giovedì 26 giugno 2014

Palestra Itália. Quando gli italiani insegnavano il calcio in Brasile

di Vincenzo Fratta (*)

Nei primi anni del secolo scorso il calcio in Brasile non è ancora diventato lo sport nazionale, tratto distintivo, insieme alla musica, del paese tropicale.

Soltanto molti anni dopo nasceranno le caratteristiche torcidasche tutti gli appassionati di calcio oggi conoscono.

Il Futebol è soltanto un hobby praticato dai rampolli delle élite economiche che lo giocano insieme ai figli dei funzionari delle società straniere presenti a Rio de Janeiro e San Paolo. Dopo aver assistito al successo della tournee brasiliana delle nostre più forti rappresentative dell'epoca, il Pro-Vercelli e il Torino, quattro coraggiosi esponenti della comunità emigrata a San Paolo intuiscono che la capacità di attrazione e il fascino del calcio possono trasformare la pratica sportiva in uno strumento per superare le divisioni regionali ancora troppo presenti fra i nostri connazionali e soprattutto per dimostrare il valore degli italiani di fronte alla società che li ha accolti, e spesso sfruttati, ma non ancora sufficientemente apprezzati.

Il 26 agosto 1914 nasce così la Palestra Itália, che deve però attendere il 1916 per vedere accolta la sua domanda di iscrizione al Campionato paulista.

Tra la sorpresa e il disappunto della stampa locale è l'intera colonia italiana che comincia a recarsi allo stadio per sostenere la compagine tricolore.

Ogni suo successo viene celebrato molto al di là della sfera sportiva, come la vittoria di un popolo sull'esclusione sociale che ancora patisce. E i successi non mancano.

Dopo i tre scudetti conquistati negli anni Venti, nel decennio successivo la Palestra diviene la più forte compagine brasiliana vincendo il Campionato consecutivamente nel 1932, 1933 e 1934 e poi ancora nel 1936 e 1940.

Dopo aver contribuito in maniera molto rilevante alla diffusione e alla professionalizzazione del calcio in Brasile, nel 1942 la Palestra rischia di venire soppressa per le misure repressive contro le comunità dei «sudditi dell'Asse», adottate dal paese tropicale entrato nella seconda guerra mondiale a fianco degli Stati Uniti.

Per salvarsi, la società sportiva dovrà cambiare nome e battere, fuori e dentro il rettangolo di gioco, i suoi più temibili avversari in una partita che viene ricordata come l'Arrancada Heroica: il 20 settembre 1942 la capolista Palestra scende in campo come Palmeiras e vince il primo titolo che inaugura la nuova pagina della sua gloriosa centenaria storia.

                 

(*) Vincenzo Fratta, romano, negli anni Ottanta è stato animatore di riviste culturali quali La Contea, Linea, Segnavia. Dal 1994 al 2005 è stato presidente di Municipio e consigliere provinciale. Dal 2006 ha cominciato a studiare portoghese presso il Centro culturale dell’Ambasciata del Brasile in Italia e a interessarsi della cultura e della storia del paese tropicale. Nel 2011, per le edizioni Settimo Sigillo, ha pubblicato il saggio Anauê. La tentazione fascista nel Brasile degli anni Trenta.
 
Edizioni Ultra, pp.138 euro 14
Si può trovare nelle principali librerie



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