SU FASCISMO/ANTIFASCISMO
“FASCISTA”
Joe Fallisi
Per rendersi conto di quanto sia assurdo dare del "fascista"
all'America di Bush (se non nel senso banale e ottuso), si consideri che il
fascismo, o, se si preferisce, meglio-peggio ancora, il mussolinismo, espresse
le sue caratteristiche più proprie essenzialmente dal 1922 al 1937, sino, cioè,
alla plumbea "germanizzazione" del medesimo, preludio della
catastrofe della guerra e della sua stessa fine(1). E che durante quei 15 anni
avvenne, attraverso lo Stato inteso in senso attualistico e per via senza alcun
dubbio autoritaria (che io NON approvo né caldeggio), una serie continua e
sbalorditiva di realizzazioni prevalentemente sociali (FATTI concreti, non
chiacchiere) mai sino ad allora neppure tentate, né in Italia né altrove(2). E,
oltre a tutto, nel periodo di crisi più profonda dell'economia occidentale e in
un Paese povero di risorse. Da un lato esse furono all'origine del consenso
entusiasta quasi unanime della popolazione al regime; dall'altro
"giustificarono" l'appello laido e pietoso dei dirigenti
"comunisti" che, con la lingua per terra e la bava alla bocca e
oramai quasi senza seguaci, non sapendo più a che santo bolscevico votarsi,
battevano essi stessi le mani alle "camice nere" (cfr. "Lo
Stato Operaio" n. 8, agosto 1936)(3). Ne riporto solo alcune, traendole
dal nuovo libro in tre volumi, concluso ma ancora inedito(4), di uno scrupoloso
ricercatore, il politologo Alberto B. Mariantoni.
"- la costituzione e
l’organizzazione - tra il 1922 ed il 1935 - di 26 nuove Province:
Aosta, Asti, Bolzano, Brindisi, Enna, Fiume, Frosinone, Gorizia, La Spezia,
Littoria, Matera, Nuoro, Pescara, Pistoia, Pola, Ragusa, Rieti, Savona,
Taranto, Terni, Trento, Trieste, Varese, Vercelli, Viterbo,
- la riorganizzazione della
burocrazia – (...) 1923 (...);
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione delle prime «Norme per
l'esecuzione delle opere pubbliche» – (...) 1923 (...);
-
l’introduzione del concetto di «Sanità Pubblica» e la definizione dei relativi
campi di intervento – (...) 1923 (...);
-
L’approvazione - da parte del Consiglio dei Ministri - della «Riforma
Scolastica» proposta dal Ministro della Pubblica istruzione Giovanni Gentile –
27 Aprile 1923; (...) con quella riforma venne definito il valore etico e
formativo della scuola che era prima concepita quasi esclusivamente in funzione
strumentale e informativa ; la riforma Gentile si preoccupò anzitutto
dell'istruzione popolare, istituendo dovunque la scuola rurale e la scuola
serale, che valsero a diffondere, in brevissimo tempo, l'obbligo e il desiderio
dello studio negli strati più profondi e più lontani delle popolazioni
periferiche, fino a debellare l'analfabetismo;
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione dell’Ordinamento
dell’Istruzione Media e dei Convitti
Nazionali – (...) 1923 (...);
- la
promozione e l’inaugurazione della prima «Esposizione Internazionale delle Arti
decorative» con cadenza biennale, presso la Villa Reale di Monza – 19 Maggio
1923 ; nel 1933, la mostra si trasferirà presso il nuovo «Palazzo
dell’Arte» di Milano;
- la
valorizzazione ed il potenziamento dell'«Istituto Nazionale di Genetica per la
Cerealicoltura» – 1923-1933; già nel 1923, venne favorita e sponsorizzata la
prima «Mostra dell'Agricoltura, dell'Industria e dell'Arte applicata» a
Roma, in cui il Sen. Nazzareno Strampelli (degli omonimi Centri sperimentali di
Rieti) presentava 35 nuove varietà di frumento tenero e alcune di duro; nel
1939, il Registro nazionale delle varietà elette, elencava 50 varietà di
frumento, 32 delle quali sempre provenienti dai suddetti Centri sperimentali;
-
l’Istituzione del «Consiglio Nazionale delle Ricerche» – C.N.R. – 1923;
- la
riorganizzazione e lo sviluppo dell’«Opera Nazionale Combattenti» (ONC) – 1923;
è a questo Ente che, più tardi, il Regime di Mussolini assegnerà il compito di
realizzare la bonifica e la nuova strutturazione ambientale dell’Agro Pontino:
una vasta regione paludosa e malarica che si estendeva, per all’incirca 760
kmq, al Sud di Roma, sino al mare, tra Terracina e monte Circello;
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo del «Parco Nazionale
d’Abruzzo» – (...) 1923 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Associazione Nazionale per gli
Interessi del Mezzogiorno d’Italia» delegata dall'«Opera contro
l’Analfabetismo» – (...) 1923 (...); come specifica il sito
internet http://www.erasmo.it/liberale/testi/0471.htm - gli scopi dell’Associazione erano: a)-
suscitare ed assistere nel Mezzogiorno d'Italia le attività al miglioramento
delle condizioni locali, specialmente in ordine allo sviluppo dell'istruzione
primaria e popolare, dell'economia agraria e del credito al
lavoro; b)- interessare l'opinione pubblica italiana alla conoscenza
precisa dei problemi della vita civile nelle regioni meridionali e dei mezzi
più idonei alla loro soluzione graduale ed organica; c)- promuovere istituti in
cui le forze economiche e l'opera personale dei cittadini di altre regioni
italiane si uniscano a quelle delle regioni meridionali per provvedere ai
particolari bisogni di queste; d-) eccitare l'azione continua dello
Stato in ordine sopratutto alla sollecita applicazione delle leggi a favore del
Mezzogiorno;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione della «Legge sul gratuito
patrocinio» – (...) 1923 (...); l’articolo 1, recitava: «Il
patrocinio gratuito dei poveri e' un ufficio onorifico ed obbligatorio della
classe degli avvocati e dei procuratori»;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione delle prime «Normative
in materia di boschi e di terreni montani», nonché della «Regolamentazione per
il rimboschimento e la protezione delle foreste» – (...) 1923 (...);
questi primi decreti furono seguiti dall’approvazione del relativo regolamento
(...) 1926 (...); dalla legge sull’Amministrazione forestale, l’ordinamento
della Milizia Nazionale Forestale e l’Azienda delle foreste
demaniali (...) 1928 (...); nonché dall’approvazione del regolamento
per l’applicazione di quest’ultima legge (...) 1929( ...);
-
Introduzione della legge sulle otto ore di lavoro – (...) 1923
(...);
-
Istituzione della «Giustizia amministrativa» – (...) 1923 (...);
-
Pubblica assistenza ed assistenza ospedaliera per i
poveri – (...) 1923 (...);
-
Assicurazione contro la disoccupazione – (...) 1923 (...);
- Tutela lavoro donne e
fanciulli – (...) 1923 (...);
-
Assicurazione invalidità e vecchiaia – (...) 1923 (...);
-
l’inaugurazione, a Milano, in via Piranesi, del primo «Palazzo del
Ghiaccio» – 28 Dicembre 1923;
- l’elaborazione,
l’approvazione e la promulgazione del «Regolamento di disciplina degli Organi
amministrativi provinciali e comunali» – (...) 1923 (...);
- la definizione della «Persona
giuridica pubblica» e l’isituzione del «Foro erariale» per le cause in cui
fosse parte, una pubblica
Amministrazione – (...) 1923 (...);
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione del decreto sul
«Riordinamento dei Servizi di Metereologia e di
Geofisica» – (...) 1923 (...);
- l’elaborazione,
l’approvazione e la promulgazione della «Legge sul gratuito
patrocinio» – (...) 1923 (...); pubblicato sulla G.U.
(..) del (...) 1924 ; l’articolo 1, recitava: «Il patrocinio gratuito dei
poveri e' un ufficio onorifico ed obbligatorio della classe degli avvocati e
dei procuratori»;
-
l’estensione alle Istituzioni di assistenza della normativa relativa alle
istituzioni pubbliche di beneficenza – Legge del 30 Dicembre 1923(...);
- il
riordinamento della «Commissione centrale delle imposte
dirette» – (...) 1923 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo della «Federazione Nazionale dei
Cavalieri del Lavoro» – 1923; la Federazione sarà più tardi riconosciuta come
«Ente Morale», con R.D. del (...) 1925(...);
- la
riduzione del deficit pubblico 1923-24; l'esercizio finanziario che nel 1921-22
si era chiuso con un disavanzo di 15 miliardi e 761 milioni di lire, già nel
1923-24 fu ridotto a soli 418 milioni di lire di allora.
- Prime disposizioni relative
al contratto d’impiego privato – (...)1924 (...);
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione del primo «Regolamento per
l'amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello
Stato» – (...)1924 (...);
-
l’istituzione della «Scuola Professionale Agricola» – (...)
