martedì 4 giugno 2013

globalizzazione


PREMESSA:

Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista.
Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro, ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro.
Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente a tutti la ricchezza.
Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di ciascuno e del vivere sociale.
La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile.
Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini  di relatività, lo consideriamo una cosa buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso stesso un fine.
Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse , innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili!
E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme, nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli.
Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il resto.
Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro.
Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!!
I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio!
Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione materialistica oggi imperante.


Alessandro Mezzano


GLOBALIZZAZIONE

Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base la nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente inferiori a quelli dei Paesi più emancipati.
Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione.
Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione  ed aumenta di conseguenza i profitti..!
Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha vinto sul sangue.
Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza.
Ma il denaro non  è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare!
La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta che lo sia.
La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi diversi tra di loro creando delle differenza economiche culturali e sociali che non possono essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale.
Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere graduale per non sconquassare le economie.
È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad equilibrare i livelli.
Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle…
Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare sì progredire quei Paesi, ma senza dissestare le economia dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ..!!

MEDICI

Nel primo dopo guerra, epoca a cui risalgono i nostri ricordi di ragazzo, non c’era come oggi il “Medico di base”, ma bensì la figura del “Medico condotto” che provvedeva a quasi tutte le necessità sanitarie del paese, che conosceva tutti e la loro storia sanitaria e che era un’autorità indiscussa assieme al parroco ed al maresciallo dei carabinieri.
Raramente il medico condotto mandava i pazienti da uno specialista, salvo rari e documentati casi “difficili”, anche perché la sue esperienza e la sua professionalità, frutto di tanti anni di costante applicazione e di vera dedizione gli davano le armi per risolvere con successo la gran parte delle patologie che gli si presentavano.
Il Medico condotto svolgeva la sua funzione come missione più che come professione a fini di lucro, non percepiva regalie dalla case farmaceutiche ed era disponibile ad ogni ora per visitare e per curare i suoi pazienti.
Oggi il medico di base è diventato poco più che un passacarte che mediamente e salvo rare e commendevoli eccezioni, stenta a fare una visita come si deve, spesso fa diagnosi a pazienti con giacca o cappotto addosso ed invia allo specialista ogni caso che sia più complicato di un raffreddore o di un’unghia incarnata..!
Intercala le visite ai pazienti con il ricevimento dei “propagandisti medici” che girano per gli ambulatori a promuovere le vendite delle case farmaceutiche e concede con facilità giorni di riposo per malattia per soddisfare le richieste, non sempre giustificate, di postulanti pretenziosi!
La stessa capacità professionale  ne risente per mancanza di esperienza diretta e ciò provoca sovente superficialità delle diagnosi causata anche da un generale senso di menefreghismo o quanto meno di superficialità che ha preso il posto della dedizione che era una volta la regola per questa professione.
Se poi passiamo agli specialisti, possiamo subito constatare una prima cosa e cioè quanto sia diverso il trattamento tra i pazienti mutuati e quelli a pagamento e quanto siano salate le parcelle delle visite a pagamento.
Un atteggiamento speculativo, la frequente richiesta di reiterare le viste, il suggerimento, in caso di necessità, di ricoverarsi in una clinica privata dove il luminare opera anziché nelle strutture pubbliche, dimostrano, come testimoniano le frequenti denunce dei media, che la loro professionalità è al servizio del profitto anziché a quello della salute dei pazienti!
Ma la cosa più grave è la quasi accettazione di questo stato di cose da parte della pubblica opinione che considera questi atteggiamenti come una inevitabile espressione della natura umana quasi che l’anteporre il denaro e la visione materialistica della vita al senso del dovere, alla solidarietà umana ed alle regole etiche, fosse l’ineluttabile destino dell’umanità!
Se poi consideriamo che quasi sempre questi specialisti si sono fatti le ossa ed hanno acquisito capacità professionale nelle strutture pubbliche e pagati dallo Stato e che, una volta arrivati, sfruttano privatamente e per lucro personale queste loro capacità, allora appare ancora più evidente una moralità ambigua e la prevalenza della ricerca del profitto rispetto alla missione medica!
Certamente, anche in tempi passati, erano presenti individui di tale fatta, ma erano molto più rari di oggi e certamente non trovavano alcuna giustificazione in rapporto ai parametri etici del tempo!


ARTIGIANI

Sta diventando una specie in via di estinzione ..!
L’artigiano, come dice l’etimologia del termine, è una specie di artista e cioè una persona che mette nel suo lavoro anche la passione e la creatività che il suo talento professionale gli suggerisce e che svolge il proprio lavoro con l’orgoglio che deriva dalla consapevolezza della propria maestria.
Tutto ciò lo pone in una dimensione che, pur mirando ad un giusto guadagno, pure è in qualche modo disgiunto da tale obiettivo quanto meno non facendone l’ obiettivo primario!
Non stiamo assolutamente dicendo che l’artigiano deve essere un francescano od un santo che lavora per la gloria, ma che, quanto meno, i due aspetti convivono nell’artigiano senza che uno annulli l’altro..!
Anche qui, purtroppo, è arrivata però la mercificazione spinta e l’artigiano di oggi non ha nulla a che vedere con quello di 60 anni fa.
Oggi la professione si è allontanata sempre di più dall’essere vicina all’arte ed è diventata un qualsiasi mestiere.
La maestria, la passione, la creatività sono state sostituite dalla tecnologia trasformando spesso l’artigiano in un semplice assemblatore di parti prefabbricate dove il portato personale è praticamente nullo, mentre l’obiettivo principale e quasi unico è diventato il profitto in omaggio al nuovo concetto che ogni cosa è mercificabile e tutto ha un prezzo in denaro!
Naturalmente a tutto ciò concorre anche il fatto che pure la clientela degli artigiani, sempre in funzione del materialismo imperante, si è diseducata al bello adattandosi all’utile come chi, abituandosi a mangiare cibi insipidi, perde piano, piano la memoria ed il gusto per i cibi saporiti!
Se da una parte la mancata richiesta di un alto livello dei manufatti prodotti provoca la contrazione della qualità della produzione artigianale, dall’altra questa mancata produzione di qualità provoca una caduta ed una mancanza di gusto nella clientela.
Insomma è un cane che si morde la coda o, se si preferisce, causa ed effetto che si rincorrono e sono l’una la conseguenza dell’altro!
Lo si può constatare anche in un campo domestico come l’alimentazione laddove ai cibi preparati con cura ed amore dalla massaia si sostituisce in parte il cibo preconfezionato dei supermercati.

IMPRENDITORI

Imprenditore è quella persona che, come dice la parola, si lancia in una impresa produttiva in funzione della sua propensione a creare un qualche cosa che produce beni o servizi.
Per quanto il fine di una azienda sia sempre stato il guadagno, pure anche gli aspetti dell’ambizione di creare una realtà, il procurare posti di lavoro e ricchezza nel contesto sociale in cui si opera, in una specie di sfida o di gara con se stessi per dimostrare la propria valentia, sono sempre stati elementi significativi dell’impresa.
Anche in questo campo però, sebbene in misura forse minore che in altri campi, la nuova tendenza a porre in modo prioritario il denaro, ha trasformato la figura dell’imprenditore che ha accentuato i connotati di speculatore economico ed assopito quelli di produttore.
Esempio classico è quello di imprenditori che, spinti dai mercati e dalla concorrenza, hanno quasi cessato di produrre in proprio ed oggi acquistano da Paesi in via di sviluppo  o producono colà tramite delocalizzazione delle aziende, merci che poi rivendono nei Paesi nei quali le aziende hanno solamente una presenza fittizia o virtuale.
Questo tipo di speculazione è fatta in parte per necessità, ma in parte perché il fine del maggiore utile è divenuto prioritario rispetto a tutte le altre motivazioni per le quali un’impresa dovrebbe vivere.
Va insomma sempre più scomparendo la figura dell’imprenditore, sostituita da quella dello speculatore!
E’ pur vero che a fronte di una previsione di guadagno del 3%-5%, gravato di tasse e balzelli vari e minacciato da scioperi o occupazioni, l’alternativa di guadagni a due cifre ipotizzabili con la speculazione, spinge inevitabilmente verso quest’ultima, ma questo è pur sempre l’effetto inevitabile, la conseguenza logica del mutato orizzonte economico che deriva sempre dalla sciagurata vittoria dell’oro sul sangue ..!
Il risultato pratico è alla fine che sempre di più la figura del vecchio imprenditore sta cedendo il posto a quella dell’imprenditore speculatore con una drammatica ricaduta sociale sull’occupazione e sul potere d’acquisto della gente.
Lo stesso capitalismo che era rappresentato per la sua quasi totalità dalle imprese tanto che l’antitesi classica del proletariato erano i “padroni” si è oggi trasformato.
Non esistono quasi più i “padroni” che sono stati sostituiti dai finanzieri che, senza produrre ricchezza se non per se, spostano montagne di miliardi da una speculazione all’altra condizionando addirittura la vita dei governi e la natura degli Stati!
Delocalizzazioni, titoli speculativi come i famigerati “Sub prime”, manovre di borsa, megagalattiche compravendite di valute, sono gli strumenti attraverso le quali poche centinaia di persone detentrici della ricchezza mondiale, su sei miliardi di abitanti della terra, monopolizzano la creazione di ricchezza che rimane concentrata nelle loro mani senza apportare alcun beneficio alla collettività umana!
E’ l’apoteosi della preminenza dell’oro sul sangue!
E’ la realizzazione del disfacimento dei valori della civiltà, la morte del pensiero, la necrosi
dei sentimenti, il trionfo del materialismo assoluto!
In questa situazione l’individuo cessa di essere una persona per diventare un mero strumento di strategie finanziarie, mentre si annullano i diritti più basilari a favore dell’imperativo del profitto e si abbruttiscono dignità, senso dell’onore, tradizioni e spiritualità!


