sabato 11 maggio 2013

IL DUCE E LA MASSONERIA



(tratto da "La mia vita", l'unica autobiografia di Benito Mussolini)

"............Avevo gia detto in varie occasioni ai fascisti, che consideravo e considero sempre l'aristocrazia d'Italia, che il nostro ideale religioso aveva in se stesso attributi morali di primaria importanza. Avevo affermato di condannare la concezione sterile, assurda e artificiale dell'anticlericalismo vizioso o ostentato. Quella tendenza non ci solo ci teneva in una situazione morale di inferiorità rispetto agli altri popoli, ma divideva anche gli italiani in campo religioso in diverse scuole di pensiero. Sopratutto ci sottometteva a un potere corruttore, sinistro e tortuoso come quello della massoneria politica internazionale, distinta dalla massoneria conosciuta nei paesi anglosassoni.
Avevo voluto mostrare come il problema dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia non doveva essere considerato insolubile e spiegare come fosse necessario creare, dopo un esame oggettivo, sereno e imparziale, un'atmosfera di comprensione, capace di dare al popolo italiano una fonte di vita e armonia tra fede religiosa e vita civile.

I fascisti, in quanto persone intelligenti degne dell'epoca in cui vivevano, mi seguirono in questo nuovo concetto della politica religiosa. A esso si aggiunse la nostra guerra contro la massoneria nella forma in cui questa era conosciuta in Italia. Era una guerra di fondamentale importanza e il fascismo fu quasi unanime nella decisione di combatterla fino alla fine.

Non dimentichiamoci che i massoni in Italia hanno sempre rappresentato una distorsione, non solo nella vita politica, ma nei concetti spirituali. Tutta la forza della massoneria era diretta contro le politiche papali, ma questa battaglia non rappresentava un ideale vero e profondo. Lo società segreta, da un punto di vista pratico, poggiava su un'associazione di mutua adulazione, di mutuo soccorso, di perniciosi nepotismi e favoritismi. Per diventare potente e per portare avanti i propri traffici clandestini, la massoneria si era servita della debolezza dei governi liberali che si erano susseguiti in Italia dal 1870 estendo le sue macchinazioni nella burocrazia, nella magistratura, nel campo dell'istruzione e anche nell'esercito, in modo da poter dominare i gangli vitali dell'intera Nazione. Il suo carattere segreto nel ventesimo secolo, i suoi incontri misteriosi, ripugnanti per le nostre meravigliose comunità con la loro luce del sole e il loro amore per la verità, dava alla setta il carattere di corruzione, un disonesto concetto di vita senza programma, senz'anima, senza valore morale.

L'antipatia che nutro per quella disgustosa forma di associazione risale alla mia gioventù. Molto tempo addietro al congresso socialista di Ancona del 1914, avevo posto ai miei compagni il dilemma: socialisti o massoni? Quel punto di vista aveva ottenuto un completo trionfo nonostante la forte opposizione dei socialisti massoni. Più tardi durante il fascismo, avevo fatto lo stesso atto di forza. Ci volle del coraggio. Obbedii all'imperativo categorico della mia coscienza e non ad alcuno opportunismo. Il mio atteggiamento non aveva niente in comune con lo spirito anti-massonico dei gesuiti. Loro agivano per difendersi.

Per la mia politica lineare, metodica e coerente, l'odio della setta massonica mi perseguita anche ora.

La massoneria di quel tipo è stata sconfitta in Italia, ma opera e cospira dietro la maschera dell'antifascismo internazionale. Fallisce profondamente nei suoi tentativi di sconfiggermi. Cerca di infangarmi, ma l'insulto non raggiunge il bersaglio. Macchine, complotti e crimini, gli assassini reclutati non decidono il mio destino. Va in giro a raccontare pettegolezzi sulla mia debolezza e sulle sofferte malattie organiche del mio corpo, ma io sono più vivo e più forte che mai.

Questa è una guerra senza quartiere, della quale sono un veterano. Ogni volta che ho voluto cauterizzare le situazioni difficili nella vita politica italiana, ogni volta che ho voluto dare una rettitudine morale sincera, franca e leale a chi lavora in politica, ho sempre avuto contro di me la nostra massoneria. Comunque quella associazione, che in altri tempi fu molto potente, è stata da me battuta. Contro me non ha vinto e non può vincere. Gli italiani hanno vinto questa battaglia per me. Loro hanno trovato la cura per questa lebbra."

Benito Mussolini



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