1924 (...); e il riordinamento dell’istruzione
agraria – (...)1924 (...);
-
l’elaborazione e la promulgazione del nuovo «Regolamento dell’Istruzione
industriale» – (...)1924 (...);
- il lancio - da parte dell’
«Istituto Nazionale della Assicurazioni» (INA) - di un certo numero di polizze
assicurative popolari, come la «polizza XXI Aprile» (per i lavoratori
dipendenti), la «polizza dell’Agricoltore», la «polizza del Rurale», la
«polizza Poderale», la «polizza Nunziale», la «polizza Roma» la «polizza della
GIL», ecc. – 1924;
-
l’istituzione della prima cattedra di «Ecologia agraria» presso l’Università di
Perugia – 1924 ; quella cattedra fu affidata al prof. Girolamo Azzi
(1885-1969), autore, tra le altre, dell’opera, "Ecologia agraria",
pubblicata in Italia nel 1928;
-
Costituzione di un Istituto nazionale a favore degli impiegati degli Enti
locali e dei loro superstiti non aventi diritto a
pensione – (...)1925 (...);
- il
lancio dell’emissione di «Buoni postali di risparmio nominativi»
– (...) 1924 (...) ; convertito in Legge del 21 Marzo
1926 (...);
- il
riordinamento delle «Scuole artistico-industriali» e passaggio di queste ultime
dal Ministero dell’Economia a quello
dell’Istruzione – (...) 1924(...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Unione Radiofonica Italiana»
(URI) – 27 Agosto 1924; il 6 Ottobre 1924, l’URI inizia dalla sua
stazione di Roma un servizio quotidiano di trasmissioni radiofoniche ;
- la
Costituzione dell’ «Università Statale» di Milano con quattro facoltà:
Giurisprudenza, Medicina, Scienze, Lettere e Filosofia – 28 Agosto 1924;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’ «Istituto di credito per le
opere pubbliche» – 1924;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione delle prime disposizioni
sulla «Disoccupazione involontaria» – (...) 1924(...);
- il
lancio dell’emissione di «Buoni postali di risparmio
nominativi» – (...) 1924(...), n. 2016 ; convertito in
Legge del 21 Marzo 1926 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Opera Nazionale Dopolavoro»
(OND) – (...) 1925 (...); nel 1935, l'OND - il cui scopo era
«promuovere il sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori» -
contava, in Italia, 11’159 sezioni "sportive" con oltre 1.400.000
praticanti e 4.704 sezioni "agonistiche" con 243.000 praticanti;
-
Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro in
agricoltura – (...) 1925 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Istituto Nazionale per lo
studio e la cura del cancro» (Milano, via Giuseppe Ponzio) – 25 Aprile
1925 ;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Azienda di Stato per i servizi
telefonici» – 1 Luglio 1925 ;
-
l’istituzione dell’«Assistenza tecnica all’Agricoltura»
– (...) 1925 (...);
-
l’elaborazione e la promulgazione del «Testo unico sull’istruzione elementare e
post-elementare» – (...) 1925 (...);
-
l’elaborazione e la promulgazione del «Regolamento per le Scuole private e
pareggiate» – (...) 1925 (...);
- Protezione ed assistenza alla
maternità ed all’infanzia – (...) 1925 (...);
- la delibera - da parte della
Camera - sul voto e l'eleggibilità per le donne nelle elezioni amministrative –
16 Maggio 1925
- il
lancio, l’organizzazione e lo sviluppo della prima «battaglia del grano» (il
cui slogan era: «Produrre di più su uguale o minore superficie
seminata») – 4 Luglio 1925; scopo dell’ambizioso progetto era di
rendere autonoma la produzione del grano in Italia che rappresentava, ormai da
anni, circa il 50% (consumo di 75 milioni di quintali l'anno e importazione di
circa 25 milioni) del deficit della bilancia dei pagamenti (circa 4 miliardi di
lire di allora); risultati tangibili di quella «battaglia»: dai 43.992.000 di
quintali del 1922 (rendimento, 9,5 quintali per ettaro), si passò, nella
produzione nazionale, a 62 milioni di quintali nel 1928, 71 milioni di quintali
nel 1929; 75 milioni nel 1932; 81 milioni nel 1933; oltre 77 milioni di
quintali, con un rendimento medio di 15 quintali per ettaro;
- la
concessione di un’amnistia generale (reati comuni) in occasione del
venticinquesimo anniversario dei regno di Vittorio Emanuele III – 31 Luglio
1925;
- il
decreto di amnistia per tutti i reati politici, escluso l'omicidio, sempre in
occasione del giubileo del Re – 2 Agosto 1925;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Azienda di Stato per i servizi
telefonici» – 1 Luglio 1925 ;
-
l’istituzione dell’«Assistenza tecnica all’Agricoltura» – (...) 1925 (...);
- la
produzione ed il lancio delle prime macchine agricole, come «l’aratrice Pavesi»
ed il «trattore Romeo» – 1925 ;
-
l’istituzione della «Cassa autonoma per l'ammortamento del debito pubblico
interno» – (...) 1925 (...);
- la
promulgazione di una legge contro la «Massoneria» e le altre associazioni
segrete – 26 Novembre 1925;
-
Fondazione ed organizzazione dell’«Opera Nazionale per la Protezione della
Maternità e dell’Infanzia», O.N.P.M.I. – (...) 1925 (...);
nel primo decennio della sua esistenza - 1925-1926 - l'ONPMI spese per la sua
attività oltre un miliardo di lire; soltanto nell'anno 1935, furono assistite
1.713.978 persone, fra madri, bambini, fanciulli e adolescenti; e vennero
concessi 3.686.220 provvedimenti assistenziali. Ogni cento abitanti, ne vennero
assistiti una media di 3,87 nell'Italia settentrionale; 4,68 nell'Italia
centrale; 4,08 nell'Italia meridionale: 4,68 nell'Italia insulare;
- la fondazione,
l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Ente Nazionale Italiano» (o l’Italica) per
la tutela e la promozione della cultura italiana all’estero, con sede in
Firenze –(...) 1925 (...);
-
Costituzione di un Istituto nazionale a favore degli impiegati degli Enti
locali e dei loro superstiti non aventi diritto a
pensione – (...) 1925 (...);
-
Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro in
agricoltura – (...) 1925 (...);
-
Istituzione del primo «contratto nazionale di lavoro» del mondo – 1925;
- il
lancio di una durissima e risolutiva campagna repressiva contro le attività
della Mafia e della malavita organizzata, in Sicilia – 1925; condotta dal
prefetto Cesare Mori, la lotta alla Mafia si concluse con successo, nel 1927;
come sappiamo, la Mafia rientrò in Sicilia, assieme alla droga, precedendo e
accompagnando le truppe statunitensi che - dopo essere state aiutate e
sostenute nel loro sbarco - restituirono poi agli uomini della Mafia, come
ricompensa, posti direttivi, amministrativi, pubblici e politici; flagello che
ancora è vivo e vegeto;
- la
nascita di un nuovo tipo di economia: antiliberale, interclassista,
nazionalista – 1925-1926; più tardi, il 23 Marzo 1936, in occasione
dell’Assemblea Nazionale delle Corporazioni, a Roma, il Duce ne riassunse il
significato ed il senso, in questi termini: «… in questa economia, i lavoratori
diventano, con pari diritti e pari doveri, collaboratori nell'impresa allo
stesso titolo dei fornitori di capitali o dei dirigenti tecnici. Nel tempo
fascista il lavoro, nelle sue infinite manifestazioni, diventa il metro unico
col quale si misura l'utilità sociale e nazionale degli individui e dei
gruppi»;
-
l’Istituzione delle «Corporazioni» – 1925-1926; degli Enti statali, cioè, che
avevano il compito di coordinare e regolare, settore per settore, i rapporti
tra i lavoratori ed i datori di lavoro; le forze del lavoro e del capitale
venivano organizzate giuridicamente su un piano di perfetta parità; le
Corporazioni erano 22; i sindacati vi erano distribuiti secondo il ciclo
produttivo: ossia ogni corporazione comprendeva tutti i sindacati di un grande
ramo di produzione; si avevano così i tre gruppi seguenti: 1)- Corporazioni a
ciclo produttivo agricolo, industriale e commerciale; 2)- Corporazioni a ciclo
produttivo industriale e commercial ; 3)- Corporazioni per le attività
produttrici di servizi; i sindacati si raggruppavano in 9 Corporazioni: due
Confederazioni - una di datori di lavoro e una di lavoratori - per ciascuno dei
seguenti settori di attività: Agricoltura, Industria, Commercio, Credito, più
una Confederazione dei Professionisti e degli Artisti;
- il
decollo Industriale italiano – 1925-1930; la maggior parte delle industrie
italiane: da quella tessile a quella siderurgica, da quella della seta a quella
dei surrogati o succedanei, da quella tecnologica a quella del consumo di
massa; negli anni 1936-1938, per la prima volta, nella storia d’Italia, il
contributo dato dall'industria alla formazione del PIL (Prodotto Interno Lordo)
superò quello dell'agricoltura;
-
Promulgazione delle prime Leggi del mondo a tutela dell’ambiente, nonché
sull’ecologia e il rimboschimento – 1925-1930;
-
Promulgazione delle prime Leggi del mondo a tutela e protezione degli animali –
1925-1937;
- la
riforma del Senato – 13 Aprile 1926; i membri del Senato, fino ad allora
nominati dal Re, incominceranno ad essere eletti da Enti e Corporazioni, in
piena sintonia con il nuovo ordine corporativo;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Azienda Generale Italiana
Petroli» - AGIP – 19 Maggio 1926;
-
l’istituzione della «Direzione generale per le Accademie e Biblioteche»
– (...) 1926 (...); e successiva costituzione della
«Commissione centrale delle Biblioteche» - (...) 1926 (...);
- la
creazione dell’«Istituto Centrale di Statistica» presso il Ministero delle
Finanze – Legge del 9 Luglio 1926 (...);
-
l’istituzione dell’«Associazione Nazionale per il controllo della combustione»
– (...) 1926 (...); e successiva approvazione del regolamento di
esecuzione – (...) 1927 (...);
- la
nascita della «Direzione generale delle acque, bonifiche ed impianti
idroelettrici» – (...) 1926 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo delle «Scuole contro
l’analfabetismo» o «Scuole non
classificate» – (...) 1926 (...);
-
l’istituzione della «Direzione generale delle nuove costruzioni ferroviarie»
– (...) 1926 (...);
- il
lancio del primo «Prestito del
Littorio» – (...) 1926 (...): il prestito raccoglie, in
brevissimo tempo, la cifra di 3 miliardi e 500 milioni di Lire di allora, di
capitale nominale sottoscritto;
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’ «Istituto Nazionale Fascista di
Assistenza Dipendenti Enti Pubblici» (INFADEL) – 1926;
- Esonero
dal servizio militare per gli Italiani residenti all’estero
– (...) 1926(...);
-
introduzione ed istituzionalizzazione della «disciplina giuridica nei rapporti
collettivi di lavoro» – (...) 1926 (...); la medesima legge
prevedeva un ordinamento sindacale di diritto ed il riconoscimento giuridico
dei contratti collettivi di lavoro;
-
Istituzione della «Magistratura del Lavoro» – (...) 1926; presso ogni Corte
d'Appello era designata e riunita una sezione speciale che esercitava le
funzioni di Magistratura del Lavoro; questa sezione era costituita per
prevenire e giudicare le controversie relative ai rapporti fra lavoratori e
datori di lavoro, interpretare i patti tra i datori di lavoro ed i lavoratori,
appianare o impedire i disaccordi collettivi di lavoro tra associazioni
padronali e sindacali, e trovare le soluzioni più idonee o adeguate ai loro
eventuali contrasti;
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione delle prime «Norme per la
disciplina organica delle attività di vendita»
– (...) 1926 (...), (...) Legge del 18 Dicembre 1927, n.