LA SCUOLA

La scuola maestra di vita.
Questo era l’assunto nelle vecchio società e la parte umanistica dell’insegnamento era lo strumento base attraverso il quale raggiungere tale obiettivo.
Anche in questo settore il materialismo imperante nella nuova società ha trasformato il contesto ed oggi, sempre di più, si tende a considerare l’insegnamento più un addestramento per lo svolgimento di quei compiti che saranno assegnati che non la coltivazione delle capacità intellettuali per creare un individuo che pensi autonomamente e che sia capace di una sua critica speculativa scevra da condizionamenti e da idee preconfezionate da interessi esterni.
Anche le scimmie si possono addestrare, ma restano sempre degli animali….
Non sappiamo quanto ciò corrisponda ad un preciso piano strategico, ma il dubbio che questo esista è suffragato dal fatto oggettivo che è molto più facile gestire un popolo di rincoglioniti consumatori che non uno di gente pensante in modo libero ed autonomo.
Chi pensa può criticare e chi critica danneggia gli interessi di coloro che desiderano decidere il come, il quando ed il quanto in modo che ciò collimi con i propri interessi!
Da ogni pulpito politico sentiamo dire che la scuola non è all’altezza delle aspettative perché non prepara gli allievi ad incontrare il mondo del lavoro tanto che i diplomati ed i laureati, se assunti dalle aziende, debbono iniziare un addestramento totale il che è una perdita di tempo e di denaro.
Ci risiamo con il denaro.
Nessuno considera che dopo la scuola tutta una vita attende di essere vissuta e che non sarà certamente la preparazione tecnica, per quanto migliorata ed approfondita, a dare gli strumenti per affrontare le problematiche cui i ragazzi andranno incontro.
Servono apertura mentale, capacità critica di ragionare, ancoraggi culturali ai quali fare riferimento e acquisizione di valori e non è certo l’addestramento tecnico che può fornire tutto ciò!
Alla società ed agli insegnanti di oggi tutto ciò non interessa ed anche se lo scopo per cui la scuola fu in origine creata era la formazione dei cittadini, si preferisce, in nome del solito materialismo e degli interessi economici, produrre degli individui addestrati anziché dei cittadini colti..!
I risultati si vedono ed i sintomi più eclatanti sono laureati che non sanno scrivere decentemente un testo, diplomati che non sono nemmeno in grado di redigere una domanda di assunzione senza fare errori grossolani.
Quali progressi siano in grado di realizzare nelle loro vite simili individui è purtroppo prevedibile.
Un vecchio insegnante universitario della facoltà di chimica mi diceva che , dopo il primo anno di università, gli allievi che provenivano dal liceo classico e quindi con formazione umanistica, superavano mediamente quelli che provenivano dal liceo scientifico, nonostante che questi avessero già una certa infarinatura di chimica.
E’ la dimostrazione pratica della tesi che abbiamo esposto e la conferma che il vero progresso dell’umanità sta nello sviluppo del pensiero speculativo e non in quello della tecnica perché il primo fornisce gli strumenti per sviluppare intelligenza mentre il secondo è solo addestramento.
La preminenza è perciò del sangue e non dell’oro anche se provvisoriamente la vittoria dell’oro appare irreversibile..!

LA POLITICA

La politica dovrebbe esser lo strumento attraverso il quale i cittadini possano promuovere e realizzare il loro progetto di vita nel contesto di una società civile responsabile che rispetti i diritti di tutti senza discriminazioni e senza privilegiare interessi privati o di gruppi.
Le cronache di tutti i giorni ci certificano quanto tale obiettivo sia lontano dall’essere realizzato e quanto invece La politica agisca in nome di interessi privati o di gruppi!
E’ la inevitabile conseguenza della priorità che viene data all’oro sul sangue, al denaro sull’onesta amministrazione, al profitto sull’etica!
Quando l’oro vince sul sangue, vince un modo di concepire la vita, vince un modo di considerare valori e gerarchie, vince un modo di determinare le priorità assolute e pertanto diventa inevitabile tutta una serie di ricadute che sono la conseguenza logica ed obbligata di quelle premesse.
Oggi, dopo la caduta del comunismo dell’ URSS tra i due materialismi che dominavano la politica mondiale, il predominio è passato al capitalismo, ma anche quando il comunismo era l’altra faccia della politica e contrastava il capitalismo, entrambe le ideologie dominanti erano improntate al materialismo e vedevano nel denaro l’unico oggetto del contendere.
Come abbiamo già detto, il capitalismo per aumentare i patrimoni di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente la ricchezza, ma entrambi terminavano i propri orizzonti sociali ed umani al modo in cui trattare il denaro senza mai affermare l’esistenza e l’importanza di altri valori che sono invece fondamentali e che caratterizzano la stessa natura dell’essere umano come l’arricchimento della propria cultura o la realizzazione di una spiritualità, non importa se religiosa oppure agnostica, che sono le naturali ed imprescindibili pulsioni dell’Uomo..!
Invece nel mondo politico di oggi corruzione, mercimonio, prostituzione morale, affarismo, collusione con la criminalità organizzata, sono all’ordine del giorno e riempiono le cronache dei media a dimostrazione che la virtù è morta e che la sete di denaro ha infettato tutto questo mondo.
Deputati e senatori vengono comperati come vacche al mercato, capi politici rinnegano il loro passato per interesse e cambiano bandiera, le ideologie che erano, a torto o a ragione, le bussole etiche dei comportamenti politici, sono morte e sostituite dall’interesse personale o di gruppo!
Una ulteriore e significativa dimostrazione di quanto andiamo esponendo è il massiccio  e documentato coinvolgimento della politica con la mafia, rapporto in cui si vendono alla malavita protezione, complicità e negazione della giustizia sino ad arrivare a negare il diritto con gli accordi discussi e protocollati con la mafia in nome del denaro e del potere derivante da appoggio elettorale.
Falcone, Borsellino e il generale Della Chiesa, assieme a tanti altri fedeli servitori dello Stato che tentarono di opporsi, pagarono con la vita la loro convinzione sulla preminenza della legge sul malaffare, mandati al macello da una apolitica collusa e complice!
Tutta la politica è coinvolta, dalla DC di Andreotti alle cooperative edili rosse siciliane a Forza Italia fondata da Berlusconi e Dell’Utri.
Todos Caballeros, tutti picciotti….
Come abbiamo già detto, era inevitabile che ciò accadesse perché quando si parte dal principio che il denaro è la cosa più importante, esso passa da strumento a fine ultimo e quei comportamenti ne sono la logica conseguenza!

