domenica 16 novembre 2014

IL DIO DEL MALE JAHVEH E LA CREAZIONE DELLE RELIGIONI-1 PARTE

I tempi sono giunti, e solo una cosa importa attualmente: che noi ci manifestiamo per ciò che siamo: una Nazione fra le nazioni: i principi del denaro e dell’intelligenza.
Chi ignora cosa significhino le ghiandole del corpo umano?  Ebbene, gli Ebrei si sono fissati nelle ghiandole della moderna comunità delle Nazioni, che sono le Borse, le Banche, i Ministeri, i Grandi Quotidiani, le Case Editrici, le Commissioni d’Arbitrato, le Società di Assicurazione, gli Ospedali, i Palazzi di Giustizia. In apparenza, tutto resterà immutato, tuttavia, tutto si trasformerà!.
Gerusalemme sarà il nuovo Papato, e somiglierà alla tela di un ragno laborioso: una tela i cui fili elettrici avvilupperanno il Mondo intero.

Louis Levy,nel 1918, fu letto dall’attore ebreo Samuel Basekow, 
ad una riunione sionista, a Copenhagen, l’8 Dicembre 1935.


  L’EQUAZIONE   EBRAICA

 


AGNOSIS




Le religioni popolari, templari o laiche che siano, emergono dall’ossessione delle razze, dai desideri della specie, e soppiantano, nel rito comune, liturgico e spettacolare, l’intimo colloquio con il Dio in ognuno. L’uomo vi si trova invischiato fin dalla nascita; coinvolto in prassi liturgiche di auto-alienazione, che lo consegnano, inerme, alla  possessione collettiva.

Battesimo, circoncisione, iniziazioni, tabù tribali, educazione, obbligano l’individuo al rispetto, passivo, di un antico sopruso: alla tutela esautorante, che le confessioni religiose esercitano, su ogni soggetto nato sotto il loro dominio; anche quando questi mal sopporti, o non approvi per nulla, il diritto che esse pretendono di poter esercitare: sulla sua vita materiale, e sulla sua anima.

Per eliminare le paure e i preconcetti, che le varie religioni hanno indotto e producono, negli psichismi individuali, è necessario sciogliere i nodi: svelare la congiura sacerdotale, che condiziona la nostra vita, togliendo alle autorità religiose la maschera superstiziosa, integralista o serafica, per mostrarne il vero volto pietrificante: di Medusa.

L’orrore integralista d’ogni guerra di religione, e d’eresia, nasce e si spiega a partire dalla visione egemone delle regie sacerdotali, che sostituiscono il proprio pre-testo divino al Dio o Daimon individuante, trasformando gli uomini in servi, o in avversari belligeranti, e irrigidendoli nella lotta eterna: fra un Bene, da loro stesse rappresentato, e un Male, che esse stesse dirigono e perseguono. 

Chiediamoci dunque, perché mai Israele, piccolo paese marginale e apparentemente ininfluente, sia diventato, anche per milioni di individui non ebrei, e che gli ebrei disprezzano, apostrofandoli come: Shkotzin, Shiksa, Orel, Gojim:Froci, Abominevoli, non circoncisi, bestie infedeli,la Terra Santa; e meditiamo sul fatto che, più d’ un miliardo di persone, considera una letteratura nazionale ebraica, che non è affatto  la loro, come la propria Sacra Bibbia; fa di una donna ebrea, l’ideale della femminilità e della maternità, e pone, al centro della propria devozione, e dei propri ideali divini, un uomo della stessa etnia giudaica, condannato, come pericoloso criminale, alla  pena capitale della croce. 

 

LA NASCITA DELLE RELIGIONI EBRAICHE

 

AL PRINCIPIO FU L’EGREGORO,E L’EGREGORO DIVENNE DIO.



L‘Egregoro o “Coscienza di gruppo”, si forma quando una o più persone, si riuniscono per compiere una precisa  azione, pensare secondo un dato schema ideologico, ed entro certe linee operative; in modo da sperimentare le esperienze emotive, spirituali, e fisiche, corrispondenti alla qualità dell’intenzione attivante.

Nell’Egregoro, le forze emotive, vitali e mentali, di tutti i componenti del gruppo, si fondono in una Forma Pensiero di Gruppo, o Elementale Artificiale, che, se nutrito per secoli, o millenni, diviene una Entità Energetica Divina; cioè un Dio artefatto e collettivo, che ha un potere infinitamente maggiore della somma delle menti che compongono il gruppo da cui è stato emesso.


Una Forma-pensiero egregorica, formata dal legame fra le parti consce, inconsce, e super consce di quanti contribuiscono alla sua costruzione e mantenimento energetico, è interrelata con molti livelli mentali; con altri aspetti di pensiero, e con multiformi valenze di energia Psichica. Per cui, essa non è la semplice addizione, ma l’elevazione a potenza, delle sue parti componenti.