2501 ; (con questa normativa venivano stabiliti i principi fondamentali
dell’attività del commercio: ad esempio l’obbligo della licenza amministrativa,
sia per il commercio all’ingrosso che per il commercio al dettaglio);
- il
lancio della prima catena di negozi di grande distribuzione, la «Rinascente»
(nome coniato da D’Annunzio) – 1926; a quella prima serie, seguiranno
i negozi dei gruppi «CIM» (1927), «Cica» (1928), «Upim» (1928) e «Standa»
(1931);
- l’istituzione della prima «Befana
Fascista» per i figli dei lavoratori dai proventi modesti – 6 Gennaio
1927;
- la
fondazione del «Centro Italiano Turismo» (CIT) – 1927, una catena di
all’incirca 200 agenzie di viaggio che favorivano il turismo nazionale;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell'Istituto «GIOVANNI TRECCANI»
per la pubblicazione dell'Enciclopedia Italiana, sotto la direzione del
filosofo Giovanni Gentile – 1927;
-
Promulgazione della «Carta Nazionale del Lavoro» – 21 Aprile 1927; (...);
per la prima volta nella storia dell’umanità, il celebre apologo (delle membra
e dello stomaco…) di Menenio Agrippa (-V° secolo) sulla giustizia sociale,
trovava la sua attuazione pratica nell’Italia di Mussolini; in altri termini, la
«Carta» fu la prima codificazione del mondo a proposito dei diritti e dei
doveri tra capitale e lavoro; senza contare l’enunciazione e l’enumerazione dei
principi basilari sulla tutela dei diritti dei lavoratori (diritto alle ferie
annuali pagate, diritto alla liquidazione o all’indennizzo di fine rapporto
lavorativo, diritto al pagamento del lavoro straordinario, protezione giuridica
gratuita nelle controversie con i datori di lavoro, ecc.);
-
Assistenza illegittimi, abbandonati o esposti all’abbandono – (...) 1927 (...);
-
Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi
– (...) 1927 (...);
- la
riorganizzazione di tutte le «Scuole tecnico-professionali» e loro passaggio al
Ministero della Pubblica Istruzione – (...) 1927 (...);
-
l’abolizione del corso forzoso della Lira – 21 Dicembre 1927; la Lira fu
rivalutata (la famosa «quota 90») e fu restaurata la convertibilità del
biglietto di banca; convertibilità che fissò la nuova parità della lira
italiana e portò a questa misura: 19 lire per il Dollaro; 92,46 per la
Sterlina; 3,666 per ogni antica Lira-oro, o Franco svizzero;
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo del «Patronato Nazionale per
l’Assistenza Sociale» – 24 Dicembre 1927;
- la
progettazione e l’edificazione (...) a Milano - tra il 1927 ed il
1930 - del quartiere operaio Fontana di Griffini e Manfredi (via P.
Bassi, via C. Nava, via Lario) ; del quartiere Maurilio Bossi (ora Molise)
dell’Istituto Case Popolari ; e - tra il 1926 ed il 1931 - di 20 nuovi
quartieri di edilizia a riscatto, popolare e ultrapopolare: Giovinezza
(attualmente, Piola), Vanvitelli (Verrocchio), XXVIII Ottobre (Stadera, per gli
sfrattati), Solari, Villapizzone, Ugo Pepe (attualmente, Bibbiena), Crespi
(Belinzaghi), Romagna (a riscatto), Tonoli lotti A e B e Caini (attualmente,
Forlanini), Tonoli lotto D (attualmente, Aselli), Anzani, Regina Elena
(attualmente, Mazzini), Polesine, Emilio Melloni (attualmente, Calvairate),
Giambologna, Plinio (a riscatto), Lipari (a riscatto; attualmente, Lipari,
Vepra e Giovio), Piolti-De Bianchi;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione del «Testo Unico delle leggi
e delle norme giuridiche sull'istruzione elementare, post-elementare, e sulle opere
di integrazione» – (...) 1928 (...); l’Art. 171 di
tale decreto così disponeva : «L’istruzione dei fanciulli dal sesto al
quattordicesimo anno di età è obbligatoria»;
- Tutela
penale dei contratti collettivi di lavoro – (...) 1928 (...);
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione del «Testo unico delle leggi
sull’istruzione elementare» – (...) 1928 (...);
-
l’Istituzione dell’esercizio del «Plebiscito/Referendum popolare» – 1928;
- lo
studio, l’elaborazione e la promulgazione del «Regolamento generale sull'igiene
del lavoro» – 14 Aprile 1928 ;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione del «Regolamento generale sui
servizi dell'istruzione elementare» – (...) 1928 (...);
- la
creazione dell’ «Azienda Autonoma Statale delle Strade» - A.A.S.S. (l’antenata
dell’ A.N.A.S) – L. del 17 Maggio 1928 (...); in qualche anno, quest’ultima
realizzerà o ammodernerà l’intera rete stradale italiana (all’incirca 20'000 km
di percorsi carrozzabili e/o asfaltati);
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione delle «Norme per il
patrocinio innanzi alle Preture» – Legge del 28 Giugno 1928 (...);
- la
creazione dell’«Ente Opera Assistenziale» (E.O.A.) – 14 giugno 1928; questo
Ente provvedeva a creare e gestire colonie marine, montane ed elioterapiche
permanenti per ospitare i figli dei lavoratori nei periodi delle vacanze
scolastiche;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo della «Commissione Nazionale
Italiana per la Cooperazione intellettuale» – (...) 1928 (...);
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo, nei diversi capoluoghi d’Italia,
di 92 «Consigli Provinciali dell’Economia» – 17 Giugno 1928;
-
Istituzione degli «Uffici di Collocamento» – (...) 1928 (...);
-
Disciplina nazionale della domanda e dell’offerta di
lavoro – (...) 1928 (...);
-
Esenzione tributaria per le famiglie
numerose – (...) 1928 (...);
- Assicurazione
obbligatoria contro le malattie
professionali – (...) 1928 (...);
- la
riorganizzazione della «Guardia di Finanza» e l’istituzione della «Polizia
Tributaria investigativa» (...), alle dipendenze del Ministero delle Finanze,
con i compiti di fare osservare le leggi fiscali dello Stato – 1928;
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione della «Legge sulla bonifica
integrale del territorio italiano» – 28 Dicembre 1928;
-
l’incentivazione e la promozione dei primi esperimenti di trasmissione delle
immagini televisive – 28 Febbraio 1929 ; quegli esperimenti furono
condotti dagl Ingegneri Alessandro Banfi e Sergio Bertolotti, presso la sede
dell’URI di Milano, sita in Corso Italia 13, e portarono alla trasmissione
dell’immagine di una bambola di panno lenci ;
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’ «Opera Nazionale Orfani di
guerra» – (...) 1929 (...);
-
l’elaborazione e la promulgazione di una nuova Legge per «l’Assistenza all’infanzia»
– 18 Maggio 1929;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione dello «Statuto della Croce
Rossa Italiana» – (...) 1929 (...);
-
Elaborazione, redazione e promulgazione della prima legge per il riconoscimento
e la tutela delle malattie professionali – (...) 1929 (...);
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo del famoso «Carro di Tespi» (o
Teatro Popolare) – 3 Luglio 1929; promosso dall’Opera Nazionale
Dopolavoro (OND, il «Carro di Tespi» era una Compagnia di attori itineranti che
cercava di diffondere l’amore per il Teatro tra le masse, proponendo le sue
rappresentazioni direttamente nei piccoli centri agricoli del paese;
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Ente Nazionale per le
Biblioteche Popolari e Scolastiche» – 1930; un Ente che assisteva, organizzava
ed incoraggiava oltre 21.000 biblioteche di Comuni, Fasci, Enti pubblici e
privati, Scuole, Parrocchie, Aziende, Ospedali, Sanatori, ecc.;
- Abolizione
dei dazi – (...) 1930 (...);
- la
riorganizzazione e lo sviluppo dell’E.N.I.T. - «Ente Nazionale Industrie
Turistiche» - con sedi in tutti i Capoluoghi di Provincia e uffici in
moltissime località, in Italia ed all'estero – 1930-1931;
-
l’inaugurazione di una politica di aperto e leale sostegno all’indipendenza,
all’autodeterminazione e alla sovranità delle popolazioni arabo-musulmane
dell’Africa del Nord e del Vicino-Oriente – 1930-1945 (tendenza confermata
dall’articolo «L’Italie et le monde Arabe», pubblicato a Ginevra dalla rivista
dell’allora apostolo del panarabismo, Chekib Arslan, «La Nation Arabe», nel
numero di Aprile, Maggio, Giugno 1933); oltre all’appoggio militare e
diplomatico concesso (1926-1938) allo Yemen dell’Imam Yahya nel conflitto che
lo opponeva simultaneamente ai Britannici (che occupavano militarmente il porto
di Aden, nello Yemen del Sud) e alla monarchia filo-Inglese del re Abdel
al-Aziz Ibn Saoud, a proposito della provincia dell’Asir (accordata successivamente,
per 40 anni, all’Arabia Saudita dal Trattato di Taïf del 20 Maggio 1934 e,
a tutt’oggi, mai restituita!), il «Regime Fascista» si distinse, sia per la sua
volontà di difendere gli «interessi dei popoli musulmani nel mondo» (Tripoli, 18
Marzo 1937), che per il suo concreto e costante appoggio finanziario e politico
ai diversi Leader delle lotte per l’indipendenza dei popoli del Vicino-Oriente
e dell’Africa del Nord; tra questi: il Druzo Libanese Chékib Arslan (Presidente
del "Comitato Siro-Palestinese" e fondatore del Movimento Panarabo),
i Libanesi Antoun Saadé, Fakhri El-Barudi (fondatori del Partito Popolare
Socialista Siriano) e Pierre Gemayel (fondatore delle Falangi Libanesi o
Kataeb); l’Algerino Sheik Ben Badis (Ulemà riformisti); il Tunisino Habib
Bourguiba (Néo-Destour); Michel Aflak e Salah El-Din El-Bitar (responsabili del
Movimento “Camice d’Acciaio” e futuri fondatori, nel 1943, a Damasco, del
«Partito della Rinascita Araba» o Partito Ba’as); gli Egiziani Mansour Daoud,
Musftafà el-Ouakil, Ahmed Hussein (responsabili delle "Camice Verdi"
filo-fasciste del loro paese) e Hamed Hussein (Jeune Egypte); i
Marocchini Ahmed Balafrej, Brahim El-Uazzani e Mohamed Lïazidi (Fraction
Istiqlal); gli Iracheni Mohammed e Ahmed el-Salman (nazionalisti iracheni
filo-fascisti e rispettivamente, nel 1936, capitano e generale d'aviazione),
nonché, al governo di Rachid Ali al-Khilani, (1941), nella sua lotta per
l’indipendenza del paese dagli Inglesi; al Palestinese Haji Amin Al-Husseini
(Gran Muftì musulmano di Gerusalemme); ecc. (per maggiori dettagli, vedere: G.
