lunedì 22 aprile 2013

25 aprile 2013



Con l’approssimarsi del 25 Aprile  ed in attesa delle solite trombonate esaltanti la “liberazione dal fascismo”, riproduciamo un vecchio articolo, sempre valido su cosa fu EFFETTIVAMENTE  il Fascismo a contrasto di come oggi viene dipinto tra l’altro anche da persone che, se hanno l’età anagrafica, prima di denigrarlo portarono la camicia nera sino a quando non divenne conveniente cambiarla con il foulard rosso.

Cosa fu il Fascismo per l’Italia


Siamo veramente stufi di sentire, ad ogni occasione, sussiegosi maestri di pensiero, mezzibusti televisivi, uomini politici, giornalisti, pseudo storici, preti, insegnanti, sindacalisti, comici vari discettare sulla “tragedia del Fascismo” che ha colpito l’Italia e che l’ha trascinata alla guerra!
E mai, mai nessuno che si periti di fare presenti anche le mille cose buone che il Fascismo ha fatto e che gli valsero il consenso popolare e l’ammirazione internazionale, quasi che questo non fosse stato una realtà vissuta dagli italiani e documentata dai giornali internazionali dell’epoca.
Ed allora cerchiamo di analizzare cosa successe in quel periodo della storia italiana e come il Fascismo ne fu il protagonista assoluto.
Quando il fascismo prese in mano le sorti dell’Italia,
I bambini lavoravano a 9 anni di età e lo facevano anche nelle miniere e nelle filande.
La scuola obbligatoria per i fanciulli arrivava alla seconda elementare.
Le donne erano regolarmente licenziate quando restavano incinte.
Per i lavoratori non esisteva alcun orario di lavoro, ma tutto era all’arbitrio dei padroni.
Non c’era per i lavoratori la previdenza sociale, la pensione, l’assistenza malattia, i contratti di lavoro, il libretto di lavoro, gli assegni famigliari, l’assicurazione infortuni, il dopolavoro.
Le ferrovie erano scarse, gli acquedotti insufficienti, le zone paludose e malariche erano estese a vaste parti del Paese, i beni culturali ed artistici erano alla mercé della speculazione privata, non esisteva alcuna possibilità per i figli dei lavoratori di fruire di cure climatiche al mare o in montagna e la mafia spadroneggiava in Sicilia beffando lo Stato e colludendo con la politica.
In venti anni, di cui 5 di guerra e due della più grave crisi economica mondiale che sconvolse tutti i Paesi industrializzati, il fascismo riuscì a trasformare l’Italia con una serie di leggi e di riforme epocali che cambiarono radicalmente il panorama  e gli equilibri sociali del Paese.
Ecco un elenco, sintetico ed incompleto, delle principali leggi e riforme che il Fascismo mise in atto:
Parchi nazionali, Tutela del lavoro di donne e fanciulli, assistenza ospedaliera per i poveri, Assicurazione invalidità e vecchiaia, riforma della scuola( Gentile),  Acquedotti pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano, Riduzione dell’orario di lavoro sin o a 40 ore settimanali, età minima di 15 anni per il lavoro dei minori, Opera Balilla e colonie per i fanciulli, Opera nazionale Dopolavoro, Centrali idroelettriche e rete ferroviaria, Reale accademia d’Italia, Bonifiche integrali dell’Agro Pontino, dell’Emilia, della bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele, della Sardegna e colonizzazione del latifondo Siciliano, Attribuzione della facoltà d’indagine alla polizia tributaria, Opera Nazionale Maternità ed Infanzia, Assistenza agli illegittimi, abbandonati od esposti, Carta del lavoro, Esenzioni tributarie per le famiglie numerose, Rete autostradale, ferrovie e porti, Aree industriali, patti lateranensi, INAIL, Libretto di lavoro, INPS, ECA, Assegni famigliari,  casse rurali ed artigiane, Case popolari, legge Bottai per la difesa dei beni culturali, Riforma dei codici civile e penale, Legge urbanistica, INAM, Lotta alla mafia, Socializzazione delle imprese.