I GIOVANI

I giovani dovrebbero essere, per loro natura e per la condizione contingente che vivono, i meno toccati dall’infezione dell’oro.
La vita tutta da vivere con le scoperte, le emozioni, l’amore, le curiosità e gli entusiasmi non ancora mortificati dall’esperienza, dovrebbero dare loro una sorta di immunità.
Non è purtroppo così.
L’infezione dell’anima che ha colpito tutta la società ha infettato anche loro, inaridendo i loro cuori, congelando le loro menti e spegnendo i loro entusiasmi.
In un mondo che pensa solo al denaro e non si cura dei valori che arricchiscono lo spirito, i giovani crescono trascurati e si trapianta anche in loro quel materialismo che trasuda da ogni aspetto della vita di oggi.
Gli eroi immaginari che ispirano e fanno loro da modello, non sono più i guerrieri, gli scienziati, gli artisti, i poeti, ma i giocatori di pallone, i cantanti, gli attori e lo sono perché essi guadagnano tantissimi soldi con i quali comprare automobili, donne, droga e rispetto.
I traguardi sognati non sono più la gloria e la felicità, ma il  denaro e lo sballo e questi traguardi si perseguono con freddo calcolo e con arido cinismo.
Anche per loro è avvenuta la mercificazione di tutto ciò che conta nella vita e tutto ha un prezzo in assenza completa di regole etiche  e di rispetto della coscienza che si è assopita.
Ed ecco allora la ricerca dello “Sballo”, la droga, il bere ed ecco l’incanalarsi di quelle energie che sono espressione di gioventù verso traguardi meschini in  un trionfo dell’egoismo più cinico e freddo.
Ed ecco che anche le unioni, i matrimoni, nascono tarati da questi concetti e dall’assenza di una capacità di assunzione di responsabilità e di rispetto degli impegni e durano spesso pochi anni per poi esplodere con conseguenze spesso tragiche per se stessi e per gli eventuali figli.
Quando diventa sentire comune il fatto che la priorità della vita è quella del guadagno e della ricchezza, per conseguenza logica scadono gli altri valori e la parola data, l’impegno liberamente accettato, la dignità, il senso di responsabilità e dell’onore appaiono solamente come delle zavorre che ostacolano il raggiungimento di tale priorità,
Certamente non è così per tutti, ma lo è per molti, troppi, che crescendo daranno vita ad una società ancora più arida e miserevole di quella in cui viviamo oggi!
Un tempo i giovani erano pieni di entusiasmi e di progetti a volte utopici come quello di cambiare e di salvare il mondo ed anche se poi l’esperienza della vita ridimensionava i progetti e smorzava gli entusiasmi, pure qualche cosa rimaneva di quei sogni ed era ciò che arricchiva l’umanità e la portava avanti di un gradino nel progresso umano.
Oggi resta solo un panorama grigio, arido e nebbioso, i sogni sono morti e con essi sta morendo l’anima dell’Uomo ..!!
D’altronde la più significativa forma di educazione, quella che dà  risultato concreti e conformi, è l’esempio e gli esempi che i giovani di oggi hanno costantemente sotto gli occhi da parte dei comportamenti degli adulti, portano tutti a considerare come “normale” una società mercificata e priva di valori etici per cui anche la formazione dei giovani non può non avere una strada tracciata e dei risultati inevitabilmente negativi.

I PRETI E LA CHIESA

Pur essendo quella che è cambiata di meno perché da secoli è sempre stata molto attenta ai suoi interessi materiali come è dimostrato sia dalla storia di guerre e di persecuzioni dettate da mero interesse per il potere che dagli immensi patrimoni e dalle grandi ricchezze di cui dispone, pure anche la chiesa, negli ultimi settanta anni e cioè dopo la vittoria dell’oro sul sangue, ha accentuato questo suo materialismo interessato e dietro ad una spiritualità di facciata, prospera con le sue banche, i suoi palazzi, i suoi ori.
Ogni tanto qualche Papa predica la povertà ed il ritorno alle origini, ma poi, al di là di prediche virtuose e di  pie intenzioni, tutto resta come prima con le banche, i patrimoni, gli ori e la lotta per il potere.
E’ pur vero che ci sono preti eroici che vivono tutta una vita di sacrifici, di carità e di dedizione al prossimo e monaci e monache che passano in clausura ed in penitenza tutta la vita, ma essi, in buona fede, costituiscono solamente la manovalanza della chiesa, non ne rappresentano il campione medio e soprattutto non vi esercitano alcun potere che ne possa condizionare in qualche modo l’azione.
Si vedono altresì tanti preti che indulgono ai piaceri della carne ( anche con depravazioni schifose e bestiali ) e del denaro e conducono una vita ben lontana dai dettami dei quel vangelo che ipocritamente predicano nelle parrocchie ..!!
D’altronde il crollo verticale delle “vocazioni” che costringe a rinfoltire le fila con preti e suore del terzo mondo, dimostra che la spiritualità che una volta era presente nella società più evoluta, si sta estinguendo al gelo del materialismo imperante e tutto ciò avviene non solo all’esterno della chiesa, ma anche al suo interno.
Le ultime cronache certificano addirittura la presenza di società segrete come la massoneria nel cuore più intimo della chiesa e disvelano atteggiamenti ed azioni suggeriti più dalla sete di denaro e di potere che non dalla carità cristiana e dal vangelo.
A chi obietta che non è cosa semplice smontare un complesso mastodontico come quello del patrimonio economico della chiesa, facciamo presente che ciò non cambia lo stato delle cose e che, essendo il papa uno degli ultimi sovrani assoluti del mondo, il suo potere è altrettanto assoluto e non necessita di troppe intermediazioni, né di troppi consensi.
Manca invece la concretezza di quello spirito evangelico che dovrebbe essere faro d’ispirazione e parametro di riferimento e manca la volontà politica di attuare quelle riforme che si vanno predicando!
Ma la di là delle analisi sulle cause, resta la contraddizione tra dottrina e comportamenti, tra predicazione e realtà, tra il dire ed il fare ..!!
E’ fuori di dubbio, data la corrispondenza tra causa ed effetto, che tutto ciò sia la conseguenza di quel materialismo strisciante che nasce dalla sconfitta del sangue e dalla vittoria dell’oro e che sta trascinando verso di sé tutte le manifestazioni della vita comprese quelle, come la religione, che per loro natura ed origine dovrebbero essere le più spirituali.


I MILITARI E LE FORZE DELL’ORDINE

Quando i valori dello spirito non erano ancora stati sopraffatti dagli interessi materiali, le motivazioni che spingevano alla vita militare ed a quella delle forze dell’ordina erano  soprattutto l’amore per la Patria ed il senso dello Stato.
Certamente anche la prospettiva di una carriera che permettesse una vita dignitosa aveva il suo peso, ma non era così determinante come invece lo è oggi.
La sensazione è che oggi si stia tornando a quel passato remoto delle compagnie di ventura in cui era il “mestiere delle armi” e cioè quando fare la guerra, uccidere o essere uccisi era solamente un mestiere pericoloso e redditizio.
La riprova è nella grande differenza tra la paga di un soldato che presta servizio in Italia e che è di circa 1000 €/mese e quella dello stesso soldato in “missione di pace” per esempio in Afganistan

Naturalmente al soldo va aggiunto vitto ed alloggio.
La mercificazione e la monetizzazione dell’amor Patrio è forse una delle peggiori e più degradanti conseguenze della trasformazione che il materialismo imperante ha operato nella società in quanto svilisce uno dei più puri sentimenti, quasi come la prostituzione svilisce l’amore.
D’altronde anche questo aspetto delle scelte di vita nella moderna società è in linea con  il complesso delle convinzioni che ne determinano la natura e non c’è quindi da stupirsi se concetti come Patria, onore e senso dello Stato hanno perso la loro valenza originale e sono oggi solo i fantasmi residuali di ciò che furono in passato.
Troppo spesso si assiste alla scoperta di poliziotti o carabinieri che sono coinvolti in traffici illeciti di ogni genere e questo dimostra che anche nelle forze dell’ordine il senso del dovere cede qualche volta alla sete di denaro e questa è, secondo noi, la conseguenza  della mutata scala delle priorità che nasce dalla mitizzazione dell’oro a sfavore del sangue!
Non siamo così sprovveduti da negare che nelle vite di ciascuno di noi, e quindi anche in quelle delle forze dell’ordine, ci sia la quotidianità dei problemi pratici e delle esigenze concrete che presuppongono, per la loro soluzione, di una certa disponibilità di denaro.
Il problema nasce quando l’equilibrio tra doveri, coscienza e bisogno di denaro, si sposta tutto a favore di quest’ultima esigenza e trasforma le azioni in male azioni senza che intervenga nessun freno.
Insomma, non diciamo che essere militari o forze dell’ordine debba essere tutto una missione e per nulla una professione, ma che è altrettanto sbagliato che diventi SOLO  ed esclusivamente una professione legata solamente ad uno stipendio.

I GIORNALISTI ED I LETTERATI

Il compito del giornalista è quello di informare, magari anche attraverso il filtro della propria personale interpretazione dei fatti, ma sempre con la massima obiettività ed in assoluta buona fede.
Quello dovrebbe essere il suo compito ma, all’atto pratico, anche questa professione che era un tempo un magistero di verità, è diventata troppo spesso un mercimonio quando non un esempio di prostituzione morale con la vendita della propria coscienza al migliore offerente alla ricerca del guadagno ed a scapito della morale e della dignità!
D’altronde anche in questo caso vale la constatazione per gli altri esempi e cioè che a causa della sconfitta del sangue e della vittoria dell’oro, il dio denaro è diventato il sovrano che impera sulle vite di ognuno e che determina le più importanti e significative scelte della vita.
Oggi i giornali sono quasi tutti catalogabili a sostegno di una parte politica o di una classe sociale o imprenditoriale ed è sufficiente leggere nelle varie edizioni i commenti e le interpretazioni dei medesimi avvenimenti per capire come esse sino partigiane e prezzolate anziché cercare di essere obiettive!
Il fatto che quando una testata importante è in vendita si assista ad un vero e proprio assalto per aggiudicarsene la proprietà quand’anche il bilancio economico diretto, come accade spesso, sia passivo, può solo significare che il possesso di un importante mezzo di comunicazione di massa è utile per condizionare la pubblica opinione e portarla a pascolare ( politicamente ed economicamente ) laddove è più conveniente per chi è in grado di controllare quel condizionamento.
Spesso quello che dovrebbe essere un mezzo di informazione e di diffusione culturale si trasforma in un supermercato delle idee preconfezionate e l’azione dei mezzi d’informazione diventa strumento per ottundere la capacità critica dei cittadini a filtrare i fatti attraverso un proprio giudizio autonomo per trarne in libertà una convinzione, giusta o sbagliata, ma libera.
Insomma quello che avrebbe dovuto esser strumento di libertà si è trasformato, distorcendo fatti e giudizi,  in mezzo di persuasione occulta con il risultato di condizionare pesantemente la libertà dei cittadini ed al servizio di quei “poteri forti” che hanno comperato le coscienze dei giornalisti trasformandoli in mercenari della penna.
Alla buona fede del cronista che cerca di informare, si è sostituita spesso la malafede di chi cerca di condizionare per obbedire ad ordini di scuderia …!!
Vale anche per questa categoria, quanto è avvenuto per le altre e la scomparsa o l’attenuazione dell’importanza dei valori etici lascia il passo alla prevalenza degli interessi economici ed alla sete di denaro che riesca a comperare tutto!