Carocci, La politica estera fascista, Bari, 1969; J. Bessis, La
Méditerranée fasciste, ed. Karthala, 1981; J. Bessis, articolo, «Chekib
Arslan et le Fascisme», in Cahier No. 6, «Les relations entre le Maghreb et le
Machrek», Centre National de la Recherche Scientifique, Maison de la
Méditerranée, Institut de Recherches Méditerranéennes, Université de Provence,
Aix-En-Provence, 1984, pag. 119-132); (...) Per smascherare e smentire
quel genere di menzogne [l'accusa, rivolta al fascismo, di essere
un “movimento ostile alle lotte di liberazione dei popoli”] (...), è sufficiente ricordare il sostegno che il Governo di Roma dispensò, sin
dagli anni ’30, ai Nazionalisti Irlandesi (...); ai Nazionalisti Croati (...);
agli Indipendentisti Indiani del Mahatma Ghandi (Mohandas Karamchand) dapprima
e di Muhammad Iqbâl e di Subhas Chandra Bose, in seguito. Senza dimenticare,
quelli del celebre Imam musulmano indiano Maulana Mawdudi (...) e che
“l’Italia - come fa giustamente notare Stefano Fabei - fu il primo Stato
europeo a sostenere concretamente la lotta di liberazione del popolo
palestinese dal mandato britannico e dal progetto sionista in Terra Santa”.
- il
lancio di una proposta mondiale di disarmo generalizzato – 1 Gennaio 1931; in
un messaggio radiofonico indirizzato agli Stati Uniti, Mussolini pone il
problema del disarmo, per assicurare pace e prosperità alle diverse Nazioni del
mondo;
-
l’istituzione dei «Treni popolari» a prezzo ridotto, per incrementare il
Turismo di massa – 1931;
-
l’istituzione di «Scuole e di Corsi secondari di avviamento al lavoro», su
tutto il territorio nazionale – 1931;
- il
lancio del «Prestito Nazionale» per 4 miliardi di Lire – 5 Maggio 1931; in
pochi giorni, le sottoscrizioni sorpasseranno i 7 miliardi;
- il
lancio e la divulgazione della «Polizza XXI Aprile», amministrata dall'Istituto
Nazionale delle Assicurazioni (INA), che permetteva a tutti i lavoratori, col
pagamento di minime quote mensili o settimanali, di costituirsi una rendita –
1932;
-
l’istituzione della «Consulta per la tutela delle bellezze naturali» –
1932 (...);
- la
promulgazione della più vasta Amnistia che il Regno d’Italia aveva mai
conosciuto – 4-5 Novembre 1932; in occasione del decennale della «Rivoluzione
Fascista», furono liberati all’incirca 20.000 detenuti comuni e restituiti alle
famiglie 639 condannati per antifascismo e 598 confinati;
- la fondazione,
l’organizzazione e lo sviluppo dell’ «Istituto per la
Riconversione/Ricostruzione Industriale» - IRI - 23 gennaio 1933; questo ente
bancario statale rilevava le partecipazioni azionarie di società industriali
(prima tenute dalle banche private) e aveva come scopo di sostenere, con i
fondi pubblici, le grandi società industriali italiane eventualmente in
difficoltà;
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’INFAIL (Istituto Nazionale Fascista
Assicurazione Infortuni sul Lavoro) – l’attuale I.N.A.I.L. (Istituto
Nazionale per l'Assicurazione sugli Infortuni sul
Lavoro) – (...) 1933 (...);
-
l’ideazione (Alessandro Pavolini), la fondazione, l’organizzazione e lo
sviluppo del «Maggio Musicale Fiorentino», il primo festival musicale ed
artistico italiano – 1933;
-
l’elaborazione e la promulgazione dei «Programmi per l’Istruzione
tecnica» – (...) 1933 (...);
-
l’elaborazione, la redazione e la promulgazione del «Testo unico delle leggi
sull’Istruzione superiore» – (...) 1933 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’ «Istituto per il Medio ed
Estremo Oriente» – 1933; inaugurato a Roma il 21 Dicembre 1933, quell’Istituto
curava i rapporti culturali fra Italia ed Asia centrale, meridionale ed
orientale;
-
l’istituzione della «Giornata della Madre e del Fanciullo», con rimessa annuale
di attestazioni e congrui premi in denaro per le madri prolifiche – 23 Dicembre
1933;
- l’istituzione della «Direzione
generale dell’Edilizia e delle Opere
igieniche» – (...) 1933 (...);
- la
creazione, l’organizzazione e lo sviluppo di «Radio Bari» – 15 Agosto
1933; una Radio filo-araba italiana che era interamente gestita ed animata da
giovani Nazionalisti Arabi (in particolare: dai Libici, Munir Barchane e Ali
Sherif; dai Nord Africani, Manuby Meknassy, Rustun Deruisce, Munir Lahabidi,
Sheikh El-Kassem, Alfred Hazam, Bechir Madhebi e Mohamed Ali Najar; dal Siriano
Mohamed Kurd Ali ed altri del Vicino-Oriente) e continuò a trasmettere fino al
25 Luglio del 1943;
-
Obbligatorietà e disciplina del riposo domenicale e
settimanale – (...) 1934 (...);
-
l’istituzione dei «sussidi», a titolo di soccorso giornaliero, ai congiunti dei
militari di truppa e dei sottufficiali richiamati o trattenuti alle armi,
nonché alle mogli ed ai figli dei militari di leva – Legge del (...) 1934
(...);
- Tutela
del lavoro delle donne e dei fanciulli – (...) 1934 (...);
-
l’introduzione, negli stipendi e salari, degli «assegni familiari» – 1934;
-
l’elaborazione, l’approvazione e la promulgazione del «Testo Unico delle Leggi
Sanitarie» – (...) 1934 (...);
-
Fondazione dell’ «Ente Nazionale di Lavoro per i Ciechi»
(E.N.L.C.) – (...) 1934 (...) - Convertito in L.
18 Aprile 1935 (...); l’ENLC era un Ente morale, con sede in Firenze, che
aveva per scopo di assicurare un'occupazione remunerativa ai ciechi di ambo i
sessi, idonei al lavoro, con preferenza ai ciechi di guerra;
-
Introduzione della settimana lavorativa di 40 ore – 5 Novembre 1934;
innovazione confermata dalla Legge del 23 Giugno 1935 e dal R.D.
