giovedì 28 novembre 2013

Io incazzato?


di Filippo Giannini

   Dicevamo: “Io incazzato?”. “No, Signori, sono superincazzato”.

   Scrivo questo pezzo nel mezzo della tragedia che ha colpito la Sardegna: fino ad  ora 14 morti.

   Ci informano che sono state aperte due o tre inchieste. Se la cosa non fosse tragica sarebbe comica: due o tre inchieste per stabilire i responsabili.
Ma se sono decenni che i geologi avvertono che i tre-quarti del territorio nazionale è a rischio idro-geologico e non passa mese che non si verifichi uno smottamento, una alluvione un qualsiasi fenomeno con danni al patrimonio con morti e feriti.
Cosa ci dicono lor signori? "la colpa è del clima che è cambiato".
A maggior ragione si doveva intervenire proprio in previsione del cambiamento del clima.
A prescindere che il clima è cambiato a causa dell’egoismo e dell’arroganza delle grandi industrie che non hanno voluto intervenire con mezzi adatti perché “troppo dispendiosi” (“signori, la grana è grana”).
Poi lorsignori ci dicono che non ci sono i soldi.
Mascalzoni! Non ci sono i soldi perché i vermetti furbetti non vogliono perdere i loro dorati privilegi. Prendete carta e penna e scrivete quanto un profano in economia osserva:
abolizioni delle così dette auto blu (ne possono rimanere al massimo 6 o 7 e tutte rigorosamente italiane);
abolizione del finanziamento pubblico ai partiti;
abolizione delle province;
abolizione del Senato;
riduzione di due terzi del numero dei parlamentari e drastica riduzione dei loro emolumenti; drastica riduzione del costo del Quirinale; r
iesame del cosiddetto debito pubblico, ritenendo che buona parte di esso è frutto della più pazzesca truffa;
abolizione dei 500 enti inutili;
riduzione del costo del parlamento (parrucchieri, dattilografe, uscieri ecc. tutti pagati con stipendi che superano 7/8 volte gli stipendi dei normali lavoratori che operano fuori del paradiso marcato Palazzo Chigi;
ridimensionamento degli stipendi ai magistrati e ai componenti della Corte dei Conti;
ritiro delle nostre truppe dalle zone di guerra (altro che missioni di pace);
rinuncia dell’acquisto dei difettosissimi F/35 e, ricordiamolo, nel periodo fascista i nostri aerei erano i migliori del mondo; r
iesame di tutti gli accordi siglati dai nostri politici (sic!) a partire dal 1947.
Rigoroso controllo di tutte le spese pubbliche, cioè di tutti i denari che provengono dal popolo affidandolo all’Arma dei Carabinieri;
dei magistrati di oggi non mi fido, non intravedendo fra questi alcun Falcone o Borsellino.
E così di seguito. Avete fatto il conto?
Mi si dice che la spesa corrente è di più di ottocento miliardi di Euro, sarei fuori logica se sostenessi che se si attuasse quanto propongo si avrebbe un risparmio di 150/200 miliardi annui?

      Non passa giorno che i mass-media non presentino un personaggio che lamenta che "ci sono famiglie che non arrivano a fine mese". Come sono premurosi! Quasi in odore di santità!

   Solo dopo aver approfondito la conoscenza di alcuni di questi  quasi santi, siamo rimasti sconvolti da notizie, sino a poco prima, impensabili. I quasi santi sono, in realtà, dei paraculi; sì, perché solo i paraculi possono escogitare queste paraculatine (scusate la volgarità dell’espressione).

   Solo in un secondo tempo abbiamo recepito che le leggi ad personam sono una prassi comune in questo Paese dei Diritti e delle libertà, espressione di Luciano Violante, usata per festeggiare una delle tante giornate inutili, oltre che vergognose, come quella del 25 aprile, giorno della riconquistata libertà.
Quale libertà? Suvvia, non continuiamo a fare i bischeri: i paraculetti avevano bisogno di abbattere il truce tiranno per reinstaurare il Paese dei paraculetti.
Sono anni ormai che si parla delle leggi ad personam concepite da Berlusconi, allora osserviamo: ci dovrebbe essere una legge che vieta il cumulo delle pensioni,
allora ci domandiamo: come mai i vari Prodi, Scalfaro, Amato (da quello che sappiamo, il cumulo delle pensioni di questi personaggi supera i 20/40 mila Euro al mese), Ciampi e chissà quanti altri godono di simili privilegi.
Le prebende dei parlamentari e dei senatori, con relativi benefici (diritto alla pensione dopo pochi mesi di attività parlamentare, telefono, viaggi ecc. ecc. tutto gratis), non sono leggi ad personam che si sono auto-concesse?

   In altre parole, per essere più chiari, questi privilegi che i soliti noti si sono attribuiti, sarebbero stati impensabili se non si fosse riconquistata la libertà.

