mercoledì 7 agosto 2013

Gli 11 errori del Borbone


di NANDO DICE'

Primo errore.
La ricerca della neutralità in politica estera. Del Borbone. L’Austria diceva:
E’ tanto convinto a non voler nemici, che quando verrà attaccato non avrà amici.
Così fu.

Secondo errore.
Non capirono che la “modernità” non è il naturale scorrere del calendario , ma una visione del mondo e della vita che viene imposta da gruppi elitari ben consapevoli ed organizzati. Questi gruppi avendo acquisito il potere attraverso la via economica (gestione delle intermediazioni bancarie, signoraggio, invenzione della finanza….) misero come modello UNICO L’Inghilterra e convinsero tutti gli altri governanti (un poco con la cultura e un poco con la corruzione , un poco con la massoneria, un poco con i media di allora e molto con bombe e cannoni) che per stare al passo coi tempi bisognava rincorrere L’Inghilterra (puntando ed investendo tutto sulla ricerca scientifica, l’evoluzione tecnologica e la tecnica, a scapito dell’uguaglianza sociale, della crescita spirituale, della qualità della vita). Dandolo per scontato che chi volesse rincorrere l’Inghilterra doveva indebitarsi con loro.
Quello che non dissero e che il prezzo di quel debito era la perdita della sovranità popolare.
TUTTO QUESTO era inconcepibile ad un vero aristocratico dell’epoca, essi non potevano neanche concepirlo che un re avesse venduto la propria sovranità per estendere i propri domini. Se ci pensiamo bene, è meglio essere sovrani, ma davvero sovrani di 3 metri quadrati o essere re di vasti territori, ma per fare un ponte dover chiedere un prestito ad una banca e poi pagare, e far pagare al popolo, capitale più interessi?
Tutto questo i Borbone e la loro classe dirigente, gia venduti alla massoneria non vollero capirlo o non lo capirono affatto, quindi non presero le dovute contro mosse.

Terzo errore.
La ferma fiducia negli accordi internazionali usciti dalla controriforma.

Quarto errore.
Non aver provveduto a “collocare” la borghesia dell’epoca.
Un modello alternativo all’economia liberale i Borbone l’avevano e funzionava anche bene, come dimostrano i dati storici.
Il sistema economico non prevedeva la schiavitù (come in Inghilterra per le miniere scozzesi o come oggi dove gente che lavora “liberamente” 16 ore al giorno ricorda che anche gli schiavi di una volta mangiavano insieme alla famiglia, loro no.) , non prevedeva il concetto di proprietà privata di stampo moderno (cosi come negli stessi anni ne denunciava la nascita Marx in Inghilterra) e non prevedeva neppure che il popolo fosse al servizio dell’economia , ma proprio il contrario (infatti si pagavano pochissime tasse). Questo sistema (altro che comunismo) funzionava relativamente bene, (tanto da dare fastidio ai liberali) ma non prevedeva le grosse speculazioni dei privati, la non responsabilità sociale delle industrie, la virtualità delle finanza, la proprietà privata antitetica ai bisogni sociali. In pratica non prevedeva il capitalismo moderno. Indi Non si poteva spendere più di quello che si aveva (ed infatti si rallentarono le costruzioni ferroviarie, ed il Piemonte ci superò) , non ci si poteva permettere un esercito di leva (la terra ha bisogno di braccia), non si poteva far crescere il potere della borghesia o della bassa aristocrazia, non si poteva far crescere il potere USURAIO. Queste classi sociali, che non potevano crescere (ma che non vennero annientate) furono le prime allettate dalle promesse massoniche e per prime passarono al nemico.

Quinto errore.
Non fecero la riforma agraria. Forse se non il più grave il più fatale di tutti, derivante da una formazione culturale sbagliata o da consigli interessati, o semplicemente dalla politica sbagliata basata sulla troppa fiducia (e potere) della medio alta aristocrazia (laica ed ecclesiastica) . L’argomento sarebbe da approfondire, ma resta il fatto che non la fecero e i contadini videro in Garibaldi uno che l’avrebbe fatta (la terra ai contadini). Fu la prima grande bugia del risorgimento, ma una bugia che come tante altre funzionò bene.