del (...) 1937 (...);
- l’introduzione, negli stipendi e
nei salari, della «gratifica» o «tredicesima mensilità» di fine anno –
1935;
-
Istituzione del «Libretto di Lavoro» – Legge del (...) 1935 (...);
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’INFPS (Istituto Nazionale Fascista
della Previdenza Sociale) – l’attuale I.N.P.S.(Istituto Nazionale della
Previdenza Sociale) – (...) 1935 (...);
-
l’organizzazione e l’inaugurazione della «Mostra annuale delle Invenzioni» –
Torino, Maggio 1935;
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo degli «Enti Provinciali del
Turismo» – (...) 1935 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo delle «Scuole
Rurali» – (...) 1935 (...). Le scuole rurali passarono, in
qualche anno, da 403 con circa 15 mila iscritti, ad 8.129 con oltre 300.000
iscritti nel 1941;
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’«Ente di Assistenza Utenti
Motori Agricoli» – (...) 1935 (...);
-
l’introduzione del principio assoluto di non-cedibilità, non-sequestrabilità e
di non-pignorabilità delle pensioni ordinarie erogate
dall’INPS – (...) 1935 (...);
- il
lancio e la messa in opera di un tentativo di politica economica autarchica
dell’Italia – 23 Marzo 1936; dal greco, «autarkeia» (bastare a se stesso), l’autarchia
propugnata dal Regime non era altro che l’ambizione di provare ad essere
economicamente autosufficienti, producendo in Italia tutto ciò di cui si aveva
bisogno, per rendere il paese sufficientemente indipendente dalle importazioni
estere;
-
Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi per i mezzadri ed i coloni
parziari – (...) 1936 (...);
-
l’istituzione, l’organizzazione e lo sviluppo dei «Littoriali del
Lavoro» – 1936; competizioni pubbliche che offrivano ai giovani
operai, artigiani e contadini la possibilità di presentare e paragonare le loro
opere, ottenendo riconoscimenti e premi;
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’ «Istituto Autonomo delle Case
Popolari» – IACP; L. 6 Giugno 1936 (...); rafforzata dalla Legge
T.U. con R.D. del (...) 1938 (...);
-
Assicurazione maternità per le lavoratrici
agricole – (...) 1936 (...);
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’ «Istituto Nazionale Case Impiegati
Statali», I.N.C.I.S. – 1936;
-
l’istituzione del controllo dello Stato per i più importanti Istituti
finanziari del paese - Banca commerciale italiana, Credito italiano, Banco di
Roma - e per le industrie di settori strategici, come la siderurgia, la meccanica,
la cantieristica – 1936;
-
Fondazione, organizzazione e sviluppo dell’ «Ente Comunale di Assistenza» -
E.C.A. – (...) 1937 (...);
-
Istituzione degli «Assegni famigliari» – (...) 1937 (...);
- la
messa a punto di misure d’educazione civica e d’igiene sociale nazionale –
1937; per eliminare il vizio dello scatarrare per terra venne fatto obbligo -
per l’insieme degli uffici pubblici o privati ed i locali pubblici o aperti al
pubblico - di dotarsi di sputacchiere; per estirpare il vizio di orinare
ovunque (per strada, dentro i portoni oppure accostati al muro di strade
laterali) venne fatto obbligo ai Municipi di realizzare orinatoi pubblici o
“vespasiani”;
- la fondazione, l’organizzazione
e lo sviluppo dell'«Istituto Centrale di Restauro», per la difesa del
patrimonio artistico e archeologico italiano – 1937;
-
l’introduzione e la concessione del «congedo straordinario» agli impiegati
privati, per contrarre matrimonio – (...) 1937 (...);
- la
fondazione, l’organizzazione e lo sviluppo del «Ministero della Cultura
Popolare» – (...) 1937 (...);
-
Istituzione delle «Casse Rurali ed
Artigiane» – (...) 1937 (...);
- l’istituzione della «Commissione
per lo studio dei problemi dell’Assistenza igienico-sanitaria e della
«Previdenza a favore dei lavoratori dell'agricoltura» – 1937;
- il risanamento e la
riprivatizzazione (dopo il suo assorbimento da parte dell’IRI, nel 1929) della
«Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali» o «Bastogi» (con un
aumento di capitale a 340 milioni) - 1937;
- Tutela
del personale femminile in servizio presso le Amministrazioni dello Stato,
durante il preriodo di gravidanza e di puerperio – (...) 1937 (...);
-
l’ideazione e la realizzazione (ditta Pietro Puricelli) della prima Autostrada
a pedaggio del mondo: la Milano-Laghi-Sesto Calende-Ticino – 1924;
senza dimenticare, la Milano-Bergamo (1927), la Milano-Brescia (1931), la
Milano-Torino (1932) ; la Milano-Serravalle-Scrivia-Genova (1935); e
successivamente (1935-1939): la Firenze-Viareggio (o Firenze-Mare), la
Roma-Ostia, la Napoli-Pompei-Salerno, la Verona-Venezia, la Venezia-Trieste, la
Padova-Mestre (per saperne di più, vedere: Giuseppe De Luca, Lando Bortolotti, Fascismo
e autostrade. Un caso di sintesi: la Firenze-mare, Ed. Angeli, Milano
1994);
- la
ristrutturazione, l’ampliamento (più di 2.000 km. di nuove tratte
ferroviarie) e l’elettrificazione delle Ferrovie dello Stato (si passò
dai 450 km. elettrificati della fine della Prima guerra mondiale, ai 1.200 km.
del 1928, fino a raggiungere, nel 1940, un totale di 5.170 km.); nel 1935 la
rete ferroviaria nazionale si estendeva per all’incirca 22.980 km. (di cui
16.956 km. gestiti dalle FF.SS.), dei quali 4.300 km. a doppio binario e 4.850
km. a trazione elettrica; con un parco di 4.177 locomotive a vapore, 1.280
automotrici elettriche, 8.704 carrozze viaggiatori, 132.000 bagagliai e
carri-merci; nel 1940 - come conferma il sito internet http://www.ferroviedellostato.it/fs/view/main/0,3211,2698_0_2793,00.html# - la rete ferroviaria statale aveva largamente
sorpassato i 17.000 chilometri, assicurando il trasporto di all’incirca 194
milioni di passeggeri e di circa 60 milioni di tonnellate di merci (per
maggiori ragguagli sulle FF.SS., vedere: Le Ferrovie dello Stato nel primo
decennio fascista – 1922/I – 1932/X, Istituto Geografico De Agostini,
Novara 1932);
- la
realizzazione della Rete stradale nazionale e provinciale; all’incirca 21.000
km. di estensione;
- la
progettazione e la costruzione dei principali Aeroporti italiani – nel 1935,
funzionavano in Italia più di 27 aeroporti, con un movimento di 23.857
apparecchi partiti ed arrivati, 99.660 viaggiatori, 843.036 kg. di posta,
1.311.837 kg. di bagagli e 385.036 kg. di merci;
- la
realizzazione di centinaia e centinaia di Stazioni ferroviarie, Case Cantoniere,
Edifici scolastici, Ospedali, Sanatori e Comprensori antitubercolari, palazzi
delle Poste, Centri d’igiene e profilassi, palazzi di Giustizia, Prefetture,
Case del contadino, Case del Fascio, Palazzi del Littorio, palazzi della GIL,
Case del Dopolavoro, Municipi, Caserme, Musei, strutture per le Colonie estive,
Asili d’infanzia, palestre, piscine, piazze, monumenti, impianti turistici ed
alberghieri; senza contare le numerose istallazioni sportive minori; nel 1937
si contavano non meno di 890 Case Balilla, 1.470 palestre, 2.568 campi sportivi
e più di 80 Stadi, tra cui, il «San Siro» di Milano, il «Littoriale» di
Bologna, il «Berta » di Firenze, lo «Stadio Mussolini» di Torino
(ribattezzato “Comunale” nel dopoguerra), nonché quelli di Roma, Napoli, Palermo
e della quasi totalità (84 su 94) dei capoluoghi di provincia italiani;
- la
realizzazione di centinaia di tramvie urbane (per più di 3.000 km.
complessivi), di decine di funicolari (per più di 20 km.), di decine di funivie
(per più di 40 km.), centinaia di sciovie e di impianti di risalita (per più di
70 km.);
- la
realizzazione della totalità delle Centrali Idroelettriche e termoelettriche
del paese; tra il 1922 ed il 1942, il regime aveva realizzato più di 1.225
centrali elettriche (994 idroelettriche e 231 termoelettriche); la potenza
installata era di 5 milioni e 73 mila kilowatt; l’energia prodotta nel 1934 fu
di 12 miliardi e 74 milioni di kilowattore; tra gli impianti più importanti: le
Centrali di Casuzze (PA,1923), San Carlo (AG, 1938), Poggiodiana (AG, 1940),
Favara (AG, 1943) in Sicilia; le Centrali di Timpagrande (1927), della Sila, di
Calusia (1931) e di Savuto (1939) in Calabria; l’impianto di Taranto (1930) e
le Centrali di Martina Franca, Fasano, Ascoli, Noci, Gioia del Colle nelle
Puglie; gli impianti di Matese (1929) e di Calore (1938) in Campania;
l'impianto di Galleto (1926-1928) e la Centrale di Papigno (1930), in Umbria;
le Centrali di Cotilia, di Farfa 1 e di Farfa 2 (1939-1942), nel Lazio; le
Centrali di Larderello, Castelnuovo Val Cecina, Serrazzano e Lago Boracifero
(1922-1932) in Toscana; le Centrali del Furlo (1922), di Gerosa (1927) e di
Pedaso (1931) nelle Marche; le Centrali di Ligonchio (1922), di Predare (1927),
di Farneta (1928), di Rigoso (1930), di Boreca (1930), di Bardi (1931), di
Suviana (1932), di Muschioso (1940) in Emilia-Romagna; le Centrali di S.
Michele (1923), di Caroso (1924), di Pescia (1929), di Cairo Montenotte (1939)
in Liguria; le Centrali di Gandellino (1923), di Carona (1924), di Aviasco
(1925), di Dossi (1925), di Ludrigno (1926), di S. Michele (1929), di Bordogna
(1931), di Vizzola (1938), di Tornavento (1943) in Lombardia; le Centrali di
Valdo (1922), Sottofrua (1924), di Crevola d'Ossola (1925), Cadarese (1928),
Rovesca (1926), Pallanzeno (1929), Ponte (1933), Rovegro (1935), Goglio (1938),
Fondovalle (1940), Villadossola (1940) in Piemonte ; le Centrali di di
Nove Nuova (TV, 1924), Caneva (TV, 1927), Porto Marghera (1930; di una potenza
di 57.000 Kw), La Stanga (BL, 1943) in Veneto ; le Centrali di Pont Saint
Martin e Gressoney (1922-1924), di Covalou (1926), Maen (1928), Isollaz (1929),
Promeron (1930), Perreres (1940), Bard (1940) in Valle d’Aosta ; le
Centrali di Cogolo e di Malga Mare (1927), di Riva del Garda (1928), Cardano
(1929), Ponte Cornicchio, Fies, Umberto di Savoia, Toblino (1922-1926) nel
Trentino Alto Adige, ecc.;
- la
ristrutturazione o l’edificazione ex-novo della rete Portuale nazionale;
all’incirca 120 impianti portuali; tra cui: quelli di Livorno, Genova, La
Spezia, Savona, Civitavecchia, Napoli, Ravenna, Venezia-Marghera, Trieste,
Fiume, Pola, Messina, Catania, Palermo, Porto Empedocle, Trapani, Cagliari,
Bari, Brindisi, Taranto, Pescara, Ancona, ecc.;
- la
ristrutturazione o l’edificazione ex-novo di decine e decine di Cantieri
navali, come i Cantieri Ansaldo di Genova, il Cantiere OTO di Livorno, il
Cantiere Navale del Tirreno a Riva Trigoso, i Cantieri Navalmeccanica a
Castellamare di Stabia, i Cantieri Navali Riuniti di Ancona, i Cantieri Navali
Riuniti di Palermo, ecc.;
- la
realizzazione ex-novo o l’ammodernamento della rete Postale nazionale – nel
1935, esistevano ben 11.352 uffici ripartiti su tutto il territorio;
- la
progettazione, l’edificazione o la modernizzazione delle principali Università
italiane; tra queste: l’Università di Roma, di Sassari, di Messina, la Città
Studi di Milano, il Liviano di Padova; senza contare, gli Atenei di Bari,
Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Macerata, Modena, Napoli, Palermo, Parma,
Pavia, Pisa, Siena e Torino; nonché le libere Università di Camerino, Ferrara
ed Urbino;
-
l’istituzione o la riorganizzazione di 7 Istituti superiori di Ingegneria:
Bologna, Milano, Padova, Palermo, Pisa, Roma, Torino; 6 Scuole superiori per
Architetti: Firenze, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia; 2 Istituti
superiori Navali a Genova e Napoli; 4 Istituti di Magistero: Firenze, Messina,
Roma, Torino; 7 Facoltà di Agraria: Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Perugia,
Pisa, Torino; 1 Istituto superiore Forestale a Firenze; 1 Magistero per
insegnanti Industriali a Roma; 9 Facoltà Universitarie di Medicina Veterinaria:
Bologna, Messina, Milano, Napoli, Parma, Perugia, Pisa, Sassari, Torino; 74
Scuole di Agricoltura; 4 Scuole minerarie ; 87 Istituti industriali; 632
Scuole di Avviamento professionale; 87 Istituti Commerciali; 17 Istituti
Nautici; 60 Scuole d’Arte; 9 Accademie di Belle Arti e Licei artistici; 16
Conservatori Musicali; senza contare l'«Istituto Elettrotecnico Galileo
Ferraris» di Torino, l'«Istituto di Elettroacustica Orso Mario Corbino» di
Roma, l'«Istituto di ricerche biologiche di Rodi», il «Collegio
Littorio», l’«Accademia femminile di Orvieto», il «Collegio magistrale
femminile d'Orvieto», il «Collegio Magistrale maschile di Udine», la «Scuola
Marinara "Caracciolo" di Sabaudia», il «Collegio Aeronautico di
Forlì», i «Collegi navali di Venezia e di Brindisi», ecc.