Se il gruppo che ha proiettato l’Egregoro, cessa di incontrarsi nel rito dedicatogli, e di rimembrarlo e nutrirlo immaginalmente, questo potentissimo Elemento Artificiale non scompare, ma, entrato in latenza, può venire riattivato da un altro gruppo; che operi sulle medesime linee rituali, mentali, ed immaginali di quello originario.

La forma pensiero del nuovo gruppo, contatta allora l’Egregoro latente, lo re-vivifica, e questo riprende ad operare attivamente; attraverso i suoi nuovi canali espressivi.



L’Egregoro, opera attraverso lo psichismo dei membri del gruppo, che lo aggrega e sostiene energeticamente, attraverso l’uso ripetuto e quotidiano di rituali, cerimonie, visualizzazioni, scritture, recitazioni testuali, immagini dipinte o scolpite; cioè construtture immaginali ed esterne, che ne fissano la Forma Pensiero, ancorandola ad una formulazione  gradualmente sempre più completa, complessa; e potente. 



Se il Rituale ed il Culto di un Egregoro in latenza, viene ri-membrato, riattivato, e praticato in accordo alle linee intenzionali dei suoi emittenti originari, dopo un dato periodo, la Coscienza Egregorica, sopita, si  ri- manifesta; dapprima nelle vecchie modalità, per poi adeguarsi, lentamente, alle varianti immaginali e psichiche dei suoi nuovi

Ri- compositori; e degli offerenti accidentali.



Quando un rituale, degli scritti, e delle immagini simboliche egregoriche, sono state caricate ed attivate, in una pratica decennale, secolare, o millenaria, l’Elementale Artificiale che ne risulta, è un Centro di Coscienza sempre più potente; un Dio Particolare, in cui si organizzano i Poteri, le Facoltà, e gli Ideali di tutti coloro che, in quel lasso di tempo, hanno immesso nella sua struttura, l’energia dei loro pensieri, parole, ed azioni.



Non solo i viventi e gli incarnati, ma anche i disincarnati e le Entità sovrumane, che agiscono sull’Egregoro, richiamate per corrispondenza vibratoria, dai piani astrali e sottili, collaborano alla composizione complessiva della sua Forma; e del suo Potere.  Difatti, ad ogni azione, resa esplicita nel livello materiale, corrisponde, per risonanza vibratoria, l’Energia implicita che essa riverbera, richiamandola dai livelli astrali e cosmici dell’Ologramma divino. 



Perciò, fondando un Culto Egregorico sul piano fisico, simultaneamente si forma, nei piani interiori e sottili, una corrispondenteEntità psichica di Gruppo, che diviene il Centro sottile della Coscienza, della Sapienza, e del Potere d’azione, a cui gli elementi della Con-gregazione tribale, sacerdotale, di un Popolo, o di una razza, che adori passivamente quel Dio arificiale, dannopersonalità ed energia individualee da cui attingono e ricavano l’Ascendente risultante, potenziato collettivamente. 




Questo Scambio, o Patto di Alleanza egregorica, ha luogo per tutta la durata della Pratica rituale, e cultuale, di un dato Egregoro; e si protrae nel tempo, attraverso la sua trasmissione cognitiva, scritturale, simbolica e di Lignaggio: cioè genetica e razziale.

La nozione di Egregoro astrale, spiega il lungo perdurare di idealità costruttive e distruttive, di cui le manifestazioni, o Epi-Fanie,variano di tempo e luogo, ma che sono, tutte, gli strumenti disponibili di una data realtà egregorica omogenea. I raggruppamenti umani che servono un dato Egregoro, cambiano, evolvono, spariscono, ma la Causa egregorica rimane, e può essere ripresa, più tardi, da altri individui; o da altre Mentalità dello stesso Tipo.



Gli impulsi mentali ed archetipi, sotto i quali un dato gruppo opera, sono in accordo con la sua stessa tipologia costitutiva, e, su di essi, si organizza, quindi, la struttura della Forma Pensiero di Gruppo: L’Egregoro che essi vanno progressivamente formando e nutrendo, con le proprie emozioni, concetti, intenzioni, e azioni rituali e simboliche. Su questa struttura primaria, si fissa allora, con lenta crescita, la materia vitale ed energetica del Corpo Egregorico: uno psicoplasma vitale capace di organizzarsi autonomamente, manifestandosi, in seguito al Grande Rituale del Richiamo di Gruppo, come Canale Fisico e come Incarnazione Materializzata dell’Egregoro stesso.



