domenica 4 gennaio 2015

Crimea LO STERMINIO DEGLI ITALIANI DI CRIMEA

L’OLOCAUSTO SCONOSCIUTO

di Federico Prizzi
“Noi non perdiamo la speranza, impariamo diligentemente l’italiano e, con l’aiuto di Dio, lavoriamo insieme per rendere eterna la memoria delle vittime”.
GIULIA BOICO, italiana di Crimea
La Storia d’Italia e del popolo italiano non finisce mai di stupire anche chi, per passione o visione politico-ideale, ha sempre nutrito un forte sentimento di tipo patriottico-identiario. Essa, infatti, aggiunge quotidianamente pagine di vita che il più fantasioso dei romanzieri difficilmente potrebbe rappresentare. Pagine di sacrifici, privazioni, sofferenze e di amore. Amore verso una Patria lontana, spesso colpevolmente dimentica dei propri figli all’estero.
la copertina del libro del prof. Vignoli
Questa volta, però, a porre un freno all’oblio ci ha pensato un commovente libro, scritto dal Prof. Giulio Vignoli con il suo “L’Olocausto Sconosciuto – lo sterminio degli italiani di Crimea -” edito dalla Settimo Sigillo.
Un libro che racconta una di quelle storie che rischierebbero di rappresentare solo una goccia nel mare nero generato dal Comunismo. Una goccia importante, però, che parla della comunità italiana in Crimea perseguitata dallo Stalinismo solo per la propria appartenenza etnica.
Una comunità nata a partire dal 1830, per volere della Russia zarista, per rilanciare l’economia di quella terra.
Fu così che agricoltori, marinai, architetti e scultori italiani arrivarono numerosi, principalmente dalla Puglia, per popolare i villaggi lungo il Mar Nero e quello d’Azov fino a raggiungere l’entroterra ucraino. Quasi a voler ripercorrere idealmente gli stessi passi di quei genovesi che nel 1300 fondarono Caffa, l’attuale Feodosia.
Gli italiani, la cui principale comunità si era raccolta intorno alla chiesa cattolica di Kerc, si inserirono bene in quel coacervo di razze che si trovavano in Crimea. Amati e rispettati seppero rilanciare l’economia della Crimea tanto da rappresentare una delle minoranze più benestanti.
Furono anni felici, di grande integrazione, dove la comunità vide persino arrivare nel tempo reduci garibaldini, prigionieri austriaci di nazionalità italiana e antifascisti.
La calma però venne sconvolta dalle purghe staliniane, tra il 1933 e il 1937. Inseriti nella famigerata Trudarmia, “l’armata del lavoro”, furono schiavizzati e sfruttati per lavori coatti. I pochi sopravvissuti vennero deportati in Siberia da dove non tornarono più.
la graditissima lettera di ringraziamento dell'associazione CERKIO
Degli oltre 1300 italiani che abitavano la ridente Kerc, ad oggi sono solo 300 i superstiti del genocidio. Colpevoli solo di essere di origine italiana, vennero stritolati dagli ingranaggi del sistema repressivo sovietico senza alcuna pietà.
Nonostante decenni di abbandono, però, dal 2008 si è costituita a Kerc l’Associazione italiana CERKIO (Comunità degli Emigrati nella Regione di Kerch – Italiani di Origine) il cui fine è quello di mantenere ancora vivo lo studio della lingua e delle tradizioni italiane in Crimea.
Un impegno non facile però, poiché ancora oggi non mancano le difficoltà a causa dell’indifferenza delle autorità ucraine, che non riconoscono tuttora le deportazioni dei nostri connazionali, e di quelle italiane.
Per questo motivo, L’UOMO LIBERO, che da anni è in prima linea al fianco dei popoli perseguitati, accoglie l’invito dalla Crimea affinché, con la propria azione, non restino più italiani dimenticati.
Puoi contribuire alle iniziative di solidarietà verso la comunità italiana di Kerch:
  • organizzando presso la tua città la presentazione del libro del prof. Vignoli
  • organizzando una cena di beneficenza per la raccolta di fondi da destinare al sostentamento dell’associazione CERKIO
  • devolvendo fin da subito una donazione sul cc de l’Uomo Libero (IT54D0521635320000000029783) con la causale “donazione per la Crimea”
[clicca QUI per sfogliare le foto della missione de l'Uomo Libero in Crimea - agosto 2010]
[clicca QUI per sfogliare le foto con didascalia su FaceBook]
[clicca QUI per vedere il video della presentazione del libro del prof. Vignoli ad Arco]
articolo de "Il Giornale" - 30/01/2011

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