- la
realizzazione di decine e decine di dighe e di sbarramenti artificiali; tra queste
e questi: il lago artificiale sul Tirso (lago Omodeo), la diga di S. Chiara
d'Ula (OR), gli sbarramenti sul Coghinas (diga Muzzone) e quelli sul Flumendosa
(Sardegna), il bacino di Piana degli Albanesi, i serbatoi di Prizzi e di
Gammauta (Sicilia), i laghi artificiali di Ampollino, di Orichella e di Arvo
(Sila), il bacino idroelettrico di Muro Lucano e la diga S. Pietro
(Basilicata), il bacino artificiale di Campotosto e la diga in terra sul
Pescara (Abruzzo), le dighe del Turano, del Salto e della Scandarella sul
Tronto (Lazio, Prov. di Rieti), gli sbarramenti sul Metauro (Marche), la diga
di Scalere ed il bacino del Brasimonte (Emilia-Romagna), lo sbarramento di Ala
(Veneto), le dighe dei laghi d'Avino, Obersee, Vannino e Morasco (Piemonte),
bacino artificiale di Goillet (Valle d’Aosta), ecc.
- la
realizzazione di migliaia di chilometri di opere di irrigazione e di fognature,
centinaia di ponti, di viadotti, di gallerie, ecc.;
- la
realizzazione - nell’ambito dell’Amministrazione Autonoma dei Monopili di Stato
- di almeno 20 Opicifi e Manifatture, 5 Saline marittime, 1 Miniera di
salgemma, 1 Stabilimento per la produzione del sale di ebollizione dalle
salamoie, 12 Agenzie di Coltivazione, con un impiego di all’incirca 25.000 dipendenti
ed una produzione di 2.430.000 q.li di sali alimentari, 1.950.000 q.li di sali
industriali, 26.500.000 kg. di tabacchi lavorati, 37.000 kg. di prodotti
chinacei ;
- la
costruzione della Gardesana, o quella delle Dolomiti - i quattro Passi Sella,
Pordoi, Falzarego, Gardena – 1928;
-
l’edificazione, l’organizzazione e lo sviluppo – tra il 1929 ed il 1941 – di
una serie di importanti poli industriali: in particolare, a Roma, Milano,
Napoli (Arenaccia e Bagnoli), Palermo, Livorno, Ferrara, Apuania,
Venezia-Marghera, Trieste-Monfalcone, Aurisina-Pola, Fiume;
- la
bonifica dell'Agro Pontino – 1926-1932; furono creati all’incirca 4.000 poderi,
con dimensioni varianti tra i 5 ed i 30 ettari;
- la
progettazione, la realizzazione e la messa in funzione – tra il 1924 ed il 1942
– di ben 34 stazioni radio a onda media, per una potenza complessiva di
851 kW, e 9 stazioni radio a onda corta, per una potenza complessiva di
431 kW; tra queste, le stazioni di Roma I (6 Ottobre 1924), Milano I (8
Dicembre 1925), Napoli I (14 Novembre 1926), Bolzano (12 Luglio 1928), Genova
(28 Ottobre 1928), Torino I (11 Febbraio 1929), Roma-Prato Smeraldo I (1 Luglio
1930), Palermo (14 Giugno 1931), Trieste I (28 Ottpbre 1931), Bari I (6
Settembre 1932), Milano II (30 Ottobre 1932), Firenze I (21 Aprile 1932),
Torino II (17 Dicembre 1933), Roma-Prato Smeraldo II (28 Ottobre 1934), Bari II
(26 Ottobre 1935), Bologna (9 Agosto 1936), Firenze II, Genova II e Roma III
(28 Ottobre 1937), Napoli II (4 Novembre 1937), Milano III (1 Aprile 1938),
Addis Abeba (9 Maggio 1938), Ancona (15 Luglio 1938), Torino III (28 Ottobre
1938), Roma-Prato Smeraldo III (31 Ottobre 1938), Tripoli (12 Novembre 1938),
Catania (27 Novembre 1938), Padova (10 Giugno 1940), Verona, Venezia e Sanremo
(28 Ottobre 1939), Firenze III (28 Aprile 1940), L'Aquila e Bologna II (28
Ottobre 1940), Cervia (Gennaio 1942), Zara (Aprile 1942);
- la
realizzazione (e in certi casi la ristrutturazione) di all’incirca 72
Acquedotti; tra i più importanti: quello Pugliese (opera colossale di
all’incirca 11.000 km. di lunghezza e di una portata media di 4.000 litri al
secondo che, partendo dalle sorgenti di Caposele ed attraversando l’Appennino,
sbocca sul versante adriatico, percorrendo la valle dell’Ofanto, e si dirama
per Foggia, Bari e Lecce, rifornendo all’incirca 444 Comuni); del Peschiera
(che dalle falde del Cicolano, in Prov. di Rieti, porta l’acqua a Roma); del
Simbrivio o del Velletrano (che rifornisce di acqua numerosi comuni del
subappennino romano e dell’antiappennino, fino a Velletri); della Montagna dei
Fiori (lungo all’incirca 65 km.); del Monferrato (uno dei più importanti
dell’Italia settentrionale); del Simeto (Sicilia); del Tirso e del Sulcis
(Sardegna); nonché di Cagliari, dell’Aquila, di Caltanissetta, di Perugia, del
Nisseno ed almeno 18 acquedotti minori sulle piccole isole;
- la
realizzazione di centinaia di canali di irrigazione (più di 2.000 km di canali)
e di contenimento delle acque, in Italia e nei territori dell’Impero;
- la
«bonifica integrale del territorio metropolitano» (Legge del (...) 1928
(...)) in varie regioni d'Italia: nel Veneto, in Friuli, in Lombardia, in
Calabria, in Sicilia, in Sardegna sul Tirso, ed ugualmente in Emilia, Bassa
Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele; al 30 Giugno 1932, erano state eseguite
bonifiche su all’incirca 11.820.973 di ettari, senza contare i 3.886.769 ettari
di bonifiche idrauliche e trasformazioni fondiarie di competenza statale (per
approfondire l’argomento, vedere: Fabrizio Marasti, Il Fascismo rurale.