GLI SPORTIVI

Nell’antica Grecia, così come anche in altre civiltà, lo sport era considerato quasi una cosa sacra e le gare che si svolgevano nelle “polis” erano soggette a date precise, a precisi rituali ed erano quasi sempre dedicate alle divinità.
Lo sport era praticato come una manifestazione della tensione a superare i propri limiti umani ed a proiettarsi in una dimensione superiore.
Data la sua natura sacra, l’agone presupponeva lealtà, sincerità, buona fede e umiltà perché la sua natura lo poneva quasi nel contesto di una cerimonia sacra in cui il malanimo sarebbe stato considerato empietà verso gli dei …!
Quanto siamo oggi lontani da una tale interpretazione..!!
Oggi lo sport è diventato principalmente una questione economica ed intorno ad esso girano una ridda di miliardi per gli ingaggi, le concessioni televisive e la pubblicità commerciale e questi fattori hanno largamente superato per importanza l’agonismo.
Da rito semisacrale quale era alle origini, lo sport è diventato essenzialmente spettacolo ed idealmente gli stadi dell’antica Grecia sono stati sostituiti dalle arene dei gladiatori del tardo, decadente, impero di Roma!
L’agone sportivo ha perso la sua caratteristica di spinta al superamento dell’ostacolo per diventare strumento di guadagno e ne fa anche fede la casistica del ricorso, in quasi tutti gli sport, all’assunzione di droghe, ormoni, eccitanti e chimica varia che falsano le effettive capacità degli atleti spesso rovinandone la salute in nome del denaro.
La speculazione dei media sulla spettacolarità degli eventi sportivi più popolari, produce un mercato assolutamente sproporzionato nel quale calciatori ed allenatori in grado di attirare molti spettatori e quindi di far vendere a caro prezzo gli inserti pubblicitari, percepiscono compensi stratosferici completamente avulsi dal valore della prestazione sportiva, ma collegati solo a quello del ritorno economico.
Insomma, anche qui l’oro la fa da padrone e supera per importanza qualsiasi altro valore che lo sporto possa avere ..!!
E’ evidente la grande differenza che le due posizioni hanno anche sul piano etico.
La prima portava le persone che praticavano uno sport a rafforzare la propria personalità nell’esercizio di uno sforzo costante a migliorarsi per raggiungere e superare risultati che spostavano in avanti i limiti delle proprie possibilità.
La seconda se ne infischia di quegli obiettivi e cerca solamente di trarre dalle proprie prestazioni il maggiore guadagno possibile anche a costo di frodi, di falsi e di raggiri!
Questa trasformazione che lo sport e gli sportivi hanno subito non è casuale, ma deriva direttamente dal cambiamento etico dovuto dal cambio di obiettivi intervenuto quando l’oro, vincendo sul sangue ha trasformato i valori in interessi, i principi in guadagno, le coscienze in capitali.
Quanto tutto ciò abbia degradato il contesto generale è sotto gli occhi di tutti e non occorrono certamente dotte analisi per prenderne atto.
Quel mondo all’apparenza così pulito e così disinteressato è diventato un verminaio di interessi anche illeciti ed ha perso completamente quell’aspetto spirituale che ne era la componente più importante.

LA VITA DI COPPIA

L’unione di due persone che mettono in comune le loro vite e condividono interessi, progetti, emozioni, affetti e persino gli ostacoli che la vita riserva a ciascuno, nasce da un istinto naturale alla conservazione della specie che la ragione, la coscienza e le tradizioni razionalizzano trasformandolo in un sentimento che si chiama amore.
Teoricamente questa sfera della vita umana dovrebbe essere scevra da condizionamenti di tipo economico  ed il denaro dovrebbe entrarci poco con l’amore.
Per molti secoli della storia della nostra civiltà è stato così ed anche quando i genitori combinavano i matrimoni dei figli, si trattava quasi sempre di fare con discernimento e valutando alla luce dell’esperienza tutte le condizioni, quelle scelte che i soggetti, a causa della ubriacatura dell’innamoramento, non sarebbero stati in grado di fare, ma sempre con l’obiettivo di costruire per i propri figli delle realtà che avrebbero potuto funzionare e con lo scopo ultimo di favorire la felicità od almeno la serenità della coppia.
Alla fine quindi un gesto d’amore nel contesto di una prospettiva d’amore ..!
Oggi tutto ciò è radicalmente cambiato e la resistenza che l’istinto della specie oppone alla ragione che privilegia il denaro ai sentimenti, appare sempre più debole e sconfitta.
Non servono molti ragionamenti e molte considerazioni.
E’ sufficiente considerare l’aumento esponenziale che negli ultimi anni si è verificato nelle separazioni e nei divorzi per concludere, senza tema di smentita, che la coppia è in crisi come concetto e come istituzione.
La stabilità e la forza della coppia era indubbiamente ancorata all’amore ed al peso che ciascuno dava ai valori tradizionali della società civile e la recente vittoria totale dell’oro sul sangue ha indubbiamente stravolto questo equilibrio introducendo nell’equazione un fattore disgregante e dirompente che è l’interesse per il denaro.
Neppure più l’amore istintivo, irrazionale e primordiale per i figli ha saputo essere di contrasto a questa tendenza e l’egoismo ha mediamente prevalso scardinando i sentimenti, le coscienze, la coerenza verso gli impegni liberamente presi e quei valori etici che l’amore per il denaro ha annacquato e reso labili!
Tale tendenza è esplosa negli ultimi anni come dimostrano le statistiche ISTAT che certificano come, solo negli ultimi 6 anni essi siano aumentati del 68%.
Ecco una grafica dell’andamento delle separazioni e divorzi solamente dal 1995 al 2009:


Sono fenomeni sociali  di grandissima rilevanza e soprattutto sono fenomeni che non accadono per caso, ma per precise cause.
Sono venute a mancare quelle condizioni che stabilizzavano i rapporti di coppia e sono contemporaneamente aumentati quei fattori disgreganti che ne minano la consistenza.
Il materialismo dominante che è scelta di priorità materiale rispetto a quella spirituale ed etica nella scala di valori che regolano la vita, conseguenza diretta della vittoria dell’oro sul sangue, hanno distrutto il cemento che univa la coppia mentre ha preso il sopravvento quell’egoismo che è figlio diretto dell’Oro.
Le conseguenze pratiche di tali scelte e di tali comportamenti non potevano non essere che lo sfaldamento ed il dissolvimento di quei legami che tenevano unita la coppia e tutto ciò non è teoria in quanto dimostrato dai fatti..!!

CONCLUSIONI

Non siamo sicuri che quanto abbiamo scritto possa servire a qualche cosa ed anzi temiamo fortemente che non serva a nulla perché le forze che dominano oggi il mondo grazie al peso del denaro sono forti, organizzate e talmente inserite al comando nel contesto sociale da impedire l’efficacia di qualsiasi testimonianza, sebbene documentata e qualsiasi reazione allo status quo.
 Come ha dichiarato recentemente in un’intervista don Gabriele Amorth il più famoso esorcista del mondo, : “Chi comanda é chi ha i soldi.
Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini…….
Purtroppo anche nella Chiesa ci sono quelli che vanno avanti a forza di carriera, a forza di soldi, a forza di corruzione.
Anche nella Chiesa c'è una grande massa di massoni.
E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché!
Perché di fronte al dio denaro uno ammazzerebbe suo padre, sua madre, i suoi figli. Anche un uomo di Chiesa lo fa, se non ha fede.”
E’ chiaro che in tale situazione è come se un nano volesse combattere contro un gigante ed a parte le leggende della Bibbia, nella vita reale il gigante vince sempre alla grande contro il nano…!!!
Pur tuttavia noi abbiamo voluto fare egualmente la nostra denuncia considerandola come un seme gettato nel campo della vita, sperando che col tempo esso possa germogliare a dispetto delle erbacce, dell’incuria e del maltempo.
Come il granello di terra che rotolando sulla distesa del nevaio si ingrandisce sempre più diventando alla fine valanga travolgente ed inarrestabile, la nostra illusione è che anche questo seme possa dare un giorno i suoi frutti e che una forza travolgente sorga contro questo mondo retto dall’oro travolgendo, sradicando, annientando sino a creare un nuovo ordine, un mondo nuovo,  meno materialista e più Umano..!!!!