Questo prodotto, è il Figlio del Dio particolare di quel Gruppo: la Presenza Reale, richiamata in un corpo materiale, che ne manifesta l’energia, e il potere, sul livello fisico terrestre. Questo è, ad esempio, il possibile e tanto atteso Messia degli Esseni, e degli Ebrei. Così abbiamo un Egregoro divino per ogni Culto religioso, per ogni Razza; come ne abbiamo uno, Magico, per laTradizione Cosmico Planetaria, che travalica ogni Religione Particolare. 



Il Dio egergorico è, quindi, una Forma-Pensiero artificiale,fatta  nascere e crescere nel tempo, dalla concentrazione, pilotata, di una generazione di devoti e seguaci dopo l’altra.



Le Entità astrali della ritualistica magica, posseggono un’esistenza indipendente, come Forze-pensiero o Elementi di natura. Ogni oggetto inanimato, possiede, difatti, un livello  di coscienza molto  basso, che può essere elevato e stimolato, con il porvi continuamente  attenzione, e tramite lo psichismo di chi lo sta “caricando”; con la propria dedizione.



Ben presto, quell’oggetto diviene il ricettacolo di uno Spirito Elementare, corrispondente, per  potenza, alla carica proiettata su di esso. L’ulteriore attenzione dedicatagli, eleva l’embrionale consapevolezza dell’oggetto, fino a darle la consistenza di uno Spirito Semplice; la cui  venerazione, ripetuta  nel tempo, da  parte di più  individui, può  evolversi  in un nucleo di consapevolezza divina. 




Gli Spiriti Elementali, Spiriti della Natura, associati al  manifestarsi della forza vitale, per mezzo della materia organica, sono stati venerati dagli antichi come divinità minori; o come  spiriti guardiani di  luoghi, fonti, alberi, laghi, e fiumi sacri. Tali forze; sono in grado di farsi percepire ed interpretare, come immagini archetipiche.   



L’ Egregoro non ha un’esistenza organica maggiore, sul piano materiale, che in quello astrale, poiché essa non si concretizza che attraverso l’adesione passiva, di molti esseri umani, alle opzioni forti; già scelte intenzionalmente dagli Iniziatori che hanno attivato il Patto egregorico. La Realtà astrale, nasce e si mantiene con  l’onda di influenza stessa, che il primo centro materiale, propaga e diffonde. Quest’onda, prende un’esistenza reale, dal momento che continua ad agitare e muovere il suo proprio centro di propagazione, e vi sussiste tanto più durevolmente, in quanto contiene sempre più energia, incontrando sempre minori resistenze, nel supporto psichico delle proprie maestranze consapevoli, e delle loro inconsapevoli vittime esterne. 



E’ così che le Società Segrete, Sacerdotali, Templari, o Magico rituali, a forte coesione razziale, e con un’animazione fluidica molto viva, continuano a vivere astralmente; molto tempo dopo che la loro azione si è spenta sul piano materiale. Se interviene su quest’ultimo, un raggruppamento collettivo identico, o a morfologia psico-simile, l’Egregoro può continuare ad alimentarsi; ed a crescere indisturbato.


L’Ebraismo, di cui il Cristianesimo giudaico e l’Islam non sono che delle frange riformiste, e scismatiche, ha il proprio Egregoro esclusivo in JAHVE’; e combatte quindi, necessariamente, tutte le formulazioni egregoriche divine delle altre razze, etnie, e popoli.

Negando, alienando, ed osteggiando il culto degli Dei ariani, Semiti, egizio atlantidei, o delle altre razze, i Giudeo Cristiani, gli Ebrei, e gli islamici, che di fatto formano una sola Tri-unità egregorica semita, tentano semplicemente di imporre, al mondo, ed alle razze altrui, l’egemonia assoluta del proprio Dio tribale e razziale: Jahvè, Geova, o Allah.

Gli Egregori di matrice semita, sono molto familiari all’occultista occidentale mediterraneo, e si raggruppano in organi astrali molto potenti, che generano entità egregoriche sempre più forti e globali, avversarie e nemiche giurate, degli Egregori divini della razza ariana e solare nordica. Questi raggruppamenti anti-ariani, avvengono per affinità ideale, e si prolungano fino alla costituzione di due blocchi astrali che, le sette jahveiche semite, proiettano nel Piano Spirituale olografico, come l’Adam Kadmon Adam Belial, che da vicino o da lontano, e con nomi diversi, servono comunque l’Egregoro Jahvè, e sono serviti,  implicitamente, da tutte le Società segrete, templeri e cultuali di matrice ebraico – cristiano – islamica; cioè semita. 

