”, oggi si minaccia i giornalisti di azioni legali se parlano più del dovuto e meglio ancora si lascia l’editoria in mano a pochi che decidono come le testate devono muoversi.
I giornalisti, indipendenti ‘sto cazzo, scusate ma mi è venuta cosi, non esistono da molto tempo. Infine la paura orwelliana è evidente in questi ultimi giorni. Aver paura del proprio stato che è nemico della gente con tasse e burocrazia che ti puniscono se sgarri non era più sufficiente; si necessita di paura diversa, di qualcosa che induce la gente ad acconsentire a coercizioni che altrimenti non accetterebbe. Come si ottiene uno stato di paura, semplice basta guardare la Francia e indirettamente l’Italia.
French soldier patrol near the Eiffel Tower in Paris as part of the highest level of "Vigipirate" security plan after a shooting at the Paris offices of Charlie Hebdo January 9, 2015. The two main suspects in the weekly satirical newspaper Charlie Hebdo killings were sighted on Friday in the northern French town of Dammartin-en-Goele where at least one person had been taken hostage, a police source said. REUTERS/Gonzalo Fuentes (FRANCE - Tags: MILITARY CRIME LAW POLITICS)
Combattere il terrorismo sta diventando la notizia del giorno, i giornali non parlano d’altro, ovviamente specificando che siamo in guerra, e ventilano ogni possibile scenario apocalittico, che puntualmente si verificherà.
La presa sulla gente è già fatta. Sulla scia della paura si può inventarsi le peggio cose. Riduzione delle libertà personali per poter avere un controllo maggiore sul popolo e far fronte cosi al terrorismo, ma intanto le libertà di tutti se ne volano. Intervenire su mezzi di comunicazione limitandoli o sfruttandoli per insinuare idee e direzioni. Potenziare la macchina bellica ed avere la scusa di poterla escludere dal rapporto debito pil, renderla cioè finanziabile a volontà senza andare contro a quelle regole di pareggio di bilancio e affini che però lasciano morti per povertà sul marciapiede delle nostre città. Insomma, a chi serve questo terrorismo teleguidato? Da un lato si lascia le frontiere aperte come se l’Europa e prima dell’Europa i paesi mediterranei, fossero assolutamente terra di nessuno, poi si arriva a finanziare pesantemente tutti coloro che entrano in Europa senza una ragione valida, si inventano leggi e si sfrutta le vigenti per far si che queste persone si integrino, si svende le notizie più assurde, del tipo: “nuove forze lavoro necessarie”, scordando che ci sono italiani ed europei in genere che non hanno lavoro… a che servono nuove forze lavoro se manca il lavoro per le forze attualmente e legittimamente sul territorio? Nessun giornalista gli viene in mente che quando c’è gente disposta a lavorare per due spiccioli stai livellando i diritti sociali verso il basso? Ecco, ma il concetto di “sociale”, tanto caro alla destra e alla sinistra che fine ha fatto? I cosi detti centri sociali che negli anni 60 e 70 scendevano in strada per protestare per ottenere dei diritti per il sociale dove sono adesso? Contro chi protestano? E i sindacati? Organismi che dovrebbero proteggere chi lavora che stanno a fare? Possibile che fino a 20 anni fa si sprecavano gli scioperi nazionali e i cortei organizzati con i pullman ed ora non si vede altro che piccole scaramucce che rientrano entro tre ore. I diritti sociali non sono però necessari in uno stato dittatoriale, anzi, avere dei diritti sviluppa un senso di libertà, mentre invece se li calpesti la remissione mentale delle persone è certa. Allora, a chi serve il terrorismo?
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Credete realmente che la maggior parte degli islamici sia disponibile al martirio? Eppure la maggior parte dei servizi televisivi fa passare interviste più o meno esplicite di normali mussulmani che trovano normali i fatti di Parigi o anche tutti gli altri attacchi del passato. Ragazzini islamici che se ne escono dicendo che se è fatto in nome di allah allora va bene. Ci fosse stato un servizio con un islamico che condanna pesantemente i fatti in oggetto! No, si invita in trasmissione l’islamico targato PD che alle domande di condanna non risponde facendo capire che nel suo intimo gioisce del terrorismo. Non invitano altri islamici realmente moderati che fanno passare messaggi di pace, invitano pseudo esaltati che fomentano la paura. Allora a chi serve il terrorismo? Sicuramente alle multinazionali delle armi che guadagnano vendendo ad aggressore ed aggredito, ma si va oltre il mero guadagno, certa gente i soldi li ha privatizzati e non ha problemi su questo fronte, si torna al concetto paura, si deve vivere nella paura. Paura della piccola delinquenza che ti scippa e il giorno dopo è fuori, ma se tu gli dai una bastonata paghi per anni e ti rovini, paura dello Stato che ti salassa di tasse e ti riduce in povertà e non puoi far nulla per difenderti, paura del terrorismo che potrebbe farti saltare mentre sei beatamente a fare una foto del duomo della tua città, paura di raccontare la verità perchè sarai deriso dalla gente che non ha capito una mazza di nulla, paura di perdere quel poco che faticosamente sei riuscito a mettere insieme…. PAURA.
La Paura è la base di una società dittatoriale ed è l’inverso di una vita libera. Dovete aver paura e non avere mezzi di difesa per acconsentire agli ex stati, oggi società controllate e amministrate dalla politica meno eletta possibile, di adottare mezzi in nome della vostra difesa ma che alla fin fine sono mezzi di controllo della gente e quando la gente diventa troppa la guerra è sempre un’ottima soluzione.
10377593_277244502465423_5234269276189051265_ndi Jacopo Cioni
Direttore del sito www.ilsovranista.it









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