Alessandro Mezzano

PREMESSA: Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista. Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro, ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro. Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente a tutti la ricchezza. Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di ciascuno e del vivere sociale. La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile. Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini di relatività, lo consideriamo una cosa buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso stesso un fine. Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse , innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili! E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme, nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli. Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il resto. Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro. Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!! I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio! Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione materialistica oggi imperante. Alessandro Mezzano GLOBALIZZAZIONE Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base la nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il fenomeno della globalizzazione. La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente inferiori a quelli dei Paesi più emancipati. Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione. Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione ed aumenta di conseguenza i profitti..! Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha vinto sul sangue. Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza. Ma il denaro non è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare! La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta che lo sia. La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi diversi tra di loro creando delle differenza economiche culturali e sociali che non possono essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale. Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere graduale per non sconquassare le economie. È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad equilibrare i livelli. Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle… Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare sì progredire quei Paesi, ma senza dissestare le economia dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ..!! MEDICI Nel primo dopo guerra, epoca a cui risalgono i nostri ricordi di ragazzo, non c’era come oggi il “Medico di base”, ma bensì la figura del “Medico condotto” che provvedeva a quasi tutte le necessità sanitarie del paese, che conosceva tutti e la loro storia sanitaria e che era un’autorità indiscussa assieme al parroco ed al maresciallo dei carabinieri. Raramente il medico condotto mandava i pazienti da uno specialista, salvo rari e documentati casi “difficili”, anche perché la sue esperienza e la sua professionalità, frutto di tanti anni di costante applicazione e di vera dedizione gli davano le armi per risolvere con successo la gran parte delle patologie che gli si presentavano. Il Medico condotto svolgeva la sua funzione come missione più che come professione a fini di lucro, non percepiva regalie dalla case farmaceutiche ed era disponibile ad ogni ora per visitare e per curare i suoi pazienti. Oggi il medico di base è diventato poco più che un passacarte che mediamente e salvo rare e commendevoli eccezioni, stenta a fare una visita come si deve, spesso fa diagnosi a pazienti con giacca o cappotto addosso ed invia allo specialista ogni caso che sia più complicato di un raffreddore o di un’unghia incarnata..! Intercala le visite ai pazienti con il ricevimento dei “propagandisti medici” che girano per gli ambulatori a promuovere le vendite delle case farmaceutiche e concede con facilità giorni di riposo per malattia per soddisfare le richieste, non sempre giustificate, di postulanti pretenziosi! La stessa capacità professionale ne risente per mancanza di esperienza diretta e ciò provoca sovente superficialità delle diagnosi causata anche da un generale senso di menefreghismo o quanto meno di superficialità che ha preso il posto della dedizione che era una volta la regola per questa professione. Se poi passiamo agli specialisti, possiamo subito constatare una prima cosa e cioè quanto sia diverso il trattamento tra i pazienti mutuati e quelli a pagamento e quanto siano salate le parcelle delle visite a pagamento. Un atteggiamento speculativo, la frequente richiesta di reiterare le viste, il suggerimento, in caso di necessità, di ricoverarsi in una clinica privata dove il luminare opera anziché nelle strutture pubbliche, dimostrano, come testimoniano le frequenti denunce dei media, che la loro professionalità è al servizio del profitto anziché a quello della salute dei pazienti! Ma la cosa più grave è la quasi accettazione di questo stato di cose da parte della pubblica opinione che considera questi atteggiamenti come una inevitabile espressione della natura umana quasi che l’anteporre il denaro e la visione materialistica della vita al senso del dovere, alla solidarietà umana ed alle regole etiche, fosse l’ineluttabile destino dell’umanità! Se poi consideriamo che quasi sempre questi specialisti si sono fatti le ossa ed hanno acquisito capacità professionale nelle strutture pubbliche e pagati dallo Stato e che, una volta arrivati, sfruttano privatamente e per lucro personale queste loro capacità, allora appare ancora più evidente una moralità ambigua e la prevalenza della ricerca del profitto rispetto alla missione medica! Certamente, anche in tempi passati, erano presenti individui di tale fatta, ma erano molto più rari di oggi e certamente non trovavano alcuna giustificazione in rapporto ai parametri etici del tempo! ARTIGIANI Sta diventando una specie in via di estinzione ..! L’artigiano, come dice l’etimologia del termine, è una specie di artista e cioè una persona che mette nel suo lavoro anche la passione e la creatività che il suo talento professionale gli suggerisce e che svolge il proprio lavoro con l’orgoglio che deriva dalla consapevolezza della propria maestria. Tutto ciò lo pone in una dimensione che, pur mirando ad un giusto guadagno, pure è in qualche modo disgiunto da tale obiettivo quanto meno non facendone l’ obiettivo primario! Non stiamo assolutamente dicendo che l’artigiano deve essere un francescano od un santo che lavora per la gloria, ma che, quanto meno, i due aspetti convivono nell’artigiano senza che uno annulli l’altro..! Anche qui, purtroppo, è arrivata però la mercificazione spinta e l’artigiano di oggi non ha nulla a che vedere con quello di 60 anni fa. Oggi la professione si è allontanata sempre di più dall’essere vicina all’arte ed è diventata un qualsiasi mestiere. La maestria, la passione, la creatività sono state sostituite dalla tecnologia trasformando spesso l’artigiano in un semplice assemblatore di parti prefabbricate dove il portato personale è praticamente nullo, mentre l’obiettivo principale e quasi unico è diventato il profitto in omaggio al nuovo concetto che ogni cosa è mercificabile e tutto ha un prezzo in denaro! Naturalmente a tutto ciò concorre anche il fatto che pure la clientela degli artigiani, sempre in funzione del materialismo imperante, si è diseducata al bello adattandosi all’utile come chi, abituandosi a mangiare cibi insipidi, perde piano, piano la memoria ed il gusto per i cibi saporiti! Se da una parte la mancata richiesta di un alto livello dei manufatti prodotti provoca la contrazione della qualità della produzione artigianale, dall’altra questa mancata produzione di qualità provoca una caduta ed una mancanza di gusto nella clientela. Insomma è un cane che si morde la coda o, se si preferisce, causa ed effetto che si rincorrono e sono l’una la conseguenza dell’altro! Lo si può constatare anche in un campo domestico come l’alimentazione laddove ai cibi preparati con cura ed amore dalla massaia si sostituisce in parte il cibo preconfezionato dei supermercati. IMPRENDITORI Imprenditore è quella persona che, come dice la parola, si lancia in una impresa produttiva in funzione della sua propensione a creare un qualche cosa che produce beni o servizi. Per quanto il fine di una azienda sia sempre stato il guadagno, pure anche gli aspetti dell’ambizione di creare una realtà, il procurare posti di lavoro e ricchezza nel contesto sociale in cui si opera, in una specie di sfida o di gara con se stessi per dimostrare la propria valentia, sono sempre stati elementi significativi dell’impresa. Anche in questo campo però, sebbene in misura forse minore che in altri campi, la nuova tendenza a porre in modo prioritario il denaro, ha trasformato la figura dell’imprenditore che ha accentuato i connotati di speculatore economico ed assopito quelli di produttore. Esempio classico è quello di imprenditori che, spinti dai mercati e dalla concorrenza, hanno quasi cessato di produrre in proprio ed oggi acquistano da Paesi in via di sviluppo o producono colà tramite delocalizzazione delle aziende, merci che poi rivendono nei Paesi nei quali le aziende hanno solamente una presenza fittizia o virtuale. Questo tipo di speculazione è fatta in parte per necessità, ma in parte perché il fine del maggiore utile è divenuto prioritario rispetto a tutte le altre motivazioni per le quali un’impresa dovrebbe vivere. Va insomma sempre più scomparendo la figura dell’imprenditore, sostituita da quella dello speculatore! E’ pur vero che a