Arrigo Serpieri e la bonifica integrale, Edizioni Settimo Sigillo, Roma
2001);
- l’avvio
della bonifica della Nurra, in Sardegna;
-
l’appoderamento e colonizzazione della Piana della Capitanata, in Puglia; nel
1943 - seguendo il piano generale che prevedeva l’esproprio di una superficie
di all’incirca 450 mila ettari di latifondo e la costruzione di 103 centri
abitati - erano già stati distribuiti e messi in coltura all’incirca 50 mila
ettari di terra, corredati da case coloniche e dall’insieme delle
infrastrutture necessarie ;
-
l’appoderamento e la colonizzazione del latifondo Siciliano, sotto la gestione
dell’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano; il progetto prevedeva (il
famoso «assalto al latifondo», annunciato da Mussolini il 20 Luglio del 1939),
500 mila ettari da distribuire e mettere in coltura; solo nel primo anno (1940)
furono costruiti 8 Borghi rurali e 2'507 abitazioni ; a tutto il 1943,
oltre alla creazione di più di 300 nuovi poderi agricoli, il medesimo Ente
aveva edificato e popolato almeno 25 Borghi rurali attigui alle terre
dell’antico latifondo; tra questi: Borgo San Giuliano (in Provincia di
Messina), Borgo Lupo (Catania), Borgo Rizza (Siracusa), Borgo Bonsignore
(Agrigento), Borgo Cascino (Enna), Borgo Gattuso (Caltanissetta), Borgo Schirò
(Palermo), Borgo Fazio (Trapani);
- la
progettazione e la realizzazione, su uno spazio di all’incirca 400 ettari, del
quartiere dell’Esposizione Universale Romana - EUR-42 - 1935-1942; e
l’edificazione dei monumentali Palazzi della Civiltà Italiana e dei Congressi,
sempre all'Eur; rimasto, invece, a livello di progetto, a causa dello scoppio
della Seconda guerra mondiale, il gigantesco Arco di trionfo che doveva
primeggiare sull’intera EUR-42 e sovrastarla da un’altezza di 160 metri;
- la
progettazione, l’edificazione ex-novo, la fondazione ed il popolamento di
almeno 60 Città e 70 Borghi rurali tra il 1932 ed il 1939; tra queste e questi:
Littoria (inaugurata il 18 Dicembre 1932), Sabaudia (21 Aprile 1934), Pontinia
(18 Dicembre 1935), Aprilia (28 Ottobre 1937), Guidonia (31 Ottobre 1937),
Arsia (20 Novembre 1937, in Sardegna), Carbonia (17 Dicembre 1938, in Sardegna,
nell’Iglesiente), Pomezia (28 Ottobre 1939), nonché Ardea (sul territorio della
Bonifica Pontina), Fertilia (in Sardegna, presso l’aeroporto di Alghero),
Segezia (a Sud di Foggia), Marconia (in Basilicata, non lontano da Pisticci),
Mussolinia di Sardegna o Alborea (nell’Oristanese, sul terreno di bonifica di
Terralba), Tirrenia (presso Livorno), Corridonia (nelle Marche), Metaurilia
(nelle Marche, vicino a Fano), Mussolinia di Sicilia o Case Molina (a Sud di
Caltagirone), Tor Viscosa (nel Friuli), Albinia (in Toscana, nel grossetano),
Cervinia (in Valle d’Aosta), Volania (vicino al Po di Volano, nel Ferrarese),
il Lido di Roma (Ostia), Vitinia ed Acilia (nel circondario di Roma), il
villaggio Anita (nel Ferrarese) ; ed ancora, Borgo Cervaro, Giardinetto,
Incoronata, Mezzanone, Siponto, Alberese, Pozzo Littorio, Borgo Appio, Borgo
Domito, Felicia (ora la croata Cepie o la slovena Cvic, edificata nella piana
prosciugata dell'Arsa in provincia di Fiume all'altezza di Bersezio sul
Quarnero), Rega (presso Albona, la croata Labin) in Istria, ecc. (per
saperne di più, vedere: Stanis Ruinas, Viaggio per le città di Mussolini,
Ed. Bompiani, Milano 1939; Antonio Pennacchi, Viaggio per le città del
Duce, Terziaria Ed. Asefi S.r.l., Milano 2003);
- la
progettazione e la realizzazione di numerose opere realizzate in Libia: oltre
alla «Balbia» del 1937 (la strada nazionale costiera che ancora congiunge
Amseat, sul confine con l’Egitto, alla frontiera con la Tunisia) e alla
ristrutturazione ed all’ampliamento delle città di Tripoli, Misurata, Bengàsi e
Derna, furono edificate più di 20 nuove località per le popolazioni autoctone -
el-Fager (Alba), Nahima (Deliziosa), Mansura (Vittoriosa), Shadra (Verde),
Azizia (Profumata), Nahiba (Risorta), Zahra (Fiorita), Gedida (Nuova), Mamhura
(Fiorente), nonché Agelat, Zanzur, Zuara, Zavia, Zliten, Tigrinna, Pisida,
Garian, Jefren, Tahruma, Sabratha, Barce, Misurata e l'odierna El-Beida - già
Beda Littoria (la Bianca), che Idris el-Senussi, nel dopoguerra, fatto Re dagli
Inglesi, elevò a sua residenza personale; e 25 nuovi villaggi agricoli per i
contadini italiani: cittadine chiamate con i nomi storici di Bianchi, Marconi,
Giordani, Olivetti, Corradini, Crispi, Tazzoli, Micca, Breviglieri, Garabulli,
Littoriano, Garibaldi, Castel Benito, Baracca, Filzi, Maddalena, Oberdan,
Fornaci, Sauro, D’Annunzio, Razza, Battisti, Mameli, Luigi di Savoia, Gioda,
Berta (per un elenco più dettagliato, vedere : Vito Magliocco, Dall’Italia
alle rive della Sirte, Le Nuove edizioni d’Italia, Milano 1957); sempre in
Libia, si ebbe la modernizzazine di 17 centri abitati costieri e
dell'entroterra, tra i quali: Apollonia, Tolmetta (Tolemaide),
Leptis Magna (Homs Lebda), ecc.; nella città di Tripoli e Tripolitania: la
progettazione e la realizzazione del Porto, del Lungomare Conte Volpi, di
Piazza Castello, di Piazza Italia, del Palazzo del Governatore, del Palazzo e
degli Uffici del Governo, del Palazzo della Federazione Fascista della
Tripolitania, del Palazzo dell'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza
Sociale, del Sanatorio Antitubercolare, del Palazzo dell'Associazione Mutilati
ed Invalidi, del Palazzo Colosseo, del Grand Hotel, della Torre Littoria,
dell’Arco dei Fileni, il momumento equestre a Benito Mussolini, il monumento al
Generale Cantore, la bonifica e l’irrigazione di Tauorga, ecc., senza
dimenticare la fondazione della Scuola Superiore di Cultura Islamica di
Tripoli; nel resto della Libia, inoltre, va ricordato l’appoderamento e
la valorizzazione agricola della Gefara, dell'altipiano tripolino e del Gebel
cirenaico, dove Arabi e Berberi imparavano a lavorare e a far fruttare la loro
terra; senza contare l’Ospedale, la Moschea e le Scuole di Murzuk, nel Fezzan,
le camionabili Tripoli-Garian-Gheriat-Brach, Murzuch-Gatrun-Tegerri, ecc.;
- la
progettazione, l’edificazione e lo sviluppo in Eritrea, Somalia ed Etiopia
dell’insieme delle strutture primarie e secondarie ancora oggi esistenti; per
rendersi conto dell’importanza degli interveni italiani in Eritrea, basta
sapere che in quel paese furono costruiti 1.450 edifici pubblici e che,
soltanto ad Asmara (capitale dell’Eritrea), furono edificati: il Palazzo del
Governo, l’Ospedale centrale, diverse Scuole, la Stazione ferroviaria e la
ferrovia Asmara-Massaua, il monumentale Ufficio postale, il Grande Teatro
(opera dell’architetto Saverio Fresa), la Cattedrale Cattolica, la Grande
Moschea, la Sinagoga, il Cinema Impero, il Cinema Roma, l’Hotel Selam ed
all’incirca altri 400 edifici importanti, senza contare i comprensori di
bonifica di Tessenei; non parliamo dell’Etiopia, dove furono costruiti e
organizzati numerosi villaggi popolari, come quelli di Oletta e di Bischioftu,
nelle vicinanze di Addis Abeba; la costruzione, in meno di due anni, di 6
grandi assi stradali, due dei quali, da Addis Abeba, continuano ancora oggi a
congiungere Massaua (la Addis Abeba-Massaoua, una strada di 1.600 chilometri -
e con i mezzi tecnici dell’epoca, cioè con i picconi, le pale e molto “olio di
gomito” - fu realizzata in soli 18 mesi!) e Assab, sul Mar Rosso (la
Kombolcia-Assab, una strada di 480 chilometri, fu portata a compimento in soli
6 mesi!), ed un altro, Mogadiscio, sull’Oceano Indiano; la costruzione ex novo
della ferrovia Massaia-Asmara (attualmente in disuso); la ristrutturazione
della ferrovia Gibbuti-Addis Abeba e la costruzione, in parallelo a
quest’ultima, di una strada camionabile, sul tratto Gibbuti-Diredaua, fino alla
stazione di Harrar; la progettazione e la costruzione (non terminata) delle
strade camionabili verso i porti di Berbera e di Zeïla (nell’allora Somalia
britannica) e la località di Gambela, alla frontiera con il Sudan; questo,
naturalmente, senza contare le decine e decine di edifici pubblici, di uffici
postali, di scuole, di ospedali, di infermerie, di lebbrosari, di stazioni
radio, stazioni telefoniche, di alberghi, di caserme, di campi sportivi, di
centrali elettriche, di mattatoi, di fognature, di opere idrauliche e di
contenimento delle acque dei fiumi, i piani di appoderamento e della messa in
cultura di cereali, di fibre tessili, di piante oleaginose; la ristrutturazione
dei porti di Assab (Eritrea) e di Mogadiscio (Somalia); la prospezione
mineraria in Etiopia: il rame, nel Tigré e nell’Amhara, il ferro, quasi
dappertutto, il piombo e l’argento nelle diverse regioni dell’altopiano, il
carbon fossile e la lignite nel Choa e nella regione del lago Tana, il potassio
ed il manganese nel Tigré, il salgemma nella Dencalia, il mica ed i silicati
nell’Harrar, lo zolfo, nel bacino dell’Auasch, ecc; senza contare
l’appoderamento e valorizzazione agricola in Somalia, con la nascita di
numerose aziende agricole, come Villabruzzi (oggi Jawhar) nei pressi del fiume
Scebeli e i comprensori di bonifica lungo il Giuba e l'Uebi Scebeli;
- le
infinite opere realizzate sulle coste Dalmate e sulle isole del Dodecanneso;
soltanto su queste ultime - come precisa Nicholas Doumanis nel libro: Una
faccia, una razza, il Mulino, Bologna 2003 - furono realizzati
all’incirca 1.300 km di strade; senza contare gli aeroporti di Rodi, Maritsa,
Gadurrà e Cattavia, le infrastrutture logistiche e portuali delle isole, di
Rodi, Lero, Kalymnos, Kos, Karpatos, Sym, ecc., nonché la modernizzazione
dell'agricoltura, la riforestazione, la creazione di nuove aziende e
manifatture, così come la progettazione e la realizzazione di infrastrutture
turistiche ed alberghiere, di nuovi quartieri residenziali e di importanti
edifici pubblici su tutte le isole principali;
- la
progettazione e l’edificazione ex-novo, in Albania, dell’insieme degli edifici
pubblici di proprietà demaniale delle città di Tirana, Durazzo, Valona,
Scutari, Berat, Santi Quaranta, Argirocastro, Coritza, San Giovanni di Medua,
Elbassan; la realizzazione ex-novo del porto di Durazzo e la ristrutturazione integrale
delle istallazioni portuarie di Valona e di Santi Quaranta; la costruzione di
più di 300 chilometri di nuove strade e la ristrutturazione di più di 1.500 km
di strade esistenti; l’edificazione di almeno 100 grandi ponti e circa un
migliaio di piccoli e medi; la ristrutturazione degli antichi centri storici
delle principali città; l’edificazione di decine e decine di scuole, ospedali,
sanatori, ambulatori, orfanotrofi, istallazioni idroelettriche, stazioni radio
e telefoniche; la bonifica e l’appoderamento di più 5.000 ettari di terre
malsane; decine e decine di canali di irrigazione e di contenimento delle
acque; l’intera prospezione mineraria e petrolifera del paese; la creazione
della Banca Nazionale d’Albania (SVEA); senza contare - come sottolinea Michele
Rallo (L’epoca delle rivoluzioni nazionali in Europa, vol. IV° - Albania
e Kossovo - Ed. Settimo Sigillo, Roma 2002, pag. 90) - la fondazione,
l’organizzazione e lo sviluppo dell’AIPA (Azienda Italiana Petroli Albania),
dell’ASA (Azienda Strade Albanesi), dell’EBA (Ente Bonifiche Albania), della
SAMIA (Società Anonima Mineraria Italo-Albanese), dell’ITALBA (Impresa
Trasformazioni Agrarie e Lavori Bonifica Albanesi), dell’ETAA (Ente Turistico
Alberghiero Albania), ecc.;"(5)...