Sesto errore.
Gli mancarono le palle di fare fuori un sacco di gente, soprattutto membri della famiglia reale (dovevano prendere ad esempio gli Stuart). Sia Prima del 1799, sia dopo la controriforma, sia nel 48. Erano a conoscenza della crescita della massoneria nella corte? Si ci sono i documenti che parlano.
Erano a conoscenza di chi era stato giacobino? Certo li hanno addirittura graziati.
In pratica si allevarono la serpe in seno, una serpe che nel momento giusto diede il suo morso velenoso e che i Borbone pur conoscendo, non estirparono a tempo. (Il “camorrista di strada” Liborio Romano fu messo dai Borbone a sindaco di Napoli, poi i Savoia se lo tennero, dando in cambio della tranquillità più potere alle organizzazioni criminali- nasce la Camorra così come la conosciamo oggi)

Settimo errore.
Dopo la rottura diplomatica con gli inglesi, (Zolfi e Ferdinandea) non si costruirono una dovuta protezione diplomatica internazionale.

Ottavo errore.
Troppa fiducia nel concetto di aristocrazia e poca nel nuovo-patriottismo. Molta nel legittimismo, poca sul senso di appartenenza. Troppo elittari, poco “moderni” A ben vedere si ritorna all’errore 2. In quanto per l’aristocrazia pre-rivoluzione francese il nazionalismo non era neppure concepibile. Per l’aristocrazia il nascere 10 metri prima o 10 metri dopo un luogo chiamato confine nazionale, non fa di un uomo, un uomo migliore, ne un uomo più o meno fedele a dei principi. Nella pratica pre-89 un uomo che crede in dei principi ed è disposto a battersi per essi è un uomo di cui fidarsi a prescindere da dove sia nato e della lingua che parla. Il germe sovversivo del nazionalismo, invece imponeva la coincidenza TOTALE fra etnia-cultura e cittadinanza, facendo di qualsiasi uomo nato 5 metri dopo il proprio confine un uomo cattivo. Ma soprattutto sterminando tutte le differenze interne a quei confini, per dimostrare che i “differenti” erano i cattivi per eccellenza. (Con Questo principio in Europa nasce il nazionalismo e nel mondo il razzismo positivistico su base scientifica)
I principi pre-89 però non prevedevano l’avvento delle masse in politica, ne il concetto di guerra totale fra popoli (erano sempre i guerrieri che si scontravano o gli eserciti , non le popolazioni) quindi con l’avvento della politica moderna (sempre voluta da quel gruppo elitario che governava l’Inghilterra) quei principi vennero spazzati via.

Nono errore.
Troppo ricchi e troppo poco armati.

Decimo errore.
Non concepirono l’economia moderna fondata sul debito, ne la forza della moneta come arma di ricatto politico, non nascondendo neppure che avrebbero voluto trarre ,dall’apertura del canale di Suez i dovuti benefici.
In Europa prima dell’euro ci fu gia una “moneta unica” voluta da Napoleone III ed il fatto che i Borboni che erano fra i più ricchi d’Europa non volevano sentirne parlare (soprattutto dell’argento) gli chiuse l’”amicizia” della Francia.
L’accordo sulla moneta unica in Europa si fece è durò dal 1867 al 1916 (Francia e Italia-piemontesizzata ne fecero parte)

Undicesimo errore.
Persero e come ci insegna la storia “I vincitori hanno sempre ragione”.
I nostri antenati persero con loro, e da allora i “fratelli d’Italia” cercano di convincerci che nel 1861 si svolse una guerra, in realtà fu solo una BATTAGLIA.

“CHI NON SI ARRENDE NON HA MAI PERSO, CHI NON HA PERSO POTRA’ SEMPRE VINCERE”.


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