fronte di una previsione di guadagno del 3%-5%, gravato di tasse e balzelli vari e minacciato da scioperi o occupazioni, l’alternativa di guadagni a due cifre ipotizzabili con la speculazione, spinge inevitabilmente verso quest’ultima, ma questo è pur sempre l’effetto inevitabile, la conseguenza logica del mutato orizzonte economico che deriva sempre dalla sciagurata vittoria dell’oro sul sangue ..! Il risultato pratico è alla fine che sempre di più la figura del vecchio imprenditore sta cedendo il posto a quella dell’imprenditore speculatore con una drammatica ricaduta sociale sull’occupazione e sul potere d’acquisto della gente. Lo stesso capitalismo che era rappresentato per la sua quasi totalità dalle imprese tanto che l’antitesi classica del proletariato erano i “padroni” si è oggi trasformato. Non esistono quasi più i “padroni” che sono stati sostituiti dai finanzieri che, senza produrre ricchezza se non per se, spostano montagne di miliardi da una speculazione all’altra condizionando addirittura la vita dei governi e la natura degli Stati! Delocalizzazioni, titoli speculativi come i famigerati “Sub prime”, manovre di borsa, megagalattiche compravendite di valute, sono gli strumenti attraverso le quali poche centinaia di persone detentrici della ricchezza mondiale, su sei miliardi di abitanti della terra, monopolizzano la creazione di ricchezza che rimane concentrata nelle loro mani senza apportare alcun beneficio alla collettività umana! E’ l’apoteosi della preminenza dell’oro sul sangue! E’ la realizzazione del disfacimento dei valori della civiltà, la morte del pensiero, la necrosi dei sentimenti, il trionfo del materialismo assoluto! In questa situazione l’individuo cessa di essere una persona per diventare un mero strumento di strategie finanziarie, mentre si annullano i diritti più basilari a favore dell’imperativo del profitto e si abbruttiscono dignità, senso dell’onore, tradizioni e spiritualità! LA SCUOLA La scuola maestra di vita. Questo era l’assunto nelle vecchio società e la parte umanistica dell’insegnamento era lo strumento base attraverso il quale raggiungere tale obiettivo. Anche in questo settore il materialismo imperante nella nuova società ha trasformato il contesto ed oggi, sempre di più, si tende a considerare l’insegnamento più un addestramento per lo svolgimento di quei compiti che saranno assegnati che non la coltivazione delle capacità intellettuali per creare un individuo che pensi autonomamente e che sia capace di una sua critica speculativa scevra da condizionamenti e da idee preconfezionate da interessi esterni. Anche le scimmie si possono addestrare, ma restano sempre degli animali…. Non sappiamo quanto ciò corrisponda ad un preciso piano strategico, ma il dubbio che questo esista è suffragato dal fatto oggettivo che è molto più facile gestire un popolo di rincoglioniti consumatori che non uno di gente pensante in modo libero ed autonomo. Chi pensa può criticare e chi critica danneggia gli interessi di coloro che desiderano decidere il come, il quando ed il quanto in modo che ciò collimi con i propri interessi! Da ogni pulpito politico sentiamo dire che la scuola non è all’altezza delle aspettative perché non prepara gli allievi ad incontrare il mondo del lavoro tanto che i diplomati ed i laureati, se assunti dalle aziende, debbono iniziare un addestramento totale il che è una perdita di tempo e di denaro. Ci risiamo con il denaro. Nessuno considera che dopo la scuola tutta una vita attende di essere vissuta e che non sarà certamente la preparazione tecnica, per quanto migliorata ed approfondita, a dare gli strumenti per affrontare le problematiche cui i ragazzi andranno incontro. Servono apertura mentale, capacità critica di ragionare, ancoraggi culturali ai quali fare riferimento e acquisizione di valori e non è certo l’addestramento tecnico che può fornire tutto ciò! Alla società ed agli insegnanti di oggi tutto ciò non interessa ed anche se lo scopo per cui la scuola fu in origine creata era la formazione dei cittadini, si preferisce, in nome del solito materialismo e degli interessi economici, produrre degli individui addestrati anziché dei cittadini colti..! I risultati si vedono ed i sintomi più eclatanti sono laureati che non sanno scrivere decentemente un testo, diplomati che non sono nemmeno in grado di redigere una domanda di assunzione senza fare errori grossolani. Quali progressi siano in grado di realizzare nelle loro vite simili individui è purtroppo prevedibile. Un vecchio insegnante universitario della facoltà di chimica mi diceva che , dopo il primo anno di università, gli allievi che provenivano dal liceo classico e quindi con formazione umanistica, superavano mediamente quelli che provenivano dal liceo scientifico, nonostante che questi avessero già una certa infarinatura di chimica. E’ la dimostrazione pratica della tesi che abbiamo esposto e la conferma che il vero progresso dell’umanità sta nello sviluppo del pensiero speculativo e non in quello della tecnica perché il primo fornisce gli strumenti per sviluppare intelligenza mentre il secondo è solo addestramento. La preminenza è perciò del sangue e non dell’oro anche se provvisoriamente la vittoria dell’oro appare irreversibile..! LA POLITICA La politica dovrebbe esser lo strumento attraverso il quale i cittadini possano promuovere e realizzare il loro progetto di vita nel contesto di una società civile responsabile che rispetti i diritti di tutti senza discriminazioni e senza privilegiare interessi privati o di gruppi. Le cronache di tutti i giorni ci certificano quanto tale obiettivo sia lontano dall’essere realizzato e quanto invece La politica agisca in nome di interessi privati o di gruppi! E’ la inevitabile conseguenza della priorità che viene data all’oro sul sangue, al denaro sull’onesta amministrazione, al profitto sull’etica! Quando l’oro vince sul sangue, vince un modo di concepire la vita, vince un modo di considerare valori e gerarchie, vince un modo di determinare le priorità assolute e pertanto diventa inevitabile tutta una serie di ricadute che sono la conseguenza logica ed obbligata di quelle premesse. Oggi, dopo la caduta del comunismo dell’ URSS tra i due materialismi che dominavano la politica mondiale, il predominio è passato al capitalismo, ma anche quando il comunismo era l’altra faccia della politica e contrastava il capitalismo, entrambe le ideologie dominanti erano improntate al materialismo e vedevano nel denaro l’unico oggetto del contendere. Come abbiamo già detto, il capitalismo per aumentare i patrimoni di chi già aveva tanto ed il comunismo per distribuire più equamente la ricchezza, ma entrambi terminavano i propri orizzonti sociali ed umani al modo in cui trattare il denaro senza mai affermare l’esistenza e l’importanza di altri valori che sono invece fondamentali e che caratterizzano la stessa natura dell’essere umano come l’arricchimento della propria cultura o la realizzazione di una spiritualità, non importa se religiosa oppure agnostica, che sono le naturali ed imprescindibili pulsioni dell’Uomo..! Invece nel mondo politico di oggi corruzione, mercimonio, prostituzione morale, affarismo, collusione con la criminalità organizzata, sono all’ordine del giorno e riempiono le cronache dei media a dimostrazione che la virtù è morta e che la sete di denaro ha infettato tutto questo mondo. Deputati e senatori vengono comperati come vacche al mercato, capi politici rinnegano il loro passato per interesse e cambiano bandiera, le ideologie che erano, a torto o a ragione, le bussole etiche dei comportamenti politici, sono morte e sostituite dall’interesse personale o di gruppo! Una ulteriore e significativa dimostrazione di quanto andiamo esponendo è il massiccio e documentato coinvolgimento della politica con la mafia, rapporto in cui si vendono alla malavita protezione, complicità e negazione della giustizia sino ad arrivare a negare il diritto con gli accordi discussi e protocollati con la mafia in nome del denaro e del potere derivante da appoggio elettorale. Falcone, Borsellino e il generale Della Chiesa, assieme a tanti altri fedeli servitori dello Stato che tentarono di opporsi, pagarono con la vita la loro convinzione sulla preminenza della legge sul malaffare, mandati al macello da una apolitica collusa e complice! Tutta la politica è coinvolta, dalla DC di Andreotti alle cooperative edili rosse siciliane a Forza Italia fondata da Berlusconi e Dell’Utri. Todos Caballeros, tutti picciotti…. Come abbiamo già detto, era inevitabile che ciò accadesse perché quando si parte dal principio che il denaro è la cosa più importante, esso passa da strumento a fine ultimo e quei comportamenti ne sono la logica conseguenza! I GIOVANI I giovani dovrebbero essere, per loro natura e per la condizione contingente che vivono, i meno toccati dall’infezione dell’oro. La vita tutta da vivere con le scoperte, le emozioni, l’amore, le curiosità e gli entusiasmi non ancora mortificati dall’esperienza, dovrebbero dare loro una sorta di immunità. Non è purtroppo così. L’infezione dell’anima che ha colpito tutta la società ha infettato anche loro, inaridendo i loro cuori, congelando le loro menti e spegnendo i loro entusiasmi. In un mondo che pensa solo al denaro e non si cura dei valori che arricchiscono lo spirito, i giovani crescono trascurati e si trapianta anche in loro quel materialismo che trasuda da ogni aspetto della vita di oggi. Gli eroi immaginari che ispirano e fanno loro da modello, non sono più i guerrieri, gli scienziati, gli artisti, i poeti, ma i giocatori di