Oggi, dopo 65 anni dalla caduta del Fascismo, la situazione sociale è regredita, i lavoratori contano di meno ed i padroni contano di più, la disoccupazione, la precarietà e l’incertezza per il domani dominano la vita quotidiana e costringono i giovani a vivere alla giornata senza la possibilità di fare progetti per il loro futuro, senza la possibilità di formarsi una famiglia e di avere dei figli.
La mafia si è moltiplicata e si è sempre più inserita in ogni aspetto della vita sociale con la complicità della politica che oramai è organica ad essa.
Il prestigio nazionale non è mai stato così basso e così ridicolizzato nel contesto mondiale.
E’ vero, durante il Fascismo la libertà di espressione era limitata, ma a questo proposito vogliamo fare un paio di osservazioni:
Non ci pare che oggi la libertà di espressione porti a dei risultati così positivi dato che nelle cose importanti ( vedi i referendum ) la politica se ne frega del parere popolare e svillaneggia la sovranità popolare facendo il contrario di quanto essa esprime mentre poi manipola la pubblica opinione con il monopolio dei mezzi d’informazione.
Non ci pare che i regimi antifascisti di cui il comunismo era il principale, abbiano mai espresso situazioni di assoluta libertà ed anzi ci sembra che mentre durante il Fascismo non esistevano Gualg, questi erano la norma nei Paesi comunisti.
Quanto alla seconda guerra mondiale, essa fu progettata e voluta dalle potenze plutocratiche che vedevano in pericolo il mondo capitalista a causa delle nuove idee rivoluzionarie del Fascismo che, superando l’antitesi Capitale/lavoro del vecchio ed obsoleto marxismo, e trasformando la lotta di classe in sinergia tra le classi, metteva in crisi profonda tutto l’impianto su cui si reggeva il capitalismo basato sul profitto e che aveva il denaro come fine anziché come mezzo.
Stupidaggini quelle della difesa della democrazia o quella della libertà di Danzica.
Stupidaggini facilmente contestabili perché gli USA vennero in guerra in Europa anche nel 1915 quando non era in pericolo la democrazia, ma i suoi interessi strategici ed economici  e per quanto riguarda Danzica, il mondo non mosse un dito quando non solo Danzica, ma tutta la Polonia fu inghiottita dall’URSS il che, per coerenza, avrebbe meritato un’altra guerra contro Stalin…
Quanto poi allo scandalizzarsi per la guerra, “ da che pulpito viene la predica..” dato che i principali piangioni sono quei filocomunisti che non hanno fatto neppure una piega quando il comunismo ha annesso mezza Europa dell’est sulla punta delle baionette ed ha eliminato fisicamente tutta la possibile opposizione e neppure quando il comunismo ha scatenato le guerre in Tibet, in Korea, in Vietnam, in Cambogia ed in Laos, ma si sono limitati ipocritamente a definire queste guerre imperialiste come “Guerre di liberazione” dando così autonomamente ad esse la patente di liceità e santità!
Sono gli stessi comunisti che applaudirono alle repressioni sovietiche in Polonia ed in Ungheria ed all’invasione della Cecoslovacchia senza il minimo sussulto di umanità per chi moriva in nome della libertà.
E sono quegli stessi comunisti che, egemoni al 95% nella resistenza, non volevano portare in Italia la democrazia, ma volevano sostituire il Fascismo con il comunismo di Stalin che invece a Febbraio del 1945 li fregò a Yalta concedendo che l’Italia entrasse sotto la sfera d’influenza degli USA.
Ricordiamo qui, per inciso, che nell’Italia del Fascismo non c’erano né campi di concentramento per i dissidenti, né filo spinato o Vopos pronti a sparare per impedire agli italiani di scappare all’estero come invece era nel “paradiso comunista”!
Ed allora appare evidente quanto siano ipocriti, bugiardi ed in malafede tutti coloro che piangono ancora oggi sulla “tragedia del Fascismo” senza contestualizzare la storia e facendo finta che i nemici del Fascismo fossero il bene assoluto…
A tutti loro un vaffa., di vero cuore!

Alessandro Mezzano


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