Se l’Egregoro è l’Idea trasmessa, la Catena Occulta rappresenta non  quest’Ideale, ma i protagonisti che lo hanno  concepito e realizzato, e tutti coloro che lo promuovono. L’Egregoro è uno, la Catena occulta è, al contrario, costituita dadiverse Entità: quei promotori delle idee, del passato e del presente, che ora vivono nei tre livelli di esistenza: Fisica, Psichica e Mentale, o Spirituale.

La Catena Occulta si compone di esseri materiali ed astrali, ed assomiglia ad una vasta rete occulta, che organizza, per i propri fini, un ampio gioco di relazioni e di azioni interattive, i cui partecipanti possono avere sia un ruolo consapevole, ed attivo, che occasionale, passivo, o di adesione blandamente favorevole.
JAHVE’ è quindi il Dio Egregorico, formulato come Unico oggetto della loro Monolatria, dagli Ebrei di Mosé, nel deserto del Sinai, durante i quaranta anni di un Esilio volto alla costruzione del loro Patto di elezione razziale con quell’Entità.


 

STORIA DEGLI EBREI

 
DELL’EGREGORO JAHVEH





I Pastori Asiatici  Habiru, che in tempi di carestia bussano alle frontiere di Khem, la nera e fertile Terra d’Egitto, per pascere le loro greggi e gli armenti nelle praterie del Delta, vengono accolti dagli Egizi come bassa manovalanza, e sistemati in alcune zone a loro riservate. Approfittando di controlli poco rigorosi, costoro effettuano migrazioni sempre più numerose, prima autorizzate; e poi clandestine.


Gli Egizi hanno un dichiarato disprezzo per questa “Gente della sabbia”: lavoranti, operai e mercenari che si vendono come schiavi stagionali; in modo simile agli attuali emigranti extra- europei. Durante la XIVa dinastia del Medio Regno, nel 2130 a.c., venti o trenta anni di immigrazione, e di procreazione incontrollata, fanno di questi nomadi, di razza mista, semita, e turco-mongola, una folla che, approfittando dell’instabilità politica del trono d’Egitto, fomenta delle rivolte che portano all’elezione di un proprio Re: Ciarako Saratis.

Costui, con il sostegno dei suoi connazionali, rimuove dal Trono il negro Nehesi e Assume il titolo di Signore delle Due Terre, fondando la XV Dinastia. Da nord vengono, a rafforzarne il potere, delle armate appartenenti alla stessa etnia, che fissano ad Avaris, nei pressi di Tanis, una roccaforte con 250.000 soldati.
Questa è l’invasione degli Hyksos, i Re Pastori, che gli egiziani chiamano Hika-KhasutCapi di paesi Stranieri.

Gli Hiksos, hanno precedentemente già conquistato il Retenu; la regione comprendente Israele, Libano, Siria e parte della Giordania. Piombano sull’Egitto, consolidando un impero di cui Avari diviene il centro geografico e politico. Essi hanno armi segrete, sconosciute agli egizi: le corazze di scaglie di ferro, gli archi a lunga gittata, e il Carro da guerra trainato da due cavalli.

L’invasione, la prima nella storia d’Egitto, avviene senza colpo ferire; e Ciarak assume tutte le prerogative di un Faraone Egizio. Il periodo di dominio degli Hiksos, dura un secolo e mezzo, e il loro impero si estende in Galilea, Siria e Turchia.
Questo Impero, costituito da città confederate in un’alleanza bellica, non ha una propria cultura unitaria, ma essi hanno invece, come Dio comune: Baal, simile al Seth egizio degenerato.

ANTICA RAFFIGURAZIONE DEL DIO BAAL

Thebe, in cui regna frattanto la XVIa Dinastia egizia, pur costretta al tributo, mantiene una completa autonomia e apprende, intanto, dagli invasori, una tecnica bellica infinitamente più progredita di quella egizia  precedente. Impara soprattutto l’uso dei cavalli, che gli Hyksos hanno portato dalla Mongolia, stanziandone grandi allevamenti nel Delta del Nilo. E’ solo nei 150 anni del dominio Hyksos, che gli Habiru, o Ebrei, loro complici e consangunei, possono occupare cariche di governo a cui, in un Egitto libero, non avrebbero mai avuto accesso.

Così l’ebreo Giuseppe, che per il faraone Hyksos Apopi è quasi un connazionale, può diventare il Visir Sesep, e Mosè, anche lui ebreo, può accedere, come Figlio di Faraone, ad un’alta posizione sacerdotale e templare; nel culto di Seth, divinità egizia che gli Hyksos assimilano al loro Dio Baal . Thebe insorge durante la XVIIa Dinastia, e il Faraone Sekenenre muove guerra ad Apopi, ma non ha successo; come dimostra la sua mummia, dal cranio fracassato a colpi di clava e di arma da taglio.