pallone, i cantanti, gli attori e lo sono perché essi guadagnano tantissimi soldi con i quali comprare automobili, donne, droga e rispetto. I traguardi sognati non sono più la gloria e la felicità, ma il denaro e lo sballo e questi traguardi si perseguono con freddo calcolo e con arido cinismo. Anche per loro è avvenuta la mercificazione di tutto ciò che conta nella vita e tutto ha un prezzo in assenza completa di regole etiche e di rispetto della coscienza che si è assopita. Ed ecco allora la ricerca dello “Sballo”, la droga, il bere ed ecco l’incanalarsi di quelle energie che sono espressione di gioventù verso traguardi meschini in un trionfo dell’egoismo più cinico e freddo. Ed ecco che anche le unioni, i matrimoni, nascono tarati da questi concetti e dall’assenza di una capacità di assunzione di responsabilità e di rispetto degli impegni e durano spesso pochi anni per poi esplodere con conseguenze spesso tragiche per se stessi e per gli eventuali figli. Quando diventa sentire comune il fatto che la priorità della vita è quella del guadagno e della ricchezza, per conseguenza logica scadono gli altri valori e la parola data, l’impegno liberamente accettato, la dignità, il senso di responsabilità e dell’onore appaiono solamente come delle zavorre che ostacolano il raggiungimento di tale priorità, Certamente non è così per tutti, ma lo è per molti, troppi, che crescendo daranno vita ad una società ancora più arida e miserevole di quella in cui viviamo oggi! Un tempo i giovani erano pieni di entusiasmi e di progetti a volte utopici come quello di cambiare e di salvare il mondo ed anche se poi l’esperienza della vita ridimensionava i progetti e smorzava gli entusiasmi, pure qualche cosa rimaneva di quei sogni ed era ciò che arricchiva l’umanità e la portava avanti di un gradino nel progresso umano. Oggi resta solo un panorama grigio, arido e nebbioso, i sogni sono morti e con essi sta morendo l’anima dell’Uomo ..!! D’altronde la più significativa forma di educazione, quella che dà risultato concreti e conformi, è l’esempio e gli esempi che i giovani di oggi hanno costantemente sotto gli occhi da parte dei comportamenti degli adulti, portano tutti a considerare come “normale” una società mercificata e priva di valori etici per cui anche la formazione dei giovani non può non avere una strada tracciata e dei risultati inevitabilmente negativi. I PRETI E LA CHIESA Pur essendo quella che è cambiata di meno perché da secoli è sempre stata molto attenta ai suoi interessi materiali come è dimostrato sia dalla storia di guerre e di persecuzioni dettate da mero interesse per il potere che dagli immensi patrimoni e dalle grandi ricchezze di cui dispone, pure anche la chiesa, negli ultimi settanta anni e cioè dopo la vittoria dell’oro sul sangue, ha accentuato questo suo materialismo interessato e dietro ad una spiritualità di facciata, prospera con le sue banche, i suoi palazzi, i suoi ori. Ogni tanto qualche Papa predica la povertà ed il ritorno alle origini, ma poi, al di là di prediche virtuose e di pie intenzioni, tutto resta come prima con le banche, i patrimoni, gli ori e la lotta per il potere. E’ pur vero che ci sono preti eroici che vivono tutta una vita di sacrifici, di carità e di dedizione al prossimo e monaci e monache che passano in clausura ed in penitenza tutta la vita, ma essi, in buona fede, costituiscono solamente la manovalanza della chiesa, non ne rappresentano il campione medio e soprattutto non vi esercitano alcun potere che ne possa condizionare in qualche modo l’azione. Si vedono altresì tanti preti che indulgono ai piaceri della carne ( anche con depravazioni schifose e bestiali ) e del denaro e conducono una vita ben lontana dai dettami dei quel vangelo che ipocritamente predicano nelle parrocchie ..!! D’altronde il crollo verticale delle “vocazioni” che costringe a rinfoltire le fila con preti e suore del terzo mondo, dimostra che la spiritualità che una volta era presente nella società più evoluta, si sta estinguendo al gelo del materialismo imperante e tutto ciò avviene non solo all’esterno della chiesa, ma anche al suo interno. Le ultime cronache certificano addirittura la presenza di società segrete come la massoneria nel cuore più intimo della chiesa e disvelano atteggiamenti ed azioni suggeriti più dalla sete di denaro e di potere che non dalla carità cristiana e dal vangelo. A chi obietta che non è cosa semplice smontare un complesso mastodontico come quello del patrimonio economico della chiesa, facciamo presente che ciò non cambia lo stato delle cose e che, essendo il papa uno degli ultimi sovrani assoluti del mondo, il suo potere è altrettanto assoluto e non necessita di troppe intermediazioni, né di troppi consensi. Manca invece la concretezza di quello spirito evangelico che dovrebbe essere faro d’ispirazione e parametro di riferimento e manca la volontà politica di attuare quelle riforme che si vanno predicando! Ma la di là delle analisi sulle cause, resta la contraddizione tra dottrina e comportamenti, tra predicazione e realtà, tra il dire ed il fare ..!! E’ fuori di dubbio, data la corrispondenza tra causa ed effetto, che tutto ciò sia la conseguenza di quel materialismo strisciante che nasce dalla sconfitta del sangue e dalla vittoria dell’oro e che sta trascinando verso di sé tutte le manifestazioni della vita comprese quelle, come la religione, che per loro natura ed origine dovrebbero essere le più spirituali. I MILITARI E LE FORZE DELL’ORDINE Quando i valori dello spirito non erano ancora stati sopraffatti dagli interessi materiali, le motivazioni che spingevano alla vita militare ed a quella delle forze dell’ordina erano soprattutto l’amore per la Patria ed il senso dello Stato. Certamente anche la prospettiva di una carriera che permettesse una vita dignitosa aveva il suo peso, ma non era così determinante come invece lo è oggi. La sensazione è che oggi si stia tornando a quel passato remoto delle compagnie di ventura in cui era il “mestiere delle armi” e cioè quando fare la guerra, uccidere o essere uccisi era solamente un mestiere pericoloso e redditizio. La riprova è nella grande differenza tra la paga di un soldato che presta servizio in Italia e che è di circa 1000 €/mese e quella dello stesso soldato in “missione di pace” per esempio in Afganistan Naturalmente al soldo va aggiunto vitto ed alloggio. La mercificazione e la monetizzazione dell’amor Patrio è forse una delle peggiori e più degradanti conseguenze della trasformazione che il materialismo imperante ha operato nella società in quanto svilisce uno dei più puri sentimenti, quasi come la prostituzione svilisce l’amore. D’altronde anche questo aspetto delle scelte di vita nella moderna società è in linea con il complesso delle convinzioni che ne determinano la natura e non c’è quindi da stupirsi se concetti come Patria, onore e senso dello Stato hanno perso la loro valenza originale e sono oggi solo i fantasmi residuali di ciò che furono in passato. Troppo spesso si assiste alla scoperta di poliziotti o carabinieri che sono coinvolti in traffici illeciti di ogni genere e questo dimostra che anche nelle forze dell’ordine il senso del dovere cede qualche volta alla sete di denaro e questa è, secondo noi, la conseguenza della mutata scala delle priorità che nasce dalla mitizzazione dell’oro a sfavore del sangue! Non siamo così sprovveduti da negare che nelle vite di ciascuno di noi, e quindi anche in quelle delle forze dell’ordine, ci sia la quotidianità dei problemi pratici e delle esigenze concrete che presuppongono, per la loro soluzione, di una certa disponibilità di denaro. Il problema nasce quando l’equilibrio tra doveri, coscienza e bisogno di denaro, si sposta tutto a favore di quest’ultima esigenza e trasforma le azioni in male azioni senza che intervenga nessun freno. Insomma, non diciamo che essere militari o forze dell’ordine debba essere tutto una missione e per nulla una professione, ma che è altrettanto sbagliato che diventi SOLO ed esclusivamente una professione legata solamente ad uno stipendio. I GIORNALISTI ED I LETTERATI Il compito del giornalista è quello di informare, magari anche attraverso il filtro della propria personale interpretazione dei fatti, ma sempre con la massima obiettività ed in assoluta buona fede. Quello dovrebbe essere il suo compito ma, all’atto pratico, anche questa professione che era un tempo un magistero di verità, è diventata troppo spesso un mercimonio quando non un esempio di prostituzione morale con la vendita della propria coscienza al migliore offerente alla ricerca del guadagno ed a scapito della morale e della dignità! D’altronde anche in questo caso vale la constatazione per gli altri esempi e cioè che a causa della sconfitta del sangue e della vittoria dell’oro, il dio denaro è diventato il sovrano che impera sulle vite di ognuno e che determina le più importanti e significative scelte della vita. Oggi i giornali sono quasi tutti catalogabili a sostegno di una parte politica o di una classe sociale o imprenditoriale ed è sufficiente leggere nelle varie edizioni i commenti e le interpretazioni dei medesimi avvenimenti per capire come esse sino partigiane e prezzolate anziché cercare di essere obiettive! Il fatto che quando una testata importante è in vendita si assista ad un vero e proprio assalto per aggiudicarsene la proprietà quand’anche il bilancio economico diretto, come accade spesso, sia passivo, può solo significare che il possesso di un importante mezzo di comunicazione di massa è utile per condizionare la pubblica opinione e portarla a pascolare ( politicamente ed economicamente ) laddove è più conveniente per chi è in grado di controllare quel condizionamento. Spesso quello che dovrebbe essere un mezzo di informazione e di diffusione culturale si trasforma in un supermercato delle idee preconfezionate e l’azione dei mezzi d’informazione diventa strumento per ottundere la capacità critica dei cittadini a filtrare i fatti attraverso un proprio giudizio autonomo per trarne in libertà una convinzione, giusta o sbagliata, ma libera. Insomma quello che avrebbe dovuto esser strumento di libertà si è trasformato, distorcendo fatti e giudizi, in mezzo di persuasione occulta con il risultato di condizionare pesantemente la libertà dei cittadini ed al servizio di quei “poteri forti” che hanno comperato le coscienze dei giornalisti trasformandoli in mercenari della penna. Alla buona fede del cronista che cerca di informare, si è sostituita spesso la malafede di chi cerca di condizionare per obbedire ad ordini di scuderia …!! Vale anche per questa categoria, quanto è avvenuto per le altre e la scomparsa o l’attenuazione dell’importanza dei valori etici lascia il passo alla prevalenza degli interessi economici ed alla sete di denaro che riesca a comperare tutto! GLI SPORTIVI Nell’antica Grecia, così come anche in altre civiltà, lo sport era considerato quasi una cosa sacra e le gare che si svolgevano nelle “polis” erano soggette a date precise, a precisi rituali ed erano quasi sempre dedicate alle divinità. Lo sport era praticato come una manifestazione della tensione a superare i propri limiti umani ed a proiettarsi in una dimensione superiore. Data la sua natura sacra, l’agone presupponeva lealtà, sincerità, buona fede e umiltà perché la sua natura lo poneva quasi nel contesto di una cerimonia sacra in cui il malanimo sarebbe stato considerato empietà verso gli dei …! Quanto siamo oggi lontani da una tale interpretazione..!! Oggi lo sport è diventato principalmente una questione economica ed intorno ad esso girano una ridda di miliardi per gli ingaggi, le concessioni televisive e la pubblicità commerciale e questi fattori hanno largamente superato per importanza l’agonismo. Da rito semisacrale quale era alle origini, lo sport è diventato essenzialmente spettacolo ed idealmente gli stadi dell’antica Grecia sono stati sostituiti dalle arene dei gladiatori del tardo, decadente, impero di Roma! L’agone sportivo ha perso la sua caratteristica di spinta al superamento dell’ostacolo per diventare strumento di guadagno e ne fa anche fede la casistica del ricorso, in quasi tutti gli sport, all’assunzione di droghe, ormoni, eccitanti e chimica varia che falsano le effettive capacità degli atleti spesso rovinandone la salute in nome del denaro. La speculazione dei media sulla spettacolarità degli eventi sportivi più popolari, produce un mercato assolutamente sproporzionato nel quale calciatori ed allenatori in grado di attirare molti spettatori e quindi di far vendere a caro prezzo gli inserti pubblicitari, percepiscono compensi stratosferici completamente avulsi dal valore della prestazione sportiva, ma collegati solo a quello del ritorno economico. Insomma, anche qui l’oro la fa da padrone e supera per importanza qualsiasi altro valore che lo sporto possa avere ..!! E’ evidente la grande differenza che le due posizioni hanno anche sul piano etico. La prima portava le persone che praticavano uno sport a rafforzare la propria personalità nell’esercizio di uno sforzo costante a migliorarsi per raggiungere e superare risultati che spostavano in avanti i limiti delle proprie possibilità. La seconda se ne infischia di quegli obiettivi e cerca solamente di trarre dalle proprie prestazioni il maggiore guadagno possibile anche a costo di frodi, di falsi e di raggiri! Questa trasformazione che lo sport e gli sportivi hanno subito non è casuale, ma deriva direttamente dal cambiamento etico dovuto dal cambio di obiettivi intervenuto quando l’oro, vincendo sul sangue ha trasformato i valori in interessi, i principi in guadagno, le coscienze in capitali. Quanto tutto ciò abbia degradato il contesto generale è sotto gli occhi di tutti e non occorrono certamente dotte analisi per prenderne atto. Quel mondo all’apparenza così pulito e così disinteressato è diventato un verminaio di interessi anche illeciti ed ha perso completamente quell’aspetto spirituale che ne era la componente più importante. LA VITA DI COPPIA L’unione di due persone che mettono in comune le loro vite e condividono interessi, progetti, emozioni, affetti e persino gli ostacoli che la vita riserva a ciascuno, nasce da un istinto naturale alla conservazione della specie che la ragione, la coscienza e le tradizioni razionalizzano trasformandolo in un sentimento che si chiama amore. Teoricamente questa sfera della vita umana dovrebbe essere scevra da condizionamenti di tipo economico ed il denaro dovrebbe entrarci poco con l’amore. Per molti secoli della storia della nostra civiltà è stato così ed anche quando i genitori combinavano i matrimoni dei figli, si trattava quasi sempre di fare con discernimento e valutando alla luce dell’esperienza tutte le condizioni, quelle scelte che i soggetti, a causa della ubriacatura dell’innamoramento, non sarebbero stati in grado di fare, ma sempre con l’obiettivo di costruire per i propri figli delle realtà che avrebbero potuto funzionare e con lo scopo ultimo di favorire la felicità od almeno la serenità della coppia. Alla fine quindi un gesto d’amore nel contesto di una prospettiva d’amore ..! Oggi tutto ciò è radicalmente cambiato e la resistenza che l’istinto della specie oppone alla ragione che privilegia il denaro ai sentimenti, appare sempre più debole e sconfitta. Non servono molti ragionamenti e molte considerazioni. E’ sufficiente considerare l’aumento esponenziale che negli ultimi anni si è verificato nelle separazioni e nei divorzi per concludere, senza tema di smentita, che la coppia è in crisi come concetto e come istituzione. La stabilità e la forza della coppia era indubbiamente ancorata all’amore ed al peso che ciascuno dava ai valori tradizionali della società civile e la recente vittoria totale dell’oro sul sangue ha indubbiamente stravolto questo equilibrio introducendo nell’equazione un fattore disgregante e dirompente che è l’interesse per il denaro. Neppure più l’amore istintivo, irrazionale e primordiale per i figli ha saputo essere di contrasto a questa tendenza e l’egoismo ha mediamente prevalso scardinando i sentimenti, le coscienze, la coerenza verso gli impegni liberamente presi e quei valori etici che l’amore per il denaro ha annacquato e reso labili! Tale tendenza è esplosa negli ultimi anni come dimostrano le statistiche ISTAT che certificano come, solo negli ultimi 6 anni essi siano aumentati del 68%. Ecco una grafica dell’andamento delle separazioni e divorzi solamente dal 1995 al 2009: Sono fenomeni sociali di grandissima rilevanza e soprattutto sono fenomeni che non accadono per caso, ma per precise cause. Sono venute a mancare quelle condizioni che stabilizzavano i rapporti di coppia e sono contemporaneamente aumentati quei fattori disgreganti che ne minano la consistenza. Il materialismo dominante che è scelta di priorità materiale rispetto a quella spirituale ed etica nella scala di valori che regolano la vita, conseguenza diretta della vittoria dell’oro sul sangue, hanno distrutto il cemento che univa la coppia mentre ha preso il sopravvento quell’egoismo che è figlio diretto dell’Oro. Le conseguenze pratiche di tali scelte e di tali comportamenti non potevano non essere che lo sfaldamento ed il dissolvimento di quei legami che tenevano unita la coppia e tutto ciò non è teoria in quanto dimostrato dai fatti..!! CONCLUSIONI Non siamo sicuri che quanto abbiamo scritto possa servire a qualche cosa ed anzi temiamo fortemente che non serva a nulla perché le forze che dominano oggi il mondo grazie al peso del denaro sono forti, organizzate e talmente inserite al comando nel contesto sociale da impedire l’efficacia di qualsiasi testimonianza, sebbene documentata e qualsiasi reazione allo status quo. Come ha dichiarato recentemente in un’intervista don Gabriele Amorth il più famoso esorcista del mondo, : “Chi comanda é chi ha i soldi. Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini……. Purtroppo anche nella Chiesa ci sono quelli che vanno avanti a forza di carriera, a forza di soldi, a forza di corruzione. Anche nella Chiesa c'è una grande massa di massoni. E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché! Perché di fronte al dio denaro uno ammazzerebbe suo padre, sua madre, i suoi figli. Anche un uomo di Chiesa lo fa, se non ha fede.” E’ chiaro che in tale situazione è come se un nano volesse combattere contro un gigante ed a parte le leggende della Bibbia, nella vita reale il gigante vince sempre alla grande contro il nano…!!! Pur tuttavia noi abbiamo voluto fare egualmente la nostra denuncia considerandola come un seme gettato nel campo della vita, sperando che col tempo esso possa germogliare a dispetto delle erbacce, dell’incuria e del maltempo. Come il granello di terra che rotolando sulla distesa del nevaio si ingrandisce sempre più diventando alla fine valanga travolgente ed inarrestabile, la nostra illusione è che anche questo seme possa dare un giorno i suoi frutti e che una forza travolgente sorga contro questo mondo retto dall’oro travolgendo, sradicando, annientando sino a creare un nuovo ordine, un mondo nuovo, meno materialista e più Umano..!!!! Alessandro Mezzano

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