Ognun vede come il regno grassatore (del mondo intero) di hamburgerlandia,
dominio delle più vampiresche oligarchie-lobbies della storia, dove quel che
conta è unicamente il vile dollaro e gli uomini sono ridotti a miserabili quanta
di capitale, non abbia, in sostanza, niente a che spartire col fascismo. Cui
viene accostato solo in relazione all'arbitrio e al dispotismo di Stato,
anch'esso ormai, in realtà, mille volte più mostruoso del suo termine di
(non-)paragone.
NOTE
(1) La "destra radicale" d'oggi o il "neofascismo" sono
entità parodistiche e inani che rappresentano il "fascismo" (proprio
e solo) come l'antifascismo voleva (vuole) che fosse: retrivo, codino,
ultraclericale, reazionario, filoatlantico, filosionista, razzista nei
confronti dei popoli di colore e degli immigrati.
(2) Politiche simili d'intervento statale tentarono poi di farle proprie
(con nomi diversi) alcuni governi di altri Paesi (v., per
esempio, Roosevelt negli Stati Uniti, dal 1933 al 1937, durante
il "New Deal" o Blum in Francia nel 1936-38). Non solo prima
della guerra, ma anche dopo, con il "welfare state" (cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Welfare_state): "I principali Stati liberal-capitalisti
del mondo (e primo tra tutti, il Regno Unito) (...), allarmati dal 'Rapporto
Beveridge' del 1942, si erano resi conto dell’estrema vulnerabilità dei
loro sistemi politici, economici e sociali. Ed avevano ugualmente compreso che
il motivo principale dell’adesione incondizionata e generalizzata, e
dell’attaccamento spontaneo ed entusiasta delle masse lavoratrici alle idee del
Fascismo di Mussolini (ma ugualmente a quelle del Nazional-Socialismo di
Hitler), era che queste ultime erano radicalmente e sicuramente riuscite a
debellare, sul piano pratico ciò che Lord Beveridge stesso definiva
i Giganti malefici delle società industriali: il bisogno,
l’ignoranza, la malattia, la vecchiaia e lo squallore, le cinque principali
iatture degli Stati industriali liberal-capitalisti. All’indomani della
Seconda guerra mondiale, quindi, per tentare di scongiurare un qualsiasi
risorgere di quelle idee, ebbero tendenza (nonostante la loro incontenibile e
schiacciante vittoria militare, nel 1945, sui Popoli-Nazione dell’Asse), a non
pretendere affatto, dai diversi Governi fantoccio italiani, l’abolizione
immediata delle 'regole del gioco' che il Fascismo aveva introdotto nel
quotidiano rapporto tra capitale e lavoro, all’interno della società. Al
contrario, quegli stessi Stati, ancora traumatizzati dal rischio mortale che il
Fascismo - con le sue innovazioni politiche, economiche e sociali
- aveva fatto loro correre, non esitarono affatto, tra il 1945 ed il 1985,
a confermare, incoraggiare e generalizzare quelle stesse innovazioni sociali
(naturalmente, sfrondandole dei loro 'appellativi fascisti' più vistosi e
appariscenti…) nella quasi totalità dei paesi da loro controllati o
influenzati. Al punto tale che, dove ancora non esistevano o non erano mai
state propagandate o praticate - come in Inghilterra (dove, nel 1948, furono
introdotti, il National Insurance Act ed il Servizio Sanitario Nazionale),
Stati Uniti, Francia, Svezia, Svizzera, Olanda, Danimarca, Belgio, Lussemburgo,
ecc. - si sbracciarono addirittura ad “inventarle” e a metterle
sistematicamente in pratica (anche se riassunte e divulgate con l’appellativo
anglosassone di Welfare State o “Stato del Benessere” o “Stato Sociale”!), per
tentare di esorcizzare definitivamente il “mostro fascista” dei loro incubi e
prevenirne ogni possibilità di rinascita. Quando invece, a partire del
1985, i paesi liberal-capitalisti del mondo e i loro fedeli 'maggiordomi
nostrani', hanno incominciato ad essere quasi certi che il Fascismo di
Mussolini fosse stato completamente dimenticato (o esclusivamente ricordato e
considerato, come 'parte del male assoluto'…) e, quindi, non avrebbe più avuto
una possibilità di resurrezione (anche grazie al concorso diretto o indiretto
degli inutili e variegati 'leader' della cosiddetta 'nebulosa neo-fascista'
che, nel frattempo, avevano stoltamente o prezzolatamente trasfigurato le idee
di Mussolini in una semplice 'visione patriottarda del mondo' e/o in una
frastornata e reazionaria azione politica di destra nazionale, di destra
radicale o, semplicemente, di estrema-destra, largamente utile e funzionale al
sistema), ecco che, poco a poco, nel mondo, gli stessi paesi che erano stati
all’origine della sconfitta militare dell’Asse (Stati Uniti e Gran Bretagna, in
prima fila, seguiti supinamente a ruota dai diversi Stati vassalli europei
dell’Impero americano) hanno incominciato a rimettere in voga le 'idee' dei vari David Hume (1711-1776), Adam Smith (1723-1790), David Ricardo
(1772-1823), Edmund Burke (1729-1797), John Francis Edward Acton (1736-1811),
Frédéric Bastiat (1801-1850), Thomas Babington Macaulay (1800-1859), Richard
Cobden (1804-1865), Michel Chévalier (1806-1879), Friedrich August von Hayek
(1899-1992), ecc. Senza contare quelle di Milton Friedman (1912-?) e
dell’infida e velenosa nidiata di perniciosi 'delinquenti in colletto bianco'
che le cronache di tutto il mondo, da allora ad oggi, continuano a pregiarsi di
definire con il garbato ed amabile epiteto di Chicago Boys. Tutto ciò,
naturalmente, per meglio favorire e facilitare l’abrogazione, sic et
simpliciter, del sistema del Welfare State (che, tra il 1945 ed il 1985,
avevano comunque propugnato e difeso per non agevolare una possibile risorgenza
del Fascismo) e rimettere sfacciatamente sul mercato il Liberismo prima
maniera: quell’'onorevole' sistema politico, economico e sociale, cioè, che -
ieri come oggi - preferisce affidare il potere politico a chi già detiene il
potere economico; togliere ai poveri, per meglio arricchire i ricchi; nonché
imporre precarietà, flessibilità, indigenza e deregolamentazione amministrativa
e giuridica all’uomo della strada, per promuovere ossessivamente e
istericamente il 'dégraissage' delle loro imprese o la loro delocalizzazione
selvaggia, il drastico e incessante taglio dei costi fissi delle loro strutture
economiche (per ottenere l’automatico rialzo dei titoli azionari delle loro
aziende), le speculazioni di Borsa, senza dimenticare le truffe e le
abominevoli frodi praticate a discapito di semplici ed ignari risparmiatori o
l’ignobile e distruttivo 'gioco dei Monopoli' esercitato ogni giorno dalla
cosiddetta 'economia virtuale'!" (Alberto B. Mariantoni, ibid.,
vol. II, pp. 302-303)
(3) Ricordo, oltre a ciò, un'affermazione inequivoca di stima nei confronti
del fascismo e di Mussolini fatta, sempre negli anni trenta, dal
"Peggiore" in prima persona: "La tradizione del
Risorgimento (…) vive nel fascismo ed è stata da esso sviluppata fino
all’estremo. Mazzini, se fosse vivo, plaudirebbe alle dottrine corporative, né
ripudierebbe i discorsi di Mussolini su 'la funzione dell’Italia nel
mondo'." (Palmiro Togliatti, Opere, a cura di E.
Ragionieri, Vol. III, 1, Editori Riuniti, Roma 1973, pp. 920-921)
(4) Proprio per il fatto che il lavoro non è ancora edito, ometto di
riportare le precisazioni puntuali, ivi comprese, relative ad ognuna delle
misure descritte (numero e data delle varie leggi e dei decreti ecc.) e le note
che corredano il testo. Sulla stessa tematica cfr. Alessandro Mezzano, I
danni del fascismo, Edizioni del Veltro, Parma 2006, http://www.italia-rsi.org/zzz/cybersamizdat/idannidelfascismo.pdf.
(5) Le misure sociali, peraltro, continuarono a
essere ideate e promulgate anche dopo il 1937 (così, per esempio, nel 1939 fu
varata la Tessera sanitaria per gli addetti ai servizi domestici e nel 1943 si
dette vita all'Istituto Nazionale per le Assicurazioni contro le Malattie -
INAM), sino a giungere al decreto della socializzazione, elaborata e prevista
nella Carta di Verona del 14 novembre 1943, in cui "si affermava che la
base della Repubblica sociale e della dottrina economica del Partito Fascista
Repubblicano è il lavoro (articolo 9); che la proprietà privata, frutto di
lavoro e risparmio sarebbe stata garantita ma non si sarebbe dovuta per ciò
trasformare in entità disgregatrice della personalità altrui sfruttandone il
lavoro (articolo 10). Tutto ciò che era di interesse collettivo, da un punto di
vista economico si sarebbe dovuto nazionalizzare (articolo 11). Nelle aziende sarebbe
stata avviata e regolata la collaborazione tra maestranze e operai per la
ripartizione degli utili e per la fissazione dei salari (articolo 12). In
agricoltura le terre incolte o mal gestite sarebbero state espropriate e
riassegnate a favore di braccianti e cooperative agricole (articolo 13). L'Ente
Nazionale per la casa del popolo avrebbe avuto l'obiettivo di fornire una casa
in proprietà a tutti (articolo 15). Si sarebbe costituito un sindacato dei
lavoratori, obbligatorio, e avrebbe riunito tutte le categorie (articolo
16)." (http://it.wikipedia.org/wiki/Socializzazione_dell%27economia#La_Carta_di_Verona:_i_presupposti_normativi_della_socializzazione)
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