Ahmose, suo figlio, riprende le ostilità e, dopo una serie di fortunate campagne belliche, riesce a cacciare gli Hyksos. Avari viene rasa al suolo, e il nemico è inseguito fino in Galilea, dove si asserraglia a Sciaruhen, che infine cade; espugnata dopo tre anni di assedio. In questa campagna, viene distrutta anche Gerico.
La vittoria deve essere stata definitiva, perché la storia, da allora, non dà più alcuna notizia degli Hyksos; almeno non con questo nome.
Essi difatti, ridotti al rango di fuggiaschi, ridiventano predoni nomadi, che si danno prevalentemente al mestiere di mercenari. Assumono allora il loro vero nome, e, come Hapiru, o Khabiru, intraprendono una guerra in proprio, che si protrae fino ai tempi di Akhenaton; bruciando città e conquistando regni.

Ahmose inizia una epurazione degli Hyksos-Habiru all’interno dell’Egitto; ne confisca le proprietà, e le distribuisce ai propri soldati.
Poi, conquistata la Nubia, retta da re Etiopici, cinge la Doppia Corona, fondando la XVIIIa Dinatia. Muore dopo un regno di 22 anni, lasciando un Egitto libero dagli Stranieri, ma esausto.

Gli Ibridi Habiru, o Ebrei, dopo essere stati per un secolo e mezzo i Padroni dell’Egitto: fiancheggiatori, sostenitori, funzionari, e cortigiani dei Re Pastori Hyksos, in un Egitto invaso, si sono ridotti, dopo la cacciata, ad una piccola etnia di mandriani nomadi, e di briganti, animata da un forte spirito di rivalsa, e da un odio illimitato per le altre razze.

Per realizzarsi come popolo dominante, questo gruppo, sotto la guida di Mosè, auto elettosi Patriarca, e che, in realtà, è o un ex sacerdote Hyksos del dio Baal, cacciato come tutti i suoi connazionali dall’Egitto, o un Sacerdote dell’eresia Atonia di Akhenaton, espulso dopo la restaurazione, accetta il lungo isolamento nel deserto del Sinai.



Har Sinai significa: monte da cui irradia Sina, cioè l’Odio, ed è qui che Mosè porta il “suo nuovo Popolo“, allo scopo di creare l’Egregoro del loro specifico Dio: Jahveh; fondando una propria Storia, e lanciando, nel Tempo, un’Intenzione Psichica di conquista totale del Mondo. Quando essi saranno i Signori della terra, non vi sarà altra religione che quella di Jahvèh, a cui il loro destino è collegato. Per questa ragione, Mosè, che si scinde dall’altra egregora ebraica del Dio El Elohim, di Abramo, impone al suo “gruppo”, o Zion, di sottomettere tutte le altre razze; e inizia con la carneficina dell’Israele Elohista, che, difatti scompare, e va a formare il mito della tredicesima tribù ebraica.

Resta   padrone del campo, il solo ebraismo mosaico: quello di Jahvè. Esso opera da millenni alla distruzione d’ogni altra fede e cultura, infiltrandosi, e annientando, e riducendo alla degenerazione, ogni civiltà e ogni storia che non sia la sua.
Tutto il mondo crede che la maschera della legge mosaica, sia la vera regola di vita dei Zionisti ebrei, e pochi hanno pensato di indagare a fondo il Talmud; e gli effetti di questo “Compimento”, che insegna, a costoro, d’essere la sola razza meritevole di essere chiamata umana.

Tutte le altre etnie, sono “bestie da lavoro” e schiavi  degli ebrei, che hanno, per scopo, la conquista del mondo e l’erezione, in esso, del trono eterno di Sion: che altri non è che Zion, Chion, o Saturno.
Non essendo una una razza genetica,  ma una formulazione egregorica jahveica, che vuole formularsi come Super-razza, a spese di tutte le altre, ed essendo formata inizialmente da ibridi, la genia dei figli  prediletti del Dio Zion, deve, per poter fissare nel tempo i propri caratteri specifici, mantenersi separata dalle altre vere razze e nazioni, semiti compresi. Per farlo, essa aderisce strettamente, al sistema del Kahal, o aiuto ai soli consanguinei jahveici: i propri simili.

La Comunità ebraica, ritenuta erroneamente dai non ebrei, una comunione religiosa, o un’etnia, è, difatti, per prima cosa e soprattutto, una ferrea comunità neo-razziale e trans- genetica.
Si tratta di  una sotto-razza ibrida, inizialmente impura, resasi psichicamente omogenea per mezzo della circoncisione traumatica, della ritualità Talmudica, e del Patto egregorico con il Demiurgo Zion-Jahvè.