   Come è accaduto tutto questo?
Un semplice esempio,  volgiamo lo sguardo a quanto accadde a luglio del 1943, quando i liberatori sbarcarono in Sicilia.
È noto che il Fascismo sgominò la mafia la quale, per sopravvivere, dovette fuggire negli Stati Uniti dove trovò un ambiente favorevole alla propria sopravvivenza.
Quando gli strateghi americani concepirono lo sbarco in Sicilia, contattarono alcuni importanti boss mafiosi siculo-americani, tra i quali Lucky Luciano, proponendo loro un cospicuo patto: la libertà e la ricchezza in cambio di un sostanzioso appoggio al momento dello sbarco.
Per la conquista della Sicilia vennero mobilitate le famiglie più prestigiose della mafia americana: gli Adonis, i Costello, gli Anastasia, i Profaci.
Circa tremila gli uomini d’onore che saranno poi utilizzati dall’esercito a stelle e strisce, per la loro guerra di liberazione della roccaforte europea.
Cioè era stata concepita una guerra ad personam mafia-statunitense.
Andiamo avanti. Gli eroi sbarcano e gli invasori vengono ovunque accolti con fiori, reverenze, applausi e offerte di segnorine. Ma il bello venne dopo: con l’appoggio di questo formidabile esercito subentra una nuova battaglia, quella delle cariche.
Con l’arrivo della libertà e dei liberatori e con il rientro dei mafiosi aventi diritto alla ricompensa, ebbe inizio la spartizione, come dagli accordi, delle prebende; e su questo argomento i liberatori furono larghi di maniche. Alcuni esempi: Genco Russo diviene sindaco di Mussomeli, Calogero Vizzini (un super assassino colpevole di una cinquantina di omicidi) fu nominato sindaco di Villalba, questo personaggio al momento dell’insediamento fu salutato dalla folla al grido di Viva la mafia.

   Cinquecento uomini di cosa nostra, confinati dal regime fascista ad Ustica, furono immediatamente liberati, tornarono a casa per prendere possesso dei posti vacanti di sindaco e di funzionari  nelle amministrazioni.
Lo stesso governo civile alleato, che era guidato da Charles Poletti, completerà il proprio organico pescando nel ricco serbatoio mafioso: Damiano Lumia, nipote di Calogero Vizzini, divenne interprete del Civil Affair; a Vincenzo di Carlo, capo della mafia di Raffadali, venne affidata la responsabilità dell’ufficio requisizioni del grano. Il capo mafia di Corleone, Michele Navarra, fu incaricato di raccogliere gli automezzi militari abbandonati.

   Grazie alla democrazia statunitense, la Sicilia è ora saldamente in pugno a cosa nostra, la quale, costituita una struttura politico-militare, quella separatista, fu in grado di assicurare il controllo del territorio e delle rotte marittime agli States.
Mentre negli altri territori sotto controllo dei vincitori era vietata qualsiasi attività politica, i separatisti organizzano pubbliche riunioni, cui prendevano parte ufficiali americani in divisa.
Il separatismo siciliano godeva di ampi appoggi nei più importanti complessi industriali, finanziari e politici americani, per esempio la signora Eleonora Roosevelt (moglie del Presidente) scrisse: “Saremo lieti e orgogliosi se la Sicilia potrà essere la nostra longa manus degli Stati Uniti in Europa." Materiale bellico verrà fatto pervenire a nuclei dell’esercito separatista a cura di Salvatore Sciortino.

   Ed ora, concludendo. O italiani, da queste radici quale altra Italia vi sareste aspettati?

   Cosa avveniva nell’altra parte?

   Finora abbiamo esaminato solo alcune delle nobili persone che hanno condannato il male assoluto ed ora, quale persona informata dai fatti (mi sembra che oggi si dica così!), diamo uno sguardo alle malefatte compiute dal male assoluto (solo questo termine caratterizza la capacità intellettuale di colui che lo concepì. Ma andiamo avanti).

   Vogliamo iniziare come l’essere demoniaco concepiva le leggi ad personam?
Tutti sanno, o dovrebbero sapere, dato che ci sono in giro tanti capiscioni, che a guerra terminata Donna Rachele,  quando si accinse a chiedere la pensione del marito, sorsero mille difficoltà, in quanto Benito Mussolini aveva sempre rifiutato ogni compenso. Esattamente come agiscono le anime candide citate all’inizio di questo scritto.

   Prima di terminare, e per maggior chiarezza di quanto sin qui scritto, desidero citare un pensiero di Benito Mussolini che risale al 1944: “Non ho mai potuto capire quelle sanguisughe che, pur possedendo già molto più di quanto non possono consumare, non si sentono sazie prima di avere aumentato ancora di milioni o di miliardi il loro patrimonio. Eliminare queste brutture umane sarà uno dei compiti che mi sono prefisso”.

   Per completare la mia apologia di “quel periodo” riporto quanto mi ha inviato il mio amico Alessandro Mezzano, valido ricercatore storico e scrittore

 

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QUANDO C’ERA IL FASCISMO..

-Quando c’era il Fascismo la mafia era dovuta fuggire in America.

-Quando c’era il Fascismo i ragazzi non si drogavano.

-Quando c’era il Fascismo le città erano sicure.

-Quando c’era il Fascismo la scuola italiana era ai primi posti nel mondo.

-Quando c’era il Fascismo non ci si doveva vergognare di essere italiani.

-Quando c’era il Fascismo il potere non era corrotto e non corrompeva.

-Quando c’era il Fascismo non c’era il “Paese”, ma la Patria.

-Quando c’era il Fascismo anche i figli degli operai andavano nelle colonie al mare o in montagna.

-Quando c’era il Fascismo non c’erano né tante auto blu, né tanti stipendi e pensioni scandalose come oggi.

-Quando c’era il Fascismo c’era l’orgoglio di essere onesti e non, come oggi, quello di essere “furbi”.

-Quando c’era il Fascismo le grandi crisi economiche ( 1929 )  si affrontavano così bene che dal resto del mondo venivano in Italia per vedere come avevamo fatto ..!

-Quando c’era il Fascismo l’Italia era ammirata e invidiata in tutto il mondo come dimostrano i giornali dell’epoca.

-Quando c’era il Fascismo non c’era questa casta politica infame, disonesta, corrotta, mafiosa e sporcacciona ..!!

 

Ecco perché nell’altro secolo le più potenti lobby si coalizzarono per abbattere il nazionalsocialismo e il fascismo.

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