Essi hanno sistematizzato il loro essere “ Ebrei del Patto”; elevandolo a sistema di dominio e dominazione delle altre razze.
Per ottenere la perfetta separazione del loro, da tutti gli altri popoli, la congrega sionista ha eccitato da millenni, abilmente, l’antisemitismo, e ne ha fatto un cavallo di Troia: espediente che permette loro di agire indisturbati, e al “coperto”: come nella Logge della Massoneria, da essi ispirata e diffusa.

La parola “Antisemita” non significa nulla, perché un ebreo non è semita, che quando le circostanze geografiche ve lo costringono; come altri semiti, e allo stesso titolo. Un ebreo alto, biondo, dagli occhi azzurri, nato in Germania o in Polonia, da una famiglia che vi si è stabilita da secoli, e che si sia abilmente mescolata agli indigeni, con una serie di oculate mosse di conversione fittizia, può non avere nulla del tratto somatico semita; e sembra aver poco in comune  anche con i suoi simili, stanziatisi in altri paesi.
Ma costui possiede, invece, un particolarismo costante, che resta tale nel tempo e nello spazio; facendo, di un Ebreo del Patto, quello che egli è: ovunque si trovi a nascere o a vivere incidentalmente.

L’antisemitismo, che colpisce principalmente gli ebrei di basso ceto, è, del resto, un’ottima arma di propaganda, e di salvaguardia degli interessi dell’ élite sionista, di cui, anzi, rafforza enormemente la stabilità e il prestigio. Raggiunta la posizione di Super-Governo mondiale, basato sull’economia borsistica e sull’Oro, essi potranno alla fine togliersi la maschera, o indossarne una più appropriata; mettendo fine, di fatto, ad ogni libertà nazionale ed individuale; all’interno ed all’esterno di Israele. “La Gerusalemme del Nuovo Ordine”, collocata fra Oriente ed Occidente, soppianterà il doppio regno imperiale e papale.

L’Alleanza Israelita Universale, oggi presente come Globalizzazione Mondiale, fa già sentire la sua pesante influenza, e penetra in tutte le economie, le culture e le religioni. Le nazionalità debbono scomparire. le economie frantumarsi, le religioni tramontare. Allora resterà solo Israele e la sua religione: quella del Popolo Eletto, e del loro Dio esclusivo: Jahvé.”

IL PATRIARCA MOSE’


Il nome Moschen, viene dal verbo Mescitihu, trarre, ma Moschen è un principio attivo, e non passivo; non significa quindi: colui che è tratto dalle acque, ma colui che trae della gente dall’Egitto. Mosè è anche un comunissimo nome egizio, che significa Figlio. D’altronde, il racconto del salvataggio dalle Acque, nel canestro di giunco, è lo stesso riferito al Re Sargon di Accad, più di mille anni prima.

Mosè ha quindi un nome egizio, ed è situabile al tempo di Ahmose, e della Cacciata degli Hyksos; o in quello di Meremptah, 320 anni dopo, come discendente di una tribù Habiru semita, scesa in Egitto con i Re Pastori, 420 anni prima; come dice la Bibbia. Deciso a farsi Padrone di un suo Popolo, Mosè prepara un Egregoro durante il suo esilio forzato, e poi, tornato in Egitto, convince questa sua “Popolazione Oppressa” a fuggire dall’Egitto, che l’aveva accolta e sfamata : l’Oppressore.

Del grande Esodo, che segna il sorgere del Popolo Ebraico, non c’è alcuna testimonianza storica, che non sia quella della Bibbia stessa, in cui la figura di Mosè è descritta fin dalla nascita: 

“Nel corso di una persecuzione contro il popolo dei figli di Israele, un re d’Egitto, che nulla sapeva di Giuseppe, preoccupato per l’accrescersi di questo popolo, si adoperò per sopprimerlo.”

È  evidente, che questo popolo oppresso sono gli Hyksos sconfitti, che chiamano se stessi Khabiru o Habiru, e la cui élite ha lasciato l’Egitto precipitosamente, mentre la loro popolazione minuta, vi è rimasta; in stato di semi-libertà: cioè costretta al lavoro forzato. E’ fra questa popolazione Hyksos che, se diamo ascolto al racconto biblico, nasce e cresce un  Mosè che, per dare corpo all’idea della Persecuzione, e non della Cacciata, inventerà una prima  Strage degli Innocenti: i figli maschi dell’etnia ebraica, sterminati per decreto dal Faraone.

L’invenzione di orribili stragi, patite dal popolo ebraico, diventerà, da allora, il cavallo di battaglia di ogni propaganda israelita.
Data da qui, difatti, la persistente tendenza ebraica all’esagerazione numerica; e il suo presentare il proprio popolo, appena ciò sia possibile, come “la vittima innocente” di orribili carnefici; sempre terribilmente ingiusti, ed alquanto insensati.

I ripetuti Olocausti che gli ebrei affermano di aver patito, nel lungo corso della loro storia, e su cui essi fondano la loro proficua credibilità aziendale, di eterne vittime, sono invece, a ben vedere, la diretta conseguenza della loro mentalità talmudica, e dell’operato delle loro Élites: il risultato reattivo alla loro violenta azione di conquista del mondo, a danno dei non ebrei; ovvero di tutte le altre Nazioni.

I sionisti ebrei, enfatizzano sempre la reazione delle altre Nazioni nei loro confronti, ma evitano sempre, accuratamente, ogni accenno alle loro azioni; che sono la vera causa e la ragion d’essere di quegli effetti nefasti.


Mosè, si dice,  viene salvato dalle acque del Nilo, nientemeno che dalla figlia del Faraone persecutore; che lo adotta. Lo troviamo poi adulto e ribelle, angosciato per lo stato d’afflizione dei suoi fratelli di razza, al punto da non trovare di meglio da fare, per aiutarli, che d’uccidere un egiziano e seppellirlo, poi, nella sabbia. Scoperto il fatto, all’omicida  Mosè non resta che la fuga nella terra di Median, presso una tribù di parenti Habiru; ai margini della penisola del Sinai.

Qui egli risiede per lungo tempo, ha l’apparizione del Roveto Ardente, il messaggio divino, e l’annuncio della sua missione: formare e salvare, ovvero formulare ed imporre, il popolo di Israele.  Nel frattempo, il Faraone “persecutore” è morto, e Mosè e il fratello, Aronne,  tornano in Egitto; apparentemente senza problemi, chiedendo al nuovo Re di lasciar libero il loro popolo.

Segue tutta la storia della lotta fra Mosè e il Faraone, e la favola  dell’Esodo; con distruzione finale delle truppe egiziane nel miracolo del Mar Rosso.
A parte la Bibbia di Mosé, nessun altro documento storico dell’epoca, fa menzione di simili eclatanti e catastrofici avvenimenti; noti come le 10 piaghe d’Egitto. Tralasciamo quindi le allegorie apologetiche ebraiche, e le evidenti mistificazioni  del romanzo biblico, e veniamo ai nudi  fatti.

Antica raffigurazione che narra la cacciata degli Hyksos


La Terra di Gessem, è la  parte dell’Egitto riservata alle popolazioni asiatiche, che chiedono asilo nei periodi di carestia, o per qualsiasi altra ragione; e diventa, dopo la cacciata degli Hyksos, la Restricted Area dell’etnia Habiru: il loro primo ma non ultimo Ghetto.
I campi vengono dati in affitto, e vengono pagati con il lavoro manuale. Il salario è molto buono, tanto che nel deserto, con Mosè, i suoi nuovi accoliti possono rimpiangere, amaramente, il tempo in cui lavoravano in Egitto mangiando pane e carne; a sazietà. Certo il cambiamento di condizione, da invasori semi regali, a manovalanza salariata, non è indolore, e molti sono i crimini che ne derivano.

Mosè stesso, per la legge egizia, non è che un omicida latitante. La Bibbia non cita nomi di Faraoni; né del feroce persecutore, né di quello sotto il cui regno, dovrebbe essere avvenuta la famosa fuga dall’Egitto. Non risulta, da alcun documento, che un sovrano d’Egitto abbia mai dato l’ordine di uccidere dei neonati.

Gli storici Ebrei parlano di Ramsete II, ma, a sbugiardare questa erronea collocazione temporale, si pone proprio la Stele di Israele, che indica che, a quel tempo, esiste già uno Stato ebraico che si fregia con questo nome. 
Si torna quindi al tempo della Cacciata degli Hyksos, e il cosiddetto Esodo degli Ebrei è, quindi, in realtà, una Cacciata e fuga: l’espulsione di questi invasori, e parassiti stranieri, dalla Terra d’Egitto. Solo se Esodo e Cacciata coincidono, ha senso il numero spropositato dato dalla Bibbia per i fuggiaschi: 630.000 uomini dai vent’ anni in su, tutti adatti alla guerra.

Che questa espulsione sia quella degli Hyksos, avvenuta sotto Ahmose, o quella dei loro discendenti sotto Meremptah, 326 anni dopo, poco importa. Di fatto, se essi  risalgono al regno di Meremptah, le notizie storiche si fanno sufficienti a chiarire il silenzio biblico, che copre la vergognosa vicenda.
Durante il suo regno, Meremptah deve, difatti, far fronte a massicce invasioni di immigrati libici, da occidente, e di semiti Habiru, da Est.

Costoro, il “popolo” di Mosè” per intenderci, approfittando della confusione, si danno alla rapina e  al saccheggio. Il risultato è una reazione di violenta xenofobia, in conseguenza della quale, tutti gli “stranieri” vengono cacciati in massa, e costretti a lasciare precipitosamente L’Egitto. Questa interpretazione è suffragata dalla Bibbia, (Esodo.XII.36-39.):

 ”E i figli di Israele presero agli Egizi molti vasi d’oro e d’argento, e molte vesti e saccheggiarono gli Egizi”.  “E fecero del pane azzimo cotto sotto la cenere, non avendo il tempo di farlo lievitare, perché gli Egizi li costringevano ormai  a partire,  e non permettevano loro dilazione alcuna.”

Ciò spiega sia il fatto che non c’è alcun inseguimento nel Sinai, terra controllata militarmente dall’Egitto, sia l’improvvisa monolatria di Israele. Essa non è, difatti, che una imitazione, in chiave mosaica, e a 130 anni di distanza, del Culto monoteistico di Aton, il Sole; voluto da Amenophis IV, meglio conosciuto come Akenaton: il Faraone eretico. 
Costui sceglie Aton, il disco solare, come immagine dell’Unico Dio, di cui egli stesso si proclama sommo Sacerdote.


Aton, che dispensa benefici all’umanità intera, è il Dio Unico di tutti gli uomini, e Akenaton elenca, nel proprio Inno al sole, Siriani e Nubiani prima degli Egizi, in modo assai più ecumenico di Mosè, che, nella sua imitazione in negativo, fa di Jahvè Zion-Saturno, il Dio Esclusivo del solo popolo ebraico.

Il Dio di Mosè, Signore delle Tempeste, è un Egregoro elementale e planetario, reso divino; che, nutrito pazientemente, al modo egizio, nell’esilio medianita, viene poi accresciuto e potenziato; con quarant’anni di ininterrotta adorazione collettiva; nel deserto. Ne esce una Potenza Malefica, che ha tutte le caratteristiche di un Egregoro Demiurgico: Jahvé-Zion

Il Patto di Mosè e del Suo Elementale Planetario, che cresce come Dio esclusivo degli Ebrei, è un contratto chiaro: Essi si possiedono reciprocamente, more uxorio, in una relazione senza possibili defezioni. In cambio, Jahvè-Zhion dà, alla sua Neo-Razza Ebraica, una diversità di elezione su ogni altro popolo; e una discendenza eterna che avrà la Terra in suo potere.

Chi non accetta di scambiare Israele, e il Dio El, con Zion e il suo Jahvè, viene massacrato sul posto o costretto alla fuga, dalla stessa fazione di Mosè.  Poi il Nuovo Popolo Eletto  inizia pazientemente l’olocausto, silenzioso ed occulto  delle altre etnie; per appropriarsi di una Terra Promessa che era la loro: il Pianeta Terra.

Gli antichi si stupiranno, fin da principio, della diversità psicologica degli Ebrei; del loro materialismo, e del loro Ateismo monolatrico; erroneamente definito Monoteismo Teistico. Mosè scrive Storia e Leggi, e, con la circoncisione l’ottavo giorno, infligge ai suoi soggetti una ferita neurologica radicale, che plasma la Psiche del Popolo ebraico; deformandola ad immagine e somiglianza di Jahvè: falso creatore, staccato dalla Natura, e che separa, da quella, anche l’uomo.

Contro il Panteismo implicitamente monoteistico, degli altri popoli, che vedono il divino in ogni cosa, e l’Uno in ogni frazione esistenziale, Zion oppone la sua monolatria mosaica: il Non avrai altro Dio fuori di me; che è la netta proibizione di adorare le proprie energie divine: nella Natura e nel cosmo; di costruire altre relazioni egregoriche, o di avere un erotismo individuale non finalizzato,  pro-creativamente, a produrre altri servi per Jahvè.


Mosè esclude ogni Dio o Daimon individuale, e fa, del suo Dio collettivo, L’Incubo demoniaco di ogni succubo ebreo. Egli crea una invalicabile separazione, fra il proprio e tutti gli altri popoli, fornendo,  alla neo-razza ebraica, un Dio che è un Socio d’affari esigente ed esclusivo; un Complice mafioso, nella conquista globale del mondo.
Poi, introducendo la possibilità dell’epifania fisica e messianica, di Jahvè, Mosè costringe Zion ad un materialismo radicale, e ad una perenne attesa collettiva; in un tempo che non è più ciclico, ma lineare e storico, e che lo relega in uno spazio orizzontale e terrestre; misconoscendo ogni verticalità polare individuale, ovvero, ogni vera ascendenza divina nell’uomo.

ARTICOLO DI:Mauro Likar

 


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